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Autore: _hell_inside_    15/05/2015    1 recensioni
Nessuno si sceglie la sua storia, la vita che gli tocca vivere, la famiglia in cui nascere. Certamente, qualcosa di gradevole c'è, ma non troppo.
Mi chiamano Syd e nessuno sa nulla di me. Forse nemmeno io mi conosco davvero. Mi hanno detto che sono una delusione, una troia, una ribelle, una delinquente, una pazza... Forse è vero, forse no. Come ho detto nemmeno io so la mia storia. Syd è solo un soprannome, un nome che porta con se un'altra storia, una coperture per nascondere il mio insignificante passato. Ma se non fosse davvero così?
Una ragazza che piomba per caso nelle vite comuni ma allo stesso tempo straordinarie di nove ragazzi... Riuscirà a cambiare qualcosa? Cosa comporterà il suo arrivo?
[Frerard] [Syn&Zacky]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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DEMOLITION LOVERS

 

<<  Frank’s POV  >>

“Frank tu ti sei ufficialmente fumato il cervello. Cosa hai intenzione di fare o dirgli? Dai! Mica puoi presentarsi così, alla cazzo, davanti a casa sua, no?” pensavo mentre mi avviavo verso casa di Gerard, tenendo tra le mani il “regalo di compleanno in ritardo”, e maledicendo con tutto me stesso la pioggia del New Jersey.

I miei pensieri vagarono fino alla primissima volta che avevo visto Gerard, il primo giorno della prima liceo…

 

Primo giorno, scuola nuova. Ingoiai, sperando di riuscire ad ambientarmi come sempre. Essere simpatici a volte aiuta!

Poi lo vidi. Leggermente appartato rispetto agli altri. Un fumetto in mano e la sigaretta in bocca. I capelli, leggermente sparati gli ricadevano sul viso disordinati. Stonava con il resto, ma pensai che fosse bellissimo.

Diedi una gomitata a Bert. Già, Bert era il mio vicino di casa da sempre e aveva un anno in più di me, quindi avrebbe dovuto andare in seconda, ma per ripicca ai genitori che lo volevano perfetto, si era fatto bocciare. E così ci ritrovavamo in classe insieme.

-Ehi? Chi è quel tipo?- chiesi

-Mah, è Gerard Way. Va in seconda. Stagli lontano, Frank, è un brutto tipo- rispose il moro. Ma, mi domandavo, come poteva essere una cattiva persona uno come lui? Bert aveva ragione o semplicemente i due si odiavano e lui non voleva che parlassi con quel Gerard?

 

Arrivo davanti al vialetto dei Way e mi viene quella tremenda voglia di scappare via, tipica di me. Ma questa volta devo farcela.

Busso, tentando di arrabattare un discorso decente. Mi apre Gerard. È più bello del solito. È infagottato in una felpa degli Iron Maiden e un paio di jeans neri macchiati di colore. Forse Syd me lo aveva detto che dipingeva…

-Ciao Frank- è freddo. Che gli ho fatto?

-Ciao Gerard-

-Ehm… Come mai sei qui?- chiede

-Io, beh, ecco, cioè… Insomma, sì, ti ho portato un regalo di compleanno, un po’ in ritardo e volevo chiederti se ti andava di venire, sì, ceh, alla festa di Brian, sabato prossimo- sì, sono imbarazzato e credo di essere diventato color pomodoro.

-Grazie per il regalo, ma alla festa non posso venire. Ci si vede- prende il regalo dalle mie mani e mi chiude la porta in faccia. Mi sento crollare, mentre tremo sia per il freddo che per la rabbia. Credevo di fargli una gentilezza a prendergli un regalo, ma mi sbagliavo, a quanto pare.

Resto lì per un po’ a fissare la porta, poi faccio per andarmene. Arrivo quasi a metà vialetto, quando sento la voce di Gerard chiamarmi.

-Frank! Vieni dentro! Ti piglierai un accidenti!- non me lo faccio ripetere e corro in casa, raggiante.

Dio, se esisti, fa che i miei sentimenti siano ricambiati…

 

-

<<   Gerard’s POV  >>

Prendo il regalo dalle mani di Frank e chiudo la porta, per poi appoggiarmi ad essa, sospirando. Certo che è cambiato da quel ragazzino che avevo visto per la prima volta, quel lontano giorno di settembre. Eppure, me lo rivedo ancora fuori posto, insicuro, con il sorriso sempre sulle labbra… Quel sorriso, dio santo, cosa non è! Iniziano a salirmi i sensi di colpa per averlo lasciato lì fuori. Sta pure diluviando…

Apro la porta e lo vedo già alla fine del vialetto.

-Frank! Vieni dentro! Ti piglierai un accidenti!- urlo. Lo vedo fermarsi e correre sorridente da me.

Entra in casa come un missile e si scrolla via l’acqua peggio di un cane. Non posso fare altro che ridere. Poi mi fissa di colpo con un sorrisetto furbo sulle labbra. “Gerard, trattieniti o rischi di fartelo qui, in cucina…”

-Beh, non lo apri?-

-Eh? Cosa?- Gerard? Pronto, c’è nessuno? Pianeta Terra chiama Gerard, Gerard risponde?

-Il regalo- mi ricorda

-Ah, sì! Il regalo!- ce l’hai ancora in mano, il regalo, scemo.

Ci sediamo sul divano e io inizio a scartare quel pacchetto fatto con cura, tanto che scommetterei mille dollari che sono state mani femminili a crearlo.

La prima cosa che mi viene in mano è una cassetta. La guardo attentamente. Sono cover di Misfits, Iron Maiden e Smashing Pumpkings. I miei gruppi preferiti. Una scritta mi colpisce profondamente: “Chitarra e voce, Frank Iero. Batteria, Syd. Chitarra solista, Ray Toro. Basso, Alicia Simmons”. Escludendo Frank e Syd sono praticamente i miei amici di sempre. Non riesco a trattenere un sorriso un po’ commosso.

-Frank, davvero, non dovevi-

-Ti piacciono?- chiede preoccupato

-Se mi piacciono? Cazzo, Frank, io le amo queste canzoni!- lui scoppia a ridere, vedendo la mia espressione estasiata.

Pesco ancora nel sacchetto e tiro fuori una cosa morbida, tutta nera, tranne che per un logo sul davanti che conosco fin troppo bene.

-Frank! Ma tu sei uno stalker!- urlo, saltandogli al collo e abbracciandolo fortissimo. Resto lì, tra le sue braccia, memorizzando ogni istante, dato che sarà la prima e ultima volta che potrò stargli così appiccicato. Mi sento protetto, a casa. Vorrei stargli accanto ogni secondo della mia vita, giuro che potrei davvero farlo.

Mi stacco leggermente imbarazzato e lo stesso lui, considerato che ormai è color pomodoro.

-Frank, davvero, grazie non dovevi- lo ringrazio per la milionesima volta

-Prego. So cosa vuol dire, Gee. Ora devo andare. Ci vediamo a scuola- prende la sua giacca di pelle e fa per uscire.

-Aspetta! Me lo sono sognato o…- inizio

-O?- incalza lui

-Mi hai chiamato Gee?-  

Non risponde, fa una risatina e esce di casa, lasciandomi solo con tutti i miei dubbi.

   
 
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