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Autore: Reira Zealot    11/05/2015    1 recensioni
"E' curioso come la prospettiva riesca a farci percepire le cose nei modi più stravaganti. Prendiamo ad esempio un faro di legno, io lo sto guardando quindi cercherò di descriverlo per farvelo immaginare."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' curioso come la prospettiva riesca a farci percepire le cose nei modi più stravaganti. Prendiamo ad esempio un faro di legno, io lo sto guardando quindi cercherò di descriverlo per farvelo immaginare. Sarà alto una trentina di centimetri, la base è larga, costituita da un tronco di cono in legno bianco, con venature marrone scuro e lievi accenni di color ruggine, la base è rovinata perché una volta è caduto dal davanzale e si è sbeccato il bordo. Salendo si arriva ad una specie di cornicione blu scuro, ma un blu scuro sbiadito ormai dagli anni, che fa il giro di tutto il faro, e ancora salendo un'altra parte bianca, di nuovo un cornicione e infine la nicchia per la lucerna che illuminava la via ai viandanti del mare. Certo questo faro non ha mai illuminato niente , e probabilmente nemmeno ha mai visto il mare e ora sta lì, sul pavimento di piastrelle di cotto, immobile e solitario, esposto alle intemperie. Eppure, sempre che si possa dire che gli oggetti trasmettano emozioni, egli non pare infelice. Tutt'altro, sembra a suo agio in mezzo ai vasi che lo circondano, all'edera che si inerpica su per il davanzale e che può sbirciare oltre il corrimano e la veneziana, e vedere una piccola frazione di mondo che rimane tuttavia esclusa a chi nel nostro faro abita e dimora.
Ed è infatti nella zona destinata alla lucerna che io mi immagino Rei. Rei non è nessuno, non si sa perché abiti lì, non è un pescatore, non è il guardiano del faro. Nessuno gli ha chiesto di andare a vivere lì, e lui ha nessuno ha mai chiesto se poteva viverci. Lui è semplicemente lì. Io ora non so come trascorra il suo tempo, probabilmente dormendo e quindi sognando, oppure pensando,…. d'altronde in un faro senza mare e senza lucerna che cos'altro si può fare, privi del conforto della compagnia di un amico o semplicemente di un altro essere umano, anche se immaginario. E io mi immaginavo i sogni che egli poteva fare, a cosa pensava in quel faro senza finestre , in un'oscurità pressochè perpetua. Per me Rei era fonte di ispirazione, e i suoi sogni con lui. Quindi immaginatevi il mio dispiacere quando seppi che il vaso d'edera, scosso dal forte vento, schiacciò il faro e chi dentro di esso io pensavo vivesse.
   
 
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