I suoi occhi si muovevano frenetici, e chiedevano sangue. Sangue che pulsasse nelle vene di un corpo mai esistito, o scomparso troppo in fretta.
Quando li chiudeva, lacrime di fantasma - lui sperava di sentirle - gli solcavano il viso brucianti, in cerca del mare.
Ma no, no.
"Non puoi piangere!" sentiva dirsi di fronte a sé, oltre la superficie di vetro. "Non puoi piangere per un giocattolo nuovo, per una casa più grande, per un qualcosa da render importante."
E lui li riapriva, incerti e malati, sul suo interlocutore.
"Oh no, coniglietto", diceva. "Piango per la vita sconosciuta."
-Sandalphon