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Autore: deba    12/05/2015    4 recensioni
Una FF per rivivere l'amore di Rose e Dimitri.
Rose Hathaway, vive e studia nell'accademia di St. Thomas, con l'unico scopo di diventare un guardiano più famoso della madre. Purtroppo durante un improvviso attacco strigoi, il suo mentore muore e la sua accademia viene distrutta. Così Rose si ritrova a partire da zero in una nuova accademia, la St. Vladimir, dove metterà in discussione se stessa più volte e troverà veri amici e il vero amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrian Ivashkov, Christian Ozera, Dimitri Belikov, Lissa Dragomir, Rose Hathaway
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 8

Capitolo 8

 

Quando terminarono le lezioni quel giorno mi sentii più viva che mai. Era successo di tutto ed io ero piena di entusiasmo, come non lo ero da un bel po’.

Camminavo con Lissa nei corridoi, dopo che lei mi aveva appena confessato, imbarazzata, che doveva andare dalla psicologa Carmack. Lo faceva due volte a settimana, ma non mi disse il perché.

Di certo, una ragazza che restava sola, dopo la morte della sua famiglia e la quasi estinzione della sua casata, non doveva essere una persona molto spensierata. Ai miei occhi lei non era pazza, come lo pensava il resto dell’accademia, anzi, vedevo solo quante buone qualità la distinguessero dagli altri.

Stavamo ridendo di una delle mie battute stupide sul mio intervento nella lezione di Stan, che le avevo raccontato, quando dalla porta della signora Carmack, alla quale eravamo quasi arrivate, uscì un moroi dai capelli neri e dagli occhi furenti. Qualcuno doveva avergliele fatte girare tanto. Una cosa però mi colpì e fu vedere quegli occhi così carichi di rabbia, trasformarsi in quiete una volta incontrato la figura di Lissa. Era stato come vedere redenta un’anima persa, spettacolare.

Guardai Lissa e lei era calma, come sempre, forse i suoi occhi ora erano leggermente più brillanti. L’aria puzzava di cotta bella e buona.

Il ragazzo si fermò davanti a noi dopo aver sbattuto la porta.

“Non so come fai a sopportarla quella!” di sicuro si riferiva alla psicologa, perché con la testa aveva accennato verso la porta.

Lissa sorrise angelica.

“Hai poca pazienza, ecco perché. Christian, lascia che ti presenti la mia nuova amica, Rose. Rose, lui è Christian.”

Se c’era un’altra persona con cui Lissa andava d’accordo, non vedo come mai non me lo avesse menzionato. Forse si piacevano, ma nessuno si faceva avanti e quindi ognuno restava per le sue.

“Ciao!” gli dissi, dandogli la mano, ma lui non la prese, anzi la guardò con un ghigno.

“Guarda che non ho la lebbra!” gli dissi un po’ acida. Che cafone.

“Voglio solo risparmiarti una crisi di nervi dopo che avrai saputo chi sono. L’ultima a cui ho dato la mano è andata a farsi esorcizzare da padre Anthony. Tzè.” E così si allontanò, cupo com’era uscito dalla signora Carmack.

Mi voltai e guardai Lissa in cerca di spiegazioni.

“Ora devo andare, Rose, sono in ritardo, ma dopo potrei venire nel tuo dormitorio, ti va?”.

“Si, certo. Mi ha proprio incuriosito quel Christian.”

Lei aprì la porta tranquilla.

“E’ solo incompreso, tutto qui” disse, poi si chiuse la porta alle spalle.

Era triste, quando lo aveva detto e mi lascò davvero senza parole. Più tardi speravo che me ne avrebbe parlato, nel frattempo, però, avrei cercato un’altra persona con cui dovevo ancora parlare. Ci avevo pensato durante tutte le lezioni del dopo pranzo.

Rivivere, raccontando, l’attacco degli strigoi mi aveva destabilizzato e necessitavo parlarne. Lui si era offerto di ascoltarmi, no?

O forse io avevo capito male e lui intendeva che tutti i guardiani sarebbero stati disposti a farlo?

Poco importava, ormai ero diretta a passo di carica verso la palestra, visto che sospettavo di trovarlo lì e così fu. Si stava allenando con dei manichini. All’ingresso mi bloccai affascinata a guardarlo. Si muoveva come Nikolai mi aveva insegnato, con qualcosa di più, qualcosa forse solo di suo. Era così concentrato e così determinato. Il suo sguardo bruciava, sembrava si stesse sfogando, ma con moderazione. Forse solo in quel momento capii cosa Nikolai intendesse quando diceva che eravamo simili.

“Ti stai controllando!”.

La mia voce lo colse di sorpresa, perché lo vidi vacillare, ma quando si voltò non c’era traccia di stupore sul suo viso.

“Cosa te lo fa pensare?”.

Si era ripreso e si era impossessato della maschera da guardiano intoccabile.

“I tuoi occhi!”.

Non capivo da dove arrivasse quella tranquillità con cui gli parlavo, ma mi sembrava di avere con lui un legame vecchio di cent’anni. Mi veniva così normale e non capivo perchè. Eppure avrei dovuto portargli rispetto, dato che era un guardiano, un mio insegnante ed era pieno zeppo di molnija.

La mia risposta lo innervosì leggermente, ma se la cosa lo avesse toccato non avrei saputo dirlo. Vedevo che si dava un contegno. Cosa mi ero messa in testa? Non potevo trattarlo come una specie di amico, per lui ero solo un’allieva. Di sicuro bellissima e dotata, viva la mia modestia, ma comunque un’allieva.

“Le lezioni sono terminate, Rose. Come mai sei qui?”.

Giusto, perché ero lì? Ah, si, l’avevo quasi scordato. Bastava guardarlo per perdere il lume della ragione.

Ok, stop! Contegno!

Iniziai a camminare di lato, per dargli leggermente la schiena, mi sentivo imbarazzata.

“Dopo il rapporto di oggi e di alcuni avvenimenti avvenuti questi giorni, mi sono resa conto di aver bisogno del tuo aiuto.”

Alzò un sopracciglio, non sembrava preparato a questa piega di conversazione. Ancora.

“Non credo di aver capito.”

Sospirai.

“C’era un motivo se Nikolai era il mio mentore. Lui mi aiutava non solo nel combattimento. Lui mi insegnava a dominarmi.” Mi seguiva attento e vigile con lo sguardo. “Come lo aveva insegnato a te.”

Lo vidi sbattere lentamente gli occhi, stava assemblando e magari formulando una delle sue risposte da psicologia avanzata.

“Ti sto chiedendo di farmi da mentore.”

Fissò i suoi occhi nei miei e dopo un silenzio lungo una vita, rispose.

“No!”.

Suonò così secco e preciso. Ero convinta mi avrebbe detto di si.

“I-io ne ho bisogno.” Balbettavo agitata. “E poi qui hanno già iniziato con il paletto. Io ho fatto solo la teoria. Sono indietro”. Cercavo di arrampicarmi sugli specchi, la sua risposta mi aveva fatto defluire il sangue dai piedi al cervello.

Lui mi guardava un po’ meno duro, ma sapevo non avrebbe cambiato idea.

“Rose, hai ucciso uno strigoi. Non penso proprio che sei più indietro dei tuoi compagni. Farai presto a metterti in pari.”

Sapevo di guardarlo come un cucciolo bastonato. Mi sentivo come una bambina a cui le veniva negato il suo giocattolo preferito.

“Perché no? Insomma io…”

“Roza, no!”.

Lo disse con una tale intensità, che mi fece sudare e rabbrividire allo stesso tempo. Avevo una sensazione strana allo stomaco, mi sentivo come rifiutata. Oh, dannazione. Dovevo andarmene o sapevo avrei pianto.

A cosa diavolo stavo pensando quando sono venuta qui? Io non capivo. Avrei messo la mano sul fuoco che con me lui si comportava diversamente che con gli altri, ma a questo punto mi domandavo se fosse un bene o un male.

“Scusi il disturbo” dissi come se parlassi ad un estraneo. Quello che insomma avrebbe dovuto essere lui, in effetti.

Mi girai e camminai via. Affrettavo i passi sempre di più, volevo mantenere almeno un po’ di dignità. Quando fui sicura di essere fuori dalla sua visuale iniziai a correre, inoltrandomi nella vegetazione che circondava la scuola e mi fermai solo quando sentii di avere un fiume in piena sul viso.

Stupida. Stupida. Stupida.

Che reazione era quella? Perché piangevo? Non era normale, che diavolo mi prendeva?

Aprii gli occhi e distrarmi fu facile. Ero nella parte sud est della scuola, ma non avevo mai notato questo spettacolo. Al chiaro di luna, di fronte a me, si arrampicavano, intorno ad una piccola fontana, un cespuglio di rose nere. Era impossibile che ne crescessero di quel colore, eppure ce le avevo proprio di fronte a me, sbocciate e profumate. Quella visione mi calmò, erano uno spettacolo surreale. Restai ad osservarle per un tempo indefinito.

 

Dopo minuti o ore mi ricordai che Lissa sarebbe venuta nel mio dormitorio, perciò come un fulmine mi misi a correre, conscia di aver trovato un paradiso, un posto che sembrava calmare i miei nervi sempre tesi. Questa cosa mi aveva allentato la pressione dentro ed ero ben intenzionata a rivendicare quel posto come mio. Mi vedevo già mentre appendevo un cartello con su scritto ‘proprietà di Rose Hathaway’.

Passai accanto alla palestra, era inevitabile, e con la coda dell’occhio scorsi una figura sulla porta. Avrebbe potuto essere Dimitri, ma non ero sicura e non mi voltai per verificarne la veridicità. Dovevo evitare lui e il pensiero di lui.

Arrivai al dormitorio e vidi Lissa seduta sui divani della sala comune.

“Scusa, scusa, scusa.”

Lei mi guardava tranquilla come sempre.

“Tranquilla, Rose. Sono appena arrivata.”

Le sorrisi e la portai nella mia camera.

 

“Allora com’è andata?” le dissi una volta seduta a gambe incrociate sul mio letto.

“Bene, è contenta che siamo diventate amiche.”

Risi

“Perché non sa ancora che ti porterò sulla cattiva strada.”

Anche lei rise.

Mi ritornò in mente di quel Christian.

“Lissa. Racconta… c’è del tenero tra te e il bel tenebroso di oggi?”

Le guance rosse che le si infuocarono la dicevano lunga.

“No, Rose, ma come ti salta in mente.”

“Ma se sei tutta rossa!”

Presi a sghignazzare alla grande, mentre lei si portò le sue pallide mani sul viso.

“Io e Christian siamo conoscenti e basta.”

La guardai con un sopracciglio alzato.

Lei sbuffò, ma col sorriso.

“L’ho conosciuto per caso. Nel mio posto in cui vado sempre a pensare, che a quanto pare si è rivelato essere anche il suo.”

Ti prego fa che non sia il cespuglio di rose nere, dissi mentalmente incrociando le dita.

“E questo posto dove sarebbe?”.

Lei diventò più rossa.

“La mansarda della cappella. Ho scoperto per caso una porta che conduceva sulla soffitta, quando avevo quindici anni.”

Se i conti non erano sbagliati, era il periodo della morte dei suoi genitori. Trovai conferma nei suoi occhi tristi.

“Wow, davvero romantico, ma non credi che andrai all’inferno nell’avere incontri amorosi in un luogo sacro?”

Lei prese a ridere. “Rose, ma che dici! Non è affatto come pensi.”

“No?” ridevo sotto i baffi.

“No!” disse lei sorridente e esasperata. “Veramente siamo andati avanti a litigare per un po’ su chi avesse il diritto di usare quel posto e alla fine siamo giunti ad un compromesso. Ognuno lo usa a sua discrezione e non interferisce nelle abitudini altrui.”

Mmmh .. qualcosa mi mancava da tutto ciò.

“Cosa non mi stai dicendo, Lissa?”.

Lei si morse un labbro mostrando un canino.

“Oh, Rose. Neanche mi conoscessi da una vita.”

Alzai le spalle divertita. “Con alcune persone mi è più facile capirle.” E mi maledissi quando il viso di Dimitri si fece largo nei miei pensieri.

“Tutto ok, Rose?”.

Mi ridestai.

“Come? Perché?”.

“Ti eri incantata.” Osservò curiosa lei.

“Sono pazza ricordi? Comunque se non sbaglio stiamo deviando dal binario principale.”

La guardai eloquente e lei sorrise imbarazzata. Era davvero bella, Lissa.

“Non so, davvero. Cioè avevamo fatto questo accordo, però ultimamente lo incontro spesso e parliamo molto. Abbiamo tante cose in comune.”

“Ti piace!” sentenziai.

I suoi occhi uscirono dalle orbite.

“Cosa? Non è vero. Parliamo solo e non so neanche se siamo amici, in giro per l’accademia non mi saluta mai.”

Uh, tasto dolente. Questa cosa le importava davvero, lo sentivo da come lo aveva detto.

“Davvero? E gli hai mai chiesto perché?”.

“Lui dice che non vuole rovinarmi la reputazione. Come se non fosse già compromessa di suo.”

E qui ritornammo al punto di partenza. Perché quel ragazzo credeva di essere una disgrazia vagante?

“E perché pensa ciò?” non riuscivo a capirlo.

“Perché in fondo è vero…” restai perplessa dalle prime parole di Lissa, infatti lei se ne accorse. “No, Rose, non fraintendermi. Io ho conosciuto il Christian che gli altri effettivamente non conoscono e non la penso come tutti.”

Ok la cosa doveva essere davvero più grande del previsto.

“Lissa io ancora non capisco.”

Lei mi guardò rassicurante.

“Il cognome di Christian è Ozera”

“Oh”.

La mia risposta non fu di certo ricordata come una delle migliori della mia vita.

Ciao a tutti!

Ecco l'ingresso di un altro personaggio: Christian!
Come avete notato i due si sono già conosciuti e la pentola già bolle da un po'... contenti??
Rose, invece, è stata "rifiutata" dal nostro Dimitri, cosa ne pensate?
Ci vediamo al prossimo capitolo =)
Infiniti grazie sempre a chi mi segue.
xoxo
  
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