Storie originali > Epico
Segui la storia  |       
Autore: Aimondev    15/05/2015    1 recensioni
L'umanità è a rischio estinzione.
Ogni giorno Zeus distrugge una polis Greca.
Ermes è stato assassinato.
Nelle forge di Efesto è in lavorazione un'armata di colossi più grandi di qualsiasi edificio umano.
Esseri mostruosi fuoriescono dalle loro spoglie mortali affermando che l'inizio di una nuova era è cominciato.
Il mondo è già stato sconvolto ma adesso Klearcos, l'assassino più abile di tutta la Grecia, sa per cosa combattere.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'alba degli eroi senza nome'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il sole batteva arrogante sulle alte colline sabbiose dalle quali, all’orizzonte, era già possibile scrutare i primi imponenti profili del massiccio dell’Imetto.

Due figure incappucciate si stavano incamminando verso la montagna. Alle loro spalle la grande metropoli di Atene era già sparita dietro alcune grandi rocce.  Nessun uomo sano di mente avrebbe mai percorso quell’itinerario, eppure la guida dei due aveva un passo sicuro e deciso. Poi si bloccò.

“Ci hanno trovati.”

“Che cosa?” Soter, l’Innominato alle sue spalle estrasse la spada guardandosi attorno, ma la situazione era del tutto statica e nell’aria poteva udire solo lo stridio di qualche sparuto mangiatore di carcasse alato.

“Hai sentito qualcuno o visto qualcosa, Sideris?”

“Nulla che le prerogative sensoriali di un uomo possano criptare.”

“Che cosa vuol dire?”

Sideris si avvicinò al compagno di viaggio, puntando un dito verso la sua nuova armatura, sottratta tempo prima all’Innominato Phobos.

Il Falcone emise un fischio che si fece via via sempre più sottile fino a sparire del tutto. Soter non capiva.

Poi il falcone si chinò davanti a lui e agguantò con mano quelle che al compagno non sembrarono essere altro che briciole.

“Tecnologia. Con questo affare Ares poteva rintracciare i nuovi Innominati in qualsiasi momento. Me ne sono accorto solo poco fa, dopo aver avvertito degli impulsi impercettibili a qualsiasi umano. Ma è stato per un tempo abbastanza lungo perché chi è in ascolto potesse localizzarci…”

Soter restò in deliquio.  “Stregoneria…Chiaroveggenza…Divinazione. Potevano sapere dove ci trovavamo”

“Non più adesso.”

“Comunque, una ragione in più per affrettarci. Forza muoviti!”

Sideris restò immobile a pensare.

“Forse c’è qualcosa che posso fare per te, ora che il mio intero potere è risvegliato”

S’avvicinò verso l’Innominato passo dopo passo sovrastandolo con tutta la sua imponenza dei suoi due metri di altezza. Il ragazzo gli arrivava a malapena all’altezza del ventre.

La tua armatura…” Disse poi il Falcone

“…La tua armatura è una delle armi inibite che le divinità usano per armare i propri araldi. In realtà il modello che hai indosso ha un potere offensivo catastrofico e una difesa impenetrabile, ma Ares ha deciso di inibire i loro poteri.

Perché? Per evitare che nelle missioni che affida ai suoi succubi, essi diventassero così tremendamente micidiali da attirare l’attenzione delle altre divinità.

Ma adesso siamo già al centro di ogni attenzione e dunque se possiamo vendere cara la pelle, lo faremo.

E quindi di cosa dispone questo gioiellino tecnologico?  Un sistema di rilascio di qualche pugnale e che altro? Un ridicolo lanciafiamme di cinque metri di gittata?” 

Soter rimase in silenzio ad ascoltarlo. Non riusciva a comprendere una sola parola. Dove voleva andare a parare?

Sideris toccò uno dei suoi spallacci con una mano. Le punta delle dita si sciolsero appiccicandosi sulla corazza sotto forma di un metallo densissimo.

Soter fece per muovere il braccio per difendersi in qualche modo, ma non riusciva a spostare un solo muscolo in quel momento. Era come se l’armatura non glielo permettesse. Neppure i bulbi oculari riuscivano a cambiare direzione: gli si erano affossati nelle orbite. Il fiato gli si fermò in gola poiché non riusciva a distendere né a dilatare il diaframma. Non riusciva a muovere la lingua per proferire parola.  Era completamente inerme ed alla mercé di Sideris, il quale se avesse voluto avrebbe potuto far di lui quello che desiderava.

Improvvisamente, una fitta lancinante alla testa gli provocò il dolore più intenso e sconvolgente della propria vita. La sua intera esistenza gli si ripresentò davanti, compresi i momenti più insignificanti: ogni singolo attimo vissuto. Come se in un istante avesse ripercorso i suoi ventiquattro anni. Poi…

-Aggiornamento completato- 

Proferì una voce non umana proveniente dalla propria corazza. Era come se si trovasse in un sogno. Nulla di ciò che stava accadendo intorno a lui sembrava avere un senso.

Sideris rilasciò la mano dalla corazza e si allontanò.

Adesso Soter poteva muoversi. Era confuso e spaventato. Aveva immaginato tutto? Era stata solo un’allucinazione? Incominciò a guardarsi attorno per vedere se c’era qualcuno oltre a loro due.

Nessuno. Ma allora cosa era appena accaduto?

 

“Ho disinibito le funzionalità della tua armatura, precedentemente bloccate. Adesso puoi dargli i comandi semplicemente con una parola. Imparerai strada facendo.

La notte era calata ma anziché accamparsi, i due viandanti continuavano a battere il passo,  sempre più veloci. 
Soter era sbalordito delle proprie capacità.

“Ora posso tagliare il buio delle tenebre con il mio sguardo, e correre senza stancarmi a una velocità che non avrei creduto possibile”

Sideris correva affiancandolo. Sembrava avere le stesse capacità.

E allora?” Chiese Soter “Che cos’hai in mente? Hai detto che un uomo ci avrebbe aiutato. Credi che vagando alla cieca in questo labirinto di rocce potremmo trovarlo?”

“Sarà lui a trovare noi”

Dopo aver vagato per diverso tempo presso le insidiose oscurità dell’Imetto, entrambi videro una figura. Sembrava un uomo. Ma ciò che non era chiaro era la sua distanza da loro.  Per dissonanza cognitiva, la figura umanoide sembrava trovarsi a pochi metri. Man mano che si avvicinavano capirono che in realtà si trovava molto più distante e che le sue dimensioni erano superiori rispetto a quelle di qualsiasi uomo o animale che avessero mai visto.

“Per gli inferi!  Che cos’è quel mostro?”
“Un Guardiano.  Siamo arrivati esattamente dove volevamo
.”

Ora a pochi passi dalla creatura, Soter ne poté comprendere le reali e mostruose dimensioni. La testa dell’Innominato arrivava all’altezza del malleolo. Doveva fare diversi passi indietro per contemplare il mostro nella sua interezza. Completamente nudo, senza peli né organi genitali. Al centro della fronte imperava un unico occhio.

“Ciclope”

Il mostro emise un grugnito appena li vide. In mezzo ai piedi della creatura c’era una folla di esseri barbuti ricoperti di pelliccia e dall’unico occhio: Arimaspi.  Le loro dimensioni erano umane, anche se imponenti quanto Sideris.
Il Falcone non disse una parola. Spalancò le braccia e rimase a guardare il gigante, finché, sorprendentemente, esso non si inginocchiò davanti a lui.

Gli Arimaspi sembravano averlo riconosciuto. Gli fecero strada. Soter lo seguì. Forse avevano davvero una valida speranza.

Camminarono per diverso tempo seguendo quelle strane creature. Lungo il percorso Soter ebbe sorpresa di vedere altre di quelle sentinelle giganti dall’unico occhio. Tutti s’inginocchiavano davanti al passaggio del Falcone.

Proseguirono finché dopo aver varcato diversi corridoi di roccia e oscure gallerie non giunsero innanzi a una grossa pietra che ostruiva il passaggio. Alcuni Arimaspi si misero ai lati carezzando la sua levigata superficie, e dopo poco, come oggetto di una potente stregoneria, la roccia si aprì davanti a loro come un’immensa porta.

Al di là del passaggio, delle fioche e innumerevoli fiaccole piantate a terra diedero un nuovo spessore alla realtà all’interno della caverna.

C’erano delle colonne doriche, costruzioni umane all’interno di un monumento naturale. I pilastri si facevano sempre più robusti e imponenti man mano che il gruppo proseguiva e che l’interno della caverna si faceva sempre più vasto e il soffitto sempre più alto.

Le colonne divennero immani quando si ritrovarono in una sala centrale. Il soffitto che sorreggevano era divenuto troppo alto per essere scrutato. E alle basi dei pilastri, ovunque c’erano movimenti, clangori e grida. Centinaia di Arimaspi al lavoro portavano carri ripieni di attrezzatura o riparavano grosse falle.  I ciclopi, a decine facevano lavori preclusi a qualsiasi gruppo sollevando giganteschi pezzi di metallo e portandoli a lavorare presso una brace su misura di gigante.

Infine, meraviglia delle meraviglie, arrivarono a contemplare dei Colossi più grandi di qualsiasi palazzo o cinta muraria mai vista in qualsiasi polis greca.  I ciclopi che erano già dei giganti, non erano abbastanza alti da arrivare all’altezza di un loro ginocchio. I colossi erano cinque.

“Il fumo si alza dall’Imetto. L’ora è tarda e Sideris il Falcone Nero finalmente è giunto nel reame di Efesto.  Ammira i Colossi, soldati su misura di un dio”
A parlare fu un uomo, questa volta con due occhi e gli stessi tratti di un umano. I fumi della forgia avevano reso il suo volto nero.

“Cedalione, fedele amico. Sono pronti?”
“Quasi. Abbiamo ancora bisogno di revisionarli e inoltre, non è facile trovare qualcuno in grado di manovrarli. Stiamo addestrando gli Arimaspi da quasi un anno, ma le nostre unità sono eccezionali solo nella forgiatura. Nessuno è pronto a coordinare  i movimenti dei colossi.”

“Troveremo in fretta una soluzione. I nemici presto saranno alle nostre porte, lo sento.”
“Nemici? Chi intendi?”
“Non lo so ancora. Ma qualcuno ci ha spiato mentre eravamo diretti qui. Dobbiamo affrettarci.”

Cedalione annuì preoccupato e tornò a dirigere i suoi Arimaspi nel lavoro.

 L’Innominato a questo punto trattenne Sideris.
“Aspetta un attimo. Ora voglio che mi spieghi tutto quanto”
Sideris annuì.
“Lo avrei fatto comunque. 
Come sai, gioco a scacchi con l’Olimpo da molto tempo, e il mio intento quest’ultimo periodo è stato quello di allungare la partita nascondendo Pandora il più a lungo possibile. Ma Zeus ha fatto una mossa scaltra con il suo Ultimatum alla Grecia.  Ha distrutto numerose polis trucidando il popolo senza fare distinzione tra amici e nemici.
Ora, tutti coloro che sognavano un mondo libero dal giogo degli dei, pur di salvare se stessi e i propri cari, mi hanno voltato le spalle.
Solo in pochissimi mi sono rimasti vicini.  Dieci uomini: Cercione, Almo, Oreste, Pilade, Aristomene, Acheo, Ischi, Elleno, Bellerofonte…e sorprendentemente tu.
A tutti loro ho dato uno straccio di mappa, e,  divisi per gruppi, avrebbero dovuto viaggiare in luoghi differenti.  Nella mappa ho tracciato dei punti dove, nei miei innumerevoli viaggi ho seppellito degli Artefatti di Ares, che rubai tempo fa.
Gli Artefatti sono potenti come la tua spada, ma l’influenza che essi suscitano negli uomini è ancora più potente.  Così giocando sulle emozioni di paura e sconforto del popolo, ho dato direttiva ai  miei prescelti di fingersi Araldi degli dei, scesi sulla terra per riunire gruppi di uomini in un’armata da scagliare contro il Falcone Nero, e il suo esercito.  Sarà davanti all’armata e in un luogo prescelto che  mi paleserò a tutti mostrando pubblicamente che gli dei possono essere sconfitti…e uccisi.
Ma prima di questo, metterò in gioco anche la mia ultima risorsa, perché la forza degli uomini da sola non basta contro l’Olimpo.
L’armata che si trova in questa Forgia piegherà l’ultima resistenza al servizio dell’Olimpo, e poi…Con questi immani colossi, alla testa dei popoli liberi del mondo, scaleremo l’Olimpo scaraventando al suolo le false divinità.”

Soter fu scosso da quelle parole.
“E Pandora?”
“Ce la riprenderemo”

Soter guardò i giganteschi Colossi di 60 metri.

“Può davvero una forza di invasione terrestre riuscire ad avere esito contro la forza dell’Olimpo?”
“Forse. Perché dalla nostra parte abbiamo due Aquile. Non ricordi?”

Il Falcone si voltò in una direzione, dove una figura stava camminando verso di loro. Tutti erano genuflessi davanti a quella donna. Scoiattoli, volpi e piccole talpe la seguivano ovunque ella andasse. La sua bellezza era surreale e i suoi occhi verdi erano penetranti come lame.

 “Ricordo di questa splendida donna…Qual è il suo nome?”
“E’ una delle due Aquile, il suo nome dovrebbe esserti già giunto all’orecchio…Artemide.”

 La donna parlò.
“I miei omaggi Falcone Nero. Se ti trovi qui in questo momento, vuol dire che ciò che sarebbe dovuto accadere è successo: ti sei liberato del limite che arginava i tuoi ricordi e le tue prerogative. Quel blocco che io non ero in grado di rimuovere è stato rimosso. Sapevo che il Destino avrebbe rimediato a questa esigenza.”

Sideris la guardò consapevole.
“Sì. Ora è tutto diverso. Ricordo di te. Ricordo che anni fa stabilimmo questo incontro e questo piano d’attacco, assieme a Efesto…Ma la situazione ora è degenerata: Pandora è stata rapita, e le armi di Ermes ci sono state sottratte.”
“Coloro che hanno rapito la donna non agiscono per conto dell’Olimpo. L’Olimpo non sa niente del rapimento e continua a credere che a tenerla sia ancora tu.”

 “Non è stato l’Olimpo?” Intervenne Soter. “Ma allora CHI?”
Artemide lo guardò con i suoi occhi pungenti.
Fu Sideris a rispondere: 
Ares. Se sono stati gli Innominati a rapire la ragazza e se dopo quasi due settimane ancora non abbiamo avuto riscontro da Zeus, allora vuol dire che la sta tenendo sotto la sua custodia…Ma non conosco il motivo di questo suo gesto”

Ares” Soter strinse i denti.
“Non scoraggiarti” Disse la bella dea.  Abbiamo ancora delle risorse dalla nostra per capovolgere la situazione. E se è stato Ares e non Zeus a prendere la donna, allora possiamo tirare un respiro di sollievo. Voi Falchi avete degli alleati forti. Anche Efesto combatterà contro l’Olimpo.”

“Per quale motivo dovreste aiutarci e uccidere la vostra stessa gente?” Chiese l’Innominato.
“E’ una questione di cui non posso parlare. Ti basti solo sapere che rischieremo la vita assieme a voi

Soter strinse gli occhi.

“Per ora ho sentito solo parole. Se avete un piano d’attacco, voglio farne parte il più presto possibile”

Con indicibile arroganza voltò le spalle alla dea e al Falcone e si ritirò.

“È  molto risoluto. Non avevo dubbi” Disse Artemide con un sorriso.

Sarà una carta vincente per volgere la Guerra a nostro favore.” Rispose Sideris. Poi dopo aver porto i suoi omaggi ad Artemide si congedò dirigendosi verso Cedalione.  “Ho trovato uno dei cinque guerrieri che manovreranno i colossi.”
“Chi?” chiese l’uomo. “Quel ragazzo che ti seguiva?” rise. “Potrei rimediare di meglio. Uomini forti e molto più allenati.”

Sideris scosse la testa.  “Era un Innominato, un tempo Araldo di Ares. Non esistono uomini più letali in questo mondo.”
“Oh! Lui. Un a-araldo di Ares”
ripeté incredulo Cedalione “Pensavo fossero più grossi”.


“SIDERIS!” Esclamò una voce baritonale.
“MIO SIGNORE, SEI DAVVERO TU!”  Un Arimaspo correva verso di lui. Dopo un po’ che si avvicinava il Falcone Nero si accorse che era ben più grosso degli altri, e che, incredibilmente non era nemmeno un arimaspo, ma solo…Un umano, cieco di un occhio.

Perifete lo abbracciò facendo sembrare Sideris poco più di un nano. Il viso del Falcone si schiacciò contro il suo petto villoso e nerboruto.
“Pensavamo che non saresti mai arrivato!” Disse il gigante con una vena di commozione.  “Siamo rimasti qui dopo aver incontrato la Dea. Ci ha detto di restare, perché sapeva che saresti arrivato prima o poi…Pensavo mentisse…Pensavo…”

“Perifete! Il più grande e il più forte dei miei luogotenenti. Non posso esprimere il compiacimento che trovo nel rivederti vivo e…Quasi in salute” Guardò il suo occhio cieco.

“Questo…Graffio non è nulla per me.  Mi ricorda solo l’odio che nutro verso gli Spartani e i cani dell’Olimpo.  A lungo sono stato torturato, ma né io né nessuno dei miei uomini ha mai ceduto informazioni importanti al nemico”
“Non mi aspettavo nulla di meno da te
” Rispose il Falcone, ben consapevole che le informazioni veramente importanti, per motivi di estrema sicurezza non le aveva rivelate neppure ai suoi seguaci più vicini a lui.   

“Ma aspetta! Guarda!” Esclamò entusiasta Perifete indicando i soldati che si stavano avvicinando “i tuoi uomini più fedeli sono rimasti con te. Costoro non ti hanno mai voltato le spalle.”

Venne Alcone, uno degli archi più infallibili di tutta la Grecia. Si era fatto un nome durante le passate Olimpiadi, come anche molti tra le fila dei rivoluzionari.
Seguirono Etolo, corridore olimpionico, il suo volto era consumato dal pianto e dalla sofferenza per la perdita dei suoi figli ma la vista del Falcone mostrò una nuova luce nei suoi occhi; e Falanto, il terrore dei Peloponnesiaci.
Poi arrivarono Podalirio, uno dei più abili medici della Grecia. Giunse Nasso, principe e ultimo superstite della stirpe dei Cari. E arrancante li raggiunse il vecchio Nannaco, venerando bardo ancora dedito alla battaglia.
“Non sei solo.”

Parentesi anacronistiche 11:

Arimaspi:

La zona dell’Imetto un tempo radioattiva, ha modificato in tempi più antichi la prole di tutti i clan e nuclei di esseri umani che vivevano lì.  Con il passare delle generazioni, i discendenti sono diventati sempre più robusti e imponenti a causa delle radiazioni. E, quando venne alla luce la prima bimba dal solo occhio, poiché i ciclopi si erano già stanziati e le popolazioni del posto li consideravano al pari di divinità, venne vista come un’eletta degli dei e sacerdotessa di tutti loro.  Con il tempo, nacquero molti altri bambini con un unico occhio tra i vari clan. Questa nuova discendenza chiamò se stessa ARIMASPI e si impegnò di servire i ciclopi e il dio Efesto.  Il nome della bambina divenuta Sacerdotessa è Cabeiro (vedi capitolo 1)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Epico / Vai alla pagina dell'autore: Aimondev