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Autore: Lione94    06/05/2015    2 recensioni
Cecilia, detta Lia, è una semplice ragazza dalle umili origini, fa la cameriera in una rinomata pasticceria del centro di Roma e sogna il principe azzurro.
Lorenzo è il primogenito di una ricca famiglia, fa l'ambasciatore ed è un ragazzo tanto affascinante quanto timido e romantico.
I loro cuori s'incontreranno ma cosa succederà se un'invadente madre si metterà fra loro? E se una verità fosse rivelata al momento sbagliato?
Una storia d'amore scritta a quattro mani con Cibernella.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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13. Decisioni



Pov Christian
Avevo deciso che il clima teso a casa era durato fin troppo tempo, così appena tornato piombai in camera di mio fratello e dissi: << Senti Lollo, che importa di quello che è successo e di quello che ci siamo detti... non riesco a vivere così come se fossimo divorziati in casa, lasciamoci tutto alle spalle! >>.
Mi avvicinai e ci abbracciammo come facevamo da bambini.
<< Ogni tanto sento delle parole sensate uscire dalla tua bocca! >> mi disse Lorenzo.
Poi scoppiammo a ridere.
Avevo fatto pace con mio fratello e non potevo essere più felice.
Tutto stava tornado alla normalità. Sembrava che fossimo più uniti che mai, fino a quando una sera tornando a casa Lorenzo mi diede una (ahimè!) brutta notizia.
<< Christian ti devo dire una cosa e già so che non ti piacerà, quindi siediti e fammi parlare... e ti prego: non ricominciamo a litigare! >> disse Lorenzo.
<< Ei che succede? Che mi devi dire di così importante da sconvolgermi? >> dissi cominciando a preoccuparmi.
Mio fratello iniziò a parlare: << Tu sai quanto amo Lia e quanto mi manca. Non troverò mai più una donna come lei, perché lei è unica e nessuna potrà rendermi felice... quindi una vale l’altra! >>.
Faticai a seguire il filo logico del suo discorso.
Che stava cercando di dirmi?
<< Non ti preoccupare ti aiuto io, in qualche modo faremo! >> dissi incoraggiando mio fratello che scuoteva la testa, sconsolato.
<< Ti avevo detto di stare in silenzio, non è facile parlare per me >> mi riprese Lorenzo ed io alzai le mani in segno di scusa. << Allora… sai che sono anni che Lucrezia cerca di accalappiare e finalmente mi sono lasciato convincere a sposarla. Le nozze ci saranno il venti dicembre e vorrei che tu mi facessi da testimone >>.
Sgranai gli occhi e la bocca si spalancò di colpo. Mi ero sporto troppo in avanti con il busto e quasi rischiai di cadere a terra. Quella notizia mi aveva messo KO.
Non ci credevo. Pensavo che mio fratello avesse già toccato il fondo ma quella sera mi resi conto che al peggio non c’era mai fine. Non poteva dire sul serio, forse scherzava, gli era sempre piaciuto prendermi in giro… ed io c’ero cascato… o forse no? Diceva la verità?
<< No, no, no, scusami forse ho frainteso, cioè non posso aver capito bene. Tu invece di andare a riprenderti Lia ti sposi Malefica? >> dissi con una risata nervosa.
<< Hai capito bene. Sposo Lucrezia >> disse serio Lorenzo sottolineando il nome che io avevo storpiato.
Solo allora capii davvero che non stava scherzando.
<< Scusa se m’intrometto, sarò breve e molto calmo. Ma razza di cretino non ti è venuto in mente di tornare da Lia e farti perdonare? Che ci fai con una come Malefica? Non sarai mai felice con una come lei >> dissi incredulo.
<< Per Lia sono morto. Non esisto. Non mi vuole più! >> disse abbattuto.
<< Ma ti aiuterò io, con la complicità di Yasmine ti faremo incontrare con Lia, sono sicuro che appena vi vedrete vi salterete addosso! >> cercai di convincerlo ad abbandonare quella folle idea del matrimonio ma era molto difficile.
<< Ti ringrazio ma non voglio elemosinare l’amore di nessuno. Se Lia mi amasse davvero come la amo io, mi avrebbe almeno voluto vedere! Non ci voglio più pensare, ormai è deciso: sposo Lucrezia! E tu mi farai da testimone >> disse Lorenzo chiudendo definitivamente il discorso.
Era impossibile ragionare con lui, quando si metteva in testa una cosa non c'era modo di fargli cambiare idea. Era sempre stato così. Più cocciuto di un mulo!
Ero frustrato, non potevo vederlo buttare via la sua vita con una come Lucrezia. Immaginavo già il sorriso entusiasta che mia madre avrebbe avuto alle nozze e al solo pensiero di doverla rivedere mi ribolliva il sangue nelle vene. Anche se non condividevo la scelta di mio fratello, non potevo lasciarlo da solo il giorno del suo matrimonio, quindi a malincuore decisi che quel giorno non sarei potuto mancare.
Mi chiusi in camera e chiamai Yasmine.
Avevo bisogno di condividere questa notizia con qualcuno. La mia ragazza rimase turbata quanto me, anche se non lo aveva confessato, sapevo che era molto dispiaciuta per la sua amica. Era la prima volta che Yasmine rimaneva senza parole. Non sapevamo più che fare e che dire, così riattaccai.
Riuscii dalla camera.
<< Lollo? >>
<< Sì, sono in camera >> rispose con tono rilassato.
Lo trovai mentre guardava la televisione sdraiato sul letto.  
<< Ho deciso di partecipare al tuo matrimonio, ma non chiedermi altro. Non saluterò quell'arpia di nostra madre, non farò finta di essere felice, anzi la mia faccia sarà quella del funerale di papà. Ah ed io spero sempre che ci ripensi, quindi se al momento del sì, ti giri e mi fai un cenno di scappare sappi che avrai il mio appoggio! >> dissi guardandolo serio negli occhi.
Lo vidi un po' imbronciato, forse la mia idea lo aveva sconvolto, però non era male. Anzi più ci pensavo più mi convincevo che era un'idea fantastica e ne dovevo parlare con Yasmine; forse ancora non era tutto perduto.



Pov Yasmine
Non ero mai stata una ragazza che credeva nell’amore. La mia vita non me lo aveva mai permesso. Quand’ero piccola i miei genitori avevano divorziato e mio padre era tornato in Brasile, nel suo paese d’origine, dove si era rifatto una famiglia. Gli volevo bene, era pure sempre mio padre, ma non era mai stato molto presente nella mia vita se non in quel mese d’estate in cui mi pagava il biglietto per andare a stare da lui.
Ero cresciuta con una donna disillusa sull’amore. Mia madre non si era mai rifatta una vita con un altro uomo. Per tutta l’adolescenza mi aveva messa in guardia sui ragazzi, ma io da quindicenne in cerca del vero amore, quello unico e infinito, non avevo mai voluto ascoltarla ma avrei presto scoperto sulla mia pelle che aveva ragione.
Il mio primo ragazzo, Giorgio, era bello come il sole. Ero molto stupita che un ragazzo di quinto liceo si interessasse ad una piccoletta del secondo anno ma subito avevo ceduto al suo corteggiamento. Ero così felice di aver trovato il mio principe, era così perfetto, galante, sembrava uscito dal film. Ma quando ebbe ciò che voleva mi lasciò per un’altra ragazza. Usata e gettata via. Ne soffrii molto però quell’esperienza servì a rafforzarmi e a farmi capire che il principe azzurro non esisteva e che l’amore non poteva esser preso così seriamente come avevo pensato. Ero troppo giovane per inaridirmi come era successo a mia madre così iniziai a passare da un ragazzo all’altro. Era solo divertimento per me come lo era per loro. Quando i ragazzi sanno che sei una ragazza che si diverte, ti cercano solo per quello. Non mi importava né di loro né di nessun altro. Sapevo che cosa dicessero le altre ragazze di me ma non me ne ero mai interessata. La mia unica vera amica era Lia e lei non mi aveva mai giudicato. La mia vita mi andava bene così. Il mio cuore era chiuso in una cassaforte… o almeno così credevo fino al momento in cui Christian era entrato nella mia vita.
La prima volta era stato uguale a tutti gli altri.
Lui aveva insistito per rivederci ma io mi ero negata.
Però la seconda volta che l’avevo rincontrato per caso ad un’altra festa, non ero rimasta indifferente alla sua spietata corte.
E dopo qualche tempo capii che ero rimasta folgorata.
Folgorata da quel ragazzo dall’aria ribelle e la mente arguta. Dalla sua testardaggine, dalla sua gentilezza, dalla sua bellezza, dalla sua simpatia, e non avevo potuto far altro che innamorarmi di lui.
Christian non mi aveva mai mentito sulla sua vita. Sapevo che abitava con suo fratello e che lui era davvero povero dato che lavorava in una pizzeria ma aveva omesso il particolare delle sue ricche origini e soprattutto su chi fosse davvero la sua famiglia. Non mi ero arrabbiata dopo averlo scoperto nella festa in pasticceria. Mi aveva sempre detto che non si sentiva pronto ad affrontare quell’argomento ma dopo quell’episodio mi aveva raccontato tutto, di lui, di suo padre, del suo difficile rapporto con sua madre. Aveva ammesso che già da tempo avrebbe voluto raccontarmelo perché lui mi amava - mi amava! - ma non voleva tradire suo fratello. Avevo odiato Lorenzo per tutte le bugie che aveva propinato a Lia però Christian mi aveva fatto capire le sue ragioni.
E adesso dovevamo aiutarli.
Se lo meritavano.
Lia lo meritava.
Avrei portato la mia migliore con me in Brasile per le vacanze di Natale. Aveva bisogno di staccare. E sapevo anche le parole giuste che l’avrebbero convita a venire con me. Nel frattempo Christian avrebbe messo a posto le cose con suo fratello e se fosse andato tutto bene ci avrebbero raggiunto entrambi a Rio.
<< Allora siamo d’accordo? >>.
<< D’accordo >>.
Christian era pensoso. Stava osservando il cielo stellato. Eravamo usciti per una cena per discutere di tutti i dettagli del nostro piano e adesso ci trovavamo sotto casa, dove mi aveva riaccompagnata. Lo osservai bene in volto, anche se non lo avrebbe mai ammesso, sapevo che era davvero in pena per suo fratello. Gli poggiai una mano sul viso per costringerlo a guardarmi negli occhi.
<< Andrà tutto bene >> gli dissi.
Lui si limitò a scrollare le spalle.
Non lo avevo mai visto così.
<< Oi riprenditi che io uno così moscio non lo voglio! >>
Lui finalmente rise e sul suo volto ricomparì quell’espressione malandrina che tanto amavo.
<< Io moscio? Mai! Se vuoi te lo dimostro subito! >>.
Cerco di spingermi dentro il portone ma lo bloccai. << No, c’è Lia in casa >>.
<< Uff! >>
<< Capisci che per lei non è il massimo vederti >>.
<< Lo so >>.
Mi avvicinai e lo baciai. << Ci sentiamo presto! >>.
<< Certo mia panterona >>.
Gli morsi il labbro. << Ciao moscio! >>
Entrai di scatto nel portone e scappai per le scale ridendo prima che potesse seguirmi. Quando arrivai davanti la porta di casa mi fermai e sospirai. Era giunto il momento. Sarebbe stato doloroso per Lia, ma speravo con tutte le mie forze che tutto sarebbe andato per il meglio.
Entrai e la casa era al buio fatta eccezione per la luce azzurrognola che proveniva dallo schermo televisivo.
Oh no! Lia stava vedendo l’ennesimo thriller in cui c’erano sparatorie e tanti morti. Quel tipo di film non mai stato il suo genere. Lei era da commedie romantiche. Se le aveva abbandonate la faccenda doveva essere più seria del previsto.
Accesi la luce e mi tolsi il cappotto.
<< Lia da quant’è che stai incollata qua davanti? >> le domandai avvicinandomi a lei.
<< Mmm >> fu la sua unica risposa.
Continuò a guardare lo schermo senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.
Ah no, eh!
Le avrei fatto vedere io.
Le strappai il telecomando e spensi la televisione.
<< Ehi! >> protestò lei, finalmente guardandomi.
<< Ho deciso che tu verrai in Brasile con me per Natale! >> esclamai con tono battagliero puntandole contro il telecomando.
<< A Natale? Sai che devo stare con la mia famiglia >> ribatté lei perplessa.
<< Suvvia, sono ventisei natali che li passi con la tua famiglia e ne farai tanti altri, per uno non puoi rifiutare >>.
<< Mah non saprei >>.
<< Lia tu hai bisogno di staccare, non puoi rimanere qui a guardare questi stupidi i film fino a spappolarti il cervello! Devi reagire! >>
<< Lascia stare Yasmine >>.
Lia si alzò dal divano e si diresse verso la sua camera. Non demorsi e la inseguii.
<< Senti Lia io devo dirtelo, Loren… >>
<< Non pronunciare quel nome! >> esclamò lei interrompendomi e girandosi di scatto a guardarmi con gli occhi spalancati.
<< Lia… lui sta per sposarsi >>.
Vidi gli occhi di Lia riempirsi di lacrime e quasi mi sembro di sentire il suo cuore frantumarsi. Ancora una volta. Sapevo che era stato orribile dirglielo così, proprio in questo momento. Avrei potuto tenerle nascosta la verità e quando le sarebbe passata, Lorenzo sarebbe stato lontano mille miglia da lei, a vivere la sua nuova vita ad Amburgo.
Ma così avrebbe reagito.
Cecilia entrò in camera e si sedette lentamente sul letto. Rimasi a guardarla dallo stipite della porta mentre si sforzava di non piangere ancora e ancora. Poi d’un tratto mi guardò e i suoi occhi erano asciutti, mi fece un sorriso che, anche se riconobbi tirato, era un sorriso, e mi disse: << In effetti che ci sto a fare qui a Roma? >>.



Pov Christian
Quel fatidico venti dicembre arrivò in un lampo.
Durante una colazione silenziosa decisi di fare la mia mossa.
<< Che cos'è questo Christian?  >> disse Lorenzo prendendo la busta che gli avevo dato.
<< È il mio regalo di matrimonio! Sai ci ho pensato molto a cosa farti e alla fine ho deciso, spero ti piaccia! >> dissi un po' preoccupato perché non sapevo come avrebbe potuto reagire.
<< Non dovevi preoccuparti anche del regalo. Però ormai sono curioso, lo apro allora! >> disse sorridendo ma quel sorriso sarebbe durato poco.
Aprì la busta e tirò fuori un biglietto aereo per le due di quel giorno, solo andata per il Brasile.
<< Cosa ti sei inventato questa volta? Oggi è il giorno del matrimonio e a quell'ora dovrebbe iniziare il pranzo del matrimonio e soprattutto è solo per me? >> disse cercando di capirci qualcosa.
<< Non c'è molto da capire, tu prenderai l'aereo con me ed andremo insieme in Brasile dove ci aspettano Lia e Yasmine per le vacanze! Sarà il Natale più bello della tua vita, non te lo dimenticherai mai più! >> dissi tutto d'un fiato.
<< Tu devi essere impazzito! Lia non vuole vedermi qui a Roma figuriamoci in Brasile e poi ho il matrimonio! Sei incredibile, non molli mai! Ma questa volta devi arrenderti, non puoi gestire la vita degli altri >> disse Lorenzo restituendomi il biglietto e la busta.
<< Immaginavo questa reazione ma non fa niente. Hai tempo per pensarci finché non dici quel maledetto sì >> dissi mettendomi la busta con i biglietti nel taschino della giacca.
Lorenzo liquidò la faccenda con un gesto, come se scacciasse una mosca molesta, e poi andò a vestirsi.
<< Vedi di non fare tardi come al tuo solito. Devi vestirti perché dobbiamo uscire di casa insieme, non mandarmi da solo in macchina, mi annoio! Tra poco rivedrai la mamma, mi raccomando fammi stare tranquillo! >> disse come se parlasse ad un bambino di cinque anni.
<< Stai tranquillo non dirò una parola. Finita la messa andrò in aeroporto e ci vedremo al mio ritorno... sempre se ritorno! >> dissi sorridendo.
Non cercai più di convincerlo a partire, più avrei insistito e più avrei ottenuto la reazione contraria, tanto ormai sapeva i miei piani, sapeva che esisteva una via di fuga.
Osservandolo mentre uscivamo, mi sorprese: me lo immaginavo triste e affranto, invece quello che mi trovavo davanti era un uomo che sembrava davvero felice di sposarsi.
Che quel sorriso fosse finto? Non lo capivo. Forse era per autoconvincersi oppure, la cosa più semplice, era davvero felice.
Non parlai più, non riuscii nemmeno a fargli gli auguri, mi limitai a prepararmi e ad accompagnarlo in auto.
<< Lorenzo ti vedo sereno! Ma ti senti bene? >> dissi un po' preoccupato.
<< Certo, sto benissimo, non preoccuparti! >> rispose lui.
Arrivati in chiesa vidi mia madre, erano anni che non la incontravo ed era sempre molto bella! Una donna di classe, non c'era dubbio. Io le assomigliavo molto, avevo i suoi stessi occhi. Quanto male mi aveva fatto e quanto volevo avere ancora mio padre qui con noi, forse le cose sarebbero andate diversamente!
Inutile pensarci, entrai e presi il mio posto accanto a Lorenzo.
La sposa arrivò con dieci minuti di ritardo.
Durante la cerimonia mi accorsi che Lorenzo aveva cambiato espressione: del viso rilassato e sorridente non c'era più traccia. Non potevo comunicare con lui, avevo il prete vicino e una platea di invitati che ci guardano. Lorenzo mi lanciò uno strano sguardo. Non capii. Avevo forse il vestito sporco o qualcosa che non andava?
Mi avvicinai a lui ma fui fulminato con lo sguardo dalla sposa.
Quando il prete invitò i paggetti a portare le fedi ne approfittai per sussurrare a mio fratello: << Lorenzo tutto bene? >>.
Lui non rispose, aveva gli occhi lucidi e sicuramente non era emozione. Mia madre nel frattempo mi guardava con odio dal bancone dove era seduta. Non sapevo che fare… davvero Lorenzo mi stava chiedendo aiuto o avevo frainteso come al mio solito?
Le fedi arrivarono e il prete continuò la messa.
<< Vuoi tu Lucrezia prendere Lorenzo come tuo sposo, amarlo ed onorarlo tutti i giorni della tua vita? >> disse il prete.
<< Sì, lo voglio >> disse con voce roca soffocata dai singhiozzi.
Era un'attrice nata quella strega, mi domandavo come facesse mio fratello anche solo a sopportarne la presenza.
<< E tu Lorenzo, vuoi prendere come tua sposa Lucrezia, amarla ed onorarla tutti i giorni della tua vita? >> continuò il prete.
Senza rendermene conto iniziai a dire di no con la testa. Il mio era un riflesso inconscio.
No, no, no, no, no, no!
E poi Lorenzo stupì tutti quanti.
<< Lucrezia io... io... io non posso sposarti! Il mio cuore appartiene ad un'altra donna e non riuscirei mai a farti felice >> disse mio fratello lasciando basito perfino il prete.
Lorenzo si girò a guardarmi e senza pensarci due volte uscii dalla chiesa passando per il corridoio laterale.
Non potei fare a meno di sentire gli insulti di mia madre.
<< Sei stato tu a manipolare Lorenzo. Tu, tu non hai mai fatto niente di buono nella tua vita, sei una nullità e tuo fratello farebbe bene a capire cosa ha combinato oggi! >> disse l'arpia spostando il suo sguardo da me a mio fratello.
<< Mamma Christian non c'entra nulla con la mia decisione. Non mi faccio raggirare da nessuno. Rimpiango di aver avuto troppo tardi il coraggio di dire ciò che provo. Mi dispiace molto per tutto. Forse non mi sposerò mai, forse rimarrò solo a vita, ma una cosa è certa, non mi sposo con una donna che non amo. Mi dispiace Lucrezia mi sento un mostro, sicuramente mi odierai ma non voglio più ingannare nessuno, soprattutto me stesso >> disse Lorenzo.
Cercava di scusarsi camminando pian piano verso l'uscita ed io avevo già messo in moto l'auto.  
<< Sali! Sbrigati prima che ti linciano! >> lo incitai senza riuscire a trattenere una risata.
<< Ho combinato un casino! Ho perso tutta la mia credibilità! Domani in ambasciata non si parlerà d'altro. Che vergogna! >> disse Lorenzo rosso in viso mentre entrava in macchina.
<< Fregatene di quello che pensano quei pinguini imbalsamati! >> tirai fuori dalla tasca i biglietti dell’aereo e glieli porsi << Tieni amigo, domani a quest’ora saremo a goderci il sole su una spiaggia con le nostre donne… direzione Brasil! >> esclamai iniziando a cantare e a ballare sul sedile con Lorenzo sconvolto seduto accanto.





Angolo Autrici:
Eccoci qui con un nuovo capitolo, questa volta scritto interamente dal punto di vista di fratello (Valentina) e amica (Chiara).
Evvaii! Finalmente Lorenzo ce la fatta! Ha mollato madre e compagnia bella, grazie anche all'aiuto di Christian. Adesso manca però un altro passo importante: l'incontro con Lia. Ce la farà a riconquistarla? Eeeeh, lo vedremo nel prossimo aggiornamento ;)
Ragazze, siamo arrivate quasi alla fine! Il prossimo sarà l'ultimo capitolo e poi ci sarà un epilogo (Chiara non ne fa mai mancare uno alle sue storie) :)
Grazie, grazie, grazie siete davvero molte a seguire la storia! E un ringraziamento speciale alle ragazze che ci hanno fatto sapere il loro parere lasciandoci delle belle recensioni... mi raccomando continuate così :P
Alla prossima!
Un abbraccio,
Valentina e Chiara

  
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