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Autore: Mew_vale    15/04/2015    7 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 32.
 

Giulia
Quel maledetto isterico di Diego! Mi ha messo in una brutta situazione! Preceduta da Paola rientro in casa pensando ad una storia convincente da raccontarle. Non posso di certo andarle a dire che sono incavolata con Diego per avermi scaricata dopo essersi fatto due giretti con me! I miei genitori riemergono dallo studio proprio mentre noi due vi passiamo di fronte.
“Salve Daniele, salve Patrizia.” Li saluta Paola.
“Paola, che piacere rivederti! Giulia non ci ha informati che saresti tornata! Perdonaci se non ti abbiamo accolta a dovere.” Si giustifica mamma mentre la saluta.
“Non preoccuparti Patrizia. Giulia mi aveva avvisato che non sarebbe stata la serata ideale per una visita.”
“Paola, ben tornata.” Le augura spiccio mio padre.
“Grazie Daniele.”
“Giulia noi ci ritiriamo per preparare le valigia. Non fare tardi alzata!”
“Va bene mamma.”  Le rispondo, alzando gli occhi al cielo.
“Allora adesso mi spieghi come mai Diego ce l'ha tanto con te?” Mi ordina Paola quando rimaniamo sole.
“Ok, ti dirò la verità. Innanzitutto devi sapere che la settimana scorsa Diego ha avuto un'avventura!” Paola mi sguarda sbigottita e anche piuttosto angosciata.
“Ah sì? E perché non me l'hai detto per telefono?”
“Perché aspettavo di parlartene di persona. Comunque il punto è che in seguito avevo elaborato un piano per mettere zizzania tra Diego ed Isabella, per aiutarti amica mia!”
“E con chi ha avuto quest'avventura?”
“Con Pilar Robledo Vazquez. Si sono conosciuti ad un cocktail alla Texicolor. So per certo che hanno fatto sesso a casa di lei perché il mattino dopo Pilar è venuta in azienda per riportargli la cravatta!”
“Giulietta, Diego mi ha proprio cancellato se nel poco tempo che sono stata via oltre a fidanzarsi nuovamente ha anche avuto un'avventura! Non sai come mi ha parlato poco fa! Mi ha detto a chiare lettere che per lui Isabella conta più di me!”
“Te l'ho detto che Diego ha perso totalmente la testa per lei!”
“Ma com'è possibile!?” Si domanda, passeggiando nervosamente per il corridoio. “Quella tipa è piatta come una tavola, non sa vestirsi, non fa parte nemmeno del jet-set e i suoi capelli sembrano i peli di una scopa!”
“In poche parole è un manico di scopa!”
“E questo piano così ben congeniato che è bastato un fiammifero per mandarlo in fumo, in cosa consisteva?”
“Ehi, non offendere. E poi è colpa di Giulio! Io mi sono confidata con lui e mio fratello mi ha costretto a raccontare tutto ai miei. Io ho chiamato una rivista scandalistica, ovviamente con uno pseudonimo, a cui ho raccontato di un'immaginaria tresca di Diego con Pilar, ai danni della sua nuova ragazza, dall'identità sconosciuta. Papà ha pagato una fortuna per impedire l'uscita della notizia.”
“Scusa se te lo dico amica mia, ma sei stata imprudente. Ti sono grata per esserti esposta così per cercare di separare quei due ma farlo commettendo dei reati mi sembra sciocco e imprudente. Lo dico per te, potevi finire in mutande a causa della multa che ti sarebbe stata addebitata!”
“Lo ammetto, è stato un piano così così ma lo avevo pensato su due piedi.”
“E' per questo quindi che Diego ti ha licenziata?”
“Diego, Lorenzo, Camilla, Ugo... Nessuno mi sopporta lì dentro. Avrei diritto ad altre due settimane di lavoro ma intendo andarmene già a partire da domani.”
“E cosa pensi di fare?”
“Martedì ho un provino a Buenos Aires per una serie TV! Appena sarò di ritorno intendo cercare un posto in un'agenzia. Diciamo che Diego ce l'ha con me anche perchè non sono stata molto carina con la sua nuova ragazza qualche giorno fa.”
“Questo è il minimo! Quella sciacquetta passa da un ragazzo all'altro! Adesso punta a posti di rilievo come il letto del presidente dell'Ecomoda! Ti giuro che io non mi darò per vinta senza lottare! Quella stupida scoprirà presto chi è Paola Ribeiro Solari!”
“Così ti voglio amica mia, agguerrita e sicura di te! Mi perdoni per non averti raccontato queste cose per telefono?” Le domando sbattendo le ciglia. Paola mi avvolge in un abbraccio.
“Baby ma certo che ti perdono! Ti sei esposta così tanto per far separare quei due, come potrei avercela con te?”
“Buona sera signorine.” Ci saluta Giulio arrivando dalla palestra in canottiera e shorts.
“Fratellone, puzzi come un caprone.”
“Devo darti una notizia Giulia. Anche tu puzzi quando fai attività fisica!”
“Non dire sciocchezze, io non emano mai cattivo odore.”
“Paola, ben tornata in quel di Bogotà!” La saluta Giulio.
“Grazie Giulio. Va tutto bene?”
“Molto bene. Ora scusatemi ma mi congedo. Giulia vorrei parlarti prima di andare a letto!” M'informa Giulio girando sui tacchi alla volta della sua stanza.
“Adesso ti lascio baby. Ci sentiamo domani. Sabato dobbiamo assolutamente fare una capatina in centro! Voglio essere impeccabile per la festa di Sabato sera!”
“Contaci Paoletta! Buonanotte!”
Dopo aver salutato Paola chiudo la porta e tiro un respiro di sollievo. Per fortuna a Paola sono bastate le spiegazioni che le ho dato!
Quando busso alla porta della stanza di mio fratello lui m'invita ad entrare.
“Cosa mi devi dire?”
“Davvero un quadretto commovente quello fra te e la tua amica. Non ho mai visto un'amicizia tanto sincera!”
“Giulio volevi solo prendermi in giro?”
“Certo che no. Volevo dirti che ho avuto un lampo di genio, un'idea su come fare per avere occhi e orecchie all'interno dell'Ecomoda! Intendo lavorare lì.”
“Ma certo, Diego e Lorenzo saranno entusiasti di averti tutti i giorni tra i piedi! E con quale ruolo? I posti dei dirigenti sono tutti occupati.”
“Direttore dei punti di vendita.”
“Intendi rubare il posto a David? Questa sì che sarebbe una bella prova di lealtà fraterna!”
“Non intendo rubargli il posto. Per cominciare farò la proposta a David. Insomma lui si occupa dei punti vendita, del marketing e delle pubbliche relazioni. Gli dirò che sono stanco del mio dolce far niente, che ho intenzione di responsabilizzarmi perciò vorrei fare carriera in azienda. Senza contare che affidando a me i punti di vendita David verrebbe sgravato da una grossa fetta di lavoro. I ruoli in azienda sarebbero meglio ripartiti! Anch'io sono azionista dell'azienda perciò Diego dovrà darmi retta. Sia a me che a papà!”
“Tentare non costa nulla. In più potrai da subito stare accanto alla tua splendida Silvia! Intendo dimettermi prima del previsto dal ruolo di modella di sartoria.”
“Sarà divertente allora!”
“Un'altra cosa divertente sarà la festa che organizzeremo qui Sabato sera. Quindi accendi il laptop e invita più gente che puoi! Buonanotte fratellone!”
“Buonanotte.”
“Ah, un'altra cosa. Ma tu conosci il giornalista, Samuel Martinelli?”
“Martinelli... Martinelli... No, direi di no. Perchè me lo domandi?” Mi chiede tenendomi le spalle.
“David, Camilla e Roberta sono convinti di aver già sentito questo nome ma non si ricordano dove. Buonanotte!”


Camilla
La stanchezza mi ha posseduta. Sono stesa sul divano in una sorta di dormiveglia quando sento qualcuno infilare le chiavi  nella toppa della porta di casa mia. La porta si apre e poi sbatte. So perfettamente che si tratta di David, dell'amore della mia vita, dell'unico uomo che desidero. Richiudo gli occhi e fingo di dormire. Avverto le narici riempirsi del suo profumo e capisco che è inginocchiato accanto a me. David si china e mi bacia la fronte per poi accarezzarmi una guancia e coprirmi con un pile.
“Piccola... Sei stupenda quando dormi. Sei sempre stupenda. So che adesso non puoi sentirmi... Forse queste cose dovrei dirtele guardandoti negli occhi quando sono certo che tu possa sentirmi ma certe volte mi vergogno così tanto di come sono e delle mie azioni che mi manca il coraggio. Amore mio, io non dubito di te. Lo so che non faresti mai niente per ferirmi perché sei la ragazza più gentile e onesta che io abbia mai conosciuto... E' di me che non mi fido. Se adesso fossi ricettiva probabilmente mi diresti che sono una lagna perché dico sempre le stesse cose ma la verità è che quando tutte le ragazze che hai avuto ti hanno lasciato, inizi a chiederti cosa c'è che non va in te. Ti amo così tanto Camilla che a volte temo che questo sia tutto un sogno e di non essere abbastanza per te! Ti prego di non prendere a male i miei attacchi di gelosia... Ti amo così tanto che l'idea che qualche altro uomo metta gli occhi su di te mi manda ai matti!”
Conclude baciandomi nuovamente, questa volta sulle labbra, dolcemente come una piuma che sospinta dal vento tocca terra. Sento che sta per alzarsi ma lo trattengo per un braccio. Lui mi guarda sorpreso e anche sorridendo.
“Ma eri sveglia!” Ne deduce.
“Sei veramente molto acuto Valencia. Come potrebbe non essere abbastanza per me un uomo dotato del tuo intelletto?” Gli domando scimmiottandolo, per poi baciarlo dolcemente.
“Ah, ah! Non si fanno scherzi simili. Nel caso ti stancassi di disegnare abiti potesti debuttare come attrice!”
“Certo, la bella addormentata nel bosco, sarei perfetta come Aurora!”
“Principessa Aurora, gradisce un bacio dal suo Principe Filippo?”
Rispondo affermativamente con un gesto del capo e un grande sorriso. David si protende verso di me cosa che faccio anch'io fino a che le nostre labbra s'incontrano e si amano. David si alza da quella posizione scomoda e prende posto accanto a me sul divano continuando a baciarmi. Quando stacca le sue labbra dalle mie continua a deliziarmi posando teneri baci lungo la mia mascella per poi raggiungere il collo.
“Com'è andata fra tuo padre e Micky?”
“Piuttosto male. Papà a stento l'ha guardato in faccia. Continua a insistere dicendo che gli serve del tempo, ma si vede perfettamente che si vergogna di suo figlio. Michael è scappato da lì a gambe levate!”
“E lo hai lasciato andare via da solo? E se facesse qualche colpo di testa?”
“Tranquilla, stasera usciva con Francesco. E' stato il nostro nuovo direttore del personale ad invitarlo facendo intendere perfettamente che non si trattava di un'uscita tra amici!”
“Veramente? Credi che abbia accettato solo per togliersi dalla testa Cèsar?” Gli domando.
“E' ovvio che lo ha fatto per questo. E non lo biasimo! Prima esce e allarga le sue conoscenze e prima inizia a vivere e potrà dimenticarsi di lui. Tu credi davvero, come dice Michael, che Cèsar celi la sua omossesualità? Che la neghi?”
Mi domanda David. Questa è una domanda che mi sono posta spesso di recente: durante gli anni del liceo Cèsar ci ha sempre presentato le sue conquiste, e tra parentesi erano anche tante e molto belle, ma le cose sono cambiate una volta all'università. Da allora non ci ha più presentato nessuna ragazza.
“Ho sempre conosciuto le ragazze di Cèsar fino a che le cose all'università sono cambiate e non ci ha più presentato nessuna ragazza. Non so cosa dire!”
“O è in astinenza da minimo quattro anni, oppure....” Adduce David, sbattendo le palpebre e accennando un cenno del capo.
“E allora perchè ha trattato tuo fratello in quel modo?”
“Sai cosa penso? Che sia confuso, che sia tra due fuochi... Quando eri a cena con lui e avete incontrato quel tale, Martìn, come ti è sembrato il loro rapporto?”
Mi soffermo qualche secondo per ripensare a quel momento. Infine trovo le parole esatte per descriverlo:
“Freddo, e Cèsar era ovviamente a disagio. E tu come mai hai cambiato musica su Cèsar? Sbaglio o consigliavi a tuo fratello di non perderci dietro tanto tempo?”
“Perché temo che mio fratello possa soffrire. Infondo non c'è nessuna prova tangibile che a Cèsar possano piacere gli uomini! Ma se ci fosse anche una piccolissima possibilità, darei la mia vita per vedere mio fratello felice.”
“Un indizio potrebbe esserci: quel messaggio nella sua segreteria che tuo fratello ha cancellato! Ripensandoci ha qualcosa di sospetto. Diceva sono stato bene con te. Io lascio un messaggio così nella segreteria di una persona che frequento per scopi diversi dall'amicizia!”
David alza un soppraciglio.
“A me non l'hai mai lasciato!”
Io rispondo alla sua affermazione posizionandomi a cavalcioni su di lui e baciandolo.
“Preferisco dimostrarti con le azioni quanto sto bene in tua compagnia!”
“Allora perdonerò questa tua disattenzione.” Risponde, sorridendo in mezzo ai miei baci.
“Ad ogni modo, fino a prova contraria, fanno fede le cose che escono dalla bocca di Cèsar!” Afferma David per esurire l'argomento.
“Fino a prova contraria! E se trovassi la prova contraria?”
“Tipo C.I.A.? Volerai a Madrid?”
“Non è necessario! Mi basterà spostarmi dalla sartoria all'uffico della direzione finanziaria. Sarà la mia migliore amica non che mia neo-cognatina a chiarirci le idee circa le tendenze sessuali di Cèsar!”
“E non pensi che se sapesse qualcosa sarebbe venuta a dircelo?”
“Non se Cèsar le ha chiesto di mentenere il silenzio. Senza offesa per te e per Michael, ma penso che Roberta si senta di più in dovere verso Cèsar visto che fanno parte dello stesso nucleo famigliare.” Gli spiego, sperando che non si offenda!
“Beh.... Sì. Non fa piacere sentirsi catalogati come fratelli di serie B però hai ragione.”
“Non la devi vedere così.....” Gli rispondo, accarezzandogli una guancia. “Se dovesse essere vero ciò che penso credo che a Roberta non abbia fatto piacere tenervi allo scuro! Ma d'altronde con Cèsar ha condiviso le stesse mura fin da bambini.”
“Hai ragione.” Risponde, baciandomi il dorso di una mano. “Fai le indagini che devi. Sono proprio curioso di vederti nei panni di spia! Parlando d'altro, non riuscirai mai ad immaginare con chi mi sono scontrato sulla porta di casa!”
Interviene come se avesse una notizia bomba.
“Con chi?”
“Con qualcuno cui avrai tante cose da dire, quando te LA troverai di fronte. Ti basti sapere che era tutta ansiosa di vedere mia sorella e che era combinata come se dovesse andare ad una serata di gala!”
“No... Non ci credo!” Esclamo, incredula. Perchè cavolo è tornata? Per mettere zizzania ovviamente. Per tampinare mio fratello Diego che è così sereno! Darà disperate testate al muro quando saprà del suo ritorno!
“Proprio lei. La tua ex cognata!”
“L'ingrata, vorrai dire! L'hai più sentita tu? Macchè! Ha chiamato solo per impicciarsi degli affari di mio fratello, stupida io che le ho dato retta! E questo dopo sei anni di amore, baby, tesoso, cognatina... E via dicendo! Ovviamente solo tua sorella poteva sapere del suo ritorno, solo con lei non avrà perduto i contatti....!”
“Sai cosa penso? Che non vorrei mai essere presente la prima volta che l'inconterai!”
“Forse allora dovresti esserci per farti due risate. Già ce la vedo con i suoi Cami, amica mia! Come se la nostra ultima telefonata fosse stata amichevole.”
“Io penso che dovresti risparmiare le tue energie per difendere la tua nuova cognata. Quella ragazza ne avrà bisogno contro una belva come Paola!”
“Hai ragione. Chissà come prenderà la notizia del ritorno di Paola quell'angelo di Isabella!”
“Non credo che si suiciderà... Tuo fratello saprà come rimettere a cuccia la sua ex.” Mi risponde, mentre accarezza i miei capelli cadenti sulla schiena. Ci osserviamo negli occhi. In quelli di David leggo un sentimento sincero, un'amore cui non potrei mai rinunciare. Oggi non potrei più fare a meno di lui! Mi auguro che i miei fratelli abbiano torto su Gulio e che mantenga le sue promesse.
“A cosa pensi?” Mi domanda, continuando ad accarezzare i miei capelli.
“Che sei bellissimo. Che non potrei più fare a meno di te... Sei entrato qui, hai incantato il mio cuore...” Gli dico, portando la sua mano verso la parte sinistra del mio petto. David chiude le mie labbra in un bacio mentre mi prende in braccio e mi accompagna verso la stanza da letto. Come ieri sera, mi adagia lentamente sul materasso e mi monta sopra. Con un gesto fulmineo sono io a ritrovarmi sopra di lui. Mi chino e lo bacio.
“La notte scorsa è stata stupenda lo sai principessa? Anche se speravo in una colazione tranquilla...” Mi confessa, accarezzandomi una guancia.
“Domani mattina spegnamo tutti i cellulari, telefoni e computer così nessuno ci disturberà fino a che non saremo arrivati in azienda.” Propongo per poi catturare le sue labbra in un bacio.
“Perchè non farlo ora?” Ribatte lui. Entrambi spegnamo i nostri smartphone dopo di ché mi chino e stacco la spina del cordless che si trova sul comodino. David mi abbraccia cogliendomi di sorpesa alle spalle e inizia posando le sue labbra sul mio collo.


Roberta
Il viso di Lorenzo è a pochi centimetri dal mio, e vuole baciarmi. Se è uno scherzo è uno scherzo di cattivo gusto! Lo sto reggendo tra le mie braccia e riesco a sentire i suoi bicipiti allentati. Il mio cuore batte fortissimo...
“Non guardarmi con quell'espressione spaventata. Stavo scherzando!”
Afferma. Posso ucciderlo? Posso buttarlo fuori a calci e abbandonarlo a sé stesso? Reprimendo le lacrime cerco di abbozzare un sorrido disinvolto.
“Ah per fortuna, credevo fossi impazzito tutto d'un tratto!”
“Stai tranquilla... Non intendo certo crearti problemi con il tuo avvocato... A proposito siete una bellissima coppia!” Afferma, anzi balbetta, tornando a sedere sul divano.
“E quando ci avresti visti?”
“Prima davanti a quel locale da cui siete usciti...” Risponde, chiudendo gli occhi. Cosa vuol dire questo? Che mi ha spiato e seguito fino a casa?
“Vuol dire che mi hai seguito?”
“Non ti ho seguito, ti ho visto con quel tipo. Cioè sì, dopo ti ho seguito fino a casa!” Confessa.
“Lo sai che è un reato penale?” Scherzo, sedendomi accanto a lui. Chissà quante stupidaggini usciranno dalla sua bocca! Il suo cellulare squilla. Lui lo estrae dai pantaloni e sbuffa quando legge il display quindi scaraventa il cellulare sul tavolino. Buttando l'occhio mi accorgo che si tratta di Silvia.
“Ci sono problemi con lei? E' per questo che stai così?” Gli domando curiosa e, lo ammetto, speranzosa che le cose vadano male.
“No, va tutto a meraviglia! Mai andate meglio!” Risponde. Non capisco se sia ironico o no! Il cellulare squilla ancora.
“Posso sapere perché mi hai seguito fino a casa e ti sei ridotto così?”
“Sono stato ad una festa... Anzi, per la verità mi ci sono trovato per sbaglio. Avevo appuntamento con Gonzalo... Te lo ricordi no Gonzalo?”
“Come dimenticarmelo!” Affermo ironicamente.
“Dicevo... Pensavo che ci fosse solo lui invece ha improvvisato una festicciola per festeggiare un'affare che ha concluso! Lo sai che vuole comprare il nostro stabile di Palm Beach?”
“Lorenzo, vieni al punto per favore! Cosa ci fai in casa mia?”
“Come sei irruenta! Hai qualche impegno per caso? O ti do fastidio?”
“La seconda magari!”
“Lo vedi che sei strana con me ultimamente? Mi tratti male, scappi quando ti parlo... Ascolta. Ciò che ti volevo dire oggi in ascensore è questo.” Esordisce per poi fermarsi qualche istante a pensare.
“Io l'ho capito che ti piaccio. Non me l'aspettavo, sono sincero. Non da te che sei praticamente l'unica amica che ho!”
Certo che sono tua amica. Perché non sono una 90-60-90! Sento che gli occhi mi si stanno riempendo di lacrime e faccio uno sforzo immane per impedire che ciò avvenga.
“Non so dire cosa io abbia fatto per incoraggiare questo sentimento... Però la tua freddezza, il tuo scappare da me, la tua distanza non mi piace! Te ed io siamo sempre stati amici!”
Diavolo! Diavolo! Mi ha praticamente detto per la terza volta che non ci sarà mai nulla tra di noi oltre all'amicizia. Bene, messaggio ricevuto! Non so per quanto riuscirò a resistere senza piangere!
“Lorenzo... Stai vaneggiando, ti rendi conto? Ma quanto hai bevuto?” Riesco a dire prima di alzarmi dal divano. Lorenzo mi trattiene per un braccio e sono costretta a tornare a sedere.
“Lo vedi? Lo vedi che mi eviti, che eviti il discorso! Voglio sapere una volta per tutte se io ti piaccio o se per me provi solo amicizia!” Mi dice a chiare lettere.
“Lorenzo, per me sei solo un amico e mi sembrava che questo lo avevamo già chiarito quando sei venuto a casa mia l'ultima volta. Adesso stai buono qui mentre ti preparo un caffè amaro e dell'acqua e sale!”
“Per carità, che schifo!”
“E invece berrai queste cose senza brontolare.”
“Comunque... Comunque non sono qui solo per questo!”
“Cos'altro c'è?” Gli domando dandogli le spalle mentre riempio la moka con la polvere. E trattengo le lacrime. Non sento che si è alzato e mi prende un colpo quando mi sorprende da dietro e mi abbraccia. Appoggia il mento sulla mia spalla destra avvolgendo la mia vita con le braccia.
“Ti prego, abbiamo bisogno di te!” Mi dice. So perfettamente che si riferisce all'affare! Mi libero dalla sua stretta e mi volto per guardarlo negli occhi.
“Io non sono entrata all'Ecomoda per fare certi affari!”
“E pensi che noi sì? Ma dobbiamo farlo. Se abbiamo quest'opportunità la dobbiamo cogliere! Ti prego, ti prego... ti prego...” Mi implora, posando le sue labbra sulla mia fronte. Non so per quanto riuscirò a sopportare questo supplizio.


Isabella
La TV è accesa ma la verità è che non sto ascoltando neanche mezza parola. Controllo in continuazione l'ora sul display del mio cellulare domandandomi dove sia finito Diego e perché stia tardando. Apro la nostra conversazione su whastapp. Accanto all'ultimo messaggio che gli ho mandato c'è solo un tic ciò significa che non gli è neanche arrivato, che palle. Sbuffo e ripongo il cellulare sul tavolino quando sento bussare alla porta. Il mio viso s'illumina e si stende in un grosso sorriso. Aprendo la porta, lo trovo di fronte a me in tenuta sportiva e con una borsa.
“Credevo non venissi più.” Mi scappa, dando voce ai miei pensieri.
“Perchè mai hai fatto un pensiero simile? Vieni qui.” Dopo aver posato a terra la borsa, mi stringe a sé per poi baciarmi con trasporto. Poso le mie mani sulle sua guance avvertendo una pelle liscia. Lo guardo ammirando il suo viso privo di barba. E' sempre stupendo! Il cuore mi batte forte, come ogni volta che lo guardo.
“Che c'è?” Mi domanda con un luminoso sorriso. “Non ti piaccio?” Aggiunge poi, girando il viso prima a destra e poi a sinistra.
“Come potresti non piacermi? Sei bellissimo...” Farfuglio, stregata da lui. Avvicinandosi dolcemente a me posa dei baci agli angoli della mia bocca.
“Sono in un buona compagnia allora.” Mi sussurra prima di stringermi tra le sue braccia. Non so per quanto tempo riuscirò a tenere per me questi sentimenti che mi scoppiano dentro! Il mio cuore fa un rumore tale che non mi sorprenderei se Diego dovesse sentirlo dall'esterno.
“Perchè hai pensato che non venissi più?” Mi domanda, tornando a guardarmi negli occhi.
“Vista l'ora...” Rispondo, adocchiando la borsa che ha portato.
“Sono passato da casa per farmi una doccia e ho portato il cambio per domani. In questo modo signorina non dovremo fare i salti mortali domani mattina e magari potrò vezzeggiarti ancora un po' tra le lenzuola...”
Il mio viso si tira in un timido sorriso. Che stupida sono stata a pensare che non sarebbe venuto! A cosa pensavo? Diego si stacca da me ma non prima di avermi baciato di nuovo e di aver sfiorato il mio naso con il suo.
“Ti dispiace se metto sotto carica il mio cellulare? E' morto.”
“Nessun problema, fai pure.” Gli rispondo. Lui posa la borsa su una sedia e fruga dentro di essa per poi estrarre il caricabatteria.
“A casa Valencia com'è andata?” Domando con il cuore in gola. Non posso evitare di pensare a quella volta in cui l'ho sentito gemere sopra di lei... O sotto, dietro... Chissà in che posizione erano! Abbasso lo sguardo quando mi lascio trasportare da quel ricordo.
“E' andata che gliene ho dette di tutti i colori, non le ho dato il tempo di parlare! L'unica cosa che ha detto è stata una stupidaggine del tipo che sbaglio a prendermela tanto visto che la notizia non è uscita! Quella lì è una pazza!”
“E questo è tutto?” Gli domando. Diego lascia perdere il borsone per voltarsi verso di me.
“E questo è tutto. Cos'altro dovrebbe essere successo?” Mi domanda con uno sguardo quasi di rimprovero. Io scuoto la testa. Non posso farmi prendere da tanti dubbi... So perfettamente che Diego non vuole più sapere nulla di Giulia! Di lei e delle altre. Diego accoglie le mie guance tra le sue mani: muove il mio viso costringendomi a guardarlo negli occhi.
“Guardami. Tu sei l'unica con cui io voglio stare. Sei l'unica che... che io desidero, che io voglio baciare e guardare. L'unica.” Mi rincuora, accarezzandomi il viso con i pollici.
“Mi dispiace che tu debba sempre ripetermi le stesse cose.”
“A me no. Lo ripeterò tutte le volte che sarà necessario!” Mi risponde, portando verso di sé il mio viso per catturare le mie labbra. Strofina ancora il suo naso contro il mio. Non immaginavo che sotto il vestito firmato, sotto la pelle di uno dei partiti più desiderati dalle donne della città, sotto la scorza di capo intransigente ci fosse tanta dolcezza. In uno slancio gli allaccio le mani al collo e lo bacio con passione. So di sorprenderlo, perché di solito non prendo queste iniziative specie con lui con cui sto insieme da pochi giorni. Diego mi stringe a sé accarezzando la mia schiena mentre mi ritrovo schiacciata contro il muro. Sposta le sue mani, attraversando tutto il mio corpo, sul collo. Accarezza la mia pelle scendendo lungo il mio petto dove il cuore palpita. Il mio corpo mi invia segnali difficili da equivocare e ne ho la prova quando sento fremere il mio basso ventre. Di colpo lui si blocca.
“Che... che cosa c'è?” Gli domando, affannando.
“Ti devo dire una cosa.” Esordisce. Questa frase mi preoccupa e non poco specie per la sua espressione seria! “Forse è meglio che ti siedi, non ti piacerà ciò che sto per dirti.” Mi consiglia. Seguo il suo consiglio e mi metto comoda sul divano. Lui si siede di fronte a me sul tavolino e afferra le mie mani, come Domenica sera quando ci siamo scambiati il nostro primo bacio.
“Allora, cosa succede? E' così grave?” Gli domando, vedendo che indugia.
“A casa Valencia ho fatto un incontro che non mi aspettavo.”
“Piacevole o no?”
“Decisamente no. E' tornata Paola.”
Questa notizia è piacevole quanto un pugno nello stomaco. Non mi serve uno specchio per sapere che sono sbiancata!
“E... E vi siete parlati?” Sussurro. Lui annuisce con il capo.
“Sì, abbiamo scambiato poche parole mentre ero in auto pronto per andarmene. Lei mi ha ricordato che siamo stati insieme tanto tempo e ha detto di volere con me un confronto. Io l'ho subito informata della nostra relazione anche se immagino lo avesse già saputo! Lei a quel punto ha tirato fuori la sua ipotesi cretina che per me tu sei un capriccio, un fuoco di paglia e a quel punto le ho intimato di lasciarci in pace!”
Mi racconta. Non mi aspettavo il suo ritorno! E' ovviamente tornata per riprendersi Diego, per tentare di farlo almeno.
“E' ovvio che lei spera di poterti riconquistare...” Adduco, abbassando lo sguardo. Diego posa due dita sul mio mento per sollevarmi il capo.
“Ciò che spera o non spera è un suo problema.” Mi ricorda, protendendosi verso di me per posare un dolce bacio sulle mie labbra. “L'unica cosa che possiamo fare è restare uniti. Impedire a Paola di farci del male e di dividerci!”
“Non ci riuscirà.” Affermo, sotto voce.
“Cosa, non ho sentito bene signorina! Più forte e più decisa!” Mi ordina, protendendo l'orecchio verso di me. Io mi metto a ridere. Un sorriso che spunta solo quando sto accanto a lui!
“Paola non riuscirà a mettersi fra noi.” Ripeto con più sicurezza. Diego mi travolge in un bacio mozzafiato. Siede sul divano accanto a me, fino a che non finisco distesa con lui sopra di me.


Diego
Giuro che il primo o la prima che ci da fastidio lo/la infilo vivo o viva in una bara per poi sotterrarlo/a sotto 20m di terra! Mi ci siedo anche sopra sfogandomi in una risata tipo cattiva delle favole. Paola, Massimiliano, Giulia... Guai a loro se proveranno ad intaccare la nostra serenità! Le insicurezze della mia piccolina sono sempre lì pronte per emergere ad ogni difficoltà. Che io possa preferire un'altra a lei è un'idea assurda! Non riesco a fare a meno di lei neanche nelle ore lavorative, come potrei lasciarla? Le sue incertezze non mi danno fastidio. Non ho problemi a ripeterle fino allo sfinimento che non la lascerò mai se questo la fa stare meglio. Le sue incertezze sono sintomo della sua gelosia e sono le stesse cose che provo anch'io pur mostrandole in modo diverso ovvero con più aggressività.
Assaporo le sue labbra lentamente mentre accarezzo il suo ventre coperto dalla canottiera di cotone che indossa. Poco fa sono riuscito a fermarmi, con molta forza di volontà. Ma so di desiderarla come non ho mai desiderato nessun'altra donna. Ho voglia di assaggiare ogni centimetro del suo corpo, di accarezzare tutti i suoi sensi, ho voglia di farla mia. In qualche settimana questa ragazza ha preso il mio cuore, il mio cervello e tutti e 5 i miei sensi facendoli suoi. E lo ha fatto semplicemente con i suoi timidi sguardi, con la sua soffice voce, con il suo viso d'angelo. Non so è possibile innamorarsi in così poco tempo o se sono io che sto correndo troppo. Però matto non ci sono ancora e sono in grado di capire ascoltare me stesso: sono certo di non avere mai provato prima certe sensazioni.
Avvertiamo il suono del cellulare di Isabella. Non è possibile! Ci guardiamo per poi scoppiare a ridere.
“Non si era detto di spegnere i cellulari quando stiamo insieme?” Commento, prima di spostarmi così che lei possa raggiungere il suo cellulare. Intuisco che sta parlando con Silvia. La conversazione dura una manciata di minuti.


Silvia
Lorenzo non risponde ancora. Esaperata tiro un respiro profondo prima di chiudere la chiamata. Ma dove si è cacciato? Sono stanca di aspettare! Ieri sera mi porta dei fiori, professa gelosia, mi presenta ai suoi e oggi mi dà buca. Ma che razza di comportamento è verso la tua ragazza? Spero abbia una spiegazione! Estraggo di nuovo il cellulare e provo a chiamare Isabella.
"Ciao tesoro, ti disturbo?" Le domando.
"No, cosa succede? Sei con Lorenzo?"
"No, sono sotto casa sua ma lui non si è ancora visto. Non è che Diego sa qualcosa?"
Le domando.
"Provo a chiedere e ti richiamo, va bene?"
"Va bene. Io comunque adesso torno a casa, non ha senso che io stia qui a congelarmi. Ma dove può essere finito?"
"Io non ne ho la più pallida idea... Adesso parlo con Diego, anche di quella cosa lì e ti richiamo. Va bene?"
"Va bene. Fammi sapere!" Le dico per poi concludere la chiamata. Ma che fine ha fatto?

 

Diego
“Tuo fratello è scomparso.” Annuncia. Io la guardo con interrogazione. “Era Silvia. Aveva appuntamento con tuo fratello sotto il suo palazzo circa mezz'ora fa ma non si è ancora visto.” Mi spiega. Questo mi fa venire in mente che quel disgraziato insieme a Roberta sono scappati dall'azienda lasciandomi lì ad aspettare come un allocco, senza dirmi se l'affare si farà o non so farà! Se non era per Wilson che mi ha riferito di averli visti mentre abbandonavano l'azienda, ora sarei ancora lì! Abbandono la testa all'indietro sospirando.
“Devo occuparmi di un problema.”
“Quale problema?”
“Anch'io sto cercando Lorenzo, e anche Roberta! Quando se ne sono andati tutti, ci siamo riuniti per decidere cosa fare con il contrabbandiere. Quell'idiota di mio fratello oggi ha litigato con Roberta, poi stasera ha alzato la voce con il risultato che lei si è rifiutata di collaborare. Quando è scappata via Lorenzo le è corso dietro per scusarsi e non li ho più visti.” Le spiego. Isabella prende posto accanto a me e mi sembra pensierosa.
“Posso chiedertela una cosa?” Mi domanda.
“Stavo proprio per chiederti a cosa pensi.”
“E' una sciocchezza... Per lo meno a me sembra una sciocchezza. Però ho promesso a Silvia che te lo avrei chiesto. A patto che tu tenga per te ciò che sto per dirti!”
“Te lo prometto.” Le giuro, stampandole un bacio sulle labbra.
“Silvia è convinta che a Roberta Mora piaccia tuo fratello...” Mi confessa. Io la osservo stupita.
“E quest'idea da dove nasce?”
“Dice che ieri sera lei non gli staccava gli occhi di dosso.”
“Personalmente ero distratto da altro ieri sera...” Le rispondo a pochi centimetri dal suo volto. Lei sorride. “Comunque non l'ho notato.”
“Io ho detto a Silvia che è un'idea assurda... Tra l'altro i due non si parlano neanche se non per lavoro.”
“Beh per la verità di questo mi sono stupito anch'io che quei due non si parlino spesso ultimamente. Tu non lo sai ma sono sempre stati come pane e burro! Comunque dì pure alla tua amica che non c'è niente tra di loro, te lo assicuro.”
Certo, c'è l'episodio del golf club!
“La tua espressione tradisce le tue parole, lo sai?” Mi fa notare.
“Per la verità c'è un episodio. Ma è una cavolata... Risale a Domenica, alla festa c'è stata al club. Roberta era ubriaca e ha provato a baciarlo. Ma come ti ho detto era ubriaca, i due non si piacciono, sarebbe assurdo! E se sei in pena anche per tuo cugino ti assicuro che Roberta è presa da lui.”
“Grazie per il racconto dettagliato.” Mi risponde, mentre provo a chiamare Lorenzo. Non risponde nessuno!
“Niente, squilla a vuoto.”
“Non c'è un amico che puoi chiamare? Silvia ha detto che aveva un impegno stasera.”
“Ci sarebbe Gonzalo Torres, so che hanno ripreso a frequentarsi. Gli mando un messaggio.”
Velocemente digito sulla tastiera il messaggio da destinare a Gonzalo dopo di chè premo invio.
“A proposito delle cose che ti ho raccontato sugli affari che stiamo facendo... Io non so cosa Lorenzo abbia raccontato a Silvia...”
“Non te lo so dire nemmeno io, non abbiamo mai toccato l'argomento. Ed io non lo affronterò. Ti ho promesso di non dire niente!” Mi anticipa. Io le sorrido prima di baciarla.
Mi arriva un messaggio di Gonzalo e dai numerosi errori di ortografia capisco che è sbronzo! Non è cambiato per niente! Lui scrive che ha lasciato Lorenzo fuori dal Kamikaze alle undici circa. Mentre invio il messaggio di risposta a Gonzalo mi arriva una chiamata da Roberta. Chissà che mi porti buone notizie!
Isabella sta aggiornando Silvia mentre io rispondo alla chiamata di Roberta.


Roberta
"Ti prego solo di una cosa...Non dire a Diego che mi sono sbronzato la sera prima della partenza per concludere l'affare. E' stato difficile convincerlo e non vorrei che cambiasse idea!" Mi chiede Lorenzo, mentre sto per chiamare Diego. Io sospiro guardandolo con rimprovero.
"Quando hai finito di guardarmi così e di fare la mestrina potresti chiamarlo per dirgli che l'affare sì fà?"
"Sì, adesso lo chiamo. A patto che tu beva questi e che fili in bagno!" Gli ordino, indicandogli il bicchiere di acqua e sale e la tazza di caffè. Ho un sonno della madonna, vorrei solo andare a letto e invece mi ritorvo a soccorere Lorenzo in una delle sue sbronze!
Diego risponde subito e sembra arrabbiato.
"Insomma, ma dov'eri finita? Perchè siete scappati via?" Mi domanda come prima cosa.
"Hai ragione Diego, perdonami. Eravamo in un ritardo mostruoso ed entrambi siamo corsi via."
"Ho capito ma potevate almeno messaggiarmi! Senti, sai dov'è finito Lorenzo?" Mi domanda.
"Hmh, no. Perchè dovrei saperlo?"
"Magari lo avevi sentito. Non risponde al cellulare, a casa non c'è, Gonzalo non sa niente e la sua ragazza lo ha aspettato sotto casa sua invano."
Bene, che bel quadretto disastroso!
"Io non lo so. Ti ho chiamato per parlare di quella faccenda lì."
"E...?" Domanda. Sono certa che stia trattenendo il fiato!
"Va bene, vi aiuterò." Annuncio. Con gli occhi della mente posso vedere il suo torace rilassarsi.
"Bene, va bene. Allora Lorenzo ha, anzi avrebbe il volo domani mattina alle dieci. Ma se non so che fine ha fatto siamo messi male!"
"Riprovate a chiamarlo... Magari si è addormentato."
Gli dico. Afferro il suo cellulare e apro la chat con Silvia per mandarle un messaggio dove racconto di aver bevuto un po' troppo, di avere un cerchio alla testa perciò di volermi riposare in previsione del viaggio. Do per scontato che lei sappia del viaggio! Infondo Lorenzo mi ha chiesto di non dire a Diego della sbronza non ad altri! E poi domani mattina neanche si ricorderà della richiesta che mi ha fatto! Magari Silvia se la prenderà ma sono certa che Lorenzo mi ringrazierà per aver messo una pezza con la sua ragazza! Meglio questo piuttosto che Lorenzo rimanga classificato come scomparso fino a domani!
"Allora riproveremo. Dunque, ti stavo dicendo... Il volo è alle dieci. Prima dovreste passare in banca per prelevare dei contanti." Mi spiega. Ah sì, sarà uno spasso convincerlo ad alzarsi domani mattina!
"Hm. E come dovrei giustificare quest'uscita di denaro?"
"Con la verità. Che servono per pagare i fornitori!"
"Va bene. Diego spero che fili tutto liscio. Vi avviso, se qualcosa andrà male io mi accollerò le mie responsabilità ma mi dimetterò. Prima di essere cacciata!"
"Per favore non dirlo neanche per scherzo! Spera e prega che nessuno lo sappia mai. Passa una buona notte."
"Anche a te, ciao." Concludo, chiudendo la comunicazione. Il cellulare di Lorenzo avvisa dell'arrivo di un messaggio. E' la risposta di Silvia, a tratti si rivale in pena per lui e ci sono poche parole di rimprovero.
"Era il mio cellulare? Un messaggio?" Domanda Lorenzo, tornando barcollante dal bagno.
"Hai rimesso?" Gli domando. Lui annuisce con il capo.
"Ti senti meglio?"
"Un po'. Mi gira tutto lo sai?" Afferma, portandosi una mano alla fronte.
"Lo so. Adesso dovresti metterti a letto visto che domani ti aspetta une levataccia per non parlare del viaggio e del resto!"
"Diego cos'ha detto?"
"Mi ha riassunto ciò che dovremo fare domani mattina. Quindi adesso fila a letto, puoi usare la stanza degli ospiti." Gli dico, indicando la seconda stanza presente, oltre alla mia, che utilizza Olga quando viene a trovarmi. Lorenzo fatica ad alzarsi dal divano perciò gli do una mano. Giro il suo braccio attorno al mio collo, il mio braccio dietro la sua schiena e con la mano destra cerco di tenerlo dritto mentre avanziamo verso la stanza da letto.
Stasera Leon ed io ci siamo baciati e mi è piaciuto. Quando sto con lui mi dimentico dell'amore non corrisposto che vivo, e mi sento desiderata. Ma so perfettamente che nel mio cuore c'è un altro uomo.
Lorenzo siede sul letto per poi buttarcisi sopra a peso morto. A fatica riesco a metterlo sotto alle coperte.
"Buonanotte Lore." Sussurro, senza ottenere risposta. Lui dorme già come un sasso. Mi avvio verso la porta, spengo la luce e mi soffermo per qualche istante a guardarlo prima di richiudere la porta. Finalmente le lacrime escono allo scoperto. Alzo gli occhi al cielo sospirando.


Michael
La serata che è cominciata in un locale sta finendo su di una panchina sotto casa di Francesco. Mi rendo conto di essere stato un cretino con Santiago per colpa delle insensate teorie di mia sorella! Ma perchè le ho dato retta?! Santiago non c'entra niente vale a dire che quel giornalista si trovava lì per puro causo. Che diamine! Prendo il cellulare quindi riguardo il video che mi ha passato Santiago via Bluetooth.
 
Sono Samuel Martinelli. Noi non ci conosciamo personalmente signor Valencia ma le voglio dire che contro di lei non ho nulla di personale, il mio lavoro consiste nel cogliere le occasioni per pubblicare succulente notizie, non la prenda a male. Le assicuro che il signor Selvador, che ora si trova di fronte a me, non c'entra niente con questa storia: lui non sapeva che fossi lì. Buona giornata.

"Lo riascolterai ancora tante volte immagino."
"Ho invitato a casa sua una spedizione per giustiziarlo. Mi sento un tantino in colpa!"
"Lui ti ha perdonato no? Ha accettato le tue scuse."
"Almeno quello. Ma avrei fatto meglio a parlare personalmente con lui. Quello che è certo è che non darò più retta a mia sorella! Avevi ragione tu quando hai suggerito che il giornalista si trovava li per caso."
"Era un'ipotesi da non scartare."
"Già." Rispondo, abbozzando un sorriso. La mia vita sentimentale è un totale disastro per non parlare di quella famigliare. L'uomo che tengo nel mio cuore si trova oltreoceano, non pensa a me e mi sono bruciato l'opportunità di uscire con qualcuno d'interessante quando ho accusato ingiustamente Santiago. Volto lo sguardo alla mia sinistra dove siede Francesco e lo osservo. Lui avverte il mio gesto e ricambia lo sguardo. Non posso dire che sia brutto perchè non lo è, posso dire che fisicamente è diverso dai ragzzi che mi hanno attratto fino ad ora. Sono io ad interrompere quello sguardo.
"Sono state assurde queste ultime settimane. A cominciare dalla quasi separazione dei miei...." Rifletto ad alta voce.
"Non sapevo che i tuoi si fossero separati."
"Non è successo, stava per. Mia madre ci ha ripensato quando mio fratello Giulio ha avuto un'incidente d'auto."
"Decisamente non vi siete annoiati di recente!" Commenta.
"No." Rispondo, abbozzando un sorriso. "E di cose ne sono successe altre."
"Se cerchi una spalla fammi un fischio. O uno squillo, che è più facile!" Mi ricorda. Io annuisco con il capo.
"Adesso sarà meglio andare a nanna se vogliamo arrivare in orario al lavoro domani." Afferma alzandosi. Mi alzo dietro di lui.
"Passa una buonanotte." Mi augura. Dopo avermi dato una pacca sulla spalla posa un piede sull'asfalto dirigendosi verso casa sua.
"Anche tu, a domani." Rispondo. Probabilmente non è stato il miglior appuntamento della sua vita, visto che ha passato il tempo con me e i miei mille pensieri. Vorrei tanto che la mia mente si sgomberasse con uno schiocco di dita.

 

Patrizia
Bene, la vagligia per il week end è completata! L'appoggio in un angolo della stanza dopo di ché poso sul letto un'altra valigia vuota, quella che mi servirà per accompagnare mia figlia a Buenos Aires. Non faccio che pensare al week end che mi aspetta. Saranno degli anni che Daniele ed io non facciamo un bel viaggio! Sono solo due giorni, ma sarnano intensi e utili per riavvicinarci sempre di più. Le ultime due settimane sono state travolgenti e cruciali, sia nelle crisi che nei momenti positivi. In queste due settimane il mio matrimonio è ritornato sui giusti binari e spero sia l'ultima volta che deragli.
"Patrizia, a cosa ti serve la seconda vailgia?" Mi domanda Daniele dopo aver completato il suo trolley.
"Per Buons Aires. Lo preparo ora così non dovrò fare i salti mortali Domenica sera quando rientreremo!"
"Giusto. Spero che Giulia venga presa per quella serie TV almeno troverà qualcos'altro da fare che non sia cospirare."
"Dai Daniele. Hai promesso di non sollevare più la questione con lei! In ogni caso la sua condotta preoccupa anche me. Hai visto poco fa come sorrideva a quella poveretta di Paola?"
"Quella ragazza sarà anche più viziata di nostra figlia, ma dovrebbe sapere che la sua migliore amica sel'è fatta con il suo ex quando stavano ancora insieme!"
"Daniele, ti ricordo che stai parlando di tua figlia!" Lo ammonisco.
"Credi che mi faccia piacere ricrordare che mia figlia è stata con il figlio di quel cretino di Armando?"
"Sei una lagna Daniele." Lo ammonuisco, alzando gli occhi al cielo. "In ogni caso non spetta a noi andare da Paola a dirle la verità. Non c'impicciamo che abbiamo già la nostra buona dose di problemi da risolvere."
"Hai ragione." Mi risponde, abbracciandomi da dietro per posarmi un bacio sulla guancia. "Cosa dici di darci da fare per risolvere questi problemi?" Propone, con tono lussurioso.


Diego
"Ma guarda te quella zucca svuotata!" Mi lamento, mentre sono immerso nel letto con la mia piccola. Mando un messaggio a Roberta dicendole che Lorenzo ha avuto la brillante idea di sbronzarsi e che quindi domani mattina dovrà andare a casa sua con le vuvuzelas per svegliarlo! Ora spero che la mia giornata sia terminata! Appoggio il cellulare sul comodino per poi sollevare il braccio sinistro: questo gesto è un invito per lei che viene colto quando Isabella appoggia la sua testa al mio petto.
"Tuo fratello vive sempre così?" Mi domanda.
"Se si può definire vita. Ti giuro che me la paga! Lo dico anche per la tua amica, quella poveretta lo ha aspettato al freddo per tanto di quel tempo!"
"Se tu mi facessi una cosa simile penserei che di me non t'importa nulla."
"Io ti farei salire e stare al mio fianco per soccorrermi viste le condizioni in cui verso dopo una sana bevuta."
"Diego, ti avviso che non risponderò di me se dovessi scroprire che tuo fratello si sta prendendo gioco di Silvia."
"Non ti ci vedo arrabbiata... Anche se sarei curioso di vederti in quella veste!"
"Silvia è la sorella che non ho mai avuto."
"Questo me ne sono reso conto." Le dico, baciandole la testa. Noto che Isabella ha chiuso gli occhi e anche le mie palpebre stanno cadendo. Spero che non tutte le serate saranno come questa. Ho bisogno di passare una serata romantica e tranquilla con lei: prima di prendere sonno decido di organizzare qualcosa per domani oppure per Sabato!

 

Cèsar
Alle 06.30 usciamo stanchi ma contenti dalla discoteca. Questa notte Martìn mi ha presentato diversi suoi amici che ha conosciuto durante il suo soggiorno in Spagna, alcuni mi sono sembrati più che amici. Non ho provato gelosia. Da quando ho letto quell'articolo su Michael e visto la foto con quel tipo, è successo qualcosa dentro di me. In poche parole queste sensazioni si chiamano nostalgia, gelosia, pentimento, confusione. Dovrei mollare il progetto del videogioco per correre il Colombia? Dovrei chiamarlo via skype per spiegargli cosa mi è successo per poi sperare che capisca che non posso piantare in asso Martìn come socio? Chi mai capirebbe una cosa simile?
Martìn mi arriva alle spalle e mi posa il suo braccio sinistro sulla mia spalla sinistra.
"Allora, adesso mi sei un po' più rilassato? Negli ultimi giorni mi sei sembrato una mummia."
"Sì, ci voleva una serata fuori." Mi azzardo a dire. Martìn cattura le mie labbra in un bacio improvviso che mi lascia di stucco.
"Visto che tu scappi, prendo io l'iniziativa stavolta." Mi dice per poi distrarsi per rispondere al suo cellulare (che non fa altro che squillare). Dalla sua faccia capisco che si tratta sempre della stessa persona con cui non vuole parlare.
"Perdonami. Devo rispondere, sperando che poi non chiami più."
Era ora, penso tra me e me. Ma mi limito a dire:
"Fai con comodo."
Martìn svolta l'angolo per rispondere. Io mi appoggio alla parete e mi accendo una sigaretta. Il mio orecchio riesce a captare qualche parola:
"...Ti rendi conto che non puoi tempestarmi di chiamate? Sto lavorando.... Quello che dovevamo dirci ce lo siamo detto prima della mia partenza e tu eri d'accordo!... Per me invece vale quello che ti ho detto.... Ma cosa ti viene in mente? Sto lavorando!... Si vabbbè. Ciao!"
Dal tono e dalle parole della telefonata non mi sembra uno scambio di battute tra debitore e creditore. Prima che lui faccia ritorno è il mio cellulare a vibrare perciò mi allontano per rispondere a mia sorella Roberta.
"Sorellona, ciao. Non dormi? Se non sbaglio lì dovrebbe essere notte."
"E' circa mezza notte e mezzo. E no, non dormo. Lorenzo sta dormendo nella stanza di Olga." Mi racconta.
"E... Perchè dorme a casa tua?" Le domando.
"E' arrivato qui completamente sbronzo, ha anche vomitato."
"E la cara Roberta Mora è pronta ad accoglierlo e aiutarlo sempre!"
"Ti prego, non mi giudicare. Quello riesco a farlo benissimo da sola! Mi ha detto per l'ennesima volta per tra di noi ci sarà mai nulla oltre all'amicizia."
"Questo lo sapevi già."
"Evidentemente avevo bisogno di sentirmelo dire per la terza volta. Non c'è due senza tre, il numero perfetto!"
"Smettila con le battute che stai male da morire." Le faccio notare. Non mi serve essere lì accanto a lei, anche se lo vorrei tanto, per sapere che sta singhiozzando.
"E non piangere o vuoi che ti senta?"
"No, certo che no. Adesso smetto. Leon ed io ci siamo baciati sai?"
"Leon quello che ti ha gentilmente prestato il suo letto mezz'ora dopo averlo conosciuto?"
"Proprio lui. L'emerito estraneo."
"E non ti è piaciuto? Fa così schifo che piangi?"
Avverto una sua risata strozzata attraverso il telefono.
"Mi è piaciuto, eccome. Con lui è tutto così strano... E come se mi dimenticassi di chi sono, mi sento una donna apprezzata, desiderata, corteggiata. Ero felice come una pasqua fino a che non sono tornata a casa e Lorenzo mi è caduto in braccio. Prima si avvicina quasi come se volesse baciarmi, poi mi prende in giro, poi dice di avermi spiato mentre ero con Leon e seguito fino a casa, poi mi dice che non ci sarà mai nulla tra di noi e infine mi abbraccia."
"Sono sono i vaneggiamenti e i cambi di rotta di un ubriaco. E comunque che tra di voi c'è solo amicizia te l'ha detto anche da sobrio, no?"
"Già."
"La mia opinione serve che te la dica o la conosci? Lo so che adesso il cuore t'indirizza verso Lorenzo, ma razionalmente ne vale la pena? Lorenzo viene in cerca di te quando ha bisogno, come stasera. Non lo dico per cattiveria nei suoi confronti ma ammetterai che sei sempre stata disponibile con lui? Appena chiama tu corri. Lui questo lo sa. Altrimenti stasera sarebbe andato da Diego, da un altro amico o magari dalla sua ragazza, che magari non sarebbe stata tanto contenta di vederlo ridotto così!"
"Sei stato abbastanza esaustivo fratellino."
"Era questo il mio scopo!"
"Sei un'ottimo oratore. E tu? Come te la passi?"
"Direi piuttosto bene."
"Come te la passi?" Mi ripete, ignorando la mia bugia di prima.
"Insomma. Non faccio che pensare a quello che ho letto su Michael....Lui come sta?"
"Quando l'ho visto in azienda era a terra, su un altro pianeta. Credo che stasera sia passato da casa sua... Non so cosa sia successo, come ti ho raccontato questa sera ho avuto il mio da fare!"
"Mi fai avere notizie?"
"Va bene."
"Non hai detto a nessuno vero di.... di me?"
"No, a nessuno e non lo farò. Piuttosto tu intendi sempre fermarti là anche adesso che è chiaro come il sole che Micahel non ti passa davanti come un fantasma?"
"Sì, no, forse, non lo so..."
"Adesso sei stato meno esaustivo."
"Io non so cosa fare!"
"Come sarebbe che non sai cosa fare? Se ci tieni e lui metti le chiappe su un aereo e che il tuo amico se lo infili dove sa quel gioco!"
"Non la trovi un po' pessima come battuta?" Le faccio notare. Ridiamo entrambi.
"Facciamo che adesso vai a letto, lo stesso faccio io, e ne riparliamo?" Propongo.
"Come vuoi. Io vorrei tanto che tornassi! Buona notte."
"Anche a te sorellona. Ciao." La saluto, chiudendo la chiamata.
"A proposito di cosa non sai cosa fare?" Mi domanda Martìn arrivando alle mie spalle. Ha ascoltato la mie telefonata?
"Stavi origliando?" Gli domando accigliato.
"No, ti stavo cercando e ho sentito. Ci sono problemi?"
"Sì... In effetti... Ci sono alcuni problemi a Bogotà." Gli dico.
"In Ecomoda?"
"Anche."
"Ma non avevano assunto un sostituto?" Obietta. Io faccio scena muta. "Stai pensando di andartene?" Mi domanda, avvicinandosi sempre di più a me.
"Non ho deciso."
"Pensi di poter prendere degli impegni e poi tagliare la corda così? Io non posso finire quei codici da solo. Il progetto era comune!"
"Hai ragione a parlare così..."
"Non mi sembra un comportamento degno di te, tutto qui. E' vero che non hai firmato niente ma in alcune occasioni la parola data è importante e credevo che tu la pensassi così." Afferma voltandomi la schiena. Io mi passo le mani sulla nuca. Che faccio?

 

Lorenzo
"Che cazzo ho fatto ieri sera?" Mi domando, coprendomi gli occhi con le mani. Anche se le tapparelle sono abbassate quella poca luce che entra mi dà alla testa. L'ultimo ricordo che ho è di me che entro al Kamikaze e saluto Gonzalo. Ricordo il suo discorso sul nuovo affare: mi ha detto di essere alla ricerca di uno stabile a Miami e gli ho proposto i nostri immobili commerciali ormai in disuso, a Palm Beach. E poi kaputt!
"Lorenzo?" Sento pronucniare il mio nome mentre la porta si apre. Mi rendo conto di non essere a casa mia. Mi tiro a sedere sul letto continuando a massaggiarmi la faccia.
"Buon giorno, ti ho portato il caffè." Afferma Roberta posando una tazza rossa sul comodino.
"Sono un po' confuso." Affermo, afferrando la tazza.
"Probabilmente dedurrai che sei arrivato qui con le tue gambe, anzi con la tua auto. Per quanto imprudente sia stato!"
"Non ricordo un cazzo di ieri sera. Mai presa una sbronza così!"
"Sarò lieta di farti un resoconto dettagliato se vieni di là a mangiare qualcosa. Francamente stai perdendo troppo tempo considerando che devi ancora passare da casa tua per fare la valigia, farti una doccia e dobbiamo ancora passare in banca!"
Ci metto un po' a connettere tutte le cose che ha detto!
"Cavolo, devo andare a Città del Messico. Significa che hai accettato?" Le domando.
"Sei proprio messo male se non ricordi neanche questo!"
Ci dirigiamo cucina dove ha allestito la tavola per la colazione.
"Niente cibo per favore!" Mi lamento.
"Almeno mangia del pane tostato a basta. Hai bisogno di sciugare lo stomaco da tutte quelle schifezze!"
"Cos'è successo ieri sera?" Le domando. "L'ultima cosa che ricordo di te è di quando sei scappata via dall'azienda!"
"Diciamo che ieri ti sei dato al pedinamento. Sei venuto qui per continuare il discorso che avevamo iniziato in ascensore." Mi spiega. Io assumo un'espressione di sospresa perchè mi rendo conto che sta per dirmi perchè mi evita!
"E abbiamo chiarito?"
"Abbiamo chiarito tutto. Ti ho ripetuto che per me sei solo un amico, io per te sono solo un'amica perciò non c'è niente per cui tu debba angustiarti."
"Ah." Commento. Finalmente so come stanno le cose, anche se mi piacerebbe ricordarmi di questo confronto!
"Non ricordi proprio niente?"
"Niente di niente. I miei ricordi s'interrompono subito dopo aver stretto un accordo verbale con Gonzalo, sempre che lui se lo ricordi, che prevede che lui compri i nostri stabili di Palm Beach."
"Allore è bene che tu sappia un paio di cose. Ieri sera ho parlato con Diego e mi ha riferito che Silvia ti ha aspettato sotto casa tua invano."
"Cazzo." Commento, ravvivandomi i capelli. Questa svista non ci voleva! Sarà come minimo incavolata!
"Cosa diavolo le racconto?"
"Il tuo cellulare non faceva che squillare in più Diego e Silvia erano tutti in pena visto che eri scomparso. Spero non ti arrabbierai se ho mandato un messaggio alla tua ragazza dal tuo cellulare... Ho scritto delle scuse di classe diecendo che ti eri addormentato dopo aver bevuto troppo." Mi racconta. Io afferro il cellulare e vado in cerca della conversazione per leggere ciò che ha scritto. Devo dire che ci sa fare con le recite!
"Hai fatto bene. Posso ripeterti che sei un'ottima commediante?"
Ribadisco. Roberta abbozza un sorriso.
"Come se fosse la prima volta che invento balle colossali per coprire le tue bravate. Con la differenza che adesso al posto di raccontarle ai tuoi le racconto alla tua ragazza e a Diego!"
"Hai ragione, nessuno mi ha aiutato più di te in certi casi! Tu mi sei sempra stata accanto quando ho avuto bisogno." Pronuncio questa frase d'isinto. Osservo Roberta la quale abbassa lo sguardo.
"Ora che mi ci fai pensare, è vero." Risponde, alzandosi per depositare la sua tazza nel lavandino. Lo stomaco mi si sta contorcendo in modo tale da fare un baffo al moto di rivoluzione terrestre. Non so se sia per via della notte passata, del caffè o del toast che ho appena ingerito!
"Mi metto le scarpe e possiamo passare da casa tua." M'informa mentre si dirige verso la sua stanza.


Diego
Mi chino verso di lei per baciarle la spalla, sfiorando con le labbra la bretellina della canottiera. Dorme come un angelo ed è un peccato svegliarla! Ma vale sempre la regola del buon esempio: non posso pretendere rispetto delle regole dai miei impiegati se io per primo decido di stare a casa. Siamo costretti ad uscire da quella porta per andare all'Ecomoda dove ci saranno problemi e tragedie, come sempre! Per non parlare dei rompi scatole!
Mi appoggio di lato sul braccio sinistro continuando ad ammirarla. Le scosto una ciocca di capelli che le cade davanti al viso. Le sue palpebre tremano e capisco che sta per svegliarsi.
"Buon giorno piccola." La saluto quando apre gli occhi. Lei li richiude subito e sorride. Poi li riapre.
"Buon giorno."
Accarezzandola le dico:
"Hai degli occhi bellissimi, lo sai?"
Lei mi sorride prima di rispondere:
"Allora sono in buona compagnia."
Mi avvicino a lei per darle il bacio del buon giorno.
"Alzati così facciamo colazione." L'invito, posandole un delicato bacio sulla fronte.
"Hm. Ho ancora sonno...." Mugugna, prima di girare la testa dall'altro lato. A quel punto m'inginocchio sul letto e la prendo in braccio.
"Diego, ma cosa fai?!" Strilla tra le risate.
"Mi ci ha costretto. Se non ti alzi non potrai vedere la sorpresa che ho per te!"
Le dico, baciandola con trasporto. Sempre tenendola in braccio, mentre lei mi gira le braccia attorno al collo, scendo dal letto e mi dirigo in soggiorno.
"Quanto pesi!" Scherzo.
"Ma come ti permetti! Sei un po' incostante quanto a galanteria, lo sai?" Mi fa notare con il sorriso, mentre la poso dolcemente a terra. Io mi avvicino al mio borsone da cui estraggo una gruccia dell'Ecomoda con annesso copriabito.
"Che cos'è?" Mi domanda.
"Adesso vedrai!" Le dico mentre apro la cerniera. Quando sfilo la stampella Isabella tocca il completo che vi è appeso.
"Assomiglia molto a uno dei completi che avete presentato l'altro giorno ai soci." Nota. Io l'abbraccio da dietro.
"Non è quello. Purtroppo per avere quel completo lì dovrai aspettare fino a dopo il lancio! Questo qui è praticamente identico ma è della passata collezione." Le spiego. Lei accarezza i mei avambracci.
"Io non posso accettare questo regalo... Costeranno una cifra gli abiti dell'Ecomoda!"
"Di questo non ti devi preoccupare."
"Ma non è mica il mio compleanno!"
"La smetti con queste scuse?" L'ammonisco, solleticandole l'addone. Lei sussulta. "Io durante la sfilata ho notato che ti piaceva questo modello, o meglio quello simile a questo. E ho deciso di regalartelo senza un motivo in particolare... Anzi uno ci sarebbe..." Le dico, accompagnando il suo corpo in un giro su se stesso.
"E quale sarebbe?"
"Che ti voglio un bene dell'anima. Mi sei entrata qui, cucciola." Le confesso posandole una sua esile mano sul mio cuore tramante. Le nostre teste si muovono lentamente fino a fare sfiorare le nostre labbra. Ci scambiamo il bacio più dolce che ci siamo mai dati in questi giorni.
"Adesso però vorrei vedere come ti sta addosso. E spero di aver scelto bene i colori!"
I pantaloni e la giacca sono grigio mentre la camicia è celeste, per richiamare il colore dei suoi occhi!
"Mi piacciono molto i colori." Prima di afferrare la gruccia per tornare in camera da letto mi posa bacio sulle labbra. Nell'attesa io mi appresto a mettere su il caffè.


Marcella
Questa mattina sono di buon umore perchè so che oggi tornaranno mio figlio e mio marito. Scendo la scale sorridene e, dopo aver salutato Brigida, raggiungo mia sorella che siede a tavola. Le do il buon giorno con un bacio sulla gota.
"A cosa è dovuto questo buon umore?" Mi domanda mentre mi versa il caffè.
"Grazie. Sono di buon umore perchè oggi tornano Russell e Alex, non sai che voglia ho di riabbracciarli!"
"Mel'immagino. Se hai bisogno che distragga il mio nipotino per qualche ora mentre parli con tuo marito dimmelo!"
"Grazie sorellina. In effetti non sarebbe male come idea!"
"Con Mario cosa conti di fare lo presentari a Russell?" Mi domanda, afferrando un biscotto.
"Dici che dovrei?"
"Russell legalmente è il padre di Alex e lo ha cresciuto come suo. Dico di sì!"
"Forse hai ragione. La prima cosa che farò comunque è parlare con Russell... Sono certa che lui mi saprà consigliare su come fare per spiegare tutto ad Alex!"

 

David
Quando apro gli occhi la prima cosa che noto sono i suoi occhi scuri che mi scrutano. La seconda cosa sono le sue labbra prima tese in sorriso, poi su di me.
"Buon giorno!" Mi augura.
"Buon giorno principessa. Come hai dormito?" Le domando, giocando con i suoi capelli.
"Come una regina." Mi risponde, accoccolandosi contro il mio petto.
"Non voglio neanche sapere che ore sono." Affermo chiudendo gli occhi mentre immergo il mio naso tra i suoi capelli.
"Nemmeno io. L'unica cosa che vorrei sarebbe stare qui con te fino alla fine del mondo!"
"Questo avverrà amore mio. Staremo insieme fino all'apocalisse, e anche oltre!" Le rispondo, catturando le sue labbra in un bacio. Camilla sposta la sua bocca lungo il mio sterno e lo percorre tutto.
"Così no che non mi alzo... Prendo la residenza qui con te."
Lei ridacchia prima di tornare a guardarmi negli occhi.
"Oggi latte e cereali?" Mi domanda.
"Aggiudicato." Le rispondo baciandola. A fatica mi alzo dal letto per poi stiracchiarmi.
"Sono proprio curioso di sapere com'è andato l'appuntamento di mio fratello."
Le dico, cingendola per la vita mentre ci dirigiamo verso la cucina. Io accendo i nostri cellulari mentre Camilla estrae il latte dal frigo.
"Appena arriviamo in azienda lo sottoponiamo ad un accurato interrogatorio!"
"Insomma, oggi è il giorno degli interrogatori. Con Roberta come intendi procedere?"
"E' un segreto!"
"E dai!" Insisto.
"Fingerò di aver sentito Cèsar. Andrò da lei dicendo che suo fratello mi ha raccontato tutto. In questo modo lei cascherà!"
"E non pensi che se la prenderà a morte per questa trappola?"
"Solo a morte? Mi tirerà dietro tutti i mobili dell'ufficio! Ma so che quando si sarà calmata faremo pace."
"Onestamente... Mi sembra un piano sporco e incerto!"
"Tu hai mai sentito parlare di piani puliti e sicuri?" Mi fa notare. Touché.


Silvia
Sono nera come la pece! Neanche un messaggio da ieri sera! Esco dalla mia stanza da letto e sbatto la porta senza accorgermene. In cucina Francesco sta facendo colazione.
"Cosa vedono i miei occhi? Cosa ci fai qui?"
"NON E' GIORNATA!" Sbotto.
"Che ti prende?"
"Perdonami... Sono incavolata nera con Lorenzo! Ieri sera avevamo un appuntamento sotto casa sua e non si è presentato... Un'ora dopo mi arrivano due parole in croce dove spiega di essersi addormentato in preda ad una sbronza. Addormentato dove non si sa!"
Gli spiego, passandogli il cellulare aperto sulla conversazione. Francesco legge i messaggi.
"Pensi che abbia passato la notte con un'altra?"
"Non lo so... Ma ho paura..." Gli dico, mentre gli occhi mi si unimidiscono.
"Come sei disfattista!" Mi ammonisce sorridendo, mentre entrambi ci infiliano i soprabiti.
"Non fai neanche colazione?" Mi domanda.
"Non ho fame!" Gli rispondo uscendo di casa. Sul pianerottolo incrociamo Diego e Isa.
"Buon giorno." Diciamo tutti simultaneamente.
"Non ti domando neanche di che umore sei...." Afferma Isa.
"E' meglio."
"Dove pensi di andare?" Mi domanda Diego.
"Lorenzo ha l'areo alle dieci. Vado a casa sua per sapere come sta almeno e per incazzarmi!"
"Ma dove va?" Domanda Francesco.
"A Caracas per portare gli auguri a un amico gravemente malato, starà via un giorno."
Rispondo soddisfando la curiosità di Francesco. "Ci vediamo ragazzi!" Saluto, prima di salire sulla mia auto.

 

Mario
Mi ritrovo a Bogotà dopo aver appreso la notizia più shoccante della mia vita. Le porte dell'ascensore che si aprono mi fanno capire che sono arrivato al piano dove si trova l'appartamento di Armando. Sulla porta c'è una targhetta con su scritto Mendoza-Pinzon; ci siamo! Allungo la mano verso il campanello per poi ritrarla.
"Oddio,come glielo racconto?" Mi domando. Quando mi decido a suonare non passa molto tempo prima che Armando apra la porta. Per lo meno non ha aperto Betty, anzi non avrebbe neanche aperto dopo aver visto dallo spiocino che si trattava di me.
"Mario." Escalama Armando sorpreso. "Quando sei tornato? Cosa ci fai qui?"
"Sono appena atterrato e devo parlarti. C'è Betty per caso?" Domando con una certa preoccupazione.
"Sei fortunato, stamattina aveva la palestra presto! Entra." M'invita. Io entro in casa.
"Ti offro un caffè o lo hai già preso?" Mi domanda.
"Niente caffè, sono già abbastanza agitato!" Gli rispondo saltellando da una gamba all'altra, incapace di stare fermo.
"Ma che ti prende? A propisito, hai risolto quel problema di cui mi parlavi per telefono?" Mi domanda.
"Sono qui proprio per questo. Senti Armando, non c'è un modo semplice per raccontarti ciò che sto per raccontarti e sai che non sono mai stato il tipo che gira intorno alle questioni, perciò vado dritto al punto. 28 anni fa, dopo esserci licenziati, Marcella ed io una sera ci siamo incontrati in un locale. Sai com'è, eravamo entrambi alticci, abbiamo trovato un punto d'incontro parlando di te e... e siamo finiti a letto." Dico di getto. Armando si blocca e mi osserva serio per poi scoppiare a ridere.
"Questa sì che è bella! Tu e Marcella, la donna che è al secondo posto nella lista odiamo Mario Calderon che fate sesso!" Afferma continuando a ridere.
"Guarda che non c'è niente da ridere, è la verità. Sto tornando da Miami dove sono stato a casa sua per parlare... Hai presente Alexander? Il figlio di Marcella. Ecco lui... E' anche mio figlio." Confesso. Armando si raggela nuovamente.
"Cosa?" Mi domanda.
"E' la verità Armando." Gli dico. Un pugno mi colpisce in piena faccia.
Mi sveglio in un bagno di sudore. Schiaccio la testa sul cuscino tornando disteso mentre penso che questo non è l'approccio migliore!

 

Giulio
Riesco a fermare papà mentre è sulla soglia della porta di casa, pronto ad uscire.
"Posso parlarti un attimo?" Gli domando. Lui consulta l'oroglio da polso. Mi aspetto che mi liquidi o che mi risponda "sì ma in fretta", invece accetta di parlarmi. Ci accomdiamo nello studio.
"Di che si tratta?" Mi domnada.
"Vorrei lavorare all'Ecomoda." Esordisco. Lui mi guarda sorpreso.
"E questo da quando? Hai sempre detto che non avresti voluto altro posto se non quello della presidenza."
"Ho cambiato idea. Si può no cambiare idea? Ascolta cos'ho in mente. Vorrei parlare con David per chiedergli di proporre al consiglio la mia idea di ripartire meglio i compiti in azienda assegnando a me la direzione dei punti di vendita. David continurebbe ad occuparsi del marketing e delle pubbliche relazioni! Non ti sembra assurdo che faccia tutto lui?"
"La tua idea non è malvagia, ma ricordati che il prossimo consiglio di amministrazione sarà fra tre mesi."
"Non c'è nessuna possibilità di convocare una riunione straordinaria per mettere ai voti l'idea?" Gli domando. Fa che dica di sì!
"Bisognerebbe parlare con Diego, è lui il presidente in carica."
"Hm." Mugugno. Ah certo, niente di più facile! "Non ce la fai proprio a passare in azienda in giornata?" Gli domando.
"Ascolta Giulio. Come prima cosa sono molto impegnato, per secondo sei fornito di parola quindi puoi benissimo parlare tu con Diego. Mi dispiace ma non ce la faccio oggi e in ogni caso penso che tu e i tuoi fratelli dovreste cominciare a fare a meno di me. Siete piuttosto grandi non ti pare? Buona giornata." Mi augura, andandosene. Io abbandono la testa all'indietro sulla poltroncina. So che non vuole affrontare Diego per rispettare la promessa fatta a mamma di non dargli fastidio! Che palle! Mi toccherà andare a parlare con quei due coglioncelli!


Massimiliano
Comincia una nuova giornata all'Ecomoda. E per me inizia il countdown perchè fra 60 giorni me ne andrò!
Quando sono entrato non ho visto nè l'auto di quell'idiota del presidente nè quella di Isa quindi ne deduco che anche oggi dovrò avere il piacere di guardargli sfilare mano nella mano verso l'ascensore.
"Buon giorno." Saluto rivolto al mio amico Jimmy. Lui ricambia allo stesso modo.
"Anche dopo una sana notte di sonno sei sempre deciso ad andartene?" Mi domanda.
"Sempre deciso." Gli rispondo, ordinando penne e carte sul bancone delle reception.
"Buon giorno!" Saluta una voce da gallina che può appartenere solo a quell'oca giuliva della Valencia.
"Signorina Valencia." La saluta Jimmy, allontanandosi ma non prima di avermi rivolto una smorfia. Ma che si è messo in testa? Giulia si appoggia al bancone.
"Buon giorno anche a te."
"Buon giorno signorina Valencia."
"Quand'è che sei tornato al lei?"
"E' difficile che io sia tornato al lei visto che non l'ho mai abbandonato."
"Sai, penso che dovresti rilassarti un po'. E dovresti farlo alla festa che domani sera darò a casa mia! Vieni dalle 22 in poi!" M'invita ammiccando. Beh, questa poi! Sul mio volto spunta un ghigno e mi protendo verso di lei.
"Solo una domanda manichino. Cosa ti fa pensare che io verrei ad una festa a casa tua?"
Le domando fissandola negli occhi.
"I tuoi occhi che non vanno a pari passo con le tue parole o forse sono più avanti delle tue parole. Ti aspetto, porta qualche amico!" Mi ricorda, per poi entrare nell'ascensore. Jimmy torna verso la reception.
"Amico, spero che non ti venga in mente di rifiutare l'invito! E' chiaro come il sole che vuole portarti a letto!"
"Lo vedi che non capisci niente? Non è con ragazze come quel manichino che ci si scorda una donna di cui si è innamorati, semmai con una vera donna, con una donna che conosca qualcos'altro oltre all'elenco completo del sex symbol di Hollywood e agli ultimi pettegolezzi delle star!"
"Per lo meno una bella avventura sarebbe un passo in avanti e ti aiuterebbe a sentirti meno depresso, non ti pare? Mai sentito parlare di serotonia? Andiamo, ci divertiremo!"
M'incoraggia, dandomi una pacca sulla spalla.
"Perchè non inizi tu? Sbaglio o sei depresso e sbavi dietro alla dottoressa Mora?"
"Io tento di trovare un'altra ragazza su cui concentrarmi, io almeno ci provo!"
"E poi tu dove vorresti andare alla tua età? Ad una festa di vent'enni?"
"Cosa vuol dire alla mia età? Io mi sento, anzi sono, nel fiore degli anni. E poi quella ha detto di portare degli amici!"
"Saresti ridicolo ad una festa di vent'enni."
"Allora mettiamola così. Sarò l'accompagnatore di mia sorella Anna. Mio padre non la lascerà mai andare da sola a quella festa! Aggiudicato allora? Domani sera ci divertieremo!" Afferma soddifatto prima di afferrare il casco per mettersi al lavoro. Uffa, ma io non ci voglio andare!


FINE CAPITOLO 32.


Ecco qui un nuovo capitolo. Come vi è sembrato?
Che serata progetterà Diego per Isabella? Silvia inconterà Roberta a casa di Lorenzo? Cosa accadrà? L'indagine di Camilla come andrà? Roberta cascherà nella sua trappola raccontando tutto sul fratello? Tra Francesco e Michael accadrà qualcosa? Il viaggio di Patrizia e Daniele come andrà? Giulio riuscirà a entrare nell'organico dell'Ecomoda? Cèsar si deciderà a tornare a Bogotà? In tempo o sarà troppo tardi? Alla festa a casa di Giulia cosa accadrà? Paola cosa s'inventerà per infastidire Diego? La situazione tra Marcela e Mario come evolverà? Quando David vedrà il video di Martinelli lo riconoscerà e capirà tutto oppure no?
Questo ed altro nei capitoli a venire. A presto!

   
 
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