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Autore: Atlantislux    24/12/2008    5 recensioni
Gli universi di Earl ed Earth collidono, mentre qualcosa di oscuro li minaccia entrambi.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Earth' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Overture


Immobile davanti ad una finestra del Castello di Fuuka, Natsuki stava ammirando il tramonto. Davanti ai suoi occhi il sole di Earl sprofondò dietro la cresta delle montagne, lasciandosi dietro un cielo scarlatto; ma, non appena l’ultimo lembo del disco scomparve alla sua vista, invece delle stelle tutto il firmamento sopra la città di Windbloom si accese di un accecante bagliore.
“Cosa...?”
La Direttrice del Garderobe chiuse gli occhi di riflesso, e un istante dopo sentì il braccio di Shizuru attorno alla vita.
“Allontanati da lì” le urlò la terza Colonna del Garderobe.
Finirono a terra dietro la scrivania, mentre un indescrivibile boato scuoteva l’aria attorno a loro e mandava in frantumi i vetri di tutte le finestre della stanza. Natsuki non fece in tempo a rialzare la testa che urla strazianti le ferirono le orecchie.
Lei e Shizuru si fissarono, e negli occhi dell’amante lesse non la sorpresa, ma una rabbia a malapena trattenuta.
“È cominciata, Natsuki.”
La Direttrice non perse tempo. Cautamente si levò in piedi, registrando lontani echi di sirene e clacson impazziti. Afferrò il telefono posto sulla scrivania, ma nessun suono uscì dalla cornetta.
Colta da un terribile presentimento, corse alla porta ed azionò uno degli interruttori della corrente, senza tuttavia che il lampadario sopra di lei risplendesse di luce. Ripeté il gesto più volte, inutilmente.
Imprecò, estraendo dalla tasca sia il cellulare che usava per comunicare con il Garderobe, sia quello che il Generale De Windbloom le aveva dato per tenersi in contatto con lei. Li controllò, ed entrambi risultarono funzionanti.
Guardò Shizuru, ma la donna non le stava prestando attenzione. Era invece rivolta verso la città, la sua silhouette slanciata che si stagliava all’interno del profilo distrutto della vetrata. Come una preziosa scultura dentro una cornice logora.
“Hanno fatto esplodere qualcosa negli strati alti dell'atmosfera, forse un ordigno nucleare. L’onda elettromagnetica risultante ha mandato in corto circuito tutte le reti elettriche, ad eccezione di quelle schermate.”
Natsuki annuì all’amante. Non aveva bisogno di una spiegazione, ma sentirla, e udire soprattutto la voce calma dell’amica, la stava aiutando a far recedere un comprensibile momento di panico irrazionale, causato anche da uno strano fenomeno: le ombre, nella stanza, si stavano allargando in un modo che non le era mai sembrato così veloce.
Non c’è nulla nelle tenebre che mi possa fare male, nulla’ si ripeté, sapendo di mentire a sé stessa. Proprio dalle ombre, a Heian Kyō, erano uscite le mostruosità che si erano mangiate gli abitanti.
“Sì, fondamentalmente solo la rete del Garderobe, costruita prima della grande catastrofe, e presumibilmente quella di Earth” disse a voce alta.
Come per confermare le sue parole, entrambi i cellulari si misero a squillare. Fece un gesto a Shizuru, ed entrambe uscirono dalla stanza dirigendosi verso l’appartamento messo a disposizione per l’entourage del Generale. Natsuki lanciò a Shizuru il cellulare con la chiamata in arrivo dalla donna di Earth, preferendo invece rispondere a Miss Maria.
I suoi ordini furono precisi e diretti.
“Lei e Lady Steinberg, mettete tutte le studentesse in stato di massima allerta, che siano pronte a materializzare le proprie vesti. Sì, anche quelle non diplomate, devono almeno essere in condizioni di difendersi. E spedisca le Perle numero due e tre a dare supporto ad Haruka.”
Dall’altra parte, una voce più giovane si sostituì ad un tratto a quella di Miss Maria, chiedendo istruzioni.
“Sara...” sospirò Natsuki. Non essendo ancora chiare le conseguenze della sua sparizione, avvenuta qualche giorno prima, in condizioni normali avrebbe preferito continuare a tenerla a riposo, ma la Direttrice realizzò spiacevolmente che non potevano rinunciare a nessuno in quel momento, tanto meno ad una Colonna. E poi, la ragazza era ansiosa di dare una mano.
“Va bene” esclamò. “Recati subito al Mausoleo di Fumi con la Perla numero uno. Affianca Nao nella difesa della Fondatrice, e controlla la situazione delle nostre forze insieme a Yokho.”
Chiuse la comunicazione con un sguardo accigliato, scoccando a Shizuru un’occhiata. “Non sarò tranquilla fino a che non sarò là.”
“Sono assolutamente d’accordo con te.”
Shizuru le rese il secondo cellulare. “Mashiro ha confermato la nostra tesi. L’attacco è cominciato con quella esplosione, anche se per ora non ci sono segni di ulteriori disordini in città... ad eccezione di quelli causati dalla situazione contingente. Le sue truppe sono comunque pronte ad ogni evenienza. Ci aspetta insieme alla Regina di Windbloom.”
“Raggiungiamole.”

I corridoi non erano ancora troppo bui, e riuscirono in pochi minuti a guadagnare la porta dell’ampio salone. Dentro, le fonti di luce erano fornite dagli schermi dei portatili della gente di Earth, e da globi luminosi che diffondevano uno spettrale bagliore azzurrino sui volti dei presenti.
Natsuki dovette sopprimere una fortissima, e spiacevole, sensazione di dejà vu. La prima volta che aveva visto uno di quei globi luminosi era stato su Earth, nell’appartamento del Generale Shizuru Viola.
“Situazione” esclamò, forzando la voce perché uscisse senza tentennamenti, mentre il suo sguardo abbracciava i convenuti.
Dei cittadini di Earl, oltre a Mashiro, Arika e Yukino, anche i regnanti di Annam, Romulus e Florince erano presenti. Tutte e tre con le rispettive Otome.
Il Generale De Windbloom le venne incontro, ed entrambe le donne si fronteggiarono. In quel momento Natsuki apprezzò lo sguardo deciso negli occhi dell’altra.
“Le truppe aeree del Colonnello Armitage stanno pattugliando la città, pronte ad intervenire. Stessa cosa per i regolari di Windbloom e Aries. Fortunatamente, quasi tutti i loro mezzi erano schermati. Il problema è la vostra rete civile...”
“Haruka e i suoi uomini stanno fornendo assistenza, insieme a Mai e Mikoto” intervenne Yukino, incassando un cenno di apprezzamento da parte del Generale.
L'attenzione di Natsuki tornò sui Regnanti di Earl, riuniti attorno a Mashiro. Li guardò uno ad uno. “Ho bisogno del vostro aiuto” esordì. “Per favore, prestate a questa città la forza delle vostre Otome.”
Il Re di Annam le sorrise. “Non ha bisogno di pregarci, Direttrice. Noi abbiamo già preso una decisione” disse, rivolgendo un’occhiata significativa al Re di Florince. “Ad eccezione della Regina di Remus, che ha preferito lasciare il pianeta, tutti noi siamo qui per aiutare. Dobbiamo far intervenire anche le altre Otome dei nostri regni?”
Natsuki scosse la testa. “Meglio di no, non sappiamo se questo è un attacco localizzato solo qui.”
“Credo proprio di sì...” si intromise la Mashiro di Earth.
Gli occhi di tutti i presenti si fissarono sulla donna, che indicò la città alle sue spalle. “Abbiamo già visto che quelli non amano andare tanto per il sottile, e sanno che una volta abbattuto lo Shinso voi non avrete più difese. La loro strategia è sempre quella: colpire il Master per uccidere anche la Otome.”
Natsuki annuì. “E la Fondatrice è la Master di tutte noi. È quello il loro obbiettivo.”
“Positivo con il novantotto per cento di probabilità, secondo i nostri analisti.”
“Allora concentriamo là le nostre difese, potrebbe essere che attacchino solo il Garderobe e...”
In quel momento qualcosa cambiò, mozzando il respiro e le parole in gola Natsuki. Fu come un'ondata di freddo improvviso, che le ghiacciò il cuore in petto. Poi, dalla città si levarono delle fortissime grida.
“Credo che non saremo così fortunati” mormorò Mashiro.
La Direttrice si riscosse immediatamente. “Io torno subito al Garderobe.”
“Ti seguo, preferisco tenere sotto controllo la situazione dalla centrale operativa principale.”
“Vengo con voi!” esclamò la Regina di Windbloom, facendo girare le due donne verso di lei.
“È assolutamente escluso” sibilò il Generale. “Rimani qui con gli altri regnanti, nel bunker preparato nei sotterranei del castello. Sarai al sicuro, e da là potrai comunque tenerti in contatto con la tua Otome.”
“Le mie Otome sono due! E Nina è al Garderobe. È una delle nostre migliori guerriere, e deve poter materializzare la sua veste.”
In cerca di aiuto, il Generale si girò verso Natsuki, ma la Direttrice scosse la testa. “Ha ragione. E noi non possiamo forzare la materializzazione di una GEM vincolata ad un Master. Deve essere lei a dare la certificazione.”
“Non può venire! Ti rendi contro che sei lei fosse colpita durante il tragitto voi perdereste la vostra Otome più forte?”
“La stessa cosa si può dire di te” ritorse la giovane Regina, rivolta alla sua omonima. “Se tu morissi le tue truppe perderebbero il loro capo.”
Il Generale esplose in una secca risata. “Per quello la nostra catena di comando è estremamente flessibile. Haruka e Nagi possono benissimo prendere il mio posto.” Come per evidenziare le sue parole una serie di esplosioni scosse il palazzo. “O chi credi che stia dando ordini in questo momento? Nagi è già al Garderobe, l'ho spedito là apposta.”
Mashiro la guardò, il volto contratto dall'orrore. “Motivo in più per me di essere là. Non voglio che quel pazzo termini quello che ha cominciato quattro anni fa.”
“Al momento credo che stia solo cercando di salvare la tua amata città. Comunque...” il Generale si volse verso Natsuki, rabbuiata. “... è possibile che nessuno possa prendere il posto di questa sciocca come Master di Nina? Anche ad interim?”
“Non senza il suo consenso, per cominciare.”
“Che non vi darò mai!” urlò Mashiro.
La Direttrice continuò come se non avesse sentito l'interruzione, sempre più nervosa per l'intollerabile perdita di tempo. “E ti ricordo che il legame tra Master e Otome è a vita, e non può essere sciolto né ceduto così facilmente.”
Gli occhi della Mashiro di Earth si strinsero leggermente, come a voler esprimere tutto il suo disappunto, ma non insistette oltre. “Il vostro allucinante sistema ci ammazzerà tutti, lo sento. Va bene, allora, sbrighiamoci.”
Dal canto suo, l'altra Mashiro si permise un leggero sorriso di trionfo, mentre si girava per attivare la GEM di Arika. “Avremo le tue truppe in supporto, con Arika, Natsuki, e Shizuru in armatura, non vedo cosa potrebbe succederci.”
Il Generale non rispose, ma Natsuki non poté impedire alle sue labbra di torcersi in una smorfia di preoccupazione. Sarebbero stati protetti, è vero, ma anche un bersaglio fin troppo ideale.

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“Contingente nemico rilevato nel quadrante est, i tank di Aries stanno intervenendo per contenere il contagio” urlò un operatore.
La voce del Colonnello Armitage rimbombò attraverso gli altoparlanti. “Quattro RX stanno convergendo sul posto. Haruka, di' ai tuoi di limitare al massimo i contatti con quegli esseri, non possono sostenere uno scontro diretto.”
In tutta risposta, l'identica voce della Otome di Aries si diffuse nel centro di controllo congiunto delle forze di Earl e Earth. “Se speri che lasci ai tuoi uomini il piacere di fare piazza pulita ti stai sbagliando di grosso.”
Davanti agli schermi, il Maggiore Chrysant esalò un lungo sospiro di frustrazione. “Nessuna delle due cederà il passo all'altra, ne sono convinta. Ma la situazione si sta facendo di minuto in minuto più difficile.”
Fissò lo spettacolo che le telecamere stavano mostrando. Sembrava la ripetizione di quello già visto a Zipang, con l'unica differenza che, per il momento, gli sforzi di tutti i difensori sembravano poter reggere l'urto degli Heartless. Ma, ad ogni barricata superata, l'equilibrio si inclinava sempre di più in favore delle Ombre che, come una marea nera, si rovesciavano addosso a tutto ciò che sbarrava loro il passo, incuranti del fatto che davanti potessero esserci civili, militari di tutti gli schieramenti, od Otome.
Le Meister avevano gioco abbastanza facile nel disintegrare gli Heartless, ma per tanti che ne cadevano altri se ne formavano in altre parti della città. Era impossibile prevedere da dove sarebbero usciti, ma la rapidità con la quale si moltiplicavano metteva a dura prova tutti i tentativi di fermarli.
L'ennesimo punto rosso lampeggiò sulla pianta della città, e lo sguardo di Yukino si incupì ulteriormente. La donna si girò verso Nagi. “Colonnello, si è aperto un nuovo fronte. Procedo con il comunicarlo ad Haruka.”
Lui fece solo un cenno con il capo, mentre guardava sullo schermo gli Heartless che sciamavano fuori dalla facciata di un palazzo, giù per le strade in mezzo agli inermi abitanti della città di Windbloom. Come ad Heian Kyō, anche lì gli sembravano troppo veloci perché chiunque potesse opporgli una qualche valida contromisura.
“Non ce la faremo mai così, il loro tasso di replicazione è troppo alto” mormorò Nina accanto a lui.

Nagi aveva appena messo piede al Garderobe che lei gli era venuta incontro con un'espressione strana in viso, ma non avevano potuto dirsi nulla perché dopo qualche secondo era improvvisamente scoppiato il finimondo. Era stata lei ad accompagnarlo al laboratorio di Yokho, dentro il Mausoleo di Fumi, dove era stata preparata la sala di controllo di entrambe le forze di difesa. Da allora, non si era più mossa dal suo fianco.
“Hai qualche idea?” le chiese. Prima o poi era sicuro che Nina si sarebbe decisa ad offrirsi di usare l'Harmonium per fermare quel massacro.
Ma lei scosse la testa. “No, vorrei solo avere la mia armatura.”
Nagi distolse lo sguardo dalla ragazza, lievemente infastidito. “Credi che riusciresti a combinare qualcosa di concreto anche se ce l'avessi addosso? Non mi pare che le tue colleghe là fuori stiano facendo chissà che” disse a voce abbastanza alta perché sia Nao che Sara, presenti nella stanza, sentissero. Fu la biondina a voltarsi stizzita verso di lui.
“Senti chi parla. Da quello che vedo i tuoi amici qui sono tutto fumo e niente arrosto. I loro mezzi, per potenti che siano, durano solo poco di più dei tank regolari di Windbloom. Come la mettiamo?”
Lui alzò le spalle, noncurante. “Se facessero sul serio dovrebbero ridurre la vostra bella città in cenere.”
E ne era convinto. D'altra parte, realizzò, anche i loro nemici sembravano procedere abbastanza cautamente, e non si erano ancora visti i Nobody superiori. Prima che apparissero, Nagi decise che dovevano fare qualcosa per guadagnare un minimo di terreno.
Dimenticata Sara, la sua attenzione tornò ad uno degli schermi dove, in una delle piazze principali di Windbloom, gli Heartless erano impegnati a rincorrere ad uno ad uno gli abitanti. Lo sapeva, nessuno umano sarebbe uscito da quello slargo, solo Ombre, e improvvisamente l'albino seppe quello che dovevano fare. L'unica cosa che potesse bloccare gli Heartless.
“Yukino, Dragonfly operativi.”
Lei gli lanciò un'occhiata perplessa, ma non discusse l'ordine. Si aggiustò invece l'auricolare che portava all'orecchio, schiarendosi la voce. “Caricate i tubi di lancio, testate armate non appena in volo.”
Nina fu meno collaborativa. “Dragonfly?”
Lui ne sostenne lo sguardo accusatorio con un sorrisetto. “Missili tattici a testata multipla, posizionati sui pendii intorno alla città. Li useremo per bombardare a distanza quelle cose.”
La Otome lo guardò senza capire. “Ma state già impiegando un ingente spiegamento di forze. Perché anche questo?”
“L'ha detto la tua amichetta Sara che i nostri tank non sono poi così efficaci, e ha ragione. Potendolo fare, meglio non impiegarli in uno scontro diretto” mentì lui, senza rivelarle la vera ragione del perché avesse pensato ai missili. Per quanto sapesse che i soldati di Haruka erano pazzi fanatici come lei, aveva qualche dubbio che avrebbero fatto a cuor leggero quella cosa che a lui era venuta in mente.
“Allora lascia fare alle Otome. Mai e Arika possono facilmente fare da scudo agli abitanti. E finora i loro schermi si sono dimostrati impenetrabili.”
Senza potersi trattenere, Nagi si mise a ridere. Le Otome erano ancora meno adatte delle truppe di Haruka per portare a termine quel lavoro.
“Hanno già troppo da fare altrove, qui possiamo risolvere la cosa... in un altro modo.”
Nina lo guardò accigliata, forse tentando di decifrare quello che aveva in testa ma, prima che lui potesse dare l'ordine di lanciare i missili, proprio la voce del Colonnello Armitage risuonò nella sala.
“Nagi. Hai attivato le batterie.”
Non era una domanda, e l'ex Arciduca si sentì in diritto di non replicare.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Haruka tornò a farsi sentire. Il tono suonò lievemente tormentato, ma non meno deciso del solito. “Ben fatto. Puoi procedere. Sono giunta anch'io alla stessa conclusione. Una volta apparsi in un quartiere quello è sicuramente perso, e non c'è molto altro che possiamo fare se non tagliare le loro linee di approvvigionamento. Yukino, d'ora in poi applica la stessa procedura ogni volta che vengono segnalati nuovi casi di contagio.”
“Agli ordini” rispose la donna in un soffio.
Nagi, per una volta, evitò di sorridere o di mostrarsi troppo soddisfatto di sé. Visto quello che stava per succedere, non era sicuro che una delle Otome presenti, o forse anche Yokho o qualcuno dei suoi aiutanti, non gli avrebbero messo le mani addosso.
Sentì però Nina trasalire, poi la sua mano gli si chiuse attorno al polso. Si girò di nuovo verso di lei. L'espressione della ragazza era sgomenta.
“Ho capito... no, non potete farlo.”
“Non c'è altra soluzione.”
Nina alzò l'altra mano ma lui gliela prese a mezz'aria, stringendola leggermente. L'Otome aveva le mani gelide.
“L'hai già visto anche tu, quelli non si fermeranno fino a quando non avranno qualcosa da... mangiare.”
Nina si liberò dalla sua blanda stretta, e gli si avvicinò abbassando la voce. “Io posso fare qualcosa senza che tutto questo sia necessario. Senza che nessuno debba più morire. Abbiamo ritrovato un prototipo dell'Harmonium... io posso sacrificarmi per tutti.”
“Sorprendente” esclamò Nagi, cercando di sembrare abbastanza sorpreso, pur esultando silenziosamente davanti all'ammissione.
“È questo allora quello che mi volevi tenere nascosto? Perfetto, ma fino a quando non potrai utilizzarlo, dobbiamo guadagnare tempo, e c'è un unico modo. Anche tu te ne renderai conto, visto che non sei come una di queste inutili bamboline, educate a non fare niente altro che ricamare e sorridere al padrone. Tu sei sempre stata l'unica vera guerriera tra loro.”
Arrossendo, Nina distolse lo sguardo, che passò velocemente dal frastornato al risoluto. “Non attribuirmi meriti per i quali io mi vergogno e basta. Quanto a quelli...” sibilò. “La pagheranno. Anche per questo.”
“Che state combinando?” urlò Sara. Tuttavia, prima che la Colonna potesse fare qualcosa, o aggiungere altro, il Maggiore Chrysant urlò che le batterie erano pronte.
“Fuoco” ordinò Nagi.

Accanto al Colonnello, senza tentennamenti, Nina fissò i missili che cadevano polverizzando i palazzi, in un inferno di fuoco che incenerì insieme Heartless e inermi cittadini. Niente poteva resistere a quel calore e, infatti, sulla mappa della città il punto rosso scomparve.
Nina si umettò le labbra, contraendo i pugni.
'Un massacro vero e proprio. Se Arika e Mashiro fossero state qui non lo avrebbero permesso. Ma era necessario. Quante volte ho pensato la stessa cosa, durante la guerra che ho combattuto per Nagi? Quanti innocenti ho ucciso per una causa che fortemente volevo che fosse buona? Che adesso lo sia veramente è solo un cavillo, e non cambia il fatto che certe misure debbano essere prese. Nessuna di queste ragazze lo può capire, perché non hanno mai dovuto uccidere senza essere direttamente attaccate, coinvolgendo civili incolpevoli, non hanno mai dovuto piegare la propria coscienza a giustificare atti immorali solo perché... era necessario per ottenere un bene superiore.'
Le si mozzò il fiato in gola osservando l'espressione sconcertata sul volto di Sara e della giovane Otome vicino a lei. Una delle Trias, Gemma, se ricordava bene il suo nome. La ragazza stava apertamente piangendo. 'No. Davvero non capirai mai. E ringrazia che sia così. Ancora una volta, posso caricarmi io di questa colpa. Io e Nagi.'
Si schiarì la voce. “Irina, comunica subito ad Haruka quello che sta succedendo e quale sarà la tattica d'ora in avanti. Dobbiamo fermarli ad ogni costo.”
“Ma che dici?” tuonò Sara. “Vuoi arrivare al punto di ripetere il disastro di Zipang? E poi, essere la Otome di Windbloom non ti dà diritto a dare ordini o a parlarci in quel modo qui dentro.”
Accanto a Sara, la giovane Perla fece un passo verso Nina ma fu sorprendentemente bloccata da Nao, che afferrò Gemma per un braccio.
“Lascia perdere, non capisci che hanno ragione? È l'unico modo per fermare quelle cose non appena si manifestano.”
“E tu non ti accorgi dei morti innocenti che hanno causato?” sbraitò la ragazza che sembrava in preda ad una crisi isterica. “La mia famiglia abitava in quel quartiere. E loro li hanno bruciati vivi.” Una smorfia incattivita sfigurò il bel volto di Gemma. “Ah, ma certo, gli dai ragione perché dopotutto sei di Artai anche tu.”
Nao sbatté le palpebre come se l'avessero schiaffeggiata, mentre Nina scattò e in due passi fu tra di loro, separandole rudemente. Gemma le scoccò uno sguardo offeso, mentre quello di Nao fu incredibilmente ammirato.
“Basta così. Dobbiamo mantenere l'ordine tra di noi. Sapevamo tutte che sarebbe stata una guerra diversa dalla nostre e... purtroppo dobbiamo utilizzare ogni mezzo a disposizione per vincerla.”
Gemma aprì la bocca, ma Nao la anticipò.
“Davvero ogni mezzo? Tu per prima?” le chiese, maliziosa.
“Ovviamente” le confermò la bruna Otome, più decisa che mai.
Nao si mise quietamente a ridere, incrociando le braccia davanti a sé. “Contenta tu. A me, sinceramente, questo spettacolo mi ha già stancata, vado a sedermi.”
Si allontanò, ancheggiando lievemente come se si trovasse in un locale notturno. La sua traiettoria la portò a passare vicino a Nagi.
Nina la vide girarsi verso di lui e allungarsi per sussurragli qualcosa all'orecchio, appoggiandogli lievemente la mano sulla spalla. Qualunque cosa Nao gli stesse dicendo, fece sbocciare un sorrisetto allusivo sulle labbra dell'albino, che seguì con lo sguardo la donna fino a quando questa non trovò una sedia di suo gradimento.
'Inaudito' fu il primo pensiero che si materializzò nel cervello di Nina. Prese atto che non poteva pensare a certe cose nel mezzo di una battaglia, ma non poté resistere all'impulso che le fece scoccare a Nao un'occhiata al vetriolo.
'Non bastava quella troia di Earth. Pure lei ci si mette...'
Furibonda con sé stessa distolse lo sguardo dalla quarta Colonna per fissare Nagi, come se lo vedesse per la prima volta; non credendo a dove i suoi pensieri l'avevano portata, e a cosa quella pantomima di Nao aveva sbloccato dentro di lei. Un furore che non provava più da molti anni la pervase. Era qualcosa che lei aveva desiderato non la sfiorasse più.
“Colonnello, abbiamo un'ulteriore breccia nel settore cinque” esclamò Yukino.
Nina digrignò i denti. “Fuoco di sbarramento” latrò, prima che anche Nagi potesse reagire. E fu prontamente accontentata.
Sentì Sara protestare vivamente, ma non le diede peso e, quando la mano destra della donna le si chiuse su un avambraccio, la spinse via senza tanti complimenti. Finalmente Sara riuscì a fronteggiarla, ma lo sguardo furibondo della Colonna svanì non appena i suoi occhi incontrarono quelli di Nina.
“Oh, Nina...”
La ragazza non capì il significato di quell'espressione attonita fino a quando non alzò la mano per toccarsi il volto. Era bagnato di lacrime.
'Inaudito' si ripeté. 'Sono innamorata.'

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Haruka respirò, lentamente e a fondo, cercando per una volta di evitare che l’adrenalina le andasse alla testa. Aveva visto l'artiglieria di Earth colpire, le persone morire tra le fiamme e, quando Irina le aveva comunicato quello che stava succedendo, per un momento aveva desiderato di prendere la sua omonima per il collo fino a strangolarla.
Poi aveva sentito la voce di Yukino, la sua Yukino, calma e compassata come al solito, che le aveva spiegato quello che lei sapeva benissimo: che non c'era altro modo per fermare quelle cose.
Voltò le spalle all'incendio, sentendo altri missili volare sulla sua testa. Li maledisse, e ancora di più maledisse gli Heartless.
“Vi ammazzo tutti” urlò come un'ossessa, roteando la pesante palla ferrata e facendo il vuoto attorno a lei. I nemici si dissolsero senza un suono.
Se non li avesse visti straziare esseri umani con artigli che erano solidi ed affilati nonostante l'aspetto, non avrebbe mai detto che quei curiosi ominidi potessero essere pericolosi. Ma aveva anche già affrontato varietà più letali. Alcune che si erano avvinghiate a lei togliendole il respiro e la forza; si era strappata i loro tentacoli di dosso a mani nude, ma né i suoi soldati né quelli di Earth erano stati altrettanto fortunati.
Haruka si fermò appoggiandosi le mani sulle ginocchia, con il cuore che le martellava in petto. Stavano perdendo troppi uomini, senza essere in grado di difendere adeguatamente i civili, non potevano andare avanti in quel modo.
Un urlo, alto e disperato, attrasse la sua attenzione. Dietro di lei una delle Perle era stata circondata ed assalita proprio dal gruppo di Heartless che Haruka temeva di più. La ragazza aveva perso la sua arma ed era in difficoltà, con le Ombre che le martellavano crudelmente il capo, usando le acuminate estremità degli arti superiori come se fossero martelli atti a rompere la corazza particolarmente resistente di un crostaceo. Anche a distanza, Haruka poté vedere con orrore che l’armatura della Perla si stava sgretolando.
Caricò gli esseri senza esitazione, ma soprattutto, senza soffermarsi troppo a pensare che razza di creature da incubo fossero state in origine. Sferrò un pugno contro uno dei nemici caricandolo energeticamente, e il suo colpo affondò nel corpo stesso dell’Heatless, che si disperse nel solito sbuffo di oscurità. Poi liberò la ragazza, afferrandola per i fiocchi per scagliarla lontano dagli Heatless; quindi, si dedicò alla loro metodica eliminazione, fermandosi solo quando intorno a lei le creature furono completamente dissolte.
Si girò per fronteggiare gli altri, scoprendo che il branco era completamente sparito.
“Dove...?”
“Mentre perdevi tempo con quella ragazzina, le Ombre si sono sparse nelle vie e nei palazzi circostanti, dovremmo stanarle una per una, a meno di non sterilizzare l'area.”
“Non ci pensare nemmeno.”
Haruka fronteggiò ringhiando la sua omonima, atterrata con il suo RX verde acido su un cumulo di rovine che, prima che la Otome di Aries lo demolisse, era stato un monumento commemorativo alla vittoria contro Artai.
“Capisco che è una mossa essenziale quando quegli esseri appaiono. Ma se usiamo la stessa tattica su vasta scala allora non avrebbe senso difendere questa città. Tanto varrebbe demolirla subito con quelle creature dentro.”
“Non credere che non ci abbia pensato” fu la secca risposta del Colonnello Armitage. “Il nostro problema è che sono veloci, e che sfuggono agli scontri diretti. Tutto quello che vogliono è cibarsi dei cuori degli esseri umani e, se non impegnati direttamente, scavalcano semplicemente i nostri mezzi puntando direttamente al loro obiettivo. Aggirano i nostri campi di contenimento, e sfuggono alle tue Otome. Noi non siamo importanti per loro.”
Haruka strinse spasmodicamente la catena della sua arma. Grida provenivano dai palazzi attorno, intervallate da raffiche di mitra. I suoi uomini dovevano essere intervenuti, ma dubitava che fossero risolutivi.
Le ottiche dell'RX la fissarono. “Dobbiamo elaborare un cambio di strategia, Brigadiere Generale, così non va bene.”
Haruka digrignò i denti. Non le era simpatica, ma la sua collega aveva ragione.

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Il Generale De Windbloom accompagnò personalmente l'omonima al blindato che l'avrebbe trasportata al Garderobe. La Mashiro di Earl si era chiusa in un silenzio glaciale, e marciava accanto a lei con in volto un'espressione battagliera e testarda.
Il Generale sospirò silenziosamente. Natsuki, Shizuru ed Arika avevano già materializzato le proprie armature e si erano alzate in volo sopra il castello, toccava a lei avere a che fare con la giovane sovrana.
Sulla soglia Mashiro si girò verso la propria cameriera, quell'Aoi che la seguiva ovunque, e l'abbracciò stretta.
“Tu rimani qui.”
“No” protestò la donna, ma Mashiro l'allontanò da sé mettendole le mani sulle spalle. Aveva gli occhi lucidi.
“Per favore. Qui sarai al sicuro, mentre io sono un bersaglio. Non ti voglio avere sulla coscienza anche questa volta. E poi” le disse facendole l'occhiolino, “Ho bisogno che qualcuno badi al castello e agli ospiti, in mia assenza. Tutti i regnanti di Earl sono qui. Te li affido, e tieni d'occhio la guarnigione di questa donna in giro per il castello.”
Il Generale alzò un sopracciglio alla stoccata, ma limitò il suo disappunto ad una smorfia infastidita. Poi diede le spalle alle due, uscendo velocemente dal palazzo, sperando in tal modo di dare un taglio alla pietosa scena di addio.
“Vogliamo sbrigarci? Non abbiamo tempo da perdere.”
Alzò gli occhi verso la città. Oramai la notte era calata e, con la rete elettrica fuori uso, il cielo stellato era sfigurato solo dal bagliore degli incendi.
Anche se non faceva freddo, il Generale si alzò il colletto del soprabito. 'No, decisamente non abbiamo più tempo per le smancerie.'
Attese Mashiro davanti all'automezzo blindato, osservando con apprezzamento la Direttrice del Garderobe in volo sopra di lei. Il calibro del suo cannone le dava una certa sicurezza, molto di più che le lance e le alabarde delle altre Otome.
Quando la Regina di Windbloom si presentò, le aprì personalmente il portellone. Gli occhi smeraldo dell’omonima fissarono il Generale. “Tu non vieni?”
“No, ti precedo in un altro veicolo. Siamo entrambe bersagli importanti, non è il caso di rimanere insieme.”
Sembrò che la Regina stesse per dirle qualcosa, ma il boato di un'esplosione portò sul suo viso una sferzata di paura che la ammutolì.
La sua omonima provò per lei un'istantanea compassione. Dopotutto quella era lei stessa, più giovane e innocente, nonostante la testardaggine che le accomunava. A volte, avrebbe voluto essere stata come lei, ma nessuno gliel’aveva mai permesso.
“Non ti preoccupare. Le tue balie stanno svolazzando qui sopra, e sono le migliori. Non ci accadrà niente.”
Mashiro annuì, seria. “Lo so, io mi fido di loro.”
Il Generale alzò gli occhi verso Natsuki, sorridendo lievemente mentre chiudeva il portellone. “Anch'io” rispose.

La parte della città che stavano velocemente attraversando era praticamente intatta, ma intorno il conto dei morti e delle distruzioni stava salendo. Il Generale De Windbloom non staccava gli occhi dai monitor, collegati con il centro di comando al Garderobe e con le telecamere montate sugli RX e sui palazzi di Windbloom. Quello che vedeva non le stava affatto piacendo.
Aprì la comunicazione con i gruppi sotto il suo comando diretto.
“Delta, Echo, Kilo, ritiratevi sull'altra sponda del fiume. Fate saltare i ponti. Fuoco di artiglieria contro le rive. Usate proiettili incendiari” abbaiò nel comunicatore.
Se c'era una buona notizia era che gli Heartless sembravano particolarmente vulnerabili al fuoco, ma era l'unica che Mashiro si potesse permettere di trovare rassicurante.
Osservò una piazza che veniva ripulita dalle Otome. Le due ragazze impegnate nello scontro fecero velocemente il vuoto intorno a loro, ma nelle vie parallele gli Heartless sciamavano tranquilli.
“Avevo ragione, le Otome sono armi inefficaci contro questo tipo di nemico” ammise a mezza voce.
Il Maggiore Yumemiya, davanti a lei, scosse la testa indicando un monitor. “Neanche i nostri tank.”
Sullo schermo i tripodi di Earth avanzavano tra gli Heartless incenerendoli, ma nuove mostruosità semplicemente prendevano il posto dei caduti, in un'escalation che sembrava non dovesse mai aver fine.
“No” ammise Mashiro. “È come combattere contro sciami di locuste. Non hanno la minima concezione della propria salvaguardia personale, né di quella dei compagni. Avanzano e basta, incessantemente.”
“Quindi?” le chiese Arika.
“Aprimi un canale di comunicazione, ne devo parlare con il Colonnello Armitage.”
Prima che potesse fare qualunque cosa, il mezzo frenò improvvisamente. I suoi occhi scattarono verso il parabrezza anteriore, da dove poteva vedere che il blindato che li precedeva si era bloccato nel bel mezzo del cammino.
Mashiro non attese nemmeno che la tensione sulla cintura di sicurezza si allentasse per contattarne gli occupanti.
“Che succede?”
Le risposero solo delle scariche statiche.
“Generale, cosa state combinando?” le urlò la voce di Natsuki nell'auricolare.
“Lo sapessi” rispose lei, mentre il suo sguardo saettava verso i monitor. Una telecamera piazzata su un palazzo sopra di loro stava inquadrando la scena. Non sembrava esserci nulla di irregolare: quattro blindati, circondati da tre Otome, fermi in mezzo ad un largo viale alberato. La visione infrarossa dava a tutta la scena una patina verdastra, vagamente inquietante. Mashiro si morse il labbro inferiore, mentre Arika e gli altri soldati nel mezzo sganciavano la sicura alle armi.
“Ripartite” sentenziò.

Il mezzo avanzò, speronando quello che lo precedeva e mandandolo fuori strada. L’intera colonna aveva quasi superato l’ostacolo quando quello che temevano finalmente uscì allo scoperto.
Ciò che apparve spuntando dal sottosuolo non erano i soliti esseri neri, umanoidi, ma creature più alte e massicce, biancastre, con lame al posto degli arti superiori. Una smorfia sfuggì al Generale; li aveva già visti in azione nei pochi filmati esistenti dell'attacco alla base di Aries, ed era ben conscia di come potevano ridurre un corpo umano.
“Aprite il fuoco” urlò nel microfono, a chiunque potesse sentirla.
Dalle torrette sui tetti dei blindati una tempesta di colpi investì i nemici, mentre le tre Otome convergevano sui bersagli. Incuranti del fuoco incrociato, gli Heartless si gettarono in massa contro i veicoli, rispuntando dal sottosuolo mano a mano che venivano eliminati.
“Non ti fermare per nessun motivo” urlò la donna all’autista.
Per evitare il fuoco amico, dai tutti i blindati la sparatoria era cessata, e adesso solo le Otome stavano combattendo gli Heartless che martellavano selvaggiamente le pareti dei mezzi con le loro appendici acuminate.
Mashiro era preoccupata. Perché le ragazze erano brave, ma se non avessero fatto in fretta sarebbero stati nei guai.
“Scudi al sessanta percento” le annunciò infatti il Maggiore Yumemiya.
A quel punto, il Generale aprì un canale con l'Otome dello Zaffiro. “Arika, so che non c'è bisogno di dirlo, ma non perdere di vista il mezzo della tua padrona. È lei che devi difendere.”
La risposta fu entusiasta, come Mashiro si era aspettata.
Dal microfono, però, uscì la voce tesa di Natsuki.
“Generale, che è successo al primo blindato?”
“Ti ripeto che non lo so. Non c’è modo di comunicare con loro.”
“Mando Shizuru a controllare.”
“Lascia perdere, se non rispondono e non sono ripartiti è perché...”
L'ineluttabilità della risposta che non riuscì a finire la colpì come un pugno allo stomaco. ‘... sono tutti morti.’
Un attimo dopo qualcosa la spinse giù dal sedile, con tanta forza da sfilare la cintura di sicurezza dal suppporto.
Sentì un peso premerle sulla schiena e del liquido caldo che le si infilava nel colletto. Sangue appena spillato, come le disse l’olfatto.
“Salta giù” le urlò la voce della sua amica Arika; urlo che venne troncato di netto da un rumore gorgogliante.
Mashiro, con i riflessi pronti da anni di addestramento, ed abituata ad obbedire agli ordini, prima ancora di darli, non se lo fece ripetere due volte. Nella sua vita aveva sentito spesso quel rumore, e sapeva cosa indicava. Soprattutto quando era accompagnato dai rantoli di altre vittime.
Rotolò da parte appena in tempo, mentre un artiglio non più bianco ma sporco di sangue si conficcava nel punto dove era stata pochi attimi primi. Il crepitio dei colpi di armi automatiche riempì il mezzo.
“È una trappola, Natsuki! Sono già dentro!” gridò con tutto il fiato che aveva in gola mentre strisciava verso il portellone, estraendo la pistola e schiacciandosi contro l’apertura. Solo allora si voltò, trovandosi faccia a faccia con un incubo.
La sua guardia pretoriana, ridotta ai pochi soldati scelti che erano ancora in piedi, stava combattendo selvaggiamente, con tutto quello che aveva a disposizione ma, in uno spazio ristretto e senza armamento pesante, i suoi fedelissimi non avevano alcuna speranza. Molti erano già caduti. Anche Arika, la cui testa era rotolata chissà dove sotto i sedili.
L’Heartless la fissava grottesco. Le sembrò uno stravagante incrocio tra un cefalopode e un triceratopo.
Anche mentre lo guardava venne crivellato di colpi, che passarono attraverso il suo corpo senza apparentemente causargli alcun danno. L’Heartless si lanciò verso di lei ma in quel momento Mashiro sentì il portellone che cedeva dietro di sé. Si sentì cadere, ma qualcosa la afferrò subito alzandola in aria, mentre il blindato scartava e si ribaltava. Un attimo dopo era investito da quello che lo seguiva, ed entrambi i mezzi finirono la propria corsa contro la facciata di un palazzo.

Doveva la sua vita a Natsuki, che la stava sorreggendo a mezz'aria sopra il disastro.
“Sei ferita?” le chiese la Direttrice con un tono urgente che Mashiro non le aveva mai sentito. La donna scosse la testa stringendo i denti, solo allora notando il dolore sordo che le martellava il polso. Probabilmente se l’era rotto e, dalle fitte che le arrivavano dal costato, valutò che la Direttrice nello stringerla a sé le avesse fratturato anche un paio di costole. Non che Mashiro si potesse lamentare. Il pensiero di Arika, della sua migliore amica massacrata dall’Heartless, minacciò di travolgerla, ma lo tenne a bada. Da quello che vedeva sotto di sé forse era successo qualcosa di anche peggiore.

Le Ombre si erano dileguate, e non c’era apparentemente nessun pericolo quando Natsuki, dopo pochi istanti, la posò a terra. La mollò come se fosse stata un tizzone ardente, schizzando in direzione del carcassa che, minuti prima, era stato il blindato sul quale il Generale aveva fatto salire la Regina di Windbloom.
Così come era successo al suo, qualcuno aveva strappato via il portellone. Il mezzo era inclinato su un fianco, e dall’apertura gocciolava sangue. Mashiro si avvicinò a tutta la velocità consentita dalle ferite, superando Shizuru che dava le spalle ai relitti. Il volto della donna era teso.
“Fate in fretta, vi copro in caso dovessero riapparire” le sussurrò.
Il Generale raggiunse Natsuki, impietrita davanti all’apertura, e sbirciò dentro.
Una luce d’emergenza era ancora accesa. Verde. Livida. C’erano corpi ovunque, o quello che ne era rimasto. In mezzo al carnaio giaceva in ginocchio Arika Yumemiya, nella straziante parodia di una statua che una volta Mashiro aveva visto su un pianeta parallelo ai loro, che i locali chiamavano Terra.
La ragazza teneva tra le braccia il corpo della sua Master, devastato da una ferita profonda che le attraversava il busto. Respirava ancora, ma il Generale non ebbe nessun dubbio: Mashiro Blan De Windbloom stava morendo.



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Stavolta, oltre che i soliti ringraziamenti alle anime perse che stanno seguendo questa storia, vi mando anche i mie auguri di Buon Natele e Buon Anno. Ok... forse l'aggiornamento non è molto in tema ma ho pensato di fare cosa gradita a tutti gli Scrooge che sono tra voi, o a quelli che hanno nel cuore quel piccolo e dispettoso folletto verde di quel vecchio cartone natalizio. Come si chiamava, il Grinch? ^__^
Un grazie in particolare alle mie amiche Shainareth e Solitaire per il betaggio e, già che ci sono, ringrazio anche qui quelli che hanno letto e commentato la mia breve shot "Affinità".
In effetti, che la "Terra" di Mai Hime fosse nello stesso universo parallelo di Earl e Earth l'avevo lasciato intendere qua e là, anche se non ho in programma di far incrociare anche quel mondo con questi due. Insomma, povere Hime ^^
LOL, sapevo che il pairing ReitoxShiho vi avrebbe sconvolto. Come mi è venuto? Boh? E' che erano gli ultimi rimasti, mi pareva brutto farli arrivare separati. E poi ho visto in giro una bella immagine di Shiho più grande senza i suoi orridi codini. In effetti è una bella ragazza, a quel pesce lesso di Reito dovrebbe piacere. ;-)
Nagi Homura e l'Arciduca sono la stessa persona? No, non credo. Non lo so, in effetti... forse. Ai posteri l'ardua sentenza ^__^

  
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