Titolo
capitolo:
Susan…
Personaggi:
Susan Pevensie,
Edmund Pevensie, Lucy Pevensie
Paring:
Decisamente
Susan/Peter! Anche se in modo modesto…
Note:
La terza lettera per
Peter, questa volta da parte di Susan. I personaggi non
mi appartengono
ma sono di proprietà di C.S.Lewis. Questa fiction
è scritta per il puro
divertimento dell’autrice stessa, dato che si diverte un
mondo ad incasinare la
vita dei suoi ignari protagonisti. <3
Lievi
cenni di incesto. Se la cosa vi turba siete liberi di non
leggere.
non so
nemmeno io il perché di questa lettera.
Anzi, da
quando te ne sei andato non so più il perché di
nulla nella mia vita.
Forse
perché il perno su cui tutto ruotava ha deciso di andarsene,
facendo cadere
ogni cosa.
Ed ora
come ora non biasimarmi se credo di aver finito le lacrime,
poiché gli occhi mi
bruciano in maniera indescrivibile ma non riesco a versarne nemmeno una.
Perché
hai deciso di rimanere a Narnia Peter?
Rispondi
a questa semplice domanda e giuro…giuro che finalmente mi
metterò il cuore in
pace.
Al
massimo, tutti credevano che sarei stata io a decidere di rimanere, per
via dell’attrazione
che si era creata tra me e Caspian.
Ma
Peter…l’amore che in qualche modo io provo per
Caspian non è nemmeno
lontanamente paragonabile all’ombra di quello che provo per
te.
Quando ti
sei alzato, lo sguardo fiero e i capelli
biondi mossi da vento, e hai detto di voler rimanere per sempre a Narnia, in quanto il tuo
aiuto al nuovo Re fosse
indispensabile, mi hai lasciato senza fiato.
E se in
un primo momento pensai che si trattasse di uno scherzo, magari
architettato
assieme ad Edmund, l’angoscia che mi pervase nel vedere il
viso incredulo dello
stesso Ed e gli occhi di Lucy riempirsi di lacrime tenute
orgogliosamente a
freno, fu indescrivibile.
Era come
se uno stormo di avvoltoi fosse planato all’interno del mio
petto, avesse
volato fino al mio cuore e l’avesse fatto a brandelli nella
maniera più lenta e
dolorosa possibile; per poi passare al cervello, annebbiandolo
completamente.
Così,
mentre Edmund metteva una mano sulla spalla ad una Lucy visibilmente
scossa e
che a stento si tratteneva dal piangere, io restavo immobile, seduta
sulla mia
sedia, circondata dalle voci della folla che ti acclamava e che si
disperdevano
all’interno della mia testa rimanendo nient’altro
che deboli sussurri.
E ti
fissavo.
Immobile.
Sbigottita. Ed estremamente sola.
Ecco
perché, quando andai a salutare Caspian, lo baciai.
Volevo
che tu provassi un po’ del dolore che tu stesso mi avevi
involontariamente
inferto.
Invece,
tu mi hai guardato come se fosse la cosa più normale del
mondo, ed anziché
arrabbiarti e tirare un cazzotto a Caspian, mi sorrisi.
Sorrisi
al mio dolore.
Con uno
di quei sorrisi così brillanti che per un secondo rischiai
di rimanerne
accecata.
In quel
momento desideravo solamente piangere.
E poi fu
la volta degli addii, ricordi?
Ricordi
come mi sei venuto incontro, ignorando l’altra gente, e mi
hai abbracciato,
sollevandomi perfino da terra e facendomi girare per aria?
Dio,
Peter…solo io so quanto il mio cuore bruciò in
quel momento…
Era come
se tu stessi aggiungendo altro sale alle mie ferite ancora aperte e non
te ne
rendessi conto. Anzi, più con i tuoi gesti cercavi di
rendere il nostro ultimo
incontro speciale, più io desideravo solamente che non fosse
successo nulla, e
che tu, in quel preciso istante, mi dessi la mano per attraversare
assieme il
varco che ci avrebbe riportato a Londra.
E invece,
la mia mano la strinse Ed.
Quando
tornammo a casa poi, cominciai a piangere, bisognosa di liberarmi di
tutto il
dolore che avevo dentro.
Ricordo
che mamma si avvicinò a me e mi baciò sulla
fronte.
Io le
dissi se per caso Peter mancava anche a lei, e sai cosa fece?
Aggrottò
la fronte e mi guardò come se fosse la prima volta che
qualcuno avesse
pronunciato il suo nome.
Molto
probabilmente, Aslan doveva aver annullato i ricordi che avevano di te
mamma e
papà, e come scoprì più avanti, anche
tutti i tuoi amici parevano essersi
scordati di te.
Sai
Peter…avrei voluto anche io dimenticarmi di te, allora.
Dimenticarmi
del tuo viso che ogni benedetta notte albergava nei miei sogni, dei
tuoi occhi
azzurri, delle tue mani e della tua bocca che ho sempre segretamente
sognato di
baciare.
Dimenticare
il suono cristallino della tua risata, la tua voce e le tue parole che
sapevano
darmi serenità al momento giusto.
Ma
d'altronde, com’è possibile dimenticarsi di te
Peter…
Di Re
Peter il Magnifico.
Del
ragazzo al quale bastava schioccare le dita per ritrovarsi tutti ai
suoi piedi,
ma che era così orgogliosamente umile per ammetterlo.
L’unico
che io conoscessi capace di irradiare così tanta, ma
così tanta luce da
illuminare anche me, sebbene io mi accontentassi della tua ombra.
Ti
ricordi, eh Peter, dei nostri segreti?
Della
prima volta che ti dissi che ero innamorata di un ragazzo?
Io
sì, e
in questo momento, mi rendo conto che avrei dovuto gridarti che eri tu
quel ragazzo, fregandomene della mia dannata timidezza.
Ma io, la
tua piccola Susan, sono sempre stata
solo un minuscolo pezzetto della tua vita.
Del tuo
brillante futuro.
Perché
tu
Peter, tu che hai sempre visto in grande, non hai esitato un solo
istante e
dirmi addio per sempre, correndo incontro al tuo avvenire nella
meravigliosa
terra di Narnia.
Perché
quella
è la tua vera casa. La casa di un grande
Sovrano.
Perciò
avrei dovuto capirlo che avresti fatto di tutto pur di non tornare a
Londra,
quella città così minuscola e noiosa che
costantemente ti opprimeva e non
riconosceva la tua magnificenza.
Anche se,
in mezzo al freddo e alla nebbia londinese, c’è
sempre stato qualcuno che ti ha
adorato sia come semplice Peter Pevensie che come Re Supremo.
Quel
qualcuno ero io.
Ma per
te, che eri sempre così occupato a guardare avanti, fermarti
anche solo un
istante a guardare me pareva scontato, dato che sapevi che io ci sarei
stata
sempre.
La cara Susan. La bella della famiglia.
Quella che
inspiegabilmente rifiutava decine di pretendenti senza un apparente
motivo.
Quella
che se le avresti chiesto di rimanere con te a Narnia avrebbe accettato
senza
nemmeno pensarci.
Ma per te
ero solo la sorella buona e gentile che accettava di ritornare a Londra
senza
nemmeno opporsi, senza nemmeno provare
a restare.
Ed ora
che sei lontano, anche io sto cominciando a detestare Londra.
Perché
infondo non è mai stata quella grigia e piovosa
città a piacermi.
Mi
piaceva soltanto perché oltre al cielo grigio e la pioggia,
oltre alla
monotonia di quelle giornate fatte di scuola e di studio,
c’eri tu che
illuminavi un po’ del mio piccolo mondo.
E non sai
cosa darei ora per avere ancora un po’ della tua
luce…
Per
stringerti a me e non lasciarti più andare.
Mio caro
Peter,
adorato
fratello ed impossibile amore.
P.S. Lo
senti questo rumore? È il battito della metà del
mio cuore che ho lasciato lì
con te a Narnia…
Susan
Ecco…io
lo sapevo che la finivo di pubblicare oggi, perché Susan
non faceva che dirmi “scrivi, scrivi e scrivi” da
questa mattina e così mi è
toccato di accontentarla.
Eh…che
ci volete fare? Sono troppo buona…xD
Sto
notando, rileggendo le due fiction che ho pubblicato, che è
sempre il caro Peter a fare la parte di “colui che non sa
nulla”, mentre Susan
è quella che inevitabilmente si strugge per amore.
Non
vi preoccupate…rimedierò al più
presto, e per una volta, sarà
Peter a volere ardentemente l’amore di Susan.
Ringrazio
EllaYaYa per
aver recensito sia Il mio futuro
che
P.S., e addirittura per aver messo Il mio futuro tra i preferiti! Grazie teshora
<3
Un
grazie speciale anche a chi legge soltanto.
Per
me siete come tanti piccoli fantasmini che con la vostra
presenza alimentate il mio orgoglio!