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Autore: addict_with_a_pen    28/04/2015    0 recensioni
Giuro, ultima storia Peterick che pubblico, poi non scriverò più su loro (anche perchè la cosa si sta facendo inquetante ahahah). Per una settimana, ogni giorno, farò uscire una ff corta corta e fluff oltre ogni immaginazione. Sette giorni di Peterick e sette giorni in cui pubblicherò le ultime cavolate che la mia mente ha partorito -.-
Alla prossima (in un altro fandom) :* Un bacio a tutti.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non appena Patrick varcò la soglia della stanza (se così la si poteva definire), per poco non scoppiò a piangere. Dopo dieci ore di viaggio, al freddo, in una città ancora più fredda e grigia, si ritrovava a dover dividere la SUA stanza, il suo momento di pace e relax, anche con Joe, Andy e Pete, solo perchè quella stordita dell’altro albergo si era confusa con le prenotazioni e così erano stati costretti a trovare un posto per passare la notte all’ultimo minuto e quello che erano riusciti ad ottenere era una stanza grande quanto un buco di topo, ghiacciata, possibilmente sporca e con un solo e minuscolo bagno.
Desolante.
Patrick butto senza tante cerimonie la sua valigia su di un letto e si buttò a sua volta accanto ad essa.
“Bella merda...” Disse Joe.
“Concordo in pieno...” Aggiunse Andy.
Era davvero una merda.

*****
Dopo una cena ancora più triste di quelle quattro mura andarono tutti a letto, senza fare complimenti e si addormentarono immediatamente. Essendo tutti e quattro nella stessa stanza dopo anni che non succedeva più, avrebbero almeno potuto parlare un po’, ma la rabbia e la stanchezza erano troppe.
Che tristezza!
Nel cuore della notte però qualcosa, un rumore strano, svegliò tutti.
“Cosa diavolo è stato?” Chiese Patrick mezzo rintontito dal sonno.
Stettero in silenzio per qualche istante, prima di sentire un altro rumore provenire dal bagno, che alla fine non erano altro che singhiozzi di pianto, un pianto disperato e sommesso che, nonostante tutto, era impossibile da nascondere. A quel punto, senza neanche accendere la luce per vedere chi fosse a letto o meno, capirono tutti chi fosse a piangere: Pete.
“Patrick questo è un tuo compito...” Disse Joe.
“C-Cosa? Insomma, che vorresti dire?” Per un momento Patrick pensò che a Joe non importasse nulla di Pete.
“Abbassate la voce idioti! Volete che vi senta?” Andy aveva ragione, come sempre.
“Intendo dire che nè io nè Andy sappiamo come consolare la gente, soprattutto come consolare Pete. Quello sei capace solo tu di farlo.” Joe aveva ragione, ma era anche vero che era da tanto che Pete non piangeva più o, molto più probabilmente, era da tanto che non si faceva più scoprire mentre piangeva. Patrick non sapeva se sarebbe riuscito ad aiutarlo, anche se in quel momento era il suo unico pensiero.
“Fate finta di dormire, fate finta di non esservi accorti di nulla, okay?” Sentì due “okay” pronunciati a bassa voce di risposta e dopo di che si alzò e si avvicinò alla porta del bagno. Pensare che lì dietro c’era Pete, il suo Pete, l’uomo che amava, che piangeva e soffriva, gli fece diventare gli occhi lucidi ed il cuore pesante. Deglutì un paio di volte ed aprì la porta.
Eccolo lì.
Era per terra, con le spalle contro il muro e le gambe al petto, che si teneva la bocca tra le mani per evitare di far troppo rumore mentre piangeva. Era circondato da fazzoletti e i suoi occhi erano rossi e spenti.
Chissà da quanto tempo era lì...
Non appena si accorse della presenza di Patrick, nascose l’intero viso tra le mani. Il cuore di Patrick stava piangendo.
“Vattene Trick! Torna a letto, ora arrivo.” Ma Patrick non lo ascoltò, anzi, gli si inginocchiò davanti e gli spostò le mani dal viso.
“Non torno se tu non vieni con me.” Pete non alzò lo sguardo ma lo girò addirittura da tutt’altra parte. Non voleva che Patrick lo vedesse così.
“Ti prego Trick...” Le lacrime continuavano a scendere.
“Passerò tutta la notte qui se necessario.” Detto questo si sporse in avanti e gli diede un bacio sulla guancia.
“Che succede Pete?” Pete scosse la testa e singhiozzò un “niente...” senza convinzione, poichè nemmeno lui sapeva cosa stesse succedendo e forse era anche per quello che stava piangendo.
“Guardami negli occhi.” Patrick gli prese il viso tra le mani e lo obbligò a girarlo verso il suo. Stettero così, a fissarsi, per minuti, mentre la mano di Patrick si intrecciò con quella di Pete. Si stava calmando, gli bastava soltanto guardarlo negli occhi per stare meglio.
“Andiamo a letto?” Annuì.
“Posso dormire con te?” Patrick sorrise e gli diede un altro bacio, stavolta sulla fronte.
“Pensavo fosse ovvio.” Pete fece a sua volta un sorriso timido e si alzò in piedi. Piangere lo stancava, troppo. Patrick gli asciugò le lacrime e ne baciò via una che ancora scorreva sul suo viso.
Pete non lasciò la sua mano neanche per un secondo.
“Dici che Joe ed Andy si sono svegliati? Io non volevo, giuro, odio attirare l’attenzione...” Patrick lo abbracciò.
“Stanno dormendo come dei ghiri, tranquillo.” Pete sorrise, sempre timidamente e dopo di che uscì dal bagno sempre stringendo la mano di Patrick. Si sdraiarono sul letto e Patrick cominciò ad accarezzargli piano il viso e a coccolarlo. Voleva mandare via quelle lacrime a tutti i costi, ma notò che invece di andarsene, stavano tornando...
“Non vuoi dirmi perchè piangi? Non vuoi permettermi di aiutarti?” Pete scosse la testa, sempre perchè non c’era un motivo preciso per quelle lacrime.
“Sono ridicolo, no? Trent’anni e ancora mi chiudo in bagno a piangere... Patetico...” A quel punto Patrick si sporse verso lui e cercò le sue labbra.
Lui NON era patetico.
“Devi smetterla con questa storia dell’essere patetico, okay?” Pete annuì.
“Prova a dormire ora, domani andrà sicuramente meglio.” Si strinse contro il suo petto e fece per chiudere gli occhi, quando gli venne un’idea.
“Trick?”
“Sì?”
“Potresti darmi un altro bacio?” Patrick rise, fregandosene del fatto che Joe ed Andy erano svegli e in ascolto.
“Altri mille...” E le lacrime si fermarono per davvero.
 
  
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