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Autore: mavima    27/05/2015    1 recensioni
Sergio è un medico anestesista, deluso dal fallimento del suo matrimonio. Vive un'esistenza di emozioni sopite. Una mattina in ospedale incontra Laura, una bella ragazza, malata di leucemia, che si rivelerà essere la professoressa di suo figlio.
"Sergio fermò lo sguardo sulla foto di classe dell’anno precedente del figlio
Sul lato sinistro c’era Laura, la riconobbe dallo sguardo. Era una persona completamente diversa: aveva lunghi capelli castano chiari, con qualche riflesso biondo; il viso era tondo; gli occhi erano sempre luminosi; era persino leggermente sovrappeso, la maglietta rivelava qualche rotolino e il seno era prosperoso; era vitale e bella con i jeans e con le scarpe da ginnastica.
Quando andò a dormire non riuscì a smettere di pensare a quell'immagine, rappresentava il tipo di donna che avrebbe voluto trovarsi a casa la sera. Se la immaginava insieme al profumo della caffettiera che saliva al mattino….un attimo di eternità".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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VI  -  GIORNI DIFFICILI
 
Il giorno dopo, mentre Sergio arrivava in ospedale, notò una berlina di grossa cilindrata  con targa svizzera arrivare nel parcheggio. Sicuramente erano i genitori di Laura.
Sergio pensò  che anche i genitori di Laura non erano esattamente della casta giusta: emanavano profumo di soldi da tutti i pori, avevano dei modi così distinti e silenziosi, il padre aveva un aspetto così autorevole .
“Piacere, sono il dottor Antinori, credo che voi siate i Signori Costa...”
La madre di Laura: “Sì siamo noi…lei è il medico che mi ha telefonato?”
“ Sì, vi accompagno da Laura, sarà felice di vedervi”
Il padre: “Speriamo…”
“Sono felice che siate arrivati subito, da domani Laura verrà trasferita in camera sterile, per i trattamenti in vista del trapianto e lì sarà più complicato farle visita”
Il padre: “Ce la farà?”
Sergio: “Sicuramente, mi creda…dobbiamo aver fiducia. Certamente il periodo che dovrà affrontare non sarà semplice ed è per questo che è importante che il rapporto con voi torni sereno”
 
Laura e i genitori si abbracciarono e non avvertirono neppure una forma di imbarazzo iniziale. Non si dissero molte parole, ma una frattura si era ricomposta da entrambe le parti. Passarono con la figlia tutto il  giorno. La madre di Laura voleva  stabilirsi nell’alloggio di Laura per assisterla fino a dopo il trapianto, ma Laura la distolse, spiegandole che in camera sterile sarebbe stata assistita da personale specializzato e avrebbe potuto ricevere visite solo per un’ ora al giorno. Decisero insieme che sarebbero ritornati a trovarla tutte le settimane.
Prima di andare via i genitori di Laura salutarono e ringraziarono Sergio. La madre di Laura, anche se nessuno le aveva detto niente, aveva capito che Sergio e la figlia erano innamorati, dai loro sguardi.
Laura era felice di essersi riappacificata con i suoi, ma era anche contenta che fossero ripartiti. Si sentiva di affrontare il periodo difficile che l’aspettava, solo con Sergio.
Il giorno seguente venne trasferita in camera sterile . I trattamenti per distruggere il midollo malato erano molto duri da sopportare. Laura ottenne di farsi assistere anche lì  da Emanuele. Tutti coloro che entravano in contatto con lei dovevano indossare indumenti sterili, guanti, mascherina e cuffia.  Anche Sergio.  Le sembravano tutti dei marziani. La nausea, nonostante i medicinali era forte, la pelle le bruciava. Sergio , anche se in tenuta sterile, la prendeva in braccio , sedendosi sul suo letto e non finiva mai di accarezzarla.
Il morale di Laura scendeva  sempre di più e ad un certo punto chiese a Sergio se non fosse arrivato il momento di bombarla di morfina.
“Ma che dici, lo sapevi ….questo sarà il periodo più difficile, ma io ti rimarrò sempre vicino. Queste ore che adesso ti sembrano interminabili, tra due mesi saranno solo un ricordo. Finalmente inizieremo una nuova vita insieme e tu non soffrirai mai più…te lo prometto”
Laura: “Non è una favola, è la vita….”
Sergio: “Ed invece per noi sarà una favola…non esistono regole a riguardo”
 
Intanto Marco si preparava  alla donazione del midollo. A scuola lo guardavano tutti con ammirazione, tranne la ragazza di cui si è innamorato. Si chiama Emma, aveva perso una gamba in un incidente d’auto con i suoi ; indossava  una protesi. Aveva dei capelli lunghi e lisci….e rosso carota.  Il viso era un po’ paffuto, sul naso aveva qualche lentiggine . I suoi occhi erano grandi, un po’ a mandorla e verdi, di un verde intensissimo..
Durante gli intervalli Marco cercava sempre di attaccarle bottone, ma la ragazza troncava ogni discorso.
Marco non demordeva, si accorgeva che comunque lo cercava sempre con lo sguardo.
Marco: “Ti va se uno di questi pomeriggi andiamo a fare un giro insieme, ti vengo a prendere con il vespino..”
Emma: “ Devi fare la tua buona azione quotidiana, o è una  scommessa?”
Marco : “ Non credi di essere un po’ presuntuosa…pensi davvero di sapere quello che mi frulla in testa?”
Emma : “E che cosa vorrebbe da me il più figo della scuola….ora anche eroe?”
Marco: “ Conoscerti….la tua acidità, mi fa  venir voglia di morderti una chiappa…meglio che vada, non sarebbe molto rispettoso… di norma cerco di rispettare tutti, soprattutto  le donne”
Emma rimase colpita dal linguaggio schietto e colorito, non le era capitato mai che qualcuno le parlasse in questo modo.
“ Va bene, vieni a prendermi oggi alle cinque”
“ Alle cinque allora”
Marco non vedeva  l’ora che arrivasse l’ora dell’appuntamento, correva dappertutto come un pazzo, lanciando in aria lo zaino.
Alle cinque era davanti casa di Emma con il suo vespino. La ragazza fece un po’ di fatica a salirci sopra, ma Marco non l’aiutò, si ricordò che una volta che le aveva raccolto un foglio nel corridoio, l’aveva fulminato con uno sguardo.
Davanti a due coppe di gelato Emma gli domandò: “Perché io?”
“Perché ti comporti sempre come se fossi fuori dal gioco, come se fossi esclusa dal gruppo delle fidanzabili; perché sei un po’ acida; perché se uno cerca di aiutarti, ti incazzi….e perché sei oggettivamente bella . Questa per me è una news…perché a me sono sempre piaciute quelle oggettivamente non belle, ma tu… mi fai impazzire”
“Ma sei un insicuro?....Voglio dire: ti senti più sicuro ad avere accanto una che ritieni a un livello inferiore al tuo?”
“Ma che cazzo dici?...Che ci posso fare se la perfezione canonica me l’ammoscia. Non mi interessa, punto e basta. Penso che le persone che devono  superare degli ostacoli diventano più interessanti…. Me ne vengono dietro di ragazze, che come unico problema della vita hanno avuto la ricostruzione delle unghie. Mi rompono i coglioni: so già cosa vorranno, che diranno, quando me la daranno e quando mi lasceranno per uno più figo. Per me tu sei uno splendido mistero…e mi emozioni quando pensi di non poter piacere”
“Ma ti piacerei  lo stesso anche se avessi tutte e due le gambe?”
“Se tu fossi troppo sicura di te e ti sentissi troppo figa e perfetta, no”
“Almeno potevi mentire!”
“Hai ragione….avrebbe suonato meglio un…. io ti avrei amato comunque. Con la menzogna mi devo ancora un po’ esercitare, può tornare sempre utile… Adesso non vorrai più uscire con me…”
“Vedremo”
“In ogni caso, vedremo tra una settimana…domani mi ricovereranno per la donazione  del midollo alla Costa. Vado a casa già il giorno dopo, ma mio padre  ha detto che per qualche giorno devo stare a riposo”
“Potrei venirti a trovare io”
“ Brava, potresti….cercherò di non saltarti addosso subito….”
“Hai ragione…qualche bugia e qualche omissione in più non ti guasterebbe”
“Dai, dai…migliorerò!”
 
Il giorno dopo Sergio e Marco arrivano in ospedale molto presto, si misero in  tenuta sterile e andarono a salutare Laura. Vedendola così debilitata Marco non aveva quasi il coraggio di parlarle.
“Sono stato bravo, non ho bevuto neanche una birretta…ci vediamo dopo Laura…adesso non ti chiamerò più prof…poi vivremo nella stessa casa no?”
“Sì, sì verrà a stare con noi…ha ancora un mese per abituarsi all’idea”
“Se sopravvivrò….”
Marco: “Non dire minchiate indegne del mio midollo”
 
Sergio era un po’ agitato…stava per entrare in sala operatoria insieme a Fabbri, che sarebbe stata una situazione abituale, se non fosse che questa volta il paziente era suo figlio. Nonostante la sedazione pre-intervento, Marco continuava  a chiacchierare: “Perché devo stare sdraiato su un fianco, con questo ridicolo camice?”
Sergio: “ E secondo te, come dovremmo fare per prelevarti il midollo? Ma non sei neanche un po’ stordito?”
“Per ora no…oh se ci rimango con l’anestesia…dì a Emma che l’amo, invece il vespino regalalo al Viscido. Glielo devo, sono due anni che lo prendo per il culo”
“ Chi è Emma?”
“ E’ una troppo figa…”
Sergio intanto stava facendo tutti i preparativi per l’intervento , gli stava mettendo i cerotti sul petto, che lo collegavano al monitoraggio, gli avvolgeva intorno al braccio il bracciale per la pressione e gli stava inserendo una cannula per iniettargli i fluidi.
“ Marco conta fino a dieci”
“Uno, Due…………”
Sergio rivolgendosi a Fabbri: “ Non arrivano mai al tre….”
 
L’intervento fu velocissimo, le sacche con il midollo furono subito trasferite da Fabbri in camera sterile  per la trasfusione a Laura. Sergio assistette il figlio nel risveglio.
“….tre, quattro…”
“E’ già tutto finito, come stai campione?”
“Non mi avevi mai chiamato così…”
“Sono fiero di te”
Marco non rispose e gli uscirono due lacrime.
“ Hai mal di schiena?”
“Un po’”
“Ti inietto un po’ di antidolorifico…”
Nel pomeriggio Emma lo venne a trovare, lo salutò sfiorandogli le labbra con un bacio…Marco sembra va toccare il cielo con un dito. Sergio notò che la ragazza era bellissima e un po’ claudicante….si sentì accumunato al figlio, per questa loro predilezione per donne particolari. 
Ben presto Marco tornò a casa ed iniziò a vivere la sua storia d’amore con Emma. Laura invece, dovette affrontare un dolore dopo l’altro. Subito dopo il trapianto era debolissima, per la mancanza di globuli bianchi.
Poi la reazione del midollo nuovo contro la leucemia,  le faceva bruciare tutta la pelle, aveva la bocca piena di ulcere, si nutriva solamente attraverso le flebo. Qualche giorno dopo il trapianto, i suoi genitori la vennero nuovamente a trovare. Vedendola in quelle condizioni, la madre si abbandonò ad un pianto a dirotto nelle braccia di Sergio. Il medico le spiegò che erano reazioni normali dopo il trapianto, ma la donna temeva che la figlia fosse prossima alla fine.
Il tempo passava e dopo venti giorni Laura finalmente stava un po’ meglio, chiese di mangiare qualcosa, iniziò a star seduta sul letto. Gli esami del sangue erano molto positivi: il midollo nuovo aveva attecchito, i globuli bianchi si stavano riformando e Laura si sentiva più in forze.
Marco gli portò in dono un libro elettronico, contenente più di duecento testi. Era stato acquistato con una colletta a scuola. Laura era molto fiera dei suoi ragazzi e lo leggeva avidamente.
Sergio: “Tra un paio di settimane potrai tornare a casa, allora vieni a stare da noi?”
Laura: “Ci verrò, ma non subito, devo prima ripartire da dove la mia vita si era interrotta. Quando avrò ripreso le fila del discorso, verrò a casa vostra”
“ E quando ci sposeremo?”
“ Dopo che mi saranno ricresciuti i capelli e prima che mi ringrassi….”
“Presto allora no?”
“Spero di sì, ma come fai a essere così sicuro che sono la donna giusta per te…praticamente mi hai conosciuta solo qua dentro”
“E’ come se ti avessi sempre conosciuta, so tutto di te, anche le paure che non sai di avere…so quello che ti piace…so quello che ti fa arrabbiare. Non so perché è così, ma è così”
“Anche io è come se ti conoscessi da sempre”
“Ma quanto ci metteranno  i capelli a ricrescere?”
“Un centimetro e mezzo al mese”
“Troppo…te li farai andare bene corti almeno?”
“No, ma esistono le extension”.
 
Il papà di Laura quando seppe che era stato Marco a donare il midollo alla figlia iniziò a stravedere per lui. Il ragazzo a sua volta si mostrò molto interessato alla sua produzione di rubinetti e lo riempiva di domande sulla sua fabbrica.
   
 
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