Film > Disney
Segui la storia  |       
Autore: _Lyss_    21/04/2015    5 recensioni
Immaginate Ariel, Aladdin, Peter Pan, Mulan e tutti gli altri. Fatto? Bene! Adesso rinchiudeteli tutti in un liceo e fateli diventare adolescenti qualsiasi, credete che questa volta riusciranno a vivere una vita "normale"? Certo non ci saranno i cattivi, ma a complicare le cose ci penseranno i primi amori, le crisi adolescenziali e, perchè no, anche i brufoli! Salvare il mondo, in confronto, sarà stato una passeggiata e chissà se riusciranno tutti ad avere il loro lieto fine anche nel mondo reale. Beh... non vi resta che scoprirlo!
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5. Carramba che sorpresa!
 
La scuola era iniziata da poco, ma già gli studenti la mattina sembravano degli zombie assetati di caffè e le prime ore erano sempre un dramma.
Attendendo che la prima campanella suonasse presuntuosa, i ragazzi più mattinieri tenevano sotto assedio la caffetteria o stavano accasciati su scale e panchine non del tutto svegli. Anche chi aveva un alto tasso di favolosità non riusciva proprio a brillare prima delle otto e mezza.
Questo era il caso di Esmeralda e Megara che stavano provando vanamente ad articolare una conversazione resistendo all’impulso di sbadigliare ogni millisecondo, solo Quasimodo sembrava sveglio e pimpante.
“E quindi pensavo che il verde potesse essere carino per le pareti, ma forse è troppo, non so, che ne pensate?”
“Si … verde … carino”
“A me piace il viola”
Il ragazzo roteò gli occhi, magari era il caso di lasciarle sonnecchiare, era uno dei pochi momenti in cui sembravano piccole e innocenti. Dal canto suo era troppo preso dai preparativi del SUO appartamento e anche solo il pensiero di sbadigliare era impossibile. Così tirò fuori dalla borsa un libro per ripassare, ma i suoi pensieri volavano a quel delizioso divanetto che aveva visto qualche giorno prima.
“OMIODIO!”
Di scatto Ez si alzò e iniziò a correre verso un punto imprecisato come impazzita.
Quasi, confuso, si voltò verso Megara, ma questa sembrava saperne quanto lui e si limitò a sollevare le palle. Poi tutto fu più chiaro.
Esmeralda tornò saltellante con accanto un Febo ricoperto di rossetto. Il sonno le era evidentemente passato.
“Guardate chi è tornato!”
Trillò felice come una bambina a Natale, di fatti non riusciva a stare ferma e non riusciva nemmeno a smettere di stringere convulsamente il braccio, ormai dolorante, del ragazzo.
Quasimodo e Meg si alzarono per abbracciare affettuosamente l’amico di cui avevano dovuto fare a meno per tutta l’estate, dato che era partito per un corso d’addestramento militare, che gli avrebbe garantito un buon posto nell’esercito una volta conclusosi l’anno scolastico.
Un po’ drastica come soluzione, ma in un certo senso s’era volta a suo vantaggio, almeno in campo amoroso. Da anni ormai faceva il filo ad Esmeralda che però continuava a friendzonarlo di brutto, soltanto quando l’aveva visto partire per il campo il suo cuoricino si era sciolto e adesso stavano felicemente insieme da quattro mesi.
Il biondo ricambiò il calore dei compagni, con un po’ di difficoltà dato che Ez si era ancorata al suo braccio, e raccontò con vivacità e dovizia di dettagli qualche avventura che aveva affrontato in divisa.
Poi la campanella annunciò fastidiosamente l’inizio delle lezioni e il gruppo si divise in due, ragazze e ragazzi.
Per qualche passo Febo e Quasimodo camminarono in silenzio.
Nonostante un inizio burrascoso, dovuto soprattutto alla gelosia per Esmeralda, la relazione tra i due era diventata ottima e forse, per Quasi, Febo rappresentava il suo unico vero amico.
Per diverse volte il biondo sembrò sul punto di parlare, ma senza riuscire proferire parola.
“Dimmi pure”
Lo esortò tranquillo Quasimodo.
“Senza rancore, vero? Cioè, non ti da fastidio che io stia con lei, giusto?”
Sembrava sinceramente preoccupato e questo non sfuggì agli occhi dell’amico.
“Senza rancore”
Lo tranquillizzò.
E il rancore non c’era davvero.
Aveva accusato il colpo quando Esmeralda stessa gli aveva fatto sapere della relazione, ma col tempo se n’era fatta una ragione, preferiva vederla tranquilla ed equilibrata con un suo amico che vederla passare da uno sconosciuto all’altro.
Certo, non poteva dire di non provare niente per lei, ma sembrava che il tempo stesse guarendo tutto e, in fondo, aveva sempre saputo di non avere speranze.
Con l’umore incupito l’uno e più sereno l’altro, entrarono in classe per affrontare un particolarmente nervoso prof di fisica.
 
Belle, seduta a primo banco, attendeva con ansia l’inizio della lezione ignorando spudoratamente la piccola Giselle che parlava vivacemente da ore di quanto fosse favoloso il tessuto che aveva comprato a metà prezzo e di come non vedeva l’ora di utilizzarlo per un’incantevolissima gonna. Per fortuna di Belle, la ragazza si zittì quando entrò il professore.
Riccardo Cuordileone, il miglior insegnante di storia che Belle avesse mai avuto. Un omone possente che sapeva farsi valere, ma senza farsi disprezzare, e che amava profondamente la materia, come se lui stesso avesse sguainato una spada sui campi di battaglia di cui parlava.
Il prof stava iniziando a parlare quando la porta si aprì.
“Perdoni il ritardo, signore”
Un ragazzo alto e dagli eccessivamente lunghi capelli rossi entrò in classe.
“Oh! Signor Roses. E’ un piacere vederla, non sapevo frequentasse questo corso”
Lo accolse il prof con il suo solito buon umore.
“Ho dovuto modificare un po’ il mio orario per questioni personali”
Gelido. Il nuovo studente non era stato freddo, ma proprio gelido.
“Capisco, bene, si accomodi pure. Sono certo che si troverà benissimo”
Così il giovane si sedette infondo senza degnare nessuno di uno sguardo. Uno spiffero d’aria invernale sarebbe stato senza dubbio più amichevole.
L’attenzione di Belle fu attirata da una sorta di squittio emesso da Giselle.
“Stai bene?”
La rossa annuì con forza, anche se le guance rosse e gli occhi sgranati testimoniavano il contrario.
“Giselle?”
Insistettè.
“Non ti rendi conto? Quello è Adam Roses! E’ praticamente l’Edward Cullen di questa scuola!”
Probabilmente credeva di aver rivelato chissà che cosa, ma Belle era più confusa di prima.
“Non mi sembra luccichi”
Constatò.
*badum tsss*
“Spiritosa! Non è un vampiro … forse … Ma è bellissimo, ricchissimo, intelligentissimo e non frequenta nessuno. Se ne sta sempre per i fatti suoi e mi hanno detto che vive in un castello!”
La ragazza stava entrando in iperventilazione e probabilmente solo grazie a delle forze mistiche stava riuscendo a non urlare. La compagna, al contrario, era delusa dalla rivelazione. Quella scuola era già abbastanza piena di stronzi, uno in più non avrebbe fatto molta differenza.
“E questa cosa mi dovrebbe colpire perché?”
“Il fascino del bello e tenebroso Belle! E’ chiaro! Ma su che pianeta vivi?”
Viveva sul pianeta dove la gente non si esalta per un riccone strafottente, ma Giselle aveva la capacità di entusiasmarsi per ogni cosa e ci rimaneva malissimo se non veniva assecondata. Chiuse la bocca soltanto perché ripresa dal professore, altrimenti avrebbe fatto di tutto per convincere Belle della sensazionalità della cosa.
“Bene, se la signorina Andalasia permette, inizierei la lezione. Quest’oggi vi propongo un progetto fondamentale per immergervi nella materia che andrete studiando. Sarete divisi in coppie e vi occuperete di una ricerca dettagliata, e spero innovativa, di un periodo storico assegnatovi … Inutili, signor Rider, gli  sguardi d’intesa col signor Ababua. Sarò io a scegliere le coppie”
Diversi lamenti si sollevarono, ma nessuno andò oltre. Quello che diceva il prof era legge.
“Ho preso questa decisione per evitare che fosse solo uno dei due a lavorare. Ho dovuto modificare qualcosa dato l’arrivo del signor Roses, ma dovrebbe andare bene. Iniziamo proprio da lei, è uno studente brillante e merita qualcuno che le tenga testa, la signorina Beauté sarà perfetta. Vi occuperete del romanticismo.”
Belle lanciò un’occhiata al suo futuro compagno di studi, sembrava non gli fregasse nulla e non si era nemmeno preso la briga di controllare chi fosse la sua compagna.
Il professore continuò a formare le coppie fino alla fine dell’ora. Gli altri ragazzi si stavano accordando su come e quando lavorare insieme, mentre Adam era andato via.
Maledicendolo ad ogni passo, Belle lo raggiunse al suo armadietto.
“Scusami?”
Il ragazzo le rivolse un’occhiata scocciata.
“Sono la tua compagna in storia, credo che dovremmo metterci d’accordo per il progetto”
Chiarì Belle.
“Ah, si. Venerdì a casa mia. Alle cinque puntuale. Non amo perdere tempo”
E senza aggiungere altro le porse un biglietto da visita con indirizzo e numero. Davvero? Andava in giro con biglietti da visita?
“Quindi hai già deciso tutto? Non hai preso in considerazione che IO potrei avere delle opinioni o delle esigenze? Perché non facciamo da me?”
Belle in generale era una ragazza tranquilla, ma odiava sentirsi messa in secondo piano e da brava femminista qual era attaccava senza pietà tutti gli individui di sesso maschile che pretendevano di dominare.
“Se hai tre computer di ultima generazione, una biblioteca rifornita delle migliori enciclopedie e una domestica che fa il tè più buono della nazione, sarò felice di venire a casa tua”
La ragazza rimase senza parole. Sperò vivamente che quel tipo stesse scherzando.
“Bene il tuo silenzio è eloquente. Ci vediamo venerdì”
Così le chiuse l’armadietto in faccia e si allontanò lasciandola lì come un’idiota.
Belle era ancora in mezzo al corridoio sotto shock quando fu raggiunta da Giselle.
“Allora? Com’è il vampiro?”
Chiese curiosissima.
“Non è un vampiro, è una bestia!”
 
Andare via da scuola dopo la fine delle lezioni era sempre un piacere, piacere che veniva di gran lunga amplificato se potevi farlo tenendo per mano il tuo ragazzo e avendo davanti la prospettiva di un pomeriggio a base di coccole.
“Che bello, è un po’ che non abbiamo un po’ di tempo tutto per noi”
Sorrise Hans mentre Anna cercava le chiavi della porta.
“E’ così bello che accetteresti di vedere finalmente il Titanic?”
Insieme avevano visto tanti film romantici, ma il Titanic no, troppo deprimente a detta di Hans, non si addiceva alla loro stupenda storia.
“Ah io ci ho provato”
Rise Anna entrando in casa. Hans la seguì e non perse tempo per concederle un bacio dolcissimo, ma non proprio casto. Era decisamente da troppo che non stavano da soli.
“Se la prossima volta inviti di nuovo Kristoff – pausa per un altro bacio- lo butto fuori a calci – pausa notevolmente più lunga e … calorosa- tu sei mia”
La ragazza, sorpresa per la tanta passionalità del ragazzo, non fece in tempo a rispondere che furono interrotti.
“Anna”
La rossa si voltò e trovò la sorella che li fissava con sguardo austero.
“Elsa!”
Si staccò velocemente da Hans e si avvicinò a lei, ma non provò nemmeno a sfiorarla.
“Mamma e papà non mi avevano detto che avessi finito tuo stage in Europa”
Commentò Anna, facendo riferimento agli studi d’architettura della sorella maggiore.
“Non l’ho finito, infatti. Sono tornata per controllarti mentre loro sono via … e evidentemente ho fatto bene”
Adesso il suo sguardo freddo era rivolto verso Hans, che era rimasto in disparte, ma che non si fece intimorire dalla giovane donna.
“Salve, sono Hans Soder … il ragazzo di Anna. Ho sentito molto parlare di te”
Sorrise cordiale e le porse la mano, che però non venne stretta.
“Non ti ho mai sentito nominare. Comunque dovrei parlare con mia sorella in privato, se non ti dispiace”
Il braccio gli ricadde lungo il fianco e fece un passo indietro. Che ragazza simpatica.
“Certamen …”
“No!”
Intervenne Anna.
“Quello che mi devi dire, puoi dirlo davanti a lui”
“Credo, invece, che sia opportuno che se ne andasse”
Continuò Elsa, ma, nonostante Hans concordasse, fu trattenuto da Anna che sembrava non volesse rimanere sola con la sorella.
“Molto bene”
Sospirò la maggiore.
“Trovo molto deludente il tuo comportamento, Anna, i nostri genitori sono via da meno di ventiquattro ore e tu già ti sei premurata di portare un ragazzo a casa pensandola vuota. E’ un comportamento riprovevole”
Aveva esposto tutto con estrema calma, ma aveva comunque raggelato la sorella.
“Ma … noi non avevamo cattive intenzioni e poi i nostri genitori conoscono benissimo Hans, non sarebbe stata la prima volta che veniva qui”
Spiegò Anna che trovò subito l’appoggio nel ragazzo.
“Davvero, avremmo visto un film e mangiato una pizza, tutto qua”
“Certo, stavate proprio scegliendo cosa vedere quando siete entrati. Comunque pretendo che tu te ne vada”
Commentò Elsa che diventava sempre più dura, come il ghiaccio che si congela sempre più.
Non trovando molto d’aggiungere, Hans, strinse la mano ad Anna e senza dire niente andò via.
La porta si chiuse con un tonfo secco.
“Sei stata molto sgarbata Elsa, Hans non se lo meritava … e nemmeno io”
La voce della ragazza era bassa così come lo sguardo, per celare al meglio le lacrime che avevano iniziato a rigare le guance.
“Ho già esposto la mia opinione”
“Ma non ne avevi il diritto!”
Rispose Anna, adesso con voce alta e gli occhi puntati verso la sorella, nonostante le lacrime continuassero a sgorgare.
“Non mi hai mai considerata, non ci vedevamo da due anni e non ti sei mai fatta sentire se non quando ti chiamavamo per le feste, e adesso vieni qua e pretendi di dettar legge! Mi tratti da sgualdrina come se non mi conoscessi, anzi, forse è perché non mi conosci affatto!”
La tempesta di sentimenti, che la giovane aveva covato per anni, fuoriuscì investendo violentemente Elsa.
“Io ho lasciato tutto per venire qua da te, tutto”
“Potevi pure farne a meno! Nemmeno sei arrivata che hai fatto casini!”
“B-A-S-T-A”
La maggiore delle due scandì ogni singola lettera della parola con fredda autorità e forse qualcosa in più, che però Anna non riuscì a cogliere.
“Vattene in camera tua e senza replicare”
Una statua di freddo marmo, ecco cosa sembrava Elsa in quel momento, il freddo ritratto di una regina. L’altra non aprì bocca, ma, invece che dirigersi verso la camera, mirò all’entrata e andò via.
Un singhiozzo per nulla freddo sfuggì dalle labbra di Elsa.
“Si, non ti preoccupare Ez, sto benissimo …”
Un bacio umido si depose sulla spalla nuda di Megara.
“… mi dispiace di non aver partecipato alla festa di ben-tornato, ma proprio non potevo rimandare, Febo mi perdonerà …”
Un secondo bacio, questa volta sul collo.
Infastidita la ragazza si alzò dal letto, trascinandosi tutto il lenzuolo per rimanere coperta e lasciando l’altro come mamma l’aveva fatto.
“… grazie per aver capito, salutami tutti”
Chiuse la telefonata e si voltò.
“La prossima volta impegnati di più per farci scoprire, mi raccomando”
Si rivolse acida verso l’uomo che intanto si era infilato i boxer e le si era avvicinato.
“Non essere sciocca, tesoro, non farei mai niente per … comprometterci”
Le accarezzò lascivamente i capelli, ma lei si scostò ancora.
“Non ce la faccio più, è la mia migliore amica e continuo a mentirle da mesi. Questa relazione deve finire, voglio che finisca”
“Davvero?”
Chiese sarcastico.
“Eppure non mi sembravi tanto disperata poco fa, questa relazione la voglio tanto io quanto tu, non mentire … me ne accorgo”
Erano amanti da Natale, lei e Ade, fratello del preside della scuola che la stessa ragazza frequentava, ma l’uomo non amava essere ricordato per questo. Proprietario di un’importante ditta di pompe funebri e coinvolto in affari ben più grossi e loschi, Ade Thèos, era potente e pericoloso … ecco per cosa voleva essere ricordato.
All’inizio Meg aveva trovato eccitante la loro relazione che rasentava i limiti della pedofilia e che era arrivata al momento giusto, era stanca di bambocci idioti che pensavano solo al football, molto meglio un uomo vero che sapeva quello che voleva e poi, si sa, il fascino del potere è ineguagliabile; ma adesso il tutto iniziava a pesarle, bugie su bugie, incontri clandestini e segreti sussurrati tra le lenzuola, tutto era più grande di lei e, dopo averle già rubato la fanciullezza, minacciava di schiacciarla.
Ma voleva davvero smetterla?
Guardò il corpo scolpito dell’amante, il viso affilato e gli occhi, gli occhi che sembravano ardere come fiamme. Era sexy.
Era sexy, era potente, era uomo.
No, non voleva smetterla.
Il sorriso soddisfatto che si dipinse sul volto di Ade, le fece capire che aveva letto ogni suo singolo pensiero.
“Ho fame, dovrebbe esserci della moussaka  in frigo. Vestiti, ti aspetto sotto amore”
La baciò, si leccò le labbra e sparì oltre la soglia della porta.
Dannata. Era dannata per sempre.
 
Bianca si stava accuratamente smaltando le unghie, stando attenta a non versare la boccetta sul soffice tappeto bianco (di nuovo).
James, disteso sul letto, fissava il soffitto con aria pensosa.
“Cosa ti farebbe smettere di essermi amica?”
Chiese di punto in bianco.
“Che razza di domanda è?”
Rispose Bianca ammirando il suo capolavoro rosso.
“Tu rispondi”
Il tono era serio, preoccupato.
“Beh, non sarei più tua amica se combinassi qualcosa di grave … un omicidio ad esempio, ma dipende dalle circostanze. Probabilmente l’unica cosa che non ti perdonerei è comprare l’ultimo rossetto Red Apple esistente per poi buttarlo via. Questo si che non te lo perdonerei”
Rise la ragazza.
James però restava taciturno e questo la preoccupava. Che avesse davvero fatto qualcosa? Qualcosa d’imperdonabile?
“James? Sai che puoi dirmi …”
“Sono gay”
La stanza divenne silenziosa e il ragazzo sembrava sul punto di piangere.
“Tutto qua?”
“Come sarebbe a dire tutto qua?”
Finalmente la guardò in faccia per accertarsi che avesse sentito bene.
“Sarebbe a dire che lo sapevo, l’avevo capito. Sono pur sempre la tua migliore amica, no?”
James rimase imbambolato, con un grosso punto interrogativo dipinto in viso.
“Mi hanno convinto le scarpe Ferragamo che mi hai regalato per il compleanno. Erano troppo perfette … sommando questo a tutte le centinaia di indizi precedenti … non sono stupida, James”
Spiegò con nonchalance Biancaneve.
“Quindi lo sai mesi? E … e per te va bene?”
La voce sorpresa non nascondeva un certo sollievo e un pizzico di commozione che fecero intenerire la ragazza. Si sedette accanto a lui.
“Certo. Basta che non inizi a fregarmi i ragazzi”
Scherzò.
“Oh, Nana”
James l’abbracciò con trasporto, ora era commosso davvero.
“Però ho una domanda …”
“Dimmi”
Ora era palesemente più tranquillo.
“Perché me lo dici proprio adesso?”
Di botto il viso del ragazzo divenne rosso e James iniziò a guardarsi intorno fingendo indifferenza.
“No! Hai conosciuto uno!”
Trillò Bianca battendo le mani.
“Può essere …”
Rispose vago James.
“Chi è? Lo conosco? Dimmelo! Oooh, voglio vederlo!”
Biancaneve si era decisamente esaltata e il ragazzo dovette tenerla per le spalle per non farla saltellare più.
“Nana”
Era serio e la ragazza tornò composta.
“Non posso dirtelo. E’ ancora presto … stiamo … provando. Ma ti prometto che quando saremo pronti, sarai la prima a conoscerlo”
Bianca rispettò la decisione e non fece più domande.
Così, dopo un altro abbraccio fraterno e un sorriso affettuoso, tutto tornò normale tra film dalle trame improbabili e popcorn zuccherati.
“Grazie, Nana”
 
 
 A.A.
Amatemi! Ho aggiornato con due giorni d'anticipo! Voglio un applauso!
*silenzio di tomba*
*manco i grilli si pronunciano*
*i cespugli rotolanti del vecchio west (?) entrano in sciopero*
Em... so... comunque grazie per aver letto anche questo capitolo! Spero, come sempre, che vi sia piaciuto... anzi, lo spero un pò di più, perchè ne sono particolarmente soddisfatta ^^" 
Inizialmente doveva avere un'atmosfera molto "SORPRESA!" da festa a sorpresa ... alla fine  diventato "SORPRESA." merda. Si, mi è scappato un pò di troppo pathos. 
Ovviamente le scene più importanti solo le ultime tre, certo Belle finalmente ha incontrato Adam... ma avranno i loro momenti, cosa ne pensate? Elsa è una stronza, Meg se la fa con Ade (ammettetelo. tutti voli li shippavate!) e il principe azzurro è davvero gay. Mi sa che vi devo delle spiegazioni.
Elsa doveva essere "fredda", ma non poteva starnutire mini-pupazzi di neve ... inoltre ho sempre pensato che se avesse fin da subito parlato con Anna, si sarebbe risparmiata anni di gastrite da stress e ... Anna è la mia preferita *schiva i divani, le incudini, e una palla da demolizione*
Rivaluto invece la figura di Hans perchè l'ho amato, per tre quarti di film cercavo una soluzione al triangolo amoroso fino a quando la disney non mi ha causato un trauma in fantile adolescenziale.
Meg e Ade ... beh ... c'è intesa fra i due, tutti amiamo Ade e chissene se è quasi, QUASI, pedofilia (Meg è già maggiorenne quando inizia la relazione)... amatemi *sguardi di supplica*
James... volevo assolutamente inserire una componente omosessuale, perchè in una scuola dei nostri tempi è molto più probabile che ci sia che il contrario, l'ho trovato giusto, realistico e ... tenero. Però tra i tanti omaccioni su chi doveva ricadere la cosa? Sul possente Hercules? Sul mysterious as the dark side of the moon Shang? Ovviamente no, quindi è toccata allo sfigato in calzamaglia, che è davvero femminile... spero di riuscire a plasmare un personaggio più complesso dell'originale ... incrocio le dita.
Bene. Ora tocca a voi parlare... che ne pensate del capitolo? Devo fugire in Congo? lasciatemi una recensione! Anche perchè lancio un piccolo sondaggio... vorrei scrivere una shot ... uno spin-off, ma sono indecisa, quindi scegliete voi tra: "Ade-Megara come tutto ebbe inizio" o "Quello che successe tra Frollo ed Esmeralda". Due temi simili, ma con tantissime differenze. 
Ringrazio sempre chi ha recensito, chi ha aggiunto la storia alle seguite/preferite e chi legge in silenzio. Vi amo quanto Giselle ama gli scoiattoli <3

Curiosità: 
Soder, cognome di Hans, in svedese significa "sud"... infondo è il principe delle Isole del Sud

 

 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Disney / Vai alla pagina dell'autore: _Lyss_