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Autore: Sweetcurry    25/12/2008    2 recensioni
Versione ricorretta e ampliata (cambiando il titolo).
«Bellamy lo sai che sei un maniaco di padiglioni auricolari?»
Matt si riscosse e tolse lo sguardo da quello che stava accuratamente osservando e carezzando contemporaneamente e lo posò sul viso dell’altro.
«Ma che dici?»

Mia prima Mollamy per augurarvi Buon Natale e Felice Anno Nuovo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Muse, Placebo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Light Avviso: versione nuova e ricorretta, non mi piaceva molto e l'ho un po' cambiata, insieme al titolo ^^.

Beta: Miracle Clary :**

Non conosco queste due splendide persone, non sono di mia proprietà e non scrivo a scopo di lucro, anche perchè altrimenti dovrei pagare alle suddette persone i crediti, e guardate un po' sono al verde. XD






Maniac




Il braccio di Brian era steso sopra al divanetto nero in pelle, il solito, nel camerino.
Erano appena arrivati, dall’hotel dove al momento alloggiavano, e Brian era stanco. Ma talvolta stanco per lui poteva voler dire semplicemente annoiato –e ormai tutti ne erano a conoscenza, quindi si poteva benissimo fare finta di non  accorgersi dei suoi continui lamenti-.
Tolse lo sguardo dalla piastrella che da più di un quarto d’ora stava fissando insistentemente –quasi la volesse perforare-, e si mise ad osservare incerto Stef.
Stava facendo qualcosa di indefinito –per Brian almeno- trafficava con la sua roba sul tavolo, ma il cantante era troppo lontano per vedere- e forse troppo svogliato.
Era appena rientrato e non si era neanche degnato di rivolgergli lo sguardo quello spilungone, e ora Brian stava aspettando che lo facesse.
Passarono pochi minuti e l’egocentrismo del più piccolo messo a dura prova con tutta quell’indifferenza prevalse sulla noia, così Brian provò a mugugnare qualcosa, affondando la testa nel bracciolo nero.
Finalmente, il suo migliore amico si era deciso a dargli un po’ di attenzione –come se non  ne avesse a sufficienza tutti i giorni-.

«Brian, capisco che aspettare il turno del tuo sound-check sia terribilmente estenuante, ma non startene lì a far niente, va a cercare Matt, che ne so, tanto anche lui non avrà nulla da fare, no?»
Chiese a quel punto il bassista guardandolo dall’alto, Brian risolse che l’altezza del suo amico era terribilmente eccessiva, gli toglieva la luce coprendo persino la lampada –e ciò non era affatto accettabile-.
Il vocalist emise un mugugno per –come sempre- manifestare la sua noia, e infastidito si rigirò nel divanetto piegando le gambe, per mimare forse una posizione fetale.
Sentì Stef sospirare e farsi più vicino a lui, il bassista gli prese le gambe e dopo essersi seduto in fondo al divano nero le mise sulle sue gambe.
«Cosa c’è?» mormorò Osdal carezzandogli il polpaccio lentamente.
Brian con un mormorio si girò e a pancia in su si rimise nuovamente a guardarlo.
Dopo qualche attimo di silenzio prese un respiro e sbuffò.
«Niente, Stef, vado a cercare Bellamy,magari lo becco nel suo camerino» Fece leva sui gomiti e si tirò su per poi alzarsi e prendere la porta.
Stef annuì sinceramente rincuorato e aspettò che Brian se ne andasse per ritornare a quel che stava facendo precedentemente.


Matthew Bellamy era appena uscito dal suo camerino e si stava dirigendo verso l’uscita perché a quanto diceva lui, l’anidride carbonica all’interno di quel posto era in pratica l’unica cosa che respiravano, oltre al fumo passivo. E non voleva passare un altro minuto in quella camera a gas.
Non fece neanche in tempo ad alzare lo sguardo dal suo cellulare che un qualcuno di non molto pesante gli finì addosso.
«Bellamy!! Sempre con la testa fra le nuvole!!»
Esordì arrabbiato Brian, ovvero colui che gli aveva fatto cadere “accidentalmente” il BlackBerry dalle mani schiantandosi contro di lui.
«Brian!»


Ed era capitato così. Leggero, mentre il sorriso leggermente sbilenco di Matt s’insinuava nei ricordi di Brian per non uscirne più. E si mescolava al suo, circondato da quelle labbra accentuate dal rossetto.
E i capelli scompigliati, la classica giacca rossa che gli rimase talmente impressa da venirgli in mente anche quando la situazione non suggeriva per niente la presenza di Matt -quella giacca rossa ormai lo avrebbe perseguitato fino alla fossa-.
Matt si rese conto di adorare il modo in cui Brian nervosamente sistemava le ciocche dei capelli dietro alle orecchie, la piega dei pantaloni che incontrava le scarpe, gli scolli che mostravano il collo e parte delle spalle pallide del cantante in un modo così tentatore da non poter non incollarci gli occhi su quelle scapole scoperte e terribilmente diafane.
La scarsa altezza che lo faceva sembrare una specie di folletto fastidioso, ma terribilmente accattivante e adorabile.
Le orecchie, che –Brian non lo avrebbe mai ammesso- erano un po’ a sventola, ma che adorava talmente tanto che ogni volta che si trovava ad accarezzare il volto di Brian finiva per ripassarci talmente tante volte da imparare a memoria la loro forma e la loro consistenza.

«Bellamy lo sai che sei un maniaco di padiglioni auricolari?»
Matt si riscosse e tolse lo sguardo da quello che stava accuratamente osservando e carezzando contemporaneamente e lo posò sul viso dell’altro.
«Ma che dici?»
«Sai, ogni malato di mente ha una fissa, ci sono i pervertiti che adorano le ragazzine impaurite ed indifese, gli anoressici che trovano un qualcosa di morboso nel ficcarsi due dita nella gola, gli obesi che non riescono a fare a meno di qualsiasi oggetto commestibile e poi ci sono i maniaci come te, oggi ho finalmente confermato la mia ipotesi. Tu sei malato d’orecchie.»
Finì Brian, assolutamente convinto di tutto il discorso appena articolato. Matt lo guardò leggermente accigliato.
«Non sto scherzando, Bells! Qui c’è il pericolo che in un attacco di perversione, tu nel pieno della notte mi assalga e mi tagli un orecchio –o peggio due!- per poi farci una specie di tempietto, o –peggio!!- mangiartelo!»
Vide Brian angosciarsi a tal punto da mettere le mani sul volto stile “Urlo di Munch” e cominciò a pensare di dover porre rimedio a quella situazione con una botta in testa, o simili, perché Brian lo stava leggermente preoccupando.
«Io ho paura, Bellamy, dobbiamo assolutamente prenotarti una visita dallo psicanalista, non vorrei che acc-»
Stufo di tutte quelle idiozie, Matthew si era avvicinato al volto di Brian, che inconsapevole gesticolava ancora afflitto per la terribile scoperta appena fatta. Aveva poggiato le sue labbra su quelle dell’altro, sorridendo.
Stranamente intraprendente sì, ma incredibilmente compiaciuto della risposta dell’altro, che dopo un breve attimo di sconvolgimento aveva ricambiato bloccando nel nulla le mani che si erano agitate fin pochi attimi prima.
Erano cadute lungo i suoi fianchi, sbattendo sul materasso ricoperto dal piumone e permettendo al più giovane di salirgli su a cavalcioni.
Brian fece un’altra scoperta quel giorno: pur essendo malato d’orecchie, Matt sapeva baciare piuttosto bene.





°°°

°*Merry Xmas°*


Mia prima Mollamy.
L'ho scritta per augurarvi buon Natale, dopotutto ve lo meritate eh?
XD
Adoro il signor Molko oltre qualsiasi cosa e non potevo non scrivere qualcosa su di lui.
Quindi eccola qui.
Spero vi abbia fatto piacere ^^


La dedico ad ognuna di voi scrittrici, che si fa il mazzo per riempire il mondo di slash. Vi ammiro ragazze.
E anche alla mia Twinna, che lowo tanto tanto *-* amore, ti è piasiuta?


Alla prossima, darlings



kisses

:**

sweetcurry

   
 
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