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Autore: Lione94    25/04/2015    1 recensioni
Cecilia, detta Lia, è una semplice ragazza dalle umili origini, fa la cameriera in una rinomata pasticceria del centro di Roma e sogna il principe azzurro.
Lorenzo è il primogenito di una ricca famiglia, fa l'ambasciatore ed è un ragazzo tanto affascinante quanto timido e romantico.
I loro cuori s'incontreranno ma cosa succederà se un'invadente madre si metterà fra loro? E se una verità fosse rivelata al momento sbagliato?
Una storia d'amore scritta a quattro mani con Cibernella.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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10. Un romantico picnic



Pov Lorenzo
Ormai non riuscivo più a pensare ad una vita senza Lia, non mi ricordavo nemmeno come fosse senza di lei. Mi ero innamorato, come un adolescente, e tutto mi faceva pensare a lei. Volevo che questo sentimento per me strano e sconosciuto non finisse mai; era così bello sentirsi perennemente tra le nuvole. Fare l'amore con lei era bellissimo, dolce ma allo stesso tempo intrigante.
Non mi ero mai sentito così vivo!
Lia Lia Lia… sempre lei al centro dei miei pensieri.
A lavoro, anche se la concentrazione era piuttosto bassa, riuscivo sempre a cavarmela e avevo molta più pazienza del solito. Anche i miei colleghi mi dicevano che non mi avevano mai visto così tranquillo, così avevano iniziato a prendermi in giro dicendo che "avevo qualche bella pollastrella tra le mani”. Erano ambasciatori è vero. Ma quando si trattava di sfottere si trasformavano in perfetti idioti.
Quel giorno decisi di portare Lia a fare un picnic; mi piaceva l'idea di passare del tempo all'aria aperta con lei e non potevo far altro che approfittare di quella splendida giornata. Avevo pranzato tantissime volte da solo nel parco di Villa Borghese per sfuggire alla mensa dell’ambasciata e molte volte poi avevo continuato a lavorare seduto su una panchina con il portatile. Era bellissimo starsene al sole invece che chiusi in una stanza.
Volevo dividere quel luogo con la persona che amavo. Chiesi a Clara di prepararmi delle cose buone da mangiare per pranzare al parco, omettendo di essere in compagnia con Lia, tanto lei preparava sempre cose in abbondanza tanto che ci potevano mangiare come minimo quattro persone.
Mandai un messaggio alla mia donna, mi piaceva pensare a lei con quell’aggettivo possessivo. “So che hai la mezza giornata libera, quando finisci vieni a Villa Borghese. Ti aspetto al cancello d’entrata. Ti amo!
Ok amore!” rispose Lia.
Proprio come un adolescente in piena prima cotta avevo conservato tutti i messaggi che lei mi aveva mandato.
<< Pronta per un romantico picnic? >> dissi dandole un bacio sulle labbra quando arrivò.
<< Che dolce che sei >> disse Lia con un sorriso.
La portai al solito tavolino di legno con la panca che spesso occupavo quando ero solo, vicino al parco giochi dei bambini, che fortunatamente a quell’ora erano quasi tutti a pranzo e i più grandi a scuola. Con la tovaglia rigorosamente a quadrucci tirai fuori varie ciotoline piene di cose buonissime che lei apprezzò immediatamente. Era una gran mangiona e la prendevo spesso in giro; mi divertiva vederla arrabbiata, perché dopo facevamo sempre la pace, e che pace!
<< Parmigiana di melanzane! Favolosa, uno dei miei piatti preferiti! >> disse Lia.
<< Poi non lamentarti della cellulite! >> dissi ridendo.
<< Allora per prima cosa io non ho la cellulite, forse ti ricordi male o forse ti stai sbagliando con qualche tua ex; secondo, anche se mangio abbastanza, non ingrasso di un chilo da cinque anni e terzo ho fame, quindi mangio anche la tua porzione così la prossima volta stai zitto! >> ribatté acida Lia.
Non potevo far altro che ridere, era fantastica e più la conoscevo più m’innamoravo di lei.
Clara era stata una cuoca eccezionale e quella volta aveva pensato proprio a tutto, dolcetto compreso. Lia da buongustaia aveva assaggiato ogni cosa e mi decisi a non prenderla più in giro altrimenti sarei davvero rimasto senza pranzo.
A cavalcioni tra le panche sembravamo due ragazzini delle medie che si guardavano con gli occhi a cuoricino.
<< Gnammmmm....>> dissi imboccando Lia con l'ultimo pezzettino di dolce rimasto, che lei naturalmente non rifiutò.
<< Questo pranzo è ottimo! E questo posto così accogliente e tranquillo >> disse Lia.
Finito di mangiare portai il resto del pranzo in auto e mano nella mano passeggiammo nel parco. Conoscevo un posticino molto appartato e intimo e camminando mi diressi proprio nella direzione desiderata.
<< Che ne dici se ci sdraiamo vicini vicini in quell’angolino? >> dissi indicando il posto tra la siepe e gli arbusti.
<< Se me lo dici con quello sguardo, non posso dirti di no. Mi stai spogliando con gli occhi, ti ricordo che siamo in un posto pubblico! >> disse Lia sorridendo.
Ci sdraiammo proprio come due adolescenti ed iniziai a baciarla. In pochi minuti mi tolse la giacca e la cravatta e la mia temperatura corporea salì terribilmente; mi piaceva farmi spogliare da lei. La sua pelle sotto la maglia era così soffice e calda come sempre. Adoravo il suo odore e il suo sapore. Avevo una folle voglia di fare l’amore con lei, ma in un parco sotto gli occhi di tutti, anche se appartati, mi sembrava eccessivo. Baciarla ed accarezzarla senza poterla possedere completamente era una lenta tortura, ma non avrei smesso comunque di toccarla. Lei era molto eccitata e ad ogni mio tocco faceva fatica a trattenere i gemiti. Avvinghiò le gambe attorno ai miei fianchi ed io non riuscii più a contenermi.
<< Guarda se c’è qualcuno >> disse Lia con un filo di voce.
<< No, non mi sembra, siamo soli >> risposi sporgendomi dalla siepe con il viso arrossato.
<< Se me lo dicevi che avevi questa idea non mi sarei messa i jeans >> sbuffò Lia.
Ammetto, ero un po’ imbarazzato per la situazione, con Lia anche una semplice passeggiata si trasformava in sesso… e che sesso! Senza perdere troppo tempo la aiutai a togliersi i pantaloni e lei con le sue mani intanto mi aprì la chiusura lampo. Senza volerlo sospirai, ormai i miei jeans erano diventati troppo stretti per l’eccitazione.
<< Guarda che mi fai fare >> disse Lia avvinghiandosi di nuovo a me << Speriamo che non ci denuncino per atti osceni in luogo pubblico >> e continuò a baciarmi.
<< Lia ti amo >> dissi mentre i nostri corpi si univano e si muovevano in sintonia fino a raggiungere l’amplesso.
I suoi occhi erano bellissimi e le sue guance arrossate erano qualcosa di così tenero che non potevo far altro che abbracciarla ancora e baciarla dolcemente.
<< Amore mio! >> dissi.
<< Amore aspetta rivestiamoci e poi ti riempio di baci anch’io >> ribatté Lia, sistemandosi i pantaloni.
Ci rivestimmo in fretta e si sdraiò sopra di me. Le coccole le erano sempre piaciute ed io per lei avrei fatto tutto. Non smetteva di sorridermi ed io ad ogni suo sguardo continuavo a sciogliermi come neve al sole.
Non l’avrei mai lasciata.
In pochissimi minuti il tempo cambiò e del cielo limpido e azzurro della mattina non c'era più traccia.
<< Che peccato! Tra un po' verrà giù tanta di quell'acqua che se non ci sbrighiamo a tornare ci bagneremo tutti >> disse Lia alzandosi << Perché non andiamo a casa tua? Sai, ho ancora un'oretta libera potremmo continuare più comodi quello che abbiamo fatto poco fa >> continuò con voce provocante e maliziosa.
Mi rabbuiai: maledizione, se solo Lia avesse saputo la verità non mi sarei fatto problemi a portarla da me e sarebbe stato tutto più semplice…  ma io no, dovevo sempre cacciarmi in situazioni complicate!
Era davvero improponibile chiedere ogni volta a Ferdinando di prestarmi casa sua così ultimante riuscivo ad inventarmi sempre una scusa con Lia.
Stavo tirando un po' troppo la corda con questa grandissima bugia, dovevo a tutti i costi parlarle e dirle chi ero.
<< Lia non possiamo andare da me perché sai... insomma... >> balbettavo parole senza senso.
<< Se non vuoi fa niente >> mi interruppe Lia imbronciandosi.
<< Ma che dici come non voglio? È che devo dirti una cosa... >> continuai.
Fui interrotto dalla suoneria del cellulare di Lia: era Yasmine.
<< Sì va bene non ti preoccupare, vengo subito io. Tranquilla >> sentii dire Lia al telefono.
<< Amore senti devi riaccompagnarmi in pasticceria perché Yasmine deve andare ad un appuntamento che le hanno spostato ad oggi pomeriggio. A proposito che mi dovevi dire? Facevo finta di essere arrabbiata ma tu mi sembravi preoccupato. Dimmi >> disse Lia.
<< Preoccupato? Ma no…. No, tranquilla... avevo solo casa in disordine e non molto pulita >> dissi cercando di sembrare disinvolto.
Così la accompagnai a lavoro ma continuai ad avere una strana agitazione per tutta la giornata. Un pensiero nella testa.
Parlare a Lia.
Ma come?




Angolo autrici:
Ecco di nuovo il nostro protagonista maschile! Ahi ahi ahi attento Lorenzo che le bugie hanno le gambe corte, prima o poi la verità si scopre... già, ma come? Staremo a vedere nel prossimo aggiornamento :)
Baci, Valentina e Chiara


  
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