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Autore: Iwazaru    17/04/2015    2 recensioni
Semplicemente una non semplice storia d'amore...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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La prima giornata al Coachella è volata in un lampo. Svegliarsi alle quattro del mattino, correre con un taxi per arrivare puntuale, un viaggio di due ore, allestire il banco, lavorare tutto il giorno sotto il sole. É finita che alle otto facevo una doccia e alle nove mi sono addormentata come una babbea.
Stamattina sono molto più riposata e con Shannon, Kevin e Joyce siamo tornati al banchetto della BlackFuel.
Non è da sottovalutare il fatto di rimanere in piedi a servire gente per tutto quel tempo. In compenso anche ieri ho avuto modo di chiacchierare con Shannon ed ho scoperto che è molto più simpatico di quello che credevo. Forse era tutto dovuto al fatto di averlo conosciuto in una circostanza, beh, particolare diciamo.
Sono le dieci del mattino e siamo già a servire caffè. In questo posto c'è un caos assurdo e ho già visto di sfuggita qualche personaggio famoso delle serie tv!
"Sei sparita ieri sera…" dice Shannon con un sorrisetto mentre mi squadra.
"Ero esausta, dopo la doccia ho fatto l'errore di sdraiarmi cinque minuti e sono partita"
"Immaginavo, non sei abituata a queste cose, mh?"
"A delle trasferte svegliandomi alle quattro del mattino, lavorando tutto il giorno e poi pensare di uscire per divertirmi? No, proprio no" ammetto ridendo mentre servo l'ennesimo caffè.
Ormai è qualcosa che so fare fin troppo bene, ma suona così strano vederlo fare da Shannon, lui è il capo…
"Tu? Andato a zonzo?"
"Sì, con Joyce siamo andati a sentire della musica, bere un po', cose così"
Ecco, in questo momento non so con precisione perché la cosa mi dia fastidio.
"Capito" dico un po' più freddamente mentre preparo i bicchieri per i prossimi caffè e non lo guardo nemmeno più, ben sapendo che posso fare queste cose anche guardando altrove.
"Non…è successo nulla. Nè con lei, nè con altre…"
Istintivamente lo guardo, sono attonita. Che…?
"Ah, no ma…non è affar mio, insomma, puoi fare quello che vuoi, figurati" mi stringo nelle spalle e questa volta fisso i bicchieri perché è meglio che fissare lui, quel viso, quegli occhi e quella schiettezza che mi ha disarmata completamente. L'espressione che aveva, cosa diavolo voleva dire?!
La giornata è lunga e viene Joyce insieme all'altro ragazzo a darci la possibilità di prendere una pausa per mangiare qualcosa.
"Cosa vuoi mangiare? Tanto qui c'è praticamente di tutto"
"Mh, non saprei, passiamo davanti ai chioschi e andiamo a odore?" chiedo con un sorrisetto.
Lui ride ed annuisce.
"Sei tornata normale"
"Mh?"
"Prima, eri strana, ma ora sei tornata normale"
"Oh, è il caldo credo, potevamo pensare ad un modo per rinfrescarci"
"Già, ma a parte l'ombrellone non ce ne sono altri"
"Una bella ghiacciaia, con qualche pinguino e qualche palla di neve per giocare"
"Nostalgia di casa miss Norge?"
"Ah-ah…forse un po', perché?"
"Pensavo volessi rimanere qui, non è per quello che hai una casa nuova?"
"Certo che rimarrò qui, ma non vuol dire che ogni tanto non mi dispiacerebbe tornare a casa a godermi una o due settimane d'inverno" faccio spallucce.
"Ho visto solo Oslo della Norvegia, poi siamo sempre stati di passaggio"
"Nei tour?"
"Sì"
"Immagino, le altre città sono troppo piccole e non credo abbiano posti per accogliere dei concerti della vostra portata"
"Della nostra portata?"
"Sì, ho letto su internet che fate quasi sempre il pienone nelle arene più grandi"
"Vero, di dove sei tu? Insomma, dove sei cresciuta?"
"Un po' qua e un po' là…" ammetto facendo spallucce.
Lui mi guarda incuriosito e io sorrido.
"Sono nata a Londra, ma mia madre voleva crescermi in Norvegia, quindi siamo andati a vivere nella sua città natale, Tromsø. Quando però i miei si sono separati, ci siamo spostate a Oslo. Lì mia madre ha cominciato a lavorare sempre di più e io passavo l'anno scolastico a Oslo e le estati in Inghilterra" dico facendo spallucce "Non mi lamento, ho vissuto in luoghi splendidi e ne ho visti di molto belli. Ma il mio cuore spesso vuole tornare a Tromsø. La considero casa"
"L'ho già sentita, ma non ci sono mai stato"
"Oh, è splendida, immagina una citta sul mare, composta da un paio di isole più la terra ferma, dove d'inverno nevica ed alle spalle ha le montagne. Puoi vedere l'aurora boreale e anche se non abbiamo mai delle giornate completamente buie, ne abbiamo alcune in cui la notte non arriva mai. Tu pensa d'esser fuori a mezzanotte e che ci sia comunque il sole. Siamo a 350km dal circolo polare artico e, beh…semplicemente la amo. E poi i miei nonni vivono ancora lì" spiego con un sorrisino.
"Sembra proprio…tu sia innamorata di quella città"
"Lo sono, ma non sono riuscita a pensare alla mia vita perennemente lì. Da ragazza, pensare di passare tutta la mia vita a Tromsø mi paralizzava. Come se avessi la sensazione di essere fuori dal mondo"
"é molto a nord?"
"La definivano la capitale della Lapponia"
"Oh, parecchio a nord" dice lui ridendo e la sua risata è così piacevole…
"Già. Oh! Quello, voglio mangiare quello!" dico poi indicando quello che sembra un enorme panino hamburger o simile.
"E riusciresti a finirlo?"
"Vuoi mettermi alla prova?"
"Okay, ti sfido. Giuro che se lo finisci ti do 50$"
"Wow, ora sì che lo finirò!"
"Prego"
Ci avviciniamo al banco e quell'hamburger è gigantesco! Gli americani hanno tutte queste misure super size di qualunque cosa!
"Salve, vorrei uno di quello!" dico trionfante. 
Anche il ragazzo del chiosco mi guarda allibito.
"Sì, sì, riuscirò a finirlo" garantisco con un sorrisetto e lui ride a sua volta dicendomi solo "okay".
Pago e mi siedo ad uno dei tavolini con le mie patatine.
"Tu non mangi?"
"Sì, ma non quella roba, prendo altro"
Shannon al contrario di Jared non sembra vegano, ma non esagera con la carne, prende un'insalata di pollo gigante. Una cosa che qualunque ragazza americana finisce come nulla.
Durante il pasto non chiacchiriamo, sono troppo concentrata sul mio panino e mi accorgo che in tanti mi stanno guardando.
"Ma…sembro così uno scricciolo? Mi guardano tutti…"
"é che messa a paragone con il panino, non sei esattamente una montagna"
Sbuffo divertita e scuoto il capo.
"Esagerati"
Ci metto quasi un'ora, ma quel benedetto panino è finito! Shannon mi guarda sbalordito e in un attimo si solleva, prende il portafogli dalla tasca e mette 50$ sul tavolo.
"Meritati" dice con un sorrisetto.
"Grazie, grazie" miagolo "Ora però sto per scoppiare, ti prego, facciamo una passeggiata"
"Guarda che per oggi abbiamo finito, ci pensano Kevin e Joyce fino alle 5, dopo quell'ora, ci siamo accorti ieri che è inutile tenere il banco aperto"
"Ah, pensavo dovessimo tornare"
"No, per nulla"
"Bello, allora, passeggiata e ascoltiamo della musica?"
"Andata, ma andiamo a cambiarci…"

Siamo andati a cambiarci e io ho messo un paio di shorts di jeans chiari e la solita canotta, amo mettere le canotte e LA lo permette parecchio! Ecco perché non tornerei ai cappotti di Tromsø.
Abbiamo passato il pomeriggio in giro e siamo andati ad uno dei concerti, ho saltato, urlato e cantato con Shannon ed è stato dannatamente divertente. Ci stiamo anche bevendo un po' troppe birre! Ma è l'atmosfera del Coachella!
"C'è la ruota panoramicaaa!!!" urlo ormai piuttosto arzilla per via delle birre.
"Vuoi salire?"
"Sì! Di sera è anche più bello!"
"Forza, andiamo" dice facendo cenno con il capo, mi prende la mano e andiamo verso la ruota.
Io non ho nemmeno il tempo di perplimermi per quella mano. Le sue mani sono grandi, molto più di quelle di Jared.
Paga il biglietto e dopo qualche momento in cui aspettiamo che arrivi, saliamo e facciamo la nostra corsa.
"Sei ubriaca, lo sai?"
"Forse un po'" dico ridacchiando "Ma eri ubriaco anche tu quando c'era mio padre"
"Vero, ma io non andavo in giro ad urlare" dice ridendo.
"Sono una ragazza casinista, scusa se non sono una di quelle biondone perfettine che ti piacciono tanto. E comumque anche io sono bionda, solo che preferisco il nero e poi…"
Shannon ferma il mio vomito di parole tappandomi la bocca con la sua, proprio nel momento in cui la ruota si ferma nel punto più alto. Le risate e le chiacchiere della gente sono più lontane da quassù, l'aria è più fresca e piacevole e le sue labbra sono così morbide e piacevoli che non riesco a non ricambiare il suo bacio. Questi due giorni con lui sono stati splendidi. É simpatico, alla mano, chiacchierone quando si lascia andare altrimenti risulta addirittura timido. I suoi modi sono così protettivi e piacevoli. Mi aggrappo al suo braccio e continua a baciarlo fino a quando non rimango senza fiato e devo necessariamente scostarmi.
"É il tuo modo di farmi stare in silenzio?" mormoro.
"No, volevo farlo da settimane"
Settimane? Oddio… Il mio cervello è troppo imbevuto d'alcol per elaborare correttamente la sua affermazione. Così tutto ciò che mi esce è un "oh".
"Non ne ho approfittato perché sei ubriaca, ho solo pensato fosse bello farlo qui"
E lo era davvero, perché non sono così ubriaca, se non mi fosse piaciuto lo avrei spinto via! Mi mordo appena il labbro e resisto esattamente due secondi prima di accarezzargli il viso e baciarlo nuovamente. La ruota panoramica riparte, ma non mi interessa.
Solo quando ci chiedono di scendere, mi scosto da lui e senza guardarlo scendo con un balzo, finendo ovviamente con la faccia in terra. Forse ero davvero troppo ubriaca per un saltello di questo genere.
"S-syn? Stai bene?" sento nella sua voce che sta cercando di non scoppiare a ridere, ma diamine, riderei anche io se mi vedessi in questo stato!
"Sì" sbuffo appena.
Mi ricompongo e cerco di alzarmi, ovviamente mi esce il sangue dal naso.
"Sei un disastro" dice ridacchiando appena.
"Ah, quindi baci una ragazza sulla ruota panoramica e poi ridi di lei quando si fa male?"
"Ebbene, sono un'orribile persona"
Sorrido e scuoto appena il capo.
"Orribile persona, trovami un fazzoletto o userò la tua maglia per pulire il sangue"
Lui va ad un banchetto di zucchero filato lì accanto e prende dei fazzolettini.
"Se vuoi, per farti passare la bua ti prendo lo zucchero filato"
Inarco un sopracciglio e lo guardo male "Preferisco andare sulle montagne russe"
"Oh, sicura?"
"Molto"
"Andiamo allora" dice facendomi cenno.
Il tempo della fila, mi serve per concedere al mio naso di smettere di sanguinare, quindi quanto tocca a noi, ci mettiamo sui vagoni di testa e allacciamo le cinture.
"Pronta?"
"Nata pronta, sono emozionata!" 
Lui ride e io invece per tutto il tragitto urlo come una pazza, tanto sono gasata. Alzo le braccia, gli do qualche colpetto e rido, rido tantissimo con il vento che spara per aria i miei capelli corti.
Quando scendiamo, beh scende prima lui e mi aiuta ad uscire, la cosa fa sì che io finisca contro di lui.
"Bello" miagolo "Il giro"
"Certo, bello"
Non ho idea di che ore siano, ma le persone cominciano ad essere di meno. Le ore passano come nulla quando sono con Shannon!
"Sono un po' stanca…" ammetto stircchiandomi appena "Che ore sono?"
"È quasi la una di notte"
"Ecco perché sono stanca"
"Domani è l'ultimo giorno…"
"Già, sarà strano tornare al caffèè"
"Era la prima volta che venivi qui?"
"Primissima, ho perso la verginità da Coachella, colpa tua"
Lui scoppia a ridere come un matto e io sorrido nel vederlo così.
"Sei assurda"
"Uff, non è colpa mia se non hai mai conosciuto ragazze anglo-norvegesi che vivono a LA"
"No, mai…"
Sorrido e camminiamo per andare verso il motel. Quando arriviamo, è imbarazzante, perché io non vorrei separarmi da lui, vorrei continuare a chiacchierare. Ma sono anche conscia che domani dobbiamo lavorare e che se gli chiedessi di venire in camera, penserebbe chissà cosa…
"Vai a dormire subito?" mi domanda.
Io inarco le sopracciglia guardandolo stupita "Forse" mormoro mordendomi il labbro.
"Ti va di chiacchierare ancora?"
Mi legge nella mente? "Sì…"
"Posso?" indica la mia porta con un cenno.
Io mi limito ad annuire, prendo la chiave dalla tasca ed entriamo nella mia stanza. La prima cosa che faccio è andare in bagno per controllare il mio naso, sciacquare il viso e visto che ci sono infilare i pantaloncini del pigiama.
Quando esco, lui è seduto sul letto e mi guarda con un sorrisetto "Messa comoda?"
"Sì e ho lavato via un po' di sangue"
Mi siedo accanto a lui, ma poi mi sdraio con la schiena sul letto, lasciando i piedi sfiorare il pavimento.
"Stanca?"
"Sì, ma anche no. É strano, sono stanca, almeno il mio corpo lo è, ma avrei voglia di continuare a chiacchierare fino domani mattina"
Lui si sdraia come me e volta il capo per guardarmi.
"Già, la penso allo stesso modo, che lavoro fa tua madre? Tuo padre lo sappiamo bene" dice sorridendo.
"É un'ambasciatrice dell'ONU. Viaggia molto e in effetti il suo è un lavoro improtante"
"Cavolo, lo è sul serio. La senti spesso?"
"Non quanto vorrei, tra il fuso orario e gli impegni, al massimo una telefonata al mese, tante mail e qualche video"
"Vi registrate video?"
"Sì, è divertente, in sostanza facciamo lunghi monologhi in cui ci raccontiamo tante cose. É quasi meglio che per e-mail e anche se indirettamente ci vediamo"
"Ti manca?"
"Molto, come mi mancava mio padre. Ma sono una persona adulta, no?"
"Io ho 44 anni e quando non vedo mia madre per mesi, mi manca. Oppure mio fratello"
Merda. Suo fratello. O cazzo! Jared mi ha baciata! Shannon mi ha baciata e io ho baciato Shannon.
Oh cazzo, mi piacciono due fratelli…
   
 
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