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Autore: Cinziart_96    28/04/2015    2 recensioni
Immaginate.
Immaginate di poter cambiare l'Universo. Di Tempo, Spazio e Materia avrete bisogno.
Immaginate che questi tre poteri fossero nelle vostre mani. Scorressero nella vostra mente.
Immaginate cosa potreste cambiare in meglio... tutto.
Però non tutti sono di buon cuore come voi, no.
C'è chi vuole rifare tutto a sua immagine.
C'è chi vuole il potere sopra ogni altra cosa.
C'è chi, non riuscendo a controllare i tre poteri, perde se stesso.
Ma immaginate qualcosa di ancora peggiore. Creare un intero Universo solo per porgli fine.
* * *
--->Seguito della FF: "Dottore, abbiamo un problema."
NON è strettamente necessario averla letta per la comprensione dell'attuale storia.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                         Proposal

Con calma e ordinatamente i bambini uscirono dal salone. C'era un clima diverso dal solito, quel giorno. Molti avevano un'espressione pensierosa sul viso, altri, più superficiali, un largo sorriso in volto. Damos era uno di questi ultimi e seguiva la fila con passo baldanzoso, come se due lunghe ore passate a cercare la soluzione del Paradigma fossero una sciocchezza.
-Potresti smetterla?- gli sibilò Niki, frustando l'aria con la coda. -E' irritante.-
L'amico spense la sua coda luminosa e cercò di non saltellare per ogni passo che faceva.
-Grazie.-
-...Ehi, cos'hai? Non ti sei accorto di com'è stato veloce oggi?- chiese Damos allegramente.
-Sì. Me ne sono accorto. Ed è proprio a questo che sto pensando.- rispose piano Niki, afferrandosi la coda e accarezzandone piano il ciuffo terminale. -Perché dopo solo due ore ci ha lasciato andare?-
-Ma cosa importa! L'importante è che lo abbia fatto, no?-
L'altro scosse la testa, ma non disse nulla, seguendo la folla di bambini verso la sala giochi. Se così si poteva definire una grossa stanza con quattro altalene e giocattoli vari disposti alla rinfusa in giro. Le pareti decorate con un paesaggio marittimo si erano sporcate nella parte bassa a causa di tutti quelli che, sfiniti o tristi, vi si appoggiavano. Non era facile sopportare quel ritmo pressante. I bambini iniziavano a diventare irrequieti, urlavano e scalpitavano sempre più spesso, rendendo vano ogni tentativo di giocarci assieme.
Turbato da questi pensieri, Niki non si accorse di una palla che, a una velocità folle, andò a colpirlo proprio sulla nuca.
-Niki!-
Il ragazzino cadde in avanti, attutendo la caduta con le mani.
-Niki! Niki!-
Le urla di Damos a due centimetri dalle sue orecchie sensibili non erano di grande aiuto, in realtà, ma si impose di non cedere al nero e a tutte quelle figure sfocate che gli passavano davanti.
-N...-
-Niki! Dimmi, cosa c'è? Dove ti sei fatto male?- disse l'amico come un uragano.
-Non... Non...-
-Cosa? Cosa c'è?! Parla, avanti!-
Lui prese un respiro profondo chiudendo gli occhi. -Damos, non urlarmi nelle orecchie!- scandì alzando il tono di voce.
L'altro mormorò uno 'scusa' tutto preoccupato, aiutando l'amico a tirarsi in piedi. Tutta la stanza girava e cadeva agli occhi di Niki, il quale si focalizzò solo sul braccio chiaro di Damos per non cadere di nuovo.
-Allora? Come va?-
Con un sospiro, il bimbo si passò attentamente una mano sulla zona colpita. Pulsava ancora e la testa gli girava terribilmente. Nessuno, tra tutti quelli che lo circondavano si era minimamente preoccupato della sua caduta e tanto meno nessuna delle inservienti si era preoccupata di controllare cos'era successo.
-Sì... sto bene.- articolò faticosamente Niki mentre Damos lo conduceva verso una zona marginale della sala giochi.
Avere almeno un lato protetto da un muro poteva risultare un bel vantaggio per controllare l'arrivo dei palloni. La stessa cosa era stata pensata da altri bambini, tutti rannicchiati alla parete mentre leggevano o sfogliavano distrattamente alcuni libri. A loro si aggiunse anche Damos e Niki mentre, lontano da quella piccola cerchia, infuriava l'ennesima battaglia di palloni.
-Va meglio qui?- chiese Damos leggermente. -Almeno non siamo al centro del massacro.-
L'amico sorrise. -Qua va benissimo.-
-Ti hanno colpito?-
Niki si voltò verso una sorta di animaletto, coperto di pelo arancione, che li guardava con degli occhi straordinariamente grandi e intensi, di un blu violaceo.
-Sì, un attimo fa.- rispose il bambino distendendo a terra le gambe.
-Niki...- mormorò Damos frapponendosi tra i due. -Non farti troppi amici...- gli sibilò tra i denti.
Prima che potesse rispondere, quella sorta di scoiattolo arancione parlò ancora. -Lo so, non bisognerebbe instaurare amicizie in questo posto.-
-Instaurare? Cosa significa?-
Lo scoiattolo sbatté le palpebre. -Vuol dire creare qualcosa. In questo caso legami durevoli.-
Damos alzò un sopracciglio. Ancora non aveva capito nulla.
-Vuol dire quello che hai detto tu, Damos. Solo con parole più difficili.- spiegò Niki incrociando le gambe per stare più comodo e osservare meglio il nuovo arrivato.
Somigliava un sacco a uno scoiattolo, solo molto più grande e senza coda. Un grosso anello di pelo lungo e chiaro gli fasciava il collo, esaltando in qualche modo gli occhi enormi.
-Come ti chiami?-
-Orange.-
-Io sono Nik...-
-Sì, lo so. Niki e Damos. Vi siete chiamati per nome poco fa.-
-...Wow.-
Mentre il mal di testa di Niki era solo un ricordo, a Damos quella palla di pelo colorata iniziava a infastidire non poco. Così, dopo essersi congedato in fretta e furia si staccò dal gruppo, incamminandosi verso le altalene. Forse oggi, in un tempo relativamente breve, sarebbe riuscito a salirci per almeno cinque minuti, pensò osservando una fila di almeno venti bambini per ognuna delle quattro altalene.

 

* * *

 

La pausa gioco finì all'incirca un'ora dopo e, avvantaggiato dal suono della campana, Damos era riuscito a salire sul gioco per molto più tempo di quello che si era aspettato. Una gran fortuna che da un sacco di tempo non gli capitava. Con un salto scese dall'altalena, individuando subito Niki che ancora parlava fitto fitto con quell'alieno peloso arancione. Sperava che si fossero stufati di parlare, ma a quanto pare tra cervelloni ci si intendeva a meraviglia. Distrattamente il ragazzino bianco seguì il fiume di bambini che avanzavano verso la mensa per cenare, troppo occupato a non perdere di vista il suo amico. Insieme allo scoiattolo peloso, si sedettero a una lunga tavola apparecchiata con bicchieri, cucchiai e piatti pieni di una sostanza viscosa.
-E noi dovremmo mangiare questa roba?- chiese Damos affondando il cucchiaio nella sua cena, sollevando il cibo blu-verde dalla dubbia consistenza e sapore.
Il solo scopo di quella domanda era attirare l'attenzione su di sé, dato che Orange non faceva altro che parlare con Niki, escludendolo dalla conversazione.
-Se non è di tuo gradimento, potrei finirla io al posto tuo.- gli rispose il semi-scoiattolo guardandolo.
-Sai cosa ti dico? Prendila pure tutta.- disse acido Damos, lanciando un'occhiata di rimprovero a Niki prima di abbandonare il cucchiaio nel piatto e alzarsi dalla panca, diretto verso l'uscita.
Bastò aspettare il momento opportuno per non essere visto dalle inservienti e uscire dalla mensa correndo per i corridoi dell'edificio. E così Niki aveva preferito Orange rispetto a lui. Lui che gli aveva offerto la sua amicizia per sempre. Una lacrima gli rigò il viso. Non avrebbe mai più rifatto lo stesso errore. Faceva troppo male.
La porta del suo dormitorio venne aperta con rabbia e con un suono secco si richiuse proprio mentre Damos affondava la testa nel cuscino e ci stringeva attorno le braccia. Passò un tempo infinitamente lungo rannicchiato in quella posizione, tanto che quando qualcuno gli toccò la spalla, i muscoli urlarono di protesta.
-...Damos?- mormorò Niki leggermente. -Sei sveglio?-
-Non per te.- gli rispose l'altro chiudendo forte gli occhi. -E nemmeno per quella palla di pelo arancione.-
-...E per chi saresti sveglio?-
Damos ci pensò un momento prima di rispondere. -Per il mio amico Niki.-
-Va bene, allora.- disse l'amico con un sorriso, mentre la coda si avvicinava flessuosa al viso dell'altro, nascosto in parte dal cuscino.
Damos voltò la faccia verso Niki, ritrovandosi il ciuffo scuro della sua coda negli occhi e nel naso, facendolo starnutire. Entrambi scoppiarono a ridere poco dopo, sedendosi sul letto.
-Scusami, Damos. Non dovevo escluderti così, oggi.-
-Okay, scuse accettate. Però...-
L'amico sollevò lo sguardo, attendendo.
-Però per la prossima settimana andrò io in altalena al posto tuo.- concluse altezzoso.
-Ma...! Così tu ci andresti due volte!- esclamò Niki contrariato.
Tuttavia notando l'espressione dell'amico lasciò perdere, accennando del fatto che forse se lo era meritato.
-Di cosa avete parlato per tutto il pomeriggio?- chiese Damos curioso.
-Un po' di tutto.- rispose Niki con un'alzata di spalle mentre la porta del dormitorio si apriva e lasciava entrare una ventina di bambini assonnati. -I soliti pettegolezzi.-
-No...- disse Niki meditabondo, scendendo la letto dell'amico e infilandosi nel suo. -Forse sì. Si parla di una profezia.-
-Sarebbe?-
-Ehm... Una sorta di previsione su ciò che accadrà.-
-Ah.- rispose atono Damos osservando tutti gli altri ragazzini addormentarsi nei loro letti. -E chi la racconta? Orange?- chiese in un sussurro.
Anche Niki iniziò a parlare piano. -No, no. Non solo lui. E' come un'immagine che inizia a circolare in giro.-
-Una foto, un disegno?-
-No! Un'immagine mentale.-
-...Non è possibile che tante persone immaginino la stessa cosa.- concluse Damos accendendo debolmente la sua coda.
-E' questo il fatto.- approvò Niki annuendo. -Alcuni bambini di una certa razza, dicono di essere più sensibili a ciò che arriva da fuori. Durante le ore passate a cercare la soluzione hanno visto la profezia.-
-Ed è una bella cosa?-
L'amico blu alzò le spalle, avvolgendosi la coda attorno alle gambe. -L'unica cosa che si sa è che si sta diffondendo.-
-Come una malattia?-
-O come una cura.-
-Si diffondono le malattie, non le cure, Niki.-
Niki alzò gli occhi al cielo. -Era una metafora, Damos. Questa profezia potrebbe salvarci come una cura, non finirci come una malattia.-
-Ooh... Forte! E tu sai cosa dice la Profezia?- chiese entusiasta.
-Sì, me lo ha raccontato Orange. Non l'ha vista di persona, ma l'ha sentita raccontare in giro.- disse Niki come premessa. -Alcuni bambini hanno visto in sogno tre sfere, alcuni dicono enormi, altri grandi come biglie, di tre colori diversi: una blu, una verde e una rossa. -
I due ragazzini si osservarono attentamente nella penombra della stanza. C'era entusiasmo e parra nell'aria.
-Insomma queste tre biglie sono tutte vicine e brillano. Girano su se stesse e intanto si muovono in giro, producendo questa energia bianca e purissima.-
-Che forza...-
-Già.- assentì Niki annuendo. -Però poi le nostre conoscenze finiscono. Orange ha qualche contatto, ma la traccia è ancora troppo debole per essere seguita. E fare domande specifiche in giro è fuori discussione.-
-Se poi un sacco di bambini sognano questa profezia, non le daranno molto peso, no?- osservò Damos saggiamente.
-Corretto. Comunque nel caso io dovessi sognarla... te lo direi.- disse Niki in un soffio, come se tutto il coraggio di prima lo avesse abbandonato di colpo.
-Anch'io te lo direi.- concordò l'altro bambino con un largo sorriso per rassicurare l'amico. -Buona notte, Niki.-
-'Notte.-
Con un sospiro sollevato i sue si distesero sotto le coperte e chiusero gli occhi, sperando che nessun strano incubo disturbasse il loro sonno.

 

* * *

 

Molto, molto più lontano dai sogni dei bambini, tre studentesse di un liceo Artistico avevano ormai rinunciato a seguire con un minimo di concentrazione la lezione di storia.
“Aaaleeex... Mi annoioo...” mormorò Iris telepaticamente, toccando con un dito il braccio dell'amica.
Lei la guardò di sfuggita, intenta a finire di scrivere una frase sul suo quaderno di appunti.
“Non stavi giocando a 'Indovina la parola' con Lara?”
“Sì, ma poi lei si è stufata.”
“Perché?” chiese con curiosità mentre si sistemava gli occhiali.
“Beh... a dirla tutta, è perché riesco ad anticipare le sue mosse.” ammise la ragazza incrociando le braccia sul banco.
“E non potresti non farlo? Così diventerebbe più...”
“Ma non lo faccio apposta! Da quando abbiamo incontrato quella... quell'essere incappucciato, ho la sensazione di essere qualche secondo in anticipo rispetto a tutto.” Iris sbuffò. “E' noioso sapere le cose prima che succedano. E' come se lo facessi due volte.”
Alexandra appoggiò la penna sul banco, sorridendo lievemente all'espressione annoiata della sua amica. Purtroppo, non c'era niente che potesse fare.
“Ohi!” si intromise Lara. “Di cosa state parlando? Posso aggiungermi?”
“No.” le rispose Iris voltandosi.
“M... Ma...” balbettò mortificata. “I... Io volevo solo...”
“Lara, sto scherzando.” esplicitò l'amica, che si ritrovò un pugno giocoso sul braccio poco dopo.
“E io che ti prendo sul serio.”
“E' proprio per questo che è divertente.” disse con ovvietà la mora.
Lara lasciò volontariamente perdere l'ultima frase, concentrandosi su ciò che voleva dire.
“Volevo proporvi una cosa.”
“Sarebbe?” chiese Alex curiosa. Ormai di seguire la lezione nemmeno a parlarne.
“In realtà non so se questa cosa sia effettivamente possibile.” iniziò mordendosi il labbro inferiore. “Però... pensate a quella volta che abbiamo visto dall'alto gli Universi.”
Le amiche le sorrisero, invitandola a continuare.
“Secondo me non sono tutti uguali.”
“Credo proprio di no. Insomma... che noia altrimenti.” fece notare Alex appoggiandosi sul banco. “E la tua idea sarebbe...?”
“Andare a vederli.”
Lara distolse lo sguardo dalla prof per incontrare gli occhi delle sue amiche. Queste la fissavano sconvolte, come se avessero appena visto un fantasma.
“Ragazze! Era solo un'idea!” esclamò spaventata dalle loro reazioni.
Iris prese un respiro profondo. “Fammi capire bene.” iniziò cercando di mantenere un tono tranquillo. “Non hai abbastanza spazio qui che vuoi addirittura cambiare Universo?!”
Lei sbuffò. “Ma che cavolo stai dicendo? Il caffè ti sta dando alla testa, te lo dico io.”
“Lara, spiegati.” disse Alex tranquillamente.
“Volevo andarci solo per vedere cosa c'è di diverso!”

 

* * *

 

Per maggiore sicurezza, le tre ragazze decisero di saltare in un altro Universo durante l'intervallo, che iniziò circa un quarto d'ora dopo aver convinto Iris a partire per questa “avventura extra-universale”.
Furono molto accurate. Controllarono Tempo e Spazio iniziali per poterci tornare una volta conclusa la gita, in modo che nessuno si accorgesse della loro momentanea assenza.
Tutto andò liscio. Nessuno sospetto di nulla quando le tre amiche si presero la mano e, chiudendo gli occhi, scomparirono per un brevissimo istante, così infinitesimale che nemmeno sembrò esserci stato. E ora, tutte gongolanti, stavano raccontando l'avventura al Dottore che le ascoltava in silenzio.
-...e ti ho detto di quel cane alto almeno due metri?- chiese Alexandra allungandosi verso l'alto per cercare di definire le proporzioni. -Era davvero enorme, te lo assicuro! Non era il padrone a portare a passeggio il cane, ma il contrario!-
Lara ridacchiò, accovacciandosi sulla poltroncina della sala consolle. -Per non parlare del caos che c'era in giro!-
-Non si capiva niente. Sembrava che tutti fossero in ritardo.- aggiunse Iris.
-Ragazze... Tutto questo sarà stato divertente, ma anche molto pericoloso.- commentò il Signore del Tempo serio.
Tutte e tre persero il sorriso sentendo le sue parole.
-Perché, scusa?-
-Ancora non sappiamo qual è il vostro ruolo in relazione a questo Universo, figuriamoci con i paralleli! Cosa ne sapete se andando lì non avete incontrato i vostri doppi, magari in un tempo passato o futuro? Caspita, vi devo dire ed esplicare ogni cosa?-
Lara si sedette scomposta sulla poltrona che produsse una serie di cigolii, mentre osservava il Dottore strofinarsi gli occhi. -Sentite... tutto questo... E' una situazione molto complessa da gestire. Evitate di fare imprudenze, o rischierete di complicare la situazione in maniera incontrollata.-
-Ma noi...- mormorò Alex scegliendo con cura le parole. -Noi volevamo soltanto distrarci dalle preoccupazioni per un po'. Non abbiamo fatto niente nel parallelo. Non abbiamo parlato con nessuno.- provò a giustificarsi.
-Già, infatti. Sono anche stata attenta a ritornare esattamente un momento dopo di quando eravamo partite.- aggiunse Iris.
-...e nel posto giusto. Nessuno si è accorto della nostra scomparsa, Dottore.-
Lui annuì, sperando che con le loro gite quelle ragazze non avessero creato accidentali paradossi sul loro corso. -Va bene allora. Ma evitate di rifarlo. E' troppo pericoloso.-
-Uffa. Si può sapere cosa cambia se si viaggia con il Tardis?- chiese Iris iniziando a raccogliere tutte le foto che avevano scattato per giocare al 'Gioco delle differenze' tra il parallelo e il loro Universo.
-Iris, il Tardis non viaggia attraverso le dimensioni.-
-Ah no? E perché?-
-Perché... le pareti dei due mondi si sono chiuse dopo la caduta di Gallifrey.- spiegò lui tristemente. -Ma a quanto pare né per ELMEM né per voi questo è un problema, dato che saltellate da una parte all'altra come nulla fosse. Davvero, non me lo spiego.- disse grattandosi distrattamente la nuca.
-...Cosa sarebbe un ELMEM?- chiese Alexandra, dando voce anche ai pensieri delle sue amiche.
-Ooh, è una lunga storia.-
-Ma noi abbiamo un sacco di tempo!- ribatté Iris incrociando le braccia.
-Vi avevo già accennato qualcosa appena vi avevo incontrate in quel parco.- disse il Dottore tentando di far cadere il discorso.
-Ma è proprio questo!- esclamò Lara alzandosi dalla poltroncina chiara. -Ci dici sempre le cose a metà! Come se non volessi dirci qualcosa. Perché?-
Lui rimase in silenzio, distogliendo lo sguardo da quegli occhi ardenti di curiosità. Quanto potevano far male delle parole? Immensamente. Le parole sono potenti, sono draghi che ti escono dal cuore con ferocia. O sono balsami per le orecchie e per l'anima. Il Dottore si concesse un sospiro per organizzare le idee e i ricordi che sfuggivano via.
-ELMEM è uno sbaglio.- iniziò appoggiandosi due dita sugli occhi chiusi. -Un essere che riusciva a creare crepe tra i mondi.-
Solo a pensarci sembrava passato così tanto tempo.
-Un cucciolo che non riusciva a controllare la propria forza. Un pericolo per sé e per gli altri.-
Lentamente alzò lo sguardo sulle ragazze. -Soprattutto per gli altri.-
Il Dottore lasciò vagare la mente all'ultimo giorno di quell'avventura.
-Ci sono... C'erano queste tre amiche. Sapevano tutto su di me grazie a una serie TV che raccontava le mie avventure.-
-...Chissà che scocciatura.- mormorò Lara.
Lui sorrise. -E' stato divertente.- poi riprese il racconto. -Eravamo tutti insieme, quel giorno. Ci stavamo salutando. Loro non avrebbero potuto stare con me, anche volendo. Le pareti trai mondi devono rimanere chiuse.-
Alex e Iris annuirono, continuando a guardare il Signore del Tempo mentre parlava.
-Ma ELMEM all'ultimo si liberò, buttandole fuori dal Tardis.- concluse senza riuscire ad aggiungere altro.
Iris allungò un braccio, prendendo una mano nelle sue. Un sorriso rassicurante sulle labbra. Alexandra e Lara la seguirono un momento dopo, sommergendo il Dottore con i suoi abbracci.
-Adesso capisco perché mi sento a casa quando sono sul Tardis.- bisbigliò Alex sulla spalla di lui. -Probabilmente è perché la mia alter-ego del parallelo è stata qui.-
Il Signore del Tempo aveva ben altre teorie al riguardo, ma non gli importava. Non ora che il ricordo di quelle tre stravaganti ragazze era tornato vivo e pulsante. Strinse a sé anche Iris, circondandola con un braccio, prima di lasciarle andare con un sorriso leggero.
-Beh, ma... ascolta un attimo.- iniziò Lara prendendosi il mento tra le dita. -Ora tu hai noi, mi pare.-
Il Dottore alzò un sopracciglio. -E quindi?-
-Ooh, ma è geniale!- esclamò Iris battendosi una mano sulla fronte. -Lara ha ragione, Dottore! Tu hai noi!-
Ma lui ancora non capiva cosa cercassero di dirgli. Anche Alex l'aveva capito, e sorrideva alle amiche.
-Cosa? Me lo potete dire?- chiese un po' arrabbiato.
Era una spiacevolissima sensazione sapere che tre persone erano arrivate a una soluzione che lui non vedeva.
-Hai detto che non sei riuscito a salutarle.- iniziò Alex, paziente.
-E noi possiamo viaggiare tra gli Universi paralleli senza rompere nessuna “barriera” o come le hai chiamate.- continuò Iris accavallando le gambe.
Il viso del Signore del Tempo si aprì in un ampio sorriso mentre Lara concludeva la serie di indizi.
-Se ti fa piacere, potremmo portarti da loro per un saluto.-
-Potrebbe... Sarebbe veramente meglio lasciar perdere, però... è pur vero che non ci sono fratture...- disse lui buttandosi sul monitor della consolle e premendo alcuni pulsanti. La macchina emise uno sbuffo, quasi divertito per poi vibrare leggermente, rassicurando il Signore del Tempo.
-Allora?- chiese Lara. -Basta un semplice 'Sì' o 'No'.-
Il Dottore sollevò lo sguardo dallo schermo azzurro e sorrise a tutte e tre le ragazze prima di parlare.
-Sì, per favore.-
Alexandra sorrise, sfregandosi le mani impaziente. -Non preoccuparti, Dottore.- annunciò convinta. -Non ti farò perdere nessun braccio durante il tragitto!-
Lui per tutta risposta alzò gli occhi al cielo, scuotendo leggermente la testa.
-Ma sì, anche se perde un piede per strada o un orecchio non è un problema. Tanto gli ricresce.- disse invece Iris con semplicità.
-Comunque.- ribadì il Dottore per sicurezza. -Meglio se non succede, okay?-
Entrambe gli sorrisero. -Okay.-
-Rimane forse solo un problema.- si intromise Lara, assorta.
-Quale?-
-Come faccio io a trovarlo quell'Universo? No, dico... avete presente quanti ce ne sono? Non possiamo controllarli tutti!-
-...Ah.- commentò Alexandra lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi. -Già, questo è un bel problema...-
-No, invece.- ribatté il Dottore girandosi verso la consolle e facendo scorrere verso di sé il monitor. -Quando ero nell'altro Universo, ELMEM mi ha dato un po' della sua energia per ripartire. Fortunatamente...-
Lui si bloccò, corrugando la fronte, senza smettere di premere tasti e attivare luci colorate.
-Fortunatamente cosa?-
-Fortunatamente... Io...-
Iris sbuffò. -Quando vuoi, noi siamo qua, eh.-
-Io... dovrei avere ancora un po' di quella energia, da qualche parte!- concluse velocemente, iniziando a girare attorno al piantone centrale con foga, le mani che, a una velocità prossima a quella della luce, premevano bottoni e attivavano leve molto distanti.
Un uragano al confronto era nulla.
-Dottore, ma che fretta c'è?- chiese Alex, togliendosi dal raggio d'azione dell'uomo.
-C'è fretta! Devo sbrigarmi, altrimenti perdo completamente la traccia!- disse lui lanciando uno sguardo allo schermo, mentre le dita si muovevano da sole sui comandi.
Lara si materializzò di fronte ai grafici che comparivano sul monitor. Un grosso disco era diviso in due sezioni distinte da due gradazioni di blu. Prima che potesse anche solo aprire bocca per una domanda, già il Dottore le stava rispondendo.
-Il più scuro indica quanta energia non ha il Tardis.-
-Ma siamo quasi a secco!- esclamò Iris affiancando l'amica di fronte al grafico.
-Almeno un quarto dei viaggi li faccio così, non è mai stato un problema.- disse lui sollevando una grata e tuffandoci dentro le braccia e la testa. -Quello chiaro indica l'energia che abbiamo per viaggiare!- spiegò estraendo un lungo tubo bianco.
-Grandioso. Sarà solo il 10% del totale.- mormorò Lara toccando la zona.
-Dottore, cosa stai cercando?- chiese Alex prendendo il tubo per spostarlo via. -Ti posso aiutare, se vuoi.-
-Sto... cercando...- disse continuando a estrarre cianfrusaglie. -...questo!- esclamò vittorioso con un dischetto giallo tra le mani.
Iris e Lara si sporsero per guardare il motivo di tanta agitazione. Non era nulla di particolarmente eclatante, solo un cerchio, spesso al massimo un centimetro forato nel centro.
-Tante storie per un CD?- chiese Lara alzando un sopracciglio.
-Questo non è un CD! E' un...- lui sbarrò gli occhi. -E' complicato. Lara, leggimi il valore dello spicchio più piccolo tra i tre che vedi!- urlò alzandosi in piedi e afferrando il dischetto tra i denti.
-...Ma non c'è uno spicchio più piccolo.- disse lei perplessa.
-Che cosa?!-
Il Signore del Tempo aveva infilato il disco in una fessura prima di raggiungere ansante il monitor. Lo spicchio blu scuro occupava con imponenza gran parte del grafico, inglobando a poco a poco le altre zone più chiare.
-Eccolo!- disse il Dottore premendo un dito sullo schermo in corrispondenza di un filo bianco. -E' solo l'1% , ma ce la posso ancora fare!-
Saggiamente, le tre amiche si schiacciarono contro il corrimano in ferro, osservando il Signore del Tempo volare da una parte all'altra trasportando cavi e premendo bottoni. Probabilmente anche a caso.
Quando ebbe calpestato ogni centimetro quadrato della sala ed ebbe finito di premere tutti i pulsanti che poteva trovare in giro si fermò, con il fiatone, davanti al monitor. Fermo.
-Dottore...?- tentò Alex guardando la sua figura a braccia conserte fissare qualcosa sulla consolle.
Lui non disse nulla. Nemmeno si mosse, sembrava essersi pietrificato lì.
Iris lanciò un'occhiata a Lara, che si avvicinò cautamente al Signore del Tempo, senza distogliere gli occhi dal suo viso. Cercando di capire cosa non andasse.
-Fatto!- gridò lui balzando verso la plancia del Tardis.
Lara si materializzò tre passi più indietro, spaventata. -Ma ti sembra il modo?!- gli urlò appoggiandosi le mani sui fianchi. -Mi hai spaventata!-
Lui alzò lo sguardo sulla ragazza, completamente spaesato. -Cosa?-
-Mio nonno in carriola, guarda.- gli rispose lei sbuffando.
Alex e Iris intanto cercavano di trattenersi dal ridere, senza molto successo per la verità. Lara lanciò loro un'occhiata di rimprovero prima di rivolgersi nuovamente al Signore del Tempo.
-Dopo tutto questo casino... a cosa serve quel CD?-
Il Dottore scosse la testa, preferendo non sapere i dettagli di ciò che evidentemente si era perso. -Non è un CD. E' un disco in grado di dirci l'origine e la fonte di quasi tutti i tipi di energia che gli vengono caricati sopra.-
-Ah.- disse Alexandra guardando l'oggetto, prima di un opaco giallo, brillare debolmente di arancio su un lato.
-E io con quel coso dovrei riuscire a portarti nell'Universo parallelo, giusto?- chiese Lara scettica.
-Sì, esatto.- assentì lui mostrandole il disco bucato. -ELMEM ha assorbito energia anche da quel parallelo e, togliendo il nostro Universo da cui proviene, l'unica direzione che può segnalare...-
-...Sarà quella del parallelo.- concluse lei. -Sì, ho capito.-
-In pratica una bussola per orientarsi tra quel mare di Universi là fuori.- disse Iris. -Forte!-
-Dai, dai, dai! Proviamolo!- esclamò entusiasta Alex saltellando e battendo le mani.
Il Dottore sorrise, porgendo a Lara il dischetto. -Tienilo sempre in mano. Non lasciarlo cadere per nessun motivo.-
-Perché? Se no che succede?- domandò la ragazza rigirandosi l'oggetto sottile e leggero tra le dita. -Faccio esplodere qualche Universo?-
-No, ma è l'ultima Bussola energetica che mi è rimasta.-
Lara smise di muovere il disco. -Oh. Ci starò attenta, allora.- lo rassicurò con un ampio sorriso.
Il Signore del Tempo appoggiò una mano sul braccio di Alex e una su quello di Iris, aspettando di essere raggiunto anche da Lara. La ragazza teneva ben stretta la Bussola con due mani e le sue amiche per chiudere il cerchio furono costrette ad afferrarle i polsi. Il Dottore le vide respirare tranquille un paio di volte prima di chiudere gli occhi con loro, una sensazione di instabilità a diffondersi velocemente dal basso ventre a tutto il corpo. Era ufficialmente in viaggio per una nuova dimensione.

 

 

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Note Autore:

Tempo: Sinceramente non lo so. Credo in ritardo. *consulta la sua agenda* …tanto siamo sempre in ritardo-
Luogo: Proprio qui:

Perché le balene? Perché sono belle, oh-

*Il pubblico trova comodamente il proprio posto nella grande sala fluttuante nei cieli, circondato da allegre megattere. Non appena tutti si sono sistemati, le luci si attenuano e, in quell’irreale atmosfera silenziosa e azzurra, il Sipario si raccoglie ai lati del palco. Il Dottore, nel suo adorabile completo blu, è già lì, tutto sorridente, per accogliere il pubblico*

Il Dottore: Salve a tutti! :D Avete visto che posto? Oggi ho avuto la possibilità di sceglierlo io. Spero vi piaccia. :)

*Fissa un signore che ancora non è seduto al suo posto, troppo spiaccicato sui vetri a guardare le balene*

Il Dottore: Ehm… le dispiace… scusi! …Sì, sì signore, dico a lei. Le dispiace accomodarsi? …Grazie. Potrà rimanere a guardare le megattere di Juke dopo le note autore. Questo posto rimane aperto fino a tardi. Grazie, grazie ancora.
Coff… coff… DUNQUE. Tanto per cominciare… grazie. Grazie davvero a tutti. A voi che siete qui ad ammirare le balene, a quelli che non sono riusciti a venire e che leggono queste parole da casa, alle anime buone che riterranno il capitolo meritevole di una recensione, a quelli che, pur ritenendo di dover lasciare un commento, alla fine non lo faranno, all’autrice per aver finalmente aggiornato, a Yuki per averla stressata abbastanza da convincerla ad aggiornare e, un grazie davvero immenso va al gestore di questo immenso teatro che, dopo immense lamentele, si è lasciato convincere ad ospitare voi, carissimo e immenso pubblico! 8D
GRAZIE. Davvero, da cuore. E per inciso, io ne ho due. …Quindi sarebbe all’incirca un “Grazie al quadrato”… o qualcosa del genere.
A-ehm. Come al solito, se non vi è chiaro qualcosa, se ci sono errori che alla sola vista vi bloccano il metabolismo, se questa storia non vi piace o vi piace troppo o vi siete stufati di veder comparire il suo aggiornamento sempre più in ritardo, fatecelo sapere. Cercheremo, nei limiti dell’impossibile (?), di correggere quello che non va. Le autrici sono davvero felici di sapere che ne pensate. :) E… beh… Lo sono anch’io. Se mai a qualcuno interessasse.
Grazie ancora per essere passati!! Vi lascio ad ammirare le megattere!
*Saluta con la mano un pubblico che, frettolosamente, gli lascia un applauso per poi andare a spiaccicarsi contro i vetri del teatro fluttuante*
Il Dottore: O__O” Per Rassilon, ma sono davvero fissati.

 

Un abbraccio immenso
Gallifrey, Yuki e Fluffy

 

 

 

La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per nostro puro diletto.

  
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