Nuovo anno, nuovo capitolo!
Eossina: sono contenta che ti sia piaciuta Maria e il suo modo di fare. Essendo la protagonista ho voluto che fosse positiva, certo è pasticciona, a volte sbaglia ma mi piaceva l'idea che fosse "buona", un po' quello che manca nella vita di Michael. Non so come mi sia uscita la battuta sul profumo però sono contenta che sia stata apprezzata xD
Capa: non sono brava con le macchinazioni, preferisco la semplicità e in questa storia lo noterai più volte (però un paio di sorpresine ci saranno comunque) e il bello del loro rapporto è proprio che trovano facile confidarsi pensieri che normalmente non direbbero a nessuno, vuoi perchè è più facile farlo con qualcuno che non ti conosce bene, vuoi perchè sentono di potersi fidare. Un altro punto per la battuta del profumo, ma bene xD
Capitolo
9°
La notte passò tranquillamente e tutt’e due riposarono.
Maria aprì gli occhi e si girò a guardare la radiosveglia, segnava le
5.10. Nella penombra della stanza vide che Michael si era messo a pancia sotto
con le mani infilate sotto al cuscino. Maria lo guardò e le si addolcì
l’espressione, era così tenero abbandonato nel sonno, la bocca leggermente
socchiusa, con quelle labbra che chiedevano solo di essere baciate, un cucciolo
bisognoso di affetto.
Maria l’aveva capito dalle
sue parole, aveva sofferto, rifiutava di farsi coinvolgere emotivamente però non
voleva rimanere solo. Lei si chiese se non stesse giocando con il fuoco stando
vicino a lui, doveva stare attenta a non affezionarsi troppo. In quel momento
lui fece una smorfia nel sonno ed una ciocca di capelli gli ricadde sulla
guancia. Lei la prese spostandola indietro. Vederlo così, in quel momento, le
faceva venire voglia di proteggerlo, di abbracciarlo forte.
Scosse la testa cercando di scacciare questi pensieri.
“Michael
è stato chiaro con me, il nostro rapporto è puramente simbolico, lui l’ha detto
chiaramente ed è una cosa che non devo scordare”
Si tolse la voglia di dargli un piccolo bacio sulla gobba del naso e si
rimise giù a dormire.
La seconda volta che aprì gli occhi le sembrò di aver riposato per appena
cinque minuti ma guardando di nuovo la radiosveglia si rese conto che erano le
10.00. Guardando dall’altro lato del letto si accorse di essere sola, però
Michael non doveva essersi alzato da molto, c’era ancora l’impronta del suo
corpo ed appoggiando la testa sul suo cuscino Maria ispirò il suo profumo.
D’improvviso il cellulare di lui si mise a suonare, lei rimase immobile dubbiosa
su cosa fare, quando sentì una porta chiudersi decise di far finta di dormire non
sapendo come affrontarlo. Rimase immobile con gli occhi chiusi e lo sentì
entrare in camera affrettandosi a rispondere al
telefono.
“Pronto”
Maria non poteva sentire cosa diceva l’altra persona ma capì dal tono che
si trattava di una donna.
“Tu non mi disturbi mai”
Poi si mise a ridere.
“Va bene. Ogni tuo desiderio è un ordine, ci sarò
sicuramente”
Maria rifletté sul fatto che la donna al telefono doveva avere un legame
particolare con lui, il suo tono di voce era molto
dolce.
“Oggi a pranzo? Come ti sono mancato? Non ci vediamo da una
settimana!”
“Lo so, ormai mi sono abituato”
“Va bene ci sarò”
“Anch’io”
“Ma si può sapere con chi stava parlando al telefono? Prima mi chiede di
fingere una storia con lui e poi scopro che lui ha veramente una donna segreta.
Brava Maria e tu che ti preoccupavi per lui”
“Guarda che puoi aprire gli occhi adesso
tigre”
La voce di Michael la riscosse dai suoi
pensieri.
“Non è possibile che lo squillo del cellulare non ti abbia
svegliata”
Lei aprì gli occhi guardandolo con espressione
innocente.
“Buongiorno”
“Mi stavi spiando?”
“Veramente io ero qui in camera, se non volevi farti sentire bastava che
uscissi per andare di là”
“Come sei acida la mattina”
Maria gli rispose con una linguaccia e si alzò dal letto diretta in
bagno.
Si ritrovarono poi in cucina per fare colazione. Lei indossava ancora la
sua maglietta che le lasciava scoperte le gambe, quasi a volersi vendicare di
quella telefonata mostrandogli cosa non avrebbe mai avuto.
“Oggi non ci sono a pranzo” esordì lui passandole una
tazza.
“L’avevo intuito”
Maria sapeva di aver usato ancora una volta un tono acido ma non poteva
farne a meno.
“Anch’io ho degli impegni oggi, anzi questa
sera”
“Davvero?”
“Certo ti sembra così strana la cosa?”
“No assolutamente”
Una volta pronti uscirono entrambi di casa e Maria dopo un frettoloso
saluto scappò via.
Arrivata a casa si cambiò, visto che indossava ancora il vestito della
sera prima, e telefonò a Laurie per organizzare la serata, voleva sfogarsi e, in
modo indiretto, vendicarsi della telefonata ricevuta da
Michael.
*****
La giornata passò velocemente ed arrivò il momento di prepararsi. Maria
si guardò allo specchio, stava veramente bene. Aveva indossato una maglietta
scollata sopra ad una minigonna che lasciava scoperte le sue gambe. Si sarebbe
divertita questa sera e flirtato con chiunque le si sarebbe avvicinato.
“E non perché voglio vendicarmi di Michael, ma solo perché mi
va”
Il citofono all’ingresso suonò e lei si affrettò a prendere la borsa per
scendere da Laurie che era passata a prenderla.
Il locale era affollato, di trattava di un pub con uno spazio destinato a
chi voleva ballare. L’ambiente era poco illuminato e le due ragazze trovarono un
tavolo libero ed ordinarono due bicchieri di vodka.
“Allora cosa mi racconti, tutto bene con il tuo pezzo
grosso?”
“Sì, diciamo che non mi lamento e in
ufficio?”
“La solita vita. Ho litigato con Joey e quindi stasera voglio divertirmi
come ai vecchi tempi”
“Sono perfettamente d’accordo”
Cominciarono ad elencare i difetti degli uomini e continuarono ad
ordinare alcolici da bere per brindare. Poi euforiche si spostarono sulla pista
da ballo iniziando a muoversi a ritmo della musica. Due ragazzi si affiancarono
a loro ballando e formarono così un gruppetto. Ad un certo punto Laurie le fece
un cenno.
“Vado a sedermi con lui”
“Ok”
Maria continuò a ballare con il ragazzo che aveva davanti, l’alcool
cominciava a fare effetto e si sentiva la testa leggera, rise senza saperne il
motivo. L’unica cosa fastidiosa è che aveva sempre davanti agli occhi il viso di
Michael, ripensò all’appuntamento con la misteriosa donna del
telefono.
“Non sono per niente gelosa della sua amante
segreta”
“Cosa, non ho capito”
“Niente, stavo solo pensando ad alta voce”
Il ragazzo le si avvicinò abbracciandola mentre la musica diventava più
lenta, all’inizio lei lo lasciò fare ma quando provò a baciarla si ritrasse e
cercò di divincolarsi.
“Ehi, lasciami”
“Perché? Ci stiamo divertendo un po’”
Maria provò ancora ad allontanarlo da lei ma la sua stretta era troppo
forte. Ad un certo punto chiuse gli occhi voltando la testa di lato per evitare
il suo viso. D’un tratto fu libera, quando riaprì gli occhi vide davanti a sé
Michael.
“Scusami ma lei sta con me” lo sentì dire.
“Calma amico, la ragazza non mi ha detto
così”
“Adesso lo sai”
“Ok, me ne vado”
Lui la guardò e prendendola per un braccio la condusse fuori dal locale.
“Cosa pensavi di fare?” l’aggredì.
“Mi stavo divertendo”
“A me è sembrato tutto il contrario”
Maria cominciò a ridere e Michael capì che doveva essere un po’ brilla.
“Andiamo, ti porto a casa”
Lei si divincolò da lui.
“No, sono qui con Laurie e non voglio andare
via”
“Tu non stai bene, saluta la tua amica e poi
andiamo”
“Io torno dentro tu puoi fare quello che
vuoi”
Maria rientrò nel pub ed individuò Laurie e le si avvicinò
all’orecchio.
“Vado a casa mi sento stanca. Ho un amico che mi
accompagna”
“Ok, io mi fermo ancora un po’”
Maria e Michael salirono in macchina senza scambiarsi una parola.
Lui era furioso, era entrato in quel locale per bere qualcosa e quando
l’aveva vista gli era venuto un colpo. Non aveva fatto in tempo ad avvicinarsi
che il ragazzo aveva cercato di baciarla e in quel momento lui avrebbe voluto
picchiarlo solo per averla sfiorata. Guidò fino al proprio appartamento e quando
scese dalla macchina aprendo la portiera a lei la vide imbronciata con le
braccia conserte.
“Io voglio andare a casa mia, non scendo”
Lui sbuffò, se normalmente era una testa dura ubriaca era ancora
peggio.
“Forza, se scendi e mi fai vedere che stai bene ti porto a casa
tua”
Lei lo fece ed in un lampo lui se la caricò sulle
spalle.
“Michael lasciami”
Non ottenne nessuna risposta mentre si aprivano le porte
dell’ascensore.
“Mettimi giù”
Gli stava dando dei pugni sulla schiena ma senza ottenere niente. Alla
fine ci rinunciò rimanendo appoggiata a lui e respirando il suo profumo che,
come la prima volta, le faceva accelerare i battiti. Le porte di aprirono e
Michael, dopo aver preso le chiavi di casa, entrò nel suo appartamento sempre
tenendosela sulla spalle. Dopo aver percorso il salotto la depose delicatamente
sul letto e se ne andò dopo averle lanciato un’occhiata per niente amichevole.
Maria avrebbe voluto alzarsi ed andarsene subito a casa sua, ma si
sentiva stanca e il suo letto era così comodo, senza accorgersene chiuse gli
occhi e si addormentò.