Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Vaene    15/05/2015    1 recensioni
L'evoluzione del sentimento tra Tauriel e Kili dopo la sua guarigione dalla freccia avvelenata fino all'epilogo e oltre. La storia infatti prosegue anche dopo la fine della battaglia delle cinque armate, con un finale alternativo e una continuazione che coinvolge personaggi come Dìs, Galadriel, Haldir e altri...
Ho cercato di affrontare i dubbi e le difficoltà di un legame considerato "mostruoso"nell'universo della Terra di Mezzo, approfondendo la reazione di Fili, descrivendo il suo tentativo di mettere fine a tutto...
Tauriel e Kili si troveranno quindi ad affrontare lo sdegno della loro gente verso il loro amore, oltre alla guerra, alle differenze tra loro e alle diverse prospettive di vita e morte. --- Dunque! Recensite se vi va, ho bisogno di incoraggiamenti ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Tauriel
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A lungo le collinette fiorite dell’Ithilien cullarono le giornate di Tauriel, dopo la partenza di Legolas, ultimo amico a lei rimasto sulla Terra di Mezzo…

O almeno così ella credeva, prima di riconoscere Éowyn nella dama che aveva scorto sul far della sera sopra la cima di Edoras. Costei, divenuta principessa dell’Ithilien, governava la regione insieme al suo sposo Faramir, accogliendo con benevolenza gli Elfi che vi si stabilivano su l’esempio di Legolas.

Entrambe esperte guerriere, Tauriel ed Éowyn dovettero superare una diffidenza iniziale, nonché un forte senso di competizione, prima di riuscire ad instaurare un rapporto di fiducia e stima. Pur vivendo ormai in anni di pace e nonostante le rimostranze bonarie di Faramir, le due amazzoni si allenavano di frequente insieme, scambiandosi incoraggiamenti e tecniche di combattimento, mai stanche di far pratica, né di raccontarsi a vicenda tutte le loro avventure.

Ma l’età iniziò a calare anche su Éowyn e su Faramir, fiaccandoli poco a poco. Così, rifiutandosi di assistere ancora alla morte di qualcuno che amava, Tauriel si costrinse ad abbandonare l’Ithilien, il giardino di Gondor, a malincuore. Libera da ogni legame, l’elfo girovagò e girovagò, udendo molte storie su Bosco Atro, storie che spesso le facevano venire la tentazione di tornarvi. Ella però era restia a prendere una decisione, poiché l’idea di un confronto con Thranduil, padre adottivo a lungo abbandonato, le era penosa. Inoltre Bosco Atro, come molti altri luoghi di Arda, si andava spopolando sempre di più di Elfi, quasi tutti partiti per Valinor ormai.

A volte, quando il sentiero dinnanzi a lei s’interrompeva bruscamente o la notte scendeva più rapida e più fredda di quanto avesse sperato, Tauriel si chiedeva se avesse fatto la scelta giusta, rinunciando alla luce del Paese Beato.
Nei suoi sogni i suoi simili le sorridevano, felici, lontani, mentre invece durante le ore di veglia gli Uomini erano la sua sola compagnia, nei radi villaggi che incontrava lungo il suo cammino solitario. Spesso ella parlava agli alberi o al vento nella sua lingua, per non dimenticarsene e per tenere vivo il legame con la sua stirpe.

Una sera in cui giunse a cavallo in un piccolo borgo ai piedi degli Ered Luin, Tauriel notò che il Sole, invece di oscurarsi per il tramonto, sembrava voler rosseggiare ancora a lungo…
Parve infatti all’elfo che il Sole si fosse ribellato e avesse deciso di tornare sui suoi passi, illuminando la volta con strani bagliori ch’ella osservò, affascinata, trattenendo le briglie e scostando le ciocche fulve dalle guance sorridenti…
Presto però il sorriso di Tauriel, così come quello degli Uomini attorno a lei, si tramutò in un’espressione di stupore e terrore, quando la luce del Sole divenne insostenibile per lo sguardo di chiunque. L’elfo allora si calò sul capo il cappuccio di Lórien, sbattendo le palpebre, infastidita, fin quando quella radianza non si spense di colpo, senza cedere posto alla Luna.

“E’ la Tenebra! Ciò che è stato predetto da Mandos è dunque vero! Melkor ha infine rotto le catene della sua prigionia, ha abbattuto le Porte della Notte, distruggendo ogni astro!”

Imbizzarrito dalle grida tutt’attorno, il cavallo mandò alti nitriti, per poi scaraventare l’elfo a terra, all’improvviso. Smarrita, Tauriel si rialzò e aguzzò l’azzurro dei suoi occhi attraverso il nulla attorno a sé. Un gran clamore allora si propagò nell’aria e una luce più forte di quella del Sole e della Luna sgorgò da l’alto...

Eärendil scendeva infine sulla Terra di Mezzo. Regale e magnifico, egli avanzava sul suo vascello, Vingilot, bianco e leggero, mentre increduli, gli Uomini gridavano di gioia, indicando la volta striata d’argento sopra di loro.
Invano, Tauriel tentò anch’ella di seguire quella scia, ma quell’apparizione giunta dall’Ovest sembrava cambiare continuamente direzione, seguita dalla figura di un guerriero dall’elmo a forma di drago e da una fulgida schiera alle sue spalle. Mentre tutti i presenti si prostravano a terra, Tauriel ebbe la conferma di ciò che aveva immaginato.

“La Dagor Dagorath, la Battaglia delle Battaglie sta per iniziare! Eärendil e Túrin elmo di drago, i grandi di Arda, tornano per sconfiggere Melkor, forti delle armate dei Valar! Dovevo dunque resistere per vedere questo giorno!”

Allora Tauriel prese a domare il suo cavallo con fare autoritario, per poi galoppare a perdifiato seguendo le schiere celesti che iniziavano a discendere. Giunta infine ad una vasta piana, ella restò di sasso contemplando l’enormità delle forze in campo, da entrambi gli schieramenti.
I Balrog di fuoco, il drago Smaug, i Nazgûl, Sauron stesso, nella sua orrenda armatura nera…miriadi di orride creature si levarono al segnale contro l’esercito dei Valar, tra cui spiccavano gli stendardi delle casate elfiche che dimoravano in Aman. Tauriel a quella vista rise, spronando la cavalcatura,  correndo verso la battaglia, verso i suoi simili, felice e orgogliosa di poter lottare insieme a loro ancora una volta, fino alla fine. Smontata quindi in mezzo alla mischia, l’elfo sguainò i pugnali, gridando forte...
 
Ella era ormai nel vivo del combattimento da un tempo che le sembrava infinito, quando venne investita da un calore mai provato prima, intenso e totalizzante, che l’avvolse in un istante, facendola cadere, per poi perdere ogni cognizione di sé…

“I tre Silmaril sono stati ritrovati e la loro luce è stata sparsa di nuovo…per l’ultima volta…e io devo dunque morire adesso…finalmente!”
 
 

 

...un soffio leggero la fece rabbrividire, scuotendola dal torpore e rianimandola di colpo, costringendola a sollevarsi in piedi, spaventata, sulle gambe malferme. Le membra nude e intorpidite, Tauriel cercò di recuperare la padronanza del suo corpo, improvvisamente estraneo a sé stesso. Come dopo un lungo sonno, ella si sforzò di ricordare gli ultimi momenti prima di addormentarsi…
Confusa, tentò alcuni passi, lanciando occhiate interrogative attorno sé, osservando il verde sbiadito dell’erba e le fronde degli alberi, muti e immobili. La strana atmosfera che la circondava la fece impallidire, poiché era come se qualcosa avesse abbandonato quei luoghi. Quella non poteva essere Arda. Qualcosa mancava nell’aria…

Tauriel si fermò al centro di una radura in cui i fitti rami soprastanti erano trapassati dai raggi solari. Sollevando le dita e lasciando che i raggi si posassero sulla sua pelle, ella sussultò, poiché perfino la sua pelle era diversa. D’istinto la fanciulla si portò le mani alle orecchie, seguendone con orrore il contorno, regolare e tondeggiante…
Un rumore secco e vicinissimo interruppe il flusso dei suoi pensieri terrorizzati, facendole così scoprire la presenza di un insolito animale di cui ella incredibilmente non aveva percepito l’approssimarsi…
La creatura silvana, impaurita come lei, fece per ritrarsi nel folto del sottobosco, quando un fastidioso fischio raggiunse le orecchie di Tauriel, causando la fuga dell’animale cornuto nella direzione opposta alla sua. Ella allora prese a rincorrerlo, consapevole di un pericolo che avanzava veloce alle loro spalle, facendo scricchiolare le foglie sotto di sé…

Il fiato, stranamente, iniziò a mancare fin troppo presto a Tauriel ed ella, sfinita, si portava le mani al petto a malapena coperto dalla fiumana rossa dei capelli sciolti, non osando voltarsi verso il suo nemico.
Questi, spazientito, le gridava versi sconnessi, rabbiosi, facendole aumentare l’andatura, cambiando bruscamente direzione. Tauriel però, esausta, giunta che fu ai piedi di un’enorme quercia, rallentò e posò una mano sulla corteccia, poggiandosi per riprendere fiato. Ella non fece in tempo a staccarsi da l’albero e riprendere la fuga, che un dolore improvviso le squarciò il dorso della mano, immobilizzandola così al tronco e costringendola ad inginocchiarsi…
Una freccia! Tauriel avrebbe riso di sé stessa, se non avesse udito i passi decisi del suo inseguitore farsi sempre più vicini dietro di lei. Impossibilitata a voltarsi, ella allora strinse forte gli occhi, pregando i Valar -se ancora esistevano, si chiese- di non lasciarla in balìa di quella creatura…
In quel momento, un respiro irregolare fu sulla sua spalla e Tauriel si riscosse, sollevando il braccio libero, subito intercettato e bloccato da una presa salda.

“Vigliacco! Che coraggio può mai avere qualcuno che infierisce così su una preda indifesa, nuda e sola, incatenata ad un albero?! Liberami, battiamoci se vuoi…ma prima mostrami il tuo volto…se ne hai uno!”

Tutto ciò che le giunse in risposta però fu un sussurro disarticolato e tiepido, sul suo collo. Poi uno strappo secco, come il suo stesso grido di dolore, le rilasciò finalmente la mano, ch’ella strinse subito a sé. Furente, la fanciulla rialzò il viso inondato di capelli, strizzando gli occhi contro la foschia solare…

Un giovane, alto e snello, avvolto nei suoi stessi, lunghissimi capelli, le dava le spalle. L’azzurro degli occhi di Tauriel si dilatò scorrendo quelle onde scure, quei boccoli appena accennati, soffermandosi sulla mano forte che stringeva la freccia insanguinata del suo stesso sangue…

“Kili!”

Quel nome che non aveva più pronunciato da molto, troppo tempo, proruppe dalla sua gola improvvisamente asciutta. Un tremore incontrollabile s’impadronì di lei, quando il giovane si girò di scatto, rivelandole così quel viso che l’aveva perseguitata per lunghe Ere, trasformando le notti in veglie, le ore in anni, le risate in lacrime…

I lineamenti regolari di Kili, così sorridenti e ingenui, così come li ricordava Tauriel, erano atteggiati adesso in un’espressione a lei sconosciuta. Vi era sorpresa e disorientamento nei suoi occhi color dell’autunno, le belle labbra erano increspate, la mascella contratta…

Egli sembrava invero un Uomo, per giunta un selvaggio! Eppure la sua bellezza ne rimaneva intatta e Tauriel si sorprese a singhiozzare sommessamente, sotto lo sguardo sconcertato di Kili, o di colui che era stato Kili…

“Mio cielo stellato…sono io, sono Tauriel!”

Ella allungò il braccio sano verso di lui, lasciando ricadere quello ferito, quasi a volerlo nascondere, come a non volergli ricordare la sua colpa recente.

”Kili, sei davvero tu?! Io ho attraversato il tempo…tutto il tempo che si frapponeva tra di noi…ho atteso, ho vissuto, mio malgrado… per trovarti di nuovo...perché allora rimani fermo lì davanti a me, come se la lontananza non ti avesse scalfito...? Rispondimi!”

Kili, apparentemente indifferente al tono supplice di lei, la osservava, calmo, sbriciolando quel che rimaneva della freccia nel suo palmo. Disperata, Tauriel si rimise in piedi, sostenendosi al tronco dietro di sé, tentando di scacciare la certezza ch’egli non la riconoscesse e che non la capisse affatto...
L’impulso di gettarsi addosso a lui era irresistibile e Tauriel mosse nella sua direzione, speranzosa…ma con sua grande delusione Kili le intimò di rimanere dov’era con un cenno, indicando con la testa la cima di alcuni monti che non sembravano rassomigliare più agli Ered Luin. Nello stesso momento, il vento che fino ad allora li aveva solo accarezzati prese a soffiare con più insistenza, mentre il cielo si incupiva, insieme ai pensieri di Tauriel…

“Vuoi che ci ripariamo presso la montagna? Non sei dunque cambiato…non sei diventato crudele…ma non ti fidi di me…non è vero amore mio?”

Il sussurro impercettibile di Tauriel e il suo sorriso triste sembrarono causare un accenno di tenerezza nel viso di Kili, il quale però si riebbe subito, sbattendo le palpebre e incamminandosi, apparentemente incurante del fatto che lei lo seguisse o meno…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-L’Ithilien fu effettivamente governato da Éowyn e Faramir, mentre Legolas si occupava della colonia elfica lì presente, fino alla sua partenza, ovviamente. Far quindi incontrare finalmente Éowyn e Tauriel, due personalità così simili, mi sembrava fattibile e giusto, tutto sommato. Per quanto riguarda l'età di Faramir e sua moglie, essendo sensibilmente più giovani di Aragorn e Arwen, sopravvivono loro.
 
-Le storie su Bosco Atro di cui si fa cenno, riguardano la distruzione di Dol Goldur, al suo interno. Evento che invece viene mostrato ai tempi dello Hobbit nel film. Non ho voluto scendere nei dettagli per non complicare le divergenze tra i libri e i film.
-La Dagor Dagorath è un po’ come la nostra Apocalisse, per certi versi. Su questo momento importante della storia della Terra di Mezzo, sulla sua fine cioè, vengono dette molte altre cose che ho preferito accorciare oppure omettere, perché troppo complicate ai fini della trama. Non ho però modificato nulla, limitandomi ad aggiungere Tauriel alla battaglia. I tre Silmarill vengono recuperati nel corso di questa battaglia, la loro luce viene sprigionata di nuovo, Arda si rinnova e (stando ad alcuni cenni di Tolkien) il mondo entra in una nuova era, presumibilmente la nostra. Ovviamente la terra è cambiata ed è in una sorta di preistoria. La “magia” quindi è sparita e con essa gli elfi e tutto ciò che era un tempo.

-Kili, anche se potrebbe sembrare così, non si è “reincarnato” ma è piuttosto “rinato”nell’unica forma ormai possibile sia per lui che per Tauriel, ovvero quella umana.

-La memoria di Tauriel, a differenza di quella di Kili, si è preservata perché lei al momento della fine di Arda era viva e il suo spirito è rimasto ancorato ai suoi ricordi, non essendo lei realmente morta. Kili invece, morto e prigioniero delle Aule di Mahal, non ha potuto trattenere i suoi ricordi perché appartenenti ormai ad "un'altra vita".

-Ho scelto gli Ered Luin perché non sono solo la parte più ad Ovest della Terra di Mezzo e quindi il luogo più vicino ai Valar, ma soprattutto perché sono la terra d’origine di Kili e quindi, verosimilmente, il luogo in cui lui infine rinasce.
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Vaene