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Autore: Tsuki82    24/05/2015    3 recensioni
...le si era scagliato contro come un lupo affamato...e finalmente seguì l'incoscienza, l'oblio...e rimase solo il nero ignoto del nulla...
Non si può mai sapere quando il caso giocherà la sua ultima carta ma ciò che ci rende migliori alla fine sono i ricordi e se questi vengono a mancare che cosa potrà mai succedere? Si può vivere vagando tra la gente come uno sconosciuto e non capire perché tutti si voltano a guardare? E quanto è vicina la pazzia in questi casi?
Scopritelo con me, in un viaggio che sconvolge le regole di un uomo e di una donna che si cercano all'infinito. Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: City Hunter
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Una lacrima furtiva scese lungo la guancia di Saeko. Quel nome le rievocò tutto il dolore della perdita che aveva subito e, per la prima volta in vita sua, Kaori provò compassione. Non riusciva ad immaginare cosa avrebbe provato lei, se ci fosse stato Ryo al posto di Hideyuki. Per un secondo si sentì in colpa nei confronti del fratello. Lui era morto, lasciando un vuoto che sembrava incolmabile nel suo cuore, ma l'aveva ben presto riempito con un grande affetto per Ryo, forse perché si sentiva in dovere di farlo per il fratello. Però, adesso, se si ostinava a restargli accanto era solo per se stessa, per trasformare in realtà quel sogno d'amore che ancora non aveva appagato del tutto.

“Maki...” sussurrò la detective, richiamandola dai suoi pensieri.

Adesso capiva perché non avesse mai accettato di sposarsi o di essere corteggiata. Si era chiusa in quello stesso sogno d'amore ormai definitivamente irrealizzabile.

“Saeko...cosa dobbiamo fare?” chiese, sperando di non sembrare troppo infantile, ma davvero non sapeva come muoversi.

Fino a quel momento era sempre stato Ryo a prendere le decisioni, lei si era limitata a seguirlo, ma adesso lui non c'era e ogni sicurezza era svanita.

Saeko si asciugò una lacrima, ritrovando la sua solita espressione, “Devo mettere un'agente in quell'agenzia.” esclamò con furore.

La prima ondata di dolore aveva lasciato il posto a rabbia e vendetta.

Kaori non rispose, per un attimo vide chiaramente cosa sarebbe successo, come se avesse avuto la sfera di cristallo.

La detective non era il da lasciare qualcosa di così delicato al primo venuto. Ci sarebbe andata lei stessa, fingendosi una loro alleata, avrebbe affrontato il capo dell'organizzazione e …

L'immaginò come la donna di quella foto ed ebbe i brividi, “Aspetta!” le disse con tono preoccupato, “Non dobbiamo agire in maniera troppo avventata. Lascia che faccia qualche ricerca in più.”

“No, Kaori è troppo pericoloso!” sbottò la donna.

“Non mi succederà nulla, non voglio certo morire, ma non sappiamo come agiscono né dove trovano le donne e se facciamo una mossa sbagliata...” le mise di nuovo la foto sotto gli occhi, “Non voglio perdere nessuno, non di nuovo, non per colpa loro. E poi tu hai le mani legate dalla legge che difendi, mentre io...bè, diciamo che io no!” lo sguardo scettico della detective sembrava rispondere negativamente, ma lei non si diede per vinta, “Non sono Ryo, lo so bene, ma Umi e Kasumi sicuramente mi daranno una mano, quindi lasciami provare. Se non ottengo nulla in un paio di giorni, allora faremo come vuoi tu.”

Per un attimo Saeko sembrò titubante, poi però acconsentì, suo malgrado, trovandosi d'accordo con ciò che le aveva detto Kaori. Accennò un assenso e dentro di sé pregò Maki affinché la proteggesse come aveva fatto fino a quel momento.

 

 

Stava spuntando l'alba all'orizzonte e presto l'aereo sarebbe atterrato a Seul, da lì una nave lo attendeva per portarlo in Giappone. Ripercorrere la strada a ritroso lo aveva fatto sentire leggero, come se il suo stesso corpo lo stesse spingendo a tornare con ogni cellula.

La gate di sbarco era affollata, le persone si muovevano come formiche tutte verso lo stesso punto, se avesse avuto tempo avrebbe anche trovato divertente lo scrutare le facce di chi aspettava e di chi era aspettato, ma non gliene fregava proprio nulla, voleva solo rimettere piede in Giappone. Ancora quattro giorni e sarebbe stato a casa.

Era un pensiero strano, ma così profondo che non poteva ignorarlo.

 

 

Kaori, appena sveglia, cominciò a fare il giro, per l'ennesima volta di tutti gli informatori e, alla fine della mattinata, stanca e demoralizzata, incontrò Tetsu che, mentre puliva le scarpe dei clienti per mettere da parte qualche moneta, sembrava essere tornato da un lungo viaggio.

“Ehilà, Tetsu!” disse lei, avvicinandosi alle sue spalle, “Dove sei stato in tutto questo tempo?” ma quello la ignorò.

Kaori era leggermente spaesata, non aveva mai fatto una cosa del genere prima, ma forse era dovuto al fatto che Ryo non ci fosse.

Tetsu sollevò la testa e la guardò dritta negli occhi, “Se ha bisogno di pulirsi le scarpe, potrebbe aspettare due minuti? Ho quasi finito.”

D'istinto la donna acconsentì, attese e, quando fu il suo turno, si sedette sullo sgabello.

“Kaori, non hai imparato proprio nulla, eh?” domandò Tetsu a testa bassa mentre le puliva le scarpe, “Davanti a questa folla parlarmi in quel modo!”

La rossa si morse un labbro. Essere un informatore era più pericoloso che essere un giustiziere. Stava per chiedergli scusa ma quello la tacitò con una mano, “Dimmi cosa vuoi e velocemente.”

“L'Union Teope è tornata e ho bisogno di sapere come fanno a trovare le donne per il trasporto della droga e la vendita delle schiavi sessuali.” sussurrò con una punta di stress nervoso nella voce.

“Vediamoci domani al vicolo dietro la stazione dove di solito dormo. Nel mentre vedrò cosa posso scoprire.” diede una leggera pacca al piede, “Ecco, signorina cliente, sono belle pulite adesso!” e allungò la mano per la mancia.

Kaori sorrise ringraziò e pagò profumatamente il suo aiuto.

 

Saeko se ne stava seduta alla sua scrivania con lo sguardo perso nel vuoto, la mente affollata da mille pensieri, le mani sudate e tremanti. Aveva paura, per Kaori e per se stessa.

“Anche stavolta entrerai da quella porta per aggredirmi, come l'altra volta? Non ho scelta, lo sai, Ryo?” sussurrò da sola, coprendosi la faccia con le mani, stanca e preoccupata.

 

Il giorno dopo, Kaori era sul luogo dell'appuntamento, in attesa, ma di Tetsu non c'era traccia. Le ore passavano e un misto di insoddisfazione e inquietudine la pervase. Si lasciò andare ai suoi pensieri, concentrati su Ryo, quando qualcuno le batté piano sulla spalla.

“Dormivi in piedi?” le chiese l'informatore, trafelato e scocciato, Kaori fece un cenno di scuse e quello sbuffò, “Questo vale più di ciò che pensi. Rivolgiti a lui e vedrai con i tuoi occhi. Di più non posso fare, se mi addentro lì dentro sono carne morta!” esclamò con un po' di terrore.

Kaori abbassò lo sguardo e si trovò tra le mani un biglietto da visita, alzò la testa per chiedere spiegazioni, ma Tetsu era già sparito.

Guardò meglio il biglietto e rimase stupefatta dal nome che vi lesse: Uragami Entertainment.

Una serie di ricordi le si affollò nella mente: Mayuko, la bambina cieca, la sua appendicite, l'equivoco sull'innamorata del signor Uragami, il comportamento di Ryo...

Era come essere scaraventata indietro nel tempo, solo che stavolta non c'era il suo partner al suo fianco. Una calda lacrima scivolò lungo la guancia ma la asciugò in fretta, non c'era tempo per rivangare il passato.

 

Ryo stava per imbarcarsi sulla nave da carico, ci sarebbero voluti quattro giorni per giungere alla Baia di Tokyo, ma quello era il solo mezzo sicuro con cui viaggiare per evitare i controlli all'arrivo.

Si nascose nella stiva, trovò un luogo tranquillo in cui sdraiarsi e si addormentò quasi subito.

Che diavolo ti è saltato in mente? Lo sai che cosa rischia?” stava urlando.

Certo che lo so, per questo ti ho avvisato! Cosa credi? Non voglio che si faccia del male!” aveva risposto la voce di una donna, “Fermala tu! Accetta il caso, Umi ti darà una mano!”

È sempre così con te, vero? Manderai lei avanti per costringermi ad aiutarti! Questa sarà l'ultima volta, mi hai capito bene? Non ti aiuterò più e non provare ad avvicinarti a lei di nuovo! Le nostre strade si dividono qui, chiaro?”

L'urlo aveva accompagnato lo sbattere della porta e tutto era diventato nero, impalpabile, poi...

Kaori era legata ad un lettino, come quelli degli ospedali, svenuta.

Puoi scegliere, caro il nostro City Hunter. O lei o te! Che ne pensi? Dici che resisterà alla droga? Secondo me morirà prima ancora di riprendere i sensi. Non sembra una dal fisico forte, ma tu... oh, tu sei già sopravvissuto una volta, vero? Secondo te ce la farai ancora?” un uomo sconosciuto stava avvicinando la siringa al braccio di Kaori, “Allora che vuoi fare?”

Ryo cadde in ginocchio e mostrò il braccio. Non poteva rischiare. C'erano quattro persone in quella stanza e tre avevano una siringa in mano pronti a iniettare la droga al braccio di Kaori.

Si svegliò di soprassalto, sudato e tremante. Quello era forse uno strascico dei ricordi che aveva perduto?

 

Kaori, usando Eriko come supporto, era riuscita ad ottenere un colloquio nella Uragami Entertainment come modella per una pubblicità. Se avesse incontrato Uragami di sicuro avrebbe scoperto qualcosa.

Era vestita bene, sensuale e accattivante, si presentò in perfetto orario e fu portata nella stanza dei colloqui, lì trovò proprio Uragami, solo e pensieroso.

“Ka..Kaori...” balbettò appena la vide, poi scrisse qualcosa frettolosamente su un foglio e di nuovo su un altro che passò a lei, “Mi dispiace ma la parte è già stata assegnata, abbiamo contattato la sua agenzia mezz'ora fa ma a quanto pare il messaggio non le è stato recapitato in tempo. Grazie per la sua disponibilità.” e attese che leggesse il biglietto.

 

Tienimi il gioco, esci e vai alla mia abitazione. Ci vedremo lì. Non dire nulla a nessuno. Distruggi il biglietto.

 

Kaori avvertì una leggera ansia, si inchinò ringraziando di essere stata ricevuta e se ne andò. Il comportamento di Uragami era strano ed era strano il fatto che avvertisse una forte tensione nell'aria. Tutto doveva avere un senso. Uscì dalla struttura e si rifuggiò in un vicolo, salì in macchina e si diresse alla casa di Uragami.

 

Ryo non riuscì più a dormire, aveva una strana ansia addosso. Per la prima volta si ritrovò a pensare a quella donna, Kaori. Cosa stava facendo, dove si trovava... era pervaso da una sensazione di preoccupazione, come se un campanello d'allarme gli stesse suonando in testa.

 

Uragami entrò in casa, facendo strada alla sua ospite.

“Signor Uragami, che significa quella sceneggiata di prima?” domandò la rossa senza riuscire a trattenersi.

L'uomo sospirò e si lasciò cadere in ginocchio, “Aiutala, ti prego! Aiuta la mia bambina!” e scoppiò a piangere.

 

Saeko aspettava la chiamata di Kaori, ma invece di quella ricevette un messaggio.

Ho scoperto come trovano le donne. Ho una microspia addosso, vai a casa e attivala. Lascia fare a me e tieniti pronta.

La detective deglutì spaventata, sapeva che la donna si stava mettendo in un grosso guaio e non sapeva come aiutarla.

“Dove diavolo sei Ryo!” sbottò in preda al panico.

 

  
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