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Autore: shasha02    07/05/2015    0 recensioni
Sara è una povera ragazzina che vive in una cittadina ecologica rimasta indietro nel tempo. ma grazie alla sua scuola che si trova fuori città,ottiene il viaggio per lei verso Londra e appena ci arriva si può dire che viene trattata da diva, con tutte le sorpre che riceve, ma le attendono anche molti disastri nel traggitto della sua storia!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati mesi da quando mi trasferii a casa di Zayn.

Con i ragazzi ci vediamo ogni giorno, visto che loro hanno il lavoro in comune ed io non ho scuola.

È piena estate. Il sole batte forte e di calmarsi non ne vuole sapere nulla. Siamo io e Zayn. Soli. Ho già compiuto quattordici anni. È passato un po’ di tempo, visto che quando mi sono trasferita da lui, avevo tredici anni. Siamo distesi sull’erba del prato di fronte alla villetta. Questa casa la amo, sia per lo stile, sia per quanto è accogliente in sé. Amo lei e chi ci abita dentro. Maria si è rivelata una signora fantastica, proprio come pensavo fosse. Quella donna sa come farci ridere, ma anche come imbarazzarci. Sa come farsi valere ed uscire il suo carattere, insomma. Lui tiene ben saldo il suo braccio sul mio fianco, mentre con l’altra mano mi accarezza il viso. Io tengo una mano sui suoi addominali, il viso sul suo petto con lo sguardo incastrato nel suo.

Accarezza, con delicatezza, il mio fianco. I nostri visi si avvicinano sempre di più, facendo sfiorare le nostre labbra.

<< Sei bellissima >> sorrisi, sentendo il viso accaldarsi un po’. Ogni suo complimento mi faceva, sempre, questo effetto.

Lui lo notò e fece unire le nostre labbra, facendo andare le mie guance, letteralmente, in fiamme.

Le sue dita continuavano a toccare il mio viso ed il mio fianco. La sua presa aumentò, tenendosi con le braccia su di me, per non farmi peso.

<< Ragaz.. oh, scusate, non volevo.. sul serio.. >> Maria fece capolino dalla porta-finestra che collegava la hall con il prato. Io e Zayn ci staccammo subito ed io, dall’imbarazzo, nascosi il viso nell’incavo del suo collo.

<< Dicci, Maria >> disse Zayn, sedendosi e portandomi sulle sue gambe. Io provai, nel migliore dei modi, a nascondere il mio viso. Le mie guance saranno diventate rosse dall’imbarazzo. Prima per il complimento, poi il bacio ed infine Maria che faceva capolino nel migliore dei suoi modi.. anzi, devo dire che ci ha colti anche in peggio..

<< Volevo dirvi che il pranzo è pronto e che ha chiamato Simon. Avete una riunione del gruppo verso le quattro. >> lei tornò all’interno dell’appartamento .

Zayn prese il mio viso tra le sue mani. << Ricordi quello che è accaduto ieri? >> rise leggermente, notando che il rossore sulle mie guance non aveva intenzione di sparire. << Non è che hai messo troppo fard, piccola? >> risi anche io, mentre il ricordo di ieri riaffiorava nella mia mente..

Siamo sul letto. In intimo. Io e lui. Mentre ci facciamo delle domande sul passato, e quando sono cose tristi, cerchiamo qualcosa che riesca a cambiare quel pensiero negativo in positivo.

<< Sul serio, tuo cugino, ti ha vista mentre facevi la doccia? >> si accigliò leggermente, al solo pensiero che mio cugino mi abbia potuta vedere nuda, mentre cantavo.

<< Pensa che si è anche messo a cantare con me.. poi ha finito di fare la pipì ed è uscito. Ma prima ha sbattuto la testa tanto forte, che gli è apparsa una chiazza violacea in testa! Oddio, dovevi proprio vederlo! >> risi e, per fortuna, feci ridere anche lui.

Non penso gli vada a genio questo fatto. In fondo è solo mio cugino. Una persona a cui tengo davvero tanto. E so che lui non mi farebbe mai del male. Non di proposito.

<< Ehi.. oh cavolo.. ma vestitevi ragazzi! E non fate cose sconce.. almeno non mentre io sono in casa! >> tuonò con voce superiore Maria, coprendosi il viso con le mani.

<< Ma che cose sconce? Io e lei stavamo solo ridendo un po’ parlando di noi.. avanti, Maria, non pensare subito male.. >> ridacchiammo tutti per ciò che stava accadendo. Era piuttosto esilarante.

<< Non posso ancora credere che lei abbia subito pensato a quello! >> risi. Lui strinse la presa sui miei fianchi, visto che rischiavo di cadere.

<< Quella donna è imprevedibile! >> rise anche lui. Amo la sua risata. Amo il suo modo di ridere. Amo lui. Amo quando mette la lingua fra i denti. Amo il suo sorriso. Amo il suo viso. Amo quando si arrabbia e ti mette il broncio, ma che non riesce a tenere quando gli faccio la faccia da cucciolo. Amo quando mi prende per i fianchi. Amo il suo tocco leggero, dolce. Amo la sua voce. Amo le varie macchie d’inchiostro che ha sulla pelle. Amo quando parliamo e lui ride, senza alcun motivo, facendo ridere anche me. Amo quando sia insieme, soli, e lui mi fa sentire una principessa. Amo quando mi bacia, con le sue morbide labbra che seguirei in capo al mondo. Amo i suoi occhi, con le migliaia di sfumature che contengono e che ti mandano lo stomaco in subbuglio. Amo quando mi accarezza il viso, e mi porta a chiudere gli occhi, beandomi del suo tocco sulla pelle. Amo lui.

Annuisco e mi alzo, facendo alzare anche lui. << Se non mangiamo adesso, poi Simon e gli altri ci faranno la solita ramanzina di quando arriviamo in ritardo.. >> rise, prendendo la mia mano e portandomi in cucina.  << Però devo dire che mi ci sto abituando! >> risi, sedendomi sullo sgabello e prendendo un boccone della pasta alla carbonara. È squisita!

<< Oggi andiamo con la nostra macchina. Che per adesso sarebbe solo mia, perché non hai la patente. >> annuii, finendo in fretta tutta la pasta, per poi alzarmi e riempire nuovamente il piatto. << Era buona, molto buona per quanto vedo >> rido e lui si unisce alla mia risata. Non sa quanto è speciale per me..

<< Beh, sì. Direi che è buonissima! Ma è finita.. tu ne vuoi un po’? >> indicai il mio piatto e lo vidi annuire. Peccato.. lo volevo mangiare tutto io!

Tolsi metà della mia pasta e la misi nel suo piatto. Finimmo di mangiare in fretta.

<< Andiamo a prepararci, su >> prese i nostri piatti e li mise nel lavandino.

Salimmo al piano di sopra ed entrammo nella nostra cabina armadio. << Devo vestirmi formale o come tutti i giorni? >> cercai tra i vestiti qualcosa di carino da mettere. Se prima era vuoto, adesso è strapieno. Qualcosa che non metto la regalo alle persone che non se lo possono permettere.. almeno in questo modo mi rendo utile a qualcuno.

<< Vestiti come ogni giorno, ma leggermente più elegante >> sbucò da dietro di me e mise le mani sui miei fianchi, facendomi sobbalzare dallo spavento.

Presi poi una gonnellina con lo sfondo dell’infinito, costellazioni bianche su uno sfondo blu elettrico, un cardigan color carne che arriva a metà busto e che copre metà spalla. Un paio di scarpe con il tacco grande, bianche e leggermente alte.

Andai nel ‘camerino’ e provai il tutto. Uscii e mi misi di fronde allo specchio. << Dici che va bene? >> mi voltai leggermente, per vedere come mi cadeva di dietro. Non era né troppo corto, ma nemmeno troppo lungo, arrivava poco sopra le ginocchia.

<< Sei perfetta! >> mi fece girare e fece combaciare le nostre labbra. Da un bacio calmo, passò a leggermente più forte, facendo sfiorare le nostra lingue tra di loro. Continuavo ad avere i brividi lungo la spina dorsale e in tutto il corpo, proprio come quando miaveva baciato la prima volta.

Corsi in bagno a truccarmi, mettendo una base di fondotinta, ombretto color carne, eye-liner nero, leggero fard, resi più visibili gli zigomi e, infine, misi il mascara.

Tornai da lui e vidi che aveva messo una maglia bianca, leggermente trasparente e che faceva notare i suoi addominali e tatuaggi, una giacca di pelle e dei pantaloni neri e aderenti.

Lo presi per mano, presi anche il cellulare e lo portai in auto, notando che si era fatto veramente tardi.

<< Sbrigati, o avremo di nuovo la ramanzina! >> risi e mi stampò un leggero bacio sulle labbra prima di accendere il motore dell’auto e partire verso la casa discografica. Dove tutti ci aspettavano per un incontro.

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