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Autore: Novelist Nemesi    01/01/2009    2 recensioni
Questo è il sequel della mia prima fan fiction, e spero di non deludere le vecchie conoscenze e che se ne aggiungano di nuove pieni di voglia di leggere! E finalmente, ora che ho tempo, ho potuto modificare e risistemare anche qui!
Genere: Commedia, Malinconico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Mello, Near, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L, con l’aiuto di Wammy, prendeva tutto ciò che occorreva per difendersi e attaccare: un arma. Un fucile per Wammy. Hayley guardava quell’anziano signore tra l’ammirato e l’incredulo. Insomma, era sempre un vecchietto quello che teneva un fucile.

-Stai calma, Hayley- disse Wammy accorgendosi della sua espressione –So come si spara-

L porse una pistola a Hayley –Per difesa-

-Ma io non ho la minima idea di come si spari…-

-Quando si è sul punto di morire si è in grado di fare tutto- disse L, senza lasciare intravedere qualche espressione di rilievo, come al solito.

Il furgone sfrecciava per l’autostrada, ed inevitabilmente tutti lo guardavano, e chiamavano chi di dovere per fermare quel casino. E delle auto in effetti arrivarono, ma non della polizia.

-Non è la polizia a inseguirci?- chiese Hayley sorpresa.

-Ho avvertito la polizia come ha detto L-

-Eccellente, Near- disse L, che restava a guardare quelle macchine che si avvicinavano.

-Matt, ci inseguono!- disse Mello spaventato, non tanto perché li stavano inseguendo, ma perché non era la polizia a inseguirli.

-Forte! Sembra di stare a GTA! Guarda come me ne sbarazzo!-

Hayley cercava di restare in equilibrio al fianco di L –Pensi che siano degli uomini di Crew?-

-E’ probabile. Wammy, cerca di tenerli lontani-

E Wammy sparò un colpo, e un altro, e un altro ancora. Tutti sulle gomme. Però! He mira eccezionale!

-Non te l’aspettavi, Hayley?- chiese Wammy, mentre lei guardava quelle auto fermarsi e schiantarsi tra loro per l’impatto, senza comunque fare danni catastrofici.

Il furgone continuava a correre per le strade di Londra, creando scompiglio. Sembrava mancare un’eternità alla casa di Frances, dei suoi genitori.

-Ehi, Mello! Guarda laggiù! Ci stanno riprendendo con le telecamere!-

-Pensa a guidare, cretino!- gridò Mello gurando la testa distratta di Matt sulla strada.

-Manca poco! Siamo quansi arrivati!- disse L alzandosi in piedi, riuscendo a tenersi in equilibrio. Poi gli venne in mente un cosa e disse a Hayley –Ah, per la cronaca, Hayley, riesco a stare così in equilibrio perché mi tengo ricurvo-

Se l’era presa per il pattinaggio, sicuramente. Bè, non tutti sanno fare tutto tutto. Doveva pur capacitarsene. Hayley l’avrebbe gonfiato di botte una volta scesi dal furgone.

Con un testacoda Matt si fermò davanti al grande cancello che dava alla villa di Frances. Hayley scese immediatamente, seguita da Wammy, L e Near.

-Bene, signori, ascoltatemi tutti- disse L prendendo un bastoncino e tracciando una mappa per terra –Questa è la casa dei Crew. Apparentemente è innocua, ma sicuramente ci sono degli allarmi. Manderemo prima Wammy a controllare la situazione e a disinserire i vari sistemi di sicurezza. Hayley e Near andranno per il retro, Matt e Mello cercheranno di intrufolarsi e di trovare il signor Crew. Io vado con Wammy. Niente di avventato. Non c’è bisogno che ve lo doca, vero?-

Hayley andò con Near, come L aveva detto, ma si vedeva che era nervosa, il che creava un netto contrasto con la freddezza di Near. E Near lo notava benissimo.

-Vorresti sparare in quelle condizioni?-

-Non è detto che voglia sparare. Non è facile sparare a una persona-

-Anche se questa persona forse ha ammazzato una tua amica?-

Non le sembrava normale quel bambino. Che cosa aveva passato per provare certe cose, dirle senza neanche un minimo senso di disagio o vergogna?

-Eccolo là- disse Near indicando una porta finestra. C’era il padre di Frances, affacciato. Sembrava tranquillo.

-E’ molto strano. Sembra trascurato. E guarda l’orologio in modo più insistente- Near l’ascoltava senza dire nulla –Forse sta per intraprendere qualche azione. Forse è preoccupato sul da farsi- guardò Near –Cerchiamo di avvicinarci di più-

-L ha detto…-

-Near, ogni tanto bisogna agire di testa propria nella vita-

Near la guardò per un momento –Poi non farmi dire “Te l’avevo detto”-

Cominciarono a strisciare verso la porta finestra, verso quella persona che si aggirava nervosamente per casa.

-Riesci a sentire qualcosa?- chiese Hayley

-No-

-Resta giù, Near, non sporgerti troppo- continuarono a osservarlo per un po’ –Near…- chiese poi lei guardandosi intorno –Non trovi strano che non ci sia la servitù?-

E nemmeno il tempo di rispondere per Near che davanti a loro si presentarono degli uomini, sei, per la precisione, armati fino ai denti. Hayley, istintivamente, mise il capo di Near verso il terreno, mentre lei guardava esterrefatta la scena davanti. Doveva sparare, difendersi! Ma la mano le tremava.

Un colpo però partì lo stesso, dall’alto. Che mise fuori combattimento le mani e i piedi di quei tizi. Hayley guardò verso il tetto, e notò subito Wammy che aveva appena sparato col fucile.

-Wammy! Tempismo perfetto!- Hayley però notò che come al soltio mancava lui –E L?-

-Dentro casa- disse Wammy scendendo per la grondaia. Però, si teneva in forma, per avere una certa età –Vuole interrogare il padre della tua amica. Oh, eccolo-

Hayley si girò verso la porta. L era lì, davanti al signor Crew, che gli puntava una pistola in faccia. perché wammy non agiva? Hayley guardò il vetro e si rispose da sola. Evidentemente erano vetri corazzati.

Non riusciva nemmeno a sentire quello che si dicevano, ma vedeva le labbra di L muoversi. Voleva essere lì, e sentire quello che stava dicendo quell’uomo. Se davvero c’entrava qualcosa.

-Wammy! Siete qui, allora!- disse Mello arrivando in fretta e furia con Matt –Ma L cha fa là dentro da solo?! Dobbiamo fare qualcosa, se no quello gli spara!-

-Ha ragione!- disse Hayley –Non è nemmeno armato!-

-L ha molti metodi per cavarsela- disse Wammy –Hayley, forse tu non lo sai, essendo nuova dell’orfanotrofio, ma L monopolizzava tutto ciò che vedeva, già da otto ani. E lo sai il perché?-

Hayley riguardò il vetro, e ciò che c’era dall’altra parte.

-Perché era il più forte- concluse Wammy.

E in poco tempo quell’uomo era disarmato, grazie a una mossa di L. a hayley sembrò di averle già viste quelle mosse, anche se non ricordava dove. Però almeno era riuscito a difendersi. L andò subitò a disenserire un allarme e aprì la porta finestra, richiudendola subito dopo

-Muoviamoci- disse –Tra poco qui sarà pieno di sicari. Di corsa al furgone-

Non se lo fecero ripetere due volte, e andarono subito, Matt di nuovo alla guida, che partì in quarta, stavolta Hayley cercava con tutte le sue forze di reggersi in piedi. Col vento che arrivava, poi, era davvero un’impresa.

-L… Cosa ti ha detto il padre di Frances?-

L la guardò, mettendosi un pollice in bocca –Ha mandato qualcuno a ucciderla. Però non voleva-

-Un padre non dovrebbe mandare un sicario a uccidere la figlia-

-Lo sai come funziona nella mafia-

-E adesso?-

-La polizia si occuperà del’arresto. Noi ora stiamo andando a fermare un altro po’ di persone. Persone che hanno collaborato all’omicidio della tua amica-

Hayley stava per rispondere, ma cadde a terra. Qualcuno stava cercando di mandarli furoi strada. Auto della mafia. Veloci, dannatamente veloci. Ma Matt non demordeva. Non voleva perdere.

-Wammy, cerca di mandarli fuori strada- ordinò L. Aprì uno sportello al fianco del furgone, facendo entrare ancora più vento, e meno possibilità di stare in equilibrio, tant’è che anche lui dovette poggiarsi a terra –Cercate di resistere- disse, cercando di farsi sentire nonostante la corrente.

Hayley vedeva che delle macchine stavano andando davanti, e che qualcuno puntava una pistola verso la guida. Oh, cavolo! Mello! Matt!

Agì d’impulso. Si aggrappò allo sportello, ritrovandosi appesa e col vento che le andava forte in faccia. Un ottimo bersaglio.

-Hayley! Torna qui!- gridò L, ma Hayley non lo sentì. Fece finta di non sentirlo. Doveva fare qualcosa anche lei. Con una mano cercò di aprire lo sportello, e per fortuna Matt l’aiutò. E una pallottola arrivò allo specchietto sfiorando le mani di entrambi.

-Presto, dentro!- disse Melo prendendo un attimo il volante, per dare più libertà a Matt di aiutare Hayley a salire davanti.

-Vi hanno preso?-

-No, ma a te quasi-

-Mi è venuta un’idea. Matt, fai un testacoda. Di quelli potenti-

-Ma siamo in una galleria. Un furgone così grande non riuscirà mai a fare un testacoda-

-Anche perché così L potrebbe cadere-

-Eh?-

Mello era affacciato al finestrino, verso l’alto. L era riuscito a salire sul tettuccio del furgone, e cercava di reggersi in piedi.

-Ma è pazzo?! Che vuole fare?!-

Hayley vedeva che L scendeva verso il finestrino di Mello, reggendosi solo con una mano.

-Continua a guidare, Matt!- disse L, allargando un braccio –Wammy, sai che devi fare!. Near, aiuta Wammy, aiutalo con le munizioni! Non posso permettermi di rischiare di rimanere scoperto-

Le altre macchine sfrecciavano al loro fianco, pistole alla mano, sparavano, sparavano, sparavano. E per poco non andavano a segno con tutti.

-State calmi- disse L –Voi guidate- appena una macchina si avvicinò a L, L tirò un calcio, disarmando il tiratore. E così con le altre macchine che si avvicinavano.

-L, è pericoloso! Torna dentro!-

-Near! Hai fatto?!- grisò L

-Sì- disse Near calmo –Dovrebbero arrivare fra tre… Due… Uno…-

Tanti, tanti rumori. Soprattutto sirene. Sirene della polizia. E frenate, inversioni di marcia. Il vento che urtava le orecchie. Loro che frecciavano verso la polizia, la polizia che fermava le auto della mafia. E così, L aveva ordinato a Near di avvertire la polizia. Ce l’avevano fatta? Era finita?

Ma solo in quel momento Hayley capì a cosa stavano andando incontro. C’era un palo, in sporgenza, e se non avessero invertito, L sarebbe finito schiacciato

-Inverti la marcia! Frena!- gridò a Matt

-Ti ho detto che…-

-Aaaaah, dammi quest’affare!- gridò lei prendendo il volante e frenando di colpo. Si rigirò, facendo un testacoda disastroso, dato che le dimensioni del irgone impedivano una cosa così eclatante. Ma lameno L non era andato a spappolarsi contro il palo, ma il furgone era irrimediabilmente andato. Distrutto. Lo restituivano così?

-L!- gridò Hayley. L era ancora appogiato al finestrino di Mello, guardando la polizia che arrestava i mafiosi lì presenti. Poi guardò Hayley –Sì?- disse, come se nulla fosse. Scese dal furgone, e così fecero tutti. L sgattaiolò nel retro, al coperto, dove c’erano Wammy e Naer. Hayley lo seguì.

-Wammy, Near… Tutto bene?-

-Sì- risposero in coro. Hayley riguardò L –E tu?-

-Sto bene-

Hayley gli diede uno schiaffo un sonoro schiaffo –Stupido! Ti rendi conto che per poco non ci lasciavi le penne?! Che ti salta in mente di fare queste stramberie?!-

-Se però non l’avessi fatto, tu ti saresti ritrovata con una pallottola alla tempia-

-Non avresti dovuto fare l’eroe- gridò lei dandogli dei pugni sul petto –Guarda quanto hai rischiato!-

-E tu perché hai voluto strafare e andare davanti?-

-Qui non si tratta di me!-

-Sì, invece- disse L –Hayley, io non posso davvero lasciarti sola un attimo, che rischi sempre di morire. Cosa preferivi? Una pallottola in testa o noi malridotti però salvi?-

-Smettila di fare questi discorsi? Possibile che non capisci che ero preoccupata per te? Che non voglio che ti accada qualcosa?!-

L decise di non rispondere, ignorandola completamente. Si rivolse a Wammy –E’ tutto pronto, Wammy?-

Wammy si stava togliendo l’attrazzatura, e aveva in mano delle chiavi –La macchina è qui vicino-

-Bene, Matt, Mello, voi andate in motorino. Near, tu stai davanti con Wammy- guardò Hayley –E tu vieni con me-

Improvvisamente hayley ebbe paura di lui. Per la prima volta. Che aveva? Era arrabbiato? Era nervoso? Quanto avrebbe voluto capirlo come capiva tutti gli esseri umani…

Dopo qualche minuto di tragitto in macchina, L alzò il finestrino che lo divideva da Wammy alla guida e Near.

-Tanto non ho niente da dirti, L- disse Hayley con voce bassissima e guardando al finestrino il paesaggio londinese

-Infatti parlo io, Hayley- disse L. Hayley si girò verso di lui. Non aveva paura a guardarlo negli occhi, quegli occhi stanchi, sempre aperti, pieni di occhiaie e scurissimi, talmente scuri da non riuscire a vedere bene la pupilla. Non le veniva neanche da ridere a vederlo seduto in quella buffa posa, simile a un bambino nella pancia della madre.

-Perché non mi dai mai ascolto quando ti dico le cose?-

Hayley lo guardava con aria di sfida

-Hayley, guarda che non sei solo tu l’essere umano qui-

Quella frase era stata più dolorosa di qualsiasi pallottola, frustata, e quant’altro. Solo adesso le sembrava di capirlo di più. Solo adesso le dispiaceva davvero, e capiva che anche lui si preoccupava per qualcuno. Solo che non lo dava a vedere.

-Scusa…- disse Hayley. L la guardava. Forse voleva fare qualcosa, voleva dirle qualcosa di carino. La guardava e basta. Ma vennero interrotti da Wammy

-Ho avvertito la polizia, L-

-Bene-

-Per fare cosa?- chiese Hayley

-Per arrestare un’altra famiglia mafiosa. La famiglia Scott-

-Scott?- Hayley era sorpresa –Quella di Josh Scott, per casp?-

-Sì-

Hayley sorrise –Ah, ben gli sta! Chissà con che faccia si presenterà a scuola alla festa, quel buffone!- poi le venne un’idea, come per farsi perdonare –Che ne diresti di venire alla festa con me?-

-Alla festa?-

-Sì, sarà divertente! Piena di dolci e addobbi! Ho organizzato io tutto quanto!-

-Immagino che sarò bello- disse L –Ma non credo che verrò-

-No?-

-No, grazie… Mi ha fatto comunque piacere che tu me l’abbia chiesto-

-Capisco… Bè, se non vuoi…- forse lui non se la sentiva di stare in mezzo a tanta gente. Va bene

-Però… Il mio compleanno lo festeggiamo lo stesso insieme, vero?- una domanda che lasciò Hayley di stucco –Sempre se non hai da fare alla festa-

Hayley sorrise –Ma certo! Te l’ho promesso! Ah, alla torta c’hai pensato? Come la vuoi?-

-Alle fragole. E anche con la panna-

-Facciamo così. Al tramonto vengo al tuo albergo e festeggiamo-

-Va bene. Ah, ti lascio a casa-

Passarono i restanti chilometri nel silenzio. Però Hayley era felice. Finalmente le sembrava di conoscere meglio L, di essere più in sintonia con lui.

Una volta arrivata a casa, Hayley, non senza prima aver scambiato le ultime chiacchiere con L

-La festa è tra due giorni. Allora ci vediamo verso il tramonto-

-Va bene-

-Ah, a proposito… Io… Volevo ringraziarti. Per oggi. Per tutto. Non avrei dovuto schiaffeggiarti e trattarti in quel modo-

-Stai tranquilla, Hayley. Ti capisco-

Beato te, che riesci a capirmi… Ma vorrei tanto sapere che ti frulla in testa.

L prese il ciondolo di Hayley, quello che le aveva regalato prima di salutarsi, e se lo rigirava tra le mani.

-Meno male- disse lui –Non si è graffiato nella confusione di oggi-

Hayley lo riprese e lo nascose nella maglietta –Lo tratto bene il tuo regalo…- sorrise, e si avvicinò a L –Non ti stupire di quello che sto per fare- gli diede un bacio sulla guancia, quella dove lo aveva schiaffeggiato. L se la toccò, dopo quel lieve contatto, e sembrava sorpreso.

-Allora ciao, L. ci vediamo-

-Ciao, Hayley- disse lui senza smettere di toccarsi la guancia –Buonanotte-

Finalmente era finita. Ora poteva pensare a una cosa lieta come un compleanno. Si sarebbe fatat perdonare dello schiaffo e del resto. Non vedeva l’ora.

  
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