L, con
l’aiuto di Wammy, prendeva tutto ciò che occorreva
per difendersi e attaccare:
un arma. Un fucile per Wammy. Hayley guardava quell’anziano
signore tra
l’ammirato e l’incredulo. Insomma, era sempre un
vecchietto quello che teneva
un fucile.
-Stai
calma, Hayley- disse Wammy accorgendosi della sua espressione
–So come si
spara-
L porse
una pistola a Hayley –Per difesa-
-Ma io non
ho la minima idea di come si spari…-
-Quando si
è sul punto di morire si è in grado di fare
tutto- disse L, senza lasciare
intravedere qualche espressione di rilievo, come al solito.
Il furgone
sfrecciava per l’autostrada, ed inevitabilmente tutti lo
guardavano, e
chiamavano chi di dovere per fermare quel casino. E delle auto in
effetti
arrivarono, ma non della polizia.
-Non
è la
polizia a inseguirci?- chiese Hayley sorpresa.
-Ho
avvertito la polizia come ha detto L-
-Eccellente,
Near- disse L, che restava a guardare quelle macchine che si
avvicinavano.
-Matt, ci
inseguono!- disse Mello spaventato, non tanto perché li
stavano inseguendo, ma
perché non era la polizia a inseguirli.
-Forte!
Sembra di stare a GTA! Guarda come me ne sbarazzo!-
Hayley
cercava di restare in equilibrio al fianco di L –Pensi che
siano degli uomini
di Crew?-
-E’
probabile. Wammy, cerca di tenerli lontani-
E Wammy
sparò un colpo, e un altro, e un altro ancora. Tutti sulle
gomme. Però! He mira
eccezionale!
-Non te
l’aspettavi, Hayley?- chiese Wammy, mentre lei guardava
quelle auto fermarsi e
schiantarsi tra loro per l’impatto, senza comunque fare danni
catastrofici.
Il furgone
continuava a correre per le strade di Londra, creando scompiglio.
Sembrava
mancare un’eternità alla casa di Frances, dei suoi
genitori.
-Ehi,
Mello! Guarda laggiù! Ci stanno riprendendo con le
telecamere!-
-Pensa a
guidare,
cretino!- gridò Mello gurando la testa distratta di Matt
sulla strada.
-Manca
poco! Siamo quansi arrivati!- disse L alzandosi in piedi, riuscendo a
tenersi
in equilibrio. Poi gli venne in mente un cosa e disse a Hayley
–Ah, per la
cronaca, Hayley, riesco a stare così in equilibrio
perché mi tengo ricurvo-
Se
l’era
presa per il pattinaggio, sicuramente. Bè, non tutti sanno
fare tutto tutto.
Doveva pur capacitarsene. Hayley l’avrebbe gonfiato di botte
una volta scesi
dal furgone.
Con un
testacoda Matt si fermò davanti al grande cancello che dava
alla villa di
Frances. Hayley scese immediatamente, seguita da Wammy, L e Near.
-Bene,
signori, ascoltatemi tutti- disse L prendendo un bastoncino e
tracciando una
mappa per terra –Questa è la casa dei Crew.
Apparentemente è innocua, ma
sicuramente ci sono degli allarmi. Manderemo prima Wammy a controllare
la
situazione e a disinserire i vari sistemi di sicurezza. Hayley e Near
andranno
per il retro, Matt e Mello cercheranno di intrufolarsi e di trovare il
signor
Crew. Io vado con Wammy. Niente di avventato. Non
c’è bisogno che ve lo doca,
vero?-
Hayley
andò con Near, come L aveva detto, ma si vedeva che era
nervosa, il che creava
un netto contrasto con la freddezza di Near. E Near lo notava benissimo.
-Vorresti
sparare in quelle condizioni?-
-Non
è
detto che voglia sparare. Non è facile sparare a una persona-
-Anche se
questa persona forse ha ammazzato una tua amica?-
Non le
sembrava normale quel bambino. Che cosa aveva passato per provare certe
cose,
dirle senza neanche un minimo senso di disagio o vergogna?
-Eccolo
là- disse Near indicando una porta finestra. C’era
il padre di Frances,
affacciato. Sembrava tranquillo.
-E’
molto
strano. Sembra trascurato. E guarda l’orologio in modo
più insistente- Near
l’ascoltava senza dire nulla –Forse sta per
intraprendere qualche azione. Forse
è preoccupato sul da farsi- guardò Near
–Cerchiamo di avvicinarci di più-
-L ha
detto…-
-Near,
ogni tanto bisogna agire di testa propria nella vita-
Near la
guardò per un momento –Poi non farmi dire
“Te l’avevo detto”-
Cominciarono
a strisciare verso la porta finestra, verso quella persona che si
aggirava
nervosamente per casa.
-Riesci a
sentire qualcosa?- chiese Hayley
-No-
-Resta
giù, Near, non sporgerti troppo- continuarono a osservarlo
per un po’ –Near…-
chiese poi lei guardandosi intorno –Non trovi strano che non
ci sia la
servitù?-
E nemmeno
il tempo di rispondere per Near che davanti a loro si presentarono
degli
uomini, sei, per la precisione, armati fino ai denti. Hayley,
istintivamente,
mise il capo di Near verso il terreno, mentre lei guardava esterrefatta
la
scena davanti. Doveva sparare, difendersi! Ma la mano le tremava.
Un colpo
però partì lo stesso, dall’alto. Che
mise fuori combattimento le mani e i piedi
di quei tizi. Hayley guardò verso il tetto, e
notò subito Wammy che aveva
appena sparato col fucile.
-Wammy!
Tempismo perfetto!- Hayley però notò che come al
soltio mancava lui –E L?-
-Dentro
casa- disse Wammy scendendo per la grondaia. Però, si teneva
in forma, per avere
una certa età –Vuole interrogare il padre della
tua amica. Oh, eccolo-
Hayley si
girò verso la porta. L era lì, davanti al signor
Crew, che gli puntava una
pistola in faccia. perché wammy non agiva? Hayley
guardò il vetro e si rispose
da sola. Evidentemente erano vetri corazzati.
Non
riusciva nemmeno a sentire quello che si dicevano, ma vedeva le labbra
di L
muoversi. Voleva essere lì, e sentire quello che stava
dicendo quell’uomo. Se
davvero c’entrava qualcosa.
-Wammy!
Siete qui, allora!- disse Mello arrivando in fretta e furia con Matt
–Ma L cha
fa là dentro da solo?! Dobbiamo fare qualcosa, se no quello
gli spara!-
-Ha
ragione!- disse Hayley –Non è nemmeno armato!-
-L ha
molti metodi per cavarsela- disse Wammy –Hayley, forse tu non
lo sai, essendo
nuova dell’orfanotrofio, ma L monopolizzava tutto
ciò che vedeva, già da otto
ani. E lo sai il perché?-
Hayley
riguardò il vetro, e ciò che c’era
dall’altra parte.
-Perché
era il più forte- concluse Wammy.
E in poco
tempo quell’uomo era disarmato, grazie a una mossa di L. a
hayley sembrò di
averle già viste quelle mosse, anche se non ricordava dove.
Però almeno era
riuscito a difendersi. L andò subitò a
disenserire un allarme e aprì la porta
finestra, richiudendola subito dopo
-Muoviamoci-
disse –Tra poco qui sarà pieno di sicari. Di corsa
al furgone-
Non se lo
fecero ripetere due volte, e andarono subito, Matt di nuovo alla guida,
che
partì in quarta, stavolta Hayley cercava con tutte le sue
forze di reggersi in
piedi. Col vento che arrivava, poi, era davvero un’impresa.
-L…
Cosa
ti ha detto il padre di Frances?-
L la
guardò, mettendosi un pollice in bocca –Ha mandato
qualcuno a ucciderla. Però
non voleva-
-Un padre
non dovrebbe mandare un sicario a uccidere la figlia-
-Lo sai
come funziona nella mafia-
-E adesso?-
-La
polizia si occuperà del’arresto. Noi ora stiamo
andando a fermare un altro po’
di persone. Persone che hanno collaborato all’omicidio della
tua amica-
Hayley
stava per rispondere, ma cadde a terra. Qualcuno stava cercando di
mandarli
furoi strada. Auto della mafia. Veloci, dannatamente veloci. Ma Matt
non
demordeva. Non voleva perdere.
-Wammy,
cerca di mandarli fuori strada- ordinò L. Aprì
uno sportello al fianco del
furgone, facendo entrare ancora più vento, e meno
possibilità di stare in
equilibrio, tant’è che anche lui dovette poggiarsi
a terra –Cercate di
resistere- disse, cercando di farsi sentire nonostante la corrente.
Hayley
vedeva che delle macchine stavano andando davanti, e che qualcuno
puntava una
pistola verso la guida. Oh, cavolo! Mello! Matt!
Agì
d’impulso. Si aggrappò allo sportello,
ritrovandosi appesa e col vento che le
andava forte in faccia. Un ottimo bersaglio.
-Hayley!
Torna qui!- gridò L, ma Hayley non lo sentì. Fece
finta di non sentirlo. Doveva
fare qualcosa anche lei. Con una mano cercò di aprire lo
sportello, e per
fortuna Matt l’aiutò. E una pallottola
arrivò allo specchietto sfiorando le
mani di entrambi.
-Presto,
dentro!- disse Melo prendendo un attimo il volante, per dare
più libertà a Matt
di aiutare Hayley a salire davanti.
-Vi hanno
preso?-
-No, ma a
te quasi-
-Mi
è
venuta un’idea. Matt, fai un testacoda. Di quelli potenti-
-Ma siamo
in una galleria. Un furgone così grande non
riuscirà mai a fare un testacoda-
-Anche
perché così L potrebbe cadere-
-Eh?-
Mello era
affacciato al finestrino, verso l’alto. L era riuscito a
salire sul tettuccio
del furgone, e cercava di reggersi in piedi.
-Ma
è
pazzo?! Che vuole fare?!-
Hayley
vedeva che L scendeva verso il finestrino di Mello, reggendosi solo con
una
mano.
-Continua
a guidare, Matt!- disse L, allargando un braccio –Wammy, sai
che devi fare!.
Near, aiuta Wammy, aiutalo con le munizioni! Non posso permettermi di
rischiare
di rimanere scoperto-
Le altre
macchine sfrecciavano al loro fianco, pistole alla mano, sparavano,
sparavano,
sparavano. E per poco non andavano a segno con tutti.
-State
calmi- disse L –Voi guidate- appena una macchina si
avvicinò a L, L tirò un
calcio, disarmando il tiratore. E così con le altre macchine
che si
avvicinavano.
-L,
è
pericoloso! Torna dentro!-
-Near! Hai
fatto?!- grisò L
-Sì-
disse
Near calmo –Dovrebbero arrivare fra tre…
Due… Uno…-
Tanti,
tanti rumori. Soprattutto sirene. Sirene della polizia. E frenate,
inversioni
di marcia. Il vento che urtava le orecchie. Loro che frecciavano verso
la
polizia, la polizia che fermava le auto della mafia. E così,
L aveva ordinato a
Near di avvertire la polizia. Ce l’avevano fatta? Era finita?
Ma solo in
quel momento Hayley capì a cosa stavano andando incontro.
C’era un palo, in
sporgenza, e se non avessero invertito, L sarebbe finito schiacciato
-Inverti
la marcia! Frena!- gridò a Matt
-Ti ho
detto che…-
-Aaaaah,
dammi quest’affare!- gridò lei prendendo il
volante e frenando di colpo. Si
rigirò, facendo un testacoda disastroso, dato che le
dimensioni del irgone impedivano
una cosa così eclatante. Ma lameno L non era andato a
spappolarsi contro il
palo, ma il furgone era irrimediabilmente andato. Distrutto. Lo
restituivano
così?
-L!-
gridò
Hayley. L era ancora appogiato al finestrino di Mello, guardando la
polizia che
arrestava i mafiosi lì presenti. Poi guardò
Hayley –Sì?- disse, come se nulla
fosse. Scese dal furgone, e così fecero tutti. L
sgattaiolò nel retro, al
coperto, dove c’erano Wammy e Naer. Hayley lo
seguì.
-Wammy,
Near… Tutto bene?-
-Sì-
risposero in coro. Hayley riguardò L –E tu?-
-Sto bene-
Hayley gli
diede uno schiaffo un sonoro schiaffo –Stupido! Ti rendi
conto che per poco non
ci lasciavi le penne?! Che ti salta in mente di fare queste
stramberie?!-
-Se
però
non l’avessi fatto, tu ti saresti ritrovata con una
pallottola alla tempia-
-Non
avresti dovuto fare l’eroe- gridò lei dandogli dei
pugni sul petto –Guarda
quanto hai rischiato!-
-E tu
perché hai voluto strafare e andare davanti?-
-Qui non
si tratta di me!-
-Sì,
invece- disse L –Hayley, io non posso davvero lasciarti sola
un attimo, che
rischi sempre di morire. Cosa preferivi? Una pallottola in testa o noi
malridotti però salvi?-
-Smettila
di fare questi discorsi? Possibile che non capisci che ero preoccupata
per te?
Che non voglio che ti accada qualcosa?!-
L decise
di non rispondere, ignorandola completamente. Si rivolse a Wammy
–E’ tutto
pronto, Wammy?-
Wammy si
stava togliendo l’attrazzatura, e aveva in mano delle chiavi
–La macchina è qui
vicino-
-Bene,
Matt, Mello, voi andate in motorino. Near, tu stai davanti con Wammy-
guardò
Hayley –E tu vieni con me-
Improvvisamente
hayley ebbe paura di lui. Per la prima volta. Che aveva? Era
arrabbiato? Era
nervoso? Quanto avrebbe voluto capirlo come capiva tutti gli esseri
umani…
Dopo
qualche minuto di tragitto in macchina, L alzò il finestrino
che lo divideva da
Wammy alla guida e Near.
-Tanto non
ho niente da dirti, L- disse Hayley con voce bassissima e guardando al
finestrino il paesaggio londinese
-Infatti
parlo io, Hayley- disse L. Hayley si girò verso di lui. Non
aveva paura a
guardarlo negli occhi, quegli occhi stanchi, sempre aperti, pieni di
occhiaie e
scurissimi, talmente scuri da non riuscire a vedere bene la pupilla.
Non le
veniva neanche da ridere a vederlo seduto in quella buffa posa, simile
a un
bambino nella pancia della madre.
-Perché
non mi dai mai ascolto quando ti dico le cose?-
Hayley lo
guardava con aria di sfida
-Hayley,
guarda che non sei solo tu l’essere umano qui-
Quella
frase era stata più dolorosa di qualsiasi pallottola,
frustata, e quant’altro.
Solo adesso le sembrava di capirlo di più. Solo adesso le
dispiaceva davvero, e
capiva che anche lui si preoccupava per qualcuno. Solo che non lo dava
a
vedere.
-Scusa…-
disse Hayley. L la guardava. Forse voleva fare qualcosa, voleva dirle
qualcosa
di carino. La guardava e basta. Ma vennero interrotti da Wammy
-Ho
avvertito la polizia, L-
-Bene-
-Per fare
cosa?- chiese Hayley
-Per
arrestare un’altra famiglia mafiosa. La famiglia Scott-
-Scott?-
Hayley era sorpresa –Quella di Josh Scott, per casp?-
-Sì-
Hayley
sorrise –Ah, ben gli sta! Chissà con che faccia si
presenterà a scuola alla
festa, quel buffone!- poi le venne un’idea, come per farsi
perdonare –Che ne
diresti di venire alla festa con me?-
-Alla
festa?-
-Sì,
sarà
divertente! Piena di dolci e addobbi! Ho organizzato io tutto quanto!-
-Immagino
che sarò bello- disse L –Ma non credo che
verrò-
-No?-
-No,
grazie… Mi ha fatto comunque piacere che tu me
l’abbia chiesto-
-Capisco…
Bè, se non vuoi…- forse lui non se la sentiva di
stare in mezzo a tanta gente.
Va bene
-Però…
Il
mio compleanno lo festeggiamo lo stesso insieme, vero?- una domanda che
lasciò
Hayley di stucco –Sempre se non hai da fare alla festa-
Hayley
sorrise –Ma certo! Te l’ho promesso! Ah, alla torta
c’hai pensato? Come la vuoi?-
-Alle
fragole. E anche con la panna-
-Facciamo
così. Al tramonto vengo al tuo albergo e festeggiamo-
-Va bene.
Ah, ti lascio a casa-
Passarono
i restanti chilometri nel silenzio. Però Hayley era felice.
Finalmente le
sembrava di conoscere meglio L, di essere più in sintonia
con lui.
Una volta
arrivata a casa, Hayley, non senza prima aver scambiato le ultime
chiacchiere
con L
-La festa
è tra due giorni. Allora ci vediamo verso il tramonto-
-Va bene-
-Ah, a
proposito… Io… Volevo ringraziarti. Per oggi. Per
tutto. Non avrei dovuto
schiaffeggiarti e trattarti in quel modo-
-Stai
tranquilla, Hayley. Ti capisco-
Beato te,
che riesci a capirmi… Ma vorrei tanto sapere che ti frulla
in testa.
L prese il
ciondolo di Hayley, quello che le aveva regalato prima di salutarsi, e
se lo
rigirava tra le mani.
-Meno
male- disse lui –Non si è graffiato nella
confusione di oggi-
Hayley lo
riprese e lo nascose nella maglietta –Lo tratto bene il tuo
regalo…- sorrise, e
si avvicinò a L –Non ti stupire di quello che sto
per fare- gli diede un bacio
sulla guancia, quella dove lo aveva schiaffeggiato. L se la
toccò, dopo quel
lieve contatto, e sembrava sorpreso.
-Allora
ciao, L. ci vediamo-
-Ciao,
Hayley- disse lui senza smettere di toccarsi la guancia
–Buonanotte-
Finalmente
era finita. Ora poteva pensare a una cosa lieta come un compleanno. Si
sarebbe
fatat perdonare dello schiaffo e del resto. Non vedeva l’ora.