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Autore: Yulin Fantasy    05/05/2015    2 recensioni
La vita insieme non era abbastanza pazza per te, amico mio?
Che bisogni avevi di unirti a un circo itinerante? Un maledetto spettacolo che passa da Londra una volta all’anno, fermandosi solo tre giorni.
Folle lo sei sempre stato, ma questo era troppo, anche per te.
Sei andato via senza una scusa decente, se non quella di cercare te stesso.
Un tempo avresti provato a cercare tra gli annunci delle persone scomparse.
(Da Dylan Dog numero 333: Raminghi dell’autunno)
Questa fiction riprenderà la trama di quell’albo ma molto cambiata: l’unica cosa a cui assomiglia al numero 333 è il fatto che Groucho è andato via da due anni, unendosi all’horror circo e non vuole vedere Dylan. Ma lui non si arrende.
Cosa cambierà? Forse tutto. Diciamo che non c’è la “sostanza” e i mostri sono veri.
Dylan cercherà Groucho da tutte le parti e non capisce perché il suo amico non vuole più vederlo.
Cosa si nasconde dietro quei tendoni colorati?
Cosa è successo a Groucho?
Perché vuole allontanare Dylan a tutti i costi?
Uno degli incubi peggiori dell’indagatore dei medesimi sta per arrivare…
Una parola: addio.
(Chi non ha letto il numero 333 forse non capirà.)
Genere: Angst, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dylan Dog, Groucho, Ispettore Bloch
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Raminghi dell'autunno'
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CAPITOLO 5
MASK STREET 6


Il biglietto era sulla scrivania e Dylan lo guardava, indeciso sul da farsi.
Cosa poteva fare, in fondo?
Fidarsi ciecamente e andare in quel posto?
Poteva essere una trappola. Ormai mancavano due giorni dalla partenza del circo però…
Cosa poteva fare?
Forse, semplicemente lasciarlo andare. Non aveva il controllo sulle scelte di Groucho.
Se lui voleva andare di città in città, per esibirsi come uno spettacolo da baraccone, che faccia pure!
- Chi sono io per impedirglielo? Che faccia quello che vuole! A me non importa! Non importa nulla, ormai!-
Esclamò, mettendosi una mano tra i capelli e cadendo sulla poltrona.
- A me non importa nulla…-
L’anno scorso non era andato a vedere il circo.
Era arrabbiato, troppo arrabbiato.
Solo che… non capiva il motivo della sua rabbia. Non lo capiva proprio.
Magari, un anno fa ci sarebbe riuscito. Sarebbe riuscito a far tornare Groucho in se, a farlo tornare da lui…
Ma chi voleva prendere in giro!?
- Groucho ha fatto la sua scelta… e io la mia.- Disse, infine.
Si alzò. Voleva buttare il biglietto, ma quando lo prese in mano, se lo rimise velocemente in tasca. Era come se qualcosa… se qualcosa lo spingesse ancora a sperare di far tornare Groucho da lui.
In quel momento squillò il telefono, che prese al quanto di sprovvista l’indagatore dell’incubo.
- Dog…-
- Ciao Old Boy.-
- Bloch, come va? Perché questa voce preoccupata?-
- Dovrei chiederlo a te, che hai una voce da funerale!- Sospirò. – Comunque, potresti raggiungermi qua in ufficio? Ho bisogno di parlarti. Così magari ti levi il pensiero di Groucho e di quel circo dalla testa.-
- E tu come fai a dire che…-
- Ti conosco bene ormai Dylan.-
- Okay. Ci vediamo dopo.-
Rimise giù.
Bloch, il suo vecchio amico… cercava di aiutarlo a dimenticare. Anche se per uno come lui, dimenticare, era impossibile.
E se non poteva dimenticare…
Prese il biglietto e se lo mise in tasca.
- Voglio delle rispose, qualsiasi esse siano!-
Esclamò e uscì di casa, deciso come pochi.

- Ispettore Bloch… c’è stato un altro omicidio, questa notte.-
Disse Jenkis, mettendo dei documenti sulla scrivania dell’ispettore. Quest’ultimo sbarrò gli occhi, visibilmente sorpreso.
- Cosa? Un altro!?-
Esclamò Bloch, non riuscendo a contenere la sua sorpresa.
- Ormai è il quinto, in due sole notti!-
- Se non ricordo male, è successa la stessa cosa anche un anno fa… cosa ha intenzione di fare, ispettore?-
Bloch diede un’occhiata ai fogli che gli erano stati portati. Tutti dicevano la stessa cosa, che c’erano stati degli omicidi che non hanno nulla in comune, se non fosse per un particolare: tutti avevano come simbolo accanto un cuore spezzato.
Bloch ributtò le carte sulla scrivania e si alzò.
- Io vado fuori per qualche quarto d’ora, Jenkis.-
- Certo, ispettore… ma non deve pensare al caso?-
- Penso di conoscere una persona che forse ne sa più di me.-

- Ecco, via Mask street 6…-
Dylan era riuscito a trovare la via, con molte difficoltà.
La via, infatti, non era segnata sulle mappe di Londra. Ha dovuto farsela indicare da un brav’uomo che aveva notato la via mentre stava portando il figlio al circo e ora, l’indagatore dell’incubo si trovava davanti a un grande portone di mogano scuro, con le maniglie di un ferro ormai rovinato.
Era un palazzo in mezzo ad altri palazzi, ma era in disuso, con le sbarre alle finestre, i vetri rotti, l’edera che si arrampicava sull’abitazione, che sembrava avere centinaia di anni.
Dava proprio davanti al circo, che in quel momento era chiuso, ma questo non impedì a Dylan di girarsi per buttagli un’occhiata e tremare alla sua vista.
Si avvicinò alla porta e si chiese se stava facendo la scelta giusta.
Lì poteva aiutarlo? Aiutarlo ad avere delle informazioni su Groucho?
Non lo sapeva.
Però, doveva provare ogni pista. Il tempo era poco e le idee erano ancora meno.
Bussò, ma non sentì nulla. Si guardò in giro e spinse la porta, notando con sorpresa che era aperta.
Aprì lentamente, cercando di non fare rumore, anche se già la porta cigolava pesantemente di suo.
Riuscì ad aprire la porta e entrò, richiudendosela alle spalle.
Dentro la villa c’erano un buio che inghiottiva ogni cosa. Le finestre erano sbarrate e nemmeno un fil di luce riusciva a penetrare.
“Giuda ballerino, perché non ricordo mai di prendere la torcia con me!?”
Ormai era troppo tardi per tornare indietro. Tese le mani avanti e cercò di camminare a tentoni, tentando di non inciampare. Sentiva che stava calpestando piccoli pezzi di vetro, che si rompevano ulteriormente quando Dylan le calpestava.
Si sentiva perso in tutto quel buio, non sapeva da che parte andare. La villa era grande, l’aveva visto fuori.
Non sapeva nemmeno quello che stava cercando, cosa l’avesse spinto ad andare in quel luogo abbandonato…
Magari è stata la futile speranza di rivedere Groucho?
Perso nei suoi pensiero e nell’oscurità, sentì di essere davanti a una porta.
Le sue mani si appoggiarono sulla superficie di legno e cercò la maniglia.
Quando la trovò, riuscì ad aprirla.
Appena aperta, vide che alcune candele illuminavano debolmente la stanza a cui la porta conduceva.
Dylan ci entrò e la porta si chiuse alle sue spalle da sola, facendo sobbalzare l’indagatore dell’incubo.
Allora quest’ultimo si girò e vide di non essere solo in quella stanza.
Una figura incappucciata era seduta in mezzo alla stanza, con il viso a terra. Immobile.
Dylan si avvicinò lentamente.
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, l’incappucciato si mosse appena.
- Tu… sei… Dylan Dog, giusto?-
- S… sì.-
Rispose, confuso. La figura alzò solo di un poco il capo, senza però far scorgere il suo aspetto.
- Bene, ti stavo aspettando…-
- Sei tu che mi hai dato il biglietto?-
- No…-
La sua voce era roca e profonda, come se venisse da molto lontano.
- Come fai a conoscermi?-
- So che sei l’indagatore dell’incubo… si parla molto di te, anche dalle mie parti… anche se ora sono qua per conto di qualcuno d’altro…-
- Sono stanco di indovinelli. C’è un motivo se mi hai aspettato qua vicino al circo, non è vero?-
Era quello lo scopo per cui era lì. Non gli importava nulla di chi era quel tizio… voleva solo delle informazioni su quel maledetto circo.
- Sento la tua rabbia, Dylan Dog… la tua disperazione.-
- Io non sono disperato. Non più ormai. Il tempo allieva ogni dolore…-
- Pensi davvero che sia così?-
Dylan abbassò gli occhi. Stava ancora male per Groucho? In due anni, quella ferita si apre ogni volta che sente il suo nome. Come fare a dimenticarlo?
- Vivo ancora la mia vita.-
- Senza però qualcuno di molto importante…-
- Ora basta!- Esclamò Dylan. – Dimmi cosa sai su quel posto!-
- A che pro? Vuoi distruggerlo, vero? Vuoi distruggerlo per poter riprendere con te Groucho?-
- Io…-
- Pensaci un attimo, prima di rispondere, Dylan Dog. Non è per questo?-
Stette in silenzio. Era per quello? Sì, era per quello. Voleva distruggere quel maledetto circo solo per poter riprendere con se Groucho. Voleva distruggerlo solo per un atto di egoismo.
- Pensi che lui voglia così?-
Chiese a un certo punto l’ombra. Dylan alzò di scatto il capo, confuso.
- Pensi che Groucho voglia tornare con te? Se non sbaglio, è stato proprio lui a dirti addio…-
- Lui… lui è stato plagiato! Quei maledetti l’hanno plagiato!-
- Ah, quindi sono stati loro? Sei davvero sicuro? Non vuoi scaricare la colpa su qualcuno d’altro solo per non vedere la realtà delle cose?-
- La… realtà delle cose?-
Quella voce roca e lontana sembrava inghiottirlo con le sue parole.
Perché era la pura verità.
Non faceva altro che scaricare la colpa su quel circo, mentre la colpa era sua…
Ma… cosa stava dicendo!? Lui non avrebbe mai fatto del male a Groucho!
Non gli avrebbe mai permesso di andarsene!
Come si permetteva allora, di dirgli quelle cose!?
Stava cercando di confonderlo, ne era certo…
- Chi sei?-
- Io?- Fece quella domanda con la voce roca mista a malinconia.
- Io sono nessuno. Anzi, non sono nemmeno lui. Io sono una persona che non ha un’identità.-
- Come sei collegato a quel circo?-
- Una volta… erano uno di loro.-
Disse, ma Dylan non era per nulla sorpreso.
- Cosa ti hanno fatto?-
- Loro? Nulla. Non hanno fatto nulla. La colpa è mia, sono stato io a togliermi l’identità.-

Crystal si stava preparando per lo spettacolo di quella sera.
Sarebbe stato il suo grande momento! Anche se ormai era da tempo che faceva quello spettacolo, era sempre in ansia.
Si passò una mano tra i suoi ricci corvini e si guardò allo specchio.
Londra le piaceva. Era una grigia città e loro si abbinavano perfettamente a quell’ambiente.
Sentì qualcuno bussare alla sua porta.
Si diede un’ultima occhiata allo specchio e corse ad aprire.
- Oh? Direttore! Che sorpresa vederla!-
Il Direttore del circo sorrise e squadrò Crystal.
- Sei davvero incantevole, Crystal.-
- Troppo buono, signor Direttore. Desidera una tazza di thé?-
- No, grazie. Sono venuto solo per parlarti di una cosa.-
- C’è qualche problema?-
- Penso proprio di sì.-

Il suo camerino era sempre nell’ombra.
Non lasciava entrare nemmeno uno spiraglio di luce.
Prese una foto dalla sua scrivania e la guardò.
Una lacrima cadde e strinse a se quella cornice.
- Non tornare, ti prego… non tornare mai più…-

ANGOLO AUTRICE
Allora, questo è un capitole, cioè, è abbastanza lungo… (questo lo vedo da word. Poi vedo come viene nell’editor di EFP)
Spero di non avervi annoiato! Il prossimo capitolo sarà molto importante!
Ho appena finito di vedermi tutte e tre le serie di Kuroshitsuji (Black Butler) e visto che la terza serie, Book of Circuì, parla del circo, i suoi sountrack mi hanno ridato l’ispirazione! (l’unico problema è che ora devo trovare un nuovo anime da guardare… e mi macnano già Sebastian, Ciel, Grell, Undertaker… anzi, diciamo che mi mancano tutti! T^T)
Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia! E grazie a tutti quelli che recensiscono!
Sayonara,
Yulin Dyana Fantasy

   
 
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