Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Tsuki Usagi    23/04/2015    0 recensioni
Questa è la storia di una creatura della notte e della sua noia infinita, di una giovane ragazza di buona famiglia divenuta la luce in fondo al tunnel della tediante esistenza di un essere immortale...e di un amore dalle miriadi di sfaccettature.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Apro gli occhi. Il panico mi assale. Cosa mi è successo? Dove sono? Mi dimeno nel letto tentando di alzarmi, ma una donna dai capelli corvini mi immobilizza e mi parla, ma io non odo nulla. L’afferro di colpo e la scaravento dall’altro lato della stanza. Urlando le chiedo cosa mi ha fatto, cosa mi è successo e chi è lei. Con voce suadente mi chiede di calmarmi, senza risultato. Dopodiché mi dice di chiamarsi Marishka, di essere un vampiro e di avermi trasformata nella sua creatura, il che fa di lei la mia padrona. Adirata le rispondo di non essere una sua proprietà e di non appartenerle. Mi dice che il mio nome è divenuto Aleera, che sono legata a lei e che non posso fare nulla. All’ennesima mia risposta negativa, in una frazione di secondo, è ad un palmo dal mio viso. Il suo sguardo si tramuta in una smorfia di rabbia e mostrando due lunghissimi canini ripete, rimarcandolo bene, che sono sua e che farò tutto quello che vorrà. Cerco di dimenarmi ma le sue lunghe dita tengono ben saldo il mio mento, così che i nostri occhi siano in costante contatto. Il suo viso torna normale e la voce si addolcisce sussurrando
“Sono al mondo da secoli, la vita è divenuta così noiosa per me. Sarai in grado di cancellare quest’esistenza così tediante, mia piccola bambola?”
Con uno scatto è già fuori dalla porta, ormai chiusa. Mi scaravento contro battendo i pugni, pendendola a calci e urlando. Non sento più alcun rumore però…e prendersela con la porta non serve a nulla. Cammino per la stanza finché il mio sguardo si posa sul riflesso nello specchio. Non posso essere io questa. Davanti a me ci è una ragazza più giovane di un paio d’anni rispetto a me con la pelle di porcellana, gli occhi rossi, i capelli di una tonalità di biondo più chiaro, le labbra rosee e due lunghi canini. I vestiti strappati. Le gambe cedono e mi ritrovo accasciata a terra in preda ad un pianto irrefrenabile, ma dai miei occhi non colano lacrime cristalline…questo è sangue! Con un urlo di disperazione balzo in piedi e tiro un pugno allo specchio, il quale va in frantumi.
Dopo diverso tempo, non so quanto, la gola inizia a bruciare. Ho sete. Inizio a cercare delle bottiglie. Apro ogni mobiletto finché non trovo un piccolo minibar con diversi alcolici. Ne prendo uno a caso e inizio a bere a canna, con lunghi ma veloci sorsi. Un conato di vomito sale e, dopo aver espulso il liquido, dei crampi iniziano contorcermi le viscere. A fatica mi trascino sul letto e mi racchiudo in posizione fetale, singhiozzando. La gola brucia sempre di più e i canini sembrano quasi allungarsi, bucandomi il labbro inferiore. In bocca sento il sapore del mio sangue. D’istinto mi lecco le labbra e il gusto metallico che percepiscono le mie papille sembrano il piatto più succulento del mondo. I crampi aumentano sempre di più, in maniera esponenziale con il passare di quelle che sembrano ore. Delle tende molto scure si chiudono sulle finestre. A questo punto i dolori sono quasi insopportabili, ma un sonno improvviso si impossessa di me.
Un rantolo, poi un altro. Le carni lacerate. La porta che si apre. E poi lei.
“Farai ora quello che ti dirò? Solo io sarò in grado di fermare il tuo strazio…piccola mia, perché vuoi opporti? Ti farai solo del male! Arrenditi a me, basta anche solo un cenno e ti darò quello che ti serve”
“A…a…iu…t…a…a…mi…”
“Tesoro mio, mia piccola bambola…lo farò se tu mi dirai di sì. Ma senza il tuo consenso non muoverò un dito”
A fatica muovo impercettibilmente la testa in giù.
“Ecco…così…brava la mia Aleera”
Avvicina il suo polso alla mia bocca e mi avvento letteralmente su di lei. Bevo a grandi sorsate, ancora e ancora.
“Basta così piccola”
Continuo a bere avida.
“HO DETTO BASTA!”
Spaventata mi stacco da lei e mi rannicchio contro la testiera del grande letto a baldacchino.
“Vediamo di non dover arrivare agli ordini…devi imparare ad essere più ubbidiente ed accondiscendente cara. Ed ora vieni con me, da brava”
Mi alzo e la seguo per quella che sembra un’immensa magione. Le decorazioni sono fastose in stile Barocco e Roccocò con i colori dominanti sulle tonalità del nero e del rosso. Giungiamo ad un’immensa stanza colma di abiti e abbigliamento vari con tanto di accessori di ogni genere. Su di una sedia posta al centro della camera è adagiato un abito bianco, realizzato con una stoffa leggerissima e candida. Sopra ad esso vi sono diversi accessori.
“Indossa tutto quanto bambolina, questi abiti sono stracci! Dovrai sempre essere perfetta. Vieni qui, stringo io i lacci. Ecco così…quando avrai finito di mettere il resto raggiungimi qui fuori. Ho una sorpresa per te.”
Detto ciò esce e chiude la porta dietro di sé.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Tsuki Usagi