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Autore: _Sherazade_    25/05/2015    1 recensioni
Ayla, Ragazza come tante.
A diciotto anni si ritrova orfana, ma con grandi sacrifici e con l'aiuto degli amici riesce a non abbattersi e a sopravvivere in una qualche maniera.
Dopo qualche anno la vita sembra essere tornata tranquilla, ma Ayla non sa la triste verità: sta per morire.
È qui che entra in campo Apodis, un demone della morte.
Il suo lavoro è quello di aiutare le anime degli uomini a trovare la strada per l'altro mondo e impedire che gli spiriti malvagi se ne impadroniscano.
Il suo ultimo incarico è proprio Ayla.
Apodis si troverà di fronte a una scelta: seguire il proprio lavoro e prendere l'anima di Ayla, oppure dare retta al proprio istinto e lasciare libera la giovane.
Una semplice scelta che cambierà le loro vite.
Scritto nel 2009, rielaborato nel 2014.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Iris - custode dei mondi'
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"Capitolo Decimo"


La coppia ci fissò in attesa di risposte, così Apodis cominciò a raccontare tutto quello che ci era capitato.
- Tutto questo ha dell’incredibile amico mio. Non avrei mai immaginato che tu avresti spezzato la catena. Ti sei intenerito col passare degli anni. – scherzò Ael.
- Lo so, è successo, ma non mi sono intenerito. Sentivo semplicemente che dovevo farlo, o meglio, che non potevo farlo. – Amber sorrideva e io mi sentivo un po’ fuori posto. C’erano ancora molte cose che non sapevo sul loro mondo, e fremevo dalla voglia di capire e conoscere, ma non potevo fare altro che rimanere al mio posto, almeno per ora.
- C’è un’unica soluzione: dobbiamo andare da Iris, lei è l’unica in grado d aiutarci. – disse Ael dopo averci riflettuto a lungo.
- Iris? Ma è scomparsa da secoli oramai, da quella volta che vi ha aiutati. È impossibile rintracciarla!
- Scusate, - li interruppi, - potreste rendermi partecipe della conversazione? Vorrei capirci qualcosa anche io. – Amber mi prese per mano e mi trascinò in un angolo del salotto dove avremo potuto parlare indisturbate.
- Non preoccuparti, andrà tutto bene. Adesso sediamoci, ti spiegherò tutto io, lasciamo gli uomini conversare tra loro in cerca di una soluzione. Ho preparato il tè, ti andrebbe una tazza? – mi chiese infine dolcemente. Le dissi di sì e dopo essere sparita in cucina tornò con un vassoio, le due tazze e un piattino colmo di biscotti.
Riuscivo a vedere bene dentro la cucina: era davvero enorme, spaziosa e comoda. Mi ci sarei vista bene in un ambiente simile, a preparare deliziosi manicaretti per… Subito mi passò davanti l’immagine di Apodis. Cacciai via quei pensieri e mi concentrai su Amber che si accomodò davanti a me.
- Sarà una cosa lunga, credi di essere pronta? – io dovevo assolutamente capirci qualcosa, quindi annuii.
- Non so più cosa aspettarmi. Fino ad ora siamo fuggiti, trovando riparo dagli amici di Apodis. Ora però cosa capiterà? – diedi voce ai pensieri che da qualche giorno continuavano a martellarmi il cervello.
- Questo per me significa che sei pronta. – disse sorridendo.
- Prima di cominciare devo chiederti assolutamente una cosa.
- Dimmi pure.
- Da quanto ho capito tu sei una mezza demone, ma prima eri umana e… - mi interruppe subito capendo immediatamente quali fossero i miei interrogativi.
- È una storia lunga, ma cercherò di essere breve. Ael ha detto che sono demone solo per metà, ed è vero. Come hai detto te stessa io sono nata umana, ma per stargli vicina e seguirlo nei secoli ho deciso di diventare come lui. Sai, uno sentendo parlare di demoni pensa subito a mostri, non solo nell’aspetto, ma anche nell’anima, ed è qua che si sbagliano. – non potei fare a meno di convenire con Amber. Ael, Apodis e Wolf mi avevano fatto subito un’ottima impressione.
- Direi che ora possiamo cominciare. Ora dimmi, cosa sai dei demoni?
- Non molto a dire il vero. Apodis mi ha giusto accennato qualcosa, su come i nostri fisici e le nostre abilità siano diverse, e mi ha parlato della corte.
- Ti ha parlato anche delle loro abilità speciali? – ancora una volta annuii.
- Sì, Apodis mi ha spiegato queste cose. So che lui come demone della morte può teletrasportarsi a proprio piacimento. Mi ha anche spiegato che, in base alla caratteristiche del singolo, i demoni vengono assegnati a una precisa occupazione. Non si è dilungato troppo. – Amber annuì guardandomi sorridendo.
- Lo immaginavo. Ti sarai magari chiesta quanti anni possono vivere i demoni. Se sono immortali o cose così. Giusto?
- In effetti sì. Non abbiamo affrontato questo discorso, ma la cosa mi interessa parecchio.
- Devi sapere che i demoni fino ai venti o trent’anni crescono. È una cosa soggettiva, e ad alcuni la crescita si blocca anche prima. Hai conosciuto Balzer, giusto? – il demone mi sembrava giovanissimo, e questo spiegava tante cose.
- Quando hanno raggiunto il loro “top” si bloccano e fino al compimento del millenovecentesimo anno non invecchiano. Da lì in poi, ogni anno, e molto lentamente cominciano ad invecchiare nell’aspetto. E sai un’altra cosa? Non sono immortali, a dispetto di quello che uno possa credere.
- Davvero non sono immortali? – la cosa un po’ mi stupiva.
- Già. Sono solo longevi, riescono a vivere per circa duemila anni, dopodiché possono scegliere se continuare a vivere in questo mondo o se andare nella dimora degli avi. Passare oltre insomma.
- Passare oltre? Come noi? Finiranno poi in una sorta di paradiso?
- Sì. Sai, esiste un mondo dopo questo, dove si incontrano tutte le anime buone. Una dimensione eterea e pura. – doveva essere di certo un luogo meraviglioso.
- L’uomo è obbligato a trapassare, ed è in base al comportamento tenuto in vita che finirà in questo mondo perfetto o tornerà invece nel nostro per espiare le proprie colpe e purificarsi. I demoni possono scegliere se reincarnarsi o passare oltre. Se scelgono di passare oltre, ma la loro non è stata una vita retta, non potranno accedere a quel mondo meraviglioso, non si reincarneranno e perderanno per sempre la loro anima vagando in un limbo per tutta l’eternità. – l’eterna dannazione, insomma.
Apodis mi aveva dato già moltissime informazioni a riguardo, ma con questa ulteriore spiegazione di Amber molti altri miei dubbi vennero messi a tacere. Amber, intuendo quello che stavo pensando mi disse che anche lei, dopo avere scoperto queste cose, si era sentita molto meglio.
- Quando è successo?
- Intendi quando sono diventata demone? – feci cenno di sì con la testa.
- Io ero una specie di medico all’epoca. Curavo con le erbe e spesso e volentieri aiutavo anche le creature del bosco. E non parlo di animali, no. Parlo di fate, elfi e creature “magiche”. – disse quell’ultima parola un po’ di disprezzo. Forse perché era un modo che usavamo noi umani per definire ciò che non capivamo. - Ovviamente i clienti umani non lo sapevano, credevano solo che io e mia nonna fossimo un po’ eccentriche. Ah giusto, non te l’ho detto. – si batté la testa con la mano. - Io vivevo con mia nonna. I miei genitori erano morti quando ero piccolissima, e ricordo poco di loro. Mia nonna si chiamava Ines, ed è stata lei ad istruirmi e ad insegnarmi tutto sulle erbe e le piante curative. – notai una piccola lacrima che le scese sulla guancia. Doveva mancarle moltissimo sua nonna.
- Scusa, mi emoziono sempre quando ne parlo. Non farci caso. – dopo una breve pausa riprese il discorso. – Fu poco tempo dopo la morte della nonna che lo incontrai: ero in giro per il bosco con una fatina, Beryl; preparavo per le fate delle scorte di medicinali, così, nel caso in cui non fossi potuta intervenire, avrebbero avuto l’occorrente.
Mi disse che aveva capito, dal parlottio delle altre creature del bosco, che qualcuno era ferito. Dovevamo intervenire. Dopo aver camminato a lungo nel bosco giungemmo nei pressi di un lago e vidi questo grande drago color del ghiaccio che si leccava una ferita. Mi avvicinai con calma ma mi ringhiò contro. Beryl cercò di parlargli ma lui non voleva proprio farsi curare; era cocciuto, ma io lo ero più di lui. Così mi avvicinai noncurante del fatto che avrebbe potuto incenerirmi e gli medicai la ferita. – sorrise dolcemente e arrossì. Mi chiesi se quel drago non fosse proprio…
- Quel drago mi era grato, e ogni giorno passava a farmi visita senza però avvicinarsi mai troppo, rimanendosene in disparte. Mi sorvegliava come se aspettasse il momento per ripagarmi del favore. Un giorno, non molto tempo dopo, venni aggredita da dei briganti e lui mi salvò, ma rimasi comunque ferita. Con l’aiuto delle fate riuscì a caricarmi in groppa e a portarmi a casa mia, prendendosi cura di me fino alla mia completa guarigione. Lì vidi per la prima volta il suo vero volto. – la mia intuizione era forse giusta?
- Era Ael, vero?
- Proprio lui. Allora non sapevo che i demoni potevano trasformarsi in draghi. Lui era uno di quei rari demoni capaci di farlo. Anche dopo che mi rimisi in sesto, lui continuò a passare a trovarmi e, senza accorgercene, ci innamorammo l’uno dell’altra. Il nostro però era un amore proibito, e sembrava non ci fosse speranza per noi. Riuscimmo, al colmo della disperazione e grazie anche all’intervento di Apodis, a trovare Iris, e lei ci aiutò. Iris era la massima autorità, una delle grandi dee, una grande veggente e maga: i suoi poteri non conoscevano limiti. Lei ci spiegò cosa fare e così ci recammo davanti alla corte dei demoni interamente riunita. Abbiamo dichiarato le nostre intenzioni e le disposizioni date da Iris. Nessuno l’ha mai contestata, e quindi accettarono la nostra relazione, ma non senza qualche remora. Iris ci diede una pergamena sulla quale c’era la formula per rendere me una demone. Non sarei stata completa, ma almeno avrei potuto vivere per sempre al fianco del mio amato. La pergamena la aprì il re in persona, poiché solo lui era in grado di compiere il rito.
Non siamo stati accolti all’interno della comunità. Siamo stati esiliati, come ben saprai, ma almeno ora siamo vivi e liberi. – che grande amore! Sembrava di stare a sentire la trama di un bel film, ma invece era tutto reale. L’amore nato fra Ael e Amber era così bello e puro che stavo per mettermi a piangere dalla commozione.
- Non abbiamo più avuto contatti col mondo dei demoni, se non tramite Apodis, e abbiamo cercato di limitare il più possibile il contatto anche con gli umani. Non volevamo rischiare di avere problemi. Abbiamo imparato a vivere con quello che ci offriva la terra e ti dirò: come soluzione non è affatto male. Essere una mezza demone ha i suoi pro e contro. La mia vita è legata a quella di Ael. Come per lui anche la mia crescita si è bloccata: quando lui comincerà ad invecchiare, lo farò anche io, e quando lui se ne andrà, io lo seguirò. Viviamo in simbiosi praticamente. Tra noi c’è sempre stata un’intesa particolare. Bastava uno sguardo per capirsi: anche senza parole ce la intendevamo. – era impossibile non notare quanto l’una fosse innamorata dell’altro e viceversa. L’avevo notato anche prima: mentre Amber parlava, ogni tanto Ael si girava per vedere sua moglie, e si capiva da quello sguardo quanto amore lui provasse per lei. Dopo tutti quegli anni erano ancora follemente innamorati, e la cosa mi aveva davvero toccato il cuore. Che bella cosa poter vivere insieme a lungo, vivere una lunghissima giovinezza insieme: per noi comuni mortali il tempo passava in fretta, troppo velocemente.
- Certo, però devo dire che se non potessi vivere l’eternità col mio Ael preferirei tornare e reincarnarmi in un insetto e morire un milione di volte. Non riesco ad immaginare un solo istante della mia vita senza di lui, è più forte di me. Ora, prima di cominciare ad invecchiare abbiamo ancora circa ottocento anni davanti. Un po’ mi sono stufata di sembrare tanto giovane, ma non posso certo scordare tutti i benefici. Tutto questo ti sembrerà sorprendente, immagino.
- Dire che mi sorprende è dire poco. Fino a pochi giorni fa io non sapevo niente di tutto questo, e ora… - ora ero dentro fino al collo in una situazione che non avevo cercato, ma che altro potevo fare? Mi rabbuiai pensando a quelle cose che mi ero lasciata alle spalle.
Stare con Apodis mi piaceva, ma mi chiedevo se mai avrei riabbracciato Ly, George, Cerby, Morphy e Ivan.
Nonostante quel viaggio mi stesse riservando molte gradite sorprese, non avevo certo scordato gli affetti che mi ero lasciata alle spalle.
- Vedrai, presto non ci farai più caso. So che può essere difficile all’inizio, ma dopo un po’ ci s fa l’abitudine. Ora, manca ancora un po’ per la cena, che ne diresti di fare un bel bagno caldo? Vedrai che ti rimetterà in sesto e dopo starai molto meglio. – forse aveva ragione lei, un bagno mi avrebbe aiutata a sgomberare la mente.
- Se anche riuscissimo a placare la corte, come avete fatto tu ed Ael… la mia vita non sarà più la stessa, vero? – Amber ci pensò su un attimo prima di rispondermi, e con un sorriso mi disse: - La tua vita cambierà per sempre, questa è sicuro. Ma il cambiamento non è sempre negativo. Ci sono passata anche io molti secoli fa, anche se le nostre sono storie un po’ differenti. Con Iris troveremo la soluzione. – Ancora con questa Iris. Cercai di farle notare che Apodis prima aveva detto che la suddetta Iris era scomparsa ormai da molti, molti anni. Anche Balzer mi aveva accennato qualcosina su questa fantomatica dea. Ma ora era troppo lontana per essere raggiunta.
- Questo è quello che credono tutti. Ti spiegherò poi. Seguimi ora, ti darò tutto l’occorrente per il bagno. La vasca ha l’idromassaggio, e se non l’hai mai provato ora avrai l’occasione della tua vita: con quello, tutte le preoccupazioni vengono momentaneamente cancellate e lasciate alle spalle. – finalmente potei ammirare il piano superiore. Non che stessi vedendo molto oltre al corridoio. Quando aprì la porta del bagno rimasi stupefatta: oltre ad essere enorme, era anche bellissimo e moderno. - Troverai anche degli ottimi sali da bagno, tutta roba che preparo io, quindi puoi andare sul sicuro. Gli effetti sono garantiti. Su ogni barattolo troverai le informazioni.
L’energia elettrica in quella casa veniva alimentata dal loro impianto ad energia solare ed eolica. Avevano saputo sfruttare al meglio quello che potevano, e una fitta di gelosia mi attraversò il cuore.
Amber mi lasciò sola nel bagno per qualche minuto e quando tornò mi porse un accappatoio e degli asciugamani.
Mi spiegò anche che la porta di fronte al bagno era quella della mia stanza.
- Finalmente la sfrutterà qualcun altro. Oltre ad Apodis non ci fa mai visita nessuno, salvo il padre di Ael quelle rare volte che può venire da noi. È un demone estremamente impegnato. – mi chiedevo che tipo di demone fosse il padre di Ael. Se era come il figlio doveva essere una gran brava persona.
- Bene, il mio compito è finito. Fai pure con comodo, e nel caso verrò io a chiamarti se ti dovessi addormentare. Ah, dimenticavo. - disse prima di scendere al piano inferiore - Ael ha già preso il vostro bagaglio. È andato prima a recuperarlo, dopo che Apodis gli ha spiegato dove l’avevate lasciato. Avete fatto bene a mettere tutta la vostra roba insieme, avete risparmiato tempo e spazio. Immagino che Apodis al momento della partenza avrà fatto un po’ di storie.
- In verità neanche tanto. Non è poi così brontolone. È solo un po’ sulle sue. – dissi io in sua difesa.
- Ma è anche molto premuroso e dolce… Questo però non serve che te lo dica, vero? – mi fece l’occhiolino e mi lasciò sola nel bagno.


Mentre mi immergevo nella grande vasca pensai a quanto carina fosse stata Amber con me. Era davvero una persona squisita, come del resto tutte le persone in cui ci eravamo imbattuti durante questo nostro breve viaggio.
Apodis stava facendo moltissimo per me, e ogni istante che passavo con lui sentivo che il momento del distacco mi avrebbe fatto davvero male. Perché più il tempo passava, e più mi accorgevo di quanto lui stesse diventando importante per me.
“Anche se alla fine non riusciremo a salvarci,” pensai, “in questo poco tempo accanto a lui ho ricominciato non so come a vivere.”
Non ero triste all’idea che la mia vita potesse finire, ma non ero nemmeno rassegnata a un destino tanto triste. Avevo valutato che sarebbe potuta non finire bene. Ero comunque felice. Certo, avevo qualche rimpianto, ma forse sarei riuscita a morire più felice in quel modo.
Sentii una fitta allo stomaco e poi un brontolio.
- Taci tu, - dissi al mio stomaco, - è presto, mangerai tra un po’. – non sembrava però il solito brontolio da fame; non riuscivo a identificarlo bene. Non mi ero mai sentita così, era come avere le farfalle nello stomaco.
Associai comunque il tutto alla fame. Non intendevo perdermi in pensieri che forse non ero in grado di gestire e giustificare.
Ora dovevo solo capire che cosa avesse in mente Apodis.
All’inizio del nostro viaggio aveva parlato di fasi. Non ero certa al cento per cento, ma la prima fase doveva essersi conclusa.
Di sicuro, dopo cena, i ragazzi mi avrebbero spiegato cosa avremmo dovuto fare in seguito.


Come previsto da Amber, mi appisolai nella vasca, e fu lei a svegliarmi per informarmi che era quasi pronto.
- Presto Ayla, tra poco è pronto. – disse Amber bussando alla porta. Mi disse che avevo un quarto d’ora per prepararmi.
- Grazie per avermi chiamata. Sono proprio crollata, i tuoi sali da bagno son fantastici.
- Oh grazie, mi fa molto piacere sentirtelo dire.
- Grazie anche per tutto il resto, sei un’ospite meravigliosa.
- Oh, non dirlo neppure. Non ho spesso l’occasione di mostrare le mie doti e le mie abilità culinarie. Mi avete offerto una ghiotta occasione. Ora torno da basso a finire di preparare.
- A dopo. – dissi io. L’acqua era oramai tiepida, anzi, quasi fredda, ma non me ne accorsi subito.
Agguantai l’accappatoio e mi fiondai in camera per vestirmi. Amber aveva già messo via tutti i miei vestiti nei cassetti e nell’armadio. Non che ci fosse molto da sistemare, ma quel poco ora era in ordine.
Avevo una gran fame e non vedevo l’ora di mettermi a tavola.
Prima di scendere passai quasi cinque minuti davanti allo specchio chiedendomi se con quella maglia sarei piaciuta ad Apodis.
“ Basta con la vanità sciocca!” mi dissi “ Credi davvero che uno come lui si interesserebbe a te in quel senso?”.
Forse quella vocina interiore non aveva tutti i torti. Lasciai comunque la stanza col batticuore.
Che Apodis ne fosse o meno consapevole, oramai nella mia testa e nel mio cuore c’era soltanto lui.
  
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