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Autore: Hypnotic Poison    17/05/2015    7 recensioni
Raccolta totalmente random di fanfic che non hanno superato la prova del nove per diventare OS a sé.
Kishinto, Ryochigo, Paitasu, tipologie varie, chi più ne ha più ne metta :)
25) Perfect, part II: « "Ehi," lei si sedette a fianco a lui, appoggiando le braccia alle ginocchia, attentissima a non sporcarsi il vestito nuovo, "Che fai?"
"What does it look like I'm doing, ginger?" »
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Mint Aizawa/Mina, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cravings

 

 

 

“Voglio un hamburger. O le patatine fritte con il formaggio fuso sopra. C’è un McDonald’s qui? O un hot dog!”
Minto alzò gli occhi al cielo mentre cercava di tirare fuori una Ichigo palesemente sbronza dal sedile posteriore dell’auto, con Retasu che sosteneva l’amica rossa per i fianchi, spingendola.
“Ho faaaaaaaaaame.”
“Tu hai sempre fame, Momimiya.” Ridacchiò la mora, inciampando leggermente sui tacchi.
Ryo, dalla macchina seguente, arrivò in loro soccorso, agguantando l’altro polso di Ichigo: “Ci penso io, Minto, non preoccuparti. Vorrei evitare che ti sfracellassi al suolo anche tu.”
“Umpf!” esclamò lei “Guarda che io, qua, sono la meno ubriaca di tutte!”
“Certo, come no,” replicò il biondo, osservandola ondeggiare pericolosamente da un fianco all’altro mentre ridacchiava convinta. “Retasu, ce la fai?”
Sìsì,” trillò sicura di sé quest’ultima, arrampicandosi fuori dal sedile in verso contrario, così da potersi sostenere all’automobile “Anche io ho fame.”
“Mangiamooooooo,” squillò Ichigo, avvolgendo le braccia attorno al collo di Ryo e guardandolo supplichevole “Ryoooo per favore un hot dooooooooog.”
Minto rise buttando la testa all’indietro, sbandando così tanto che Pai, il loro “autista”, la dovette sostenere per un braccio prima di poter andare a soccorrere Retasu: “Lo sappiamo, Ichigo-chan, che ti piacciono i cibi americani.”
“Ahahahah, a Ichigo piacciono gli hot dog americani,” rise sguaiata Purin, spuntata dalla stessa macchina del povero Shirogane, che stava borbottando sottovoce minacce e maledizioni mentre cercava di sostenere in posizione eretta la rossa.
“Ah sì?” sbottò questa con rabbia mentre si voltava con uno scatto tale da farla sgusciare dalle mani del suo ragazzo “Allora volete sapere cosa piace daaaavvveeeeeeeero tanto a Mintooo? La quiche!”
“Ichigo!” strillò la mora, assumendo un notevole color porpora sulle guance e sbattendo i piedi a terra “Sei impazzita?!”
“Scusate, cosa?” Kisshu, che era rimasto a parcheggiare l’auto, sopraggiunse ovviamente in quel momento, e lanciò un’occhiata divertita alla ballerina.
“A Minto piacciono le quiiiiiiche!” cantilenò con una risatina Ichigo.
“Sei una volgare popolana sguaiata!” strillò Minto cercando di sovrastare la risata isterica di Purin.
“Non capisco cosa stia succedendo.”
Ryo lanciò un’occhiata d sghembo a Kisshu, decidendosi solo in quel momento che l’unico modo per tenere ferma Ichigo fosse di caricarsela in spalla: “La prossima volta che offri da bere a tutti, ricordati che queste non reggono nulla.”
“E’ il compleanno di Reta-chan, mi sembrava una cosa carina. Ci siamo divertiti, no?”
Uh-uh,” replicò sarcastico il biondo con uno sbuffo, Ichigo ormai mezza addormentata a testa in giù “Look at how much fun I’m having now.
“Hot dooooog,” borbottò lei con poca convinzione.
“Dai, biondo, dalle sto hot dog.” rise sguaiato Kisshu, saltando sul carro dei doppi sensi di quella serata.
Shirogane lo guardò con rabbia: “Ringrazia che ho entrambe le mani occupate.”
“Poco senso dell’umorismo anche dopo la birra, vedo,” ironizzò l’alieno “Almeno loro due si stanno divertendo sul serio.”
Indicò con un cenno della testa Zakuro ed Eyner, ancori seduti in auto e parecchio impegnati in un appassionato bacio.
Ryo sospirò: “Va bene, basta, ora di andarsene.”
“No, scusate,” Minto fece un passo avanti, le braccia incrociate “Non ho capito perché si è scelto di andare a casa mia.”
“Perché ci puoi ospitare tutti e la festa può continuare, passerottino.”
Lei cercò di mantenere la sua posa orgogliosa, il mento alzato, nonostante l’evidente instabilità dell’equilibrio: “Non pensarci nemmeno, Ikisatashi. Non ci sarà nessuna festa, soprattutto non per te.”
“Ah sì? Scusami, ma non ho capito bene quel discorso che facevate prima sulle quiche?” esclamò lui, avvolgendole un braccio attorno alle spalle.
Minto arrossì nuovamente e cercò di scrollarselo di dosso: “Sparisci, maniaco.”
Lui rise, sorreggendola nel suo vano tentativo di sgusciare così che non crollasse a terra. “Dai, tortorella, ti do un passaggio. Vuoi favorire?” chiese poi rivolto a Ryo.
Il biondo considerò per un attimo il dolce peso di Ichigo comparato ai lunghi scaloni di villa Aizawa. “Sì, grazie.”
“Li lasciamo lì?”
Si voltarono verso i finestrini ormai appannati dell’auto, fortunatamente già parcheggiata all’interno dei confini della proprietà.
“Vuoi andare a disturbarli tu?”
“Non proprio.”
“Allora ciao.”
Kisshu li teletrasportò dentro, atterrando in uno dei lunghi corridoi su cui si affacciavano le camere.
Una delle porte era aperta, e si poteva sentire Pai discutere con una ridente Retasu che non voleva saperne di stendersi nel letto. Purin e Taruto, invece, erano spariti, ma gli altri non volevano esattamente andarli a cercare.
“Be’, buonanotte,” decretò Ryo, “Comportatevi bene.”
“Non te l’assicuro.”
“Non diciamo cretinate!”
Shirogane rise delle loro risposte opposte ma sincronizzate. Anzi, quasi quasi era più preoccupato per quel deficiente di Kisshu. “Bye bye.
“Mi raccomando l’hot dog!”
Anche Minto si lasciò andare ad una risatina per quella volta, ed ondeggiò pericolosamente mentre si toglieva i tacchi.
“Sei sbronza, eh, passerottino?”
“Lorichetto.”
Zampettò veloce sul tappeto, verso la sua camera, canticchiando allegra. Kisshu la seguì con lo sguardo, ridacchiando sottovoce ed infilandosi le mani in tasca. Non era il caso di provarci ulteriormente con lei, almeno non quando era così intossicata.
Ma non aveva programmato che Minto tentasse di slacciare la zip del vestito prima di entrare in camera, aprendo le falde del tessuto delicato e lasciando che le scivolasse appena lungo la curva del collo.
Smise per un attimo di respirare, ma non riuscì ad evitare di scostare lo sguardo nel vedere la pelle bianca delle sue scapole, ed il vecchio segno Mew, apparire fugace. “Le quiche, eh?”
Minto aprì la porta e si fermò un istante, sorridendogli da sopra la spalla scoperta prima di entrare: “Notte, notte, Kisshu.”
Lui rimase imbambolato qualche altro secondo. Non vedeva già l’ora che fosse mattina. 

 




Con il ritmo di una a settimana mi sa che finirò presto - ma è una bella domenica, e volevo farmi rovinare la giornata dall'editor di HTML prima di buttarmi sui paper per l'università ;) Per l'idea di questa ff devo ringraziare JunJun e un suo "doppio-senso" (credo) in una risposta ad un mio commento - spero se lo ricordi ahah. Il copyright di Eyner va, ovviamente, alla onee-sama Ria e alla sua Crossing!

Datemi un po' di attenzioni, susu, manteniamo viva la sezione! :D 

Un bacione a tutte e buona domenica :)

 

   
 
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