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Autore: Malia_    01/01/2009    13 recensioni
Noia.. come ogni lunedì mi ritrovai a braccia conserte sul banco dell’aula di spagnolo. E come ogni giorno, ogni lentissimo giorno, mi sentii trasportare da quei sentimenti di disgusto verso il mondo circostante. Monotonia..Le mie mattinate? Cadenzate da ritmi “normali”, immobili, o forse il termine adatto poteva essere, sì.. “privi di senso”.. la scuola era probabilmente il luogo della mia eterna sopportazione perenne.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ciao tutti Buon anno!!! Cosa fate oggi  che è primo dell'anno? Io posto..eheheh.. aggiorno Midnight Sun. Grazie dei meravigliosi commenti, questa storia mi piace troppo ed è un piacere scriverla, purtroppo non so e non credo mi discosterò troppo da Twilight ma ancora devo dire che non lo so. Certo in alcune cose anche in questo capitolo sono stata parecchio tentata...:-) Ma manterrò una linea simile anche se molto personale. Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono. TESORI!!! vi lascio alla lettura.. un bacione e ancora BUON ANNO NUOVO!!!



La notte.



Mi avvicinai al letto cercando di non far rumore. “Dio che bella..”. Mi inginocchiai accanto a lei sfiorandole la mano con le labbra e rabbrividii emozionato. Non avevo mai visto nulla di più seducente  in tutta la mia esistenza. Mi sporsi verso il suo viso che respirava affannato e la osservai stregato,  ossessivamente.. la mia bocca sulle sue palpebre voleva qualcosa che non riuscivo a comprendere e desideri sopiti emersero prepotenti accecandomi. I suoi sospiri mi stavano facendo impazzire e avrei voluto toccarla, ma non mi era concesso prendermi una libertà così grande. Non era solo istinto di vampiro, era qualcosa di dannatamente più forte, più profondo.. avevo troppa voglia di lasciarmi andare.
- Edward..-. sussultai di nuovo. “ Ridillo.. ancora ti prego” – Edward..no-.
Si mosse e io mi allontanai di scatto per permetterle di rannicchiarsi. Non dovevo respirare, starle così vicino e inspirare sarebbe stato un errore e non dovevo assolutamente metterla in pericolo. Solo la mia presenza era un danno per lei, però.. infondo che male avrei fatto? Sarei rimasto lì, fermo, ad osservarla il più lontano possibile. Mi sarei controllato.
- Non andartene-. Mi voltai di scatto quando percepii il suo corpo muoversi e buttare a terra le coperte. Le fui accanto per coprirla di nuovo e il piumone caldo scottò tra le mie mani. Le gambe mi cedettero e appoggiai tutto il peso ai piedi del letto. “No..”, così rischiavo sul serio di farla svegliare, dovevo rimanere calmo, controllarmi. Ma i miei sentimenti erano così forti che in quella stanza l’aria sembrava vibrare e urlare la mia presenza. O probabilmente lo desideravo.. desideravo in segreto che lei mi amasse, che si svegliasse e mi sorridesse, che mi percepisse nella sua vita.
“Bella..”. Tremai. La guardai ancora mentre le sue dita si stringevano sulla coperta e quando sorrise mi tranquillizzai. “Meno male piccolo Bambi, stai meglio”. Mi sedetti sulla poltrona poco distante e la contemplai, affascinato dalle sue espressioni accigliate e dal modo in cui continuava a muovere la bocca come se volesse parlare e dire qualcosa.
Portai le mani sotto il mento e rimasi così non so per quanto tempo, avaro di ogni suo più piccolo gesto. Mi sentii uno sciocco, ma non riuscivo a distogliere gli occhi da lei. “Non posso costringerti ad amarmi, ma posso proteggerti, posso starti accanto e lo farò ad ogni costo amore mio”. Una scossa elettrica mi invase quando pronunciai quella parola. Ma suonava così musicale, così vera che mi riempì di felicità. “Amore mio..”. Scossi la testa sorridendo e non smisi di osservarla.
Cosa stava sognando in quel momento? Di me? Sognava di me? Lo sperai, anche se sapevo di non poterlo fare. Però ripensandoci prima aveva pronunciato il mio nome, forse le piacevo. Mi mossi turbato e contento.  “Non farti venire in testa strane idee Edward, basta”. Ripetei più volte a me stesso.
Sospirai combattuto.. ma mi accorsi tardi di essermi distratto e di aver commesso un grave errore. Il suo profumo di fresia e lavanda mi si insinuò immediatamente nelle vene e non riuscii più a fermarmi. Un respiro, un altro, un altro, finchè non diventarono ansiti. “Cazzo..”. Ansimai eccitato e feci leva su tutta la mia forza di volontà per non saltarle addosso. “No.. no!!”. Scivolai dalla poltrona e mi acquattai accanto al suo letto, pronto all’attacco. “Che voglia”. Mi morsi le labbra fino a sentire dolore per impedire a me stesso di commettere l’irreparabile. Non potevo farle del male, non potevo, non lei, non me lo sarei perdonato. Strinsi i denti aspirando ancora il suo odore fresco, sperando di abituarmi.. se avessi sopportato sicuramente sarebbe stato più facile resistere.
Bella mugugnò gemendo qualcosa e la sua mano scivolò davanti alle mie labbra, così invitante, pallida.. il sapore del suo sangue mi fece perdere la ragione e avvicinai la bocca al suo polso, a quella pelle così friabile.. volevo morderla e far scorrere la sua ambrosia solo per me. “ Mi stai facendo morire amore mio”. Fu inaspettato. L’essere umano in me sembrò prevalere indisponente e il mio naso corse sul suo palmo per annusarlo e gustarlo meglio. Rabbrividii di piacere, e percepii il corpo di Bella tremare. “Freddo..”. Dovevo stare attento a non farle sentire il gelo che mi apparteneva. Eppure non riuscii a smettere.. le accarezzai il palmo con dolcezza sfregando le mie labbra sul suo calore. La mia reazione mi atterrì e mi spaventò, non avevo mai provato nulla di simile neanche quando avevo immaginato di stare con lei. Il mio corpo stava cambiando, l’adrenalina che scorreva dentro di me mi scaldava, mi rendeva bollente e credetti quasi di poter prendere fuoco. Un po’ mi vergognai per quella reazione incontrollata e  umana. Ingoiai la saliva agitato quando fui conscio di qualcosa di duro premermi tra le gambe e chinai la testa inorridito da me stesso.
- Edward..-. Udire pronunciare il mio nome così intensamente mi diede il colpo di grazia e non capii che cosa stesse accadendo. Il corpo sembrava sfuggire al mio controllo e fu sommerso da istinti nuovi e a me sconosciuti. La sua mano si chiuse improvvisamente sul mio viso e mi sfuggì un piccolo gemito doloroso. Non avrei dovuto toccarla. Mi tirai subito indietro sperando di non averla svegliata, ma probabilmente per smuovere “occhi nocciola” non sarebbero bastate le cannonate. Ritornai abbastanza lontano da lei per permettere a me stesso di riprendermi, ero ancora profondamente colpito, e la mia curiosità per le sue cose prese per un attimo il sopravvento. Mi guardai intorno..
Cd, libri sparsi, fili del computer un po’ ovunque, lettore mp3 miseramente buttato a terra. “Complimenti, amore, ma come siamo ordinate”. Ridacchiai. Mi chinai per raccogliere un libro poco sotto i miei piedi per vedere che tipo di letture potessero interessarle e rimasi di stucco.  “Romeo e Giulietta”. Storsi il naso. Non avrei mai creduto che Bella fosse un tipo così romantico. La osservai mentre mi girava nuovamente le spalle.. evidentemente anche lei come ogni altra ragazza faceva sogni romantici. “Fantasticherà di incontrare un giorno il suo principe azzurro”, ecco.. non di certo un vampiro pronto a mangiarla. Avevo perso in partenza, io potevo essere solamente il ragazzo bello e irraggiungibile per lei, ma non quello che le avrebbe rubato il cuore. Chissà che tipo di uomo le piaceva..l’immagine di Mike Newton mi balenò nella mente. “Idiota..”, mai ascoltato menti più imbecilli di quella. Però forse a “occhi nocciola” quelli con la ridarella facile sarebbero potuti piacere. “Devo ridere un po’ di più”, mi convinsi come uno scemo. Già mi vedevo.. davanti allo specchio del mio armadio a fare le prove, come se fossero servite a qualcosa. Stavo decisamente peggiorando la mia situazione, possibile che l’amore rendesse così sciocchi? Riportai la mia attenzione al libro tra le mie mani.. mal sopportavo la figura di Romeo,  innamorato di Rosalina e poi di Giulietta. Dubitavo che il suo fosse un amore sincero.. il sentimento che io provavo per il mio piccolo Bambi era insostituibile ormai, entrato dentro di me, nel mio cuore, vivido, eterno.
Se credete che io profani con la mano più indegna questa sacra reliquia le mie labbra rosse come due timidi pellegrini cercheranno di rendere morbido l’aspro contatto con un tenero bacio..
Povero, povero Romeo, anche lui costretto per natura nemica a stare lontano dalla donna che amava.
Un bacio.. neanche un bacio gli era concesso per non sporcare lei con mani indegne. Posai di nuovo  a terra quel romanzo cercando di togliermelo dalla testa. Le mie labbra l’avrebbero solo disgustata, troppo fredde, troppo morte.
Frenai i miei pensieri scioccato. Stavo realmente pensando di poterla baciare? Mi portai le dita sulla fronte massaggiandola. Il suo sapore mi avrebbe fatto impazzire, sarei morto d’eccitazione soltanto sfiorandole la bocca, l’avrei assalita e uccisa in pochi secondi. Mi imposi di non respirare e bloccai il mio petto per evitare di farmi assalire di nuovo dall’istinto... quelle fantasie erano decisamente troppo pericolose.
Ed essendo considerato un nemico, egli non può avvicinarla per sussurrarle le promesse degli amanti.
Mi accostai ancora al letto, guardandola rannicchiata e indifesa. “Ci sarò io a difenderti amore, non permetterò che ti succeda nulla. Sbadata come sei..”. Sorrisi e mi chinai leggermente. Avrei tanto voluto sfiorarle i capelli, sarebbe bastato allungare una mano, semplicemente, senza pensare.. le mie dita corsero su di lei contro la mia volontà e con i polpastrelli le accarezzai leggermente la massa castana.  “Trattieni il respiro. Da bravo..”. Neanche avrebbe sentito la mia carezza tanto era lieve, ma quello che provai fu così profondo che per la prima volta mi sentii fragile e debole, senza difese, totalmente inerme di fronte a quella meraviglia. “Ti amo, ti amo piccolo Bambi. Non sai quanto ti amo”. Avevo bisogno di dirglielo, non potevo sentirmi scoppiare in quel modo e respirai piano.
- Ti amo..-. sussurrai appena inginocchiandomi –ti amerò sempre.. non mi perderai mai-.
Fu più facile controllarmi, mi stavo lentamente abituando al suo profumo. Il problema sarebbe stato allontanarmi di nuovo. Avrei dovuto ricominciare da capo.
Sorrise nel sonno, inconsapevole. Si girò verso il mio viso e schiuse le labbra. Le fissai intensamente, sembravano così morbide.. così invitanti. Ancora quella sensazione assurda, ancora attrazione, agonia..
Ecco le tue labbra hanno tolto il peccato dalle mie..
Il mio respiro si velocizzò immediatamente e digrignai i denti abbassando il capo. Appoggiai la testa sul suo cuscino, mentre la mia bocca sfiorava la sua desiderosa d’assaporarla,  ma nelle mie vene ribolliva l’istinto animale e non ero sicuro di riuscirmi controllare. “Ma che sto facendo, mio dio..”. La sua fragranza era così forte che per me era come una droga, un bisogno, perdevo di lucidità soltanto nello sfiorarla, non capivo.. non arrivavo a comprendere perché non riuscissi ad esercitare il mio autocontrollo come sempre. “Lo sai, la vuoi. Non puoi farne a meno”. Ma mi sembrava assurdo volerla con tale intensità, impossibile.. stavo tremando, il mio corpo stava tremando..e non solo per la voglia del suo sangue! La frustrazione mi sommerse. Volevo averla, toccarla, fare l’amore con lei, ma allo stesso  tempo la rifiutavo con tutto me stesso, perché non potevo condannarla ad innamorarsi di un’anima dannata, di un essere disgustoso, per renderla poi come me, simile a me. “Stupido”.
- Forks, non mi piace. Fa freddo.. Renèe-.  Mormorò scuotendo il capo.
Mi riscossi guardandola con dolcezza.“ Piccola.. stai male qui”.  Risi divertito, la mia bambina parlava nel sonno, che cerbiattino  pieno si sorprese.
- Ah, mamma. È sempre umido e appiccicaticcio..-. Storse il musetto rannicchiandosi meglio e io le rimboccai meglio le coperte.
- E perché sei ancora qui a Forks?-. Bisbigliai troppo impercettibilmente perché potesse sentirmi e mi sistemai con le braccia consente vicino a lei.
-Edward.. lui è strano-.
“ Sono strano, piccolo Bambi?”.
- In che senso sono strano..-. mi sporsi vicino al suo orecchio, chissà magari mi avrebbe risposto.
- E’ sempre solo e triste..-.
Sussultai e il mio cuore sobbalzò nel petto. Lei si preoccupava veramente per me? Rimasi interdetto e in silenzio ad ascoltare. Sapere di essere nei suoi pensieri mi rendeva felice, ma avevo paura. Non era un buon segno. Lei soffriva perché io me ne stavo per le mie? Bella mi guardava e mi vedeva solo, mi osservava e vedeva in me un ragazzo triste, ma in realtà io evitavo gli altri per non metterli in pericolo e non ero affatto infelice, non ero niente, nulla, almeno fino a quando non era arrivata lei. Perché con il suo arrivo tutto era cambiato.
- Voglio che lui sorrida..-.
Ancora una scossa di piacere ad invadermi. “Non posso”. Volevo, ma dovevo starle lontano. Non potevo lasciarmi andare, tantomeno con lei. Sorriderle.. starle vicino, non lo avrei fatto, anzi le sarei stato ostile, non l’avrei nemmeno avvicinata. Ma l’avrei protetta e la notte mi sarei permesso di venire nella sua stanza per guardarla,  proteggerla da se stessa, adorarla come il mio cuore mi imponeva di fare.
Mi voltai verso la finestra. Ormai era quasi l’alba. Dovevo andarmene.. si sarebbe presto svegliata.
- Ci vediamo a scuola-. Sussurrai come se avesse potuto sentirmi. “Ma le cose lì saranno diverse”. La notte stessa sarei tornato, non l’avrei lasciata più da sola, ma il giorno Bella non avrebbe dovuto correre alcun rischio, doveva rimanere lontano da me.
Scivolai lungo il cornicione e scesi agilmente a terra, riavviandomi correndo verso casa mia. Dovevo avvertire tutti che non sarei più andato via. Immaginavo già la felicità di Alice e soprattutto sapevo cosa mi avrebbe detto. Avrebbe letto della mia decisione di amarla e proteggerla, avrebbe saltellato tutto il tempo convinta che prima o poi avrei ceduto e le avrei chiesto di amarmi. E Rosalie e Jasper? Non avrebbero dovuto capire la verità dei miei sentimenti. E Emmett? Per lui le sarei dovuto subito saltare addosso e ucciderla, visti i suoi precedenti. Non ci sarebbe stata alcuna storia.
Arrivai  a casa deciso, spalancando la porta ed entrando. Alice era lì ad attendermi come avevo immaginato.
Allora adesso posso conoscerla?
-Va al diavolo-. Le risposi malamente dirigendomi verso la mia stanza.
Per tutta risposta sentii solo una risata contenta e poi di nuovo silenzio.

   
 
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