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Autore: Kagome 95    16/04/2015    0 recensioni
Forse una delle poche FF su Kagome/Sesshomaru, spero solo che vi piaccia.
Nessuna anticipazione mi dispiace.
Chi scrive è una ragazza( anche se non sembrerà ma )comunque. Spero che vi piaccia e una buona lettura a tutti.
P.S.: Questa è prima la FF che scrivo qui! ( ho anche scritto un altri sito come InuyashaPortal il quale è chiuso tempo fà purtroppo ) Scusate ma come sapete si migliora piano piano.
Pubblicata nel lontano 22/03/13 nel 2016, a distanza di 3 anni finalmente approda con la sua stesura definitiva e il suo finale. Arrivederci By Eriet (Kagome 95)
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru | Coppie: Kagome/Sesshoumaru, Miroku/Sango
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 3: Ricordi



__


Una bellissima giornata di vacanze estive era finalmente cominciata .
Io e la mia famiglia avevamo appena finito di pranzare. Piena come un uovo mi distesi sul divano del salottino.
C'era un caldo afoso. Durante i soliti programmi della televisione, vidi che la temperatura avesse toccato i 37 gradi all'ombra. Agitai il mio ventaglio nel vago tentativo di rinfrescarmi. "ahi!" mi morsi le labbra. Sfortunatamente la mano mi faceva ancora male. Mi calmai e tirando un bel respiro cambiai mano.
Fui molto fortunata a dire il vero. Quando Mamma si svegliò credette che avessi rotto lo specchio accidentalmente. Lo stupido del Nonno invece insistette a bendarmi le ferite nonostante fossero solo dei taglietti superficiali. Mi trattarono come una bambina. Tra quel caos Yoshiro si mise a piangere. Risultato? mentre io mi feci medicare, contro voglia da mio nonno, il cucciolo preoccupato mi spiò dal corridoio con le lacrime agli occhi. Erano sempre i soliti. Troppo apprensivi e poi non era nulla di preoccupante...erano quei due che la fecero diventare una cosa mortale! Nel Sengoku avevo subito ferite ben peggiori di quella ma sarebbe stato inutile spiegarglielo.
Grattandomi la nuca cercai di scacciare via quegli stupidi ricordi.
" Pronto?!!!" urlò Sota dal corridoio. Incuriosita mi affacciai per vedere che stessero combinando.
" si!!! " Il cucciolo cominciò a correre. Era davvero instancabile il piccoletto.
“ fate piano” cercai di dire ma furono parole al vento. Fecero avanti e indietro non so quante volte quei due sciocchi. " cavolo" La mano mi bruciò appena toccai terra. Nonostante la fasciatura tenesse a bada le ferite già si era sporcata di sangue.
“ Ti prendo!!!” urlò lo zio Sota tutto ad un tratto. Sporgendomi nuovamente vidi mio fratello prendere in braccio suo nipote. Nel modo di fare però sbatté le spalle contro un armadio. A causa dell'urto violento non solo i due caddero ma con loro vennero giù vagonate di roba polverosa! Fecero un rumore assordante.
“ per l’amor del cielo!”esclamò mia madre spaventata dal boato. Io accorsi sperando che non fosse successo nulla al mio tesoro.
“ Ahii !” si lamentò quell'impiastro di Sota toccandosi la nuca. Yoshi spaventato si strinse allo zio con le lacrime agli occhi.
“quante volte te lo devo dire di non far correre tuo nipote!?” lo rimproverò la mamma agitando il cucchiaio di legno come fosse un arma. Non avevo idea del perché l'avesse in mano ma certamente fece prendere un bello spavento a mio Fratello..
“ M-ma andiamo!!" si lamentò " sono solo inciampato!” si giustificò quello scemo ridendo nervosamente.
“ guarda che macello, ora rimetti tutto apposto!!” piena d’ira ordinò a suo figlio di far ammenda. Espirando aspettai che quella pazza si calmasse. In verità... Fu tutta colpa di mia madre se fossero caduti. Siccome aveva la mania della pulizia passava la cera sul parquet un giorno si ed uno no. Capitava che anch'io facessi capitomboli allucinanti ma la signora faceva orecchie da mercante...
“ calmati, avanti mamma “ cercai di farla ragionare mentre il nonno nell'altra stanza chiese cosa fosse successo.
“ cos'è questo baccano, insomma!” entrò in scena il re dei melodrammi abbastanza infastidito.
“ non è successo nulla” rispose Sota facendo finta di nulla. All'improvviso il piccolo chiamò lo zio strattonando la sua maglietta a maniche corte. “ cosa c’è ?” portò l’attenzione su mio figlio.
“Mamma” indicò un libro aperto a metà.
“ cosa?” chiesi avvicinandomi a loro.
Incuriosito mio fratello prese l’oggetto. “ è vero, questa sei tu sorellona!” esclamò sorridendo come uno scemo.
“ c-cosa?” lo presi tra le mie mani. Incredula vidi una me molto più giovane con accanto a se i suoi amici. Sembrava essere il recital di fine anno delle medie. ‘ è il vecchio album della scuola’ pensai non vi potendovi credere. C’erano tutti: Eri, Ayumi, Yuka, Hojo, i capo classe e tutti gli altri….
“Mamma” correndomi incontro si nascose nel mio petto il piccolo batuffolo.
“si , si “ annuii io sorridendo. “ questa è proprio la tua mamma” risi dandogli la foto in mano. “ su, andiamo che ti faccio vedere un po’ di cose” prendendolo in braccio afferrai l'album e andammo in cucina. “ allora qui ci sono tante foto della mamma ai tempi della scuola” poggiai il tomo sul tavolino mentre lui non sembrò essere convinto di tutto ciò. Sfogliammo le pagine. “ Mamma mia, queste poi non me le ricordavo” arrossii vedendomi mangiare chissà che schifezza con le ragazze. Pagina dopo pagina capii che anche gli altri membri della mia famiglia si interessarono a vedere cosa vi fosse lì in mezzo. Erano come degli avvoltoi...
“ certo che eri davvero negata a recitare” sghignazzò quello stupido di Sota quando arrivai al momento della recita in cui feci la protagonista.
“ ma sta zitto!!” arrabbiata voltai pagina. “vedi, amore, mamma qui era una principessa” indicai una foto al piccolo.
“ ahh!!” esterrefatto disse con gli occhioni luccicanti. Adorava le favole sui principi e le principesse, per lui fu una vera rivelazione.
‘A quei tempi non avevo proprio nulla per la testa’ sospirai tristemente. “ bello, vero?” sorrisi al mio cucciolo cambiando pagina. Una foto cadde per terra improvvisamente.
“e questa?” chiese mio nonno raccogliendola. Forse qualcuno l’aveva messa lì per sbaglio. “ ma questa…” balbettò il vecchietto. “ non ci posso credere che ci sia ancora !“ disse porgendomela. Fui esterrefatta. Era la prima foto che scattammo quando ci trasferimmo in questa casa. All'epoca potevo avere si e no 5 anni.
“ quello è…” Sota si avvicinò con il cuore il gola mentre il piccolo batuffolo osservava. Nell'immagine mia Madre teneva tra le braccia Sota ancora neonato; io ero sotto di loro che sorridevo all'obbiettivo ed infine... “ papà..” soffiò il mio fratellino. Alla destra dell’immagine un uomo alto, con i capelli neri, sorrideva e faceva il segno della pace. Ebbi le lacrime agli occhi, non ci potei credere. 'Pensavo si fosse persa' trattenni le lacrime di commozione. Erano anni che la cercavo e non avevo idea di chi l'avesse nascosta lì dentro.
“ papà?” Yoshiro prese l’immagine tra le sue mani.
“ si” annuii “ quello lì è il papà della mamma” sorrisi stringendolo a me “ questo è tuo nonno” conclusi. Vidi Yoshiro osservare con cura quel viso così simile a quello dello zietto. Anche se consumata dal tempo, quel volto si vedeva ancora perfettamente.
“ ora basta” intervenne la mamma facendo schiantare un libro gigantesco sopra il tavolo. Era stracolmo di fotografie! “ che ne diresti di vedere delle foto tue, piccolo della nonna?” lo aprii e venimmo inondati di foto del mio batuffolo dai capelli argentati. Esterrefatto il mio figlioletto ne prese una in mano mentre io sconcertata mi chiesi quando avesse avuto il tempo di scattarle e stamparle. C'erano come minimo 10 rullini li dentro! “ guarda, questa è di quando sei nato” porse quella foto al mio amore. “ eri talmente piccolo” arrossì mia madre.
Fortunatamente lei stravedeva per il suo nipotino.
Sospirando presi l'immagine tra le mie mani e guardai dietro di essa.
< < 3 giugno 2003 ore 10:32 > > c'era scritto.
Inevitabilmente la mia mente fu catapultata a quel giorno in cui misi al mondo il mio tesoro.
Ero già incinta di 8 mesi. Cercavo di nascondere la pancia il più possibile...
Scesi le scale per prendere un bicchiere d’acqua quella mattina. A quel tempo avevo già lasciato il liceo dopo appena 2 mesi di frequentazione. Durante il tragitto per bere mi mancarono le forze e caddi tra i gradini. Dolorante percepii una forte fitta al basso ventre. All'inizio pensai che si trattasse della caduta. Spaventata cercai di farmi forza fin quando non vidi del liquido biancastro colare tra le mie gambe. Mi sentii morire e piena di preoccupazione urlai il nome di mia madre. La poveretta stava innaffiando le piante in giardino. Fortunatamente il nonno era ancora in casa e mi soccorse. D’un lampo mamma venne e mi portarono alla clinica dove lei lavorava come segretaria. Grazie alla loro estrema riservatezza potei essere seguita nel migliore dei modi per tutto il mio percorso. Nonostante aspettassi un essere per metà umano e metà demone nessuno mai fece domande.
“ tesoro, non aver paura” disse mia madre stringendomi la mano. Piangevo distesa in quel lettino d'ospedale. Ero preoccupata a morte. “ noi siamo qui” mi accarezzò il viso mentre io pregavo che non mi lasciasse da sola e che il bambino stesse bene. Entrai nella sala parto ma lei non poté seguirmi… Per la politica dell’ospedale non potevano permettere che altri parenti ,oltre il padre del bambino, potesse assistere alla nascita.
“ Kagome, deve calmarsi” la dottoressa ordinò ma stavo impazzendo dal dolore. Fu come se mi fossero state piantate 20000 coltellate nello stomaco. Tra le urla mi chiesi perché l’avessi fatto.
“ bastardo!!!” gemei ripensando a quell’inutile demone che mi aveva portato a questo.
“ signora respiri” un infermiera cercò di avvicinarsi ed io, piena di rabbia, la spinsi via facendola cadere per terra.
“ahh!!!!” Spinsi non sapendo più che cosa fare.
“ vediamo la testa, avanti spinga!” esclamarono le due donne sotto di me. Ansimando ripetei la medesima manovra.
‘ ti prego..’ urlai sperando che tutto finisse. Spingendo per un ultima volta urlai: “ Sesshomaru!! “ con tutta la rabbia che avevo in corpo. Sentii quel peso essere svanito magicamente. “ t-ti odio..” soffiai tra le lacrime mentre guardavo il soffitto “ti odio…” udii le urla infantili del mio bambino. “ ti odio con tutto il mio cuore….” Vidi quel piccolo batuffolo urlare al mondo d’essere vivo. Iniziai a ridere e ricominciai a piangere ma lo feci per la felicità. “ amore mio..” me lo porsero con ancora in corpo il cordone ombelicale. Lo strinsi sperando di non fargli del male. Era piccolo, indifeso, perfetto in ogni cosa... Nonostante le sue orecchie puntute e quella luna sulla fronte lui era bellissimo. “ il mio tesoro” gli accarezzai la sua minuscola guancetta con cautela. Aveva il viso tutto rosso.
“Complimenti Kagome, avete dato alla luce un maschietto in ottima salute.” Si complimentò la dottoressa.
“ lo so” risi non riuscendo a credere che fosse vero. All’inizio pensai persino che avesse potuto avere le orecchie di Inuyasha ma fortunatamente non fu così. Era più umano di quanto avessi mai potuto sperare. Il mio tenero batuffolo piangeva ancora e notai i suoi piccoli artiglietti stringermi il camice con forza.
“ che polmoni” si complimentò l’infermiera esterrefatta " tutta sua madre" rise svenendo. Si, purtroppo lei era stata la stessa dottoressa che un tempo fece nascere anche me.
“ Ehi, avanti” cercai di farlo smettere di piangere “ tesoro mio, sei con la mamma adesso” gli accarezzai la schiena aspettando con pazienza che si calmasse. Cullandolo appena, il neonato reagì alle mie parole. Mugolando mosse appena la testa verso di me. “benvenuto al mondo, mio piccolo Yoshi” gli accarezzai la fronte ed il cucciolo aprii i suoi occhi d’oro zecchino. Erano così gonfi eppure mi osservava come se mi stesse davvero ascoltando. “ Yoshiro Higurashi, il mio unico tesoro “ lo avvicinai al mio viso e incredibilmente il piccolo toccò la mia guancia. Sconvolta non riuscii a credere cosa avesse fatto. Non riuscii più a smettere di piangere. Non credo che lui mi avesse capito però quel gesto così misero mi fece comprendere una assoluta verità: Avevo fatto la scelta giusta. Giurai al mondo che l’avrei protetto da tutti e da tutto fin quando io fossi rimasta in vita. Senza forze, il piccolo, chiuse le palpebre e si accucciò teneramente sul mio petto. Stava ascoltando il mio cuore di certo. Poco dopo tagliarono quel cordone e dovettero portarlo via da me. Dovevano lavare via tutto quel sangue. Una volta pronto, pulito e vestito, tornò tra le mie braccia. Tutta la mia famiglia entrò senza poter nascondere la loro gioia.
“ ecco il mio bis-nipotino!” il nonno esultò cercando il suo bel visetto.
“ incredibile, ha pure un po’ di capelli” Sota notò i 4 filamenti argentati del suo minuscolo capo.
“ è così piccolo...” la mamma gli accarezzo la manina. Assonnato aprii i suoi occhi e accennò un sorriso.
“ ma ha riso!!” Sota esclamò esterrefatto “ l’hai visto anche tu mamma!!!” saltellò per tutta la stanza infesta.
“ incredibile” il nonno si avvicinò al suo nuovo idolo. Risi non riuscendo a credere che stessero idolatrando quel tesorino così tanto. D’un tratto mamma si sedette accanto a me nel lettino d’ospedale.
“ Tesoro, come lo chiamerai?” chiese accarezzandomi i capelli.
“Yoshi” dissi il nome del mio tesoro “Esattamente come papà” Stanca iniziai a sbadigliare.
“ si” annuì la mia mamma “ sono sicura che papà sarebbe stato entusiasta di conoscerlo” mi strinse facendomi poggiare sulla sua spalla.
“ si” mi addormentai stringendo tra le braccia il batuffolino che avevo messo al mondo.
“Wow” esclamò all'improvviso quel cucciolotto facendomi tornare alla realtà.
“ si, eri così piccolino” la nonna raccontò al nipotino. “ qui avevi 4 mesi” mi porse la foto. Una caterva di immagini di quel birbantello passarono tra le mie mani. Ce n’erano per tutti i gusti: Yoshiro che mangiava le pappette oppure mentre lo cullavo oppure mentre sorrideva con me e via dicendo. Addirittura c’era una foto mentre gattonava. Nuovi ricordi affiorarono nella mia testa.
Anche se aveva appena 5 mesi , o giù di lì, Yoshiro gattonava così velocemente che il nonno non riusciva mai ad acciuffarlo. Con quel ciucciolotto era talmente tenero. Un giorno, battendo le mani, attirai l’attenzione del mio tesoro e mi sedetti per terra.
“Yoshi, amore" lo chiamai " vieni dalla mamma” sorrisi battendo ancora le mani i modo ripetitivo.
“ ma-ma—“ si sorresse al muro cercando di alzarsi in piedi “Ma…” mosse i primi passetti gettando il ciuccio per terra. “ma m-ma “ alzò le mani verso di me barcollante. “ mamma!!” si alzò sulle punte ma subito dopo cadde con il sederino per terra.
“ ha parlato!!” il nonno esultò entusiasta mentre io non potei crederci. Il piccolo cucciolo mi osservò confuso non capendo che avesse fatto.
“ come mi chiamo?” domandai avvicinandomi a lui esterrefatta.
“mama!” sorrise e muovendo le braccia in avanti facendomi capire che volesse essere preso in braccio.
Un vero bambino prodigio.
In breve tempo imparò a camminare ma ancora non riusciva a esprimersi correttamente. Il piccolo angioletto cresceva ogni giorno di più.
“e qui” proseguì il nonno” è quando siamo andati al mare” sorrise quel vecchietto prendendolo in braccio. Avvolte si dimenticava che aveva settant'anni e passa il mio adorato nonnino.
“ahahahahahahah” rise il tenero amore della nostra casa ed io mi godetti quel momento. Lui era così buon e tenero..
‘ chissà’ pensai vedendolo essere lanciato in aria ‘ se un giorno ….’ Riflettei osservando i suoi occhi. Per un momento fui travolta da uno stupido pensiero… Annoiata mi alzai e uscii in cortile. Convinsi tutti a seguirmi così da giocare tutti insieme con la adorata pallina di plastica di Yoshi. Da lontano vidi il tempietto e tenendo la pallina stretta tra le mani.
" mamma!!" mi chiamò il mio tesoro agitando la sua manina.
' chissà se un giorno ci sarà permesso di tornare in quel mondo...' pensai lanciando quella pallina così da dare il via al gioco. ' Non dire scemenze.' mi rimproverai toccandomi il cuore ' Ormai il tuo tempo lì e scaduto' rammentai quello che mi disse la sfera ' ed anche se accadesse...lui ti odierebbe e basta.' ammisi sentendomi vuota.
Vidi la palla tra i miei piedi " sorellona che fai?" Chiese Sota cercando di riprendere fiato.
" Nulla " sorrisi nascondendo tutto il mio dolore " arrivo!" la presi tra le mani e andai da solo.
   
 
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