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Autore: Bluehand    05/05/2015    2 recensioni
Questa storia parla di un giovane ragazzo che trova lavoro alla pizzeria Freddy Fazbear's Pizza come guardiano notturno, essa non è una storia fedele al videogioco, bensì parla di un personaggio a parte, dal nome, storia e personalità diversa, non che degli altri guardiani si sappia molto. Questo giovane ragazzo si ritroverà per le mani una storia, una storia orribile che lo porterà ad addentrarsi nella storia che si cela, dentro la pizzeria Freddy Fazbear Pizza.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Sta notte ho avuto gli incubi, speravo di non dover ricordare quella notte. A volte pregavo fossi solo diventato pazzo, fosse solo uno stupido scherzo idiota, ma una notte da Freddy, non lo è.
Sono arrivato là poco prima dell'orario di chiusura, le sette e mezza di sera circa. Jason mi scaricò davanti al locale, sgommando LETTERALMENTE di fronte alle porte, imprecai a lui come se piovesse, e lui rise come fossi un ottimo comico. Stronzo, ma un buono amico alla fine della fiera.
Scesi dalla macchina tra un'imprecazione e una risata, ma lui prima che entrassi dentro alla pizzeria, che stava spegnendo piano piano tutte le luci, stavo già iniziando a camminare verso l'entrata, poi sentì la portiera della sua macchina aprirsi, non ne feci caso, ma poi mi chiamò
<<  Ehi! Anthony! >>
Mi voltai verso lui e feci a mala pena a prendere la torcia elettrica che mi lanciò.
<< Buon lavoro Bro~ >>
Non potei non sorridere, andai da lui e lo abbracciai, non capisco ancora il motivo per cui lo feci, sentivo solo il bisogno di farlo, e nessuno dei due dispiaceva un po di affetto. Sentivo che stavo per entrare in qualcosa di più grande di me, e mentre rimanevo solo, davanti a quel locale vuoto, o quasi,
me lo immaginavo come un immenso mostro che mi avrebbe divorato.
Un brivido lungo la schiena, sopratutto perché, per esattezza, lo immaginavo come una gigantesca testa di Freddy dagli occhi iniettati di sangue, degno di un film horror.
“Aaah~ Al diavolo! E' solo una pizzeria, con dentro dei robot spenti, sigillati in una stanza lontanissima da me, non succederà nulla, idiota.”
Continuavo a pensare mentre attraversavo le porte della pizzeria. Un odore di pizza calda, prodotto per pulire i pavimenti al limone, e di sudore di bambini scatenati, una schiera di odori che si accavallavano uno sopra l'altro e non sapevo nemmeno se definirlo piacevole, non riuscivo a concentrarmi su di esso, ero troppo preso dall'ambientazione attorno a me, un silenzio tombale e l'oscurità, squarciata, solo dalla mia fedele torca in mano.
<< C'è una telecamera lì, lì e lì! Se hai bisogno di qualcosa, questo è il numero delle emergenze, ti richiamerà appena potrà, quindi quasi subito da queste parti! >> Questa volta urlai, e si sentirono le mie urla per tutto il locale, indovinate chi era?
Iniziavo a chiedermi se ci provasse gusto e sinceramente il mio pugno iniziava a sentir l'impellente bisogno di chiederlo alla sua faccia, da molto, molto, vicino.
<< ..Chiamarmi come una persona normale no eh... >>
Gli dissi ovviamente abbastanza nervoso e ancora col cuore che batteva a mille, lui mi sorrise quasi fiero. “Stronzo”, già ma era molto più che stronzo per me. << Naaah! Lo trovo divertente spaventarti un po, ti spaventi così facilmente o sono io che ti metto inquietudine? Ahahahaa >>
Era sospetto, il fatto che fosse inquietante a volte era solo un contorno per me. << Comunque, ho capito. >>
Mi diede un biglietto con un numero telefonico, scritto in maniera abbastanza rozza, sembrava esser scritto con una matita colorata. Beh, magari doveva segnarlo velocemente da qualche parte per me e ha preso la prima cosa che gli capitava.
Ma nulla, non ci riuscivo. Non riuscivo a giustificarlo, trovare una motivazione logica e che implicasse l'annullamento di ogni mio sospetto nei suoi confronti. Non nascondo che quando lo guardavo, lo guardavo un po in cagnesco, ma che altro potevo fare? Mica potevo sorridergli allegramente e fare l'amicone, proprio l'ultima persona a cui avrei dato la mia fiducia. Non credo che mi vedesse bene, e io non vedevo bene lui, puntavo la mia torcia sul pavimento; liscio e traslucido, rifletteva la luce forte della torcia e illuminava dal basso con una luce soffusa, pure abbastanza bene, me e J. Mi portò al mio “ufficio”, mi fece strada con la mia torcia, non restò con me allungo, ma quel poco mi bastò, avanzò e sovrabbondò pure per quanto mi riguardava. Mi misi seduto sulla mia comodissima sedia girevole e presi in mano il tablet, inquadrando subito Freddy, Bonnie e Chica sul palcoscenico. J continuava a parlarmi ma io già ero perso nei miei pensieri, nel guardare gli Animatronic. L'espressione vuota, le bocche semi aperte, gli occhi spenti e assenti. Io lo ignoravo, non avevo bisogno di sapere come digitare un numero o dov'era l'uscita in caso di emergenza. Parlando dell'uscita di emergenza citò dei motivi per cui sarei dovuto scappare magari, e a quel punto che mi allarmai al sentire la parola “ANIMATRONICS”.
<< Eh? >> Alzai subito il capo con un'espressione confusa, mentre un'insana ansia saliva e mi avvolgeva, da quel momento J continuò a parlarmi, guardandomi negli occhi, ma mi venne solo la pelle d'oca. Sorrideva. Ne ero sicuro. Stava godendo in quel che diceva, apparentemente era serissimo e voleva il mio bene, ma lo guardavo anch'io negli occhi e i suoi occhi mi urlavano una sguaiata risata, la stessa risata che avevo sentito in precedenza e che mi divorava il cervello, mi assordava le orecchie quasi, ma era solo nella mia testa. Era tutto nella mia fottuta testa, dicevo tra me e me, e appena ripreso il controllo, tornai ad ascoltarlo per sentire cosa avesse da dire. << ..E comunque non devi preoccuparti, i vecchi guardiani notturni se ne erano andati solo perché erano troppo anziani, sfortuna, niente di che. Sai come sono poi a volte, credono di vedere certe cose ma poi non sono vere. >> Dopo quella frase, decisi di prestare più attenzione a ciò che diceva e a come lo diceva. Ogni cosa che diceva mi sarebbe stata utile in futuro, pensavo. C'era qualcosa che non andava in quella pizzeria, l'avevo capito fin da subito,
ma non fino in fondo. Da quella notte, però, avrei capito cosa non andava. Per questo non voglio ricordare, ma ormai è tardi per tirarsi indietro.
E lo era anche per licenziarmi, anche volendolo. Il punto è che io non volevo essere licenziato, volevo lavorare il più allungo possibile, per capire cosa succedesse alla Freddy's Fazbear Pizz's. << ...Ricorda, qualsiasi cosa accada, ricarica sempre il carillon. Sempre, sono stato chiaro? >> Divenne improvvisamente serio, serio al punto che sembravano minacce le sue parole. Non avevo ancora avuto l'occasione di vederlo in quel modo e sinceramente, non mi faceva paura. Penso che si debba aver più paura delle persone che nascondo, piuttosto di quelle che mostrano. << S-si. Chiaro. Tranquillo. >> Ero abbastanza intimorito da quello sguardo, per fortuna non durò allungo, perché poco dopo si voltò di scatto e andò verso l'oscurità, verso il lungo corridoio buio pesto davanti a me, volendomi lasciare là. In quella ampia stanza, da solo. Si voltò verso di me all'ultimo, in parte immerso nell'oscurità del corridoio. << Ah, un'ultima cosa. >>
<< Buona fortuna, Anthony. >>
Lo ringraziai, senza pensarci molto, ma pensandoci meglio, rimasi scosso da quelle parole, perché sorrideva mentre parlava.
Non era un presentimento, era un dato di fatto, voltandosi leggermente verso di me, vedevo benissimo che sogghignava.
<< Grazie. >> “Vaffanculo.”
Lo mandai quasi istintivamente a fanculo, solo in testa purtroppo; ne sentivo il bisogno. Da quel momento in poi, fui solo. Mi teneva compagnia solo il disturbo delle telecamere quando le selezionavo per guardare in giro ma dopo non più di una mezz'ora, inizia ad annoiarmi. “Ma che diavolo dovrebbe succedere ad una pizzeria principalmente per bambini, la notte sopratutto?” Ero scettico, e scocciato, non ne capivo il motivo, sopratutto perché ci sarei dovuto stare per tutta la notte quindi era molto meglio se mi abituavo subito a quelle 3 pareti e a quel lungo corridoio che si poneva davanti a me come un buco nero.
Controllai cosa c'era nei cassetti, erano semi vuoti. Qualche matita appuntata, graffette.
Niente di che, poi guardai l'ultimo cassetto a sinistra, e i miei occhi si illuminarono di curiosità.
C'era la maschera che sembrava molto quella di un Animatronic. Era violacea, non era quindi di nessun Animatronic che avevo ancora visto. Misi la maschera da Animatronic in confronto con i volti degli Animatronic che conoscevo, selezionando la telecamera che mostrava tutti e tre i miei cari amici robotici (non) preferiti.
Nulla, magari era un pezzo di ricambio.
La presi in mano per analizzarla meglio e non appena la girai lessi a caratteri cubitali
||NO ESCAPE||.
Gettai subito sulla scrivania la maschera, facendo un rumore sordo. Non molto forte, ma abbastanza da creare un eco, che si espanse per tutta la pizzeria, in quel momento, la mia faccia venne illuminata da sotto, dal tablet. Lo schermo era diventato completamente sgranato, non vedevo altro che pixel neri e bianchi.
 “Che diavolo succede”.
Quello che vedi mi fece sbarrare gli occhi in un'espressione di disperazione in descrivibile, i volti degli Animatronic si erano girati verso la telecamera.
Le bocche dei tre robot erano leggermente aperte, la schiera di denti scintillanti mi metteva inquietudine,
ma ciò che più mi spaventava era la lieve luce che emanavano le pupille dei loro occhi, come se fossero accesi.
“Deve essere un mal funzionamento, calmo”. Volevo respirare profondamente, volevo calmarmi, ma cazzo, non era possibile. Era una scusa del cazzo, chi ci crederebbe veramente?! Nemmeno io ci credevo, ma da dov'ero cosa potevo fare? << Un secondo solo. >>
Feci un resoconto mentale e tra le mille cose inutili che mi aveva raccontato J, mi ricordai che lui mi disse:
“Sai, prima di questi Animatronic, ce ne erano altri, non sono belli come questi, sì, ma li amo.
Anche loro. Peccato che siano ormai utili solo per i pezzi di ricambio, sono chiusi..”
<< ..Lo sgabuzzino. >>
Quando guardai lo sgabuzzino, lo trovai vuoto. Un brivido mi salì lungo la schiena e la risata di J si inculcò nella mia testa, martellante. Persistente. Folle. FOLLE. “Che.. che cazzo sta succedendo in questa pizzeria”. Improvvisamente iniziai a sentire qualcosa. Qualcosa correva, era veloce. Correva.. Correva... Correva.
E Correva. E Correva. E Correva. E Correva. E Correva. E CORREVA. 
STAVA VENENDO VERSO DI ME. 
Non feci nemmeno in tempo a pensarlo, che presi la torcia in mano e la puntai verso il corridoio. Esattamente, in faccia a quella che sembrava una versione malandata e vecchia di Freddy. Tratteni un urlo con una mano davanti alla bocca, la mano dell'Animatronic era protesa versa di me, gli occhi neri, due palline bianche che mi fissavano, il corpo rovinato, praticamente distrutto e due fila di denti a malapena aperte. “Non è reale.. NO.” Mi allontanai subito dalla scrivania, spingendo con i piedi la sedia, per stare il più lontano possibile, da quella... Quella cosa. Non riuscivo minimamente a pensare, se non..
“Non ti muovere”.
Lo fissavo, e lui mi fissava. 
Non ti muovere.
La mano mi tremava, e continuavo a sentire altri rumori metallici. 
Non ti muovere..
<< Morirò qui... Dannazioni morirò qui. >>
Non ti muovere...
Poggiava una mano sull'uscio del corridoio, finché ad un certo punto, la sua testa iniziò a smuoversi, a tremare.
La chinò leggermente, poi si mise una mano sul volto. 
<< Eh..? >>
Non sembrava stare molto male, si voltò lentamente, tremante, barcollante. Sembrava quasi si sentisse debole. Il mio cuore batteva a mille, ero appena sopravvissuto. Ero vivo, mi dicevo guardando la mia torcia. I rumori metallici che sentivo, sembrarono sparire lentamente.
Appena ci fu silenzio, tornai a guardare ciò che succedeva nelle stanze.
Tutto era tornato normale, vecchi e nuovi Animatronic erano al proprio posto. Il tempo che finì di controllare che tutto fosse apposto, poggia il tablet sulle gambe, con le braccia cadenti come un morto e l'espressione vuota nell'oscurità del mio corridoio..
<< Questa pizzeria... C'è qualcosa di diabolico in questa pizzeria.. >>
Da quella notte in poi, le mie disavventure sarebbero iniziate. 
E il mistero della Freddy Fazbear Pizza's, non mi avrebbe più fatto chiudere occhio la notte. 
  
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