28/05/2015
1 recensioniSei così bella nella mia mente, dove nessuno può arrivare a toccarti, nemmeno io, nemmeno il tempo che passa. Sei sempre perfetta, sempre giovane, sempre sorridi.
È il momento che con più trepidazione attendo, ogni giorno, quando chiudo gli occhi, e appoggio la testa sul cuscino, quando mi addormento. Mi appari in sogno, e non parli mai. I tuoi occhi sono dolci, ma la bocca muta.
Forse perché quando sono sveglio non ti rivolgo mai la parola.
Certo, frammenti della tua voce mi inseguono per i corridoi, tanto spesso che non è un problema riconoscerne i toni melodiosi e gentili fra centinaia di altre voci.
Il coraggio di parlarti, però, mi è sempre mancato. Ogni volta che cammino per i corridoi – vuoti o stracolmi che siano di passi e respiri pesanti – ti individuo a metri di distanza, il mio sguardo che automaticamente cerca i tuoi capelli biondi chiusi in una coda alta mentre esci dalla classe in cui devo entrare esattamente dopo di te. Ogni volta i miei occhi si abbassano sui miei piedi, incapaci di incontrare i tuoi dietro le lenti degli occhiali. La mia mente si sofferma sull'odore che potresti avvertire mentre mi passi affianco; potrei morire d'imbarazzo ad ogni singola possibilità.
Ma quest'oggi è diverso.
Non quando scorgo la tua figura colorata accompagnata dall'immancabile borsa di libri.
Non quando abbasso lo sguardo, incapace di ricambiare il tuo.
Quest'oggi è diverso, perché quando rialzo gli occhi tutto ciò che vedo sono i tuoi fissi nei miei.
Stai guardando me, e in qualche modo il tuo sguardo mi fa sentire più forte, come se nulla mi fosse proibito, nulla inaccessibile.
Due passi più vicino. Ora il mio respiro accarezza la tua pelle. Siamo così vicini che non mi è per niente difficile scorgere i rami dorati inerpicati dolcemente nell'azzurro dei tuoi occhi, indelebile nella mia memoria.
Non è un sogno, ma non riesco a smettere di pensare che lo sia.
Tu sorridi, e io apro la bocca per sputare la frase più ridicola a cui abbia mai potuto pensare:
“Ho fatto un sogno su di te.”
È il momento che con più trepidazione attendo, ogni giorno, quando chiudo gli occhi, e appoggio la testa sul cuscino, quando mi addormento. Mi appari in sogno, e non parli mai. I tuoi occhi sono dolci, ma la bocca muta.
Forse perché quando sono sveglio non ti rivolgo mai la parola.
Certo, frammenti della tua voce mi inseguono per i corridoi, tanto spesso che non è un problema riconoscerne i toni melodiosi e gentili fra centinaia di altre voci.
Il coraggio di parlarti, però, mi è sempre mancato. Ogni volta che cammino per i corridoi – vuoti o stracolmi che siano di passi e respiri pesanti – ti individuo a metri di distanza, il mio sguardo che automaticamente cerca i tuoi capelli biondi chiusi in una coda alta mentre esci dalla classe in cui devo entrare esattamente dopo di te. Ogni volta i miei occhi si abbassano sui miei piedi, incapaci di incontrare i tuoi dietro le lenti degli occhiali. La mia mente si sofferma sull'odore che potresti avvertire mentre mi passi affianco; potrei morire d'imbarazzo ad ogni singola possibilità.
Ma quest'oggi è diverso.
Non quando scorgo la tua figura colorata accompagnata dall'immancabile borsa di libri.
Non quando abbasso lo sguardo, incapace di ricambiare il tuo.
Quest'oggi è diverso, perché quando rialzo gli occhi tutto ciò che vedo sono i tuoi fissi nei miei.
Stai guardando me, e in qualche modo il tuo sguardo mi fa sentire più forte, come se nulla mi fosse proibito, nulla inaccessibile.
Due passi più vicino. Ora il mio respiro accarezza la tua pelle. Siamo così vicini che non mi è per niente difficile scorgere i rami dorati inerpicati dolcemente nell'azzurro dei tuoi occhi, indelebile nella mia memoria.
Non è un sogno, ma non riesco a smettere di pensare che lo sia.
Tu sorridi, e io apro la bocca per sputare la frase più ridicola a cui abbia mai potuto pensare:
“Ho fatto un sogno su di te.”