E uno si chiederà pure: perché questa ragazza era così ossessionata dalle treccine? Beh dovete sapere, ma ve lo confido come segreto mi raccomando, che ogni treccina racchiudeva i poteri di una piccola fata, che la ragazza catturava ogni luna piena e infondeva nei lunghi capelli neri come la notte.
E adesso vi chiederete pure: ma lei cosa se ne faceva di tutto questo potere? Ecco ogni treccina corrispondeva ad un desiderio, per questo ogni tanto una ne cadeva perché ormai, dopo che la richiesta era stata esaudita essa perdeva il suo potere e avvizziva. E la ragazza, che chiameremmo M per non rilevare la sua identità e per proteggere la sua tecnica segreta, poteva usare questi desideri per qualsiasi cosa ella volesse. E fu così che il prof di scienze, venutolo a sapere, per farglielo capire iniziò a dare pochi indizi durante le lezioni. Ad esempio dicendo che "Potrei dire che l'andamento nei voti in questa classe è proporzionale alla quantità di capelli crespi" e guardandola intensamente, per poi sviare l'attenzione e portarla su una pugliocrucca ignara, che beatamente stava disegnando, persa nel suo mondo fatato.
M però il prof non se lo filava proprio, e a dirla tutta le stava pure antipatico e cercava di ignorarlo, ma lui in tutti modi voleva far scoprire il suo segreto così avrebbe dimostrato che tutti gli ottimi voti della ragazza, fossero frutto solo ed esclusivamente delle sue treccine.
Così, in una notte di luna piena, si apposto vicino alla casa di M ed aspettò per ore che essa uscisse. Ma M era più furba di lui, ed usò una delle sue treccine per far passare "casualmente" per quella stessa strada il professore di storia per il quale egli segretamente aveva una cotta. Appena lo vide, il prof di scienze, che chiamerò C.L., non poté fare a meno di seguirlo, quasi come in presa ad un incantesimo.
E fu così che M riuscì ad uscire di casa e ad andare a caccia di fate, per poter essere pronta alla verifica di latino che era prossima a venire.