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Autore: Life_fan    24/05/2015    4 recensioni
"Hey." sussurrò. "Mi dispiace se è molto che non vengo. Sono io, Camz. Sono Lauren"
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Camila Cabello, Lauren Jauregui, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4

Cape Cod, Ma, Febbraio 5 Anni Fa


La settimana dopo la morte, Lauren non tornò a scuola. Infatti si rifiutava di alzarsi dal letto o addirittura muoversi. La maggior parte del tempo dormiva, ma i suoi sogni erano riempiti da immagini di Camila che andava via, di solito che sorrideva invitando Lauren a seguirla, ma Lauren era sempre incollata al suolo che provava ad inseguirla finché poi Camila non scompariva. Si svegliava da quei sogni, si chiudeva in se stessa e comiciava a  piangere. Il sorriso caldo di Camila rimpiazzato dal buio freddo, realizzando che la ragazza più piccola non era sdraiata vicino a lei. C'erano stati tanti giorni in cui desiderava di non svegliarsi solo per il fatto che Camila non le stava spostando i capelli davanti agli occhi o per dirle che le ultime settimane erano state solo un brutto sogno.

I suoi genitori non riuscivano a farla mangiare, o parlare e lasciava la stanza solo in rare occasioni. Sua madre bussò alla sua porta per la quindicesima volta, cercando di convincere sua figlia ad uscire.

"Mija?" sussurò sua madre. "Per favore esci. Tesoro, io e tuo padre siamo preoccupati per te. Esci e parliamo per favore" aveva ripetuto quella stessa frase più volte durante quella settimana e non si aspettava che quella volta avrebbe funzionato, ma aveva qualcosa da aggiungere. Quella volta, aveva tra le mani una lettera.

"Abbiamo appena ricevuto una lettera dai genitori di Camila. Hanno detto che tra tre giorni ci sarà il funerale" aspettò finché non sentì dei singhiozzi. Proprio quando stava per scendere la scale, Lauren aprì la porta. I suoi soliti brillanti occhi verdi erano gonfi e rossi per il pianto e c'erano ancora delle lacrime che le scendevano sulle guance.

"Mamma..." la voce di Lauren tremava così tanto che sembrava che sarebbe potuta cadere a pezzi da un momento all'altro. Sua madre cerco di non piangere alla vista di sua figlia in quello stato. Le si avvicinò e racchiuse Lauren tra le sue braccia.

"Va tutto bene, piccola" la rassicurò.

"No invece. Io l'amavo" pianse Lauren.

"Lo so piccola..." Lauren si staccò dall'abbraccio di sua madre.

"L'amavo davvero" Lauren lo ripetè ancora e ancora con sua madre che le sussurava parole di conforto, sperando di alleviare un po' il dolore della figlia.

Quella sera Lauren mangiò per la prima volta. Era un semplice sandwich con burro d'arachidi e del latte, ma era già qualcosa. Sua madre si sedette accanto a lei e la guardò mangiare. Lauren si fermò più volte, semplicemente per piangere, per poi prendere un'altro morso fino a finirlo.

"Mija, vatti a fare una doccia. Sei stata rinchiusa nella tua stanza per una settimana" le sugggerì sua madre e Lauren meccanicamente si alzò e salì le scale. Sua madre pulì i piatti e sospirò. Era un inizio.

Tutti quelli del coro e del club delle cheerleader si presentarono al funerale. Non c'era un singolo paio occhi asciutti quel giorno. Ma ci fu una persona che non si fece vedere e la sua assenza era evidente. Lauren non c'era. Ally si guardò intorno e le scrisse molte volte durante la cerimonia, cercando di capire cosa potesse essere successo a Lauren per non essere presente ad un giorno così importante.

"Dov'è?" sussurò Dinah. Ally alzò le spalle e le mimò un "Non lo so"

Erano quasi le dieci di notte quando una figura si avvicinò al cimiterò. Tra le mani aveva un bouquet di margherite gialle, i fiori preferiti di Camila. Lauren si inginocchiò davanti alla lapide e mise i fiori vicino agli altri.

"Hey Camz..." sussurrò prima di comiciare a piangere.

Lauren non perse molti giorni di scuola. Si avvicinavano le vacanze invernali e Lauren passava le giornate tra la lezioni a contare i minuti che avrebbe dovuto aspettare per andare al cimitero a sedersi accanto alla tomba di Camila. I suoi genitori la vedevano solo la sera tardi quando tornava, si chiudeva in camera e si addormentava. Ogni settimana Lauren portava nuovi fiori, anche quando la neve copriva tutto. Toglieva la neve e sistemava i fiori nuovi.

Avvicinandosi al Natale, Lauren fece qualcosa di talmente stupido che sarebbe tornata nel passato solo per schiaffeggiarsi. Lauren prese un foglio di carta e scrisse.

'Caro Babbo Natale, o Dio, o chiunque c'è la fuori.

Per favore, tutto quello che voglio per Natale è riavere Camila'

Dopo aver scritto quelle due righe, si allontanò dal tavolo, guardò il foglio e si coprì la faccia. Era disposta a qualsiasi cosa per riprovare la sensazione della mano di Camila che stringeva la sua, o i suoi dolci baci che le lasciava sulla fronte quando era triste. Piegò il foglio e uscì fuori. Entrò in macchina e guidò verso il cimitero. Quando arrivò là, prese il foglio di carta dove aveva scritto il suo desiderio e lasciò che il ventò lo portasse via. Abbassò lo sguardo verso la lapide.

"Per favore, per favore torna da me" suppilcò.

Il giorno di Natale, quando Lauren si svegliò, un piccolo barlume di speranza si accese quando suonò il campanello. Con il cuore che batteva a mille, si infilò la vestaglia e corse giù per le scale. Spalancò la porta, ma quando lo fece il suo cuore si fermò. Fuori alla porta c'erano tutti i membri del coro.

"Buon Natale Lauren" disse Dinah prima che tutti iniziarono a cantare Christmas carol. Lauren rimase sulla soglia della porta, sorridendo forzatamente. Guardò il cielo e si sentì una pazza ad aver sperato che forse, solo forse qualcuno avrebbe avverato il suo desiderio, riportando luce e colore nella sua vita.

"Buon Natale Camz" sussurrò piano così che nessuno riuscì a sentirla.

Quando ricominciò la scuola, tutti potevano affermare che Lauren era cambiata, forse permanentemente. Era fredda, cattiva e più spietata senza Camila. Al Coach Spears non importava. Si rivedeva un po' in Lauren con il suo disprezzo per il benessere dei suoi compagni di squadra e quell'improvvisa ossessione per il perfezionismo.

Succedeva anche con il coro dove rimpoverava chiunque sbagliasse durante i numeri. All'inizio, i suoi compagni lasciarono passare, sapendo esattamente quanto ferita fosse. Ma dopo poche settimane erano stufi che Lauren se la prendesse con tutti. Quando Cece inciampò su Lauren, si girò immediatamente arrabbiata.

"Cosa diavolo stai facendo, fottuta fatina?" scattò. Cece ne aveva abbastanza.

"Per amor di tutte le cose belle, Lauren, chiudi quella cazzo di bocca! Tutti l'abbiamo persa. Non pensare che solo perché eri innamorata di lei ti da il diritto di prendertela con tutti! Devi fare quello che tutti abbiamo cominciato a fare un mese fa e andare avanti!" nell'istante in cui finì, si portò una mano alla bocca. Tutti si ammutolirono e Miss Lovato si avvicinò alle due, pronta ad intervenire all'omicidio di Cece Frey. Lauren strinse la mascella e la sue mani stavano letteralmente tremando per la rabbia. Le lacrime le bagnavano gli occhi, mentre guardava Cece con tutto l'odio che aveva. Se c'era una cosa che l'intera scuola aveva imparato era non nominare Camila in presenza di Lauren. I ragazzi nella stanza si alzarono, anche loro pronti per fermare l'attacco. Lauren andò verso Cece e i ragazzi si avvicinarono.

"Lauren..." Miss Lovato la chiamò. Lauren guardava gli occhi spavenati di Cece.

"Mi dispiace tanto" sussurrò. Lauren stava tremando così tanto e alzò una mano che schiaffeggiarla.

"Fottiti" le sibilò e uscì fuori dalla sala prove. Nell'istante in cui uscì, Cece si mise seduta.

"Non avrei dovuto dire niente" mormorò più volte.

"Devi scusarti con lei" disse Jennel e Cece annuì. Passò le ore seguenti a cercare delle scuse decenti per quello che aveva fatto a Lauren. Il giorno dopo entrò a scuola e si posizionò vicino all'armadietto di Lauren. Quando non si presentò quel giorno, aspettò quello dopo. Ma i giorni passavano, ed era ormai ovvio che Lauren non sarebbe tornata.

La sera dopo che Cece le aveva urlato quelle cose, Lauren era sdraiata nel suo letto, fissando il soffitto. Strigeva un peluche a forma di papero vecchio e deforme al petto e non si mosse per ore. Quando lo fece, fu solo per guaradre l'animale di peluche.

"Voglio vedere l'alba!" l'immagine del viso sorridente di Camila le si presentò davanti. "E la voglio guardare oltre l'oceano" Lauren si mise seduta e guardò il papero. Senza pensare troppo, si alzò dal letto e si mise la scarpe. Uscì fuori ed entrò nell'auto. Mise il papero nel sedile del passeggero ed uscì dal suo vialetto. Cominciò a guidare e in pochi minuti, era quasi al confine della città. Guidò finché non vide il cartello che diceva 'Benvenuti a New York'. All'impovviso si sentì male e accostò, appoggiando la testa sul volante.

Impovvisamente le venne in mente che se non avessero mai fatto quel viaggio, forse Camila non sarebbe morta. Non le avrebbe mai fatto la proposta. Non avrebbe mai fatto cadere l'anello in piscina perché quegli anelli non sarebbero mai esistiti. Lauren uscì dalla macchina e vomitò sul ciglio della strada. Poi tornò alla macchina. Se solo si fosse impuntata sull'andare al campo per cheerleader, Camila sarebbe ancora viva. Questi pensieri le attraversarono la mente e colpì con la testa la portiera della macchina.

Camila sarebbe ancora viva se Lauren avesse fatto alcune di quelle cose e gliene venivano in mente altre milioni.

"Camz... Camila non posso farcela senza di te" pianse Lauren. Si mise seduta contro la macchina finché non si calmò. Quando si sentì in grado di moversi di nuovo, si alzò e rientrò in auto. Difficilmente si ricordò il resto del viaggio. Dopo qualche ora si ritrovò su una spiaggia. Il sole stava per sorgere.

"E' bello come mi ricordavo, Camz" sussurrò Lauren, uscendo dalla macchina. Si arrampicò sul tetto e lasciò che i primi raggi le illuminassero il volto. Portò le ginocchia al petto ed espirò. Chiuse gli occhi e immaginò che Camila fosse appoggiata su di lei, riscaldandola in una fredda mattina di Febbraio.

"Sto venendo Camz" saltò giù dal cofano della macchina e cominciò a camminare verso il sole del mattino.

Sarebbe stato conveniente se fosse annegata. Abbastanza indolore visto che sapeva che l'acqua fredda l'avrebbe fatta entrare in uno stato di shock e poi fatta annegare. E poi avrebbe potuto finalmente stare con Camila. Aveva già pensato al suicidio prima ma non aveva mai avuto la energie. Ma adesso, con l'alba e la spiaggia, non era mai sembrata un idea migliore. Cammino verso le onde chiuse gli occhi.

Appena i suoi piedi toccarono la sabbia, sentì una voce dietro di lei.

"Lauren?" si girò. Vero era vicino alla sua macchina, che guardava la ragazza con occhi spalancati. La sua somiglianza con Camila mandarono in fumo tutti le decisioni che Lauren aveva appena preso, scoppiò in un pianto disperato. Vero in pochi secondi le si avvicinò per cullarla.

"Mi manca. Mi manca tanto" pianse Lauren. Vero si limitò a stringerla. Con il cuore spezzato per la ragazza. Era così piccola e fragile fra le sue braccia ed era sicura che sarebbe caduta a pezzi da un momento all'altro. Vero la strinse come se fosse l'unica cose che sarebbe riuscita a tenerla insieme.




 

  
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