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Autore: Mizu_The little kiseki    29/05/2015    3 recensioni
Lo conosciamo tutti il detto "gli opposti si attraggono", vero?
Beh..è proprio su questo detto che si basa questa storia e avvolte i più diversi possono risultare i più simili.
Le superiori sono iniziate e di conseguenza anche la vita di molti adolescenti comincerà; sopratutto quella di Hamato Izumi: una ragazza determinata nel trovare l'amore...purtroppo gli ostacoli non mancheranno mai...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ero lì.
Davanti al campanello, indecisa se premerlo o meno. Mi sentivo come un militare alle prime armi, pronto per la sua prima guerra; che schifo di paragone.
Ma poi chi lo voleva il suo aiuto? Potrei tranquillamente studiare da sola a casa mia.
Il problema era che se non fossi migliorata mia madre mi avrebbe tagliato acqua, luce, gas e CIBO! No, questo non doveva succedere...
Suonai al campanello e dalla porta uscì Mizu che salutandomi mi fece cenno di entrare.
-Ciao Izumi, che bello vederti; diventi ogni giorno più carina....una favola...-
-Grazie Mizu, tu invece non cambi di una virgola-
-Chiamalo vantaggio di avere DNA di drago dentro....Akira scendi! C'è Izumi!- esclamò la donna rivolgend o lo sguardo verso il piano superiore.
Alzai lo sguardo e vidi scendere dalle scale sbadigliando, una tartaruga mutante dagli occhi blu zaffiro.
-Sei in ritardo, Chocolat; mi sono addormentato ad aspettarti- affermò grattandosi la nuca.
Devo dire che vederlo in forma mutante era strano; di solito lo vedevo sempre in forma umana.
-Che stai dicendo, idiota!? Non sono mica una ritardataria incallita- lui fece un sorriso malizioso prima di dirigersi in cucina e prendersi una lattina di coca.
Nel soggiorno vidi Keita, anche lui in forma mutante, intento a cambiare da canale a canale la tv e Kaori, in forma umana dato che lei non è nata mutante.
La salutai abbracciandola/strozzandola e lei ricambiò abbracciandomi/strozzandomi ancora di più.
-Non preoccuparti, anche se non lo dimostra, Akira è molto intelligente e se la cava molto bene a spiegare le cose, vedrai che i tuoi voti saliranno più velocemente di un razzo- disse la mia amica dandomi una pacca sulla spalla.
-Spero, altrimenti la prossima volta che ci vedremo sará all'obitorio...- aggiunsi io rabbrividendo al pensiero.
Akira ritornò e mi fece cenno di salire in camera sua.
-Da soli nella tua camera? Stai scherzando!?-
-Di che stai parlando, cespuglietto?-
-Cosa vuoi fare a una povera ragazza indifesa?-
-Togliamo l'indifesa...e poi guarda che non ti faccio niente...e sinceramente non ci tengo...con te poi- ridacchiò lui.
-Come osi...brutto...!?- stavo per controbattere quando mi bloccai di colpo, intuendo che sicuramente quello non era il momento di litigare.
Stranamente la sua camera era in ordine, niente fuori posto; aveva addirittura i cd in ordine alfabetico.
-Non ti facevo così maniaco della pulizia-
-Io sono sempre stato un maniaco della pulizia; odio il disordine- continuò inserendo una pillola dal colore verde.
Era una pillola di antimutageno, così da poter assumere la forma umana. -Perchè l'hai fatto? tanto chi vuoi che ti veda?- gli domandai.
-Sto più comodo, e mi è più facile muovermi- da sotto il letto vidi muoversi qualcosa e da esso uscì un piccolo verme grande quanto un gatto.
-Kou!- esclamai gioiosa prendendolo in braccio.
Kou era un verme mutante che Donnie aveva preso ai Kraang e grazie a lui riusciva a ricavare il mutageno e di conseguenza a creare l'antimutageno; quando è arrivato in famiglia Keita, Kaori e Akira avevano solo tre anni e per farlo restare piccolo Donatello ha inventato una macchina apposita.
Inutile dirvi che è diventato uno dei più grandi scienziati del mondo, mentre Mizu ha realizzato il suo sogno di diventare un'attrice.
-Allora, da cosa vuoi iniziare?- mi chiese mentre io continuavo ad accarezzare il piccolo animaletto che era comodamente sdraiato sulle mie ginocchia.
-Preferirei partire dalla chimica dato che è quella con cui ho più problemi- Akira prese il suo quaderno ed una penna dal suo zaino.
-Bene, dimmi, cos'è che non hai capito?- mi chiese successivamente pronto a cercare la pagina giusta dove andare.
-Tutto- risposi io; potei notare un fiorellino crescere sulla testa di lui che cominciò a guardarmi con una faccia da completo ebete.
-Stai scherzando? Come puoi non aver capito nulla!? E il bello che l'intelligenza l'hai presa da tua madre!- mi urlò isterico nell'orecchio spaccandomi quasi il timpano.
-Se dico che non ho capito, non ho capito! Non è mica colpa mia!- esclamai io in mia difesa.
-Io queste cose le ho imparate alle elementari!-
-Io non ho un padre scienziato, caro mio!- Akira sbattè con forza la testa sulla scrivania con fare esausto e ormai arreso tirò un sospiro.
-D'accordo...ripartiamo dalle basi....- passai tutto il pomeriggio a scervellarmi su quelle dannate formule molecolari.
Ma Kaori non aveva torto; il nanetto per quanto irritante era bravo a riformulare frasi complicate in molte più semplici da capire.
Sembrava proprio un maestro mentre mi spiegava, aveva anche l'apposita lavagna e un paio d'occhiali che di solito utilizzava in casa avendo problemi di vista; invece fuori casa utilizzava le lenti a contatto.
-Senti, Akira....- iniziai io attirando la sua attenzione che fino a qualche momento fa era rivolta alla spiegazione delle cellule.
-Perchè non mi hai mai detto i tuoi voti e hai sempre fatto finta di prendere picconi?- lo vidi arrossire di colpo cercando di nasconderlo mettendosi il dorso della mano davanti.
-Che cavolo di domanda è? Non mi sembra centri qualcosa con la biologia!-
-Curiositá! Dai, per favore, dimmelo- si mise seduto sulla sedia e cominciò a giocherellare con le dita.
-Da piccolo Keita veniva sempre preso in giro e veniva sempre chiamato secchione; non volevo essere preso anch'io di mira quindi decisi di far finta di essere un ragazzo normale-
-Aspetta! Non mi dire che nelle interrogazioni prendi B apposta!? Quando potresti tranquillamente prendere una A senza fare neanche un po' di fatica!?- lui annuì e io assunti la tipica espressione poker-face.
E io che per più di dieci anni l'ho preso in giro dandogli dell'ignorante e dello stupido, per di più gli dicevo sempre che un'ameba era più intelligente di lui.
"Brava Izumi, bella figura di Merda, complimenti" pensai tirandomi uno schiaffo in faccia.
-Mi sembri stanca, vuoi che ci riposiamo un po'?- chiese dolcemente; mi aveva preso il polso allontanando la mano dalla faccia e si era pericolosamente avvicinato al mio viso.
Arrossii come un peperone e lui se ne accorse visto che mise il palmo della sua mano sulla mia fronte, controllandomi la temperatura.
-Strano non hai febbre, eppure sei rossa-
"Non sono arrossita per la febbre, idiota!" la sua voce era così dolce in quel momento, non mi ero mai resa conto di quanto amassi sentire la sua voce, anche quando litigavano, mi piaceva sentirlo parlare, mi rendeva tranquilla.
-Vuoi un pasticcino? Un po' di succo di frutta?- mi domandò rialzandosi in piedi e aprendo la porta seguito dal piccolo verme che lo guardava scodinzolando.
-Si...grazie- avevo ancora il cuore che mi batteva a mille; da quando avevo iniziato a parlare così bene di lui?
E da quando lui era diventato così carino nei miei confronti?
Mi alzai anch'io e cominciai a guardarmi attorno; feci spallucce e cominciai ad incamminarmi per raggiungerlo quando con la coda dell'occhio notai qualcosa sulla sua mini libreria.
-Strano...da quando legge romanzi storici?- presi un volume e lo aprii.
La cosa che vi vidi mi fece rabbrividire; le pagine erano tagliate al centro e dentro vi trovai una rivista con una donna nuda sopra.
Caso volle che in quel momento Akira rientrasse con un vassoio di dolcetti sopra.
-Te ne ho presi con la cioccolata dato che ti piace molt...Aaaaaaahhhh!! Che stai facendoooo!!??- mi voltai verso di lui con un sorriso da strega disegnato sopra mentre gli mormoravo "maniaco" con la voce di una pazza psicopatica.
-Brutta impicciona! Chi ti ha detto di toccare le mie robe!?- urlò strappandomi di mano la rivista e nascondendola di nuovo dentro il falso volume.
-Cavolo...e io che pensavo che ci fosse ancora un po' di purezza dentro di te...mi hai deluso- dissi togliendomi una lacrima inesistente.
-Che cavolo stai dicendo!? Se si è nell'etá dell'adolescenza immagino che queste cose possano succedere! Sono un maschio dopotutto-
-Pfff...aahahahaah non riesco ad immaginarti fare cose sconce mentre guardi quelle immagini!- mise il palmo della sua mano davanti alla mia bocca facendomi segno di stare zitta.
-Tu solo azzardati a farne parola con qualcuno e giuro che ti ammazzo...-
-Tranquillo non lo dirò a ness....Mizuuuuu indovina cosa nasconde tuo figlio nella libre...!!- Akira si catapultò su di me cercando di zittirmi; perdetti l'equilibrio ed entrambi cademmo a terra.
-Ahi ahi ahi- riaprii gli occhi e mi accarezzai la testa; avevo un peso sullo stomaco, letteralmente.
-Ti sei fatta male?- mi domandò sorregendosi con le braccia....lui era sopra di me e io sotto di lui.
Arrossimmo entrambi e provai a scrollarmelo di dosso spingendolo via; mi misi una mano sul petto iniziando a respirare affannosamente.
Lui non proferì parola e se ne rimase seduto a gambe incrociate cercando di nascondere nuovamente il rossore sulle sue guance.
-...Non facciamone parola con nessuno, capito, cespuglio?- io annuii più volte ancora sotto shock.
-Beeeh.....pasticcini?- chiese mettendomi davanti i dolcetti alla nutella; era per cambiare argomento? Naah.
Di che mi preoccupavo? Era stato soltanto un incidente; siamo caduti gli unì sugli altri migliori di volte, ma stavolta era diverso.
Sentivo il cuore battermi talmente forte da voler uscire dal mio petto.
Bon, dopotutto ero nel'etá dell'adolescenza, questa cosa sarebbe accaduta A chiunque CON chiunque.
Si fece sera e io mi preparati per tornare a casa; Mizu mi aveva chiesto se volevo restare a cena ma io rifiutati....sapete mia madre aveva preparato la pizza e quiiiindi....mai dire di no alla pizza.
-Grazie per avermi aiutato- dissi rivolgendomi ad Akira che mi fece cenno di non preoccuparmi con la mano.
-Ci vediamo domani- aggiunse Kaori abbracciandomi.
Salutai tutti e mi diressi sulla strada di casa; il mio cuore batteva ancora...
   
 
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