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Autore: deba    24/05/2015    2 recensioni
Una FF per rivivere l'amore di Rose e Dimitri.
Rose Hathaway, vive e studia nell'accademia di St. Thomas, con l'unico scopo di diventare un guardiano più famoso della madre. Purtroppo durante un improvviso attacco strigoi, il suo mentore muore e la sua accademia viene distrutta. Così Rose si ritrova a partire da zero in una nuova accademia, la St. Vladimir, dove metterà in discussione se stessa più volte e troverà veri amici e il vero amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrian Ivashkov, Christian Ozera, Dimitri Belikov, Lissa Dragomir, Rose Hathaway
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 12

 

Capitolo 12

 

 

 

 

Passarono due settimane dall’episodio di Halloween e l’accademia aveva già dimenticato qualsiasi evento successo, poichè più interessata ad altro. La St. Vladimir era sempre più euforica e popolata, grazie all’arrivo di guardiani extra e di qualche reale con il suo seguito, in vista della visita che avrebbe fatto la regina da lì a qualche giorno.

In tutto questo io, Lissa e Christian ci godevamo il fatto di essere stati messi in secondo piano, a noi non importava di metterci in bella mostra dai nuovi arrivati e ce la spassavamo alla grande.

Con Dimitri le sessioni di allenamento erano sempre più intensive. Avevamo passato due settimane a fare un riepilogo di quello che già Nikolai mi aveva insegnato e poi lui aveva iniziato ad approfondire il tutto, anche le esercitazioni con il paletto. Gli allenamenti mi entusiasmavano un mondo, però, c’era altro.

Mi accorgevo che spesso, prima o dopo gli allenamenti, mi guardava. A volte con ammirazione, altre con orgoglio, altre non avrei saputo dire cosa. Quelle sensazioni che mi lasciava erano magnifiche, e a volte vivevo per quei due secondi di sguardi. Durante gli allenamenti diventava professionale e di questo ne ero grata. Non avrei saputo concentrarmi con quello sguardo che ero convinta, regalava solo a me. Ciò nonostante, cercavo in tutti i modi di accantonare questi pensieri da cotta per lui, perché non sapevo come affrontarli e poi, perché, in fin dei conti stavo bene così. Avevo iniziato una routine con i suoi allenamenti e gli incontri con Lissa (e Christian, ovvio) e temevo di poter rovinare tutto. Inoltre, con il passare dei giorni, stavamo iniziando ad instaurare un legame di fiducia tra compagni che, ora come ora, era la mia unica ancora salda di emozioni che avevo, e non potevo rischiare di perderla. Tutti i miei sentimenti, quindi, erano stati accuratamente piegati e relegati in fondo al mio cuore, in una cassetta di sicurezza che speravo fosse inacessibile.

 

Quel giorno mentre osservavo le rose nere che come sempre mi donavano una tranquillità disarmante, fui colta di sorpresa dalla signora Karp. Ancora.

“Rose, Ciao. Ancora qui?”.

Vestiva degli indumenti dai colori poco vividi e i suoi capelli sciolti la facevano sembrare quello che immaginavo sempre, uno spettro.

“Buongiorno, Signora Karp.” Le dissi rispettosa. “ E’ il mio paradiso zen qui.”

E indicai le rose davanti a me. “Vorrei proprio sapere come fa a mantenerle così belle.”

Lei sorrise in modo strano, ovvero, come sempre.

“Oh, piccola Rose con la magia, ovvio.”

Mi diedi mentalmente della stupida, era ovvio.

“Certo. Il suo elemento deve essere la terra.” Le sorrisi imbarazzata per non averlo intuito prima.

Lei invece sorrise come prima, forse più strana ancora.

“Sbagliato.”

Come sbagliato? Il mio viso era puro stupore.

“Allora l’acqua.” Forse aveva un buon pollice verde e tutto stava nell’irrigazione.

Lei rise apertamente.

“No, Rose”.

Volevo fare i nomi degli altri due elementi, eppure avevo intuito che la risposta non sarebbe cambiata.

“Ti ricordi cosa ho detto la scorsa volta?” disse con uno sguardo attento.

Certo che lo ricordavo, e la cosa mi disturbò perché non avevo più avuto tempo di fare le mie domande a Lissa.

Annuii.

“Soprattutto dopo il diploma. Proteggila sempre!”

E con uno sguardo enigmatico si dileguò.

Ok, la situazione qui iniziava davvero a preoccuparmi. Dovevo trovare Lissa. Subito.

 

La vidi nell’atrio che camminava mano nella mano con Christian. I due si affiatavano ogni giorno sempre di più. A volte mi capitava di provare invidia per il loro rapporto, erano così complici e di sicuro non erano mentore e allieva.

Accidenti a me e ai miei pensieri.

“Ehi Lissa”.

La vidi guardarmi lievemente preoccupata.

“Rose, sembra che tu abbia visto un fantasma!”.

In effetti…

“Non ci sei molto lontana.”

Lei corrugò la fronte.

“Senti… ma tu...” speravo di non causare l’ennesima catastrofe. “…che rapporti hai con la Karp?”.

La cosa che più mi accigliò fu la reazione di Christian. Si rabbuiò. A quanto pare lui sapeva qualcosa che io non sapevo, e questo mi dava davvero fastidio.

“Lissa?” la chiamai ancora vedendo che non accenava a rispondere.

“Ti chiedo scusa per non avertene mai parlato prima.” disse tutto  d'un fiato.

La mia faccia era un grosso, enorme e lampeggiante punto di domanda.

“Andiamo nella mia stanza, ti spiegherò tutto!”

 

Dieci minuti dopo ci trovavamo a gambe incrociate sul suo letto. Christian non c’era, era stato beccato da un guardiano nel corridoio e i maschi non potevano stare nella parte del dormitorio femminile. Questa cosa non mi dispiacque neanche un po’. Volevo parlare solo con lei e basta, come all’inizio. Non gliene facevo una colpa, ma da quando stava con Christian aveva meno tempo per me. Mi mancava e basta, ma ero sicura che anche io, se avessi avuto la possibilità di stare con Dimitri, sarei stata uguale. Magari, invece di tante effusioni, ci saremo presi a botte di più. Sorrisi all’idea.

“Posso farti una domanda?” mi chiese lei dolcemente.

“Si…” annuii un po’ distratta dai pensieri che mi vorticavano in testa.

“Perché mi hai chiesto della signora Karp?”.

“Ci ho parlato due volte finora e in entrambe all’improvviso mi ha detto di proteggerti e aiutarti sempre”.

Lissa sorrise rilassata alla mia risposta.

“Vedi…” iniziò. “Volevo parlartene da un po’, ma non ho mai trovato l’occasione…  giusta.” Si guardò in giro triste, poi puntò il suo sguardo azzurro limpido su di me.

“Sai che vado due volte la settimana dalla signora Carmack.”

Annuii.

“In una delle due sedute si unisce anche la signora Karp”.

Aggrottai la fronte.

“Fate delle sedute di gruppo?”.

“Si” rise “ma la paziente sono sempre e solo io.”

Era serena, la cosa non doveva essere troppo preoccupante, no?

Restai zitta e lei continuò.

“Mi aiuta per la mia specializzazione”.

In quel momento una ‘o’ muta si formò sul mio viso. Spesso dimenticavo che Lissa era una moroi ed infatti mai mi ero posta il quesito di quale elemento fosse specializzata. Sapevo che Christian era specializzato sul fuoco, ed infatti lo avevo visto con i miei occhi bruciare due persone senza scottarle veramente, ma di Lissa, non sapevo nulla.

“E qual è il tuo elemento?”.

Lei si rattristì un po’.

“Hai mai sentito parlare dello spirito?”.

Cosa? Ero scioccata. Ne avevo intravisto qualche paragrafo in uno dei tanti vecchissimi libri della St. Thomas, ma era un argomento così vecchio e quasi leggendario che non gli avevo prestato attenzione. Ora mi maledii.

“Vorresti dire che sei un conoscitore dello spirito?”.

Lei sembrava sorpresa.

“Sai di che parlo?”.

Annuii poi negai con la testa.

“Ho solo letto qualcosa una volta, ma è tipo una cosa leggendaria, non so altro.”

Lei sorrise.

“Sai St. Vladimir era un conoscitore dello spirito.”

Chissà perché, ma la rivelazione non mi stupì  poi molto. Aveva senso.

“Tutti quei miracoli che faceva…”

“Si” disse lei serena, sapevo che era contenta di poterne parlare con me. “Usava lo spirito per aiutare la gente.”

“Ma come?”.

Non capivo cosa fosse lo spirito.

Lei si guardò intorno forse sperando di trovare qualcosa per spiegarsi meglio, poi il suo sguardo si posò su una mia mano.

Seguii ogni sua mossa non sapendo cosa stesse per fare. Prese la mia mano tra le sue e poi una lieve luce si sprigionò da esse, avvolgendo la mia mano di una calore che mi toccò il cuore. Fu la sensazione più bella mai provata in tutta la mia vita.

La cosa più stupefacente però, fu vedere le mie nocche sbucciate, rimarginarsi e guarire.

“Porco cazzo!” mi sfuggì, era un miracolo!

Lei rise della mia reazione.

“Lissa, ma è una cosa…” non trovavo la parola per definirla, o forse non era ancora stata inventata.

Lei si stava richiudendo in quel suo bozzolo timido che aveva quando l’ho conosciuta.

“Ok, strabiliante penso possa andare.”

Lei mi fissò attenta.

“Non pensi sia qualcosa di sbagliato?”.

Ora capivo. Capivo quella parte di Lissa che mi sfuggiva sempre. Si sentiva diversa e chissà, forse sbagliata.

“Lissa, non potrei mai pensare questo. È un dono, ma se devo essere sincera, mi spaventa.” Mi  affrettai subito a spiegarle il mio pensiero. “No, non è come pensi. Capisco cosa voleva dire Sonia Karp. Se la gente, se… persone cattive venissero a sapere di questo potere, tu saresti in pericolo. Sono sicura che questo potere è molto più grande di una semplice cicatrizzazione delle mie nocche sbucciate e io ho paura… ho paura per te, Lissa!”

Avevo paura davvero, per lei!

Qualche lacrima prese a scendere dai suoi occhi.

“Oh, Rose… sei speciale…”

La Karp aveva ragione. Quella pazza non era pazza, o meglio si comportava da tale, ma quel che diceva aveva davvero senso.

Poi un fulmine immaginario attraversò la mia mente, facendomi vedere e sentire frasi e situazioni che mi fecero arrivare ad una conclusione.

Le stranezze della Karp, le rose stranamente rilassanti, quel dialogo strano con Dimitri…

“Anche la Karp è un conoscitore dello spirito!”.

Non era una domanda.

Lissa mi guardò affascinata.

“Sei davvero perspicace.”

Volevo capire il meglio possibile questo mondo.

“Lissa, vieni un attimo con me?”

Lei mi chiese dove, ma non le detti spiegazione e lei alla fine annuì e basta.

Quindici minuti dopo eravamo nel mio paradiso zen.

Appena Lissa fu di fronte alle rose la vidi sorridere dolce e allegra. Era come se fosse appena entrata in casa sua.

“Queste rose…” iniziai “..sono speciali, vero?”.

Lei mi guardò ancora con l’espressione felice di prima. “Si, cosa ti fanno provare?”.

Io guardai le “mie” bellissime rose e sorrisi.

“Tranquillità. I problemi qui, sono meno difficili. La vita è più serena.”

Lei annuiva alla mia spiegazione e io continuai a parlare.

“La Karp mi aveva detto di averle coltivate. Quindi dopo aver valutato il tutto, sono arrivata a quella conclusione.”

Lissa accarezzò una rosa.

“I conoscitori dello spirito non sono tutti uguali. C’è chi non sa nemmeno di esserlo, chi invece come me lo scopre presto, e può imparare a usarlo e gestirlo. Questo potere ha mille sfaccettature ed è in grado di fare tante cose. A seconda della forza interiore della persona e anche della sua fantasia, si possono anche inventare poteri nuovi. Queste ad esempio.”

Ispirò l’odore delle rose e poi continuò.

“Sono impregnate di spirito e come hai detto tu, rilassano il corpo e la mente. Io ne sono immune perché sono abbastanza forte da non farmi catturare dal loro potere, ma se abbasso le mie difese posso bearmi della calma apparente che donano”.

Si girò e mi sorrise, ma i suoi occhi si stavano rattristando.

“Due anni fa, ho trovato nel bosco un uccellino ferito. Era durante la lezione di scienze e all’epoca la signora Karp era l’unica insegnante. Mi ero allontanata e quando vidi quel povero animaletto a terra non so… impazzii. Ero da poco rimasta sola e avevo tante di quelle emozioni contrastanti dentro, che sentirmi impotente anche davanti a quel povero uccellino mi infuriò. Non so cosa feci di preciso, so che dopo averlo accolto nelle mie mani, quel piccoletto che un secondo prima era mezzo morto ora cinguettava felice e sbatteva le ali. La signora Karp vide, e poi, beh, poi mi spiegò tutto.”

Io annuivo rapita dal discorso.

“Pensavo che la Karp fosse una pazza la prima volta che ci ho parlato qui.” Dissi sinceramente.

Il sorriso di Lissa svanì.

“La signora Karp è l’esempio di quelle persone che non hanno saputo subito cosa fosse lo spirito ed ha usato i suoi poteri sconsideratamente e senza monitoraggio. Rose, questo potere se non controllato ci fa diventare pazzi.” Era dannatamente seria.

Ok, questo potere iniziava a piacermi sempre di meno.

“Ma non ha soluzione? Una medicina? Qualcosa?” non volevo che la mia amica potesse un giorno uscire di senno.

“No, Rose. Il massimo che possiamo fare è prendere psicofarmaci. Ci aiutano a non andare in depressione se ci limitiamo nell’usare lo spirito! Ecco perché vado regolarmente dalla signora Carmack”.

Avevo paura a chiedere. “E tu?”.

Quasi non mi ero sentita.

“Non preoccuparti per me, Rose. Come ti ho detto l’ho scoperto subito e non sono in pericolo. Prendo dei farmaci si, ma sono leggeri è solo per combattere la voglia che ho di usare lo spirito, ma riesco a controllarmi. Fidati!”

Capivo ora molti suoi sbalzi d’umore che avevo notato da quando la conoscevo. Quando lei pensava che non la osservassi, vedevo che i suoi occhi si spegnevano e che il suo viso provava qualche segno di pena. Io ho sempre dato per scontato che pensasse alla sua famiglia e stesse ancora molto male, ma forse era solo lo spirito che chiedeva di essere usato.

Come me.

Mi resi conto che le mie emozioni chiedevano di essere manifestate tramite la forza, perché era la cosa che mi riusciva meglio usare ed io mi affidavo davvero ciecamente ad essa. Era per questo, forse che per gli allenamenti extra di Dimitri non mi stancavano mai, e se magari andavo a letto che le avevo prese tutto il santo giorno, il giorno dopo ero più pimpante che mai. Io, però, a differenza di Lissa non mi controllavo, non riuscivo a controllarmi. Forse, non ci avevo mai provato davvero.

Esposi questi miei pensieri a Lissa e lei non mi derise, ne mi fece credere che il mio problema fosse inferiore al suo, anzi, mi abbracciò e mi manifestò tutto il bene che provava per me, che nessuno aveva mai provato per me.

“Oh, Rose. Allora facciamo un patto. Io ti sosterrò sempre, sarò sempre al tuo fianco, pronta a ricordarti cosa potresti perdere se perdi di vista l’obiettivo finale e tu… tu farai lo stesso per me. Se pensi che inizio ad essere troppo dipendente dallo spirito, fermami. Ci aiuteremo  insieme!”.

Sorrisi felice. Avevo raccontato a Lissa di Nikolai, avevo scoperto parte delle mie carte. Era la prima che aveva davvero saputo da me, la mia voglia di diventare un guardiano. Il migliore.

“Lissa, anche senza patto l’avrei fatto lo stesso. Un secondo dopo che mi avevi raccontato tutto, avevo già deciso che sarei stata al tuo fianco, sempre!”

Ci abbracciamo e piangemmo come bambine, felici di poter contare finalmente su qualcuno, dopo tanto tempo passate da sole.

Più tardi tornando ai nostri alloggi, Lissa mi raccontò qualche altro aneddoto sui conoscitori dello spirito ed io ero così presa dai suoi racconti, che non mi accorsi di quella figura dritta e fiera che ci aspettava all’ingresso dei dormitori.

La stavamo per oltrepassare, ma lei a quanto pare non voleva passare inosservata.

“La tua attenzione per i dettagli è davvero scarsa.”

Più tardi, ripensai a quelle parole per molte ore, analizzai l’intonazione usata e ciò che volevano significare. Ripensai soprattutto a tutto quello che sapevo di lei e ai ricordi legati a lei. Ripensai al buio che mi scatenava dentro e cosa avevo provato quando sbalordita la chiamai.

“Mamma?”


 

Buondì!!

Capitolo incentrato sui poteri di Lissa. Ho cambiato qualcosina dall'originale, come avete potuto vedere. 

Nella mia storia lo spirito è leggermente più conosciuto, e Lissa ne è più consapevole, motivo per cui ho lasciato che la nostra pazza Karp, restasse nella sua forma moroi e non incontrasse il desiderio di diventare uno strigoi.

Rose entra a far parte di questo nuova consapevolezza e non ne rimane impaurita, ma fiduciosa.

Il bel clima non poteva rimanere per troppo però, Rose deve combattere i suoi demoni, ed ecco il primo di tutti: Janine Hathaway.

Cosa succederà ora alla sanità mentale della nostra protagonista?

Lo scopriremo presto...

un bacio miei lettori <3

  
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