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Autore: cliffordsarms    13/05/2015    1 recensioni
Forse avrebbe dovuto confessarle tutto prima.
Forse avrebbe dovuto capire di aver rovinato un’amicizia solo per la sua codardia.
E seguirla in quel viaggio? Forse non la scelta migliore che potesse fare, ma per dimostrarle quanto l’ama farebbe di tutto.
Farla piangere sulla sua spalla è tutto quello che gli è rimasto.
Forse non avrebbe dovuto credere che è sbagliato, perché infondo l’amore non è mai sbagliato.
Ma i loro genitori sono davvero un problema così grande?
Se solo rispondessero al telefono.
[TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=xnOEI-xsznI]
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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4- Nothing is ever bad as it seems
 
Someday, I'm sure,
We'll pass each other by,
Until that time…
 
Sbatte la porta e si stringe nelle spalle sentendo il freddo dell’inizio inverno newyrokese, forse avrebbe dovuto prendere anche il giubbino, non solo quella felpina insulsa. Prende il pacchetto di sigarette e ne accende una, iniziando a camminare, mentre fissa l’asfalto grigio. Dove andrà?
Dopo aver buttato il mozzicone a terra si trova ad alzare lo sguardo e, vedendo delle nuvole grigie avvicinarsi velocemente, sospira, sedendosi sul marciapiede.
Davanti a lui passa una macchina, che si ferma giusto qualche metro più avanti. Scende una ragazza bionda e minuta, che riconosce subito: Nina. Le sorride mentre lei gli si siede accanto, facendo segno di andare pure a casa a sua madre, che la stava osservando dallo specchietto retrovisore.
«Che ci fai qui, Cal?» gli chiede candida. È sorridente, è contenta di vederlo, Calum le è sempre piaciuto, da quando si conoscono, anche se in realtà non è passato così tanto tempo come le sembra.
«Ho litigato con Jersey.» dice fissando dritto davanti a lui e mettendosi le mani nelle tasche. La bionda lo guarda, lo osserva quasi estasiata, per poi abbassare gli occhi e sospirare.
Si domanda cosa lui stia pensando, sa che ha litigato con sua sorella, ma ora vorrebbe tanto che stesse pensando a lei, come lei pensa a lui. No, non le è piaciuto per nulla come quella mattina aveva reagito alla proposta di Jason – che a lei sembrava una così bella idea –, eppure a lei Calum continuava a piacere davvero tanto.
Lui si gira a guardarla e le sorride, distogliendola dai suoi pensieri. Gli mostra un sorriso tirato e a lui sfugge una risatina.
«Non mi stavi ascoltando, vero?» dice avvicinandosi al suo viso. Lei arrossisce, sia per la sua domanda retorica, sia per la vicinanza dei loro volti.
«No…» sospira poi Nina. Calum si avvicina ancora e ancora e ancora. E poi la bacia. Poggia una mano sulla sua guancia e la bacia.
Nella mente di Nina troppi pensieri, troppe sensazioni. Si sente impacciata, imbarazzata, nervosa, rilassata, a proprio agio e sciolta. Per questo non solo ricambia il suo bacio, ma lo approfondisce anche. Quando le loro bocche decidono che è arrivato il momento di staccarsi, almeno per respirare, lui le sorride ancora e lei si scioglie in un brodo di giuggiole.
Lei si alza e gli tende una mano. Lui ruota la testa, con uno sguardo interrogativo. La bionda ride, le sembra un cagnolino. Lui ricambia sorridendole.
«Dai, andiamo. Starai morendo di fame, mangi da me stasera, mh?» gli dice, muovendo la mano nell’aria verso di lei. Lui si alza velocemente in piedi.
Le prende la mano e la stringe nella sua, il momento è molto romantico, finché lo stomaco di Calum non fa degli strani rumori, indicativi della fame. Entrambi scoppiano a ridere.
Camminano per qualche metro, tenendosi le mani e facendole dondolare, sorrisi degni dei clowns stampati sulle loro bocche. Lui le lascia la mano solo quando sente la necessità di accendersi una sigaretta. Sta per rimettere in tasca il pacchetto, quando si accorge che lei lo guarda con gli occhi desiderosi, così le rivolge il pacchetto e lei ne sfila una. Lui le passa anche l’accendino e lei per poco non strozza con solo il primo tiro. Cal scoppia a ridere.
«Fumare non fa per me.» dice lei, volendo buttare il rotolino di carta e tabacco per terra, ma sentendosi in colpa per lo spreco.
«Buttala, non ti preoccupare, non è importante.» dice sorridendole.
Sembra sciocco dire che Nina sta diventando sempre più euforica. Si scioglie ogni volta che Calum le rivolge un sorriso come quelli che le ha rivolto fino ad ora. Eppure un pensiero le attraversa la mente: cosa sono adesso? Fidanzati? O solo uscenti occasionali? Ma ora non è importante.
Entrano in casa della bionda e compaiono sulla porta della cucina. Cal si sente in imbarazzo, cercando di non dare peso allo sguardo inquisitorio della madre di Nina. La signora Nesbitt continua a squadrarlo da capo a piedi, da piedi a capo. Forse dovrebbe tornare a casa a mangiare, per questo rivolge uno sguardo quasi spaventato alla ragazza, che scuote la testa sorridendo. Sembra quasi una minaccia, come un “se vai a mangiare da qualunque altra parte ti prendo a sprangate sui denti”. Lo sguardo di Mrs. Nesbitt si sofferma sulle loro mani unite, perciò il moro scioglie l’intreccio delle loro dita e infila la mano nella tasca dei pantaloni.
«Ehm… salve signora Nesbitt, sono Calum, ahm…» farfuglia, passandosi una mano sulla nuca e porgendo l’altra alla giovane signora davanti a lui, che la stringe con un sorriso.
«Ma’, Cal resta a mangiare, ti spiace?» chiede gentile Nina, cercando di sembrare più dolce e innocente possibile.
«No, figurati!» esclama sorridendo. «Sei il benvenuto, Column.» dice rivolgendo il sorriso a lui, che arrossisce, ma si vergogna troppo per correggerla, non gli sembra il caso, visto che gli ha permesso di rimanere a cena nonostante il poco preavviso.
«Noi andiamo in camera!» dice la bionda, dopo essersi passata una mano sulla faccia esasperata. Perciò prende il polso di Cal e lo tira su per le scale.
Quando arrivano sul pianerottolo, di fronte alla porta della camera di Nina – perfettamente riconoscibile dal foglio di carta con scritto “NINA” a caratteri cubitali, con aggiunta di altre frasi come “keep out” o “you’re never gonna quit it” -, lei lo ferma e gli chiede di lasciar perdere sua madre, che ha seri problemi con i nomi. Lui l’attira a sé e la bacia candidamente, come per dirle di non preoccuparsi.
«Cal, cos’è successo con Jersey?» gli chiede Nina mentre stanno seduti sul letto. Lei è seduta tra le su gambe, usando le sue ginocchia come i braccioli di una poltrona. Lui le sta accarezzando i capelli e le da baci sulla testa ma, al sentire quella domanda, si ferma e sospira.
«Niente. È ancora convinta di poter andare a Las Vegas con gli altri. Io non glielo permetterò. Ashton la farà soffrire durante questo viaggio, più di quanto non stia già facendo. Non voglio che mia sorella soffra, Nina.» dice, fissando il vuoto. La bionda ascolta attentamente e poi ruota il capo e lo bacia.
«Non preoccuparti, mh?» gli sussurra a fior di labbra. «Jers starà bene. Comunque sembra felice con Ash, non capisco questo tuo ribrezzo verso di lui, Calum.» gli dice, tornando a voltarsi, come per incoraggiarlo a continuare quello che stava facendo prima che lei gli facesse quella domanda.
«Non capisci, piccola. Ash è uno stronzo, sono sei mesi che la tradisce e ha intenzione di incontrare una sua vecchia fiamma a Las Vegas, Georgia mi pare che si chiami. Per sbaglio mi ha inviato un messaggio dove diceva appunto questo.» dice, mentre tira fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni.
Apre l’app dei messaggi e ne apre uno da “Ashton schifo”. Nina ride sotto i baffi vedendo come ha salvato il loro “amico”. Le mostra appunto quel messaggio in cui Ash ha scritto rivolgendosi a questa Georgia, ricordando i vecchi tempi e dicendo che la relazione con Jersey l’ha ormai stufato, che sono sei mesi che vorrebbe lasciarla ma che è troppo brava a letto per potersi perdere un piacere del genere e che appena arriveranno a Las Vegas potranno vedersi. La bionda si porta le mani davanti alla bocca, che è spalancata e accompagnata dai suoi occhi castani, altrettanto aperti.
«Cal, devi dirglielo. Anzi, perché non l’hai ancora fatto?» gli dice severa. E, ancora una volta, quella ragazza così minuta è in grado di mettere in soggezione chiunque, persino Calum Hood.
«Non ce n’è stata l’occasione…» dice arrossendo e abbassando lo sguardo. La ragazza davanti a lui sta per sgridarlo, ha già il dito indice sollevato, pronto per puntarglielo dritto contro il petto, ma la signora Nesbitt bussa alla porta e la apre, senza aspettare che qualcuno le dia il via libera.
«La cena è pronta, ragazzi!» annuncia pulendosi le mani sul grembiule un po’ sporco di farina che indossa sopra a una tuta a fiori, che il moro aveva già dedotto fosse qualcosa che s’indossa solo per stare in casa.
La bionda sospira e si alza dal letto, Calum la raggiunge e, appena capisce che la madre è scesa e non tornerà velocemente, abbraccia la ragazza da dietro, facendo aderire la schiena di lei contro il suo petto. Inizia a darle baci sul collo fino ad arrivare all’orecchio, in cui sussurra che cercherà di sistemare le cose, facendole il solletico, perciò lei sorride imbarazzata.
***
Quando Calum apre la porta di casa con le chiavi che si era fortunatamente ritrovato nella felpa, mezzanotte è passata da tre minuti e trenta secondi esatti. Crede che stiano tutti dormento, perciò cerca di appoggiare con delicatezza l’uscio bianco, ma, come la serratura scatta, una luce in cucina si accende e il viso di sua madre – la madre di Jersey, in realtà – fa capolino dalla porta della cucina.
«Dobbiamo parlare, signorino. Chiama anche tua sorella, grazie.» dice calma ma con fermezza, anche se, di tranquillo, nello sguardo che gli viene rivolto, non c’è nulla. È nei guai, ne è certo. Ma se i suoi genitori – suo padre e la madre di Jersey – vogliono parlare con entrambi, verrà fuori la storia del viaggio e non la lasceranno partire.
«Jers? Papà e Mar- mamma vogliono parlarci.» fa ancora fatica ad accettare che Mary Reed Hood, la madre di Jersey, ora sia anche la sua. Si sforza, ma certamente gli esce difficile definirla mamma. Una mamma ha il compito di crescere i suoi figli e Mary è arrivata che lui era già cresciuto, ma vuole che in casa ci sia aria di famiglia e, finché non accetterà certe condizioni, essa non si potrà creare.
«Calum!» esclama la rossa appena lo vede, correndogli incontro e abbracciandolo. «Stai bene? Ero stra-preoccupata!» dice con un sospiro di sollievo contro il petto del castano. Lui però è interdetto, è immobile. L’unica azione che fa è stringere i pugni senza ricambiare la stretta. È ancora arrabbiato con lei per non avergli dato ascolto.
Scendono le scale e sul viso di Jers c’è uno sguardo un po’ imbarazzato. Non ha paura dei suoi genitori, è convinta di voler partire per quel viaggio, ma il fatto che Cal non abbia ricambiato il suo abbraccio l’ha spiazzata un po’.
«Dunque,» esordisce il signor Hood, mentre i due giovani si siedono ai loro posti intorno al tavolo della cucina. «di chi è stata l’idea di questo viaggio?» chiede con un sorriso che, più che sereno o felice, sembra subdolo. Jersey ha un’espressione soddisfatta, non ha ancora imparato a interpretare bene le varie espressioni facciali di Carl. Mentre il moro seduto accanto a lei, che invece le conosce perfettamente, assume un’aria preoccupata.
«È stato Jason, papino. È un ragazzo per bene, fidati. E verranno tutti i nostri amici: ci saranno sia Dotty che Nina, anche Ash e Patty. Vi fidate di loro, vero mammina dice la rossa. Cal sa perfettamente cosa lei stia facendo: adotta quei soprannomi quando vuole ottenere qualcosa. Si passa una mano sul viso, notando che i due adulti hanno rivolto lo sguardo a lui.
«Sì, Jas è un ragazzo per bene. Ma non credo che dei diciassettenni debbano partire da soli per un viaggio a Las Vegas dice, sottolineando alcune parole con un certo tono di voce «Voi, da bravissimi genitori che siete, sarete d’accordo con me, giusto si appoggia allo schienale della sedia e incrocia le braccia sul petto soddisfatto. Ora anche lui decide di adottare la tecnica dei nomignoli sdolcinati, ma, la risposta che segue, non è esattamente quella che si sarebbe aspettato.
«E invece, Calum, proprio perché siamo dei bravissimi genitori, come dici tu, non siamo d’accordo. Ne abbiamo parlato prima e crediamo anzi che entrambi dobbiate partire per quel viaggio e tenervi d’occhio l’un l’altra. Servirà per migliorare il vostro rapporto fraterno che, a quanto pare, non è dei migliori.» interviene Mary e sul volto di sua figlia si dipinge un’espressione soddisfatta. Si volta verso il moro, che è rimasto completamente allibito e spiazzato, e gli rivolge uno sguardo che insinua “ora chi è che è ha ragione?”.
«A proposito di questo, vogliamo parlare del fatto che tu ti sia imposto sulle decisioni di tua sorella? Calum, capisco che tu voglia proteggerla, l’istinto paterno che hai dimostrato mi rende molto orgoglioso di te e sono certo che sarai un buon padre, un giorno, forse, ma questo non ti da il diritto di importi su di lei. È tua sorella, ripeto, non tua figlia lo ammonisce suo padre e lui rimane sempre più allibito. La rossa deve avergli fatto il lavaggio del cervello, perché non ha mai sentito suo padre parlare così e mai se lo sarebbe aspettato.
Gli sta sconvolgendo la vita. Per questo si alza e corre in camera sua, prende il telefono – che aveva precedentemente lanciato sul letto – e si chiude in bagno. Sta per chiamare Nina, quando qualcuno bussa alla porta.
«Cal, evita di comportarti da ragazzina mestruata in preda alla prima rottura amorosa ed esci da lì.» è Jersey. Calum nella sua mente ride: lei è la causa di tutto quel casino e ha anche il coraggio di dargli della ragazzina.
Anche attraverso il legno sente che la ragazza dall’altra parte sospira e riesce ad udire il suono di una schiena che scivola sull’unica barriera che li divide.
«Senti, - dice – lo so che ce l’hai con Ashton, anche se il motivo non mi è chiaro, ma comunque; lo so che non vuoi venire a Las Vegas solo perché c’è lui, ma sono d’accordo su quello che tuo padre e mia madre hanno deciso. Cal, so che mi vuoi bene e anch’io te ne voglio, ma ci sono momenti in cui fai il padre e momenti in cui sembra che tu non voglia vedermi felice. Concordo con loro che questo viaggio ci farà avvicinare come fratello e sorella, perché io non voglio finire come in quei film in cui i due fratelli non si parlano per stupidaggini come questa. Io ci tengo a te.» e dopo tutto questo discorso, il moro non sa cosa dire. Rimane lì seduto sul water con il cellulare in mano, che ormai si è bloccato poiché non è stato usato in tempo. Vorrebbe dirle qualcosa, ma non sa cosa. Ha la bocca leggermente aperta perché è molto stupito delle parole di sua sorella, non se le sarebbe davvero mai aspettate.
Sente che si alza da terra e la sente prendere il cuscino dal letto e qualcosa dall’armadio. La sente aprire la porta della loro stanza e indugiare sull’uscio prima di richiuderla. Sente i suoi passi sulle scale e sente che ora se n’è davvero andata.
«Mamma, Cal è arrabbiato con me, non me la sento di dormire su. Resto sul divano per stanotte.» sussurra piano. La nuova signora Hood abbraccia sua figlia e le dice di non preoccuparsi, che tutto si risolverà. Jersey rivolge un ultimo sguardo verso le scale, sperando di vedere Calum comparire e dirle che è tutto apposto e che ha cambiato idea, ma nessuno si affaccia a quella ringhiera.
 
Notes
Soundtrack: Everything I Didn’t Say - 5 Seconds of Summer
HELLO PPL!
Prima di ogni altra cosa: chi di voi è stata al concerto di questi 4 idioti a Torino o a Milano? Io ero a Milano, abitando lì vicino, e vi posso assicurare che è stato il concerto più bello della mia vita. Io non piango mai ai concerti ma su Wrapped Around Your Finger Michael mi ha davvero commossa. Mi scuso con chi non c’era per aver riportato questo ricordo poco carino, ma davvero è stato il concerto più bello del mondo.
Parlando della storia: questo capitolo è davvero il più lungo che io abbia mai scritto. Senza titolo e canzone all’inizio occupa cinque pagine di Word ed è davvero pieno di avvenimenti. Finalmente Nina e Calum si sono messi insieme lalalaaa ma durerà per molto? E chi lo sa, accetto scommesse nelle recensioni!
Invece Ash è lo stronzo che credeva Cal, eeeeh ha sempre ragione lui! Tranne che per il viaggio, ovviamente, because Jersey wins! Il discorso finale, giuro che mi sono emozionata a scriverlo. Stampatevelo bene in testa perché è un discorso importante!
Accetto recensioni, suggerimenti, critiche, tutto! Ci tengo molto a sapere cosa ne pensate.
Alla prossima,

@cliffordsarms
  
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