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Autore: Clarobell    01/01/2009    9 recensioni
Dopo uno scontro in mare, l'intera personalità di Rufy cambia. I ragazzi di Cappello di Paglia vorrebbero aiutarlo a riprendersi, ma come possono, se non sanno ciò che è accaduto? Dopotutto, loro dormivano mentre il loro capitano veniva torturato...
Genere: Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 3: Perché?

L'aria nella cambusa rimase immobile e silenziosa per quella che sembrò un'eternità. Le assi della Merry scricchiolarono leggermente, risuonando quasi come se stessero piangendo per l'orribile, oscura verità che era stata appena rivelata. Zoro drigrignò i denti, i pugni chiusi ed il corpo tremante per la rabbia repressa. Il resto della ciurma lo fissava, ancora silenziosamente. Non poteva avere ragione. Era impossibile! Nessuno di loro avrebbe mai fatto niente del genere a Rufy! Zoro sembrava pronto ad esplodere, il volto tinto di rosso rabbia.

"Come diavolo ho potuto lasciare che accadesse?!" gridò improvvisamente, facendo sobbalzare tutti quelli vicino a lui ed effettivamente facendo risvegliare i ragazzi di Cappello di Paglia dal loro storidimento. Rufy rilasciò un ansimo strozzato, scattando indietro e cadendo quasi dalla sedia. L'unico che non sembrava toccato era Ace, che lo guardava con occhi tranquilli.

"Non è stata colpa tua," mormorò, gli occhi neri che guardavano Zoro calmi. Lo spadaccino strinse i denti ancor più duramente Quegli occhi... Erano gli occhi di Rufy. Gli occhi sicuri e calmi di Rufy. Riportando velocemente lo sguardo sull'altro, Zoro catturò appena un luccichio negli spiritati pozzi neri prima che il suo capitano abbassasse la testa, i capelli che nascondevano gli occhi alla vista.

"Non lo accetto, dannazione!" ruggì, perdendo completamente il suo sangue freddo per cui tutti lo conoscevano. "Non ci sono scuse del cazzo! Com'è potuto accadere?!"

Nessuno gli rispose mentre le parole ancora affondavano dentro di loro. Loro avevano ferito Rufy; loro avevano torturato il loro capitano; loro erano quelli che l'avevano ridotto così.

Rufy rimase perfettamente immobile, i suoi occhi annoiati ai suoi carcerieri. La lama contro la sua gola venne premuta un po' più a fondo finché una sottile linea di sangue scivolò dalla sottile ferita. La mano sulla sua bocca fu tolta, mentre altre ombre entravano nella stanza. Le fissò una dopo l'altra, la sua espressione ancora calma.

"Che cosa avete fatto ai miei nakama?" chiese improvvisamente, la voce, benché bassa, piena di rabbia.

"Di cosa stai parlando, Capitano?" parlò una delle nuove ombre, voce bassa e minacciosa. "Siamo noi i tuoi nakama."

Venne udito lo sfregamento di un fiammifero prima che si infiammasse, gettando una luce agghiacciante sulle figure nella stanza. Il bastoncino infiammato fu avvicinato alla sigaretta spenta tenuta leggermente nelle labbra del suo aguzzino, la fiamma danzante davanti al viso di colui che aveva parlato, rivelando ciocche bionde ed un sorriso malevolo.

"Voi non siete i miei nakama." replicò Rufy lentamente. "I miei nakama stanno dormendo."

Il gruppo si riunì attorno a Zoro, in maniera da formare un semicerchio che non lasciava nessuna possibilità di fuga.

"Allora penso che potremo scoprire che veramente il più forte tra noi, eh, Capitano?"

Ancora, la parola 'capitano' fu sputata fuori come se fosse qualcosa di vile e disgustoso, lasciando nella voce di chi parlava un gusto cattivo. Rufy si limitò a ricambiare lo sguardo dei compagni.

"Niente da dire, Capitano?" sibilò Nami, osservandolo, ancora in pigiama.

Gli occhi di Rufy si spalancarono, ma ancora non rispose, gli occhi scuri che sfrecciavano da un membro all'altro.

Prima che venisse detta un'altra parola, Zoro affondò in avanti le sue lame verso lo stomaco del ragazzo. Rufy sbatté le palpebre sconvolto. Se l'avesse colpito, lo avrebbe senza dubbio sventrato a metà e una parte delle sue budella si sarebbero sparse sul pavimento! Il giovane capitano aveva appena avuto il tempo sufficiente di pensare che l'aveva evitato, prima di ritorvarsi spiaccicato alla parete per un calcio del cuoco.

"Non ne hai ancora abbastanza, Capitano?" venne l'impertinente replica del biondo, che sorrideva con la sigaretta ancora tenuta leggermente tra le sue labbra.

Rufy si alzò, eliminando un rivolo di sangue da un lato delle labbra prima di sorridere.

"Tu non sei Sanji," disse come dato di fatto. "Sanji non mi avrebbe mai chiamato 'capitano' dopo avermi beccato a saccheggiare la cucina."

Il sorriso scomparve dal viso del biondo mentre calciava ancora, mancando di poco il giovane mentre il suo tacco gli sfiorava i capelli, strappandoglieli leggermente. Rufy sorrise alla schivata compiuta, ma prima che avesse il tempo di celebrare la piccola vittoria, si ritrovò colpito alla schiena, un dolore sordo pulsante nelle ossa. Voltandosi, vide Nami con le Clima-Tact e si scosse, ancora dolorante. Si massaggiò la testa, sussultando leggermente al bernoccolo e rilasciando un 'non è leale' sussurrato. La sua ciurma sembrava più forte del normale...

"La lealtà non ha alcun valore per i pirati, Capitano." La voce di Robin lo schiaffeggiò da dietro. Prima che potesse sbattere le palpebre, si ritrovò stretto da numerose braccia, costringendo il suo corpo in posizioni che non avrebbe potuto assumere se non fosse stato di gomma. Usando le sue estremità a suo vantaggio, Rufy cercò dimenandosi di liberarsi dalla presa dell'archeologa, ma senza successo; ogni volta che pensava di essere libero, altre braccia crescevano sul suo corpo, controllando ancora i suoi movimenti. A lungo andare il suo dimenarsi lo lasciò in un intrigo di gambe e braccia. Per tutto il tempo, il resto della ciurma era rimasto semplicemente a guardare con uno di quei sorrisi malevoli dipinti sul volto.

Usop avanzò, il viso libero dal terrore usuale, prendendo una corda dalla sua borsa e dondolandola davanti al suo capitano, con un sorriso maligno. Il cecchino la fece scivolare oltre la testa del suo capitano, forzando leggermente mentre il ragazzo allungava il collo e lasciava cadere la testa prima che Robin facesse fiorire altre due braccia dalle sue spalle, rialzandoglila e tenendola ferma. Rufy semplicemente ricambiò lo sguardo di Usop, mentre lui gli stringeva il cappio attorno al collo. Sapeva che avrebbe potuto facilmente stringerlo di più per togliergli qualunque riserva di ossigeno, ma aveva la sensazione che non avessero intenzione di finirlo così in fretta.

Zoro, Sanji e Nami si spostarono su un fianco mentre Chopper avanzava con una siringa in mano. La iniettò rudemente nel collo di Rufy ed il ragazzo grugnì facendo sorridere la ciurma.

"Questo dovrebbe rendere le cose più interessanti," rise malevola la piccola renna, levando l'ago infilato nel collo del ragazzo. "E' una droga che aumenterà la tua sensibilità, Capitano."

Ancora il titolo fu sputato fuori; e Rufy guardò con disprezzo le persone davanti a lui. Scostandosi dallo sguardo, Zoro avanzò, afferrando con il pugno i capelli del suo capitano prima di trascinarlo rudemente sul ponte. Portandolo verso il parapetto, lo premette il torso di Rufy oltre la ringhiera, costringendolo a fissare le scure e fosche acque al di sotto.

"Ora, Capitano," lo rimproverò, in un tono di ironica paternale. "Non ti allungare, o potresti finire in acqua."

Quello fu l'unico siggerimento che Rufy ebbe prima di essere gettato oltre il bordo. La corda lucente si strinse attorno alla gola, e, prendendo il sopravvento, il collo del ragazzo di gomma si allungò prima che avesse il tempo di pensare o di provare a fermarlo, e con un gelido 'splash', si ritrovò sott'acqua, il corpo privo di energie e divincolante per l'aria. Fu solo per pochi secondi prima che il suo corpo elastico si ritirasse ed il collo schioccasse al suo posto, solo per rivelare l'orribile verità che non aveva aria nemmeno fuori dell'acqua! Contorcendosi e cercando di allargare la corda, Rufy provò ad ignorare le risate isteriche che provenivano dalla sua ciurma.

I minuti passarono e alla fine Zoro garantì al ragazzo un sollievo dalla sua impiccagione, trascinando il giovane capitano a bordo della nave e lasciandolo ansimare per l'aria, sorridendo per una malata soddisfazione. Gli occhi socchiusi di Rufy si spalancarono rumorosamente, guardandoli deciso ancora una volta.

"Voi non siete i miei nakama."

"Oh, mio Dio," mormorò Nami, gli occhi spalancati per l'orrore mentre grasse lacrime rotolavano sulle sue guance pallide. Inghiottì indietro il crescente nodo in gola e si morse le labbra, agitandosi per non scoppiare a piangere all'istante. Lentamente, alzò una mano verso la bocca e represse un singhiozzo. "Rufy, io... Mi dispiace tanto."

Il giovane capiano rimase in silenzio, lo sguardo fisso al centro del tavolo. Gli occhi di Ace si spalancarono mentre notava che stava tremando leggermente e appariva a disagio.

"Perché non ce l'hai detto?" lo riproverò Sanji, la sua voce tranquilla ma attraversata da tristezza. "Perché non ci hai sconfitto? Sei forte abbastanza!"

Ancora una volta, l'altro rimase in silenzio, gli occhi lontani brillanti per la luce della cambusa, rifiutandosi di stabilire un contatto visivo con chiunque. Come poteva rispondere a quelle domande? Come poteva far loro capire? Non poteva...

Chopper singhiozzò visibilmente, e strofinandosi gli occhi, espose la domanda che tutti loro volevano avesse una riposta.

"Perché?"

Rufy ansimò debolmente, mentre la corda che lo sospendeva in aria ricadeva duramente ancora una volta. Ebbe appena il tempo sufficiente per aprire la bocca e riepirla d'aria prima che il suo corpo colpisse le acque fredde, e, privato di tutto il suo potere, affondasse velocemente nelle profondità oscure, fino a che non terminava la sua lunghezza. Si agitò per non perdere il fiato che stava trattenendo mentre il suo corpo pensante come un martello lo trascinava giù, stringendo il laccio. Infine, la corda lo trò in su strattonandolo, e nonostante la scossa gli fece perdere l'aria che stava trattenendo, seppe che presto sarebbe tornato sul ponte.

Liberato dall'acqua, il corpo del giovane capitano bruciò e punse per i tagli superficiali causati dalle spade di Zoro. La sua espressione divenne sofferente per una profonda lacerazione inferta alla base del collo mentre la corda vi strofinava sopra. Quest'ultima era da parte di Sanji. Lo chef aveva trovato un nuovo modo di utilizzare i suoi coltelli, ma ciò aumentava solamente la certezza di Rufy. Il suo cuoco, il suo Sanji, non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Non con i suoi strumenti. Solo i cuochi di seconda categoria lo facevano, e nonostante Zoro dicesse sempre che Sanji era un cuoco di merda, tutti sapevano che era il migliore.

Zoro e Sanji sembravano essere diventati amiconi in una notte, oltretutto. Quelli non erano i suoi nakama.

Infine, la corda fu posta al livello della balaustra della nave, e Rufy debolmente alzò le mani, afferrando la stretta linea legata attorno alla gola, assicurandosi sollievo dalla pressione ai suoi bronchi, in maniera da poter respirare di nuovo. La ciurma lo guardava, annoiata, mentre si dimenava. Dopo un paio di secondi, Sanji si alzò sul parapetto, calciando e staccando facilmente la presa velocemente costruita che teneva Rufy sospeso sull'acqua. Con un sobbalzo, il giovane scivolò giù, sbattendo sul lato della nave con un rumore sordo. Zoro velocemente finì il lavoro tirandolo su e giù dal parapetto (essendo quello che teneva la corda), e guardando cupo mentre il ragazzo cadeva oltre il corrimano, sbattendo sul ponte completamente inzuppato.

Rufy ansimò leggermente, i suoi occhi serrati, fronte sdraiata. Non voleva che sapessero quanto il suo corpo si sentiva spossato e non voleva mostrare alcun segno di debolezza. Prima che avesse una possibilità di recuperare, forti dita passarono in mezzo ai suoi capelli, strettamente e dolorosamente, e lo trascinarono in piedi. Il moro sbirciò con un occhio, incontrando gli occhi vedi brillanti del suo aguzzino, Zoro. Il ragazzo più grande trascinò rudemente il suo capitano in avanti per porlo faccia a faccia, fissandolo con occhi di fuoco.

Senza nessun preavviso, Zoro gettò la testa in avanti, facendola collidere con quella di Rufy, ghignando quando il ragazzo si lamentò con un misto di sorpresa e dolore. Le sue mani afferrarono il suo cranio lacerato mentre Zoro lo rilasciava, a sfracellarsi sul pavimento. Proprio non capiva! Era un uomo di gomma! Aveva ricevuto altri colpi dalla sua ciurma prima, e non erano mai stati come quello! Qualcosa aveva aumentato il loro potere, ed era probabilmente ciò che stava li facendo agire in quel modo. Sicuramente, se l'aveva ferito in quel modo, avrebbe dovuto ferire anche Zoro, invece eccolo là, sorridere presuntuosamente con nient'altro che una spellatura!

"Perché non ce ne hai parlato, Rufy?" mormorò Usop, la voce lacerata dal dolore, "Che cosa ti abb... no, che cosa io ti ho fatto?"

Rufy non apparve a suo agio, tremando con più intensità.

"Perché non ce l'hai detto?" chiese Sanji calmo, gli occhi stretti leggermente immerso nei suoi pensieri. "Che cosa stai nascondendo?"

Il ragazzo di gomma distolse lo sguardo, le lacrime che bruciavano negli occhi mentre si mordeva la lingua per trattenersi dal parare. Non volete sapere...

Rufy scosse via la nebbia che faceva ondeggiare la sua vista, e alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere un preciso zoccolo inchiodato sul viso. Con un lamento dolorante e scioccato, Rufy inciampò indietro prima di cadere, sbattendo sul ponte, una mano premuta sul viso. Il ragazzo scosse velocemente la testa, e provò a rialzarsi, ma fallì, sbattendo di nuovo le palpebre sorpreso alla pressione sul braccio che l'aveva bloccato.

Voltò la testa per vedere da cosa la sua estremità gommosa fosse intrappolata, ma prima di poter dare un'occhiata, il piede di Sanji incontrò la sua faccia, spedendo il ragazzo ferito a sbattere contro la parete dietro l'entrata della cambusa. Lo chef biondo schiacciò più duramente il suo piede, girando su se stesso mentre applicava una pressione maggiore e strofinava duramente la suola sulla liscia pelle gommosa del suo capitano, tenendolo prigioniero con le scarpe nere scintillanti. Sorridendo malevolo, pose la sua gamba indietro e aspettò l'inevitabile. Come previsto, il corpo di gomma di Rufy iniziò velocemente a ritirarsi, mandando il giovane come un missile verso Sanji, dove il suo braccio era ancora intrappolato, solo per ricevere un altro calcio. Volta dopo volta, usando Rufy come una palla in una salagiochi, il cuoco lo prendeva a calci, facendolo schiantare contro la Merry. Gli altri lo trasformarono in un gioco, dando a Sanji degli obbiettivi, per vedere se poteva colpire l'albero maestro, o le scale, o per vedere quanto lontano un calcio del cuoco poteva far allungare il ragazzo di gomma.

Rufy aspettò pazientemente, sopportando colpo su colpo, finché non gli apparve infine una possibilità, e ad una botta non particolarmente dura, il ragazzo girò il suo corpo in su in maniera da vedere Sanji, prendendosi il tempo dell'allungo per pianificare una veloce fuga. Afferrandosi il gomito, ne scosse l'estremità, facendola muovere ed ondeggiare, ed effettivamente facendo perdergli la presa e cadere indietro sul ponte. Infine, l'appendice di gomma schioccò al suo posto e Rufy atterrò del tutto sul ponte, inciampando solo leggermente prima di riprendere l'equilibrio.

Il ragazzo ansimò mentre guardava guardingo la sua ciurma in avvicinamento.

"Sai che sei più forte di noi," sorrise Sanji, avanzando deciso verso il giovane. "Allora perché non ti difendi? Fai il bravo capitano e sconfiggici - o sei troppo debole?"

"Non sono debole," replicò Rufy semplicemente. "Ma non voglio far del male ai miei nakama."

"Pensavo avessi detto che noi non siamo i tuoi nakama," disse Nami, ironica.

"Non lo siete," replicò Rufy, un tono di rabbia attraversava la sua voce. "Ma siete nei loro corpi."

"Smettila di essere così eroico, Capitano," sbottò Robin, facendogli spalancare gli occhi, dato che non aveva detto 'Capitano-san' come di solito. "Puoi smettere di soffrire, ti basta sconfiggerci."

"Sarebbe così facile," aggiunse Zoro, mentre un sorriso gli attraversava il volto. "Distruggici e prendi una nuova ciurma."

Gli occhi di Rufy si oscurarono, mentre il suo primo compagno mormorava quelle parole.

"Nessuno potrebbe mai sostituire i miei nakama!" mormorò pericolosamente. "Mai."

"Questo è ciò che dici, ma alla fine tutti i capitani sono uguali," sibilò Chopper. "Tutti loro si occupano della ciurma personalmente."

"Perciò smettila con le nobili azioni," sorrise Sanji, piegato davanti al ragazzo silenzioso. "E lasciati tutto alle spalle."

"Non farò MAI del male ai miei nakama."

La potenza del grido nell'atmosfera chiata sembrò bloccare la ciurma dalla sorpresa per un momento, mentre lo fissavano selvaggiamente. Tuttavia lo shock passò presto, e le loro espressioni si oscurarono. Sembravano non essere affatto felici della risposta.

"Fa' come vuoi, Capitano," sibilò il biondo, tornando indietro e bloccando la strada al moro con il resto della ciurma. Rufy squadrò la sua prigione, fissandola duramente e cupamente. Avrebbe resistito a qualunque tortura gli avessero inflitto. Gli avrebbe mostrato che tipo di capitano era. Sarebbe stato così facile provare a sconfiggerli, e se ci avesse davvero provato, molto probabilmente sarebbe riuscito a batterli tutti, dopotutto, sembrava fosse quello che volavano, chiunque loro fossero. Ma, no. Avrebbe proseguito questa punizione, e mostrato loro com'era un vero capitano.

Rufy tenne gli occhi neri fissi sul muro, studiando intensamente le tavole del legno. Aveva cercato di nascondere a fatica la verità ai suoi nakama, cercato di mantenerla segreta. Non voleva pensassero che era debole, sapendo che non si era potuto difendere contro la sua stessa ciurma. Comunque più di tutto, non voleva vederli soffrire, come stavano facendo ora.

"Non osare allontanarti da noi," mormorò Zoro improvvisamente, duro. "Ci devi una spiegazione, dannazione!"

La rabbia nella voce del suo primo compagno obbligò i suoi occhi a rialzarsi. Zoro non gli aveva mai parlato così. Mai. Ora poteva vederli. Sanji seduto al tavolo, i suoi pugni serrati così duramente che le corte unghie incidevano la pelle pallida, molto vicino al far sgorgare sangue. Nami stava piangendo apertamente, grandi lacrime salate scendevano sulle guance mentre singhiozzava silenziosamente con la testa fra le mani, il corpo che tremava leggermente ad ogni singhiozzo. La pelle scura di Usop era pallida e le mani tremanti stringevano la testa, nonostante le spalle sobbalzanti rivellassero che stava piangendo, anche lui. Il viso di Robin era un misto di calma sottolineato di rabbia, ma guardando nei suoi profondi occhi blu, Rufy poteva veder risiedervi la tristezza. Sembrava avesse retto meglio il colpo, dato che era stata in parte preparata da ciò che aveva letto in quel libro. Chopper stava piangendo piano, ma apertamente, scuotendo il suo cilindro rosa avanti ed indietro incredulo mentre le lacrime inzuppavano la sua soffice pelliccia marrone.

Invece Zoro, oh Dio, Zoro; era veramente incazzato! Rufy si chiese stupito che cosa aveva potuto fare per causare una reazione simile nel suo amico. Certo, si era arrabbiato con lui molte volte, ma non in quel modo. Quello era il tipo di rabbia riservato ai nemici. Ed il modo con cui aveva parlato! Rufy trattenne un sobbalzo al ricordo. Era proprio come quella notte. Che cosa aveva fatto? Era perché non parlava? O era perché era debole? Rufy lo rispettava più di ogni altra persona che aveva avuto la possibilità di incontrare, a parte Shanks, e aver dovuto sentirlo parlare in quella maniera lo feriva più di qualsiasi danno fisico.

Senza accorgersene il ragazzo si allontanò, strisciando piano lungo la panca, gli occhi tornati a fissare miseramente il pavimento. Odiava vederli tutti arrabbiati e tristi. Era la ragione del suo tacere! Non voleva ferirli! Sapeva quanto profondamente avrebbero sofferto se l'avessero saputo!

Improvvisamente, un paio di forti mani lo afferrarono per il colletto duramente e lo sollevarono dalla sedia, così tanto che fu alzato ad un punto tale che le sue scarpe toccavano a malapena il pavimento. Zoro lo raggiunse tanto che i loro nasi si stavano praticamente sfiorando e fissò gli occhi tremanti del suo capitano. Come aveva potuto lasciare che accadesse? Perché era stato così... così stupido?! Perché aveva voluto arrivare così vicino alla morte - vicino a perdere il suo sogno solo per disobbedire a dei fottuti fantasmi di merda?! Voleva risposte!! Perché Rufy non li aveva sconfitti?! Si supponeva fosse il loro capitano, e senza di lui non erano nulla - nulla!! Non poteva capirlo?? Era lui che li univa insieme, che li aveva radunati insieme per la prima volta. Zoro aveva bisogno di risposte! Perché non voleva parlare?!

Lo spadaccino gli diede una scossa secca, richiedendo una risposta, e gli occhi di Rufy si spalancarono, la paura che brillava chiaramente nelle orbite scure. I suoi stessi occhi si spalancarono, prima di lasciare la presa e far collassare di nuovo il ragazzo. Era paura quella che aveva visto nei suoi occhi? Avevano passato quelle acque ora. Rufy lo sapeva. Sapeva anche che erano stati i fantasmi a farlo, non loro... giusto?

Ma allora, perché era preoccupato?

"Tu... Sai che non eravamo noi... Giusto Rufy?" chiese Usop insicuro, dopo aver guardato l'interazione fra il capitano ed il primo compagno. "Tu sai che non ti avremo mai ferito intenzionalmente... giusto?"

Rufy si voltò, distrutto, e tutti gli occhi nella stanza, inclusi quelli di Ace, si spalancarono. Improvvisamente tutto sembrò così chiaro. Perchè non potevano toccarlo, e perché non parlava. La fiducia che sembrava così tranquillo nel dare era stata distrutta dalle persone che aveva più care. I suoi preziosi nakama gli si erano rivoltati contro, e nonostante lui, e chiunque altro, sapesse quello che era realmente accaduto, ciò non cambiava nulla. Ciò che lo rendeva peggio, era che nessuno di loro sapeva cos'era realmente accaduto a Rufy. Potevano solo supporlo dagli esami di Chopper sui diversi tipi di ferita sparsi sul corpo del giovane capitano.

L'intera ciurma sembrava pensare sulla stessa frequenza mentre la stanza cadeva in un silenzio mortale. Zoro si gettò indietro sulla sedia, apparendo mortalmente sconvolto esternamente. All'inizio era così arrabbiato, così dannatamente arrabbiato che non si fosse difeso contro di loro quando sapeva che poteva farlo, ma ora era solo perduto. Rufy era spaventato da loro. Rilasciò un sospiro sottile e si piegò in avanti, tenendo la testa fra le mani.

Ace si riscosse profondamente, gli occhi aperti mentre si alzava avvicinandosi e afferrando Rufy per il retro del colletto. Non poteva accettarlo. Aveva lavorato duro per guadagnarsi la fiducia della sua ciurma e non aveva intenzione di lasciar cadere il suo fratellino per una cosa come quella. Sapeva che era più forte di ciò, ma in qualche modo doveva far capire a Rufy come superarla. Si pose faccia a faccia con suo fratello minore, occhi spalancati quasi in un unico sguardo. Spostando la presa all'inizio di entrambe le braccia di Rufy, sospirò calmo.

"Questo non sei tu," affermò lento l'uomo con le lentiggini, nonostante la rabbia ancora presente. "Lo so che è dura, ma non puoi lasciarti bloccare da una cosa del genere."

Rufy guardò giù, distrutto. Aveva così tanto da dire - così tanto da voler spiegare. Voleva scusarsi per essere stato debole e dirgli che andava tutto bene, ma non importava quanto duramente provasse, la voce non voleva uscire.

"Tu sei il solo che può sconfiggere ciò," continuò Ace, voce ferma ma gentile. "Noi possiamo aiutarti, ma tu sei il solo che può decidere se vuole migliorare o no."

ragazzi di Cappello di Paglia guardarono in silenzio mentre Ace prendeva il viso di Rufy fra il pollice e l'indice così che il ragazzo non si scostasse da lui. Il corpo di Rufy si tese alla mossa, gli occhi spalancati leggermente. Il suo fiato iniziò a dare corti ansimi, ma Ace li fraintese, pensando che stesse solo per piangere. Aveva sbagliato. Mentre apriva la bocca per continuare, improvvsamente Rufy prese un respiro, svincolandosi dalla presa e gettandosi verso la porta - una fuga, come se soffrisse di un altro attacco.

Zoro fu in piedi prima che Ace potesse almeno iniziare a pensare a cos'era successo e cercò di fermare Rufy mentre si graffiava il petto, come se cercasse di aprirlo per poter respirare. Con un forte sospiro, Rufy vomitò tutto, gettando il poco cibo che aveva ingerito quel giorno sul paviento della cucina e tossendo debolmente. Tutta la ciurma era al suo capezzale, guardando orripilati il risultato delle loro sesse azioni. Ansimando duramente, si alzò in piedi ed inaspettatamente scì dallaporta della cambusa, nella fredda aria esterna. Immediatamente la ciurma si mosse per seguirlo, i cuori che pulsavano nei petti, desiderando solo che fosse a posto.

Zoro fu il primo ad avvicinarsi, ma quasi ad un metro dal giovane si bloccò, sbattendo le palpebre sconvolto mentre lentamente, il respiro di Rufy si calmava di novo. Guardandolo ammirato, scosse la testa per assicurarsi di non stare sognando. Di solito a quel punto, Zoro, Sanji e Chopper avrebbero dovuto bloccare il ragazzo, per farlo smettere di ferirsi. Ma ora le cose stavano diversamente, Rufy sembrava essersi calmato da solo. Si era fermato da una parte, le mani aggrappate alla balaustra, rendendo la pelle delle nocche più chiara per la forza della stretta. Prese lenti, profondi respiri, assicurandosi che fossero abbastanza forti per costringere la sua mente a realizzare che stava prendendo aria. Era chiaramente un altro attacco di panico, ma incredbilmene, per la prima volta, Rufy sembrò recuperare da solo, e tutto ciò che la ciurma poté fare fu guardare.

Ace non sapeva cosa pensare mentre guardava il suo fratellino. Non era mai stato così. Sembrava sempre che niente potesse toccarlo, e non si era davvero mai fatto buttare giù da qalcosa. Forse aveva sbagliato a trattarlo in quel modo, visto come aveva reagito, essere forzato evidentemente non funzionava. Con un profondo sospiro si mosse per avvicinarsi, ma si fermò ad una mano alzata di Zoro.

"Questa è la prima volta che Rufy ne esce da solo," spiegò tranquillo lo spadaccino. "Sembra che le tue parole lo abbiano colpito, perciò penso che, forse, dovremo aspettare finché non sarà pronto a parlare di nuovo."

"Parla quello che lo ha quasi spaventato a morte." mormorò Sanji veeemente.

"So che quello che ho fatto è sbagliato. Quel dannato sguardo che mi ha lanciato me l'ha detto un milione di volte peggio di quanto tu potresti mai fare, cuoco di merda." replicò Zoro. "Torniamo dentro. Va bene lasciarlo qui per ora, ora che sappiamo che è sta bene."

Riluttanti, i ragazzi di Cappello di Paglia e Ace Pugno di Fuoco si spostarono nella cambusa. Chopper temporeggiò, scuotendsi agitato mentre i suoi occhi umidi restavano fissi su Rufy.

"Zoro?" chiamò calmo, spostando lo sguardo dalla ciurma ed il capitano. "Non dovrebbe rimanere qualcuno con lui? Nel caso avesse un altro attacco?"

"Penso che il signor Capitano abbia bisogno di qualche tempo per riordinare i suoi pensieri," spiegò Robin dolcemente, prendendo il piccolo zoccolo della renna fra le sue mani e conducendolo all'interno. Chopper sospirò, ma annuì e la ciurma scomparve nella cambusa.

Non appena furono scomparsi, Rufy rilasciò un sospiro depresso e si accasciò stanco sul ponte. Odiava quegli stupidi attacchi, odiava non poter toccare la sua ciurma o lasciare che lo toccassero, ma la sensazione non voleva andarsene. Avrebbe tanto voluto dormire sul ponte al fianco di Zoro o saltare su Sanji per chiedere cibo o giocare con Usop e Chopper. Diavolo, avrebbe amato anche solo riuscire a mangiare della carne o dormire di nuovo tutta la notte, ma ogni volta che qualcuno lo toccava, i flashback si affollavano nella sua mette e ripeggiorava.

Profondamente sapeva che non gli avevano fatto del male, non intenzionalmente o di loro volontà. Sospirò ancora e guardò tristemente la porta della cambusa. Ace era arrabbiato con lui, no, non arrabbiato, era deluso da lui. Molto peggio. Sentiva come se si fosse lasciato andare perchè aveva promesso ad Ace di cavarsela da solo e che non sarebbe stato necessario che lo proteggesse ancora. Ora era stato e veniva ferito, quando poteva uscirne. Anche la sua ciurma era arrabbiata. Non aveva mai visto Zoro sorì arrabbiato con lui. Saeva che erano arrabbiati solo perché lui poteva evitarlo, ma non capivano? La sua ciurma era davvero forte! Avrebbe dovuto ferirli seriamente per fermarli, e quelle cose volevano che facesse loro del male. Non volevano solo che li sconfiggesse - volevano che gli dimostrasse che era un cattivo capitano! Non avrebbe mai, mai dato loro ciò che volevano, e se si fosse difeso e avesse ferito la cirma, lo avrebbe fatto. Tuttavia, venendo sconfitto da loro, aveva perso qualcos'altro. Sarebbe mai stato di nuovo lo stesso con le altre persone? Con i suoi nakama?

Quelle cose lo avevano confuso così tanto, con giochi mentali e trucchi per fargli credere che i suoi nakama gli avessero davvero fatto del male, anche se sapeva profondamente che non l'avevano fatto. Le loro azioni erano diventate così credbili con il passare delle ore sulla nave, che la sua mente annabbiata dalla sofferenza aveva potuto difficilmente distinguere la differenza tra loro e i suoi veri nakama. La tortura appariva ancora come un film, ripetuto ancora e ancora nella sua mente torturata, mandandogli brividi attraverso la spina dorsale.

La banda di Cappello di Paglia guardò eccitata all'ansimante, svenuto ragazzo ai loro piedi. Stavano intorno all'esausto ragazzo, ammirando il loro lavoro. Bruciature multiple macchiavano la sua pelle a causa degli attacchi di Nami e Usop, abbrozandogli la pelle e facendolo tossire leggermente. Il sangue sgorgava dagli innumerevoli tagli e ferite sparsi sul suo corpo martoriato, noiosamente scivolando sulla sua pelle pallida a macchiare il pavimento della cambusa. Respirare era diventata un'impresa da un po' di tempo, quando il suo collo era stato costretto nella continua pressione della corda, che gli aveva lasciato un un segno bruciante circolare attorno alla gola.

Gli avevano dato un'altra droga; qualcosa che aveva reso la sua mente distorta e annebbiata. Non poteva davvero capire cosa stessero dicendo... Chi erano ancora? I ragazzo ferito sbatté le palpebre con forza, cercando di capire cosa stesse succedendo. Spalancò gli occhi, agitandosi per focalizzare le figure scure che lo sorvolavano. Era un altro sogno? Divertente, non avevano mai fatto male prima...

Parlarono di nuovo e lui diede la stessa risposta che aveva dato per ore. Non poteva sentire ciò che stava dicendo ma solo rispondere allo stesso modo.

I miei nakama verranno da me... Mi aiuteranno... Verranno..."

La sua voce era debole e la sua gola bruciava, ma il suo spirito era forte. Sapeva che i suoi nakama sarebbero venuti a prenderlo. Lo avrebbero aiutato a sconfiggere queste persone, e poi sarebbero potuti andare alla prossima isola. Chopper si sarebbe probabilmente arrabbiato un po' per le ferite, ma tutto sarebbe andato bene. Sapeva che i suoi nakama erano arrivati, non poteva davvero ricordare quando, ma c'erano, ed era quello che importava, perché sapeva di poter contare su di loro per tirarlo fuori dai guai in cui si era cacciato.

Fu risvegliato bruscamente dai suoi pensieri quando una mano forte gli afferrò i capelli e lo pose davanti al suo proprietario.

"Siamo noi i tuoi nakama, stupido!" sibilò Zoro, sorridendo crudelmente al viso del suo capitano.

Gli occhi di Rufy si spalancarono, e anche se da qualche parte dentro di lui sapeva che non era vero, la sola cosa che poteva sentire in quel momento era paura. I suoi nakama erano proprio lì. Loro gli avevano fatto quello! Perché? Perchè?! La sua mente non trovava risposte. Chi era? Perché era lì? Perché gli stavano facendo quello?

La ciurma sopra di lui ghignò e preparò le armi.

Ma... Perché mi stanno facendo del male? L'ultimo pensiero di Rufy prima che l'oscurità arrivasse a prenderlo.

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Note del Traduttore:
Mi dispiace molto, ma non sono più riuscita ad avere notizie dell'autrice, che non ha nemmeno risposto alle vostre recensioni. Ma ho voluto pubblicare comunque questo terzo capitolo, come regalo di buon augurio per l'anno nuovo, e spero di avere notizie al più presto.
Un grandissimo grazie a coloro che hanno recensito ed apprezzato la storia, sono felice che il lavoro che faccio, e che spero di fare nel migliore dei modi, sia utile. ^^
  
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