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Autore: agatha    02/01/2009    3 recensioni
Cinderella è sempre stata la favola preferita di Maria. Può la sua vita ricalcare quella della protagonista? Se il destino le fa incontrare un moderno principe azzurro come Michael, su una Ferrari al posto di un cavallo bianco, tutto è possibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo anno, nuovo capitolo!

 

Eossina: sono contenta che ti sia piaciuta Maria e il suo modo di fare. Essendo la protagonista ho voluto che fosse positiva, certo è pasticciona, a volte sbaglia ma mi piaceva l'idea che fosse "buona", un po' quello che manca nella vita di Michael. Non so come mi sia uscita la battuta sul profumo però sono contenta che sia stata apprezzata xD

 

Capa: non sono brava con le macchinazioni, preferisco la semplicità e in questa storia lo noterai più volte (però un paio di sorpresine ci saranno comunque) e il bello del loro rapporto è proprio che trovano facile confidarsi pensieri che normalmente non direbbero a nessuno, vuoi perchè è più facile farlo con qualcuno che non ti conosce bene, vuoi perchè sentono di potersi fidare. Un altro punto per la battuta del profumo, ma bene xD

 

 

Capitolo 9°

 

La notte passò tranquillamente e tutt’e due riposarono.

Maria aprì gli occhi e si girò a guardare la radiosveglia, segnava le 5.10. Nella penombra della stanza vide che Michael si era messo a pancia sotto con le mani infilate sotto al cuscino. Maria lo guardò e le si addolcì l’espressione, era così tenero abbandonato nel sonno, la bocca leggermente socchiusa, con quelle labbra che chiedevano solo di essere baciate, un cucciolo bisognoso di affetto.

 Maria l’aveva capito dalle sue parole, aveva sofferto, rifiutava di farsi coinvolgere emotivamente però non voleva rimanere solo. Lei si chiese se non stesse giocando con il fuoco stando vicino a lui, doveva stare attenta a non affezionarsi troppo. In quel momento lui fece una smorfia nel sonno ed una ciocca di capelli gli ricadde sulla guancia. Lei la prese spostandola indietro. Vederlo così, in quel momento, le faceva venire voglia di proteggerlo, di abbracciarlo forte.

Scosse la testa cercando di scacciare questi pensieri.

“Michael è stato chiaro con me, il nostro rapporto è puramente simbolico, lui l’ha detto chiaramente ed è una cosa che non devo scordare”

 

Si tolse la voglia di dargli un piccolo bacio sulla gobba del naso e si rimise giù a dormire.

La seconda volta che aprì gli occhi le sembrò di aver riposato per appena cinque minuti ma guardando di nuovo la radiosveglia si rese conto che erano le 10.00. Guardando dall’altro lato del letto si accorse di essere sola, però Michael non doveva essersi alzato da molto, c’era ancora l’impronta del suo corpo ed appoggiando la testa sul suo cuscino Maria ispirò il suo profumo. D’improvviso il cellulare di lui si mise a suonare, lei rimase immobile dubbiosa su cosa fare, quando sentì una porta chiudersi  decise di far finta di dormire non sapendo come affrontarlo. Rimase immobile con gli occhi chiusi e lo sentì entrare in camera affrettandosi a rispondere al telefono.

“Pronto”

Maria non poteva sentire cosa diceva l’altra persona ma capì dal tono che si trattava di una donna.

“Tu non mi disturbi mai”

Poi si mise a ridere.

“Va bene. Ogni tuo desiderio è un ordine, ci sarò sicuramente”

Maria rifletté sul fatto che la donna al telefono doveva avere un legame particolare con lui, il suo tono di voce era molto dolce.

“Oggi a pranzo? Come ti sono mancato? Non ci vediamo da una settimana!”

“Lo so, ormai mi sono abituato”

“Va bene ci sarò”

“Anch’io”

 

“Ma si può sapere con chi stava parlando al telefono? Prima mi chiede di fingere una storia con lui e poi scopro che lui ha veramente una donna segreta. Brava Maria e tu che ti preoccupavi per lui”

“Guarda che puoi aprire gli occhi adesso tigre”

La voce di Michael la riscosse dai suoi pensieri.

“Non è possibile che lo squillo del cellulare non ti abbia svegliata”

Lei aprì gli occhi guardandolo con espressione innocente.

“Buongiorno”

“Mi stavi spiando?”

“Veramente io ero qui in camera, se non volevi farti sentire bastava che uscissi per andare di là”

“Come sei acida la mattina”

Maria gli rispose con una linguaccia e si alzò dal letto diretta in bagno.

 

Si ritrovarono poi in cucina per fare colazione. Lei indossava ancora la sua maglietta che le lasciava scoperte le gambe, quasi a volersi vendicare di quella telefonata mostrandogli cosa non avrebbe mai avuto.

“Oggi non ci sono a pranzo” esordì lui passandole una tazza.

“L’avevo intuito”

Maria sapeva di aver usato ancora una volta un tono acido ma non poteva farne a meno.

“Anch’io ho degli impegni oggi, anzi questa sera”

“Davvero?”

“Certo ti sembra così strana la cosa?”

“No assolutamente”

Una volta pronti uscirono entrambi di casa e Maria dopo un frettoloso saluto scappò via.

Arrivata a casa si cambiò, visto che indossava ancora il vestito della sera prima, e telefonò a Laurie per organizzare la serata, voleva sfogarsi e, in modo indiretto, vendicarsi della telefonata ricevuta da Michael.

 

*****

 

La giornata passò velocemente ed arrivò il momento di prepararsi. Maria si guardò allo specchio, stava veramente bene. Aveva indossato una maglietta scollata sopra ad una minigonna che lasciava scoperte le sue gambe. Si sarebbe divertita questa sera e flirtato con chiunque le si sarebbe avvicinato.

“E non perché voglio vendicarmi di Michael, ma solo perché mi va”

Il citofono all’ingresso suonò e lei si affrettò a prendere la borsa per scendere da Laurie che era passata a prenderla.

 

Il locale era affollato, di trattava di un pub con uno spazio destinato a chi voleva ballare. L’ambiente era poco illuminato e le due ragazze trovarono un tavolo libero ed ordinarono due bicchieri di vodka.

“Allora cosa mi racconti, tutto bene con il tuo pezzo grosso?”

“Sì, diciamo che non mi lamento e in ufficio?”

“La solita vita. Ho litigato con Joey e quindi stasera voglio divertirmi come ai vecchi tempi”

“Sono perfettamente d’accordo”

Cominciarono ad elencare i difetti degli uomini e continuarono ad ordinare alcolici da bere per brindare. Poi euforiche si spostarono sulla pista da ballo iniziando a muoversi a ritmo della musica. Due ragazzi si affiancarono a loro ballando e formarono così un gruppetto. Ad un certo punto Laurie le fece un cenno.

“Vado a sedermi con lui”

“Ok”

Maria continuò a ballare con il ragazzo che aveva davanti, l’alcool cominciava a fare effetto e si sentiva la testa leggera, rise senza saperne il motivo. L’unica cosa fastidiosa è che aveva sempre davanti agli occhi il viso di Michael, ripensò all’appuntamento con la misteriosa donna del telefono.

“Non sono per niente gelosa della sua amante segreta”

“Cosa, non ho capito”

“Niente, stavo solo pensando ad alta voce”

Il ragazzo le si avvicinò abbracciandola mentre la musica diventava più lenta, all’inizio lei lo lasciò fare ma quando provò a baciarla si ritrasse e cercò di divincolarsi.

“Ehi, lasciami”

“Perché? Ci stiamo divertendo un po’”

Maria provò ancora ad allontanarlo da lei ma la sua stretta era troppo forte. Ad un certo punto chiuse gli occhi voltando la testa di lato per evitare il suo viso. D’un tratto fu libera, quando riaprì gli occhi vide davanti a sé Michael.

“Scusami ma lei sta con me” lo sentì dire.

“Calma amico, la ragazza non mi ha detto così”

“Adesso lo sai”

“Ok, me ne vado”

Lui la guardò e prendendola per un braccio la condusse fuori dal locale.

“Cosa pensavi di fare?” l’aggredì.

“Mi stavo divertendo”

“A me è sembrato tutto il contrario”

Maria cominciò a ridere e Michael capì che doveva essere un po’ brilla.

“Andiamo, ti porto a casa”

Lei si divincolò da lui.

“No, sono qui con Laurie e non voglio andare via”

“Tu non stai bene, saluta la tua amica e poi andiamo”

“Io torno dentro tu puoi fare quello che vuoi”

Maria rientrò nel pub ed individuò Laurie e le si avvicinò all’orecchio.

“Vado a casa mi sento stanca. Ho un amico che mi accompagna”

“Ok, io mi fermo ancora un po’”

 

Maria e Michael salirono in macchina senza scambiarsi una parola.

Lui era furioso, era entrato in quel locale per bere qualcosa e quando l’aveva vista gli era venuto un colpo. Non aveva fatto in tempo ad avvicinarsi che il ragazzo aveva cercato di baciarla e in quel momento lui avrebbe voluto picchiarlo solo per averla sfiorata. Guidò fino al proprio appartamento e quando scese dalla macchina aprendo la portiera a lei la vide imbronciata con le braccia conserte.

“Io voglio andare a casa mia, non scendo”

Lui sbuffò, se normalmente era una testa dura ubriaca era ancora peggio.

“Forza, se scendi e mi fai vedere che stai bene ti porto a casa tua”

Lei lo fece ed in un lampo lui se la caricò sulle spalle.

“Michael lasciami”

Non ottenne nessuna risposta mentre si aprivano le porte dell’ascensore.

“Mettimi giù”

Gli stava dando dei pugni sulla schiena ma senza ottenere niente. Alla fine ci rinunciò rimanendo appoggiata a lui e respirando il suo profumo che, come la prima volta, le faceva accelerare i battiti. Le porte di aprirono e Michael, dopo aver preso le chiavi di casa, entrò nel suo appartamento sempre tenendosela sulla spalle. Dopo aver percorso il salotto la depose delicatamente sul letto e se ne andò dopo averle lanciato un’occhiata per niente amichevole.

Maria avrebbe voluto alzarsi ed andarsene subito a casa sua, ma si sentiva stanca e il suo letto era così comodo, senza accorgersene chiuse gli occhi e si addormentò.

 

  
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