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Autore: MaggieMary    23/05/2015    2 recensioni
× Quando sei solo un'unità ×
Una grandezza è una quantità che può essere misurata con strumenti di misura.
Non è quindi possibile misurare la bontà, la felicità, l’amore o perfino la bellezza di una persona.
“Ciao, mi presento. Mi chiamo Lee Sungjong e ho una bellezza pari a 5,5 unità di bellezza.”
[MyungJong] ~ [ + Possibili future nuove OTP /? ]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NO POV ]

 

Al chiuso di quell'ingresso, una signora se ne stava seduta su una sedia, in attesa di essere ricevuta. Trascorrendo quel tempo in compagnia ma senza parlare, la donna faceva ticchettare appena sul pavimento il laccato tacco scuro, quasi andando a tempo con il metallico rumore dell'orologio che scandiva meccanicamente il tempo.

Al suo fianco era seduta una giovanissima figura, altrettanto silenziosa, la cui chiara giacca azzurra quasi si confondeva con il muro dietro ad essa.

Tutto di quel palazzo era chiaro e luminoso, quasi accecante per certi versi, ed il bagliore era accentuato da quei timidi raggi di sole che entravano dalle grandi vetrate.

Dopo poco, fu finalmente il turno della donna di alzarsi, la quale con delicatezza ticchettò fino ad un alto tavolo poco distante dalle sedute, ma che comunque riusciva a dare un certo senso di riservatezza. Seduto dietro a quella scrivania stava un uomo dai capelli ordinatamente tirati indietro ed un completo elegante a ricoprire la sua asciutta figura.

Attraverso un paio di occhiali dall'argentata montatura, il giovane uomo dai tratti spigolosi osservò la donna e la piccola figura insieme a lei, portando quest'ultima a sobbalzare per quello sguardo glaciale.

"Ha bisogno di qualcosa?" - domandò apaticamente mentre con fare distratto sistemava qualche foglio sul piano di legno chiaro.

La donna si schiarì silenziosamente la gola - "Sono qui per una segnalazione."

"Segnalazione?"

"Uhm." - annuì - "Ho notato il comportamento al quanto ambiguo e misterioso di una certa persona, però non ne conosco il nome e a malapena il viso.."

Il segretario la fissò per qualche secondo, sbattendo appena le ciglia verso di lei.

In un normale caso, una simile segnalazione sarebbe stata più che vana. Le parole della donna erano troppo vaghe e sarebbe stato difficile, se non impossibile, risalire all'origine delle preoccupazione della superiore.

Eppure, quello non era un normale caso.

Perché c'era un ragno che stava tessendo la sua tela.

Tela che aveva già molti fili che presto o tardi si sarebbe ricongiunti tutti insieme.

Con queste circostanze, l'uomo aprì un cassetto della scrivania, estraendone così una piccola busta trasparente. Dentro di essa c'erano un paio di fogli, ma ciò che venne posto alla donna fu un piccolo foglietto plastificato.

"È tra questi?" - le domandò alludendo alla foto che gli aveva allungato.

"Qui!" - esclamò la donna, puntando il dito sulla fotografia - "E' questa persona!" - confermò, prima che nuovi dubbi comparvero nella sua mente - "Ma com'è possibile che sappiate già chi sia...?"

L'uomo riprese la foto tra le sue mani, sistemandosi poi meglio gli occhiali sul naso con un indice.

"Mi creda, non è la prima che sporge denuncia."

La donna fece schioccare la lingua, corrugando le sopracciglia scure e sottili.

"Tsk, spero prendiate presto provvedimenti! Non voglio che mio figlio cresca insieme a certi rivoluzionari!" - commentò, stringendo poi la mano del giovane bimbo accanto a lei, che se n'era rimasto in silenzio e immobile per tutto quel tempo.

La sua mente non aveva capito cosa fosse successo. Non aveva giustamente compreso di essere in parte l'artefice di tutto ciò. Non era consapevole di aver dato inizio alla tessitura di un ennesimo filo della ragnatela.

E ingenuamente continuava solamente a tenere stretto nella mano libera il suo orsacchiotto dal cerotto giallo ancora appiccicato sul pelo sintetico.

 

 

Un nuovo giorno era nato anche in quel dormitorio universitario e un giovane Lee Sungjong stava uscendo da quell'ultima lezione per quella mattinata nuvolosa.

Grandi nuvole grigie coprivano il cielo, quasi rendendo soffocante quello spazio aperto tra gli alberi alti. Un venticello leggero soffiava appena, muovendo i capelli scuri sulla testa del 4,5.

Un nuovo giorno era nato e stava trascorrendo in modo abituale.

Le persone passavano, camminavano per quel viale alberato, o ignorando completamente la presenza di Sungjong e deridendolo appena con un'alzata di sopracciglia.

Ma al ragazzo tutto ciò non interessava.

Stava per giungere l'ora di pranzo e presto si sarebbe dovuto incontrare con Myungsoo per mangiare insieme, quasi tornando ai vecchi tempi in cui ancora il 9,9 era del tutto simile a un bambino viziato.

Quel ricordo quasi fece sorridere Sungjong, ma non riuscì completamente nel suo intento.

La mente del ragazzo era troppo confusa per potersi anche solamente prendere una pausa e ridere di un evento passato.

Aveva molte cose da dire a Myungsoo, molte cose da comunicargli, anche solo di futile importanza ma che doveva esternargli.

Il 9,9 gli aveva fatto chiaramente intuire che non avrebbe più dovuto tenergli nulla nascosto, quindi andava bene anche solo parlargli di qualche sua infondata preoccupazione?

Sungjong, dopo l'ennesima lunga notte insonne, era arrivato ad una conclusione, e quella conclusione comprendeva di raccontare al fidanzato anche i suoi incubi che non lo facevano dormire la notte.

Così, mandandogli un messaggio alle prime ore del giorno, il 4,5 aveva inviato l'altro ragazzo a pranzare con lui. E di rimando, aveva ricevuto una risposta positiva carica di pacchiani cuoricini colorati.

Cuori colorati e virtuali, che però lo fecero sorridere e riuscirono a tranquillizzarlo sufficientemente per il tempo delle lezioni.

A quell'ora del giorno, Sungjong camminava per quella strada ghiaiata di grigio, perso a decidere l'argomento con cui avrebbe successivamente aperto il discorso con Myungsoo.

Ma così riflettendo il 4,5 finì per schiantarsi contro una persona.

Il giovane si massaggiò la spalla con la quale si era scontrato, dannandosi per non aver prestato maggiore attenzione a dove stava andando.

O forse, questa volta non era colpa della sua distrazione.

Uno sbuffo infastidito provenne da davanti a sé, anticipando una voce maschile che era certo di aver già sentito.

"È mai possibile che sei sempre tra i piedi, insufficiente?"

Sungjong alzò il volto, guardando così in volto il ragazzo con cui si era scontrato, il quale era accompagnato da altri suoi compagni di unità.

Il 4,5 impiegò una manciata di secondi prima di comprendere di aver già incontrato quelle persone e conseguentemente arricciare il naso, scocciato e infastidito da quella situazione.

Quei tre 6,5 sembravano comparire tutte le volte solo per infastidire ulteriormente Sungjong, già con la mente confusa di suo.

Quelli erano infatti i ragazzi che lo avevano preso di mira la volta in cui, confuso dal bacio improvviso e inaspettato di Myungsoo, non aveva potuto far altro che scappare via dalla realtà ed aveva finito per rispondere a tono a quei giovani.

E nemmeno a farlo apposta, o forse si, quei tre erano tornati a farsi vedere nel momento meno opportuno.

Ma Sungjong questa volta non aveva alcuna voglia di cominciare una qualsiasi, inutile discussione con loro. Non aveva alcuna voglia anche solo di starli a fissare ulteriormente.

Così, semplicemente piegando il capo in un inchino affrettato, finse di scusarsi per quello scontro indesiderato e fece per andarsene via di lì.

Ma a quei tre ragazzi una simile scialba reazione non andava affatto bene.

Quei tre ragazzi si aspettavano ben altro, anche solo semplicemente un vivace scambio di battute come era capitato in precedenza.

Dopotutto, si poteva quasi dire, che fossero giunti in quel viale solo per quello.

Ed infatti non permisero a Sungjong di scapparsene velocemente via di lì, ma lo fermarono afferrandogli il polso e facendolo sobbalzare all'indietro.

"Pensi davvero di potertene andare via così facilmente, uh?"

Il 4,5 respirò silenziosamente, rimproverandosi di stare calmo e di non scaldarsi inutilmente per niente.

Aveva visto che ribattere non era forse la soluzione migliore, seppur la più ragionevole e giusta per certi versi.

La vita di Sungjong era già abbastanza incasinata, non aveva alcuna voglia di complicarla ulteriormente a discapito anche di una seconda persona.

Se fosse stato l'unico coinvolto, forse non si sarebbe trattenuto in quel modo. Forse a quel momento avrebbe già tirato via violentemente il suo braccio dalla dura presa del 6,5.

Forse, quasi sicuramente, non se ne sarebbe stato in silenzio.

Quel caso però era diverso e così tacque, non volendo pentirsi successivamente delle sue parole come invece aveva fatto il giorno precedente dopo il suo incontro con le gelose 9.

Sungjong era infastidito da quei continui incontri che gli facevano presente ogni volta della sua bassa unità, ma esternare questo fastidio non sarebbe servito a nulla.

La voce del 6,5 continuava a farsi sentire, mentre gli altri due ragazzi se ne stavano semplicemente al suo fianco.

Ed il silenzio di Sungjong sembrò infastidire quel gruppo più di quanto avrebbero fatto le sue parole.

Così, senza mezzi termini, il 6,5 lasciò andare il braccio del giovane, prendendolo però per il colletto della giacca scoperto dalla sciarpa, proprio com'era successo al loro primo incontro.

Il 4,5 bofonchiò appena di fronte a quella mossa improvvisa, sentendosi venire a meno per poco l'aria.

Quel ragazzo non era molto più alto di Sungjong, ma aveva sufficiente forza nelle braccia per riuscire a sollevare il corpo della vittima da qualche centimetro da terra.

Cosa avevano tutti con lui? Possibile che in un modo o nell'altro finisse sempre in spiacevoli situazioni? Possibile che proprio lui, tra gli insufficienti, fosse sempre preso di mira e finisse per incontrare simili individui?

Il volto dal ghigno stampato indelebilmente era a pochi centimetri dal viso di Sungjong, il quale provò un improvviso impulso di sputare in faccia a quel strafottente 6,5 dai modi grezzi.

Uno sputo che non avrebbe mai sputato.

Il 4,5 era stanco, fin troppo stanco anche solo per tentare di staccare le mani di quel ragazzo dal suo colletto, fin troppo stanco anche solo per lamentarsi.

Erano due notti che non dormiva un sonno tranquillo per via di incubi continui e incontri indesiderati, di cui quell'ultimo incontro faceva altrettanto parte.

Cosa speravano di ottenere quei tre bulli da strapazzo prendendosela con lui? Cosa gli avrebbero ancora fatto oltre che farlo penzolare in pochissimi centimetri d'aria?

"E quindi?" - a Sungjong venne spontaneo domandare, dopo che la situazione era rimasta invariata per una manciata di secondi.

La domanda del 4,5 era semplice e concisa, più che lecita visto il contesto in cui si trovavano.

Domanda che però risultò eccessivamente antipatica secondo i pareri dei tre 6,5.

Il ragazzo, che sembrava a capo di quel trio, strinse più forte le mani intorno al collo di Sungjong, rendendogli ancora più problematica la situazione e portando il giovane insufficienti a tossicchiare appena.

"Ma che volete!? Cosa cercate di ottenere da me!?" - sbottò alla fine, stanco di quella situazione, stanco ormai di fin troppe cose.

Sungjong sarebbe voluto semplicemente andare a pranzo con Myungsoo. Parlargli, raccontargli delle sue preoccupazioni, farsi tranquillizzare anche solo momentaneamente dalle sue parole e dai suoi abbracci.

Perchè doveva allora sorbirsi la noia di quei bulli? C'era un obiettivo plausibile dietro a quelle gesta che sembravano solamente volerlo portare all'esasperazione?

Che sembravano solamente attendere l'intervento di un'altra persona.

E un'altra persona infatti presto arrivò.

"EHI!" - una nuova mascolina voce fece capolino da dietro le spalle di Sungjong, che nemmeno avrebbe necessitato di girarsi per capire chi fosse il nuovo arrivato.

Il 4,5 odiava come quel nuovo arrivato arrivasse sempre nel momento giusto, quasi a soccorrerlo come una principessa in pericolo.

Eppure in quel momento sapeva di essergli in parte, se non completamente, riconoscente.

"C'è qualche problema?" - tornò a parlare Myungsoo da dietro le spalle di Sungjong, cercando di mantenersi il più razionale e diplomatico possibile seppur la voglia di stampare un pugno in faccia a tutti quei 3 sufficienti fosse grande.

Il 9,9 provava un forte senso di dejà-vu, ma solo successivamente si sarebbe ricordato che un incontro quasi del tutto simile era già capitato in precedenza.

La differenza questa volta fu però la reazione dei cosiddetti "bulli" che, senza scomporsi in nessun modo, lasciarono semplicemente andare Sungjong, che finì inevitabilmente tra le braccia di un Myungsoo che presto lo sorresse.

Senza dire nulla, ma semplicemente indossando un nuovo ghigno soddisfatto, i tre 6,5 se ne andarono velocemente come erano comparsi, lasciando solamente i volti confusi dei due fidanzati, mentre le loro menti non potevano che domandarsi "Tutto qui?", quasi delusi da quella reazione.

Forse perché, in realtà, non avevano mai davvero cercato una litigata.

 

Forse perché il loro obiettivo lo avevano più che raggiunto.

 

 

Seduto sulla sponda del letto dalle coperte colorate, Sungjong si fissava i palmi delle mani appoggiati mollemente sulle gambe. Era tardo pomeriggio e il sole stava cominciando a sfumare via, mentre un mormorio di gente occupava il viale alberato.

Alla fine, per una cosa e per l'altra, il giorno precedente non era riuscito a parlare con Myungsoo o, perlomeno, ciò di cui avevano discusso non comprendeva le preoccupazioni del più giovane.

Forse era paranoico, forse continuava a farsi continue e inutili pare, forse i suoi dubbi erano totalmente infondati.

Sungjong, da quando era diventato un insufficiente, aveva continuato a vivere prendendo boccate d'aria a fatica, vivendo la sua giornata fieramente ma allo stesso tempo finendo per preoccuparsi anche delle più insulse nullità.

E come fare altrimenti?

Da quando aveva incontrato Myungsoo le cose erano migliorate e peggiorate per certi versi.

Per certi versi, Sungjong era felice, per altri non poteva che mordersi le dita, non riuscendo a tranquillizzarsi completamente.

Non sapeva nemmeno lui in realtà cosa avrebbe dovuto temere, eppure sentiva l'eco lontano di una corda che veniva tirata. Lo stridere di un filo bianco sottile che veniva teso.

E questo rumore non gli piaceva per niente.

Probabilmente, non sarebbe successo più niente. Probabilmente, lui e Myungsoo avrebbero continuato a vivere indisturbati ancora per un bel po'.

Eppure quella catena di eventi e incontri casuali, nemmeno riconducibili l'uno all'altro, confondevano la povera mente di Sungjong già confusa di suo.

Era tardo pomeriggio e il 4,5 era ancora seduto sul bordo del suo letto a una spanna, in attesa dell'arrivo di Myungsoo.

Si erano dati un nuovo appuntamento nella stanza di Sungjong, ma mancava ancora un'ora prima dell'arrivo del 9,9.

Il giovane insufficiente non aveva bene in mente come trascorrere quel tempo rimanete.

Dormire? Studiare? O semplicemente fissare ancora a lungo nel vuoto?

Tra tutte, l'opzione più vantaggiosa era di sicuro la seconda e così, tirandosi su di peso, Sungjong si avviò verso il piccolo tavolo di quella stanza, dove erano ancora appoggiati alcuni libri e fogli di appunti accuratamente colorati e divisi.

Il silenzio di quella stanza era riempito solamente dal leggero respiro del ragazzo e dalla matita che strisciava velocemente sulle pagine sciupate e troppe volte sfogliate del libro di testo.

Indisturbato, Sungjong continuava a far scorrere i suoi occhi sulle parole indelebilmente scritte, memorizzandone già in parte il contenuto e riuscendo così nel suo intento di occupare il tempo e soprattutto distrarsi da problemi che ormai era giunto a reputare totalmente inutili e infondati.

Perché dover pensare al peggio quando invece potrebbe andare tutto per il meglio?

 Il 4,5 sospirò dopo aver formulato quella domanda nella sua mente, rilassandosi e concentrandosi invece sulla grande quantità di pagine che avrebbe dovuto studiare.

Afferrò l'agenda (naturalmente) gialla, controllando la data di un prossimo esame e accorgendosi così solo in quel momento del fatto che fossero già in Marzo.

È già trascorso così tanto tempo? Fra un po' sarà già primavera? Fra poco sarà il compleanno di Myungsoo?

Distraendosi con la stessa velocità con cui si distrae un bambino o un gatto, Sungjong passò dallo studiare al pensare invece a quel prossimo evento in arrivo.

Come avrebbero trascorso quel compleanno? Avrebbe dovuto preparare una sorpresa per Myungsoo? Ma cosa?

Dopotutto, quello era il primo compleanno che trascorrevano insieme, dopotutto voleva passarlo in modo speciale.

Entusiasta, Sungjong cominciò a riflettere sui mille modi in cui avrebbero potuto passare quel giorno, modi alcuni del tutto irrealizzabili, ma che comunque lo rendevano felice. Lo rendeva felice pensare al compleanno di una persona a lui così cara.

Forse quel pomeriggio avrebbero potuto parlare di quello. Forse quel pomeriggio avrebbe potuto domandare a Myungsoo quale regalo avrebbe voluto ricevere piuttosto che perdersi in infiniti discorsi carichi di preoccupazioni.

Perché pensare a quei turbamenti quando potevano invece sorridere decidendo sul come trascorrere quel compleanno?

Sungjong chiuse il libro di testo e prese invece un foglio bianco, sul quale cominciò a scrivere un piccolo elenco di tutte le cose che avrebbe potuto regalare a Myungsoo.

Sungjong stava scrivendo e la matita ancora stava strisciando sulla liscia superficie quando un paio di battiti giunsero alle orecchie del ragazzo.

Quest'ultimo alzò la testa verso la porta, per poi passare a leggere l'orario sul piccolo orologio nella sua camera.

Erano trascorsi solo 15 minuti da quando si era spostato dal letto al tavolo e mancava ancora un bel po' prima dell'appuntamento con Myungsoo.

Dunque, come mai il ragazzo era già arrivato?

Non preoccupandosi eccessivamente dell'orario ma solamente gioendo silenziosamente dell'arrivo anticipato del fidanzato, Sungjong andò ad aprire alla porta, già pronto a saltare tra le braccia di Myungsoo.

Aprì la porta senza nemmeno domandare l'identità del nuovo arrivato ma, quando i suoi occhi entrarono in contatto con quella persona, il sorriso cominciò a spegnersi tra le labbra del 4,5.

Confuso, il ragazzo osservò quella persona di fronte a sé.

Confuso, il ragazzo si rese conto che c'era qualcosa che non andava.

 

Perché quello non era Myungsoo.

 

 

Camminando lungo il viale alberato in compagnia di una 9, Lee Sungyeol ascoltava distrattamente la conversazione che gli arrivava a spezzoni alle orecchie, del tutto disinteressato all'argomento.

Il giovane ragazzo aveva aspirato per lungo tempo a quella posizione. Per molto tempo aveva sognato di poter diventare un superiore e camminare fieramente tra gli alti alberi, lui che era stato per due anni un'insufficiente.

Lui che faceva parte di quegli insufficienti che, in un modo o nell'altro, erano riusciti alla fine ad alzare la propria unità ed erano entrati nella cerchia dei "belli".

Accecato a quei tempi dall'amore, Sungyeol non aveva granché riflettuto sulle conseguenze di quel suo grande salto di unità. Senza riflettere razionalmente, aveva colto la prima occasione che gli si era proposta, riuscendo così a raggiungere il proprio obiettivo di poter stare al fianco della persona amata.

Sulle prime Sungyeol si era sorpreso di come nessuno avesse insistito nel sconvolgergli eccessivamente il suo aspetto, ma come invece avessero più che altro puntato sulla personalità.

Dopo quel cambiamento, il ragazzo era di sicuro più curato nell'aspetto e nei modi di fare, ma tanto diverso non si era nemmeno sentito.

Fatta eccezione per quella targhetta d'oro brillante fissata ora sui suoi abiti.

Appena dopo quel passaggio di unità, Sungyeol aveva voluto mostrare con fierezza al mondo il suo essere superiore e primi tra tutti aveva voluto mostrare quella placca d'oro a Sungjong.

Erano stati compagni di stanza per un tempo nemmeno troppo corto e il più grande avrebbe voluto parlare ancora una volta con lui.

Avrebbe voluto scusarsi con lui per averlo trattato malamente e per essersene scappato via senza una verbale giustificazione da parte sua. Avrebbe più di tutto voluto mostrargli come fosse facile arrivare ad ottenere un'unità così alta e come il suo aspetto non fosse drasticamente cambiato.

Durante il suo periodo da insufficiente, Sungyeol aveva scherzato più volte con Sungjong riferendosi ai superiori. Più volti li aveva beffeggiati al chiuso della loro stanza chiamandoli "facce di plastica".

Ma, avendo ora osservato anche l'altra faccia della medaglia, il neo 9,3 voleva mostrare al suo ex-compagno di stanza come invece il suo aspetto non fosse stato stravolto.

Voleva spingere l'amico a prendere la sua stessa scelta, eppure non ci era riuscito.

Non ce l'aveva fatta perché non era riuscito in nessun modo ad avvicinarsi all'area degli insufficienti.

Non c'era stato nessun muro a fermarlo, ma era stato invece un blocco fatto di parole a non permettergli di rincontrare ancora una volta l'amico.

Beffe, sguardi di traverso, avvertimenti.

Così solo in quel momento Sungyeol aveva davvero capito in cosa consistesse il suo cambiamento. Solo in quel momento si era reso conto che diventare un superiore non consisteva solamente in un cambiamento di immagine, ma era invece e soprattutto un dimenticare il passato.

Se voleva continuare a vivere come un 9,3, doveva scordarsi della sua precedente vita da insufficiente.

Il ragazzo non aveva così potuto rincontrare il suo amico e non solo.

Perché, dopotutto, la sua famiglia era composta da insufficienti.

Sungyeol aveva compreso le controindicazioni, ma le aveva comprese troppo tardi.

Lui ormai era un superiore e come tale doveva comportarsi.

E così stava facendo anche quel giorno, ascoltando le parole di quella che era la ragazza di cui si era innamorato, ma di cui ora non si ricordava il motivo del suo innamoramento.

È noioso, è tutto così noioso e vuoto, si lamentava la sua mente senza però poter far concretamente nulla.

Per certi, forse troppi, versi Sungyeol rimpiangeva la sua precedente esistenza da "brutto".

E, pensando al tempo trascorso in precedenza, scorse una persona lontana. Una persona familiare.

Ma cosa ci faceva lì quella persona? E perché la compagnia al suo fianco sembrava così misteriosa?

Sungyeol era confuso e, per quanto la sua mente da superiore cercasse di spingerlo ad ascoltare i discorsi della 9, non poteva non preoccuparsi di quella situazione. Proprio come aveva fatto in precedenza quando aveva rincontrato quella persona familiare dopo tanto tempo.

La ragazza al suo fianco finì di parlare, augurandogli una buona giornata con un bacio stampato su una guancia, prima di correre verso la sua prossima lezione.

Sungyeol la salutò distrattamente, osservandola andare via e ora finalmente libero di poter capire cosa stesse succedendo con quella persona.

Ma, quando voltò lo sguardo, quella persona era già scomparsa.

Il ragazzo strabuzzò gli occhi, spostando lo sguardo a destra e a sinistra alla ricerca della persona scomparsa ma con scarso successo, arrivando poi a rendersi conto di ciò che aveva fatto.

Era davvero preoccupato? Perché doveva essere preoccupato?

Non doveva, non ce n'era nessun motivo. Dopotutto, quella parte della sua vita non era mai esistita quindi non doveva nemmeno preoccuparsene, no?

Sungyeol sbuffò sonoramente, riprendendo il controllo della sua persona, ma suo malgrado solo per poco.

I suoi occhi infatti presto incontrarono l'ennesime due persone familiari e, senza controllo e quasi agendo di inconscio, il 9,3 si avviò in loro direzione.

Il ragazzo non comprendeva le sue azioni e continuava ad agire di impulso. Forse perché la precedente chiacchierata con la ragazza lo aveva davvero annoiato, o forse perché non riusciva davvero a non preoccuparsi a conti fatti.

Arrivò davanti a quelle due persone che stavano chiacchierando tra di loro, quelle due persone che ci misero un paio di battiti di palpebre prima di realizzare chi fosse, e prima di collegare la sua faccia alla sua targhetta.

Targhetta che sembrava stonare e non appartenergli totalmente.

Perché dopotutto lui rimaneva sempre Sungyeol, e Dongwoo e Hoya lo avevano conosciuto come un insufficiente.

"Oh, Sungyeol, da quanto tempo non ci vediamo!" - parlò il più grande tra i due 8, ignorando inutili formali convenevoli ma trattandolo invece come lo avevano sempre trattato.

Proprio come facevano anche con Sungjong, proprio come sempre facevano con le persone a loro care che incontravano, ignorando completamente quell'unità che per loro due sembrava davvero valere ben poco.

"Come stai--" - cercò di proseguire Howon, ma venendo presto bloccato dalle veloci parole di Sungyeol.

"In che guai si è cacciato?!"

Dongwoo e Hoya si scambiarono un'occhiata confusa, in parte anche loro sorpresi dal comportamento del ragazzo.

"U-Uh? Non capisco a chi ti riferisca.."

"Sungjong! Prima l'abbassamento di unità e ora viene trasportato via da quello che sembra un funzionario dei Grandi Uffici Centrali"

Per quanto la sua mente continuasse a volerlo fermare, per quanto tentasse di fargli assumere un comportamento superiore e apatico, Sungyeol alla fine non era davvero riuscito nel suo intento. Alla fine non era davvero riuscito a non farsi coinvolgere dalla situazione.

Perché alla fine si sentiva anche in colpa.

Perché alla fine non poteva prendersela con sé stesso per aver lasciato da solo il suo vecchio compagno di stanza.

Al suono di quelle parole, i due 8 non poterono che strozzarsi con la saliva.

Era da tanto tempo che anche loro non incontravano quel vecchio compagno di stanza di Sungjong, ma avrebbero preferito non ricontrarlo se questo voleva dire mettere in pericolo il più giovane del gruppo.

Avrebbero preferito non rincontrare più Sungyeol piuttosto che rivederlo in quelle circostanze.

Che fare?, si domandavano i due, solamente comunicando con uno scambio di sguardi estremamente preoccupati.

"Dobbiamo avvertire subito Myungsoo." - riuscì solamente a pensare Howon.

"Myungsoo? State parlando di Kim Myungsoo?" - intervenne la voce di Sungyeol, sorpassando quella di Dongwoo.

"Si, come fai a conoscerlo?"

"Abbiamo alcune lezioni in comune e le nostre stanze sono sullo stesso piano.. Ma che c'entra lui con Sungjong?"

Hoya mosse una mano davanti a sé, bloccando così alcun tipo di spiegazione in merito.

"È una storia troppo lunga e qualcosa mi dice che non abbiamo davvero tempo.. Dobbiamo assolutamente trovare Myungsoo..."

I 3 ragazzi coinvolti in quell'incontro casuale erano confusi. Si era venuta a formare una situazione di cui ben poco capivano e che per certi versi lasciava molte lacune.

Si erano rincontrati dopo tanto tempo ma non si erano nemmeno salutati. Forse perché non era necessario, forse perché in quel momento non era necessario dare spiegazioni su ciò che era accaduto in precedenza, forse perché semplicemente si erano ritrovati preoccupati per uno stesso motivo, per una stessa persona.

E così facendo, passarono in rassegna intorno a loro, come alla ricerca di Myungsoo. Un Myungsoo che, non si sa ben come, Sungyeol individuò presto qualche metro più lontano, quasi come se tutta quella situazione non fosse casuale ma fosse invece stata studiata a tavolino.

Quasi come se qualcuno avesse voluto che fosse proprio Sungyeol a vedere Sungjong, quasi come se fosse già stato prestabilito l'incontro con Dongwoo e Hoya, quasi come se qualcuno avesse volutamente depositato anche Myungsoo vicino a loro.

Quasi come se fosse stato tutto accuratamente studiato.

Ma nessuno aveva tempo per riflettere su quelle coincidenze e così Sungyeol si diresse solamente in direzione di Myungsoo, ancora all'oscuro del suo collegamento con Sungjong, seguito di conseguenza anche dai due 8.

"MYUNGSOO!" - gli urlò il suo compagno di unità, facendo letteralmente saltare in aria il povero malcapitato che stava camminando per il viale alberato, perso tra i suoi pensieri che si concentravano solamente sul suo imminente incontro con Sungjong.

"Oh, Sungyeol hyung! Buon pomeriggio, hai bisogno di qualcosa--"

"Non abbiamo tempo per inutili convenevoli!" - ribatté un appena arrivato Howon in compagnia di Dongwoo.

"Oh, hyung, ci siete anche voi, ... aspetta, vi conoscete?"

"Ennesima lunghissima storia! Non abbiamo tempo!"

"Dobbiamo pensare a Sungjong!" - intervenne Sungyeol.

Myungsoo sbatté un paio di volte le palpebre, comprendendo poco e nulla di quella situazione in cui era stato incastrato.

Non sapeva come quei tre si conoscessero e neppure come mai fossero finiti per incontrarsi quel giorno. Era solamente occupato a pensare a un nome che aveva di colpo attirato la sua attenzione.

Un nome che stonava in quel discorso e di cui non ne comprendeva la presenza.

"Cosa c'entra Sungjong ora?! Come fa a conoscerlo anche Sungyeol hyung--?!"

Myungsoo stava per andare a incontrarlo nel suo dormitorio, perché avrebbe dovuto pensare a lui?

Dopotutto lo avrebbe presto rivisto nel chiuso del dormitorio, come tante volte era successo.

Quel giorno era come tanti altri no?

Eppure le successive parole di Howon suonarono come un terrificante campanello d'allarme che annuncia un terremoto. E proprio come durante un terremoto, Myungsoo si sentì venire a meno la terra sotto di sé.

"Basta domande: Sungjong è in pericolo!"

"Howon, modera le parole o a questo qua viene un infarto--" - tentò di ribattere Dongwoo, ma il terremoto era già in atto.

"COSA COME QUANDO DOVE PERCHE'?! COSA VUOL DIRE CHE E' IN PERICOLO? COSA GLI E' SUCCESSO? DOV'E'?! STA BENE? GLI E' SUCCESSO QUALCOSA!? PERCHE' NON MI HA AVVERTITO? E' QUALCOSA DI GRAVE? MA STA BENE!? COSA DIAMINE STA SUCCEDENDO-- "

Come da copione, Myungsoo vomitò una carrellata di veloci parole espresse con alta voce e alta preoccupazione.

Dongwoo tirò un ceffone a Hoya per aver causato tutto ciò, quasi si fosse aspettato fin da principio una simile esagerata reazione da parte di quel ragazzo.

Sungyeol dal canto suo, abituato a vedere Myungsoo come un composto principe, non poté che spalancare gli occhi di fronte a quel comportamento così inusuale per quel ragazzo.

"Non sappiamo nulla.." - tornò a parlare Howon bloccando quel flusso infinito e incontrollato da parte del 9,9 - "Sappiamo solamente che Sungyeol l'ha visto poco fa con un funzionario dei Grandi Uffici Centrali."

Il ragazzo ascoltò con gli occhi preoccupati tutto il discorso e, silenzioso come era arrivato, se ne scappo via di lì, senza aggiungere nulla e senza nemmeno sapere in realtà cosa fare.

Agendo solamente d'impulso come sempre faceva quando c'era in ballo Sungjong.

Myungsoo corse così via di lì, sotto gli occhi di quei tre ragazzi e soprattutto di un sempre più confuso Sungyeol.

Erano successe troppe cose in un tempo troppo breve per riuscire a comprendere anche solamente una parte della situazione.

"Qualcuno ha intenzione di spiegarmi per una buona volta che cosa sta succedendo? E perché diamine Myungsoo conosce Sungjong ed  è corso via chissà dove!?"

Dongwoo e Hoya respirarono delicatamente, socchiudendo appena gli occhi.

"Perché sei diventato un superiore, Sungyeol?" - gli chiese il maggiore degli 8, con quella domanda casuale che in altri casi sarebbe risultata come un'accusa nei suoi confronti ma che in quella realtà assumeva un altro significato completamente opposto.

"Per amore?" - risposte il 9,3, lui stesso indeciso.

"Appunto."

Sungyeol fece una smorfia di fronte a quella risposta vaga e priva, in un primo momento, di senso.

Perché non potevano semplicemente spiegargli come stavano le cose senza troppi giri di parole?

Eppure, quando voltò lo sguardo verso un ormai lontano Myungsoo, capì che Dongwoo e Hoya gli avevano già raccontato tutto, solamente sintetizzando l'intera storia.

E così, dopo aver collegato tutto, non poté che spalancare occhi e bocca, esclamando un:

 

"C-CHEEE?!"

 

 

 

Note dell'autrice

Ebbene si... Maggie è tornata. Sono consapevole di essere scomparsa senza preavviso per un periodo indefinito ma mi sono resa conto (alla buon'ora aggiungerei, ma dettagli) che studiare e ottenere buoni risulti ... è complicato (?). Aggiungasi anche il fatto che ho avuto un bruttissimo blocco dello scrittore e siamo a posto. Poco tempo fa la mia pagina autore su FB ha superato i 100 "mi piace" (io non so come sia possibile... però ho pianto, sappiatelo) e quindi avevo pensato ad una qualche """sorpresa""" (si fa poi per dire) ma... ZERO, ZERO ISPIRAZIONE. Date la colpa alla mia mente che non voleva collaborare (perché si, ho provato a scrivere non so quante volte, e voi non volete sapere QUANTE dannate storie io abbia cominciato per poi abbandonare, that's ok lalala--- /?).

BUT.. l'importante è che ora io sia qui.

Non so come chiedervi scusa, ma intanto vi lancio un po' di alpaca e panda (ノ◕ヮ◕)ノ*:・゚✧ *cerca di distrarre la gente con eccessiva dolcezza per evitare di venire uccisa*

E niente, ecco il capitolo. Dire che mi fa schifo è dir poco, ma sono già solamente felice di essere riuscita a tornare a scrivere in un qualche modo ç // ç Mancano 4 capitoli alla fine, quindi gli avvenimenti potrebbero sembrare tutti un po' confusi, vaghi e precipitosi (si, uno schifo insomma, per l'appunto). Chiedo venia ç_______ç Spero non ve ne scappiate tutti definitivamente via--

Sono consapevole anche del fatto che molte cose non si capiscano (o perlomeno mia sorella non ha capito nulla (...)), quindi se avete domande fate pure ç ç Se non vi ricordate i tre dell'Ave Maria i tre 6,5 potete fare riferimento al capitolo 11, e nel caso l'abbiate rimosso .. si, Sungyeol è diventato un 9 perché si era innamorato (anche in questo caso non so se si sia capito che comunque il passaggio di unità non punta tanto (o comunque non sempre) allo sconvolgimento estetico, ma più che altro si va a toccare la componente psicologica (???)).

E niente, scappo via ;/////;
Siete bellissimi, Maggie vi vuole tanto bene anche se a volte muore (?). Comunque ora ho finito di studiare quindi dovrei avere maggior tempo libero ; u ; Grazie ancora di tutto il vostro sostegno e per non essere scappati via ;; Se vi capita, lasciate un commento *compra spudoratamente recensioni* (。・ω・。)ノ♡

 

Love you,

Maggie

   
 
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