Gardis
sospirò guardando il pacchettino ancora fasciato che stava sul letto, gli
lanciò un’occhiata furtiva, come se contenesse droga.
Il
sigillo era ancora integro visto che dopo aver pagato
si era affrettata a nascondere il sacchetto di carta lucida nella borsa e a
farlo sparire da occhiate indiscrete.
Hestia
aveva sorriso tutto il pomeriggio e così, per non rovinare il suo buonumore, si
era lasciata convincere a continuare la loro passeggiata per negozi e
addirittura a comprarsi un nuovo paio di stivali di cui, stando alla mora,
aveva assolutamente bisogno…
Ora,
a spese fatte, gli stivali facevano bella figura insieme alle altre calzature,
mentre il pacchetto era ancora sigillato lì assieme al suo contenuto proibito.
Forse si faceva troppi complessi, dopotutto cosa c’era
di sbagliato in un reggiseno e un paio di mutandine?
Il
fatto era che raramente si era lasciata condizionare al punto da cambiare i
propri pensieri… ovviamente con Kitt questo era all’ordine del giorno, ma lui
non si era mai preoccupato di intervenire su questioni strettamente personali.
Doveva però ammettere che il completo che aveva comprato, come colore, le
donava proprio, perfino Hestia era rimasta
entusiasta, battendo le mani.
La
parte più difficile era indossarlo, certo era da considerarsi un problema se non riusciva neppure a toccarlo…
Si
distese e guardò il baldacchino del letto, aprì le braccia ai lati e rimase a
fissare i disegni della tela, poi i suoi occhi caddero su un grosso volume
sulla scrivania.
Non
era il suo nuovo completo intimo il problema più grande, ma qualcosa di ben
peggiore.
Aveva
cercato di rimandare il più possibile, ma ormai era inevitabile.
Gardis,
sigillata in camera, guardò con apprensione la pila di tomi di parentele che
erano appoggiati allo scrittoio e i foglietti che
spuntavano da ciascuno: i suoi immancabili post-it che appiccicava dappertutto.
Al
centro, proprio sopra il set da scrittura, stava la risposta delle risposte, il libro che conteneva tutto quello che stava
cercando.
La
genealogia della Molto Antica e Sempre Rispettata Famiglia Black.
Come
recitava la copertina con tanto di stemma serigrafato.
Fece
un respiro profondo e si apprestò a spostare gli altri sul pavimento per avere
un po’ di spazio, poi dalla cartellina di cuoio, estrasse un foglio di carta
ruvida, in cima era una bordatura e sotto questa era
impresso lo stemma dei Malfoy in rilievo, se si passava il dito lentamente sul
foglio se ne potevano avvertire le forme marcate con un antico metodo: era la
carta da scrittura privata della famiglia e di certo non sarebbe dovuta essere
usata per i bigliettini di Storia della Magia o il prof si sarebbe subito
accorto della provenienza.
Automaticamente
seguì con l’indice la linea della spada su cui si
attorcigliava il serpente, a occhi chiusi, era un gesto che compiva sempre
prima di usare qualcuno di quei fogli, era curioso che sua madre detestasse le
serpi visceralmente e una di queste fosse lo stemma della sua famiglia di
adozione, di sicuro prima di sposarsi suo padre l’aveva presa in giro a non
finire sulla faccenda…
Posizionò
il foglio alla sua destra, in modo da poter annotare tutto ciò di cui riteneva
necessario ricordarsi, poi afferrò la penna con la voluttuosa piuma rossa e
dorata e la intinse nel calamaio con l’inchiostro nero, il terzo più a
sinistra, aprì la copertina e si trovò di fronte una pagina bianca.
Il libri
di parentele erano spessi e complicati, le copertine erano pesanti e chiuse con
serrature di ottone, Lillis aveva provveduto a
recapitarglielo già forzato, grazie al cielo, le pagine poi erano spesse il
doppio del normale, ingiallite dal tempo, specie quelle delle famiglie più
antiche e numerose, proprio come quello che aveva di fronte, i bordi di ogni
pagina riportavano il range temporale entro cui erano
vissuti i personaggi della pagina; trovare qualcuno lì in mezzo era un
autentico macello e serviva concentrazione, acume e un’ottima vista, senza
contare che bisognava memorizzare almeno una dozzina di simboli essenziali per
decifrare le parentele e il grado magico senza invece contare quelli superflui…
ad esempio, se il riquadro sopra cui stava il ritratto era attraversato da una
fascia blu significava che quella persona era un figlio illegittimo; se accanto
al ritratto si aveva una croce puntuta, simile a quella della repubblica
marinara di Amalfi, allora la persona era stata diseredata dalla famiglia, come
era accaduto per Sirius Black.
Il
fiore rosso indicava che la persona era di stirpe vampira, se il fiore era
mezzo rosso e mezzo bianco allora si trattava di un
vampiro mezzo e mezzo, se era tutto nero era a metamorfosi temporale.
Esisteva
poi un simbolo speciale per i licantropi, per i giganti, per le veela, ovviamente simboli derivati per i mezzosangue delle
ultime due specie, per le mogli ripudiate, per i mudblood,
per i babbani, per coloro insigniti di onorificenze
particolari e, chiaramente, erano indicati anni di nascita e morte e dati
salienti. Per questioni di archivio le persone cacciate dalle varie famiglie
non venivano cancellate, in modo che si avesse sempre
memoria del loro passato.
Grazie
al cielo quelli del Ministero avevano disposto una magia perché fosse più
facile rintracciare le persone senza dover stare chini sui singoli volumi
almeno due settimane.
Fece
gocciolare l’inchiostro sulla pagina e poi scrisse il nome: Christopher Justin Black,
l’inchiostro venne assorbito dalla pergamena.
Dal
libro non si ottenne nessuna risposta. Poi, all’improvviso, una scritta deturpò
il candore del foglio
Nessun risultato per la ricerca
effettuata.
Ricerche simili: Christopher
Justin Black – DeLaci
Scrisse
la magia del libro.
Gardis
sottolineò il nome di quella persona che si chiamava
più o meno come Kitt, aveva come il sospetto che i casini di Chris fossero
tutti incentrati sulla sua famiglia, quindi era possibile che Black non fosse il suo vero cognome, o forse…
Il
tomo si aprì automaticamente ad una pagina imprecisata
e davanti agli occhi bicolori del Prefetto dei grifoni si snodò un intrico di
parentele che avrebbe fatto invidia ad un cestino del cucito.
In
fondo alla pagina, la casella della persona cercata era contornata da una
raggiera dorata in modo che fosse facilmente identificabile. Gardis ne rimirò
il ritratto e si accorse che si trattava proprio del suo migliore amico:
Christopher
Justin Black – DeLaci.
Con
l’indice tremante accarezzò la miniatura fedele, accanto non c’erano simboli
particolari, solo quello della sua Casa di appartenenza: Ravenclaw.
Un
momento, ma DeLaci non era
anche il cognome di quella tipa? Quella del primo anno che aveva incontrato con
lui nel corridoio?
Con
la punta della penna percorse la linea che lo collegava alle due caselle
sovrastanti, i suoi genitori, evidentemente. Alla destra stava un ritratto di
sua madre, era una donna molto bella e piuttosto somigliante alla fotografia
che le aveva mostrato una volta, aveva i capelli corvini e i
gli occhi blu come lui. Le sorrise istintivamente, lei non pareva stesse
sorridendo, però.
Lesse
il suo nome: Temperance
Averil Black.
Le
ricordava qualcosa, era come se lo conoscesse, anche se al momento le sfuggiva…
Forse
Kitt aveva avuto dei dissidi con il padre mentre questi era ancora in vita e
aveva deciso di usare solo il cognome materno? Era un’ipotesi, ma sapeva che il
padre di Christopher era morto quando lui aveva, boh, 7
anni? Un po’ troppo presto per i primi conflitti generazionali…
Spostò
lo sguardo alla casella di sinistra, vide un ritratto molto familiare e lesse
la didascalia: Alerei Habren
DeLaci.
Conosceva
Alerei piuttosto bene, era un grande amico di famiglia ed era legatissimo a Seraphin.
Perché
Kitt le aveva detto che suo padre era morto? Alerei era vivo e vegeto, o almeno
lo era a Natale quando le aveva spedito i suoi più sentiti auguri di Natale e
il solito regalo simbolico… che Chris fosse un figlio illegittimo? Ricontrollò,
ma non c’era banda di bastardaggine sul suo quadrato, in compenso ce n’era una
proprio su un ritratto alla stessa altezza che pendeva dalla foto di Alerei. E a
notare bene, ce n’era anche un’altra sotto Temperance…
Tre erano le miniature: quella centrale era di
Christopher, quella di destra, che veniva da sua madre, ritraeva suo fratello Lachlan Tom Black,
e aveva cognome Black, non DeLaci,
quindi era bastardo di madre, mentre sotto Alerei c’era l’immagine di quella
ragazza: Izayoi Fuyou
DeLaci, recitava la sua didascalia.
Le
ultime due foto avevano chiaramente il segno di illegittimità:
che i genitori di Kitt fossero divorziati? Alerei non ne aveva mai parlato in
sua presenza…
Entrambi
i suoi genitori, però, avevano figli illegittimi, la cosa aveva del sospetto,
forse cominciava a capire di che genere di segreti intendesse quel ragazzo.
Poi
un’altra cosa la colpì: Temperance Black. Aveva molto più del familiare, era assurdo che non
se ne fosse ricordata prima! Black! Black come Seraphin!
Infatti
accanto a lei, proveniente dagli stessi genitori, stava un’altra casella: Seraphin Lynwood Black, quello era Fin!
Allora…
allora… significava che Temperance era la Ransie che lui stava cercando?
Seraphin
aveva una vera e propria ossessione per lei, fin da bambino diceva che avrebbe
ritrovato sua sorella scomparsa, rapita dai mangiamorte, ma allora… cazzo, non
ci capiva più niente! Ransie stava bene e aveva dei
figli, però Seraphin non lo sapeva… che diamine stava
succedendo?
Perché
lui non lo sapeva?
Perché
diceva di essere stata rapita?
Chi
era davvero Christopher Black?
E
i suoi fratelli, anzi, fratellastri, di chi erano
figli?
Era
strano, in genere anche degli illegittimi venivano
scritti i genitori, nonostante fosse gente importante, ma in quel caso no…
perché? L’unica spiegazione era che neppure Ransie e
Alerei li conoscessero… poco probabile, però, sì, insomma, in genere ci si ricorda delle persone con cui si è andati a letto, solo suo
padre faceva finta di aver rimosso tutte le altre dalla sua memoria da
elefante.
Guardò
ancora l’albero, in effetti sopra Ransie
e Fin erano scritti i nomi di Zachariah Black e Bryanna Simmons… e sotto la madre il simbolo di morte, perché
era mancata molti anni prima.
Accanto
a Zachariah un altro viso familiare, e le sembrava
che ce ne fossero già troppi per la sua tranquillità: quello di Rowena Amariah Black sposata Piton.
Incuriosita
salì ancora, non aveva mai saputo da dove venisse quel ramo dei Black e quel che lesse la inchiodò alla sedia: Orion Black, il
padre legittimo di Sirius, era anche il padre di Zachariah e… la sua amante, la madre di Zach
e Rowena, era una certa Lachesi Gaunt, cognome insolito, ma non se ci si
spostava poco accanto dove una linea la collegava nientemeno che con una
casella vuota: Tom Marvolo
Riddle. Al Ministero era proibito far vedere la
sua foto, per questo era vuota. Praticamente tutta
quella gente erano i bis bis nipoti della sorella
gemella di… Voldemort?
Cazzo!
Merda!
Qual
era l’esclamazione più appropriata?
Forse
non avrebbe dovuto guardare quel libro… si mise istintivamente le mani nei
capelli.
Il
dilemma era ancora lì.
Ma se
anche i genitori di Kitt fossero stati due fedifraghi, che pericoli potevano
correre gli amici di quel ragazzo? Che pericoli erano quelli
di cui lui parlava sempre?
La
colse un’illuminazione: e se Temperance fosse stata
trattenuta contro la sua forza? Se lo fosse ancora? Poteva anche esserlo
e suo figlio Lachlan… beh, poteva essere stata violentata… erano cose che
capitavano piuttosto spesso, purtroppo, anche nel mondo normale, ma quello
magico non era molto diverso e i mangiamorte non erano degli stinchi di santi…
Mangiamorte…
quella parola non veniva più pronunciata tanto spesso.
Ma il nome di Voldemort ancora meno e non per paura
come accadeva vent’anni prima.
Ricontrollò
tutte le informazioni che combaciavano, poi la colpì ancora una cosa: la data
di nascita di Lachlan e Izayoi.
Entrambi
erano nati il 31 dicembre, curioso… ma era solo una casualità?
Aspetta,
non era che… che Lachlan e Izayoi potevano essere
figli degli stessi genitori, gemelli per la precisione, solo che lei, Temperance, magari per paura, non aveva avuto il coraggio
di scappare, o forse era stata ricatturata, forse si
erano incontrati solo una volta… poteva esserlo? Certo! Beh, allora si spiegava
perché accidenti Kitt dovesse proteggere tanto la sua famiglia e sua sorella in
particolare.
E
magari i genitori avevano tenuto un figlio ciascuno… Temperance
poteva aver fatto credere ai mangiamorte che Lachlan era figlio loro quando
invece lei aveva incontrato il marito…
Ma che
diamine ne sapeva lei?
Hestia
bussò tre volte alla porta come faceva di solito e attese che Gardis la chiamasse,
la bionda chiuse di scatto il libro e la fece entrare
e sedere sul letto.
-
L’altra sera
quando abbiamo parlato ero così presa dal raccontarti
la storia mia e di Jeff che mi ero dimenticata di parlarti di un’altra faccenda
-
Fammi indovinare,
c’entrano per caso Christopher e qualcuno dei suoi fratelli? – la mora la
guardò sconcertata, era un risultato notevole se si considerava che Gardis aveva quasi ucciso la Cooman con
una sfera di cristallo che la prof non aveva previsto che arrivasse
dritta in testa.
-
Come lo sai?
-
Tu dimmi e basta,
poi io e te facciamo due chiacchiere
-
Sai che Chris ti
aveva detto di avermi visto nel corridoio con Jeff?
-
Sì
-
Ebbene, lui non
era di ronda quella notte ed è strano, insomma, nessuno ci tiene a fare ronde
supplementari – spiegò praticamente la piccola Potter
-
Me lo aveva detto
-
Beh, qualsiasi
cosa ti abbia detto spero sia stata convincente perché di sicuro non lo è
trovarsi in un vecchio bagno semi abbandonato con due ragazzini alle calcagna e
una lanterna in mano
-
Vecchio bagno?
Credevo che foste nel corridoio
-
Ma figurati se
rimaniamo in un posto così in vista… - si lamentò la mora – siamo andati al
bagno di Mirtilla, il venerdì va sempre a fare una partita a dama assieme a qualche altro fantasma
oppure a stuzzicare Mrs Purr
-
E allora? –
Gardis cominciava ad essere sospettosa, ma voleva
sapere dove Hestia voleva arrivare
-
Beh, sai, con la
Camera dei Segreti riaperta, gente che vola sui tetti della scuola, i prof in
subbuglio, non mi dirai che è normale che uno gironzoli a quel modo… e poi che
ci faceva in quel posto quasi abbandonato? Gardis, hai detto “fratelli” al
plurale? – la piccola Potter cominciava a macinare le informazioni e a fare 2+2
con quel che sapeva a sua volta
-
Ho detto fratelli
-
Non mi dirai che
quella ragazzina è sua sorella! – le mani bianche della ragazza si posarono sul
viso e scosse la testa – in effetti non è poi così
strano… sono uguali…
-
Sì, lo so, ma che
faccenda è questa della Camera?
-
L’ho saputo da Mirtilla che l’ha saputo dai fratelli Canon che l’hanno scoperto
dai prof… - un sopracciglio biondo si alzò al sentire la trafila del
pettegolezzo – beh, insomma, per farla breve qualcuno l’ha riaperta
Le
iridi della Malfoy si dilatarono in maniera impressionante e Hestia ne fu quasi spaventata temendo che le stesse venendo un accidente lì in quel momento
-
Siamo nei casini, Hestia, casini
grossi – esclamò – giganti!
-
Sì sì, certo che siamo nei casini – ridacchiò contenta la
mora, felice di avere finalmente la sua avventura, si era momentaneamente
dimenticata di dire a Gardis della Camera e la sua reazione era piuttosto
esagerata visto che lei lo sapeva da prima di Natale e
non era ancora successo nulla di grave. E il morbillo magico non era una
conseguenza della Camera – aspetta Gardis, non ti agitare, la Camera è aperta
da prima di Natale, non succederà niente, insomma…
-
Hestia, tu sai da dove si accede alla Camera? – chiese con
le sopracciglia alzate in segno allusivo la Malfoy
-
No, certo, mamma
e papà non ne parlano mai e non ce lo hanno mai detto.
Però ho cercato di scoprirlo, solo che non mi hanno
ancora detto niente…
-
Hestia, - disse seria l’altra - forse te
puoi non sapere da dove si entra nella Camera, ma stai sicura che a me l’hanno
detto. L’ingresso è nel bagno di Mirtilla Malcontenta
-
Cazzo! – Hestia si lasciò sfuggire una
parolaccia, cosa a cui in genere faceva attenzione – però avrei dovuto intuire
che tu sapessi da dove si entrava…
-
Bando alle
stupidaggini, lo sai che cosa significa?
-
No, cosa?
-
Significa che
Kitt e quei due hanno qualcosa a che fare con la Camera
-
Non mi dirai che
è stato lui ad aprirlo! Insomma… solo mio padre parla serpentese
ormai… - si difese la mora scuotendo la testa, la sua avventura stava prendendo
dimensioni preoccupanti
-
Da quanto è
aperto quel posto?
-
Boh, direi un
mese, perché?
-
Non è la prima
volta che qualcuno mi viene a dire che Kitt gironzola per i corridoi.
Ovviamente non ci ho mai fatto caso, sono la prima che non rispetta il
coprifuoco, eppoi era sempre impegnato in ronde
supplementari, però… ora che ci rifletto, sempre di venerdì. Perché venerdì?
-
Perché?
-
Che ne so!
-
Ma allora non ci
sto capendo nulla – esclamò Potty1
-
Vieni con me,
voglio chiarire questa faccenda, quando avremo finito
ti spiegherò che cosa ho scoperto invece io, ma ho un sospetto
-
Me lo
racconterai?
-
Che giorno è
oggi, Hestia?
-
Mercoledì,
perché?
-
Il mio sospetto
rischi di vederlo in faccia venerdì prossimo
-
Gardis, devo
preoccuparmi?
La
bionda, che la stava precedendo per un corridoio, si voltò verso di lei, la
squadrò dall’alto in basso con un po’ di sufficienza, Hestia
si sentì una nullità
-
Sì, Hestia, hai parecchio da preoccuparti
-
E gli altri?
-
Altri chi? L’hai
detto a qualcuno?
-
Beh, Jack e Jeff
mi hanno dato una mano… credo che Jack l’abbia detto a Karen
-
Merda. Beh,
chiariremo questo casino tutti insieme.
E
continuò a camminare per il corridoio mentre a stento la mora le stava dietro
con l’andatura marziale che stava tenendo.
* * *
Gardis percorse il corridoio del terzo piano senza la
minima esitazione, diretta alla porta in fondo a sinistra.
Hestia,
dietro di lei, la seguiva con una certa difficoltà senza sapere dove la bionda
la stesse conducendo e piuttosto incerta a girovagare per un corridoio proibito
agli studenti.
Quando
arrivarono circa a metà del pianerottolo una melodia
dolce e malinconica dal sapore nostalgico si diffuse nell’aria rendendo
l’atmosfera estremamente quieta.
Gardis
si fermò di fronte ad una porta chiusa da cui, presumibilmente, proveniva il
suono delicato del pianoforte
-
Sembra un po’
inquietante – ammise la mora studiando la piccola Malfoy per niente scomposta –
è come la musica che hanno suonato al funerale della zia Radagund
-
Chi è Radagund? – domandò il Prefetto stupita
di non ricordarsela
-
È la sorellastra
della zia Ermintrude, è morta
un paio di anni fa…
-
Ad ogni modo è
solo uno dei Notturni di Chopin,
certo non la Messa Sacra di Mozart…
-
Sarà, ma mi fa
uno strano effetto… come una dolcezza strana…
-
È normale –
sentenziò la capitana della squadra di quidditch – è
un pezzo volutamente nostalgico
E
senza aspettare altro bussò tre volte e girò la
maniglia mentre la musica continuava ad uscire lenta e cadenzata.
Quando
l’uscio fu completamente spalancato, Hestia mise la
testa dentro e rimase sorpresa di percepire il tremulo sole invernale dopo il
buio cupo del corridoio; la stanzetta era deliziosa, c’era un tavolino rotondo
con un centrino ricamato e, sopra questo, un piatto
bianco decorato con fiori di pisello odoroso colmo di biscotti al burro e
guarniti di cioccolato.
Proprio
lì accanto era sistemato un servizio da tè e una caraffa d’acqua riempita con
un mazzo di trifogli invernali coi loro fiori a pignetta bianchi.
La
finestra, che dava sul giardino interno di Hogwarts,
era adorna di tendine di pizzo ed era proprio da lì che proveniva la luce che Hestia aveva percepito.
Per
finire, lì vicino era posizionato un piccolo
pianoforte da camera, come quelli dell’800, dipinto con vernice lucida ai
deboli raggi del sole.
Seduta
sulle sgabello era una donna in un abito di velluto
bordeaux, i capelli castani raccolti con una retina e fermati da un fiocco
rosso e nero; la sua faccia era ancora nascosta mentre le sue mani scorrevano
veloci sulla tastiera bianca e nera dai colori invertiti come si usava nei
secoli passati.
-
Rowena… - chiamò piano la bionda, come se l’altra stesse dormendo
Quando
la donna voltò il viso, Hestia finalmente la vide,
una persona molto graziosa, peccato che i suoi occhi fossero chiusi: Rowena non poteva vedere.
-
Gardis? – chiamò
all’indirizzò della bionda con voce sottile
-
Sì, sono io – Rowena sorrise felice
-
E chi è lì con
te?
-
Una mia amica –
spiegò – è la figlia di Harry Potter
-
Oh, una dei
gemelli? – domandò mentre il sorriso si allargava sulle sue labbra
-
Sì, Hestia Potter
-
Oh… mio marito mi
ha parlato molto di voi – annuì
-
Suo marito? –
indagò perplessa Potty1
-
Rowena è la moglie di Piton – sottolineò brevemente Gardis
-
Allora suppongo
che non avrà avuto molte impressioni favorevoli – sospirò con trasporto visto che in Pozioni era impedita quanto suo padre.
La
signora Piton sorrise ancora con fare materno.
-
Ho sempre trovato
i suoi racconti piuttosto divertenti – ammise - Sedetevi con me – invitò la
donna – è giusto ora del tè, dirò a Polly di portare due tazze in più
E
battendo le mani arrivò un’elfa domestica vestita con
una tunichetta a quadri, Rowena
impartì i suoi ordini e, dopo un assenso, sparì.
-
Sedetevi, ditemi
perché siete qua. Gardis, perché non suoni qualcosa?
Sei sempre stata brava al pianoforte
-
Ci vorrebbe Karen
– ammise domandandosi dove fosse sparita quel pomeriggio e pregando che non le
venissero altre idee balzane.
Karen infatti, a dispetto della sua totale ingenuità, era
un’ottima musicista, suonava quasi tutti gli strumenti a corda in maniera
sublime e da bambina era spesso stata chiamata enfant prodige.
Sistemando
la gonna della divisa sotto di sé, Gardis si accomodò alla tastiera cercando di
rimandare a memoria uno degli spartiti più facili e dieci anni di lezioni
provate della signora Hampstead.
Un
allegretto cominciò a uscire dalle sue dita un po’ indurite dalla molta
inattività e dal troppo tempo senza suonare, visto che a scuola era un po’
difficile trovare un pianoforte.
Polly
tornò con le tazze e servì il tè, Hestia rimase
immobile di fronte alla sua mentre Gardis era lentamente rapita dalla melodia
che suonava.
-
Allora, cosa
siete venute a fare qui? – indagò la donna sorseggiando la bevanda bollente
-
Abbiamo bisogno
di qualche informazione su una persona – cominciò la bionda terminando il
brano; Rowena sollevò stupita le sopracciglia, non si
poteva certo dire che fosse in contatto con molta gente…
-
Chi?
-
Temperance Averil Black
DeLaci – Rowena si immobilizzò – chi era? E che cosa fa adesso? Ma
soprattutto, che legame aveva coi mangia morte? Seraphin una volta mi ha detto che furono rapiti…
Rowena
deglutì a vuoto e posò la tazza con mani tremanti. Poteva anche non dirglielo,
ma i Malfoy sapevano dove trovare le loro informazioni
e, purtroppo tendevano sempre a usare delle vie traverse.
-
E’ successo
quando i tuoi genitori andavano ancora a scuola… - incominciò – a quel tempo
vivevamo tutti insieme: Temperance,
Seraphin che aveva solo pochi anni, Alerei, il marito
di Ransie, ed io. I mangiamorte credo che avessero un
piano su di noi a causa della nostra discendenza
Gardis
annuì avendola letta meno di un’ora prima.
-
Qual era la loro
idea? – chiese Hestia agitata
-
Non lo so, ormai
sono in pochi a mantenere memoria di quello e io non
l’ho mai saputo. Per questo dovreste chiedere a Seraphin,
ma lui non ne parla volentieri – fece una pausa – però so che aveva qualcosa a
che fare con un medaglione che Zach mi aveva affidato
molo tempo prima.
-
Che è accaduto
dopo? I seguaci di Voldemort sono riusciti a fare
qualcosa? Hanno compiuto il loro progetto? – indagò la bionda facendo roteare
il dito indice sul bordo di porcellana della razza
-
No. Tua nonna Narcissa fece fuggire Ransie e
affidò Seraphin alle cure di tuo padre che lo portò a
scuola. Ransie arrivò ad Hogwarts e partorì un bambino lo stesso giorno in cui tua
madre venne morsa da Evangeline, si può quasi dire
che mio nipote e tuo fratello nacquero lo stesso giorno…
-
Che ne è stato di
loro? Dove sono adesso?
Rowena
chinò la testa
-
Non ne ho idea.
Ma se vuoi sapere qualcosa di più devi chiedere a Seraphin, lui e mio fratello mi hanno tenuta all’oscuro di
tutto per non farmi soffrire… e Fin sta ancora facendo delle ricerche
Si
trattenne dal menzionare la vicenda in cui i mangiamorte le avevano fatto
credere di essere Ransie e lei aveva causato non
pochi problemi.
Gardis
annuì, comprendendo alla perfezione le motivazioni che aveva
spinto quelle due persone.
-
Sai come si
chiamava il bambino? – il viso fece nuovamente segno di no.
* * *
Gardis
rimase distesa sul letto a guardare le pesanti cortine del baldacchino, allungò
un braccio davanti al viso fissando l’oggetto che stringeva in mano, poi lo
riportò accanto a sé e si coprì gli occhi.
Stava
tergiversando. Stava rimandando. Stava esitando e non era da lei.
Ma quando
in ballo ci sono sentimenti verso una persona che per tutta la vita è stata
come un fratello, allora le cose cambiavano…
Istintivamente
la mano libera andò a tormentare il ciondolo a forma di lucchetto che aveva al
collo, Hestia le aveva spiegato più volte che era
quasi un pegno d’amore, ma Gardis cominciava a
sospettare che si trattasse di una metafora per quello che Kitt era davvero, un
avvertimento, insomma: Christopher non era altro che mistero molto fitto,
chiuso ermeticamente da un lucchetto di cui lei non possedeva la chiave.
Ma stava
cercando di scassinare. E diamine, ce l’avrebbe fatta!
E
se prima si era trattato solo di sospetti, via via
confermati da svariate fonti, ormai era chiaro che Chris stava nascondendo
qualcosa di importante e pericoloso, come le aveva
confermato il racconto di Rowena.
Il
tutto non era altro che un puzzle a cui mancavano i pezzi
fondamentali.
Rowena
aveva volutamente taciuto sul perché Ransie e Fin
fossero stati rapiti, aveva detto che se voleva saperlo avrebbe dovuto chiedere
a Ransie o a Fin, ma non riusciva a trovare il
coraggio di parlare con Seraphin perché per lui era un
tasto doloroso e una ferita ancora aperta che lo tormentava
giorno e notte e che lo spingeva con tutte le sue forze verso una sorella che
aveva perso da vent’anni.
Trovare
Temperance era stato il chiodo fisso di Seraphin già da quando erano bambini e lui non aveva
intenzione di chiudere quel caso, era il motivo che lo spingeva ad andare
avanti, ad applicarsi nello studio, a non mollare tutto.
Qualsiasi
cosa fosse successa diciotto anni prima nelle celle di Malfoy Manor doveva essere stata terribile, qualunque cosa lui
avesse visto, sentito o appreso doveva aver segnato Seraphin
Lynwood Black per tutta la
vita.
E
lei avrebbe avuto il coraggio di dirgli che il suo migliore amico era,
probabilmente, il figlio perduto di Temperance? E che
sua sorella aveva più di un figlio? Che non sapeva se Kitt, figlio perduto,
stava coi mangiamorte o coi buoni?
Gli
avrebbe rivelato che, magari, Ransie era riuscita a
fuggire e per sicurezza si fosse rifugiata all’estero in un posto lontano e
sperduto tipo… un castello ungherese al confine rumeno nel mezzo del nulla,
nella foresta dei Carpazi?
Guardò
lo specchio che teneva in mano voltando la testa, quello era l’equivalente
magico di un cellulare e permetteva di parlare e vedersi con una persona che ne
possedesse un altro. Sapeva che attaccato al portachiavi Seraphin aveva uno specchietto minuscolo, bisognava
solo trovare il coraggio sufficiente per mettersi in contatto.
Lo
specchio Fatal era senz’altro un’invenzione geniale e
un’ottima alternativa agli incontri, specie in un
luogo come Hogwarts dove le visite erano limitate ai
soli fine settimana.
Era
una fortuna che fosse giovedì, in questo modo, se anche si fosse lasciata
sfuggire qualcosa di compromettente, non correva il rischio di vedersi piombare
Seraphin a scuola a farle domande sul come e sul dove
aveva scoperto tutto quello.
Sarebbe
stato capace di farlo… soprattutto se avesse sentito puzza di bruciato, e come
non sentirla se a malapena aveva parlato con lui dei suoi veri genitori e poi,
all’improvviso, andava a fargli domande sulla sorella scomparsa?
Da
chi poteva averlo saputo? Doveva assolutamente inventare una scusa decente,
dopotutto le menzogne erano il pane di ogni Malfoy…
Peccato
solo che lui, da bravo Black, e altrettanto bravo
bugiardo, fosse anche in grado di smascherarle.
Ma
non sia mai che qualcuno riesca a mettere nel sacco una
come lei! Nessuno avrebbe mai avuto questa soddisfazione, parola di Malfoy!
Prese coraggio, si sedette a gambe incrociate sul letto e guardò fissamente la
propria immagine riflessa nel vetro speciale dello specchio, notando giusto in
quel momento che le era spuntato un foruncolo accanto alla bocca, storse il
naso seccata e col pollice tormentò una sfera di granato rosso posta esattamente
sotto l’ovale trasparente; il vetro si animò come se fosse mercurio mentre una
serie di onde concentriche si propagava sul vetro.
All’improvviso
il volto perfetto di Fin, incorniciato dai capelli corvini, comparve con aria
annoiata, rasserenandosi subito dopo aver incontrato gli occhi bicolori di
Gardis all’altro capo della trasmissione
-
Ti sentivi sola,
Principessa? – le domandò scherzoso sfoderando un sorriso a 24
carati da abbagliare. Sapeva che a quell’ora Seraphin
terminava le prove della band e, infatti, udì una serie di grida confuse di
ragazze urlanti che aspettavano gli Evil Grin fuori dalla sala prove.
-
Ho bisogno di
parlarti – incominciò lei
-
Ok, dieci secondi
che supero l’arrembaggio – e interruppe la linea mentre, con probabilità,
salutava gli altri e andava a cercare un posto tranquillo.
* * *
Spazio autrice: innanzi tutto
Buon Natale!
♪♫ (con tanto di musichetta Jingle Bells in sottofondo) ♫♪
Credo
che ci voglia… Natale è stato ieri e mi è spiaciuto molto non aver aggiornato
prima, in modo da fare a tutti gli auguri, però quando c’è di mezzo la famiglia va sempre a finire così… quindi cerco di
rimediare prostrandomi e scusandomi e facendovi adesso i dovuti auguri!
Natale
è la festa che amo di più, per questo volevo davvero farvi gli auguri, so che
non è molto ma spero che possiate prendere questo capitolo come un regalo per
questo 2008.
Dato
che ho alcuni giorni di festa tra oggi e Capodanno, penso che ne approfitterò
per scrivere il finale di questa storia, non so quanto spazio mi prenderà, ma a
occhio dovrebbero esserci più o meno cinque capitoli
ancora.
A
proposito di questo venticinquesimo, invece, ho cercato di rendere un pochino la confusione mentale di Gardis mentre, piano piano, comincia a sviscerare tutti i misteri legati a Kitt,
credo che ormai non ci siano più dubbi sui suoi genitori e le sue parentele,
ma, come vi sarete certo accorti, c’è ancora qualche piccolo mistero da
sviscerare, ovvero i suoi fratelli.
Io
mi auguro che vi piaccia ugualmente, nel frattempo rinnovo i miei auguri e
passo a salutarvi ad uno ad uno, ringrazio tutti
quelli che mi hanno lasciato una recensione o che hanno aggiunto me o la mia
storia ai preferiti, sono davvero lusingata di avere così tanti lettori,
credetemi, è un regalo meraviglioso!
Grazie
anche a coloro che la seguono e, spero, la apprezzano.
Mi
raccomando, lasciatemi un commentino e fatemi
pubblicità! Ciao e un bacione a tutti,
Nyssa
Killkenny: non credo che riuscirei a imitare le situazioni di Akamatsu così bene, non sono brava come lui…ad ogni modo Love Hina mi piace
molto, spero davvero che qualcuno si decida a recuperare le sue opere e magari
a ristamparle in Italia, mi è piaciuto moltissimo quando hanno interrotto Negima e ritrovare Love Hina è pressoché
impossibile purtroppo…
Ad
ogni modo spero che il cervellotico capitolo di confusione di Gardis ti
piaccia, aspetto presto una tua recensione e spero che sia positiva, ciao, a
presto e buone feste! Nyssa
Hollina: sì, in effetti Kitt ogni
tanto mostra anche a noi comuni mortali (e non solo a Gardis) quello che è
davvero ed è un lato di lui che mi fa morire dal ridere (il che è un po’
stupido visto che sono io che decido come lui deve essere, ma ogni tanto i
personaggi prendono il sopravvento sulle mie idee =P).
Spero
che ti piaccia, aspetto trepidante il tuo prossimo commento, ciao e un grande
augurio di buon Natale! Nyssa
Lord Martiya: mettere a disagio le persone è divertente, anche se
in genere non gioco così sporco, ma vabbè… spero davvero che tu non decida di copia le mie idee,
dove è finita la violazione del copyright? Io chiamo
Akiko: sul serio era il tuo comple?
WoW, AUGURISSIMI!!!! E auguri
anche di buon Natale!
In effetti
nessuno lo sa ma il vero motivo per cui ho deciso di far mettere assieme Jeff
ed Hestia è per far schiattare Weasley,
non male come idea, vero? Questa non l’aveva ancora pensata nessuno, muhahahahaha!!!
Grazie
mille per i complimenti e grazie per esserti offerta come dizionario ambulante
di latino-greco-italiano, io ci vuole tutta che
sappia qualcosa delle ultime lingue, ma figurati che in latino non so coniugare
(si dice coniugare?) quelle maledette rose, vado esattamente a caso… non so
neppure quante devono essere… vabbè, evito, come ho
già detto il panettone in quantità eccessive crea seri
danni al mio apparato cerebrale, come se fosse ancora integro…
Tanti
baci e tanti auguri di Buon Compleanno (in ritardo), di Buon Natale (in ritardo) e di Buone Feste! (evviva,
una in tempo! Miracolo!). Nyssa
DragonSlave: se sei una patita della carta da imballo
ti consiglio un’invenzione stupidissima dei giapponesi che hanno fatto un
portachiavi di quella roba lì e tu puoi stressarti finchè
vuoi! Ammetto di averci fatto un pensierino qualche volta…
Ehehe, Rudiger è sempre più ficcanaso, questa volta
però non se l’è andata a cercare, ha solo colto la palla al balzo, mica
scemo il ragazzo ^_^
Francamente
se fossi Kitt darei la mia approvazione a qualsiasi
storia d’amore, dopotutto lui non deve parlare visto che è innamorato
segretamente di una tipa che non gli ha ancora rivelato di essere un demone… e
quando lo saprà approverà lo stesso? Ad ogni modo
Chris è sempre stato condiscendente con tutti, non sono queste le cose che lo
turbano…
Sono
felice che il capitolo ti sia piaciuto, spero che sia lo stesso anche per
questo venticinquesimo! (in linea col 25=Natale). A
presto e un bacione grandissimo e tanti auguri di Buon Natale e buone Feste! Nyssa
_Nana_: l’autrice stessa comincia a domandarsi se le
stranezze di Kitt siano frutto di come ha impostato il personaggio o se il
ragazzo soffra in forma grave di disordini da personalità multiple… spero che
sia solo una fase passeggera…
Ad
ogni modo spero davvero che ti piaccia anche questo nuovo capitolo, quindi
aspetto di sapere la tua opinione! Ciao Cara e Buone Feste! Nyssa
Lisanna Baston: Rudiger ci mette del suo in tutto quello che fa, direi che
lo fa anche bene, peccato che i due soggetti che ha
scelto per il suo piano siano poco collaborativi quindi i suoi piani rischiano
di fallire miseramente…
Su
Hestia e Jeff non mi sono dilungata più di tanto
altrimenti avrei ripetuto quello che avevo già detto un po’ di capitoli fa,
spero comunque che la loro storia ti piaccia e anche questo nuovo capitolo cervellotico
incentrato prevalentemente su Gardis; aspetto trepidante la tua recensione,
ciao e a prestissimo! Un bacio e tanti auguri di buon Natale e Buone Feste! Nyssa
Kri87: innanzi tutto bentornata! Mi spiace che la tua esperienza non ti abbia
soddisfatto, ma sono certa che troverai anche tu la tua strada (parla una che
la sta ancora cercando ^_^).
Studi
all’uni? Che facoltà? E davvero sai il giapponese? WOW, me
molto invidiosa! Anche a me piacerebbe studiarlo, purtroppo prima devo
approfondire un po’ meglio il mio patetico inglese e vorrei imparare anche
molte altre lingue straniere (tedesco, russo, coreano…).
Già,
Gardis è la figlia di Malfoy, ma non dimentichiamoci della sua mammina…
insomma, Hermione era quella che si scandalizzava di
vedere un ragazzo senza camicia! Direi che qualche passo avanti
l’abbiamo fatto…
Ad
ogni modo spero davvero che anche questo capitolo ti piaccia, aspetto il tuo
prossimo commento (se non partirai per un’altra follia) con molta curiosità! Ciao
e a preso! Un bacio e tanti auguri di Buone Feste! Nyssa
Watherverhappened: ahahah, non sai quante
volte capita anche a me di leggere una storia, recensirla dopo un po’ ed
essermi dimenticata di cosa parlava… poi finisce che mi butto sul banale tipo
la frase classica “situazioni interessanti!” che non vogliono dire niente… =P
Sì
sì, Gardis vorrebbe svegliarsi, ma non è la sola a
fare la brava ragazza, se nell’altra fic c’era almeno
Draco a giocare sporco, qui Kitt è fin troppo
perbenista!
Per
quanto riguarda la biancheria ho scelto un colore che non facesse finire il
tutto sul banale, insomma, Kitt deve averci pensato DAVVERO TANTO (e qui non
voglio aggiungere) per partorire un simile colore da proporle, no? Eppoi volevo
che si abbinasse ai capelli di lei e il bianco non mi
ci piaceva, il nero era un po’ scontato e allora ho ripiegato su qualcos’altro
^_^
Lo
smalto color rame doveva essere intonato col color
caffè… e sono felice di averti dato un’idea su che colore usare, anche a me
piace abbastanza, seppure a volte non renda molto…
Tranquilla,
tu a differenza di me non ti sei dimenticata la storia.
Adesso
scappo, ci sentiamo al prossimo aggiornamento e spero davvero che questo
capitolo 25 ti piaccia e che mi lascerai un
commentino! Ciao e a presto, un bacio e tanti auguri di trascorrere delle feste
Felici! Bye! Nyssa