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Autore: Kano_chan    01/05/2015    7 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 72
Capitolo 72


Ero ferma, immobile; l’aria intorno a me sembrava congelata, e perfino l’esercito dei Colli Ferrosi era perfettamente fermo.
Sembrava che il tempo stesso avesse deciso di bloccarsi su quell'istante.

Lanciai uno sguardo di sbieco alla mia sinistra: Thorin scrutava l’orizzonte davanti a sé, vicino a lui Dain e dietro di noi tutti i suoi uomini.
Girando appena la testa verso destra, incrociai quasi istantaneamente gli occhi di Kili e poi quelli di Fili.
Quando io e Kee, poche ore prima, eravamo arrivati davanti alle porte di Erebor non c'erano state parole, io e i miei compagni ci eravamo scambiati solo sguardi decisi, racchiudendo in pochi gesti i nostri auguri.

Avevo abbracciato Balin e Thorin, ricevendo la protezione di Mahal da entrambi. Avevo stretto anche Bilbo, che nella sua cotta di Mithril ostentava
uno sguardo fiero, anche se sapevo che nel profondo aveva paura come ne avevo io. Ero sicura, però, che se la sarebbe cavata egregiamente; Gandalf e noi tutti lo avremmo protetto. Mi ero concessa solo qualche istante in più con Fili; per entrambi scioglierci da quell'abbraccio fu quasi doloroso fisicamente... infine presi posto tra lui e Kili.
Thranduil e Bard erano già pronti con i rispettivi eserciti sui fianchi della Montagna, nascosti e in attesa dell’arrivo di Azog.
L’idea di base sarebbe stata quella di far avanzare il nemico fino ad una distanza tale da poterli assalire con gli arcieri.

Il primo segno che ci avvisò del loro arrivo, fu uno stormo di uccelli in fuga verso Est, accompagnato dall’eco lontano dell’ululato dei Warg.
Il terreno seguitò a tremare e l’aria a risuonare del passo pesante e scomposto di migliaia di piedi, ne seguì il rumore del ferro e delle spade che cozzavano sugli scudi e sulle armature. Alla fine, all’orizzonte, si delineò una fila di figure nere come la pece, che avanzava in ranghi serrati. Pian piano, le facce scure irte di denti aguzzi e occhi ferini, diventarono sempre più chiare.
L’esercito degli Orchi si fermò all’inizio del sentiero.
Schierato in prima fila, Azog il profanatore affiancato dal figlio Bolg, si guardò intorno quasi svogliatamente prima che il suo viso si allargasse in un ghigno sadico.


-    Ifridî bekâr!
- gridò Thorin con voce possente e perfettamente padrona di sè.
     (Preparate le armi!)

Io, con il cuore che minacciava di scoppiarmi nel petto, strinsi un'ultima volta le mani dei due fratelli che avevo afferrato quando ci eravamo messi in posizione, e poi le lasciai andare. Chiusi il pugno sull’elsa di Ruthia, estraendola. La spada elfica rifulse di blu sotto il cielo plumbeo che si era formato sopra di noi, mentre con l’altra mano impugnai una delle daghe che avevo sulla schiena.
Azog, nel frattempo, si era fatto avanti e sollevando sopra la testa la sua mazza ferrata aveva preso la parola.


-    Ga(-)ruga!
- urlò al nostro indirizzo, e il suo grido riecheggiò denso di promesse di sangue.
      (Morirete tutti!) 
-    Dekâr!
- ci intimò Thorin
(In riga, mantenete le posizioni!)
-    Guri dum. Rakhs-i sis romma go sho gad adol!  - gridò infine Azog portando la mazza davanti a sè.
(Inseguiteli. Dilaniateli a brandelli e abbeveratevi con il loro sangue!)

E fu così che la battaglia ebbe il suo inizio.


-    Ithrikî!
- ci ordinò Thorin.
   (State fermi!) 

Feci roteare la daga, lanciando rapide occhiate verso i fianchi della conca. Quando gli orchi raggiunsero il punto stabilito il battito del mio cuore quasi mi assordò, mentre una pioggia di frecce cadeva su di loro.
I corpi dei primi nemici uccisi caddero ammassandosi in una linea confusa, mentre i compagni dietro di loro li scavalcavano proseguendo la corsa.

I loro arcieri si misero subito in riga, rispondendo all’attacco degli elfi con altrettanta potenza, fu a quel punto che dall’altro versante uscirono allo scoperto gli uomini di Bard con una nuova raffica di frecce che abbattè altre file di nemici.
Se l’attacco li avesse colti di sorpresa, gli orchi non lo diedero a vedere, continuando la loro carica con implacabile ferocia.
Ormai mancavano poche decina di metri alla nostra linea di difesa...


-    Udâmai! Du bekâr! Khayamu!  - esclamò a quel punto Thorin.
         (Compagni! Alle armi! Alla vittoria!)

Partimmo di corsa incontro ai nemici come se condividessimo un solo corpo e una sola mente.
Alzai Ruthia e la calai sul primo orco che si diresse verso di me e fu in quel momento che tutto divenne freddo.
La mia mente si svuotò, il mio corpo divenne una macchina da guerra e i miei gesti automatici.
Schivavo, roteavo su me stessa, calavo fendenti trapassando gole, ventri e mozzando teste.
Quando si combatte tutto il resto si annulla, la tua mente viene permeata da uno strato di fredda lucidità e gli alleati che vedi cadere ti fanno lottare con ancora più slancio. Non c’è nient’altro che il nemico e i tuoi compagni.
Fili e Kili mi fiancheggiavano, ognuno di noi copriva un lato abbattendo quanti più nemici possibili.

Il tempo sembrò protrarsi all’infinito... i muscoli divennero ben presto doloranti, il sudore iniziò a colare lungo le tempie formando gocce sulla punta delle ciglia e sul mento, l’adrenalina spadroneggiava guidando movimenti e azioni.
Nell’aria si rincorrevano grida di battaglia, di sofferenza e di morte, rumore di spade che cozzavano sugli scudi e di carne che veniva lacerata.
Il terreno si cosparse ben presto di cadaveri di nemici e alleati, il sangue impregnò il suolo e il suo odore permeò l’ambiente assieme e quello del metallo e del sudore. In cima alle pareti della conca, Uomini ed elfi combattevano sotto il costante sibilo delle frecce.

Andammo avanti a ritmo serrato per non so quanto tempo. Non appena avevo un attimo di respiro, mi guardavo intorno per vedere dov’erano i miei compagni che
combattevano per lo più in gruppi.
Vidi Bofur con suo fratello e Bifur, Balin assieme a Dwalin, Thorin e Dain, Ori, Dori e Nori mentre assaltavano un mannaro, Oin e Gloin spalleggiarsi fianco a fianco e la testa grigia di Gandalf fare capolino sopra tutti quanti.
Allo stesso modo cercavo segni di Azog e Bolg, ma fino a quel momento non avevo scorto nè uno nè l'altro.

Fu durante una di quelle brevi pause che Kili gridò il mio nome.

-    Harerin! -

Portai istintivamente dietro di me le due spade per bloccare il colpo diretto alle mie spalle, poi mi girai fermando con il piatto della lama un altro fendente diretto al fianco e infine affondai Ruthia nella carne tra la spalla e il collo dell’orco che mi aveva assalita.
Quando il nemico crollò, ansante, mi voltai verso Kili facendogli un cenno di riconoscenza.

-    Tua moglie sarà meglio che tu non la faccia mai arrabbiare - scherzò Fili facendo sorridere il minore e anche me.

Li guardai uno di fianco all’altro. Avevano i capelli impastati di sudore e sangue nero, su quelli di Fili, poi, spiccava in modo particolare. Le braccia e il viso coperti di sporco, interrotto solo qua e là da qualche ferita e graffio rossi accesi.
Eppure erano lì, due guerrieri, due fratelli, due amici, due parti della mia vita.


-    Ragazzi io… - mi rivolsi a loro prima di venire interrotta.
-    Harerin! Fili, Kili! -

Ci voltammo tutti insieme verso Gandalf, che pulendo Glamdring con la veste grigia ci si faceva incontro concitato.

-    Cosa succede? - domandò Fili.
-    La copertura del punto sicuro è stata scoperta, gli Orchi lo stanno assaltando! -
-    Dobbiamo andare! - esclamò allora Kili senza perdere tempo.
-    Kili! -

Dalla mischia sbucò Nori.

-    C’è bisogno di una mano più avanti, gli Orchi stanno cercando di sfondare la linea di difesa per arrivare alla Montagna - spiegò, passandosi una mano sulla fronte per togliere un po’ di sudore e di sporco che gli colava negli occhi.
-    Maledizione! - imprecò Fili.
-    Gandalf quanti sono i nemici? - domandai io allo stregone.
-    Poco più di una trentina - rispose l’uomo.
-    Bene... - dissi e mi voltai verso i due principi e Nori - voi andate ad aiutare gli altri a mantenere la posizione, io vado con Gandalf; mi porto dietro qualcuno degli uomini di Dain se riesco - decisi.

Vidi entrambi i nani adombrarsi prima di realizzare che non c’era altra soluzione.

-    D’accordo - assentì Fili a malincuore.
-    Stai attenta, ti prego - disse Kili afferrandomi una mano.
-    Lo farò e fate lo stesso anche voi, mi raccomando - risposi stringendogliela.
-    Ti amo - replicò Kili mentre mi lasciava andare.
-    Anche io - dissi guardando con affetto sia lui che suo fratello, il quale mi sorrise - Gandalf fai strada - mi rivolsi poi allo stregone.

L'uomo si avviò a grandi falcata nella direzione da cui era venuto e io mi affrettai a seguirlo correndo alle sue spalle.
Ben presto la guerra ci avvolse nuovamente e così, quando mi girai, Kili e Fili erano stati sostituiti da una parete di Orchi, Nani, Uomini ed Elfi che combattevano allo stremo delle forze.

Posso assicurarvi che spostarsi in mezzo ad un campo di battaglia non è affatto semplice... fummo più volte interrotti nel nostro cammino, da nemici che cercarono di fermarci e che trovarono una impietosa morte.

Stavo proprio sfilando la spada dal cadavere di uno di essi, quando una freccia passò sibilando vicino al mio orecchio.
Mi voltai di scatto in tempo per vederla centrare in piena fronte un orco che mi stava per aggredire. 


-    Credo di averti appena salvato la vita - fu il commentò che seguì l'azione appena intercorsa. 

Mi voltai facendo un ghigno all’indirizzo di Legolas che era provvidenzialmente comparso vicino a me.

-    Immagino che un grazie sarebbe d’obbligo... ma purtroppo noi siamo di fretta - dissi facendo cenno a Gandalf che ero pronta a proseguire.
-    Per questo sono qui. Mio padre ha saputo dell'attacco e mi ha mandato a darvi manforte - spiegò accodandosi a noi.


Quando finalmente giungemmo sul posto, la grotta era del tutto visibile e davanti ad essa, un gruppo di Elfi e uomini di Bard cercavano di respingere l’assalto di un commando di orchi. Non indugiai oltre buttandomi in mezzo alla mischia per tentare di guadagnare l’ingresso. Sapevo che Tilda e Bain erano rimasti al campo sul fiume, ma Sigrid non aveva voluto sentire ragioni ed aveva accompagnato i guaritori elfici al punto sicuro. Da quel poco che avevo potuto capire, la madre della ragazza era stata una guaritrice e lei, volendone seguire le orme, si era sentita in obbligo di essere presente.
Ero preoccupata e in ansia... avevo promesso a Bard che l’avrei tenuta al sicuro e dovevo assolutamente mantenere la parole data a quell'uomo... aveva già perso fin troppo nella sua vita perchè dovesse sopportare altri lutti.

Per poter vedere la ragazza non dovetti aspettare molto. All'improvviso vidi una chioma bionda correre vero un paio di uomini feriti appena fuori dall’entrata.

-    Sigrid! - gridai, ma nel clamore della battaglia lei non mi sentì, e non vide neppure il piccolo orchetto che si stava dirigendosi proprio verso di lei.

Mi misi a correre nella sua direzione e la vidi accorgersi del pericolo. Guardò terrorizzata l’essere che le si stava facendo incontro, mentre con un braccio teneva alzato il capo dell’uomo che stava soccorrendo. L’orco alzò in alto la spada pronto a colpire e fu in quel momento che gli fui addosso. Gli saltai al collo passandogli la lama della spada sotto la gola. Quello iniziò a dimenarsi, cercando di liberarsi di me mulinando all’indietro il pugnale nel tentativo di colpirmi. Io, di riflesso, strinsi ancora di più la presa, affondando la daga nella carne della giugulare. Il pugnale del nemico arrivò al mio viso, lasciandomi un lungo taglio sulla fronte; sentii bruciare la ferita mentre con un ultimo strattone la testa dell’orco si staccò dalle spalle. Un fiotto di sangue spruzzò dal moncherino macchiandomi i capelli e il viso. Mollai quindi il corpo di colpo, il quale cadde a terra alzando una nuvola di polvere. Io, ansante, mi appoggiai a Ruthia mentre il sangue dalla fronte, mi colava sulle ciglia e sulla guancia mischiandosi a quello del nemico.

-    Harerin! - esclamò Sigrid sollevata.
-    Cosa diavolo ci fai qui fuori?! - le chiesi, dandole una mano a sollevare il ferito per portarlo al sicuro.
-    Il mio lavoro: curo i feriti - rispose senza alcuna traccia di rammarico.
-    Dovete scappare, usare la porta che conduce all’interno di Erebor prima che gli orchi riescano a sfondare la fila difensiva! Siamo troppo pochi per respingerli tutti - le spiegai mentre un paio di Elfi coprivano la nostra ritirata.
-    Non ce la faremo mai a portare via tutti prima che questo avvenga - replicò la ragazza sbuffando sotto al peso morto dell'uomo.
-    E perché mai? - domandai confusa mentre entravamo nella grotta – Ik Mahal* - sussurrai sgomenta.

La risposta alla mia domanda era lì davanti a me.
La caverna sul fianco della montagna era immensa... ed era piena zeppa di feriti e di guaritori, elfici e non, affaccendati attorno ad essi.


-    C’è troppa gente - rispose inutilmente Sigrid mentre consegnava l’uomo alle cure di un elfo: ormai era perfettamente chiaro anche a me.
-    Da quant’è che stiamo combattendo? - chiesi guardandomi attorno allibita.
-    Sette ore... all’incirca - rispose la ragazza.

Sette ore, sette ore di combattimento che non pareva minimamente vicino all’alba di una possibile fine.
Se in sole sette ore c’erano stati così tanti feriti e morti... cosa sarebbe successo fra altrettante?


-    Harin! -

Mi voltai verso Gandalf che, assieme a Legolas, mi stava raggiungendo.

-    Tutto bene? - domandò guardando il taglio sulla mia fronte che sanguinava ancora.
-    Sì... ma abbiamo un problema - risposi indicando con un gesto l’ambiente attorno a noi - è impossibile far scappare tutti dal passaggio prima che gli orchi riescano ad entrare qui - dissi frustrata.
-    Se ci riescono avverrà un massacro di gente indifesa - aggiunse Legolas serio.
-    Dobbiamo trovare un modo per prendere tempo - disse Gandalf.

Alle parole dello stregone iniziai a pensare febbrilmente.
C’erano centinaia di feriti e la porta per l’interno non era molto ampia, soprattutto se si contava che in la maggior parte poteva postarsi solo in barella.
Alzai gli occhi al cielo, era una cosa che mi aiutava a riflettere meglio, ma ovviamente, in quel momento, mi ritrovai a fissare solamente un tetto di roccia, che sicuramente non giovò al mio spirito.
Abbassai lo sguardo sbuffando per poi rialzarlo di scatto, dopo di che guardai l’ingresso della grotta.

-    Ho trovato! - esclamai.

Tre paia di occhi azzurri, seppur di tonalità differenti, si puntarono su di me.

-    Gandalf, puoi provocare un’esplosione? - chiesi allo stregone.

-    Certo! Dopo tutto i miei fuochi d’artificio sono rinomati in tutto l’ovest - rispose con una punta di orgoglio.
-    Cosa pensi di fare? - mi domandò Legolas.
-    Sigrid, fai spostare tutti verso il fondo della caverna; assicurati che siano lontani il più possibile dall'ingresso - spiegai alla ragazza che mi guardò confusa.
-    C.. certo, ma cosa hai in mente? - chiese con aria interrogativa.
-    Faremo crollare il soffitto sopra l’entrata - affermai guardando Gandalf i cui occhi scintillarono.
-    Ma certo! - esclamò entusiasta.
-    In questo modo però, nessuno potrà più ricevere assistenza - replicò Sigrid incerta.
-    Non ci sono abbastanza uomini per proteggere questo posto, senza contare che arriveranno ben presto altri Orchi. Non siamo nelle condizioni di combattere su due fronti - disse Legolas alla ragazza, che però sembrò ancora voler ribattere.
-    Sigrid, se non facciamo in questo modo, non solo moriranno i feriti sul campo di battaglia, ma anche quelli che sono qui e che potrebbero farcela - dissi seria, la ragazza mi osservò ancora un istante prima di chinare la testa e darmi il consenso.

Le raccomandai per ultimo, di mandare qualcuno ad avvertirci non appena tutti fossero stati al sicuro, a quel punto Gandalf sarebbe stato libero di procedere. Una volta finito di darle istruzioni, seguii i miei compagni nuovamente all’esterno.

-    Ascoltatemi! - urlò Legolas sopra al clamore della battaglia - dobbiamo respingerli il più lontano possibile! - ordinò ai suoi uomini mentre sfilava dai foderi sulla schiena una coppia di daghe elfiche.

Io mi affiancai a Gandalf, imitandolo e iniziando a menare fendenti.
Mi parve volerci molto più tempo di quello che mi ero immaginata, per riuscire a guadagnare abbastanza terreno in modo che nessuno di noi finisse sotto la frana.
Quando finalmente valutai che la distanza poteva bastare, Sigrid apparve sulla soglia della grotta sbracciandosi e facendomi segno che dentro era tutto pronto.

-    Gandalf!! - urlai all'indirizzo dell'uomo.
-    Sì, ho bisogno di un momento! - rispose lo stregone abbattendo un nemico per poi voltarsi verso la caverna.
-    Dammi una mano! - mi disse Legolas mettendosi appena dietro lo stregone in modo che non fosse interrotto mentre recitava il suo incantesimo.

Subito ci si fecero incontro un terzetto di orchi.
L’elfo scagliò una freccia verso uno dei tre il quale però, munito di scudo, la deviò lasciando così scoperte le gambe; un mio pugnale lo raggiunse al polpaccio facendogli cedere la gamba. Legolas a quel punto si fece avanti e con un rapido movimento del polso lo decapitò.
Nel frattempo io inarcai indietro la schiena per evitare un fendente diretto alla mia testa.

-    Giù! - esclamò Legolas.

Obbedii al comando, lasciandomi cadere in ginocchio anziché rialzarmi com'era mia intenzione. Sentii il sibilo di una freccia e l’urlo umido dell’orco che veniva colpito alla giugulare. Mi alzai quindi di scatto, vedendo sopraggiungere l’ultimo orco che buttò a lato in cadavere ancora in piedi del compagno. Con Ruthia alla mano mi feci incontro ad esso e parai con la sua lama un colpo diretto al mio ventre. Vedendogli le caviglie senza protezioni, alzai lo stivale e calai un colpo con l’esterno del piede; soddisfatta sentii un sonoro crack mentre l’articolazione di rompeva. L’orco allora cercò di gettarmisi addosso per farmi perdere l’equilibrio, ma balzando di lato lo schivai e quello cadde davanti a sé. Saltatagli sulla schiena, gli affondai la spada nel cranio.

-    Quanto caos per uccidere un nemico - commentò Legolas con un sorriso sghembo.
-    Ma tu non taci mai?! - replicai io.
-    Ci siamo! - urlò in quell'istante Gandalf troncando la risposta dell’elfo.

Lo stregone portò il bastone davanti a sé. Da quello scaturì una luce accecante e dopo un secondo, si sentì una fortissima esplosione.
Guardai le rocce sopra l’entrata della grotta disintegrarsi e scivolare a terra, accumulandosi sempre di più.

Portai l’avambraccio davanti alla bocca, strizzando gli occhi e tossendo per l’enorme quantità di polvere che si era sollevata dalla frana.
Stavo ancora cercando di vedere attraverso la foschia, quando mi sentii strattonare all’indietro. Caddi di schiena e un orco mi fu subito addosso, cercai di respingerlo con i piedi e di riafferrare l’elsa di Ruthia che mi era sfuggita dalle dita quando ero caduta.
Colpii l’orco con un calcio in faccia, ma non ne risentì molto e tornò all’attacco più furente di prima.

Riuscì ad inginocchiarsi sopra di me, bloccandomi le gambe; io, con la mano destra, continuavo a tastare il terreno intorno alla ricerca della spada o di qualsiasi altra cosa utile allo scopo. L’orco bloccò il mio braccio sinistro inchiodandomelo a terra e con la mano libera impugnò uno stiletto facendo per colpirmi. In quel preciso istante, ringraziando Mahal, ritrovai la spada e con uno sforzo immane la sollevai colpendo la tempia dell’orco con l’elsa. Stordito quello si fermò, e questo mi diede l’opportunità di trapassarlo con Ruthia da parte a parte.
L’essere oscillò un paio di volte prima di ricadere con un rantolo sul fianco liberandomi dalla sua presa.
Io rimasi sdraiata dov’ero, cercando di riprendere fiato: questa volta ci era andato veramente vicino.


-    Harerin stai bene? -

Gandalf sopraggiunse, la polvere ormai si era depositata e potei vedere che l’ingresso era totalmente ostruito.
Ora erano al sicuro.


-    Sì sto bene - risposi sollevata, riappoggiando la testa al suolo e guardando in alto.

Non lo vidi subito... Nel cielo nero quasi non lo distinsi, ma dopo un attimo focalizzai un corvo reale volare sopra di noi.
L'uccello fece due cerchi perfetti e poi volò in direzione delle porte di Erebor.

Io mi alzai in piedi guardandolo volare via finchè non scomparve all'orizzonte. Il mio cuore, che prima batteva furioso, rallentò fin quasi a fermarsi. Mossi un paio di passi nella direzione verso la quale si era diretto.

-    Harerin dove vai? -

Totalmente scordatami della presenza di Gandalf, mi voltai verso di lui e lo guardai.
Vidi lo stregone fissarmi e poi inarcare le sopracciglia perplesso.


-    Harerin cosa vuoi fare? - domandò.
-    Devo realizzare un sogno... - risposi con un sorriso e poi, senza badare alle urla dello stregone, mi voltai e iniziai a correre.

Ero pronta.

* Per Mahal!



Spazio Autrice:

E' stato un parto, questo capitolo è stato davvero un parto, ma più scrivevo e poi mi venivano in mente scene da inserire. Ho come la sensazione che sia uno dei più lunghi che abbia scritto fino ad adesso, se non addirittura l'unico.
Molti di voi aspettavano l'inizio della battaglia e questo mi ha creato non poca agitazione per il compito ^^" Ho fatto del mio meglio per descrivere le scene in modo che fossero capibili.. ora tocca a voi farmi sapere se ci sono riuscita!
Inutile dirvi che il prossimo capitolo sarà lo zenit di tutto. Di più non posso dirvi e vi devo chiedere di avere pazienza ancora una settimana.
Spero che la storia del "punto sicuro" abbia un qualche senso.. non penso sia previsto nelle normali battaglie in realtà, ma poteva essere un'idea. Sicuramente lo è stata per inserire Sigrid! Ahahahah!
Con questi vi lascio e vi do appuntamento alla prossima.
Ringrazio tantissimo tutti i miei favolosi lettori, le mie argute recensiste e chi ha avuto la bontà di inserire la mia storia tra le proprie seguite (Floffy_95), ricordate o preferite.

Tak khaz meliku suz yenetu,

Marta


  
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