Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
Segui la storia  |       
Autore: sophie97    03/05/2015    4 recensioni
“Si vive solo due volte: una volta quando si nasce e una volta quando si guarda la morte in faccia.” (Ian Fleming).
Una verità rimasta celata per troppo tempo; un’amicizia forse perduta per sempre; un gioco mortale che non lascia scampo.
Seguito di “Vittima Innocente”, è consigliabile ma non necessario aver seguito la prima parte.
Buona lettura!
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ben Jager, Hartmut Freund, Kim Kruger, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

Dodici ore dopo, in ospedale...

Quando il medico uscì dalla piccola stanza con una cartella clinica stretta al petto, Andrea scattò in piedi abbandonando quella sedia su cui sostava ormai da troppo tempo.
«Ci sono novità?» chiese mentre il cuore ricominciava a batterle forte.
L’uomo scosse il capo, ma esibì un sorriso abbastanza rassicurante «No signora, nessuna novità, ma le condizioni di suo marito sono stabili. Come le ho già detto l’intervento è riuscito, abbiamo asportato il proiettile e siamo riusciti ad intervenire bene nonostante la copiosa perdita di sangue del paziente. Mi aspetto che si svegli nelle prossime ore, se vuole può stargli accanto ma la prego, non faccia rumore, lo lasci riposare. E mi chiami non appena nota qualche cambiamento, va bene?».
La donna sorrise e i suoi occhi si illuminarono «Grazie dottore, grazie davvero!».
«Si figuri, ho fatto solo il mio lavoro.» replicò il medico, allontanandosi poi in silenzio lungo il bianco corridoio.
Dopo averlo accompagnato con lo sguardo fino alla fine, Andrea si voltò verso la sedia su cui sostava ora l’uomo che per tutto il giorno le era stato accanto: Tom Kranich.
Quando lo aveva visto entrare in ospedale insieme a Semir non aveva creduto hai propri occhi, ma era troppo sconvolta e spaventata per realizzare davvero chi le fosse passato davanti.
Poi, dopo che anche lui ebbe fatto una serie infinita di controlli, la aveva raggiunta davanti alla sala operatoria, dove la donna stava aspettando l’esito dell’intervento del marito.
E allora Andrea era scoppiata a piangere tra le sue braccia chiedendosi come tutto ciò fosse possibile e lui l’aveva consolata dolcemente, esattamente come avrebbe fatto otto anni prima, e poi le aveva raccontato la sua storia.
I medici usciti dalla sala operatoria avevano poi dichiarato che Semir era fuori pericolo ma che si sarebbe svegliato dopo parecchie ore e Tom non aveva mai smesso di starle accanto.

«Io vado da lui.» mormorò la donna con un sorriso, e l’amico annuì senza aggiungere altro.

La stanza in cui Andrea entrò era piccola e semplice ma molto accogliente e l’unico letto presente era quello su cui giaceva immobile Semir.
La moglie del poliziotto si sedette accanto a lui guardandolo con dolcezza «Ehi Semir... mi hai fatto spaventare, di nuovo. Questa volta pensavo che non ce l’avreste fatta e poi ero così preoccupata per Aida! Mentre adesso lei sta bene...  e tu invece ti sei lasciato fregare. Ma appena ti sveglierai troverai una sorpresa, sai?».
La donna sistemò il cuscino di Semir con delicatezza, ricominciando poi a parlare «Tom è vivo e mi ha raccontato tutta la sua storia. Però adesso è terrorizzato, ha paura che tu non lo perdonerai... non sarà così vero? Dobbiamo tornare l’unica grande famiglia di un tempo: io, te, le bambine, Tom e... e Ben...».
Nominando il giovane ispettore, ad Andrea vennero gli occhi lucidi.
Ben...

«Già tornata?» domandò Tom vedendo Andrea uscire dalla stanza pochi minuti dopo e chiudersi la porta alle spalle.
«Tom, secondo me dovresti parlargli tu.».
A quelle parole l’uomo si irrigidì.
«Io... io penso che...».
«Sta ancora dormendo, vai solo a salutarlo...».
«Andrea, io non so quando si sveglierà quanto sarà contento di vedermi.».
«Scherzi?» replicò la donna alzando un sopracciglio «Non crederà ai suoi occhi. Vai!».
Tom sospirò, quindi si alzò a sua volta e raggiunse a passi lenti la piccola stanza.

 

Bip... bip... bip...
Quel suono intermittente gli dava fastidio.
Aveva mal di testa.
E non riusciva ad aprire gli occhi.
Provò a concentrarsi e gli parve di udire quel suono ancora più nitido.
Poi, lentamente, ebbe l’impressione di riuscire a distinguere qualche ombra.
Le palpebre erano pesantissime e non volevano saperne di alzarsi del tutto.
Un soffitto bianco... un comodino alla sua destra e accanto ad esso una sedia... e sopra di essa... sì, c’era un uomo, ma non era Ben.
Chi poteva essere?
Semir provò a schiudere di più gli occhi ma una fitta di dolore a tutta la parte destra del busto lo costrinse a richiuderli.
Li schiuse ancora: no, non era Ben.
Piuttosto sembrava...
Improvvisamente, mentre le immagini gli apparivano più nitide, una valanga di ricordi confusi gli invase la mente.
Resta sveglio, Semir... Non te ne andare, resta qui... Io sto bene, collega... No, no, forza, Semir!.. Non ha quasi più polso...
Tom.
Tom era vivo...
Senza che nemmeno se ne rendesse conto, un sussurro era già uscito dalla sua bocca. Un sussurro lievissimo, ma sufficiente a svegliare l’uomo seduto sulla sedia accanto al suo letto, che si era addormentato, vinto dalla stanchezza, e quasi saltò dallo spavento sentendo la sua voce.
«Tom...».
«Semir!» esclamò l’uomo alzandosi di scatto e avvicinandosi all’amico con gli occhi sgranati «Semir, come stai?».
Semir non rispose.
Ormai aveva aperto gli occhi completamente ma lo fissava senza emettere un fiato.
Che quella che aveva davanti fosse solo un’allucinazione, un effetto dei sedativi o dell’anestesia?
Quasi leggendogli nel pensiero, Tom gli strinse la mano appoggiata immobile sul lenzuolo bianco e gli sorrise «Semir sono io... sono Tom!».
Il poliziotto sbatté ancora le palpebre «Allora non... non sei un’allucinazione.».
«No... no, sono io...» rispose Kranich senza riuscire a trattenere una lacrima «Bentornato collega!».
Ma Semir ancora non sembrava aver realizzato «T... Tom...».
«Sì, sono io...».
«Io... credevo fossi morto.» riuscì a mormorare l’ispettore con voce appena udibile.
«Sto bene... io sto bene.».
Semir rimase ancora immobile a fissarlo. Non poteva davvero credere che quello che aveva davanti fosse una persona reale e non un fantasma o uno scherzetto provocato dai farmaci.
Non sapeva nemmeno se ridere o piangere, ma prima che se ne rendesse conto i suoi occhi si erano già riempiti di lacrime.
Tom sorrise, stringendo l’amico in un abbraccio.

 

«Come è possibile?» domandò il turco dopo qualche attimo, ripresosi almeno in parte dallo shock iniziale.
«La Engelhardt mi aveva fatto inserire all’interno del programma di protezione testimoni perché...».
«Un momento... la Engelhardt lo sapeva?».
Tom abbassò lo sguardo, rendendosi conto che la situazione cominciava già a complicarsi, e annuì «Sì era... è stata un’idea sua.».
Semir corrucciò la fronte e si rabbuiò immediatamente «E io non ne sapevo niente...».
«Semir, sarebbe stato pericoloso, e poi...».

L’uomo venne interrotto dal rumore della porta che si apriva.
Andrea entrò cauta nella stanza, e non appena vide che il marito aveva ripreso conoscenza, gli corse incontro sorridente, mentre Tom, lentamente, retrocedeva, fuggendo da una discussione che prima o poi avrebbe dovuto affrontare.

 

Tom sembra proprio Tom... non trovate?E di Ben invece non sappiamo nulla...
Grazie mille sempre a voi recensori, siete meravigliosi.
Un bacione!
Sophie :D

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11 / Vai alla pagina dell'autore: sophie97