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Autore: Fonissa    26/04/2015    1 recensioni
*dal testo*
Ognuna di noi è sporca di sangue e piena di ferite. Avremmo mai una vita normale? Molto probabilmente no. Ci guardiano l'un l'altra e ci abbracciamo. In quel momento non mi importa di niente. "Staremo insieme, per sempre."
Genere: Horror, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Rimaniamo per qualche secondo li, immobili, prese dalla paura. Ib e Madotsuki avevano ragione, c’era davvero qualcuno che ci seguiva.
E-ra quella la strega?
Si…
Ci guardiamo tra di noi. Ormai è chiaro, dobbiamo uscire al più presto da qui, altrimenti… Solo ora mi ricordo del pezzo di carta che ho preso dal muro. La apro, e scopro che è uno spartito.
Il pianoforte!” esclama Ib, e tutte insieme ritorniamo nella stanza del pianoforte. Sicuramente, per creare un suono in quella stanza,ci serve quello spartito.
Però dice che non c’è bisogno di suonare il piano…” dice Madotsuki.
Forse ho capito” e detto questo, Viola prende il foglio e lo appoggia sul piano, per poi allontanarsi. Lo strumento inizia a suonare da solo,emettendo una melodia dolce e malinconica allo stesso tempo. La melodia continua, non si ferma.
Un pianoforte… da quanto tempo non sentivo una melodia simile… forse dovrei ritornare da Masada, non lo vedo da molto tempo. E poi ne mancano ancora cinque, si, solo cinque
Madostsuki parla con una voce lieve, gli occhi socchiusi e lo sguardo vitreo. Dondola sul posto per un po’, prima di darsi un pizzicotto sulla guancia. Ma la sua mano… è come se si fosse mossa da sola…
La ragazza strabuzza gli occhi, lasciando cadere le braccia e chiudendole a pugno.
Madotsuki? Chi è Masada?  Cosa intendi con ‘ne mancano solo cinque’?
Madotsuki ci guarda una a una. Sta leggermente tremando.
Masada… era il mio istruttore di pianoforte. E mi mancano solo cinque canzoni per finire un nostro progetto
Annuisco, per niente convinta. Aveva ripetuto quelle ultime frasi automaticamente, come una recita. Come se fosse abituata a mentire sul quel Masada. Decido che me ne occuperò dopo, magari con l’aiuto di Poniko. Poniko…è ancora intrappolata. Dobbiamo liberarla, e in fretta.
Dopo qualche minuto, dal vaso che stava affianco al pianoforte spunta una chiava. La prendo, mettendola nella stessa tasca di quell’altra.
Quando usciamo, un’altra candela è accesa. Ora ce ne mancano solo due.
Ci dirigiamo nella stanza a sinistra, l’unica che non abbiamo ancora visitato. Questa è piena di oggetti: un appendiabiti, uno specchio, un tavolino, due divanetti… e un carillon, che però è spento. Noto che c’è una piccola serratura su di esso. Estraggo la chiave, la prima che abbiamo trovato, e la inserisco. Questo subito inizia una melodia abbastanza veloce e acuta, leggermente inquietante.
Mi guardo introno. Sulla parete di sinistra c’è un’altra porta. L’attraversiamo, e ci ritroviamo in una piccola stanza con solo una scrivania con sopra un diario e un tavolino con appoggiata una scatola bianca. Non appena la sfioro, salta fuori un pupazzetto a forma di pagliaccio. Ridacchio leggermente, guardando il pagliaccio. Nel frattempo, Viola ha letto il diario.
Cosa c’era scritto?
Mh…niente di interessante o che possa aiutarci
Usciamo, ritornando nel corridoio. Ora anche la terza candela è accesa.
Ci manca l’ultima… ma non c’è un’altra stanza in cui creare il suono…
Si invece! La stanza dell’indovinello dell’orologio!”  Entusiaste, ci dirigiamo li. E’ ancora come prima, quando ci siamo chiuse là dentro mentre Madotsuki sconfiggeva il quadro della Monnalisa.
Salendo sulla sedia, arrivo con la faccia di fronte alle lancette. Ma queste sono ferme,e non fanno il solito tic tac. Inserisco una chiave, quella che ha sputato il vaso affianco al pianoforte, in una fessura lì vicino. Subito le lancette iniziano a muoversi, e il solito rumore dell’orologio si diffonde in tutta la stanza.
Ora abbiamo creato il suono in tutte e quattro le stanze” dico, scendendo dalla sedia. Sentiamo un rumore provenire da qualche parte, e subito pensiamo alla porta nella stanza del pianoforte. Correndo, ritorniamo li, attraversando la stanza a grandi passi senza far caso alla melodia che c’è ancora. Con decisione, apro la porta.
Ci ritroviamo in un luogo angusto, il pavimento ha piccola mattonelle bianche piene di polvere e rovinate. L’unica luce proviene da delle finestre di vetro colorato. Al centro, c’è la statua di una donna.
E’ buio” dice Ib, guardando attraverso le finestre.
Poniko…” sussurra Madotsuki.
Sta tranquilla, penso che ci siamo quasi” All’improvviso, si sente una voce.
“Il mio anello…rivoglio il mio anello…”  Lentamente, giro la testa verso la statua.
“Voglio il mio anello…” E’ la statua che sta parlando.
Un rumore fortissimo ci fa sobbalzare. Proviene dalla stanza del pianoforte. Ci fiondiamo li. La melodia non c’è più e affianco alla libreria è apparso un caminetto spento. Sopra, c’è disegnata una freccia che va verso il giù. Ci avviciniamo, e notiamo che c’è una scala che porta verso il basso. Deglutisco a vuoto, mentre guardo Viola scendere. Dopo scendo anche io, seguita da Ib e Madotsuki.
Ci ritroviamo nella sala da pranzo, ma è diversa. Ci sono molti buchi sia sul pavimento che sul muro. Le finestre sono rotte, e un vento freddo entra, facendomi rabbrividire. Una freccia, simile alla prima, indica una porta. Ci stringiamo tra di noi, aprendola. Ci ritroviamo nella cucina dove avevamo dato le braccia dell’orsacchiotto, ma ora c’è solo una pentola che bolla sul fuoco, e un’altra porta affianco. L’attraversiamo, e quel che vediamo ci lascia senza parole.
A terra ci sono intere pozze di sangue. Due cumuli di scheletri, di scheletri umani, arrivano quasi fino al soffitto. Rimaniamo li, paralizzate dal terrore. Per la prima volta, la mia mente mi grida di scappare e correre via. Ma correre dove? Ormai sono in questa casa, e non posso andarmene.
Un luccichio attira il mio sguardo. Un osso ricurvo, di uno strano colore bronzeo, spicca da uno dei cumuli. Tremando lo prendo,per poi uscire subito da li.
Ci guardiamo, senza dire niente. Come si potrebbe sire qualcosa su quel che abbiamo appena visto?
C’è ancora la pentola che bolla e che fa un rumore acuto. Infastidita, la spengo. Solo allora noto che la dentro c’è qualcosa. Col cuore in gola, la afferro utilizzando l’osso. E’ un anello.
L’anello…la statua…” balbetta Ib. Dalla paura,non riesce a dire altro.
Facciamo per uscire dalla cucina, ma appare un cartello.
“Devi restituire ciò che hai preso” c’è scritto. Guardo l’osso che ho ancora in mano, ripensando alla stanza con gli scheletri. Non voglio ritornare là dentro, non voglio. Anche le altre devono aver pensato la stessa cosa, visto che i loro occhi trasmettono terrore puro. Sospiro. Non c’è altro modo.
Molto lentamente, ritorniamo li. Ma appena ci metto piede, sento delle ossa scricchiolare. Ma prima quelle non c’erano. Qualcun altro, nel frattempo, deve esser entrato in questa casa dell’inferno, facendo questa fine. La cosa non mi rassicura per niente, e tremando rimetto l’osso nell’esatta posizione in cui era prima. Poi velocemente usciamo sia da quella stanza, sia dalla cucina.
Ma nemmeno il tempo di riprendere fiato, che vediamo le sedie correrci incontro ad una velocità impressionante. Subito ci dirigiamo verso il camino. Altri buchi si aprono esattamente vicino ai nostri piedi. Per poco Ib non cade, ma Viola l’afferra prontamente. Ci buttiamo nel camino, risalendo.
Appena siamo sopra, ci prendiamo qualche secondo per respirare. Poi, senza aggiungere altro, ritorniamo nella stanza della statua. Dobbiamo muoverci in fretta, o sarà troppo tardi.
“Questo è il mio…grazie tante…” dice la statua, quando le porgo l’anello. Sentiamo un rumore provenire da una porta lì affianco. L’apriamo, e ci ritroviamo una rampa di scale. Una dietro l’altra saliamo, tremando, col cuore che batte a mille. Ci ritroviamo in un corridoio con un tappeto cremisi, le pareti fatte di pietra e le finestre rotte. Avanziamo lentamente.
Una finestra davanti a noi si rompe. Uno strano mostro che striscia, col corpo nero e il viso umano avanza verso di noi. Ma non ho nemmeno il tempo di estrarre la motosega, perché davanti a noi appare una ragazzina, di spalle. E’ la strega. Lancia qualcosa verso il demone, per poi scomparire insieme a lui.
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
Scusatemi per avervi lasciato con la suspense XD (anche se voi conoscete il gioco, ma vabbeh…)
Su questo capitolo non ho niente da dire, se non che tra un paio di capitoli finirà la parte di Viola, ma… *colpo di scena* la Fanfiction non finirà li! Eheheheh
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Sciao sciao
-Animalia
  
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