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Autore: TemperaGialla    06/01/2009    5 recensioni
Tre lettere. Tre legami diversi. Tre fratelli che scrivono le loro emozioni, i loro pensieri e il loro dolore su carta. Edmund, Lucy e Susan che avranno a che fare con la decisione di Peter e cercheranno di mettere insieme i cocci scrivendogli una lettera ciascuno.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Susan Pevensie
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Titolo capitolo: Susan…
Personaggi: Susan Pevensie, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie
Paring: Decisamente Susan/Peter! Anche se in modo modesto…
Note: La terza lettera per Peter, questa volta da parte di Susan. I personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di C.S.Lewis. Questa fiction è scritta per il puro divertimento dell’autrice stessa, dato che si diverte un mondo ad incasinare la vita dei suoi ignari protagonisti. <3
Lievi cenni di incesto. Se la cosa vi turba siete liberi di non leggere.

 

Caro Peter,

non so nemmeno io il perché di questa lettera.

Anzi, da quando te ne sei andato non so più il perché di nulla nella mia vita.

Forse perché il perno su cui tutto ruotava ha deciso di andarsene, facendo cadere ogni cosa.

Ed ora come ora non biasimarmi se credo di aver finito le lacrime, poiché gli occhi mi bruciano in maniera indescrivibile ma non riesco a versarne nemmeno una.

Perché hai deciso di rimanere a Narnia Peter?

Rispondi a questa semplice domanda e giuro…giuro che finalmente mi metterò il cuore in pace.

Al massimo, tutti credevano che sarei stata io a decidere di rimanere, per via dell’attrazione che si era creata tra me e Caspian.

Ma Peter…l’amore che in qualche modo io provo per Caspian non è nemmeno lontanamente paragonabile all’ombra di quello che provo per te.

Quando ti sei alzato, lo sguardo fiero e i capelli biondi mossi da vento, e hai detto di voler rimanere per sempre a Narnia, in quanto il tuo aiuto al nuovo Re fosse indispensabile, mi hai lasciato senza fiato.

E se in un primo momento pensai che si trattasse di uno scherzo, magari architettato assieme ad Edmund, l’angoscia che mi pervase nel vedere il viso incredulo dello stesso Ed e gli occhi di Lucy riempirsi di lacrime tenute orgogliosamente a freno, fu indescrivibile.

Era come se uno stormo di avvoltoi fosse planato all’interno del mio petto, avesse volato fino al mio cuore e l’avesse fatto a brandelli nella maniera più lenta e dolorosa possibile; per poi passare al cervello, annebbiandolo completamente.

Così, mentre Edmund metteva una mano sulla spalla ad una Lucy visibilmente scossa e che a stento si tratteneva dal piangere, io restavo immobile, seduta sulla mia sedia, circondata dalle voci della folla che ti acclamava e che si disperdevano all’interno della mia testa rimanendo nient’altro che deboli sussurri.

E ti fissavo.

Immobile. Sbigottita. Ed estremamente sola.

Ecco perché, quando andai a salutare Caspian, lo baciai.

Volevo che tu provassi un po’ del dolore che tu stesso mi avevi involontariamente inferto.

Invece, tu mi hai guardato come se fosse la cosa più normale del mondo, ed anziché arrabbiarti e tirare un cazzotto a Caspian, mi sorrisi.

Sorrisi al mio dolore.

Con uno di quei sorrisi così brillanti che per un secondo rischiai di rimanerne accecata.

In quel momento desideravo solamente piangere.

E poi fu la volta degli addii, ricordi?

Ricordi come mi sei venuto incontro, ignorando l’altra gente, e mi hai abbracciato, sollevandomi perfino da terra e facendomi girare per aria?

Dio, Peter…solo io so quanto il mio cuore bruciò in quel momento…

Era come se tu stessi aggiungendo altro sale alle mie ferite ancora aperte e non te ne rendessi conto. Anzi, più con i tuoi gesti cercavi di rendere il nostro ultimo incontro speciale, più io desideravo solamente che non fosse successo nulla, e che tu, in quel preciso istante, mi dessi la mano per attraversare assieme il varco che ci avrebbe riportato a Londra.

E invece, la mia mano la strinse Ed.

Quando tornammo a casa poi, cominciai a piangere, bisognosa di liberarmi di tutto il dolore che avevo dentro.

Ricordo che mamma si avvicinò a me e mi baciò sulla fronte.

Io le dissi se per caso Peter mancava anche a lei, e sai cosa fece?

Aggrottò la fronte e mi guardò come se fosse la prima volta che qualcuno avesse pronunciato il suo nome.

Molto probabilmente, Aslan doveva aver annullato i ricordi che avevano di te mamma e papà, e come scoprì più avanti, anche tutti i tuoi amici parevano essersi scordati di te.

Sai Peter…avrei voluto anche io dimenticarmi di te, allora.

Dimenticarmi del tuo viso che ogni benedetta notte albergava nei miei sogni, dei tuoi occhi azzurri, delle tue mani e della tua bocca che ho sempre segretamente sognato di baciare.

Dimenticare il suono cristallino della tua risata, la tua voce e le tue parole che sapevano darmi serenità al momento giusto.

Ma d'altronde, com’è possibile dimenticarsi di te Peter…

Di Re Peter il Magnifico.

Del ragazzo al quale bastava schioccare le dita per ritrovarsi tutti ai suoi piedi, ma che era così orgogliosamente umile per ammetterlo.

L’unico che io conoscessi capace di irradiare così tanta, ma così tanta luce da illuminare anche me, sebbene io mi accontentassi della tua ombra.

Ti ricordi, eh Peter, dei nostri segreti?

Della prima volta che ti dissi che ero innamorata di un ragazzo?

Io sì, e in questo momento, mi rendo conto che avrei dovuto gridarti che eri tu quel ragazzo, fregandomene della mia dannata timidezza.

Ma io, la tua piccola Susan, sono sempre stata solo un minuscolo pezzetto della tua vita.

Del tuo brillante futuro.

Perché tu Peter, tu che hai sempre visto in grande, non hai esitato un solo istante e dirmi addio per sempre, correndo incontro al tuo avvenire nella meravigliosa terra di Narnia.

Perché quella è la tua vera casa. La casa di un grande Sovrano.

Perciò avrei dovuto capirlo che avresti fatto di tutto pur di non tornare a Londra, quella città così minuscola e noiosa che costantemente ti opprimeva e non riconosceva la tua magnificenza.

Anche se, in mezzo al freddo e alla nebbia londinese, c’è sempre stato qualcuno che ti ha adorato sia come semplice Peter Pevensie che come Re Supremo.

Quel qualcuno ero io.

Ma per te, che eri sempre così occupato a guardare avanti, fermarti anche solo un istante a guardare me pareva scontato, dato che sapevi che io ci sarei stata sempre.

La cara Susan. La bella della famiglia.

Quella che inspiegabilmente rifiutava decine di pretendenti senza un apparente motivo.

Quella che se le avresti chiesto di rimanere con te a Narnia avrebbe accettato senza nemmeno pensarci.

Ma per te ero solo la sorella buona e gentile che accettava di ritornare a Londra senza nemmeno opporsi, senza nemmeno provare a restare.

Ed ora che sei lontano, anche io sto cominciando a detestare Londra.

Perché infondo non è mai stata quella grigia e piovosa città a piacermi.

Mi piaceva soltanto perché oltre al cielo grigio e la pioggia, oltre alla monotonia di quelle giornate fatte di scuola e di studio, c’eri tu che illuminavi un po’ del mio piccolo mondo.

E non sai cosa darei ora per avere ancora un po’ della tua luce…

Per stringerti a me e non lasciarti più andare.

Mio caro Peter,

adorato fratello ed impossibile amore.

 

P.S. Lo senti questo rumore? È il battito della metà del mio cuore che ho lasciato lì con te a Narnia…

 

                  Susan

 

 

Note Autrice:

Ecco…io lo sapevo che la finivo di pubblicare oggi, perché Susan non faceva che dirmi “scrivi, scrivi e scrivi” da questa mattina e così mi è toccato di accontentarla.

Eh…che ci volete fare? Sono troppo buona…xD

Sto notando, rileggendo le due fiction che ho pubblicato, che è sempre il caro Peter a fare la parte di “colui che non sa nulla”, mentre Susan è quella che inevitabilmente si strugge per amore.

Non vi preoccupate…rimedierò al più presto, e per una volta, sarà Peter a volere ardentemente l’amore di Susan.

Ringrazio EllaYaYa per aver recensito sia Il mio futuro che P.S., e addirittura per aver messo Il mio futuro tra i preferiti! Grazie teshora <3

Un grazie speciale anche a chi legge soltanto.

Per me siete come tanti piccoli fantasmini che con la vostra presenza alimentate il mio orgoglio!

Vostra, T.G

  
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