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Autore: Reira Zealot    11/05/2015    1 recensioni
"Quel fiore riassumeva tutti i canoni di bellezza che per anni si erano ricercati, ed ora erano racchiusi tutti nello stesso posto, visibili al resto del mondo per un solo giorno all’anno."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ultimo petalo

Era su quella collina che per un solo giorno all’anno, esattamente alle dieci di sera sbocciva un fiore di una bellezza strabiliante.

A parole nessuno sarebbe riuscito a descriverlo perché non poteva essere paragonato a niente di esistente che si avvicinasse anche solo lontanamente al suo splendore.

Era il capolavoro della vita, sembrava quasi che il mondo e tutte le sue speci viventi si fossero evolute per miliardi di anni solo per dar luce a questa esile opera di una perfezione inaudita.

Descriverne i colori non sarebbe stato possibile nemmeno all’uomo più colto che si potesse trovare sulla faccia della terra, provarne ad eloggiarne la maestosità con canti e poesie sarebbe stato solo un blando tentativo di aspirare all’immortalità.

Quel fiore riassumeva tutti i canoni di bellezza che per anni si erano ricercati, ed ora erano racchiusi tutti nello stesso posto, visibili al resto del mondo per un solo giorno all’anno.

Si potrebbe erroneamente pensare che la gente venisse dalle più disprate parti del mondo per ammirare questo piccolo miracolo e invece il fiore trascorreva il suo unico giorno di vita in solitudine, allietato solo da una leggera brezza che ne portava l’odore in ogni luogo.

Quando però l’odore raggiungeva il più vicino villaggio tutte le finestre venivano sprangate e si cercava di respirare il meno possibile, correndo il rischio di morire soffocati, ma la cosa più importante era non annusare il dolce vento che trasportava l’essenza del fiore, perché era il respiro della Morte.

Chiunque ne sentisse anche solamente il più vago sentore era ormai perduto.

Eppure quell’opera tanto perfetta non era sempre stata simbolo del male, infatti, molti anni addietro, su quella collina era stato commesso un delitto: il sangue di una ragazza innocente era stato versato.

Quella ragazza era nel fiore della giovinezza e sprizzava gioia di vivere da tutti pori, bastava un solo sguardo per scaldare anche gli animi più cupi, un suo sorriso, almeno così si diceva, era capace di portare la primavera.

Una simile creature sarebbe potuta essere paragonata soltanto ad un angelo, ma il modo in cui le era stato portato via quanto di più aveva  caro, non le aveva lasciato l’opportunità di vivere una vita piene di belle speranze, così ogni anno la sua anima faceva sbocciare quel bellissimo ed immondo fiore per trascinare con sé nell’oblio altre anime innocenti.

Era una ragazza e, anche se solo ne profondo, lo sarebbe sempre stata, quindi pare ovvio che la sua concezione della vita l’abbia portata a pensare al fatto che molte persone continuavano a godersi gli anni più belli della giovinezza, mentre lei aveva dovuto rinunciarvi.

Per questo motivo, per un solo al giorno all’anno, tornava e cercava di allietare i suo spirito strappando anime innocenti dai loro corpi mortali, ma tutto questo non le era di alcun conforto e il suo grido straziante si perdeva nell’aria, finchè il vento portava  lontano il suo ultimo petalo.

 
   
 
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