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Autore: Claireroxy    20/04/2015    3 recensioni
-Non proprio Horror, ma ci potrebbero essere scene poco piacevoli in futuro. Linguaggio molto poco serio, che sarà presente per almeno 3/4 della storia-
Una grande catastrofe si è abbattuta sulla Terra; i morti si sono rialzati in piedi e hanno cominciato a mangiare cervelli... Sfortunatamente, non di mucca.
Il mondo è in subbuglio, i cittadini nel caos; i più esperti in sopravvivenza tirano avanti con coraggio e dignità.
E la gente normale? Quella che fino al giorno prima era immersa nella routine, che non sa nemmeno come tenere in mano una Beretta?
Aira appartiene a questa categoria.
E questo è il suo assurdo e sconclusionato diario.
Tratto dal testo:
Se sei riuscito/a a leggere queste parole, congratulazioni! Sei ancora vivo/a e con un cervello funzionante, e ora stai per leggere gli inutili sproloqui di una studentessa sopravvissuta per culo alla più grande catastrofe della storia dell'umanità.
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
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In provincia di Torino, 27 dicembre 2014, casa 1, strada Orbassano 
NIENTE DI NUOVO DA AGGIUNGERE 
Poiché il caso ha pensato che ieri, sfuggendo a quegli uomini, me la fossi cavata troppo facilmente, oggi ha deciso di mandarmi in casa due zombie. Ti lovvo anch'io, fato.
Sono entrati spingendo il cancelletto che i tipi di ieri non avevano chiuso bene, e che io non avevo pensato di controllare (ok, in parte è anche colpa mia... Ma, con tutte le case in cui andare, proprio nella mia dovevano venire?!), forse attirati dalla mia gita in giardino di ieri.
Uno, per fortuna, non era niente di che; un ragazzo basso e magrissimo che non attaccava niente, si limitava a ciondolare lì intorno. È stato facile tramortirlo, per poi finirlo con uno dei coltelli che ho sempre con me (NONOSTANTE SIA VERO CHE NON SONO UTILISSIMI, PORTA SEMPRE DEI COLTELLI CON TE; IN CASO D'EMERGENZA, SERVONO. LA PARTE PIÙ DIFFICILE DELLA MANUTENZIONE, POI, È RIPULIRLI DALLO SCHIFOSO SANGUE COAGULATO, QUINDI NO PROBLEM!).
Il problema era l'altro. Una donna grande, grossa e anche abbastanza massiccia. Non appena ha sentito il gemito del "morente"*, si è precipitata nella stanza in cui ero, alla massima velocità a cui potesse andare (sui cinque chilometri all'ora. E mezzo, va'!), digrignando i denti**. 
Ora, avrei potuto combatterla direttamente, ma correrle incontro in quello stretto corridoio sarebbe stato come contro un toro disarmata; ci sarei finita male di sicuro. Quindi, ho aspettato ad attaccarla, indietreggiando per uscire fuori dallo stretto corridoio e andare nella ex camera da letto dei miei genitori, per avere un po' più di spazio in cui muovermi***. 
Ed è qui che ho rischiato la morte.
Infatti il mostro, appena aveva visto che m'allontanavo, aveva aumentato la sua velocità (ben di due chilometri in più, signore e signori!), e si era fiondata su di me, con la bocca spalancata e pronta a mordermi!****
Per fortuna, ho scartato di lato in tempo. Lei ha continuato, incapace di fermarsi, ed è andata a sbattere contro il muro. Ha traballato un po', e io ne ho approfittato per piantare un coltello nel cervello, da dietro. 
Lei ha emesso un gemito, e si è girata verso di me. O non avevo preso la parte giusta o quello zombie ci metteva un casino a morire. Forse perché era fresco...?
In ogni caso, sono indietreggiata, trattenendo a stento un grido*****. Per fortuna mi sono accorta che almeno andava molto più lenta di prima.
Perciò, tenendomi il più lontana possibile, ho usato la mia mazza da baseball come un martello sul coltello. Dopo il terzo colpo, è andata finalmente giù******.
Quindi, dopo aver mandato i due a fare compagnia all'Andrea di ieri (si chiamava così, o qualcosa di simile. Ora non ho voglia di controllare), ho rinforzato le difese******* e ciò ha preso così tanto tempo che ho saltato la cena e non ho riposato e sono le tre di notte, secondo l'orologio a pile della cucina, e io sto per addormentarmi su questo quaderno. Ma questo è un "esercizio" che mi sono prefissa di fare tutti i giorni, e non mollerò alla prima difficoltà!
Beh, buonanotte a me. E a te, possibile futuro lettore.
P.s: Ancora sveglia. I mostri qua sotto quando vanno a dormire?!
P.p.s: Ancora sveglia. Quasi quasi è meglio se esco a farli smetter... No. Non esco da qui fino a quando non se ne sono andati tutti. È questa la regola. È questa.
P.p.p.s: Ancora sveglia. E mi stavo dimenticando di segnare la cosa più importante! Quando ho portato in giardino il cadavere del ragazzo, un foglio spiegazzato è uscito da una tasca dei suoi jeans. Era un contratto di lavoro tra lui e una fattoria.
Mi chiedo se abbia qualcosa a che fare coi tipi di ieri.
 
 
*se gli zombie sono relativamente vicini quando attaccano e uno di loro muore, emettendo il solito gemito, generalmente gli altri s'incazzano ancora di più. Sono così sviluppati che hanno un senso di comunità? Questo si che facilita le cose.
**che non erano ancora caduti del tutto. Questo, e il fatto che non puzzasse ancora, m'ha fatto capire che era uno zombie "fresco".
***e se sei una di quelle persone che ha pensato:"Ah! Io ho affrontato tot zombie in un posto tot pericoloso e ne sono uscito indenne, e questa (inserire termine dispregiativo qui) non riesce ad affrontarne uno solo?";
1) come già detto prima, ho pochissime competenze e preferisco fare le cose con calma, ma benicchio.
2) vaffanculo.
****non è che ero spaventata o non pronta; è solo che non me l'aspettavo. Problemi?
*****per esperienza (ho visto un tipo sul bus morire così, il primo giorno dell'apocalisse), so che IL GRIDO UMANO PER GLI ZOMBIE È COME UNA SIRENA DELL'AMBULANZA PER UN MORIBONDO; UN ISTINTO A LOTTARE PER VIVERE, NONOSTANTE TUTTO. QUINDI, NON EMETTETE SUONI QUANDO ATTACCATE GLI ZOMBIE.
******e se sei la solita persona che ai tre asterischi ha pensato male di me, ti consiglio caldamente di rileggere tutto quel punto. In particolar modo la parte finale.
********leggi: ho messo ancora più oggetti sacrificabili davanti al cancelletto, che purtroppo, con la scomparsa dell'elettricità, non sta più chiuso da solo.. Però i mobili che non mi servono stanno per finire, così come gli attrezzi inutili... Ah!
Certe volte, vorrei solo chiudere gli occhi e abbandonarmi al sonno, fregandomene di tutto. Poi, però, l'istinto di sopravvivenza prevale e continuo a combattere. Mi chiedo se sia un bene o un male, questo.
 
Angolo autrice (che apparirà magicamente solo per informazioni varie)
Ok... Questo capitolo era pronto già da un po', e l'avrei anche pubblicato subito, se non avessi avuto problemi con l'ADSL, che andava a scatti e generalmente restava accesa solo per qualche secondo... Quindi boh! Scusate il ritardo! L'ho modificato un po' nel frattempo, e spero che non sia venuto troppo pesante...
Comunque, oltre a RaccontidiOmbre e a july29i, che hanno recensito e hanno messo la storia nelle seguite (e sono stati davvero stra-gentili) volevo anche ringraziare Kiyara che l'ha messa tra le seguite e le ricordate, e ovviamente anche tutti voi che continuate a leggere! Grazie davvero! (E vi consiglio di abituarvi ai ringraziamenti, perché io ne faccio uno ogni volta che ho l'occasione!)
Quindi, niente... Al prossimo capitolo e ciao!
Claire
  
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