Fanfic su attori > Ben Barnes
Segui la storia  |       
Autore: SusanTheGentle    12/05/2015    11 recensioni
Lui fece una mezza risata, ma senza allegria.
«Buffo pensare a me come a una persona normale»
«Ma tu sei una persona normale, Ben»

______________________________________________________
Nell'inverno 2013, Claire Riccardi si trasferisce negli Stati Uniti d'America, più precisamente nello Utah, nella città di Ogden, decisa a dare una svolta alla sua vita. E proprio quello stesso inverno, in quella stessa città, Ben Barnes si sta preparando a girare il suo prossimo film. Il destino, o semplicemente il caso, fa sì che i due si conoscano. Ed è in questo scenario che i loro mondi si scontrano. Entrambi con una dolorosa storia sentimentale alle spalle, si trovano, si comprendono. Le loro vite così diverse si intrecciano e, inevitabilmente, l'amicizia lascia spazio a un sentimento più profondo.
Ma possono due persone tanto dissimili vivere una relazione in totale libertà? Possono, se le cicatrici bruciano ancora e hanno tanta paura di amare di nuovo?
La storia può sembrare sempre la stessa: la cameriera e l'attore. Forse, all'inizio può sembrare così, ma questa è una storia di sentimenti, di vita e d'amore. Soprattutto d'amore.
E' la storia di Ben e Claire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie ''A Place For Us''
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

18. Desiderio

Ed ora la guardo, inizio a vederla veramente e penso…
Voglio fare l’amore con lei.


 
 
Chissà com’era, Claire finiva sempre per stare dietro i fornelli.
Dopo essere entrati in casa, lei si era cambiata al volo e si era messa subito alle prese con la cena.
Ben era seduto al tavolo della cucina a guardarla,  pensando che quella situazione iniziava a dargli fastidio: lei che lavorava e lo serviva, e lui che non muoveva un dito e aspettava.
Non che potesse aiutarla davvero: non poteva vantarsi di essere un grande cuoco.
Desiderava fare qualcosa per lei, ma non sapeva bene cosa.
Quel che era certo, era che Claire non voleva restare per tutta la vita dietro un ripiano da cucina, e Ben non la voleva vedere dietro quel ripiano.
Voleva darle di più.
Si pentì di essersi rimangiato l’invito a Londra.
Ben ripensò un istante alla conversazione di quel mattino: se lei avesse accettato, lui l’avrebbe portata davvero in Inghilterra per Natale. Non l’aveva detto tanto per dire.
Non correre in questo modo, aveva pensato poi. Le hai detto pochi giorni fa che ti sai innamorando di lei e già pensi di portartela a casa?
Inoltre, c’era anche la possibilità che lei rifiutasse, per cui…
No, non era vero.
Sapeva perfettamente che la risposta di Claire sarebbe stata sì, per questo si era affrettato a rimangiarsi tutto prima che potesse accettare.
Aveva una paura folle di quello che provava per lei. Perché era così tanto e troppo. Gli sembrava di non aver provato mai abbastanza per nessuno.
Aveva capito due cose importanti quella sera: lui, per lei, non era più soltanto Ben Barnes, era diventato qualcosa di più. L’aveva percepito giorno dopo giorno, notato il cambiamento nei suoi gesti che, da controllati, si erano fatti naturali; nelle parole che, da attente e pensate, si erano tramutate in completa sincerità.
E aveva capito anche che la ragazza che vedeva adesso era una Claire diversa da quella dell’inizio. La vera Claire, nascosta dietro la barriera fatta di sorrisi bellissimi ma a volte un po' forzati, stava uscendo pian piano per mostrarsi. A lui.
Era lui a far crollare la barriera.
Claire si fidava. Gli aveva raccontato cose che probabilmente non aveva mai detto a nessuno. O almeno, questa era l’ impressione di Ben.
Si sentiva importante per questo, perché lei era importante per lui.
Lo aveva reso felice quella sera, dicendogli che con la sua arte dava forma ai sogni.
Non aveva mai ricevuto un complimento più bello.
Un’emozione fortissima lo aveva ammutolito per diversi secondi. Disorientato e felice, avrebbe voluto dirle qualcosa di altrettanto bello, invece era riuscito a malapena a spiccicare un grazie.
Era stato…spiazzante. Non tanto per la lode, quanto più per il modo in cui quelle parole erano state pronunciate: con amore.
Claire gli diceva sempre che usava modi meravigliosi per esprimersi, ma lei…lei era stata straordinaria, unica, facendolo sentire speciale ed unico a sua volta.
E, mentre si era raccontata, dentro di lui era maturato il desiderio di vederla felice. Per davvero.
Ma come creare un sogno per Claire? Un sogno tutto suo? In che modo?
 
 
Mangiarono un pasto molto semplice ma preparato con cura: pasta con sugo di pomodoro fresco, basilico e formaggio.
A Ben piacque molto e Claire ne fu più che felice. Lei avrebbe voluto dare fondo alle proprie capacità culinarie, ma non c’era stato il tempo materiale e nemmeno gli ingredienti adatti. In tutti i sensi. Sia in fatto di cibo che in fatto emotivo, non era la serata ‘giusta’. Qualcosa minacciava la bellissima e intima atmosfera: Claire aveva il terrore che il telefono squillasse e arrivassero brutte notizie dall’ospedale. Cercò di non pensarci, di convincersi che sarebbe andato tutto bene, ma non era facile.
Nonostante ciò, fu una cena tranquilla. Le chiacchiere si sprecarono e Ben riuscì a strapparle qualche risata.  
Sembravano quasi una coppia vera, normale.
In un universo parallelo, sarebbe stato il suo ragazzo che rientrava a casa dopo una giornata di lavoro, con lei che gli faceva trovare la cena pronta.
Fantasticherie…
«Mi ero promessa di prepararti una cena degna di un grande chef, quando ti avessi finalmente invitato qui. Invece non è stata granché» disse lei.
«E’ stata perfetta. La pasta era buonissima e tu sai che amo la cucina italiana»
«Sì, lo so» disse alzandosi da tavola, iniziando a sparecchiare.
Le risultava difficile non essere felice quando stava con lui. Anzi, impossibile. Le bastava averlo lì, guardarlo mangiare. Una cosa da niente ma che per lei era tantissimo. Era a casa sua, invadeva il suo spazio, il suo mondo, ne diventava parte.
Grazie e a lui era riuscita a dissipare il carico di problemi che si era portata dall’Italia, aiutandola ad accettare quei cambiamenti che altrimenti l’avrebbero impaurita. Il suo trasferimento non era stata cosa da nulla, ma con Ben accanto era divenuto tutto più semplice.
Lui si alzò a sua volta, raggiungendola accanto al lavandino. «Non avete la lavastoviglie qui a casa?»
«No, purtroppo. Faccio io da lavastoviglie»
I piatti tintinnarono gli uni sopra gli altri. Claire iniziò a ripulirli e aprì l’acqua fredda per sciacquarli.
«Senti, perché non ci mettiamo sul divano?» fece Ben, prendendola per un braccio.
«Tu siedi pure, io finisco qui, prima»
«Claire, lascia stare i piatti, dai»
«Non posso»
Ben sbuffò e chiuse il rubinetto. «Si che puoi. Avanti» La prese per mano, trascinandola in soggiorno. «Hai sgobbato tutto il giorno, sarai stanca, perciò voglio che ti siedi qui. Basta lavorare»
Claire prese posto accanto a lui, poggiando pesantemente la schiena ai cuscini. Sospirò. «In effetti sono stanca. Però non mi va che Lory torni a casa e veda ancora i piatti nel lavandino»
«Le dirai che è colpa mia. Che sono stato io a non volere che li lavassi»
Lei stiracchiò le labbra in un sorriso, stropicciandosi gli occhi. «Sono distrutta»
«Lo vedi?» Ben le passò un braccio attorno al fianco per attirarla vicina.
Claire sollevò le gambe sul divano e gli si rannicchiò contro. Sbadigliò. «Scusa»
«Di che?»
«No, niente…»
«Vuoi che me ne vada così puoi andare a dormire?»
Lei sollevò la testa di scatto. «No, resta ancora un po’»
Parole dette con calma. Ma la tradì lo sguardo. Ben le sorrise, baciandola sul naso. «Non vado via se tu mi vuoi»
«Certo che ti voglio». Claire chiuse gli occhi, riaprendoli un secondo più tardi. «Che ore sono?»
Ben allungò il collo verso il tavolino, dove erano posati i cellulari. «Le…9:30 passate. Vuoi chiamare Lory?»
«Non lo so. Forse dovrei»
«Aspetta che ti chiami lei» disse lui, passandole su e giù una mano sulla schiena. «Aveva detto che lo avrebbe fatto se ci fossero state novità, no?»
«Mh-mh»
«Bene. Se non ti chiama è positivo, non credi?»
Lei lo guardò e annuì, non proprio convinta. Poi fece un sorrisetto dispiaciuto. «Non è il massimo come serata romantica, vero?»
Ben inarcò le sopracciglia «Ah, era una serata romantica?»
Claire ridacchiò insieme a lui. «Bè, era un invito a cena»
«Ci rifaremo quando ti porterò in un ristorante di lusso»
«Ma non è la stessa cosa uscire a mangiare e farlo a casa. Qui mi sembrava più…intimo. Tranquillo. Solo noi due»
Lui non rispose. Eh già, solo loro due…
Soli.
Completamente (gatto che faceva le fusa sull’altra poltrona a parte, ma quello non era un disturbo).
Claire si stiracchiò, spostandosi un poco, portando le braccia in alto.
«Finché non me lo hai fatto notare non mi ero resa conto di essere così stanca» mormorò.
Ma Ben non la stava ascoltando.
Nei pochi secondi che a lei bastarono per allungarsi e tornare nella posizione di prima, lui notò molti più particolari di quanti avrebbe voluto: il modo in cui la maglia azzurra che indossava si alzò quel poco da mostrare un minuscolo lembo della pelle sul ventre…
Claire era piuttosto magra, di forme piccole ma...piena quanto bastava nei punti giusti.
Erano rare le volte in cui la vedeva senza grembiule, o comunque vestita in modi che risaltavano la sua figura. Lei non aveva molte occasioni per farlo. Quella sera si era tolta gli abiti del lavoro, infilandosi in fretta un paio di leggins neri e una maglia lunga, azzurra a scollo tondo. Il sospiro che lei emise permise alla stoffa di lana leggera di tendersi, mettendo in risalto il suo corpo.
Il cuore di lui perse un battito.
Ben deglutì a fatica.
Quanto poteva essere dolce?
Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. In sostanza, Claire non aveva fatto nulla per attirare la sua attenzione, si era solo stiracchiata. Forse era stata la consapevolezza dell’essere solo con lei, che avevano molte ore a disposizione per stare insieme prima che Lory tornasse a casa con la bambina, e quindi…
E quindi piantala.
Lei non lo aveva nemmeno in mente, mentre lui tutto a un tratto…
Se l’altra sera lo avesse lasciato continuare, la sua mossa successiva sarebbe stata quella di accarezzarele la pelle scoperta, per poi alzarle di più la maglia e...
La confusione minacciò di invaderlo.
Dacci un taglio, sembri un quindicenne maniaco!
Ma non lo era. E neppure lei era più una ragazzina, erano adulti e vaccinati. 
Tuttavia, non voleva metterla a disagio. Per quanto nessuno dei due fosse alle prime armi, era bene andarci piano…
Quanto piano?
La fissò a lungo. Il suo volto era a pochi centimetri dal suo ma Claire non lo stava guardando. Aveva riabbassato le braccia, gli occhi che vagavano su un punto imprecisato del tappeto.
«A che pensi?»
Lei si voltò «A tutto e a niente.Ti capita mai?»
«Sì»
Perché sembrava più bella quella sera? Erano i capelli sciolti? Era il look casual che le stava benissimo o erano i suoi occhi che…
«Ehi!» Ben raddrizzò la schiena, sporgendosi verso di lei.
«Scusa» Claire si passò svelta le mani sulle guance.
Piangeva?
«Che ti prende?»
Lei scosse il capo, abbozzando un sorriso, gli occhi rossi e lucidi.
Ben ne rimase scosso.
Aveva pensato che una ragazza come Claire, sempre pronta a vedere il mondo a colori,  fosse il tipo che non piangesse mai. Invece…
«Piccola…»
«Mi è tornato in mente mio padre e…» fece un gesto con le mani come a dire che nemmeno lei sapeva com’era successo. Le fece ricadere con rabbia, sbuffando, coprendosi il viso. Tirò un forte sospiro per calmarsi. «Mi sembra di rivivere quel momento. E’ questo. Mia madre in ospedale ed io e le mie sorelle sul divano ad aspettare la sua chiamata»
Ben la prese tra le braccia, le accarezzò i capelli. «Non pensarci»
Lei singhiozzò una volta, liberando qualche amara lacrima. Lo abbracciò forte a sua volta. «Scusami, non volevo…»
«Non chiedermi scusa. Ma non pensarci» Ben mosse piano il pollice sulla sua guancia, per asciugarle una lacrima. «Andrà tutto a posto. Non piangere»
Claire annuì, rassicurata dal suo tocco. La nota bassa della voce di lui le causò un brivido totalmente fuori luogo in un momento come quello. Chinò la testa sulla sua spalla, trovando la quiete nel contatto contro il suo corpo, così grande rispetto a lei. Ben le baciò la tempia, cullandola. Le sue braccia la facevano sentire piccola ma, al contempo, forte e importante.
Si passò di nuovo le mani sul volto, cancellando ogni traccia del pianto. Poi sollevò la testa, trovando il viso di lui leggermente chino su di lei.
«E’ passata?»
«Sì» Claire gli scostò i capelli dalla fronte, attendendo un bacio che non arrivò.
Non che lui non volesse farlo – anzi, non vedeva l’ora – ma Ben si era imposto di non pensare più a nulla di nulla finché lei era in quello stato di emotività. Non era giusto. E baciarla adesso, mentre provava ancora la voglia di toccarla e accarezzarla, avrebbe voluto dire non fermarsi.
Del tutto ignara delle sensazioni che provava lui, Claire pensò di averlo infastidito con le sue lacrime.
«Scusami. Non avrei voluto mostrarti questo lato di me»
Ben la lasciò andare lentamente. «Se mi chiedi ancora scusa, giuro che me ne vado»
Lei sorrise. «Ok, come non detto»
«Non mi piace quando sei triste» ammise lui. «Ma vedere anche questa parte di te mi aiuta a conoscerti ancora un pò»
Con lentezza, Claire alzò di nuovo le braccia, per abbracciarlo ancora.
Piangere davanti a lui era stato un altro piccolo passo sulla strada della fiducia. Lo sapevano entrambi. Non si era vergognata di farlo nello stesso modo in cui per Ben era stato naturale consolarla, proteggerla con un abbraccio.
La guardò ancora…e rise.
«Che c’è?» fece Claire, perplessa.
«Ti cola il naso»
«Cos…?» Lei avrebbe voluto sprofondare. «Oh, Ben, insomma!»
«Scusa»
Brontolando, Claire si alzò alla ricerca di un fazzoletto di carta. «Non guardarmi mentre mi soffio il naso, dai!»
Per tutta risposta, lui si mise seduto più comodo, come se stesse per assistere a uno spettacolo divertentissimo.
«Sei odioso» borbottò Claire, voltandosi dall’altra parte.
Ma tu guarda…
Ben allungò un braccio, la mano tesa. Lei la prese, tornando a sedergli accanto. Si mise per il lungo, di lato, le gambe su quelle di lui.
«Ben?»
«Dimmi»
«Ti sembro patetica se dico che mi mancherai, a Natale?»
Lui incrociò le mani dietro la sua schiena. «Non c’è nulla di patetico»
Lei curvò le labbra. «Fingerò di crederti»
«No, sul serio. Non sei patetica. Anche io penso la stessa cosa»
Claire lo fissò con uno sguardo così…
Perfetto.
Voleva baciarla, toccarla, vedere quegli occhi riflessi nei suoi.
Claire gli posò un bacio sulla curva delle labbra. «Grazie»
«Perché mi ringrazi?»
«Perché sei qui»
«Ci sono quando hai bisogno di me» le disse quasi senza pensare.
Sì, lui era lì.
Forse non per sempre, ma era lì, adesso.
«Sai» riprese Ben poco dopo, «se fosse la serata giusta, ti chiederei di cantarmi qualcosa»
Lei sbatté le palpebre, improvvisamente imbarazzata. «Oh, non saprei…»
«Non ti vergogni di me, vero?»
«No, certo che no. Potrei cantarti una delle canzoni dei tuoi film»
«Le sai a memoria, scommetto»
«Tutte quante: sia quelle di Killing Bono che di Easy Virtue. Oh, sai cosa ti potrei cantare?» Claire spostò le gambe da quelle di lui, rimettendosi a sedere dritta.
Ben la guardò allungarsi verso il tavolino, prendere il cellulare e cercare qualcosa tra i file video.
Perché video e non audio?
Sussultò quando udì le prima note di una canzone che conosceva fin troppo bene.
«Oh, no…»
Claire trattenne un sorriso. Lo sapeva che avrebbe avuto quella reazione. «Posso cantarti questa se vuoi»
«No, no, no, no. Quella degli Hyrise no
«Perché?»
«Spegnilo» Ben tese un braccio cercando di afferrare il telefono di lei. «Claire, per favore! Lo sai che mi vergogno a morte!»
Lei allontanò il cellulare, balzando sulla poltrona, le ginocchia piegate sotto il corpo. «A me piace»
«A me un po’ meno»
«Ma no, è carina»
Lui si buttò su di lei, una mano tesa in avanti.
Entrambi erano in ginocchio sul divano. Claire sorrideva.
Non era ancora sé stessa, notò Ben. Gli occhi erano ancora un po’ arrossati, ma era merito suo se ora stavano scherzando.
Era questo che voleva per lei: solo felicità. O almeno un po’ di serenità.
Claire scattò all’indietro, fermandosi di colpo: il bracciolo le impediva di allontanarsi oltre. Vi si appoggiò con la schiena, scivolando giù quando Ben tentò un secondo assalto.
«Dammi-quel-telefono» scandì lui.
«No». Claire fu svelta: sdraiata a pancia su, il telefono stretto in mano, portò il braccio sotto la schiena per nasconderlo.
Ben le pesò addosso, infilando a fatica una mano sotto di lei. Claire si contorse, rafforzando la presa sul cellulare, ridendo ancora.
Lui sospirò di frustrazione. «Claire?»
«Sì?»
«Spegnilo»
«Si spegne da solo quando la canzone finisce»
«Claire!»
«Oh, piantala! A me piace e tu in questo video sei…»
«Un’idiota?»
«No, sei…un amore»
Ben si immobilizzò.
La mano di lui le aveva afferrato il polso, incastrandosi tra lei e il divano. Claire la sentiva premere contro il bacino.
No, forse era il telefono...
No, no, era proprio la sua mano.
Non farti venire strane idee Claire…
Non erano mai stati così. Così vicini. Sì, una volta avevano dormito insieme, ma lui le stava accanto quella volta e non…sopra.
Respirò impercettibilmente più forte e il profumo di lui le invase i sensi. Lo guardò negli occhi, così scuri da sfiorare il nero a volte. Si innamorava ogni giorni di quegli occhi...
«Sono cosa?» fece Ben dopo un po’, riportandola alla realtà. Sembrava divertito.
Lei arrossì leggermente. «Sei un amore» ripeté.
Il mio amore.
Lui sorrise a labbra chiuse, in un modo così dolce che Claire si sentì sciogliere.
In quanto a Ben, si era impegnato tutta la sera per non cedere, per reprimere quel che sentiva. Ma lei era così bella, così vulnerabile che proprio non poté resisterle.
«Sei unica» le disse a voce bassa, avvicinando il viso al suo. «Nessuna è come te»
Le sue parole le provocarono un brivido lungo la schiena. Lui lo percepì chiaramente, poiché aveva ancora una mano sotto di lei.
Claire non sostenne più il suo sguardo, troppo intenso. Scese con gli occhi e gli fissò le labbra, le quali, appena un secondo dopo, incontrarono le sue.
Ben le lasciò il polso quando iniziò a baciarla piano, esplorando la sua bocca dolcissimamente.
Claire era scomoda, così si mosse lentamente, liberando il proprio braccio da sotto il corpo insieme alla mano di lui.
Ben prese il cellulare – ormai zittitosi – posandolo sul pavimento.
Nel movimento, le loro labbra si erano brevemente separate, ma ora si cercavano di nuovo, affondando le une tra le altre, senza posa.
Lui le accarezzò il viso, l’altra mano sul fianco alla ricerca della pelle sotto la maglia. Un gesto istintivo che non riuscì a reprimere. E stavolta trovò ciò che desiderava: la pelle calda e morbida di lei a contatto con le sue dita.
Claire sussultò appena. Quel gesto la riportò all’intensa sensazione provata la prima volta in cui Ben l’aveva quasi toccata. Fece lo stesso: si concesse di accarezzargli le spalle e la schiena. Solo che lei lo stava sfiorando sopra gli abiti, mentre lui…
Percepì la mano di Ben esplorare ogni lembo di pelle sotto la maglia, risalendo sulla pancia, sulle costole e più su.
Si separò da lui, respirando forte. «Ben, che stiamo facendo?»
Lui la guardò, i volti vicinissimi. «Non lo so. So solo che lo voglio»
Un solo attimo per guardarsi ancora e spegnere il cervello.
Claire si sollevò appena per cercarlo, circondandogli il collo con le braccia, stringendosi a lui il più possibile.
Ben si mosse per stringerla a sua volta, sfiorarla, accarezzarla, mentre riprendeva a baciarla con trasporto. Era incapace di smettere di farlo.
Fu travolta da quel nuovo bacio. Tutto attorno a lei divenne solo lui. Ogni percezione, suono, contatto. Tutto era…Ben.  Continuava ad assaporarla, facendole quasi mancare l’aria. Si ritrovò a volere che quei baci, i più belli di tutta la sua vita, non finissero mai.
Poi, lui la lasciò respirare, spostando le labbra sulla mascella e poi sul collo. Le scostò i capelli.
Ad occhi chiusi, Claire fece scorrere le dita sul braccio di lui, provocandogli un brivido di piacere che si infranse al suo orecchio. Il soffio del respiro di Ben le provocò un brivido a sua volta, che la percorse da capo a piedi, dipanandosi in ogni muscolo, ogni nervo. Ansimò per la prima volta davvero. Gli coccolò la nuca, affondando le dita nelle punte dei capelli.
Adesso anche lei cercava un diverso tipo di contatto. Non più solo labbra o abbracci ma…altro.
Si strinsero con maggior foga. La mano di Ben passò dalle costole alla curva del seno, solo un momento, poi si infilò di nuovo sotto la schiena, andando a solleticarla alla base della spina dorsale. Una delle gambe di lei si piegò verso l’alto, attorno alla vita di lui.
Fu l’istinto a spingere entrambi ad inarcarsi, a far incontrare i fianchi in un movimento naturale.
Si fermarono di colpo, come se quel dolce e quasi doloroso contatto avesse fatto ritrovare loro la ragione. Si guardarono negli occhi, ansimanti. Lui deglutì pesantemente.
Lo squillo del cellulare di Claire fece recuperare ad entrambi un barlume di controllo.
Lo fissarono per qualche secondo, ancora sdraiati l’uno sopra l’altra.
Senza dire una parola, Ben si scostò lentamente per permetterle di prenderlo. Si passò una mano tra i capelli, osservandola sedersi, chinarsi in avanti e afferrare l’oggetto dal pavimento dove lui lo aveva posato.
«Pronto?»
Dopo quella parola, Ben non ne capì più una. Evidentemente, Lory – della quale riconobbe la voce all’altro capo del ricevitore – si era messa a parlare in italiano, e Claire le stava rispondendo nella loro lingua. In ogni caso, capì dal sospiro che lei emise e dal sorriso che gli rivolse, che non c’erano brutte notizie.
«Scusami» gli disse subito quando riattaccò. «Ho parlato in italiano. Non me ne sono accorta. Non volevo tagliarti fuori dalla conversazione, ma Lory era così agitata che…»
«Non importa. La zia di Jo sta meglio?»
«Sì, per fortuna. La terranno in ospedale per qualche giorno ma sembra si sia stabilizzata»
«Bene»
Si fissarono per alcuni lunghi istanti. Lei seduta sul bordo del divano, lui lontano quel tanto che bastava per non essere tentato di riprendere da dove avevano interrotto.
Ben si inumidì le labbra. «Senti…»
Cosa doveva dirle? Doveva chiederle scusa?
No, assolutamente. Lei non sembrava arrabbiata.
«Quando…» inspirò. «Lory ti ha detto quando torna a casa?»
Il cuore in gola, le spalle rigide nell’agitazione che stava seguendo il momento, Claire mise il cellulare sul tavolino. «Tra un’ora circa riporterà Maddy, poi tornerà in ospedale. Lei e Joseph hanno deciso di rimanere là in ogni caso»
Ben annuì, appoggiando gli avambracci sulle ginocchia, muovendosi, posando il gomito sul bracciolo. Non riusciva a star fermo. 
Doveva andarsene da lì.
«Meglio che vada» disse alzandosi.
Claire lo guardò, seguendolo. «Perché non…non aspetti che torni Lory?»
Lui spostò il peso del corpo da un piede all’altro, riflettendo sulla proposta. «Ci vediamo comunque domani. Dovrai alzarti presto, immagino, e anche io…»
«Sì» mormorò lei. «Sì, credo che domani sarà un’altra dura giornata, per cui…»
«Già…»
Claire annuì.
Ben si infilò il cappotto. Lei lo precedette verso l'uscita. Vi arrivarono con passo lento, lanciandosi occhiate nervose.
Sembrava quasi non fosse successo nulla. Sembrava non ci stessero pensando quando invece facevano tutt’altro.
Claire gli passò accanto per aprire la porta.
Troppo vicino.
Sentì lo sguardo di Ben su di sé.
«Grazie per la cena» disse lui.
Lei alzò il capo e sorrise. «Di nulla»
Lui non decise, fu un gesto inconsapevole. Gli bastò allungare un braccio per cingerle i fianchi. Prima di riuscire a fermarsi aumentò la vicinanza tra loro, stringendola più forte, le labbra sulle sue.
Claire gli strinse il giaccone sul petto, sospirando.
Il bacio fu lento ma deciso.
Infine, lei sollevò le palpebre, il respiro di lui sul viso. Si sentiva quasi tremare.
Ben le passo una mano sul volto. «Mandami via, Claire»
Dimmi di restare.
«Vai»
Non andare.
Le parole di lei furono un sussurro. Lo allontano da sé con una lieve pressione sul petto. Un gesto per nulla convincente. La mano le tremò quando tolse la catenella e girò la chiave.
«Buonanotte, bimba»
«Buonanotte»
Lui scese i tre scalini dell’ingresso, attraversò il piccolo cortiletto e uscì in strada.
Claire rimase sulla porta a guardarlo raggiungere la macchina.
Ben la salutò un’ultima volta con lo sguardo. Infine, lei tornò in casa e chiuse la porta. Si spostò verso destra, osservando l’auto dalla finestra finché non partì.
Si accorse solo in quel momento che aveva ricominciato a nevicare.


 
 
 
 
Rieccomi qui cari lettori, come state?
Ve l’avevo detto: stavolta non ho fatto passare troppo tempo dall’ultimo capitolo, avete visto? ;) Sono stata brava?
Ma ditemi: cosa ne pensate di quello che è successo? Mi sembra di essermi enormemente allargata nelle descrizioni, almeno per i miei canoni. Dovrei alzare il rating?
Aspetto impaziente i vostri pareri e i vostri commenti!!!
 
Passiamo ai doverosissimi Ringraziamenti:

 
Per le preferite: battle wound, Bella_babbana, Ben Barnes, Blackpanda96, Christine Mcranney, Fra_STSF,
HarryPotter11, JessAndrea, jihan, Len IlseWitch, marasblood, MartaKatniss98, Medea91h, MelvyLelvy, Milkendy, NestFreemark, Occhi di ghiaccio, Riveer , Stefania 1409, The_Warrior_Of_The_Storm , _likeacannonball 

 
Per le ricordate:  Ben Barnes, Fra_STSF, Halfblood_Slytherin, Hug my fears, maty98, Milkendy, NestFreemark, Suomalainen 
 
Per le seguite:  All In My Head,  AmeliaRose,  apologize,  Ben Barnes, Catnip_Peeta_ , Cecimolli,
 ChibiRoby,  DeniAria , EmmaTom4ever, EvaAinen, Fra_STSF , Greenfrog, Halfblood_Slytherin, HarryPotter11,  JessAndrea,  JLullaby, MartaKatniss98, maty98,  Milkendy,  Nadie,  NestFreemark , nuria elena, Queen_Leslie, Ramos4, Sandra1990, SerenaTheGentle,  Shadowfax, silent words, soffsnix, solisoli_17, SweetSmile,  The_Warrior_Of_The_Storm, Violet A Nash, WikiJoe, _joy, _likeacannonball, _LoveNeverDies_

 
Per le recensioni dello scorso capitolo: Ben Barnes, Cecimolli, marasblood, Milkendy, Shadowfax, The_Warrior_Of_The_Storm , _joy
 
Come al solito, per sapere quando posterò il prossimo capitolo (ma anche per chiacchierare o farmi domande) venite a trovarmi sulle mie pagine facebook Susan TheGentle Clara e Chronicles of Queen.
 
Grazie ancora a tutti voi, vi adoro!!!
Un bacio grande,
Susan♥


 
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ben Barnes / Vai alla pagina dell'autore: SusanTheGentle