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Autore: Mannaro    17/05/2015    1 recensioni
Questa è la mia storia, di come sono entrato in My little pony, di come ho incontrato amici e nemici, di come ho conosciuto persone che ci entrano e ci escono, ma, con capacità da me irraggiungibili. Di come conobbi Fluttershy di persona e mi innamorai di lei, di come conobbi tutta Equestria e di come scoprii cose che non immaginavo nemmeno. Questa è la mia storia, io sono Foxy.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccoci qui, avevo lasciato la storia più a metà di un fumetto di Ratman, ma che non si dica mai che non finisco le cose, vediamo cosa succede e soprattutto chi impazzisce.
ps ho scritto un po con il telefono e un po con il computer quindi la taratura dei rientri e degli accapo è un bordello unico
Mannaro XD



Appena attraversata la porta il calore sembrò più forte, e il vapore opaco lasciò spazio ad aria secca e calda, vedendo il treno dall'interno esso appariva più stretto, e nella sezione della motrice in cui mi trovavo si vedeva l'accesso alla carrozza passeggeri da una porta chiusa da una paratia stagna molto spessa, apribile solo dall'interno con meccanismi di scorrimento, poi due porte dello stesso genere dalla parte opposta, quindi verso la testa, apribili dall'altra parte, e malaventuratamente chiuse.

Le due porte avrebbero potuto portare a due zone totalmente diverse del treno e vanificare i miei sforzi, prima nell'aprirla e poi nell'aiutare Donatozzilla, Priel e Margareth, pensai molto a quale delle due scegliere e mi avvicinai con cautela prima all'una poi all'altra cercando di sentire suoni come prima, passarono alcuni minuti e i rumori continuarono, erano uguali da entrambe le porte ero in crisi.

Ad un nuovo rumore di impatto metallico e voci dei pony che gridavano la mia tensione raggiunse livelli massimi, sudavo non solo per il caldo che già contribuiva, avevo sudori freddi per quello che stava succedendo, presi una decisione casuale sulla porta scegliendo quella destra, mi asciugai il sudore sulla fronte e mi spostai i capelli che erano sciolti sudati e di fronte ai miei occhi.

Mi avvicinai velocemente al lato della porta, afferrai saldamente lo stipite, assicurandomi anche di non bruciarmi sentendo che era più caldo dell'aria circostante, iniziai a tirare cercando di scardinare la porta, era qualcosa che chiaramente andava contro le mie possibilità, tirai e tirai appoggiandomi anche con il piede ad un tubo metallico, il caldo era incredibile, l'agitazione e il mio cuore erano allo stremo.

Sentii il metallo piegarsi lievemente sotto le mie dita, troppo poco anche per vedere cosa succedeva, mi trovai stremato ancor prima di aver fatto notare la mia presenza, mi staccai dalla porta e mi appoggiai alle mie ginocchia con il fiatone, che di certo non era il massimo in un ambiente simile ad una sauna, come facevano Margareth e Priel anche solo a stare in questo treno, non manovrarlo che di certo era addirittura peggio.

Una scossa di movimento del treno e un grido mi fecero svegliare l'argento vivo in corpo, il treno aveva iniziato a muoversi e Priel aveva gridato a sua sorella, "MARGARETH!! Cosa diavolo fai?! Se chiudi il circuito è impossibile tirare fuori il nucleo!!!"

Margareth "LO SO TARDONE!! Ma se il nucleo si danneggia pregherai Celestia e gli dei perchè rimanga qualcosa di Ponyville"

Priel fece silenzio per un piccolo squarcio di tempo e poi parlò alla lucertola dentro ad un probabile reattore "Dz! riesci a tenerlo in posizione per altri due minuti?"
Donatozzilla "Vedete di sbrigarvi ragazzi!! Non per lamentarmi ma inizia a fare caldo!!"

Priel "Bene... Margareth, chiudi il circuito, e inizia lentamente a portare l'energia ai trasformatori"

Margareth "D'accordo. Dz! Quando ti diamo il segnale devi staccare le mani e pregare che il nucleo rimanga fermo, noi chiudiamo la gabbia e portiamo via il Minotaur da Ponyville! OK?!"
Donatozzilla "Terrei le dita incrociate ma esploderemmo prima! Ci sono!"

A quanto pare per come la stavano mettendo giù loro il piano era portare via il treno da Ponyville e poi pensare al nucleo, mi affacciai dalla porta aperta e vidi lentamente la stazione che si allontanava dalla vista, e piano piano Ponyville scorrere davanti al treno, passammo accanto al meleto di Applejack, pensai a cosa sarebbe realmente successo se il treno fosse esploso, e temetti per la mia vita, considerando attentamente l'idea di gettarmi dalla motrice e salvarmi la pellaccia.

Rientrai lentamente nella motrice, con lo sguardo rivolto alla porta aperta, chiedendomi se ero veramente così vigliacco e meschino da abbandonare qualcuno nel momento del bisogno, e in una situazione di pericolo.

"3!" sentii la voce di Margareth che gridava a Donatozzilla

"2!" era lenta per essere un conto alla rovescia, o forse ero io che vedevo più lente le cose, non era la prima volta che succedeva.

"1!" avevo la faccia quasi a contatto con il metallo forse qualche centimetro distante.

"ADESSO!!" gridò Margareth

"Chiudi la gabbia Margareth!!" disse Priel

Si sentì un rumore di ingranaggi, poi uno scatto metallico e le voci di Margareth e Priel che coprivano un gridò di dolore di Donatozzilla "Donatozzilla!!"

Margareth "Aprila!! Aprila ora!! Vado dentro!"

Priel "Col cazzo!! Tu resti qui!!"

Margareth "Se vogliamo salvarlo devi aprire!! È troppo anche per lui!"

Priel "Pensi che non lo sappia?!"

Margareth "Allora apri dannazione!! Prima che ti costringa con la forza!!!" singhiozzava, forse stava piangendo.

Priel non rispose rimase in silenzio

Si sentì il metallo piegarsi, non solo dentro alla stanza in cui si trovavano i due pony, ma in tutta la motrice, tubature e pareti che si piegavano e producevano suoni molto poco rassicuranti, smisero per qualche secondo, in cui Margareth esplose "APRI QUELLA CAZZO DI PORTA!!"

Donatozzilla aveva gridato dal dolore, in quell'istante di tempo in cui Margareth aveva aggredito suo fratello, contemporaneamente una tubatura scoppiò sopra di me, l'esplosione non mi ferì anche perchè me ne accorsi tardi, il tubo metallico mi cadde sulla schiena, scoperta fra l'altro siccome la maglia mi si era lacerata arrivando a Ponyville, il tubo era molto pesante anche perchè dovendo tenere tutto quel calore e quella pressione doveva essere spesso.

Caddi un ginocchio avvertendo il forte calore espandersi sul mio corpo, mi flessi in avanti appoggiando le mani al pavimento, il tubo scorreva lentamente sulla mia schiena distruggendo i tessuti, bruciandomi e gravando sulle mie braccia, stava rotolando in avanti, presto sarebbe finito sulla mia testa e poi sul pavimento.

L'agonia che percepii quando il tubo metallico raggiunse la mia testa e poi cadde lateralmente era altissima, dopo essersi sbilanciato e poggiato su un'estremità, lo spinsi con il collo lontano, facendolo cadere sul pavimento e rotolare lontano sul fondo della motrice, respirai affannosamente sollevando le ginocchia per cessare almeno in parte il dolore, mi alzai in piedi perdendo per qualche istante l'equilibro.

Il treno aveva accelerato lievemente, vedevo tutto offuscato, sentivo un po ovattato ma capii le parole di Priel "HO DETTO NO!! Tu non vai lì dentro punto e basta!"

Margareth "Se non entro Dz morirà!! VUOI QUESTO PRIEL!!"

Priel "NON VOGLIO PERDERTI!! Ecco cosa voglio!" singhiozzò un po "Se entri lì dentro sarò io a perderti Margareth! Non posso farlo!! Non posso lasciarti entrare!!"

Margareth "E non pensi a lui?!"

Priel "Si" sentii tirare su col naso o almeno credo "Infatti entro io!"

Margareth "EH NO!! TU NON VAI DA NESSUNA PARTE!!"

Il litigio fra i due gemelli andò avanti per un po rimanendo sempre su chi dovesse sacrificarsi, intanto Donatozzilla gridava di dolore, ruggiva e probabilmente faceva qualcosa per liberarsi anche perchè si sentivano suoni di impatti, colpi e piccole esplosioni.

Io intanto cercavo di mantenere la calma che lentamente stava scomparendo, la vista si sfocava, i dolori alla schiena e alle ginocchia aumentavano, la coda si muoveva e si contorceva, stretta dalle bende che si laceravano, la cicatrice sembrava nuova tanto doleva, la testa era piena di fitte localizzate sopra le tempie, la mia mente era piena di pensieri rabbiosi, il sangue era come un desiderio unico, volevo come uccidere, combattere, cercavo il sangue.

Stavo impazzendo, e le urla di Margareth e Priel non mi aiutavano, diventavo il Wolfox e un treno esplodeva, non era il massimo, quando la vista tornò praticabile e l'udito anche la mia mente aveva un pensiero e un desiderio unico, distruggere, che fosse a fin di bene o a fin di male non mi interessava, mentre i gemelli litigavano Donatozzilla era ancora agonizzante, e riuscii a dirmi cosa fare soddisfando anche la mia sete di devastazione.

Interrompendo i due gemelli che avevano deciso chi dovesse entrare, Priel aveva vinto, schiantai le mani sulla porta con tutta la rabbia che avevo, piegandola in avanti di qualche grado, non provenì più una sola parola dall'interno tranne Donatozzilla, caricai ancora le braccia e ripetei il gesto, piegando sempre di più la porta, al terzo impatto la porta era talmente piegata che da uno spiraglio si intravedeva l'interno, gridai furente e con voce più grave del normale mista ad un ruggito "APRITE!!! ORA!!!".

Non ricevetti risposta alcuna e ciò, nella condizione in cui mi trovavo, non aiutava di certo a calmarmi, ricaricai le braccia ricolmo di collera e le schiantai nuovamente sulla porta piegata, aumentandone l'angolo, ora l'apertura era utilizzabile come finestra per vedere, nella stanza, c'era un pannello di controllo una vetrata molto spessa e una porta sul lato del treno opposto a quello su cui mi trovavo, i due pony erano in mezzo alla stanza coperti di protezioni.

Rimasi fermo e mi feci vedere da quello scorcio creatosi, riuscii a tenermi fermo per poco e ripresi in fretta a battere sulla porta, da dentro i due pony avevano iniziato a litigare "MARGARETH MA CHE CAZZO FAI?!?!" aveva detto Priel

"E sta zitto" aveva risposto la sorella.

Dopo pochi colpi la porta venne aperta, stavo assestando un altro colpo e non trovandomi niente di solido da colpire le mie braccia proseguirono, Margareth si trovava davanti a me, stavo per colpirla, non potevo fermarmi avendo caricato troppo il movimento, ma riuscii a deviare di poco la corsa delle mie braccia, aprendole e abbassandomi, sfiorando la pony e schiantando il colpo sul pavimento ai suoi lati, creando piccoli segni nel metallo.

Ero rimasto fermo, trattenendomi dal distruggere Margareth, piegato in avanti e quasi inginocchiato sul pavimento, avevo il fiatone, e tremavo lievemente, avevo la testa ad altezza dorso di pony, stressato mentalmente dalla prova di volontà a cui ero sottoposto.

"Foxy?!" disse Margareth

"Lui è Foxy?!" rispose Priel

"Sta zitto Priel! Cosa ci fai qui Foxy?!" mi chiese Margareth allontanandosi un po

"Do-Donatozzilla" dissi come un sussurro, sentivo come che se avessi allentato la presa sulla mia mente sarei esploso

"Cosa?" rispose Margareth

"Cosa vo-volete fare p-per Dona-Donatozzilla?" tremavo, e anche molto, avevo forti scariche di adrenalina lungo la spina dorsale, mi rialzai lentamente, tremando non poco, avevo appoggiato le ginocchia che si erano nuovamente bruciate ma si stavano rigenerando anche più in fretta del normale, ansimavo e quando mi alzai in piedi mi tenni fermo a fatica avvertendo il dolore lungo il corpo e guardando Margareth negli occhi.

"Non puoi stare qui Foxy! Non hai le protezioni adatte!" disse Priel

Mi guardai attorno nella motrice trovando una stanza con quattro porte due per lato, opposte, i due accessi della stanza prima erano indifferenti, l'uno valeva l'altro, mi ero scervellato per nulla, ora ero in una stanza con una piattafoma di comando piena di leve e altre due porte, una vetrata spessa circa venti centimetri da cui passava una grande luce che inondava la stanza, non c'erano finestre o vetri, la stanza era isolata.

Quello che oramai pareva essere il reattore era molto caldo, surriscaldato, dentro vi era Donatozzilla che gridava di dolore e le due porte dovevano condurre entrambe alla camera secondo lo stesso principio della precendente stanza, vidi enormi maniglie che chiudevano le ante mi avvicinai, sempre tremante, lasciandomi dietro una Margareth un po basita, afferrai una maniglia.

"FERMO!!!! Se apri quella siamo tutti morti!!!" gridò Priel

"Co-cosa de-vo fa-fare" feci una piccola pausa "Una vo-lta de-dentro?" strinsi il pugno sulla maniglia e la mia sete di morte crebbe ancora, sarebbe mancato ancora poco e avrei ceduto alla rabbia, se non annientavo qualcosa o uccidevo qualcuno entro pochi minuti sarei impazzito.

"Dz ha la mano bloccata nel reattore" margareth parlò con lieve paura e fece una pausa nel mezzo "Vogliamo alzare la gabbia, ma le radiazioni sono letali per noi, non puoi entrare senza la minima copertura non arriverai nemmeno alla gabbia"

"Morireste, se-se apri-ssi ora?" chiesi sempre con la mano attaccata alla maniglia.

"Lentamente, per le protezioni, ci coprono solo da piccole fuoriuscite" rispose Priel molto poco convinto dalla mia domanda e spaventato per il mio comportamento e la mia posizione.

Nella mia mente analizzai, desideroso di sangue, la possibilità di aprire la porta e inondare la stanza di radiazioni condannando i due ad una esposizione letale che li avrebbe lentamente portati alla morte, la mia mente in quel momento non voleva altro, sentire scorrere il sangue vedere la distruzione, la condanna di esseri innocenti, fosse stato solo per il Wolfox avrebbe aperto, bloccato i due pony, li avrebbe lasciati morire e dopo aver condannato anche Donatozzilla avrebbe tentato di riportare il treno a Ponyville per "Finire col botto", ebbi molta fortuna.

Piegai la maniglia di qualche grado, ancora assaporando il gusto della morte e poi mi bloccai, prendendo un profondo respiro, sempre con la mano sulla maniglia, avete presente quando senti che tutto è in tuo potere, come una forza assoluta, una conoscenza infinita, sentii quello come fosse una sostanza che scorreva nelle mie vene, era immenso come un mare che girava e ruotava, di cui tu eri il centro, e avevi la consapevolezza e il controllo di tutto, il potere è inimmaginabile, quando tutto ti è davanti tra tutte le possibilità quella era la più allettante.
Credo sia quello lasciarsi andare al Wolfox, capisco come mai tutti cedano, è incommensurabile chiunque si lascerebbe andare avrei mollato anche io, se non avessi sentito una voce, che conoscevo bene, che odiavo, che mi ricordava sempre la mia natura con stizza indifferente, alcuni la chiamano coscenza, altri senno, perchè in un certo senso lo è, eterea immortale, certe volte anche immorale, un diniego fermo venne da lui che eccheggiò nella mia mente assordandomi.
Stavo per aprire la porta, avrei ruotato la maniglia e sarebbe bastato tirare, "Fermato di colpo dal Wolfox mentre esaudiva la sua volontà", suona male vero? Eppure fu proprio la "coscenza del Wolfox", come la chiamavo io, che mi fece fermare, tuonando "NO!" nella mia mente, sentivo perfino l'eco, all'interno della motrice ma solo io consapevole che tutto era nella mia mente.
Sorrisi, come uno sbuffetto, in una simile circostanza con Donatozzilla che gridava, un treno che esplodeva, due pony che rischiavano la vita e tutto dipendeva da me, io sorrisi, lasciatemelo dire, se in quel mondo di pony questo era strano allora dovevo proprio essere umano.
Avevo aperto a metà la maniglia della motrice e Margareth e Priel erano terrorizzati e tremanti in mezzo alla stanza, staccai le braccia dalla maniglia, non dissi nulla, avevo pochi momenti di lucidità, non so bene come ma per quell'istante non desideravo morte e distruzione ma pensavo normalmente, con la forza del Wolfox come regalo, per così dire, non so quanto sarebbe durato quindi dovevo farmelo bastare.
Scattai verso i due pony con un movimento fulmineo, afferrandoli per la groppa uno alla volta e uno per braccio, dopo averli presi lo sollevai alzandomi in piedi e mi avvicinai alla porta, intanto loro gridavano "Cosa diavolo fai!?" fu Priel e "Mettimi subito giù pazzoide!" fu Margareth, la porta era aperta e dopo essermi avvicinato li lanciai nella parte dietro della motrice dicendo "Il mio lavoro! Ecco cosa faccio!" chiusi la porta mentre Margareth cercava di scattare e rientrare, sperai che non si fosse fatta male.
Credendo che i due pony sapessero come rientrare essendo il loro treno, piegai la maniglia della porta bloccandola sulla paratia metallica, facendo lo stesso per entrambi gli accessi, sentendo zoccolate sulle pareti e le porte, la voce di Margareth passò nello spiraglio della porta che avevo quasi sfondato dicendo "NON FARLO!! MORIRAI!", mi avvicinai alla stessa porta, non risposi e schiantai i pugni come prima sul metallo, piegandolo in direzione opposta, dopo aver ripetuto il gesto abbastanza volte la portà sembrò in grado di isolare dalle radiazioni e mi concentrai su cosa fare.
Mi girai verso il lato del reattore, verso la porta più vicina a destra di fronte a me, presi un profondo respiro, raccogliendo la concentrazione e la calma che mi rimanevano, per poi metterle da parte, mi avvicinai alla porta, ancora respirando profondamente, a passi lunghi, ero come isolato dal mondo esterno, sentivo i miei pensieri, il movimento del treno, Donatozzilla un po offuscato e basta, per un istante, per il primo istante, sentivo come tutto sotto controllo e tutto calmo.
Afferrai la maniglia che era aperta solo a metà, e la aprii completamente, senza tirare l'anta della porta, presi un ultimo profondo respiro, e dissi a me stesso "Dio, o Celestia, quello che è in questo mondo, mandamela buona o non mandarmela per niente, intesi?!" dopo questo rito propiziatorio mi ritenni pronto ad entrare, tirai la porta aprendo il reattore principale del Minotaur, venendo investito da un'ondata di radiazioni bollenti, stavo arrivando Donatozzilla.

Appena aperta la porta l'ondata di energia che mi invase fu immensa, sentivo ogni parte del corpo carica di forza, come se potesse muoversi da sola, entrai dentro, la pelle iniziò a farmi male, non era per il calore, sembrava secca, chiusi la paratia metallica per isolare il reattore, non chiusi la maniglia siccome non sapevo come uscire altrimenti, feci pochi passi, e una profonda fitta mi lacerò allo stomaco, sentivo un dolore tremendo, come se mi stessi mangiando le viscere.
Caddi in ginocchio avvertendo anche un notevole dolore alle ginocchia per il calore, gridai "Cazzo!" tossendo, come se mi fosse andata di traverso l'anima, sentivo le radiazioni invadere il mio corpo, la sensazione era quella di un pieno in ogni interstizio, muscoli che si muovevano autonomamente in certi istanti, il fiato che mi mancava, respiravo ma era come essere sott'acqua, iniziai a considerare l'idea di aver commesso uno sbaglio ad entrare nel reattore.
Mi rialzai traballante, appoggiandomi ad una parete con la mano, sentivo tutto il peso del mio corpo sulle ginocchia ferite, respirai affannosamente rantolando in certi momenti, avvertivo una nuova ondata di dolore all'addome e la sensazione di rabbia e il desiderio di morte, iniziai a pormi domande involontariamente: Perchè ero lì? Chi me lo faceva fare? Cosa ci guadagnavo? Sarei almeno sopravvissuto? Cosa dovevo fare? Il Wolfox mi stava convincendo a lasciarmi andare alla rabbia.
Gemetti cercando di resistere alla sua morsa costrittrice e camminai a passi lenti sempre appoggiato alla parete con il braccio, lungo il breve tratto che portava alla camera principale del reattore dove si trovava Donatozzilla e da dove proveniva l'intensa luce che inondava questa e la stanza prima.
Il dolore iniziò a farsi molto più pronunciato, sentivo la lenta agonia dei tessuti distribuirsi quasi del tutto uniformemente sul mio corpo, la mia rabbia cresceva di nuovo, avertii in un istante il mio corpo tirare, come se fossi dovuto esplodere, la sensazione era quella di crescere ma rimanere piccolo allo stesso tempo, la pelle tirava, era strano.
Raggiunsi la fine del breve tratto di metallo alla fine del quale si trovava Donatozzilla, che iniziavo a sentire distintamente, il suono di ingranaggi era sempre più evidente, metallo che si muoveva, il rumore delle ruote del treno che scorrevano sui binari, chissa dove eravamo, magari ancora a Ponyville, magari fuori da Equestria, io non saprei dirlo, non ho mai avuto grande cognizione del tempo.
Raggiunto il reattore, la vista mi venne subito abbagliata dall'intensa luce, distinsi solo una struttura cicrolare, poco prima di venire abbagliato, d'imporvviso sentii una profonda fitta al cuore, che mi fece mancare il respiro più di quanto non mi mancasse già, strinsi una mano sul petto avvertendo forti dolori alla cicatrice, tossii in modo rauco, raspirando poi affannosamente.
Impiegai un po ad abituare al vista alla luce e in ogni caso non chiarii mai abbastanza le forme, intravidi Donatozzilla accanto al corridoio dall'altro lato, con la mano in quella che sembrava una torre di metallo, era quella struttura che nella sezione all'altezza delle spalle del lucertoloide, emetteva luce, le sue urla ora mi parevano più chiare e non definivano solo il dolore, ma anche una automotivazione che serviva a dare la carica, stava tirando via il braccio.
Con tutta la voce che avevo, cercai di sovrastare la sua, gridai "DONATOZZILLA!!!" eravamo a pochi metri di distanza l'uno dall'altro ma il rumore del reattore, degli ingranaggi, di Donatozzilla stesso e del treno era davvero forte, gridai, e lui mi sentì girando la testa verso di me, o almeno credo.
"FOXY!!" sentii dopo poco, mi avvicinai a lui anche se lentamente, notai una lieve colorazione rossastra nelle sue squame, inoltre sembrava più basso di me, di poco ma lo superavo in altezza, i miei occhi vedevano sopra la sua testa.
"COSA CI FAI QUI?!" gridò lui, mi venne il desiderio di spaccargli il cranio con una manata, tutto molto probabilmente dovuto alla trasformazione, "come sarebbe a dire cosa ci faccio qui" pensai fra me e me "sono venuto a darti una mano", pensavo le cose più meschine e brutte di chiunque in quel momento, riuscii ad accattare una risposta semidecente però.
"COSA POSSO FARE?!" risposi sempre gridando.
Donatozzilla "DEVI ALZARE LA GABBIA E IO TIRERÓ FUORI IL NUCLEO!"
Essendo più vicino notai che la mano di Donatozzilla era bloccata in quella che a prima vista sembrava una gabbia metallica molto spessa, come un rivestimento che calava in certi momenti, forse quando il nucleo era attivo, si era incastrato sulla sua mano, e lui teneva stretto qualcosa, che nono doveva lasciare, molto probabilmente il nucleo di carbòssene.
"OK!!" risposi io a fatica, avvertii una spaventosa sensazione di contrazione continua dello stomaco, che si concretizzo in un conato disgustoso che ricacciai quando fu a metà della mia bocca, respirando poco dopo affannosamente per il disgusto e il ribrezzo provati.
Mi aggrappai alla 'gabbia' e iniziai a spingere verso l'alto, in modo da sollevarla e permettere a Donatozzilla di estrarre il nucleo, il calore sviluppato era enorme, non avvertivo dolore sul palmo delle mani, sentivo l'immenso calore sulle dita, che bruciavano e si rigeneravano a tasso continuo diventando un dolore unico.
Tirai e tirai con tutta la mia forza ma non successe praticamente nulla, il metallo era come bloccato, avrei dovuto rompere la gabbia per riuscire a tirare fuori la mano di Donatozzilla, non ero sicuro di esserne capace, spinsi e riprovai, ferendomi e riferendomi, soffrendo e agonizzando, non ero sicuro che il tempo concessoci ci sarebbe basteto, dovevo ideare un metodo migliore per estrarre il nucleo.
Mi venne in mente la più malsana delle idee, ma in quelle circostanze non era senz'altro da scartare, o quello o un'esplosione, pensai non mi piaceva neanche per sogno, avessi avuto una qualsiasi altra via avrei scelto quella, fosse stato anche il sacrificio, allungai la mano dentro al reattore e strinsi il nucleo rovente con tutta la forza che avevo cercando di ignorare il dolore, cercando di sopportarlo, cercando di risvegliare LUI.
Il piano era molto semplice: soffrire, impazzire, arrabbiarmi, diventare il Wolfox, cercare di controllarlo quei momenti necessari per aiutare Donatozzilla e aprire il reattore, uscire e correre lontano da chiunque e qualunque cosa per sfogare la rabbia; che idea stupida, che situazione stupida, quanto ero stupido.

Sentii una profonta fitta alla testa e al cuore, la coda impazzì, forse dovrei dire le code, poichè iniziarono a scodinzolare, intirizzirsi e irrigidirsi più corpi dietro alla mia schiena, avvertivo come un dolore continuo, ma non veniva dalla mano che toccava il nucleo bollente, bensì dalla mia testa, dentro il cranio tutto il cervello mi stava impazzendo, la stranezza era che avrei dovuto sentire il dolore come interno, ma invece sentivo il cervello come un organo qualsiasi come un braccio o una gamba.
Sentii pressione sul metallo, era come se si stesse abbassando, invece ero io che mi ero alzato, diventavo più grosso, assomigliavo sempre di più al mostro, cercai di staccare la mano dal nucleo, feci fatica per i primi istanti ma poi mollai la presa e per il contraccolpo mi sbilanciai all'indietro cadendo sul metallo rovente, gridai di dolore, o meglio, ruggii, piantando un pugno sul pavimento sia come rabbia verso la causa del dolore che per rialzarmi.
Una volta in piedi, cercai di calmarmi, agitatissimo, furente, una vera e propria macchina di distruzione, mi guardai le mani tremando, sulle punte delle dita si erano formate delle estensioni affilate, degli artigli, ma non erano retrattili, ero coperto di una lieve pelliccia ancora troppo rada per essere definita tale, non mi appoggiavo sulle piante dei piedi, ma solo sulle punte, la mano danneggiata si stava ricostruendo molto in fretta, non un lampo, ma abbastanza per essere notata ad occhio nudo.
Adesso solo il dolore alla cicatrice era provocato dal mio corpo, il resto era il calore e le radiazioni, mi tastai in cima alla testa, trovandomi due protuberanze rigide attaccate al cranio, le corna del Wolfox, mi sentii sempre più simile alla belva, ma non pensai a niente, la mia mente era semplice, sembrava come se non riuscissi a ragionare, ricordavo qualcosa, distruggere del metallo, ma dove?
Un po ansimante mi girai verso la fonte di luce, Donatozzilla era diventato lievemente più basso mi arrivava ad altezza sterno, stavo diventando proprio un colosso, la stanza ai miei occhi si era abbassata notevolmente, guardai quella specie di contatto enorme a cui era attaccato il lucertolone e cercai di ragionare facendo andare la testa su cosa dovessi distruggere, dovevo distruggere... Cosa? Distruggere metallo.
Sentii un ticchettio metallico, mi girai di nuovo e vidi Donatozzilla che batteva col pugno su un cilindo metallico che stava coprendo la luce, mi aggrappai alla pase e premendo i piedi per terra cercai di strapparla dal supporto, avevo voglia di farlo, perchè Donatozzilla la stava rompendo, ma dovevo romperla io, io dovevo distruggerla.
Notando che era molto resistente applicai forza con tutte e due le braccia, la smossi poco, e questo mi fece innervosire, dovevo riuscire a romperla, sentivo che ne andava di me, saltai sulla bse del supposrto e con i piedi mi appoggiai all'altro lato del contatto, tirai verso l'alto, si stava muovendo, poi si fermò, non doveva fermarsi, mi arrabbiai molto siccome non era facile da distruggere, tirai, tirai con tutta la mia forza, ruggii per darmi la carica, il metallo si piegava, si spezzava, cedeva, sradicai la parte superiore interrompendo il contatto, Donatozzilla cadde e tirò fuori il braccio scivolando, tuonai ancora trionfante staccando il componente metallico e schiantandolo sulla parete, era una sensazione bellissima, soddisfazione mista a godimento puro.
Ce l'avevo fatta, avevo fermato il reattore, ma adesso il problema era fermare me, avevo ancora sete di "succo di distruzione" e la frutta aspettava solo di essere "spremuta"



Bene allora, questo capitolo si conclude a metà lasciando un destino infausto ad Equestria?
Lo vedremo, ma non oggi, e chissà cosa succederà adesso che il reattore è spento, per ora solo io che ruggisco di soddisfazione.
Ho deciso di dare una data di quando uscirà il capitolo successivo alla fine di un capitolo, il prossimo uscirà il 31/05/15 tra due settimane come sempre, non so perchè non so come ma per quella data vedrò di mettere insieme qualche parola.
Alla prossima
Mànnaro XD
   
 
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