Non perdo tempo nella mia descrizione sarebbe futile.
E’ una questione interna il mio non accettarmi…il mio carattere, il mio maledettissimo carattere!
L’ho sempre odiato, anche dopo tanti anni questo sentimento riempie il vuoto che mi rappresenta. Avere timore di dire qualcosa per non essere criticata, camminare sempre dal lato opposto del marciapiede per non incontrare nessuno.
Ho fatto la mia scelta senza risentimenti. Restare sola isolarmi da questo mondo che fino a pochi giorni fa era un’ inferno. Tutto è cambiato, non ricordo bene come…
Per giorni interi evitavo di presentarmi alle lezioni, ma le assenze aumentavano accompagnate dalle lamentele dei prof. Ho pensato bene di fregarmene completamente ma la scuola è un obbligo.
Questa parola tanto odiosa che mi ha rovinato la vita. La mia maschera si è ampliata fino a diventare un’armatura… ma chi pensava che un giorno una lancia rossa l’avrebbe trafitta?
Eppure non dovrebbe essere un problema la scuola, sono un’alunna modello, un esempio, più matura della mia età; ma non riesco a relazionarmi con gli altri, dovrebbe essere semplicissimo per una persona normale. Li odio tutti, i miei compagni. Ho passato anni in cui le mie orecchie ascoltavano solo il ronzio di menzogne e prese in giro riferite a me. 
Poi un giorno tutto è cambiato, non pensavo che l’amore esistesse più ma ho dovuto ricrederci conoscendo Lui.
Per i corridoi camminavo affranta pensando a come avrei potuto resistere una giornata di scuola. Mi sistemai lo zaino, quando rincontrai per casualità quello stupido ragazzino che gioca sempre con una fionda. Allungai il passo questa volta non volevo essere il suo bersaglio ma purtroppo ero lontana dalle scale. Mi punto l’arma, prese la mira e lanciò il pezzetto di gomma. 
Chiusi gli occhi. Silenzio. Non sentii niente... 
Un ragazzo dai capelli nerastri stava davanti a me voltato di schiena. 
Le sue parole mi restarono impresse.
-vattene! E non ti avvicinare più.  Gridò deciso a quel ragazzino, che di scatto corse via. 
Si girò, vidi il suo viso. Io abbassai lo sguardo. 
-E’ tardi, dovresti essere già in classe. Si rivolse a me con una voce calma.
Come ho già detto prima, aveva i capelli di un nero corvino, gli occhi erano neri con qualche sfumatura di grigio intorno alla pupilla.
Mi girai, ero imbarazzata, non sapevo che dire, non riuscivo a dirgli grazie. Aprivo la bocca ma suoni non uscivano. Che fare? Non potevo lasciarlo li, nessuno aveva mai fatto questo per me.
Vedendo la mia strana reazione lui se ne andò ma appena in tempo per sentire i miei ringraziamenti.
Entrai in classe sotto gli sguardi severi di tutti, mi soffermai a pensare che forse ero in ritardo. Perciò chiesi permesso ed entrai. Mi sedetti nel mio banco in fondo all’aula e aprii un libro a caso. 
Detestavo i ragazzi in generale, ma avrei voluto rivedere tanto il mio salvatore.


Ciao
So che i miei capitoli sono corti ma prometto di scriverli più frequentemente. Lo faccio soprattutto perché voglio separare dei concetti o dei pensamenti che magari  in un altro capitolo stonano. Non descrivo la protagonista perchè mi piacerebbe che ognuno se la immaginassecome vuole.
Lamda.