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Autore: mrtorrent    16/04/2015    1 recensioni
Prologo:
Samu.
"Ah il primo giorno di scuola, prepariamoci per 5 anni del BEEP. Mamma! dov'è la maglia dei Mercyful Fate?"
"Che?!"
"Lascia perdere, l'ho trovata. Tra poco passa il pullman e meglio che vada, ciao!"
Kris.
"Kristian, alzati!"
"Ma che cavolo?! Oh no! Il primo giorno di scuola no!"
"Si invece! E sbrigati che farai tardi!"
Gwen.
"Giorno."
"Buongiorno Gwen! Muoviti a far colazione che tra un po passa il pullman."
"Bah, tanto che vuoi che capiti?"
"Se non ti sbrighi e non sorridi alla vita so cosa capiterà a te...Non uscire di casa per un mese!"
"Ok ora vado, ciao Papà."
Heather.
"Sono le 6.30 sveglia"
"Dai sveglia, lasciami dormire."
"SONO LE 6.30 SCIMUNITA! ALZATI DA QUEL DANNATO LETTO!"
"Al diavolo, spero di avere il tempo di prepararmi decentemente prima che passi il bus..."
Genere: Demenziale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Gwen, Heather, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bridgette/Geoff, Cody/Sierra, Duncan/Courtney
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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Ormai è un appuntamento fisso! Ogni tre giorni un capitolo, spero che la storia continui a piacervi!

La scuola che no!

Cap.5

Fidarsi?.


Entrambi notarono che stava arrivando qualcuno e dato che non volevano farsi vedere e sentire in quello stato tornarono a girare per il negozio.
Uscirono da lì con un sacco di roba per poi pranzare in una pizzeria sempre nel centro commerciale, arrivati alla stazione Kris se ne tornò a casa e giunse l'ora di prendere il bus. Samu si mise vicino ad Heather mentre Gwen si sedette più lontano, la ragazza Dark capì subito che era meglio non stare vicino a loro due, almeno avrebbero potuto parlare con più tranquillità:

"Heathy, adesso ti devo parlare assolutamente, siamo soli." Perchè insisteva ancora quel tipo? In parte le faceva piacere che sembrasse sinceramente preoccupato per lei, ma era di vitale importanza mantenere quel segreto:
"Ma con il bus vuoto ti devi proprio mettere vicino a me?"
"Sì, ho bisogno di sapere cosa ti è successo!"
"No basta! ti ho già detto che sono caduta dalla bici, punto!"
"Guardami Heathy, guardami negli occhi, dimmi la verità! Ti prego." Heather incrociò lo sguardo di Samu e rimase sconvolta, la fissava implorante, stava davvero male per lei. Non poteva più mentire ma allo stesso tempo aveva una paura folle, se chi le aveva fatto del male avesse saputo sarebbe stata la fine per lei, per Samu e per chiunque la conosceva:

"Samu, per favore fermati! E pericoloso, sul serio!" Il suo tono non era seccato o infastidito come al solito anzi, sembrava quasi chiedere pietà. Proprio per questo il metallaro comprese che non doveva fermarsi, non sarebbe mai riuscito a perdonarsi una cosa del genere:
"Non importa, tu non sei sola, ci siamo io, Kris e anche Gwen con te. Non temere!"

Nessuno le aveva mai parlato in quel modo, sia alle elementari che alle medie non si era mai fatta voler bene, era cinica e spietata, pensava solo ai suoi interessi e detestava l'ingenuità e l'infantilità dei suoi coetanei. 
Per assurdo quella specie di rapporto da amiche-nemiche con Gwen nacque proprio per quello, erano totalmente diverse ed incredibilmente simili e nonostante gli insulti e le prese in giro si capivano al volo. Entrambe erano troppo sveglie e scafate per essere delle bambine cosiddette normali e alla fine senza una non sarebbe sopravvissuta l'altra, infatti nonostante la presunta rivalità stavano spesso vicine e andavano di frequente in giro insieme. 
Samu però era la prima persona che sembrava realmente interessarsi a lei, proprio per questo non voleva metterlo in pericolo. Sapeva che chi le aveva fatto del male aveva dei contatti a scuola e sarebbe stato pericoloso per quelle poche persone che non la odiavano. 
In fondo però erano solo loro tre su quel pullman, poteva dire ciò che le era successo ma doveva accertarsi che il metallaro e la darkettona non rivelassero niente a nessuno, non in quel momento almeno:

"Gwen, puoi venire un secondo?" Fece con una voce tremante, che non era mai stata nelle sue corde, la ragazza gotica era sorpresa e si avvicinò immediatamente:
"Ehi! Che hai?"
"Devo parlare con te e con Samu, ma non dovete farne parola con nessuno, nessuno! niente denunce, niente di niente!"Lei era davvero preoccupata, non riusciva nemmeno a comprendere realmente perché stesse per rivelare il suo segreto:
"O-ok, non parleremo! ora però dicci tutto!" La dark l'assecondò, capendo subito che era qualcosa di serio:
"Samu li ha già visti ma tu non ancora..." Così l'asiatica mostro le cicatrici a Gwen che rimase inorridita da quelle ferite:
"Oddio Heather, ma che...
"Lasciami spiegare" nel mentre si prese un lungo respiro: 
"Il bastardo che mi ha fatto tutto questo e Alejandro Burromuerto, il mio ex fidanzato e figlio dell'ambasciatore argentino. Alle medie mi ero innamorata di lui, un tipo odioso, cinico e perfido. Non riuscivo a stargli lontana perché era la mia versione maschile e per quanto fosse strano anche lui sembrava provare qualcosa per me. 
Ci fidanzammo durante una gita e lui decise di invitarmi a casa sua, era enorme, bellissima! Mi fidai come una stupida di lui... poi mi portò nella sua stanza ma da lì capi che c'era qualcosa che non andava, c'erano varie foto tremende...
"

L'asiatica si interruppe mentre una lacrima le rigò il suo volto, era una stupida a cercare affetto e comprensione in altre persone ma senti la mano di Samu sulla sua spalla. Per quanto quel gesto fosse insignificante scattò un meccanismo interno in lei, che la fece subito sentire meglio e ciò le permise di continuare il racconto. 

"Cosa stavo dicendo? Ah già! Rimasi sconvolta, avrei voluto scappare ma lui mi blocco e mi mise a pancia in giù, ricordo ancora tutto come fosse ieri, c'era persino suo padre che rideva di gusto. Lui prese una specie di cinghia rivestita con del materiale tipo velcro e iniziò a-iniziò a fr--frus-

Non ce la faceva più Heather e iniziò a piangere in silenzio coprendosi il volto per la vergogna, Samu l'abbracciò mentre persino Gwen non poté fare altro che consolarla.
Quel metallaro la faceva sentire strana, prima la spalla poi quell'abbraccio, era una cosa stupida ma dopo quel gesto si sentì come fosse al sicuro e riuscì a terminare il racconto:
"Gr-Grazie, di tu-tutto! Per fortuna ci fu una cameriera, una santa donna che sentiti i rumori mi aiutò a liberarmi e ad uscire di li."
"Ma la cameriera non poteva denunciare quel pazzo?" Gwen tremava dalla rabbia e dallo sconforto, stavano spesso insieme! Come aveva fatto a non accorgersi di ciò che aveva passato l'asiatica?
"La sua famiglia non poteva permettersi uno scandalo, la cameriera sparì e offrirono un sacco di soldi ai miei per non denunciare il fatto..." Samu senti una punta di disgusto alla parola miei! E capì subito...
"Non mi dire che..."
"Già! i miei accettarono, poi per far calmare le acque lo hanno spedito per un po in Argentina ma lui è riuscito a trovarmi su internet, mi ha contattato e ora ho paura che voglia farmi di nuovo del male."
Heather tremava ed aveva le mani sul volto, non ci credeva ancora di aver rivelato a qualcuno cosa le era successo. 
Samu aveva le lacrime agli occhi, ma allo stesso tempo aveva una rabbia in corpo incredibile, stava esplodendo! In qualche modo riuscì, almeno per il momento a ricomporsi:

"Sentite, tra poco io devo scendere, grazie ancora per il supporto, a domani." Lo disse con un tono malinconico, quasi fosse un'addio...
"Aspetta Heathy, prima che tu vada, tieni!"E tirò fuori da un taschino segreto del pantalone un coltellino a serramanico:
"Me lo sono sempre portato dietro in caso di brutte situazioni, ma penso che ora serva di più a te!" Infine la abbracciò ancora e le diede un bacio sulla fronte, con Heather che arrossì tantissimo:
"Gr-Grazie mille, ci vediamo domani."
NO! non si sarebbe lasciata andare! Per la prima volta c'erano delle persone che la sostenevano e no, non le avrebbe deluse!
Samu e Gwen videro l'orgoglio ritrovato nello sguardo dell'asiatica e si tranquillizzarono, quantomeno non avrebbe fatto azioni sconsiderate.
Comunque nessuno dei 3 riuscì a dormire, erano tutti preoccupati, d'altronde queste cose erano più grandi di loro, dei semplici ragazzini delle superiori...
  
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