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Autore: Kary91    14/05/2015    5 recensioni
[Post-Epilogo| Next Generation del Distretto 12 | Gale & Haley (bimba) Mellark | Accenni Gale/Johanna]
“Haley…”
La bambina roteò gli occhi.
“Cosa?”
“Lo sai” si limitò a rispondere l’uomo, dandole un colpetto sotto il mento “Basta con questa storia del fidanzarsi.”
La bambina mise il broncio.
“Oh, ma uffa!“Tu non mi credi, vero? Guarda che i grandi in televisione dicono sempre che l’amore non ha età. Tu sei un grande, papà di Joel, dovresti saperlo! Insomma, devo sempre spiegarti tutto io?”
Questa volta, Gale non riuscì a non scoppiare a ridere.
“Tu non ti arrendi mai, eh?”
La ragazzina scosse la testa con fare compiaciuto.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Gale Hawthorne, Johanna Mason, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Figli del Giacimento - The Hawthorne Family.'
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Premessa n° 1. Questa storia è ambientata a diversi anni di distanza dall’epilogo; Gale è tornato a vivere nel Distretto 12 da poco meno di un anno assieme a suo figlio Joel e alla sua fidanzata, Johanna Mason. Nella storia fanno comparsa diversi piccoli della Next Generation del Distretto 12: Haley è la primogenita di Katniss e Peeta. Roxanne è la primogenita di Delly. Rafe (Rafael) è il figlioletto di Thom. Infine, June è la primogenita di Vick Hawthorne.

 

Premessa n° 2. Questa storia è stata scritta per l’iniziativa “Ready, Set, Prompt!” indetta dal gruppo Facebook “The Capitol”. Il prompt utilizzato è:  Ti vuoi mettere con me?” [Sì] [No].

Inoltre, ho anche utilizzato i seguenti prompt ricevuti tramite l’iniziativaGirotondo di Prompt”:  child!Joel jr./child!Haley "Non puoi sposare mio papà, lui ha Johanna!" "Ma io non sono gelosa! [lasciatomi da Giraffetta]; Haley/Gale "Non mi serve un principe, io voglio un panda musone" [lasciatomi da Tinkerbell92]; «Mamma ha sempre paura quando vengo nei boschi da sola, ma poi le dico che ci sei tu, che sei il mio angelo custode, e lei un po' si tranquillizza». [lasciatomi da Alaska_]

 

 

 

Ti vuoi mettere con me? [si] [No]

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Haley si girò il bigliettino fra le mani, storcendo le labbra in una smorfia impensierita. Era arrivata al Prato da pochi minuti soltanto, e già le cose avevano incominciato a farsi interessanti. Lei e Joel avevano appena fatto in tempo ad appollaiarsi sullo schienale di una panchina che Roxanne Lighten stava già correndo loro incontro, sventolando un foglietto piegato in quattro.

“È per te, me l’ha dato uno di quarta” aveva spiegato la ragazzina, giocherellando con la zip della sua felpa. “Dice che è da parte di un suo compagno.”

Lo sguardo di Haley aveva subito cercato quello del migliore amico, che frequentava proprio quella classe.

“Non guardare me!” esclamò Joel, alzando le mani con fare difensivo. “Io non ho bisogno di mandarti i bigliettini, ti vedo già tutti i giorni!”

“E allora chi può essere?” domandò la bambina, guardandosi attorno; al centro del Prato, diversi ragazzini di terza e quarta erano occupati a giocare a football, sotto lo sguardo vigile di un arbitro di quinta. Su un’altra panchina, Haley riconobbe la sua migliore amica June Hawthorne con la cugina Prim e altre due bambine intente a eseguire una complicata sequenza di movimenti con le mani, intonando una canzoncina.

Joel si strinse nelle spalle.

“Aprilo, no? Così lo scopri” propose, incominciando a seguire con lo sguardo la partita di football.

Haley spiegò il bigliettino, aggrottando le sopracciglia per aiutarsi a decifrare quella calligrafia stretta e infantile.

“Ti vuoi mettere con me?” lessero all’unisono lei e Roxanne.

In fondo al foglietto il suo ammiratore misterioso aveva inserito due caselle, una con un ‘sì’ e l’altra con un ‘no’.

Roxanne ridacchiò, mentre Haley chiudeva di scatto il biglietto, imbarazzata dal suo contenuto.

“Ooooooh!” la prese in giro Joel, dandole di gomito. Haley sorrise, chinando la testa per nascondere le guance imporporate.

“Smettila!” replicò, ricambiando la gomitata.

“Ma chi è che te lo manda?” chiese Roxanne, sedendosi di fianco a lei. Haley esaminò con attenzione il foglietto, ma non trovò traccia di firma.

“Sicuramente è stato Rafe” rivelò Joel con un sorrisetto, appoggiando i gomiti allo schienale della panchina. “Tu gli piaci da un sacco di tempo e poi guarda: continua a voltarsi verso di noi” aggiunse, indicando il campetto improvvisato di football; un biondino in tuta da calcio continuava a indirizzare occhiate apprensive nella loro direzione.

Haley arrossì ancora di più, girandosi di scatto per non farsi notare mentre lo fissava. Rafael era carino e le stava anche abbastanza simpatico; si era accorta di piacergli, perché veniva sempre a salutarla con la scusa di parlare con Joel e poi la faceva sempre passare per prima quando entravano assieme a scuola. Una volta le aveva perfino regalato un portachiavi che le piaceva tanto e non era nemmeno il suo compleanno.

“Allora?” la interrogò Roxanne, battendole una mano sulla spalla. “Cosa gli dici? Sì o no?”

Haley arricciò le labbra con fare meditabondo. Incominciò a mordicchiarsi una manica della felpa, come faceva sempre quando era nervosa o stava riflettendo su qualcosa.

“Umh…”

Cercò di prendere tempo, rileggendo più volte il biglietto. Rafe sarebbe stato un perfetto principe azzurro, perché aveva i capelli biondi e faceva il gentile quando giocava con lei e Joel, ma non era poi così sicura che volesse mettersi con lui.

“È che io amo già un altro…” ammise a un certo punto, nascondendo imbarazzata il volto contro le ginocchia.

L’espressione di Roxanne si accese di curiosità.

“Chi? Chi?”

Le due bambine ridacchiarono. Joel, invece, roteò gli occhi.

“Oh, Gesù[1]” borbottò, coprendosi il volto con una mano. “Spero per te che tu non stia parlando di mio padre.”

“Che c’entra Gesù?” replicò Haley, guardandolo storto.

Roxanne non lasciò a Joel il tempo di rispondere.

“Suo padre?” strillò, sgranando gli occhi. “Ma è vecchio!”

“Shhhh!” la rimbeccò Haley, tappandole la bocca. “Non è vecchio!” si lamentò poi, mettendosi a braccia conserte. “Ed è anche più bello di Rafe[2].”

“Lei vuole sposarlo!” entrò nel discorso June Hawthorne, correndo loro incontro; dalla sua panchina doveva aver sentito gli sviluppi della loro discussione. “Lo dice sempre!”

“Anche se avessero la stessa età, non potrebbe comunque sposare mio papà” obiettò a quel punto Joel, continuando a seguire la partita di football. “Lui ha Johanna.”

“Ma io non sono gelosa!” lo rassicurò Haley, sorridendo malandrina. “E comunque, lo so che non mi ci posso fidanzare, per ora. Ma magari quando sono grande…”

“E adesso che sei piccola non ti puoi fidanzare con Rafe?” chiese a quel punto June, sedendosi sulla panchina.

Roxanne le rivolse un’occhiata esitante.

“Tu però sei troppo piccola per ascoltare questa cosa, no?” osservò, ricordandosi che la ragazzina aveva appena cinque anni.

June s’indignò.

“Guarda che io ho un sacco di fidanzati!” esclamò, posandosi le mani sui fianchi. “Uno è più grande anche di Joel, e sa ruggire come le tigri.”

“Anakin non è il tuo fidanzato, ha quattordici anni” la smentì Joel, ridacchiando. “È il figlio del mio padrino” aggiunse poi rivolto a Roxanne, che era sempre più confusa. “Però il fatto che ogni tanto ruggisca è vero; è una cosa di quando era piccolo[3].”

La bambina annuì.

“Tranquillo, tanto lo so che June racconta un sacco di bugie!” osservò, accarezzando i capelli della più piccola: al Prato conoscevano un po’ tutti le frottole fantasiose che amava raccontare June. “Però è simpaticissima lo stesso!”

“Ehi! Non dire che la mia amica è bugiarda!” s’intromise nel discorso Haley, mettendosi di fronte alla ragazzina con fare difensivo.

Improvvisamente, Joel tirò la manica della bambina.

“Guarda” bisbigliò, indicando qualcosa a Haley con un cenno del capo. “Rafe sta venendo verso di noi.”

L’agitazione piombò improvvisamente sulle due ragazzine più grandi.

“Cavolo, di già? Io non gli ho ancora risposto!” bisbigliò Haley, frugandosi le tasche della salopette alla ricerca di una matita.

“Tieni, usa questa!” esordì in quel momento June, sfilandosi da dietro l’orecchio un gessetto rosso. “È quello che usiamo io e Prim per giocare a campana. Anche se in realtà è un’arma specialissima che serve a combattere gli scorpioni rosa[4] e…”

Ma Haley non la stava più ascoltando; aveva appoggiato il foglietto sulla panca e stava tracciando una croce con il gesso su una delle due caselle. Piegò il tutto mentre i suoi amici allungavano il collo per cercare di intravedere la sua risposta.

Quando Rafe arrivò aveva l’aria imbarazzata, i capelli scompigliati per via del troppo correre e le ginocchia sporche d’erba. A Haley continuò comunque a sembrare molto bello, anche se non quanto Joel e – soprattutto – mai quanto il papà di Joel.

“Ciao, Hallie” esclamò il ragazzino, mettendosi le mani in tasca. Fece poi un cenno di saluto agli altri con il capo, soffermandosi su Joel che era un suo compagno di classe. Quest’ultimo notò che l’amico continuava a dondolarsi sulle punte dei piedi, rendendosi  un po’ ridicolo. Avrebbe voluto dirgli di sorridere con fare da duro, per aiutarlo a fare la figura del macho, ma non voleva metterlo troppo in imbarazzo.

“Ciao, Rafe!” rispose la bambina, mordicchiandosi la manica. Fece poi segno con le mani agli amici, per farli allontanare.

Joel, Roxanne e June corsero via, ma rimasero nei paraggi per riuscire a captare qualche stralcio di conversazione.

A quel punto, Haley restituì il bigliettino al bambino.

“Ho messo sì” rivelò, mentre Rafe lo apriva per controllare.

Un sorriso luminoso inarcò le labbra del ragazzino.

“Grande!” esclamò, riprendendo a molleggiare sulle punte.

“Già.”

Haley cercò i suoi amici con lo sguardo; notò subito che sia Joel che Roxanne stavano ridacchiando e indirizzò loro un’occhiataccia.

“Allora…”

Rafe riprese a parlare, mettendosi a braccia conserte. Sembrava più calmo, adesso che conosceva la risposta della bambina.

“Allora siamo fidanzati… Giusto?”

La bambina annuì con decisione.

“Signorsì!” esclamò, facendolo ridere.

“Allora torniamo a casa assieme, dopo?” chiese ancora Rafe, stringendosi nelle spalle.

Haley esitò; di solito rincasava sempre con Joel. Era bello andarsene a zonzo per l’ormai ex-Giacimento, sfidando a gare di corsa il suo migliore amico. E poi, il più delle volte, arrivavano a casa di Joel proprio nel momento in cui stava tornando Gale, e qualche volta l’uomo acconsentiva a portarli entrambi nei boschi.

“Sì” acconsentì in un soffio, non del tutto convinta.

“Grande!” esclamò Rafael, continuando a sorridere.

Haley annuì.

“Grande” ripeté, infilando le mani nelle tasche della salopette. “Allora a dopo!”

Rafe annuì e le diede l’okay con il pollice.

“Sì, ora vado a finire la partita con gli altri. Ciao!”

Haley ricambiò il saluto e l’osservò correre in direzione dei bambini che stavano giocano a football. Quando si fu allontanato, gli amici della ragazzina tornarono alla panchina.

“Hai detto sì!” cinguettò Roxanne, abbracciando la coetanea.

“Grande!” esclamò Joel con le mani in tasca, scimmiottando il tono entusiasta di Rafe.

Haley gli diede uno scappellotto sulla testa.

“Ehi!”

“Facciamo a chi arriva primo a quell’albero laggiù?” propose a quel punto la bambina, indicando un nocciolo dall’altra parte del Prato.

Di fronte a quella domanda, l’interesse generale per il bigliettino e il fidanzamento con Rafe caddero in secondo piano; June incominciò a correre ancor prima che gli altri bambini accettassero.

Gli altri le stettero subito dietro, ridendo e spintonandosi. Mentre correva, Haley notò il cenno di saluto di Rafe e per ricambiare perse velocità, così Joel la superò anche se era partito un paio di secondi più tardi.

Si arrabbiò moltissimo toccando il nocciolo per seconda, dietro al migliore amico. Così, pensò, non andava affatto bene. Doveva parlare con Rafe per decidere assieme a lui delle regole sul loro essere fidanzati.

Tuttavia, il suo broncio non le impedì di tornare a sorridere, nel momento in cui il ragazzino le prese la mano per accompagnarla a casa.

In fondo, essere fidanzati, non era affatto male.



*

 

Era trascorsa una settimana da quando Roxanne aveva consegnato a Haley il fatidico bigliettino di Rafe.

Nel corso degli ultimi giorni, la ragazzina aveva trascorso diversi pomeriggi in compagnia del fidanzatino, giocando con lui  e gli altri amici al Prato o invitandolo a fare merenda in panetteria, dove lavorava il suo papà.

Quel pomeriggio, tuttavia, aveva preferito superare lo spiazzo d’erba dove generalmente si incontrava con Rafe e i compagni di giochi, per raggiungere i margini del bosco. Erano giorni che non ci andava e aveva sentito la mancanza dell’odore pungente degli alberi e del cinguettare armonioso delle ghiandaie.

Aveva un piano; ci rimuginò sopra con un sorriso sbarazzino, mentre si frugava in una tasca alla ricerca di qualcosa. Quando trovò ciò che stava cercando, tirò fuori la lingua con fare birichino e le sue guance si tinsero di rosso.

A quel punto era ormai arrivata alla roccia che dominava la valle; il posto in cui, lo sapeva, avrebbe trovato la persona che aveva sperato di trovare nel bosco.

“Ehi, principessa” esclamò infatti una voce, non appena la ragazzina si lasciò cadere stremata sull’erba. “Non ti vedevo da un po’ da queste parti; pensavo avessi finalmente deciso di ascoltare le raccomandazioni della tua mamma.”

Gale le sorrise, per nulla sorpreso da quella visita; era ormai abituato alle comparsate di Haley, durante l’oretta che trascorreva a volte nella radura, dopo il lavoro. 

La bambina scosse la testa con fare malandrino e gattonò fino alla roccia, per sedersi di fianco a lui.

“La mamma ormai lo sa che tanto qui ci vengo lo stesso” spiegò, mordicchiandosi una manica della felpa che teneva legata in vita. “Ha sempre paura quando vengo nei boschi da sola, ma poi le dico che ci sei tu, che sei il mio angelo custode[5], e lei un po' si tranquillizza.”

Disse tutto questo giocherellando con il qualcosa che teneva in tasca, ma continuò a tenerlo nascosto, scoccando di tanto in tanto occhiate furtive in direzione dell’uomo.

“Ho sentito dire da Joel che ti sei trovata un Principe Azzurro!” esordì in quel momento Gale, punzecchiando un fianco della bambina con un dito. “Rafe, no?”

Haley arrossì.

“Già” ammise con un sorriso timido, continuando a tormentare la manica della felpa con i denti. “Lui è gentile e mi fa i complimenti e mi tiene sempre per mano e mi dice che sono bella.”

“Sembra uno da tenere stretto” commentò Gale, con un sorrisetto divertito. “Che stai facendo?” domandò poi, quando la bambina gli infilò alla svelta una mano nella tasca.

“Cercavo un fazzoletto!” si affrettò a rispondergli Haley, tirando in dietro il braccio.

Il pilota aggrottò perplesso le sopracciglia.

“Me lo potevi chiedere, no?”

La piccola fece una smorfia di sufficienza e si strinse nelle spalle.

“Se eri il mio fidanzato te lo chiedevo” rispose, mettendosi a braccia conserte.

Gale non riuscì a trovare il filo logico che collegava domanda e risposta, ma preferì lasciar cadere il discorso. Le tolse invece con delicatezza la manica della bocca.

“Sei un cagnolino o una bambina?” la prese in giro, incassando con un sorriso l’occhiataccia della ragazzina.

“Sono un pappagallino perché parlo sempre, me l’hai detto tu l’altra volta, no?” gli ricordò, bussando sulla sua fronte con la mano. “Te lo ricordi? E comunque a Rafe non dà fastidio se mi mangio la maglia. Anzi, una volta l’ha fatto anche lui!”

“Lo vedi?” le diede corda Gale, cercando di girare il discorso a suo favore. “Hai trovato un fidanzato perfetto, non te ne serve un altro. E poi Rafe è biondo, con gli occhi grigi. Dove lo trovi uno più principe azzurro di così?”

Haley rimase in silenzio per un po’, rimuginando sulle sue parole.

“Ma io non voglio un principe azzurro” biascicò infine, masticandosi la manica. “Voglio un panda musone: come te[6]” aggiunse, sorridendo malandrina e poggiandogli un indice sulla guancia. Improvvisamente, il suo sguardo si illuminò.

“Ci sono!” esclamò, scattando in piedi. “Se prometto di non mangiarmi più le maglie, ti fidanzi con me?”

Gale sospirò e fece ciondolare esasperato la testa.

“Haley…” l’ammonì, sorridendo con fare rassegnato.

La bambina roteò gli occhi.

“Cosa?”

“Lo sai” si limitò a rispondere l’uomo, dandole un colpetto sotto il mento “Basta con questa storia del fidanzarsi.”

La bambina mise il broncio.

“Oh, ma uffa!” si lamentò, incrociando le braccia sul petto. “Tu non mi credi, vero? Guarda che i grandi in televisione dicono sempre che l’amore non ha età. Tu sei un grande, papà di Joel, dovresti saperlo! Insomma, devo sempre spiegarti tutto io?”

Questa volta, Gale non riuscì a non scoppiare a ridere.

Il broncio di Haley si vece meno vistoso; le piaceva la risata del papà di Joel. Era ancora più bello quando sembrava allegro, proprio come suo figlio.

“Tu non ti arrendi mai, eh?” osservò a quel punto l’uomo, alzandosi in piedi a sua volta.

La ragazzina scosse la testa con fare compiaciuto.

“Ma io sono già fidanzato, lo sai” le ricordò a quel punto Gale, accarezzandole i capelli.  “Guarda che Johanna mi controlla.”

“Lo so, lo so” mormorò Haley, portandosi la manica alle labbra. Indirizzò poi un’occhiata furtiva a Gale e la lasciò cadere, sperando di non essere vista.

“Ma senti, nemmeno fra dieci anni la lasceresti?” tentò un’ultima volta, indirizzandogli un’occhiata indagatrice.

“Penso proprio di no.”

Haley sospirò con fare teatrale e appoggiò la schiena contro la roccia.

“Non è giusto…” si arrese infine, fissandosi le scarpe con fare imbronciato.

Gale abbozzò un sorrisetto.

“Però c’è sempre Rafe…” le ricordò, appoggiandosi con il gomito allo sperone di pietra.

Haley esitò.

“Sì, ma io in realtà domani lo volevo lasciare” ammise poi, tormentando la superficie del masso con un sassolino.

Gale aggrottò le sopracciglia.

“Come mai?”

La bambina si strinse nelle spalle.

“È che non mi piace più” confessò, chinando imbarazzata la testa. “Cioè, un po’ mi piace, ma mi stufo a dover andare a casa sempre con lui e ad andare a trovarlo nell’intervallo e poi certi miei compagni mi prendono in giro. In realtà io nemmeno mi ci volevo nemmeno fidanzare con lui” aggiunse ancora, appoggiando la fronte contro la roccia.  “Però stava arrivando e io dovevo decidere subito cosa dirgli, così gli ho scritto di sì sul bigliettino.”

Gale la fissò sovrappensiero per qualche istante, prima di tornare a sedersi.

 “Vieni qui.”

Haley annuì e si accovacciò di fianco a lui. Gale la prese in braccio e rimase in silenzio ancora per qualche secondo, prima di trovare le parole giuste per riprendere il discorso.

“Non ti sei comportata bene con Rafe” spiegò infine, chinando lo sguardo per incontrare quello della ragazzina. “Gli hai fatto credere che ti piace nello stesso modo in cui lui piace a te e sarà molto triste quando scoprirà che gli hai mentito.”

Haley distolse lo sguardo, arrossendo per la vergogna.

“Ma io non volevo…” mormorò, mettendosi a strappare fili d’erba. “… Io volevo essere gentile e avevo paura che se gli dicevo di no, poi gli si rompeva il cuore.”

Gale sorrise debolmente.

“Il cuore gli si romperà di più quando scoprirà il motivo per cui vuoi lasciarlo” rivelò, sforzandosi di parlare con dolcezza. “Se gli avessi detto subito no, invece, forse se la sarebbe cavata con qualche graffio.”

Haley storse la bocca in un’espressione dispiaciuta, continuando a prendersela con i fili d’erba per tenere a bada il nervosismo.

“Dici che mi odierà, papà di Joel?” mormorò infine, abbandonando la testa contro il suo petto.  “Io non volevo rompergli il cuore: è mio amico.”

Lo sguardò di Gale s’indurì, mentre si concentrava su di un punto indefinito di fronte a loro.

“No” la rassicurò infine l’uomo, apparendo ancora assorto. “Continuerà a volerti bene.”


“Promesso?”

Gale annuì; un sorriso lieve piegò le sue labbra, cancellando parte di quelle ombre che gli avevano velato il volto durante la discussione.

 
“Promesso. Tu però promettimi che la prossima volta ci penserai bene prima di dire di sì a un bambino che non ti piace del tutto. Va bene?”

Haley si appoggiò una mano sul cuore e annuì, visibilmente sollevata.

“Va bene! Ehi, papà di Joel…”

“Che cosa c’è, Halley?”

La bambina si voltò, per poterlo guardare negli occhi.

“Anche a te una bambina ti ha rotto il cuore quando eri piccolo?” chiese, inclinando esitante la testa.

Gale si irrigidì, colto alla sprovvista. Il suo sorriso sfumò leggermente.

“Può darsi” ammise, facendole il solletico in un vano tentativo di lasciar cadere il discorso.

Haley non desistette.

“Chi è? La conosco?” S’informò, prima di aggrottare le sopracciglia con fare minaccioso. “Guarda che la sgrido!”

Il mezzo sorriso di Gale tornò a presentarsi sul suo volto.

“Meglio di no. E comunque è successo tanto tempo fa.”

“Ma adesso ti sei aggiustato?” chiese ancora la bambina, appoggiando l’orecchio contro il suo petto. “Fammi sentire, va’!”

Gale si mise a ridere.

“Adesso va meglio, sì.”

“Te l’ha riparato Johanna il cuore?” continuò a chiedere Haley. “A me sembra che funzioni bene, lo sento battere.”

 “Johanna, Joel” rispose l’uomo, prima di stringersi nelle spalle. “Tante persone, tutte assieme.”

La bambina annuì con fare serioso.

“Ho capito” commentò, prima di sorridergli con fare furbetto. “Non preoccuparti, d’ora in poi te lo proteggo io” lo rassicurò, appoggiandogli solidale una mano sulla spalla. “Te l’ho promesso l’altra volta, no? E tu proteggi me[7].”

“Me lo ricordo” la rassicurò Gale, sfiorandogli con affetto una guancia.

Haley gonfiò un po’ il petto con fare orgoglioso.

 “Così non te lo rompe più nessuno” spiegò, prima di mettersi nuovamente a braccia conserte. “E se si crepa te l’aggiusto. Dai, come fai a non volermi come fidanzata?” lo rimbeccò, scuotendo la testa con aria esasperata. “Sono brava pure a fare la meccanica!”

Il sorriso di Gale si allargò.

“Sei proprio una in gamba” approvò, facendole oscillare la treccia. “Da grande diventerai un’aggiusta-cuori con i fiocchi.”

Il volto di Haley si illuminò; le sue guance si tinsero di rosso.

“E incomincerò con quello di Rafe” dichiarò infine, posando le mani sulle spalle di Gale. “Domani ci parlo e cerco di incollare assieme tutti i pezzi che ho rotto. Promesso!”

 

*

 

L’odore di bucato pulito riempiva il soggiorno, mescolato alle chiacchiere di Joel e suo padre.

“Lo sai? Rafe e Halley si sono lasciati” annunciò il ragazzino dopo qualche minuto, fissando sullo stendino un paio di pantaloni. “Credo che lui ci sia rimasto un po’ male, però si parlano ancora e sono rimasti amici.”

“L’importante è questo, no?” osservò Gale, piegando un lenzuolo per riporlo nella cesta dei panni asciutti. Un calzino rimasto impigliato in uno negli angoli cadde a terra e l’uomo si chinò per raccoglierlo. Scoccò un’occhiata meditabonda a Johanna, che era appena rientrata dal lavoro e stava guardando un servizio televisivo sul Distretto 7 stravaccata sul divano.

L’uomo sorrise, prima di scuotere la testa con fare rassegnato. Lanciò il calzino ancora umido, che colpì Johanna sulla tempia.

“Hawthorne, Hawthorne, Hawthorne…” cantilenò la donna, rilanciandoglielo di malavoglia. “… Ogni tanto sei simpatico più o meno quanto un dito nel…”

“Invece di brontolare, perché non vieni a darci una mano?” la interruppe il fidanzato, sorridendo complice a Joel.

Nel corso degli ultimi mesi, Johanna si era finalmente convinta a collaborare con qualche faccenda di casa, ma lo faceva in maniera sporadica e casuale, nei momenti in cui si sentiva dell’umore per farlo.

Johanna roteò gli occhi, ma si alzò ugualmente, sotto lo sguardo sorpreso dei due uomini di casa.

“Chiudete la bocca, ci entrano dentro le mosche” li prese in giro con un sorrisetto, raccogliendo una manciata di pinze per il bucato dal contenitore. Joel, che la stava fissando con la bocca spalancata, si affrettò a chiuderla.

Johanna analizzò con fare critico i panni da stendere, prima di scegliere un paio di pantaloni del fidanzato. Li appoggiò al primo filo libero dello stendino che trovò e li bloccò con una pinza, prima di inarcare un sopracciglio con fare perplesso.

Notò qualcosa di bianco e rattrappito che sporgeva da una delle tasche e lo tirò fuori, maneggiandolo con delicatezza per evitare che si rompesse. Lo spiegò per studiarlo meglio: era un foglio a quadretti, scribacchiato su un lato. Le parole erano scolorite e a malapena visibili, ma Johanna fece del suo meglio per decifrarle, avvicinando il bigliettino agli occhi.

“Hawthorne…” sbottò infine, indirizzando un’occhiata interrogativa al fidanzato. “… Che diavolo è questa roba?”

Sventolò il foglietto per aria, per attirare l’attenzione di Gale.

L’uomo aggrottò confuso le sopracciglia, prima di farsi passare il biglietto. Esaminò con attenzione la calligrafia ampia e infantile che riempiva una delle due facciate e impiegò qualche istante per riuscire a comprendere cosa ci fosse scritto.

Anche quando ce la fece, continuò fissarlo con sbigottimento, non riuscendo a capire come avesse fatto quel foglietto a finire nella sua tasca.

Infine, la comprensione gli illuminò gli occhi. Si mise a ridere, sotto lo sguardo seccato di Johanna e quello incuriosito di Joel, che stava cercando di sbirciare il contenuto del foglio.

Al centro del bigliettino, con lettere tremolanti e sbiadite, c’era scritto:

 

Ti vuoi mettere con me?
[SI] [NO]

Senza titolo 1


[1] Non so come siano messi in quanto a religione nella Panem nel futuro e non credo che si utilizzino più espressioni come “Oh, Gesù”. Per questo Hales non capisce l’esclamazione dell’amico. Ma Joel è il solito genietto che accaparra informazioni qua e là, deve averlo letto da qualche parte, gli è rimasto impresso e a volte lo utilizza (seccando Johanna che non lo sopporta!).

[2] Haley ha da sempre una cottarella infantile per Gale.

[3] Anakin Stoner è il figliastro di Quinn, il migliore amico di Gale (nonché padrino di Joel). Da piccolo lo chiamavano “Little Tiger”, perché fingeva di ruggire come una tigre con fare minaccioso quando le persone si avvicinavano troppo alla sua mamma.

[4] Riferimento a S.O.S. Hawthorne e Un Barattolo di Cielo. June è una bambina molto fantasiosa e ama raccontare frottole. Ultimamente si è convinta dell’esistenza di certi scorpioni rosa che vivono nelle ceste dei lego e muoiono soltanto quando inalano la puzza dei calzini maleodoranti dei suoi fratellini.

[5] Riferimento a “Forse sbagliano anche gli angeli”; Haley è convinta che Gale sia l’angelo custode suo e di sua madre.

[6] Riferimento all’ultimo  capitolo della raccolta “The Capitol Tales” dove Haley paragona Gale a uno di quei panda musoni che ha visto in televisione.

[7] Riferimento a “Heart Keeper”, dove si parla appunto di questa faccenda dello scambiarsi i cuori.

   
 
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