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Autore: Trish96    24/04/2015    0 recensioni
“Ok.. mi sento pronta.. finalmente oggi farò l’esame per diventare una mangia morte.”
Disse Seira incamminandosi verso il luogo in cui si teneva l’esame.
Ogni 10 anni in una piccola cittadina vicino Tokyo si teneva l’esame per diventare mangia morte, essi erano i “cani” dello stato, o così almeno li chiamava la gente comune che aveva paura di loro.
I cani dello stato si occupavano di fare pulizia in tutto il Giappone, catturavano criminali spietati che la polizia comune non riusciva a prendere, svolgevano missioni di spionaggio per lo stato.. o almeno questo era quello che credeva la gente, in verità non lo sapeva nessuno. Le informazioni riservate non venivano passate alle persone e quindi finchè non lavoravi con loro nei piani alti non sapevi niente di niente.
"Kristian un ragazzo dall'aspetto cupo, da l'aria di essere molto forte. riuscirò a superare l'esame?"
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Seira: -AAAAAAAAAAH!!!-
Si sentì un tonfo pesante ..poi il buio.
Seira aprì lentamente gli occhi,era caduta sopra a qualcosa.. qualcosa di caldo, ma allo stesso tempo duro. La vista però non era molto di aiuto dato che nel “posto” in cui era finita era completamente privo di luce. Non c’era neanche un piccolo spiraglio luminoso che potesse irraggiare anche un solo un poco quello spazio.
Kristian:- Sai.. non sei molto leggera..-
“La voce di Kristian.. KRISTIAN???”Pensò Seira un po’ sconvolta.
La ragazza era finita sopra al corpo muscoloso e tonico del ragazzo, il viso aderiva completamente sul torace di lui. Le mani poggiavano ai lati delle sue braccia e le gambe incastrate tra quelle di lui.
La rossa poté sentire chiaramente il suo odore di maschio pungerle le narici. Senza rendersene conto ispirò a pieni polmoni.
Il biondo, con il viso rivolto a un possibile soffitto e la schiena schiacciata a terra, ebbe come un sussulto impercettibile.
Accortasi di quello che stava facendo si alzò immediatamente e si spostò qualche passo più indietro di lui. Quasi certamente era arrossita, dato che sentiva la pressione farle andare a fuoco il viso.. ma grazie all’oscurità nessuno poteva accorgersene.
 Dopo che la parete aveva ruotato, i due giovani erano stati catapultati in una specie di scivolo stretto che li aveva fatti cadere presumibilmente nei sotterranei del manicomio. Questo lo faceva pensare il fatto che quel luogo fosse completamente buio e chiuso come una caverna nascosta nelle viscere della terra.
Faceva freddo.
 Invece di salire erano scesi più in profondità.
Seira:- Non si vede niente di niente..penso che serva proprio un po’ d’illuminazione, in questo caso...-
La rossa chiuse a pungo una mano e quando la riaprì una piccola fiamma calda andava ad illuminare la stanza, quel che bastava per farsi un’idea del posto in cui si trovavano. Il minuto tepore che emanava quella lingua di fuoco dava una sensazione un po’ rassicurante. Almeno ora potevano usare la vista.
 Si girò verso il ragazzo  che prese a fissarle gli occhi,così rossi e fiammanti che sembrava bruciarci dentro, per poi affermare: - Clan Degli Occhi Rossi.-
La voce di lui era forte e mascolina, le piaceva sentirlo parlare.
Seira:- Già..- Disse accennando un dolce sorriso. - tu invece? Ti va di dirmi se fai parte di qualche Clan?.-
Kristian:- Sei sicura di volerlo sapere?.- Nelle sue parole ora c’era un tono sprezzante.
Seira:- Si.. perché no.-
Kristian:- Setta degli Assassini.- Rispose secco.
La ragazza rimase per un attimo impietrita come se le fosse crollato il mondo addosso.
Sapeva di cosa lui stava parlando.. lo sapeva benissimo.
La Setta degli Assassini era una famiglia di Mercenari guerrieri a pagamento.  Per loro  la cosa più importante era la disciplina e il denaro. I bambini sfortunati che nascevano nelle loro grinfie erano condannati a una vita di incubi e torture per diventare assassini di quel calibro. Umani freddi come se non avessero un proprio cuore. Venivano fatti fare loro ogni sorta di lavori sporchi e non. Era chiamata Setta invece che Clan per l’unico motivo di essere formato da un’unica famiglia a differenza dei Clan, che erano composti da più famiglie per generazioni.
Venivano descritti come killer spietati, con una grandissima sete di sangue, in grado di uccidere senza pietà chiunque si fosse opposto a loro. Le persone della stessa zona li additavano come mostri, il loro territorio era situato sopra una gigantesca montagna.
Vivevano in un’enorme villa lussuosa con tutto il resto del monte come giardino. A guardia di quella proprietà c’erano dei Rottweiler spaventosi. Pareva fossero sempre affamati … ma di carne umana. C’era però anche chi faceva “gite escursionistiche”aggirandosi intorno a quel luogo scattando fotografie e preparando picnic. Si soffermavano anche sulla colossale entrata in marmo con la scritta del cognome di famiglia “Nikolaevich” e camminavano contornando il recinto della proprietà, ascoltando poi gli ululati macabri dei cani vogliosi di fare a brandelli la loro carne e strappandone le interiora. Era diventata un’attrazione turistica per le persone in cerca di guai.
La gente comune però nutriva profonda paura verso di loro, anche se uscivano di rado da casa o solo quando avevano del lavoro da svolgere, come venivano avvistati subito erano evitati come la peste.
Come poteva un ragazzo come lui provenire da una famiglia del genere?
A Seira però ora  fu tutto più chiaro.. il suo strano comportamento freddo.. cupo e distaccato, ma specialmente i suoi occhi.. quelle stupende iridi blu sempre talmente tristi come se fossero sempre in procinto di piangere, ci sarebbe annegata dentro. Ricolmi di disperazione, ma anche di odio.. un odio puro verso il mondo e la società.
“ è un assassino..” La ragazza era sconvolta. Quel pensiero le martellava la mente, poi l’idea di rimanere da sola con un mercenario non era il massimo.
Cercò di scacciare in fretta quel timore.
 “ Anche se fosse un assassino.. Kristian rimane Kristian.. sono sicura che questo ragazzo dagli occhi tristi non sia pericoloso come loro”
In qualche modo dentro di sé sentiva come di potersi fidare di lui. Questa sensazione era più forte della paura, sovrastandola.
Seira:- Ah.. anche tu lo sei quindi.. ehm.. eh si per forza..- Si vergognò di sé stessa per aver detto una cosa tanto stupida in un momento come quello. Prese a fissare la terra arida su cui poggiava i suoi piedi.
Kristian:- ahahahaha, che reazione insolita. Generalmente la gente si spaventa.. fa del tutto per non essere in qualche modo in contatto con noi.-
Seira:- Gregory lo sa?.-
Kristian: -Si anche lui ne è consapevole. Quando gliel’ho detto si è stupito. Ma anche la sua reazione mi ha fatto molto divertire. Sai che ha detto? “Woow che figata, ma davvero?”-
 “Mi piacerebbe tanto sapere come sono diventati amici questi due..”
Kristian:- Sai.. io ero stanco di fare quella vita, non voglio essere un assassino e seguire le orme della mia famiglia, mi piacerebbe decidere cosa fare della mia esistenza e credere in qualcosa che ritengo sia più giusto, nessuno deve prendere decisioni per me. Per questo sono venuto a fare l’esame per diventare Mangia Morte, concentrarmi totalmente su qualcos’altro e vedere se fa per me, provare a fare qualcosa di nuovo.. è questo ciò che voglio, quindi… tu… non devi… avere… paura…- Quel tono pacato e forte del ragazzo si abbassò, con il fiato spezzato le ultime parole gli morirono in gola. La rossa non riuscì a capirle.
“Mi sta parlando di sé..”
Ella si avvicinò al ragazzo guidata solo dall’istinto.
Seira: - Andiamo Kristian! Usciamo da qui e torniamo dagli altri che ci aspettano.-
Non provava più angoscia né paura, sorrideva come sempre, un sorriso dolce in grado di riscaldare anche gli animi più gelidi. Ne era convinta, Kristian era un ragazzo diverso da quello che dimostrava di essere.
Afferrò il polso del ragazzo strattonandolo verso di lei, dopo due passi lo lasciò e si girò facendogli la linguaccia.
Il mercenario la guardò con aria perplessa, ma non riuscì a trattenere un sorriso quasi impercettibile.
Intanto lei che gli camminava davanti si fermò per un instante per dire:- Questa è la mia normalità, dovrai abituarti finché saremo compagni.-
Il biondo prese ad osservare la chioma rossa a tratti illuminata dalla fiaccola di fuoco. Gli venne in mente il ricordo di attimi di qualche istante prima, lei sopra di lui, quei capelli morbidi e setosi finiti accidentalmente sparsi sopra il suo viso che andavano ad accarezzarlo solleticandolo. Emanavano un profumo di shampoo al lampone.
Kristian:- Dimmi.. perché sei qui?-
Seira:- Per vendetta. Devo trovare chi ha ucciso mia madre, mi hanno detto fa parte del Clan dei Prestigiatori e per eliminarlo devo diventare più forte.. ora come ora non riuscirei nell’impresa.- La rossa parve rabbuiarsi.
Kristian:- Tua madre era forte?-
Seira:- Bè.. penso di si.. quando quel Prestigiatore è entrato in casa nostra, quella sera c’era solo mia madre a casa.. era lì per rubare qualcosa, in famiglia ne siamo tutti sicuri, ma è finita in tragedia.-
I loro passi echeggiavano dentro a quel tunnel che pareva non avere mai una fine quando si scorse una fessura buia in  fondo a un vicolo cieco.
Seira:- Penso che rimarremo qui a vita, comincia a trovarti un hobby, che sarà difficile ammazzare il tempo qui sotto.-
Kristian:- Io non direi.. guarda un po’ là in fondo, penso che ci siamo salvati.-
I due giovani, come presi da una grande euforia, immaginandosi di poter uscire finalmente da quel posto così lurido e gelido si affrettarono ad entrarci, ma rimasero delusi dal fatto che invece di sbucare fuori erano entrati in una nuova stanza ampia, totalmente oscura. La ragazza dagli occhi rossi si sentì costretta ad aumentare la fiamma per vederci qualcosa.
Quello che andò ad illuminare fu una sala enorme scavata nel suolo e contornata da rocce spaccate qua e la insieme a pietre grigie. C’erano anche delle statue che raffiguravano angeli in varie posizioni. Un brivido le percorse la schiena.
Ciò che saltò più all’occhio però, fu una lapide dritta davanti a loro. Un pezzo di marmo grigio spento, incastrato nel terreno gelato, con delle incisioni in una strana lingua sconosciuta, caratteri gotici le cui lettere finali presentavano degli allungamenti come gocce di lacrime nere.
Kristian si avvicinò alla tomba squadrandola per bene, ci girò intorno per poi tastarla sulla facciata delle scritte. Al tocco era talmente gelida che si ritirò subito,come stesse toccando la neve a mani nude dopo averle passate sopra una fiamma per riscaldarle.
Seira invece stava vicino al ragazzo, guardandolo come in attesa di una risposta.
Kristian:- Questa scrittura non riesco a leggerla neanche io..-
Seira:- Senti Kristian.. andiamocene.. torniamo indietro, magari possiamo provare a risalire da dove siamo caduti e cercare di aprire la parete forzandola. Ho un brutto presentimento non voglio stare qui.- Si trattenne dall’esprimersi completamente per non passare da codarda, ma ella aveva una gran fobia dei luoghi chiusi e tenebrosi. Pareva fossero finiti dentro una casa degli orrori e l’unica cosa che potevano attendere con impazienza era che qualcuno li facesse a pezzi.
Seira:- Se continuiamo a restare qui.. magari il morto che probabilmente giace lì si arrabbierà e uscirà dalla tomba per farci fuori.. non credi?-
Kristian:- ahahahahahah, ma che cosa stai dicendo?-
“Bè perlomeno sono riuscita a farlo ridere, mentre io sto morendo di paura”.
La rossa fece fluttuare in aria la lingua di fuoco ormai ingrossata, per irraggiare di più la stanza, ma seguitarono a passarle davanti alle iridi le stesse immagini di prima. Era agitata, mentre lui dava l’impressione di essere calmo e serio.
All’improvviso dall’oscura fessura da cui erano entrati comparì una strana figura di una mano gigantesca, biancastra e rossiccia. Ostruiva il passaggio ondeggiando e movendosi come se stesse danzando. Era una mano di uno spettro. In tutta la sala rimbombava un suono strozzato quasi sussurrato.
La ragazza per un attimo rimase immobile con le pupille sgranate e la bocca dischiusa. Quando si rese conto di ciò che stava accadendo si lasciò prendere dal panico e cominciò a tremare.
Il biondo impallidì più di quanto lo era già, ma rimase imperterrito e concentrato portando le mani affianco alle tasche dei pantaloni, dove teneva il fodero con i pugnali e le pistole.
Seira:- K..Kristan..-
Kristian:- Ci penso io.-
Inaspettatamente si udì un rumore simile a una serpente che striscia, i due giovani si volarono nella sua direzione. Dal pezzo di marmo stava sgusciando qualcosa.. un qualcosa di rosso e viscido, fatto interamente di liquido.
D’improvviso si sentì un rumore insolito, come di qualcosa che striscia.. i due ragazzi si voltarono verso la lapide.
Da essa si materializzarono 5 di quelli che potevano essere pipistrelli rossi, grandi più o meno un metro, emanando un suono acuto. Esseri apparentemente fatti totalmente di sangue.
Uno di loro si staccò dal gruppo e volò a gran velocità verso il biondo aprendo le fauci grondanti di liquido imporporato. Esso prontamente lanciò un pugnale dritto dentro la bocca del mostro. La lama attraversò tutto il corpo viscido squarciandolo a metà e facendo colare il fluido a terra.
La chiazza di sangue venutasi a creare in una pozza pian piano si riunì, andando di nuovo a formare quell’invertebrato essere.
Kristian:- Ma che roba è? Sono immortali?-
Quei mostri non presentavano organi interni, erano fatti completamente di fluidi.
L’ammasso di liquido iniziò a volare intorno ai ragazzi seguito dagli altri 4, quando..
Seira:- KRISTIAAAAAAN!.- Urlò la ragazza portandosi le braccia a coprirsi il viso, chiudendo gli occhi.
 
 
Commento dell’autrice:
Cosa ne pensate di questo capitolo? Sto incominciando a cambiare il modo di descrivere per renderlo più dettagliato possibile.. Ringrazio chi mi segue, un bacio a prestoo
  
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