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Autore: Kodocha eternal    20/05/2015    7 recensioni
Cosa c’è di meglio di un amore proibito? Nulla!
L’attrazione verso il proibito, è un richiamo che gli umani si portano dietro dai tempi di Adamo ed Eva.
E se quest’attrazione per il proibito, sia l’unica giustificazione per un sentimento nato e non si può spiegare?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - Il Compito




 

Finite le lezioni, gli studenti lasciano l’edificio scolastico, tra questi vi erano anche Sana e Nao
Arrivati di fronte un parco non molto distante dall’istituto, Sana si ferma e dice –Raga, ho dimenticato… il diario, devo tornare a scuola a riprenderlo-
-Okay, ti accompagno- rispose Nao sorridendole
-No, non ti disturbare! Posso andare da sola, ci metto un attimo-
-Sì, Nao non puoi seguire sempre quella sbadata, un giorno finirai in un burrone- afferma Gomi, uno dei leccaculo di Nao, convinto che il suo “idolo” che meritasse delle amicizie al suo livello.
-Già Nao resta con noi, quella può andare da sola- e ovviamente Ivan appoggia a pieno il pensiero del suo amico.
Lui li fissa con uno sguardo raggelante*

-Davvero hanno ragione sono sbadata. Vado da sola!-

“Dai, Nao molla la presa… fammi andare da sola”

-Okay, ti aspetto qui-
 

“Così io sistemo questi imbecilli, non sopporto che loro mi parlino così di lei”



Ovviamente quella scusa era una bugia, per fortuna era riuscita a convincere Naozumi a non accompagnarla, perché aveva bisogno di restare sola per ciò che l’aspettava…
 

***




 

Arrivata davanti al suo liceo, si appoggia al muro che circondava all’edificio scolastico... in attesa di qualcuno…
Quando questo qualcuno uscì, stava per proseguire per la sua strada, quando lei gli fece notare la sua presenza affermando:
-Quindi il colloquio era per questa cattedra?-
Lui ferma si gira verso la direzione del suo interlocutore e accorgendosi che era lei rispose.
-Si è il mio primo impiego dopo la laurea e ho avuto la fortuna di essere preso…-
-E quindi che facciamo? -
-Mi sembra ovvio, dimentichiamo quanto accaduto, è meglio per entrambi, tanto non ci saremmo rivisti se non fosse stato per questo lavoro-
Magari intendeva dire coincidenza astrale, quante possibilità cerano che la ragazza che aveva baciato si rivelasse una sua studentessa…. Una su un milione? Forse
-Quindi è da considerarla una cosa che non è mai accaduta- domandò Sana per conferma, già dopo quella risposta, si sentiva ferita…
-Esatto- rispose freddamente lui con un tono deciso, perché era convinto che fosse la cosa migliore da fare…
-Okay prof Hayama- rispose anche lei freddamente e decisamente formale, togliendo ogni accenno confidenziale… perché doveva avvenire un reset tra loro… e in quel momento, sembrava proprio che avesse premuto un pulsate per ricominciare da capo.
Dopo quella risposta lei si girò e se ne andò, mente lui rimane a osservarla nuovamente allontanarsi da lui con una dolce brezza di fine estate accompagnava l’oscillare di suoi capelli. Una volta che fu lontana dalla sua vista, si mise in cammino per dirigersi a casa, dopo quel primo giorno che fu il più difficile di quanto potesse immaginare… beh non era stato semplice ritrovarsi lei come sua alunna…. A proposito di lei… di colpo si fermò e non poté non pensare alla domanda più palese che gli passava in tesata.

 

“Non ci credo dopo tutto questo non so ancora il suo nome…ma non deve importarmi infondo è una studentessa come le altre…”



 Sì, come no! A chi vuole darla a bere?



 

***




Sana tornata ai giardini, era un po’ intontita e quando Nao le si avvicinò, quasi la sorprese.
-Trovato il diario?- domandò il ragazzo premurosamente.
-Cosa?... ah sì, certo, il diario! Si sì, era sotto il banco!- dopo un iniziale smarrimento rispose ricordandosi della sua bugia che aveva detto per allontanarsi per chiarire con... il suo proff.
-Bene- le sorrise dolcemente, quando lui le sorrideva in quel modo, riusciva sempre ad alleggerire la testa, le infondeva tranquillità… lui era l’unico a riuscire a tranquillizzare i suoi stati d’animo.
-Ehm, Gomi e Ivan? Dove sono? di solito dopo scuola non ti si scollano un secondo, per caso si sono nascosti per farmi uno scherzo?- domandò cercandoli di qui e di là.
Nao la ferma e le rispondo -Avevano degli impegni… –
Sana ovviamente crede a quella risposta perché di certo non poteva immaginarsi la ramanzina che Nao aveva fatto ai due costringendoli a sparire dalla propria vista, un consiglio non fate arrabbiare i bravi ragazzi.
-Ti dispiace che siamo soli?- affermò accarezzandole la guancia
Sana a quel contatto senti un calore al cuore nel che solo lui riusciva a donarle.
Arrossita leggermente in volto, rispose -Ma cosa vai a pensare, figurati se mi dispiace, anzi- passare del tempo con lui le avrebbe fatto bene, gli avvenimenti di oggi l’avevano scossa e poiché quell’incidente, era stato archiviato… Poteva cercare di chiarire quella convinzione di sentimento che provava verso Nao.
I due così andarono in un bar e parlarono come al solito del più e del meno… poi come al solito la accompagnò a casa per l’ora di cena. Ma lei non cena perché era talmente distrutta che crollò sul divano…



 

 ***





Il giorno dopo Akito entra in classe con la sua aria minacciosa – Per verificare il vostro livello ho corretto le esercitazioni che avete svolto ieri in classe. Dato che non vi conosco, ora ve li consegno così associo i cognomi alle facce -
-Allora…. 8/10 Kamura, gli svolgimenti sono corretti ma per qualche errore di distrazione è stato inevitabile- il ragazzo si alzò e ritirò il compito.
-10/10 Sugita complimenti sei certamente la prima della classe, un compito inattaccabile- La ragazza ritirò il compito tutta rossa in viso, per poi tornare in fretta a posto.
-Uh questo lo volevo lasciare per ultimo, ma poi mi sono detto no, bisogna avere molto tempo per presentare questo compito. Chi l’ha svolto ha il cervello di una gallina lobotomizzata, ma come si fa, in uno dei passaggi di un’equazione che si chiede 2+3 il risultato di questo passaggio sia 4?- la classe ridacchia mente lui continua - Mi spiegate come sia possibile che sia in terza liceo? Neanche i bambini delle elementari sbagliano una simile operazione o sentite questo in che mondo 8 diviso 4 fa 3 come diavolo si fa??? Come? – la classe ride sonoramente eccetto due persone -E se l’operazione fosse stata più complessa tipo x=[2*(86a+35b+12y-5a-16b+(13b+3a+4y)3
]:(68a+20b)+3y che diavolo avrebbe risposto? No, davvero è un compito ridicolo, da 0 per essere a questo livello, anzi le faccio un piacere Kurata le do un non classificato, perché un complito simile non è qualificabile! Mi chiedo come abbia fatto ad arrivare in terza superiore!-
-Non le sembra di esagerare e o di essere un po’ troppo duro? – interviene Nao indifesa della persona di cui sicuramente si riferiva, e lui meglio di chiunque altro sapeva chi poteva fare errori simili.
-Duro? Io ahhah ma per favore è questo compito ridicolo, allora Kurata mostrati, diamo un volto a questo sfacelo!-
Sana si alza a testa bassa, lui vedendola alzarsi, si sente sprofondare mentre vede cadere delle lacrime su il suo volto, lui rimane pietrificato. Lei si avvicina gli strappa il compito dalla mano e urla- lo sfacelo esce senza permesso dalla sua classe, lo annoti pure!!!-e corse fuori dalla classe.

-Come può un insegnate parlare così, è un insensibile! Mi faccia andare da lei!- attaccò Nao, in quel momento provava odio e preoccupazione.
-No, è una cosa che devo rimediare io-

Akito esce fuori di corsa e la insegue la trascina in una stanza vuota, chiude la porta, la tira a se e senza riflettere la abbraccia -Perdonami, se solo sapevo che eri tu, io…-
-Cosa sarebbe cambiato? Ricordi, tra noi non è successo nulla, non ci siamo mai incontrati prima… quindi non voglio che ti scusi perché sono io, ma per…- e scoppia a piangere colpendolo al petto e lui tentava di calmarla accarezzandole la testa…
-Volevo fare il fiero e spavaldo, l’insegnate tutto d’un pezzo senza cuore che gli studenti devono temere… ma a quanto pare, ho agito da insensibile e hai ragione non avrei dovuto comportarmi così e deridere uno studente a prescindere, ma il fatto che sia tu quella studente, mi ha fatto stare ancora più male-
Sana si asciuga le lacrime per poi scacciarsi da quell’abbraccio e dire -Okay così le accetto le tue scuse, lo so che sono un’impedita in algebra, aritmetica, geometria, a partire dalla matematica più basilare, ti chiedi come ho fatto ad arrivare in terza, non posso rivelarlo al mio insegnate…-
-Bigliettini-afferma con convinzione
-Ma come? – chiese stupita che avesse azzeccato alla prima ipotesi
Akito fa un ghigno- Semplice, fino a qualche semestre fa, ero uno studente anch’io-
-Ascolta io ti dovrò valutare come una studentessa qualunque, quindi non permetterò che copi….-
Lei ridacchia -Hahhahh vedremo se mi beccherai -
-Noto tutto e non farò eccezioni-
-Non te le sto chiedendo, in fondo perché dovrei aver dei privilegi-
-Giusto- affermò mente facevano ritorno alla propria classe


 

"Forse perché quando i miei occhi incontrano il tuo sguardo, il mio cuore comincia a battere all’impazzata, il mondo si ferma e averti vicina m’indebolisce…
È totalmente sbagliato provare certe sensazioni per te, una mia studente. Devo reprimerli, è ciò che è giusto fare!”



Sana si rimise a posto e Nao le chiede –Stai bene?- e lei rispose -Si tutto okay, tranquillo-

 

***



Passavano i giorni, e le lezioni scorrevano una dietro l’altra.


Akito dopo la spiegazione di un’equazione del terzo anno, mentre gli studenti tentavano di svolgerla, i suoi occhi inconsciamente stavano osservando Sana. Anche lei era intenta a svolgere quel compito mentre una arrotolava una ciocca di capelli sul dito. Quei lunghi, bellissimi capelli ramati e il suo naso pareva distinguere il profumo di albicocca, era come se il profumo del suo shampoo gli fosse rimasto impresso nelle narici da quando aveva abbracciata per farsi perdonare e aveva notato che era lo stesso di quel primo incontro. Al pensiero di quel bacio, e pensare di averla vicino, faceva vibrare il suo corpo.
Cercò di scacciare i suoi pensieri rivolgendo la sua attenzione da un'altra parte dell’aula, ma prontamente lei, inconsciamente, richiamava la sua attenzione. Tra uno sbuffo esaltato per non comprendere quello che aveva davanti agli occhi, o il battere il piede dall’agitazione. Certo lei faceva tutto questo per concentrarsi, per cercare di risolvere quelle equazioni algebriche ma dalle sue espressioni cruciate parevano tutti sforzi inutili. La matematica non era di certo il suo mondo, e questa era un'altra differenza che avevano i due.
Tsk non riusciva proprio a smettere di pensare a lei, ma perché che c’era di così speciale in quella ragazza?

Per fortuna nessuno aveva notato quegli sguardi, nessuno poteva comprendere che si nascondeva dietro quello sguardo glaciale…

Continuava a osservarla e notò una cosa, con lo sguardo chiedeva aiuto al suo compagno di banco… Kamura, che ricambiò lo sguardo con un sorriso. Qualche istante dopo notò uno intrecciarsi di mani sotto il banco, e lei a quel contato arrossì così come il suo compagno, per poi diventare più serena in viso con un accenno di sorriso in volto.
Quel gesto, a lui aveva dato non poco fastidio, il problema e che non capiva se era dovuto al intrecciarsi le mani, al rossore in viso di lei o la mancanza di rispetto per il bigliettino, lui aveva sempre odiato chi imbrogliava a scuola. Non sapeva il motivo di tutto quel risentimento ma agì!

-È solo un’esercitazione e già vi mettete a copiare? Vi passate bigliettini e voi credete che non me ne accorga? Ah vi sbagliate di grosso, vero Kamura, Kurata? Se continuate così sarò costretto a cambiarvi di posto!- e deve ammettere, che non gli dispiacerebbe affatto allontanarla da quello. C’era una forte complicità tra i due e questa cosa non gli faceva particolarmente piacere.
-No, la prego!- Lo supplicò Sana
-L’ho già detto non sono stupido, me ne accorgo.
La classe era ammutolita, erano decisamente tutti intimoriti, Akito aveva uno sguardo tagliente che non ammetteva repliche.
-Cosa pensi che dovrei dir ai tuoi genitori Kurata, e ai tuoi Kamura? Pensate che siano fieri del vostro comportamento!-
Ecco il loro prof aveva toccato un tasto…,per entrambi,…dolente.

-Siamo certi che a loro non importa- rispose glaciale Nao
-Eh?- chiese stupito da quelle risposte
-Sarà già un miracolo che si presentino ai colloqui- afferma rassegnata Sana

Il padre di Kamura era un impresario importante, sempre in viaggio e che trascurava il figlio, mentre la madre è morta qualche anno fa.
Sana di suo padre non sapeva nulla, non sapeva chi fosse, né la storia di come l’ha conosciuto sua madre, sapeva solo che lui non l’ha voleva.
Sua madre ha passato la sua infanzia ha trovarle un padre, finendo così per trascurare la figlia e man mano che il tempo passava, da cercare un padre gli importava trovare un marito e fino ad arrivare al punto che gli bastava avere un uomo nel suo letto. Sua madre era negli anni diventata una donna frivola e che dava tutte le attenzioni agli uomini, trascurando la figlia.
Sana e Naozumi avevano una situazione famigliare simile e questa cosa li ha uniti, anche se non all’inizio non conoscevano quest’aspetto ma fin da subito si sono sentiti compresi senza una particolare ragione. Così da allora diventarono inseparabili.


Akito non comprendeva quella risposta da parte d’entrambi e pensò che sia una scusa per far sì che i loro genitori saltassero l’incontro -Mi assicurerò che vengano, li avviserò personalmente. Non vorrei che voi inventiate una scusa per fargli saltare i colloqui, non avvisandoli-
-Faccia pure, tanto non verranno- afferma Sana convinta
-Probabilmente nemmeno le risponderanno- dichiara Nao


Akito non gli da retta prende il registro ed esce dall’aula e comincia a chiamare il padre di Kamura.
– Pronto? Parlo con il signor Kamura-
 –No, sono l’assistente-
–Sono il suo professore si Naozumi, dovrei parlagli di suo figlio-
 – è occupato riferisca a me-
- Domani c’è l’incontro genitori insegnati, volevo ricordaglielo poiché dovrei parlare della situazione scolas….- fu interrotto dall’assistente
– il mio capo è molto impegnato per presentarsi a ste baggianate.
– l’educazione di suo figlio non è una baggianata! Lui deve essere info...- fu nuovamente interrotto.
– è proprio insistente, manderemo un impiegato così ci riferirà-
–Ma…- l’assistente aveva buttato giù la chiamata, probabilmente ave fretta di terminare la conversazione che lui riteneva non importante per il proprio lavoro.


Possibile che avessero ragione? Possibile che anche lei avesse una situazione famigliare simile?
Non indugio oltre digito il numero e avvio la chiamata dopo molti squilli ma molti una donna rispose al telefono.

-Pronto?-
-Salve, parlo con la signora Kurata?-
-Mi chiami signorina o Misako se preferisce. Comunque sì, sono io chi mi disturba?-
-Sono un professore di sua figlia… - lei lo interruppe chiedendo - Mia figlia sta bene?-
–Si tutto bene- almeno lei sembrava preoccuparsi per Sana.
- Allora perché scoccia? – domando la donna infastidita
Ma lui fece finta di nulla e andò al punto–Volevo ricordarle che domani c’è l’incontro genitori insegnati …-
–Ah quella noia mortale? Puff sono solo perdite di tempo, ho di meglio da fare-
– Sua figlia sarebbe una perdita di tempo? – s’irritò parecchio a sentire una cosa simile, Sana di certo non era una perdita di tempo, poi si controllò capendo che le emozioni che sentiva per lei erano poco professionali, così così disse- Ehm volevo dire l’educazione di sua figlia sarebbe una perdita di tempo?-
 -Uff- la madre di Sana sbuffo sonoramente e lui si ritrovo a pensare che fossero proprio madre e figlia
-Non sbuffi, il minimo che può fare è presentarsi qui e stare a sentire quello che ho da dirle su sua figlia. Non può fregarsene!- professionale una cippa, era coinvolto totalmente.
–Mmm hai un bel caratterino eh? Interessante… E hai anche una voce seducente. Okay, mi hai convinta! Verrò, così potrò associare questa voce sexy a un viso –
 Akito appare sulla testa gocciolone stile anime -.-’– ma ch… -
Misako lo interruppe ancor prima che possa formulare un pensiero per domandargli- Lei è il prof di?-
- Ehm matematica – rispose tralasciando le avance  -Perché? -
-Giusto per sapere, non vorrei stare a sorbirmi quei vecchiacci e le loro noiose opinioni verro direttamente a incontrare te senza fare quella trafila-
 – va bene verrò e sia chiaro che sarà principalmente per te, smack a presto… zuccherino!-

Akito rimane allibito, si domandava come fosse strana la conversazione che aveva avuto con la madre di Sana, si chiedeva come potevano dei genitori comportarsi in quel modo, infischiarsene altamente dei propri figli. Lui era cresciuto in una famiglia normale dove, l’istruzione sua e di sua sorella erano la priorità. Per lui era inconcepibile che un genitore non avesse il proprio figlio come priorità.



 

To be continue…



*lo sguardo inventato da Rory Gilmore
 

Nota: eccomi qui con il secondo capitolo di questa storia :) contenti?
hahhhaha lo so con questa storia ho stravolto tutto, a voi cosa ne pensate???
Beh io sono contenta perché per questa storia ho molta ispirazione :) ho abbozzato già un po’ di scene, ovviamente mancano tutti i pezzi di passaggio quindi ma sono molto tranquilla e sollevata … al momento non ho paranoie… ma siamo ancora all’inizio ihihihihi
Questo capitolo era abbozzato da un bel po’ così quando alcuni di voi mi hanno chiesto quando avrei pubblicato, ho risposto lunedì... ma ho dovuto ritardare per degli imprevisti e poi ho avuto un’ispirazione improvvisa per un’One Shot e mi sono concertata su quella se vi va di far uscire una lacrimuccia passate da
Un Amore Così Grande se vi va di leggerla e darmi un’opinione mi rendereste felice.
P.s. Nello scorso capitolo mi sono dimenticata di dirvi che se vi va di rimanere informati su quando posto il capitolo seguente, e vi vari sviluppi, aggiungetemi fb :)
---> Lully McCartney Kurata :*
 
 
 
 

  
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