Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lady Vivien    03/01/2009    3 recensioni
Una ragazza alle prese con la sua vita appena terminata la maturità. La sua estate sta per cambiare completamente direzione, come la sua vita del resto. Basta perdere "un'amica", e trovare un'anima affine per cambiare tutte le certezze di una ragazza che non ha ancora trovato sé stessa. Lady Vivien
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell’autrice: scusate per l’immenso ritardo, ma tra agosto e novembre non sono riuscita a scrivere neanche poche righe sensate per LiR

Note dell’autrice: scusate per l’immenso ritardo, ma tra agosto e novembre non sono riuscita a scrivere neanche poche righe sensate per LiR. E ho iniziato a scrivere questo capitolo solo a Dicembre.

Questo capitolo sarà così solo grazie all’aiuto della mia Ran, che ha dovuto betare la mia sbadataggine e .

Volevo ringraziare:

- eos_of_night = mi fa piacere ti siano piaciuti i capitoli precedenti, e spero che i rimanenti saranno all’altezza del resto.

- HarryEly = grazie per avermi recensita anche se al mare e in contesa per il pc. È veramente piacevole sapere che anche in vacanza c’è chi mi ha seguita e poi ha vanamente atteso un altro mio post. Per questo mi scuso, con te che hai recensito, ma anche con chi ha solo letto. Poi passando al commento vero e proprio ti ringrazio per come hai accolto il capitolo precedente. Spero che questo possa essere ancora più di tuo gradimento. *hihi*

Spero che questo sia ciò che avete aspettato per tutto questo tempo. E mi auguro ci sia qualche gentile lettore che si fermerà alla fine del capitolo per lasciarmi la sua impressione. Negativa o positiva che sia. L’importante è ricevere critiche costruttive. *-*

Enjoy it!

Baci, Lady Vivien

 

N.B. Non prometto aggiornamenti regolari, anche se farò del mio meglio per assicurarveli, del resto la storia è già scritta nella mia testa. E poi mancano solo due capitoli. xD

 

 

 

10 – Isabella e Fabiola

 

Avendo deciso di accontentare il desiderio di gelato delle due ragazze, Theo dovette mettersi alla guida della Polo di Fabiola. Si diresse verso casa della ragazza, vicino la quale c’era un’ottima gelateria.

Il ragazzo si stava divertendo a notare tante piccole cose che avrebbe potuto poi rinfacciare scherzosamente alla migliore amica.

Le due si tenevano strette sul sedile posteriore, dove Isabella sembrava fare le fusa e dallo specchietto retrovisore, Theo le vedeva strusciarsi e baciarsi come non aveva mai visto fare nessuno. Per questo rimase in silenzio tutto il viaggio, accendendo lo stereo, ed evitando di fare commenti o rivolgere semplicemente la parola ad una delle due.

Arrivati davanti la pasticceria, Fabiola decise che sarebbero scese solo lei e Isabella, per evitare di dover cercare parcheggio. Fabiola conosceva i gusti del migliore amico e sarebbe stato bello poter sfoggiare Isabella, perché anche se un po’ ammaccata e con indosso vestiti troppo grandi per lei, era la ragazza più bella del mondo. Ed entrate nel locale, non mancò di farglielo notare più volte, fino a che una volta alla cassa, Isabella non si lasciò sopraffare dalla gioia. Infatti, sentendo l’ennesimo complimento, Isabella arrossì e quasi lasciò cadere a terra la vaschetta di gelato per saltare in braccio a Fabiola. Questa si scusò con le commesse per il compiacimento della sua ragazza e lasciandosi stringere la vita uscirono nel caldo umido del paese.

“Ma tutto questo cosa vuol dire?” chiese Isabella fermandosi e bloccando la bionda per un polso per guardarla meglio.

“Cosa intendi con tutto questo?” domandò di rimando Fabiola, voltandosi a sua volta a guardarla.

“Beh, ecco” pigolò allora Isabella “Io e te, intendo” e di nuovo le sue guance si colorarono e i suoi occhi si nascosero. Fabiola sorrise e si avvicinò alla rossa, mettendole le braccia sulle spalle.

“Pensavo fosse chiaro, ma a quanto pare hai bisogno dei sottotitoli” ironizzò Fabiola, per poi continuare: “Vorrei tu fossi la mia ragazza”, avvicinandosi a lei anche con il volto.

Isabella la guardò a lungo negli occhi come se stesse ragionando sulla proposta, e alcuni secondi dopo si lanciò sulle sue labbra come aveva fatto il giorno prima. Poi si allontanò quel poco che le bastava per rendere visibile il suo rossore e ridacchiò: “Me l’hai chiesto così bene che non potrei darti una risposta negativa”.

Fabiola le diede un buffetto e tenendosi per mano tornarono da Theo, che le attendeva paziente.

Giunti a casa di Fabiola, Theo si diresse subito in salone, pregustando una maratona filmografica accompagnata dal gelato, mentre le due ragazze si diressero in cucina con i sacchetti per preparare le tre porzioni. La cucina era spaziosa, ma evidentemente era presente una strana forza gravitazionale tra Isabella e Fabiola, dato che non appena erano troppo lontane sentivano il bisogno di cercare qualcosa che si trovava sicuramente vicino l’altra.

Isabella si sentiva goffa nei vestiti di Theo e sedendosi su uno degli alti sgabelli al tavolo trovò il coraggio per dirlo a Fabiola. “Finalmente ti sei decisa a dirmelo!” la rimproverò la bionda, abbracciandola in vita “Non puoi aspettare che ti chieda io come stai. Se vuoi stare con me, devi dirmi sempre ciò che desideri, senza problemi, cosicché io possa fare lo stesso”.

“Non mi sembrava carino dire una cosa del genere dopo che Theo ha fatto così tanto per me” sussurrò dispiaciuta Isabella, stringendosi i vestiti al corpo.

“Bastava lo dicessi subito a me” riprese provocante Fabiola “L’importante, però, è che ora possiamo rimediare con i miei vestiti, che ne dici?”

“Magari dopo” replicò Isabella spostando le mani sul sedere della sua ragazza.

“Sì, magari dopo” l’accontentò Fabiola, alzandola fino a farla sedere sul bancone al centro della cucina “Non penso che ora ti serviranno a molto”.

“Lo penso anch’io” rispose Isabella aprendo le gambe per far avvicinare ulteriormente a sé Fabiola.

La bionda non perse tempo, e prese a spogliare Isabella, stando molto attenta a non toccare i lividi o i graffi, se non con esitante delicatezza.

Isabella aveva gli occhi lucidi e velati, si muoveva nervosamente e sentiva di avere il respiro affannato. Anche Fabiola era tesissima, e anche se desiderava che tutto fosse fantastico, si accontentò di prendere ciò che sarebbe venuto lì dove si trovavano ora: per la perfezione avevano una vita intera davanti. L’unica cosa importante era essere insieme in quel momento.

Le bocche si incontravano e subito dopo si lasciavano. Le mani erano smaniose di avere nudo il corpo dell’altra. Gli occhi non potevano fare altro che cercarsi.

Isabella aveva stretto le gambe attorno il bacino di Fabiola e premeva contro di lei per avere di più. Voleva fare l’amore e sembrava disposta a tutto pur di poter essere felice assieme a lei.

Fabiola la fece distendere, sfiorandola delicatamente con una mano al centro del petto, e salì sul tavolo sdraiandosi sul suo corpo d’alabastro.

La cucina si faceva sempre più rossa per il sole del tramonto ogni minuto che passava. La notte incombeva e il caldo avvolgeva le due ragazze con le tende arancioni ad ampliare questa sensazione. Anche il freddo marmo del tavolo sembrava incandescente per la schiena di Isabella.

Il suo sorriso era tanto radioso da sembrare poter illuminare la stanza senza bisogno di luci. La sua felicità cresceva di minuto in minuto e di carezza in carezza.

Come al solito sembrava non avessero bisogno di parole. Fabiola seguiva i lineamenti del volto di Isabella con la bocca e si lasciava stringere possessivamente la schiena dalle sue mani e dalle sue gambe. Aveva i gomiti poggiati ai lati della sua testa e aveva le dita intrecciate ai suoi riccioli. Si muoveva contro di lei come se non avesse altre ragioni di vita, e dopo diverso tempo passato a scambiarsi carezze e baci in questo modo, Isabella prese la mano sinistra di Fabiola e la portò tra i loro corpi: “Il suo posto è qui!” ridacchiò sentendo una strana ritrosia di Fabiola.

La bionda sospirò, ma alla fine si decise ad accontentare la ragazza. Si mise in ginocchio sopra di lei e le sfilò le mutandine.

 

Nell’altra stanza Theo aspettava inutilmente l’arrivo del gelato. Non riusciva a credere che si fossero completamente dimenticate di lui tanto da mettersi a gemere così lascivamente senza neanche essere in camera da letto e sapendo di essere ad un muro di distanza da un ospite. Perché ovviamente non erano riuscite ad arrivare fino in camera, erano in cucina, impedendogli di andare a prendersi la sua parte di gelato.

Avevano fatto di tutto per uscire a comprarlo e ora neanche lo mangiavano. Se quello non era stato semplicemente un capriccio non sapeva come definirlo. E a lui non restava che sperare nella scomodità della cucina.

La televisione non copriva i rumori provenienti dalla stanza accanto e Theo non riusciva a capire come loro non la sentissero, per questo decise di alzare sempre di più il volume, prima o poi se ne sarebbero accorte.

Ma questo non sembrava infastidirle, erano completamente perse nel loro mondo. Per questo decise di iniziare a canticchiare una canzone che aveva sentito prima in macchina. Alzò sempre più la voce, dimentico delle ragazze, ma alla fine sentì ciò che voleva sentire dalla cucina: silenzio, risa soffocate e di nuovo silenzio.

Forse si erano finalmente ricordate di lui e se ne erano andate in camera. Siccome il silenzio continuava a persistere decise di andare a sbirciare. Aprì lentamente la porta e infilò solo occhi e naso. Il suo gelato era lì, solo e abbandonato come mai avrebbe sperato, dato l’inizio focoso della relazione tra le due ragazze e notati gli indumenti in terra.

 

Sentendo Theo che cantava, Isabella e Fabiola si erano ricordate di lui e, tra le risate, erano sgattaiolate al piano superiore. 

La stanza era calda ma ventilata da una leggera brezza, tanto che le tende del baldacchino blu si muovevano molli sul letto, come a voler carpire l’intera stanza, conferendo all’ambiente un’atmosfera calda e rilassante.

Non appena la porta della camera di Fabiola si era chiusa alle loro spalle avevano ripreso a baciarsi. Isabella teneva le mani intrecciate dietro la schiena di Fabiola, che, troppo coinvolta, si lasciava guidare, inerme, verso il letto.

L’enorme maglietta di Theo copriva appena l’inguine di Isabella, donandole un’aria intrigante. Fabiola l’accarezzava e spostava la maglietta per avere la rossa completamente per sé e soltanto per se stessa.

Ma Isabella desiderava giocare, infatti salì sul letto per allontanarsi dalle mani di Fabiola, e con il toulle blu che la sfiorava si tolse la maglietta, rimanendo nuda, con il solo braccio destro a coprire i seni. La stoffa toccava la sua pelle e la velava alla vista di Fabiola. Guardando negli occhi la sua compagna spostò il braccio destro dai suoi seni, lasciandosi coprire solo dal toulle.

Agli occhi di Fabiola, i lividi erano delle macchie orribili su quella pelle d’alabastro, e il sorriso con cui Isabella gliene faceva mostra non poteva essere che una manifestazione d’amore.

Lentamente si avvicinò a lei e prendendole la mano destra si strinse a lei, poggiando la testa sul suo seno. Questo nuovo contatto, in contrasto con la brezza notturna, fece reagire la rossa con sospiri e brividi di piacere. Le bocche cercavano il respiro e i segreti più reconditi.

I capelli biondi di Fabiola si confondevano nei ricci rossi di Isabella. La bocca della bionda cercava la pelle sensibile del collo, e la segnava come sua perché almeno un segno su quel corpo da fata non fosse d’odio ma d’amore e passione.

Quando risalì nuovamente a baciarle il viso, Isabella si ritrasse un poco a causa dell’occhio nero, che pulsava: “Piano!” gemette.

“Vieni qui” propose allora Fabiola sedendosi sul bordo del letto. Isabella si sedette sopra di lei e poco dopo si trovarono sdraiate sul letto a rotolarsi. Una finalmente incurante del dolore generato dai suoi lividi, l’altra fin troppo attenta ai bisogni dell’altra per evitarle ulteriore dolore.

Grazie a diverse peripezie acrobatiche, Isabella riuscì a spogliare Fabiola.

I seni si sfioravano e le gambe si intrecciavano, le mani andavano a cercare ciò di cui sentivano il bisogno.

Fabiola fece sdraiare Isabella tra i cuscini e si chinò tra le sue gambe, lasciandola sudata e sconvolta poco dopo.

Ma quando Isabella stava per dare voce alle sue sensazioni, Fabiola tornò a lambirla, costringendola a stringere la testiera del letto e ad inarcare la schiena, per seguire i suoi movimenti.

Isabella sospirava e gemeva a seconda della vicinanza della bocca di Fabiola con il suo corpo. Quindi, poco dopo, sorridente e gentile, Fabiola si sdraiò al suo fianco e iniziò a sfiorarle il seno, risalendo verso il suo collo e il suo mento.

“Posso?” chiese poi, riscendendo con la mano, fermandosi sul suo pube. E Isabella, senza rispondere, si sdraiò più comoda, spargendo i ricci rossi sulle lenzuola blu, allacciando le braccia attorno il collo di Fabiola, avvicinandola ulteriormente a lei.

“Immagino sia un sì” scherzò Fabiola, baciandole l’angolo della bocca.

“Non pensavo di essere qui per altro” rispose sarcastica Isabella.

“Ah no? E se io volessi...” e senza terminare la frase, si mise a cavalcioni su di lei, facendole il solletico sulla pancia e sui fianchi.

“No, non lo fare! Smettila” cercò di imporsi Isabella tra le risate, tentando inutilmente di allontanarsi da lei. Inutilmente dato che alcuni secondi dopo si lasciarono andare sul letto baciandosi, le mani che nuovamente libidinose cercavano il piacere.

“Penso che ora potremmo continuare” sussurrò roca Fabiola. Dicendole questo, scese a toccarla come Isabella aveva sognato più volte, continuando a baciare il suo seno. E come la bocca era delicata, la mano si prendeva tutto quello che poteva, senza riserve.

Poi, sentendo sulla sua schiena una presa più salda, si spostò sopra di lei, seguendo il movimento della sua mano anche con il resto del corpo. Con l’altro braccio stava poggiata sui cuscini per non gravare con il suo peso su Isabella.

La rossa, dal canto suo, provava una sensazione nuova. Il pensiero era tutto concentrato sul suo basso ventre. Non riusciva a credere che fare sesso con Fabiola avrebbe potuto essere migliore che farlo con Federico. Tutte quelle storie sulla mentalità dell’amore tra ragazze non era propriamente vera, almeno da quello che stava provando lei in quel momento.

Fabiola intanto era completamente presa dall’espressione sognante di Isabella. Le piaceva sapere che era solo per lei che si stava perdendo e voleva ritrovarla e tornare insieme a lei.

La notte diventava sempre più scura, ma gli occhi delle ragazze brillavano, senza smettere di cercarsi.

 

Theo aveva già mangiato la sua parte di gelato, e nell’attesa che i rumori al piano di sopra terminassero, si era messo a preparare a preparare delle composizioni con il gelato. Quando i rumori si quietarono e lui ebbe finito di preparare il vassoio, prese la panna spray dal frigorifero, scrisse un appunto su un post-it che poggiò nel vassoio e si diresse con il dolce al piano di sopra.

Bussò gentilmente alla porta e, senza aspettare una risposta, lasciò a terra davanti la porta la sua composizione d’amore e tornò al piano inferiore.

Memore del suo primo “risveglio”, Fabiola accese l’abatjour e andò subito a vedere cosa potesse volere il suo migliore amico. Socchiuse la porta e vide il corridoio vuoto se non per il vassoio davanti la porta.

Lo prese e lo portò sul letto, subito dopo aver richiuso la porta. Isabella notò subito il biglietto, che era sfuggito a Fabiola, e ne lesse il messaggio: “Perché avete bisogno di energia e creatività”.

Sorrisero per quella premura, cercando di capirne il senso nascosto. Ovviamente avevano bisogno di energie, quindi le calorie del gelato sarebbero state perfette, ma la creatività? Cosa dovevano inventarsi con il gelato? Era scontato mangiarlo sul corpo dell’altra, doveva esserci qualcos’altro dietro.

“Questo vassoio ha qualcosa di stranamente familiare. E poi non capisco cosa intendesse Theo parlando di creatività” si spiegò Fabiola.

“Forse per questi affarini pelosi sotto le ciotole?” chiese Isabella indicando dei cerchi di pelo che erano alla base delle due tazze.

“Non saprei, io non ho cose di questo genere in cucina, deve esserseli portati da casa sua” tentò Fabiola alzando le spalle.

Smisero di pensare alla creatività e si limitarono a riabbracciarsi per fare rifornimento di calorie.

Alzate entrambe le ciotole, Fabiola comprese subito cosa Theo intendesse con creatività. Quelle che Isabella aveva scambiato per decorazioni di peluche, non erano altro che le sue vecchie e inutilizzate manette coperte di pelo fucsia.

Isabella rimase un attimo immobile nell’osservarle, ma si riprese quasi subito, e voltandosi, si sedette sulle gambe di Fabiola, che alzò le mani per non far cadere il gelato sul letto. Prese le manette, e dopo aver legato il suo polso sinistro al destro di Fabiola, prese una delle due tazze dalle sue mani e iniziò ad imboccarla con il gelato che si stava sciogliendo.

Finito il gelato presero la panna e iniziarono a sporcarsi e a rotolare sul grande letto blu.

 

Alla fine, stanche, si coprirono con il lenzuolo e si addormentarono abbracciate e ancora ammanettate, tra silenzi e chiacchiere.

La mattina dopo il sole fece capolino nella stanza molto presto, e Isabella e Fabiola si svegliarono ancora abbracciate e più avviluppate che mai tra le lenzuola.

“Buongiorno Isa” borbottò Fabiola baciando la spalla nuda della compagna.

“Ciao” rispose arrendevole Isabella.

“Stai molto meglio ora sai?” affermò ironicamente Fabiola a bruciapelo. Sapeva che la permalosità di Isabella sarebbe apparsa esponenzialmente colpendola sul lato estetico. E infatti così fu.

“Cosa? Come ti permetti? Un occhio nero non mi può rendere così brutta!” rispose indignata Isabella.

“Ah no?” continuò imperterrita Fabiola, indicando lo specchio con una mano “Vatti a specchiare allora!”

Isabella si alzò nuda andò a specchiarsi. Notò anche lei che l’occhio nero e gonfio era antiestetico, ma non da meritarsi quella battuta ironica. In fondo era sempre bella. Era stato deleterio cibarsi dei complimenti di Fabiola. Ora si vedeva bella anche se ovviamente non lo era, ricoperta com’era da lividi e graffi.

A causa di questi pensieri il suo umore iniziò ad incupirsi come il suo sguardo, e Fabiola capì che non era pronta per l’ironia su quello che era successo due sere prima.

Si alzò anche lei e la raggiunse di fronte lo specchio, abbracciandola da dietro. In quel momento squillò il telefono, ma rispondere significava allontanarsi da Isabella, e lei in quel momento non se lo poteva proprio permettere, sperò quindi che Theo comprendesse la situazione e rispondesse al suo posto.

Theo comprese che avrebbe dovuto rispondere al posto di Fabiola, infatti si precipitò fuori dal salone per raggiungere l’ingresso dove era il telefono più vicino.

Fabiola cercò di rassicurare Isabella: “Scusa per la battuta di poco fa. Non volevo intristirti” alle sue parole seguirono una scia di baci che partì dalla spalla, passò per la clavicola, il collo fino ad arrivare all’occhio incolpato di bruttezza.

Isabella cercò di restituirle un sorriso per tutte quelle attenzioni, ma riuscì ad elargirle solo una smorfia di autocommiserazione.

“Non sono bella, hai ragione tu”

“Sei veramente assurda Isa! Mi credi quando ti prendo in giro e ti stupisci quando ti dico che sei la creatura più splendida del mondo. Lo sei e devi smetterla con tutta questa insicurezza. Non lo sei mai stata veramente, almeno da quando ti conosco”

“Lo sono perché non è possibile ottenere tutto questo” affannò Isabella, indicando lei e Fabiola dallo specchio cercando di divincolarsi dal suo abbraccio “... in così poco tempo e non aspettarsi una richiesta altrettanto consistente in cambio”

Notando il suo respiro affannato e il tremore nel corpo e nella voce, Fabiola si impose di farla sedere sul letto ed inginocchiarsi di fronte a lei.

“Non puoi preoccuparti di qualcosa che non conosci. Io sono qui con te e ho intenzione di restarti accanto fino a che non mi caccerai tu. Questo devi tenerlo sempre a mente, ed iniziare subito a liberarti di queste insulse insicurezze. Tutti coloro che ti sono vicini a loro modo ti amano, e la tua bellezza non sta nel tuo favoloso corpo da fata. È qui dentro” le assicurò Fabiola mettendole una mano sul cuore, sentendo che accelerava come la sera prima quando avevano fatto l’amore.

Isabella aveva le lacrime agli occhi, ma si impegnò per non darlo a vedere a Fabiola, e lasciandosi spingere sul materasso, si lasciò baciare ardentemente. Purtroppo i baci ardenti furono interrotti dal ritorno di Theo, che difficilmente era tornato a bussare per lasciare loro altro gelato davanti la porta  e andarsene di nuovo in soggiorno o in giro per la casa.

“Ragazze posso?” si annunciò, infatti, Theo.

“Oramai sei qui!” replicò stizzita la migliore amica, mettendosi a sedere dietro la compagna e coprendo entrambe con le lenzuola.

“Veramente sono qui da ieri, e la cosa non sembra avervi minimamente disturbato” rispose piccato allo stesso modo il moro, aprendo la porta ed entrando con gli occhi in terra.

“Se ti creava tanti problemi ascoltarci, perché non te ne sei andato?” chiese Fabiola desiderosa di restare ancora sola con la sua ragazza.

“Perché siamo venuti qui con la tua macchina e non potevo portartela via, mi avresti ucciso!” rispose prontamente Theo.

“Beh... sì, hai ragione!” confermò Fabiola “Piuttosto, hai risposto al telefono prima? Chi era?” si informò poi.

“Era un ragazzo, ha detto di chiamarsi Ivan e che era preoccupato perché non sente Isabella dall’altro ieri mattina, come Morgana che ha chiamato prima sul suo” rispose rimanendo vago sulle telefonate, che a suo parere erano state preoccupate e nervose, e alzando finalmente lo sguardo sulle due.

“Ho detto loro che stavi bene, ma non mi sono dilungato perché i due telefoni hanno squillato quasi contemporaneamente e non sapevo a chi dare la precedenza e la maggiore importanza”.

“Mi ero scordata di Ivan!” rispose Isabella saltando in piedi sul letto portando con sé le lenzuola “E Morgana sarà preoccupatissima! Devo andare! E poi devo chiamare mia madre!”

La bionda, trovandosi senza lenzuolo, si infilò una maglietta che giaceva al lato del letto, mentre Isabella continuava a parlare delle persone che probabilmente erano preoccupate per lei. Fabiola la lasciò sfogare per diverso tempo, fino a che, prendendola per la vita, non la fece sedere, ricordandole di stare calma per evitare di farsi venire un attacco di panico per una sciocchezza.

Avevano solo bisogno di una doccia, e poi sarebbero andate a chiarire ogni preoccupazione. Telefonare in quel momento non avrebbe chiarito le cose, anzi le avrebbe ingarbugliate solo di più.

Si alzarono dal letto e iniziarono a cercare dei vestiti puliti da indossare, mentre Theo, nel frattempo, era rimasto sulla soglia della camera ad osservare rapito le due ragazze. Desiderava farsi una bella e sonora risata per la loro strana coordinazione, ma per rispetto e per evitare una sgridata coi fiocchi rimase in silenzio ad osservarle.

Ma ovviamente neanche questo andava bene. “Theo! Ti vuoi muovere? Che ci fai lì impalato?! Aiutami a trovare qualcosa da prestare a Isa mentre è sotto la doccia”.

Ma il ragazzo si limitò a tranquillizzarla per alcuni istanti e poi si diresse nuovamente al piano inferiore. Prese il cordless sul tavolo dell’ingresso e, uscito sul terrazzo davanti la cucina, iniziò a fare delle telefonate per non sprecare quei momenti liberi che gli erano rimasti.

“Buongiorno, ho chiamato alcuni giorni fa, sono Theo, volevo sapere se sono ancora in tempo per cambiare quel nome”.

 

Con la porta del bagno chiusa, Isabella sentiva solo il vociare di Fabiola e Theo nella stanza accanto, ma non voleva preoccuparsi di loro, finalmente si stava per concedere una doccia rilassante. Gli ultimi due giorni erano stati pieni di sorprese. E negative e positive che fossero state, le avevano lasciato una grande stanchezza in corpo.

Come aveva detto Fabiola, non sarebbe stato male far aspettare qualche minuto di più Ivan e Morgana. Si legò i capelli in cima alla nuca con un fermaglio trovato sul lavandino e dopo aver fatto scorrere l’acqua per averla calda, le concesse di distenderle i nervi, premendo carezzevole sui lividi.

Dopo poco che era entrata nella doccia il vociare si era fatto sempre più lontano e confuso, fino a scomparire del tutto. Alcuni minuti dopo però, Fabiola entrò nel bagno e, senza dire nulla, posò su un mobiletto i vestiti puliti e uscì lasciandole la sua tranquillità. Si affacciò alla finestra e vide Theo sotto di lei che parlava al telefono, probabilmente con Gaia, per scusarsi del suo pessimo comportamento. Quindi per non innervosirsi ulteriormente, rientrò e si diresse nuovamente in bagno.

“Entro anch’io, così ci sbrighiamo” disse Fabiola per giustificare il suo ingresso nel bagno.

“Sì, come no!” fu la risposta sarcastica di Isabella. Era impossibile metterle Fabiola nuda davanti e impedirle di metterle le mani addosso.

 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lady Vivien